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    F1, SONDAGGIO | Questa Formula 1 vi piace così com’è?

    Altro Gp altro caos decisionale in F1. Dopo il convulso post gara in Arabia Saudita con Alonso prima penalizzato, poi no, ecco una nuova serie di scelte discutibili nel finale del Gp Australia. Da quando è subentrata Liberty Media la massima formula sta prendendo una piega molto diversa nella gestione rispetto al passato targato Ecclestone.
    F1, SONDAGGIO | Questa Formula 1 vi piace così com’è?

    Lo show è diventato ancora di più un “must”, si sono riscritte le regole del gioco ma facendo anche molta confusione e alimentando inevitabili polemiche. Assistiamo sicuramente a competizioni e temi tecnici interessanti ma spesso la chiarezza nelle decisioni da prendere sul momento latita, e tanto con il serio rischio di far diventare questo sport un terreno di dibattito tra avvocati Azzeca-garbugli. Le discussioni e le critiche a chi ha in mano il sistema divampano così come si registrano indiscutibili apprezzamenti allo spettacolo messo in piedi.
    A questo punto urge, quindi, interrogarsi su dove la F1 stia andando partendo dal comprendere bene il suo livello di gradimento generale. È fondamentale, dunque, capire una buona volta per tutte l’orientamento dei followers con una domanda secca, che vi rivolgiamo: questa F1 così com’è oggi vi piace o no? A voi la parola e il centro dell’attenzione perché è sempre l’appassionato il fulcro su cui regge qualsiasi sport. LEGGI TUTTO

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    F1 2023, Gp Australia: Leclerc subito out alla partenza!

    Continua il periodo nero di Charles Leclerc in questo inizio di stagione di F1 2023 e, di riflesso, della stessa Ferrari.

    Il pilota monegasco che partiva dalla settima piazzola dello schieramento di partenza del Gp Australia a Melbourne è finito subito fuori strada all’esterno dell’imbocco della curva 3 piantandosi nella ghiaia.
    Decisivo è stato un contatto tra la sua SF-23 e l’Aston Martin di Lance Stroll, nel tentativo di difendere la sua posizione. E con questo ritiro siamo già a due zeri per il ferrarista. Una situazione simile a quella di Verstappen nell’avvio del Mondiale 2022 ma la Red Bull, allora, aveva ben altro potenziale tecnico da sfruttare.

    LAP 1/58
    LECLERC IS OUT OF THE RACE!!!
    The Ferrari driver spins off into the gravel and it’s all over at Turn 3 😫#AusGP pic.twitter.com/iKwyshR5nR
    — Formula 1 (@F1) April 2, 2023 LEGGI TUTTO

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    La Formula 1 fra amore, spettacolo e prove libere

    La colpa dev’essere dell’aria di primavera che scatena insopportabili allergeni, oppure del vento del deserto, che ha sollevato troppa sabbia offuscando la vista. O, forse, stiamo subendo gli effetti di aver inavvertitamente ascoltato la sigla della Formula Uno trasmessa in loop al contrario: se ci avessimo provato con Stairway to Heaven, avremmo sentito invocazioni a satana, noi invece sentiamo Stefano Domenicali affermare che, fosse per lui, eliminerebbe le sessioni di libere “perché interessano solo agli ingegneri e per nulla agli spettatori”.
    Ah, l’ha detto sul serio?
    L’ha detto sul serio.
    Ah, è uscita una smentita?
    Sì, ma sembra pari pari il meme in cui c’è un lago pieno d’acqua tenuto da una possente diga, la quale presenta, però, una piccola falla dalla quale ne fuoriesce un getto copiosissimo.
    Non è un buon procedere, parlando di Formula Uno e sport a motori, sostenere una tesi facendo paragoni con altri sport che poco o nulla hanno in comune fra loro, se non il fatto di essere, appunto, degli sport, eppure queste surreali dichiarazioni di colui che è a capo di Liberty Media – dopo aver fatto carriera in Scuderia, quindi non proprio un qualunque travet con emolumento a 5 o 6 zeri – mi ricordano lo stesso atteggiamento di chi mi chiese, anni fa, a che serve una maratona.
    Ora, per farla breve, non starò a dilungarmi sul fatto che sento ancora rimbombare le invettive del poeta Pindaro e dell’eroico Filippide in greco antico direttamente dai Campi Elisi, mentre il poster di Stefano Baldini si distrugge per autocombustione.
    Vorrei, invece, focalizzarmi sull’idea, saccente e imprudente, di applicare categorie di giudizio incoerenti con quel che si vuole valutare. In altri termini: da quando e per quale ragione dobbiamo accostare un concetto di “utilità commerciale” a una disciplina sportiva che ne rappresenta l’epica sin dall’antichità ed è un simbolo dell’olimpiade tanto quanto la fiaccola? Parimenti, da quando e per quale ragione dobbiamo considerare la Formula Uno non nella sua interezza, nella sua evoluzione e nella sua complessità ma solo in funzione di un solo aspetto, cioè quello della spettacolarizzazione dei suoi eventi?

    Posso comprendere le necessità dello show e le ragioni di chi ha investito per comprare un prodotto redditizio, tuttavia non vedo molto spettacolo in un campionato sportivo in cui gli ultimi saranno ultimi se i primi sono irraggiungibili, come diceva Frankie HI-NRG  e come accade in Formula Uno da diversi decenni. Fra le righe, non vedo neanche tutta questa redditività prospettica in una strategia di accaparramento di nuovi fan che possono permettersi un biglietto nelle tribune di Las Vegas – o Miami, Montecarlo, Imola – promettendo loro scintille, duelli, emozioni, suspence e adrenalina per poi, di fatto, mettere in scena un paio d’ore di “spettacolo” in cui un paio di monoposto vanno per conto loro e tutti gli altri sperano di raccogliere le briciole, impegnandosi nell’unica attività non sia stata pesantemente stangata dal budget cap: gufare.
    Da quando e per quale ragione un neofita dovrebbe accostarsi a uno sport competitivo sia a livello agonistico che tecnologico se è già scontato chi vince?
    Il mantra motivazionale non importa quante volte cadi, ma il modo in cui ti rialzi, che domina letteratura, musica, film e didascalie dei post di Instagram,  in Formula Uno viene declinato così: se ti capita di cadere, hai pochissime occasioni di rialzarti perché non puoi provare liberamente, vale a dire che non puoi mettere in campo tutte le tue forze per risollevarti e dimostrare tutto il tuo valore nel farlo. Ha poco senso imparare dagli errori, perché non puoi correggerti, o non puoi farlo in tempo utile nell’arco di un campionato.
    Imparare mi fa tornare in mente che, per me, seguire assiduamente il campionato di Formula Uno, assistendo alle dirette e ascoltando i commentatori, ha significato avere una formidabile occasione di apprendere e sviluppare un interesse. Non dovrebbe essere necessario specificarlo, ma gli sport a motori non attraggono soltanto spiriti adrenalinici, amanti del pilotaggio e sognatrici che vorrebbero accasarsi con giovani e affascinanti atleti, ma anche amanti della tecnologia, della tecnica, del dare forma di automobile al disegno di un bambino, del progettare qualcosa in grado di far danzare l’aria o di… scriverci un romanzo. 
    Chi coltiva il proprio spirito e i propri talenti non dovrebbe mai perdere l’occasione di imparare qualcosa. Apprendere facendo qualcosa che piace, magari seguendo il proprio sport preferito, non è solo efficace, ma è formativo, stimolante e permette letteralmente di salvarsi quando la vita prende una piega negativa.
    Sono perfettamente d’accordo sul fatto che le libere non interessino a tutti o che interessino di più a qualcuno, ma trovo pretestuoso presentare i presunti “interessi degli ingegneri” agli “interessi del pubblico” come contrapposti e antitetici, proprio perché “il pubblico” non ha un interesse unico.
    Purtroppo è ormai chiaro che esista, invece, un unico pubblico che interessa sedurre, mentre quelli come me parlano ancora d’amore.
    Quando la bolla esploderà – perché così accade a tutte le bolle – spero che resti ancora in giro qualche innamorato dal cuore spezzato pronto a raccoglierne quel che resta. LEGGI TUTTO

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    F1, La TD39 non è stata cancellata ma superata dal nuovo regolamento

    Nella giornata odierna, alcuni titoloni hanno alzato un inutile polverone. L’argomento in discussione è stato, ancora una volta, la famosa Direttiva Tecnica 39 (TD39), introdotta lo scorso anno dalla FIA per limitare il porpoising, imponendo un valore massimo di oscillazione del telaio che, di fatto, aveva costretto i Team a modificare gli assetti delle loro monoposto, “sollevando” le vetture e aumentando la distanza tra fondo e asfalto.
    Dal Gran Premio del Belgio 2022, questa normativa è stata accompagnata anche da una verifica da parte dei commissari di gara su una parametro chiamato AOM (Aerodynamic Oscillation Metric) e definito dai tecnici FIA insieme alle squadre.
    Con la nuova stagione, il regolamento tecnico è stato modificato. In particolare, per limitare il porpoising, la decisione presa è stata quella di imporre un innalzamento del fondo vettura e del marciapiede di 150mm, limitando anche la flessione di quest’ultimo elemento. Inoltre anche per il diffusore è stato imposto una maggior distanza dal suolo, di 100mm dal punto più basso, chiamato in gergo chiglia o gomito.

    Questi cambiamenti hanno rimesso in discussione la Direttiva Tecnica TD39 che, di fatto, non è stata abolita ma è stata considerata superata dall’introduzione del nuovo regolamento 2023. La FIA ha confermato ai team, già sul finire dello scorso anno, che le prove di oscillazione non sarebbero più state effettuate, proprio a fronte del nuovo regolamento sulle altezze minime, sulle quali si sono ora concentrate le verifiche dei commissari di gara. LEGGI TUTTO

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    F1, Briatore: “Alonso ha portato entusiasmo, non come Vettel”

    Dopo il Gran Premio dell’Arabia Saudita, Daniele Sparisci (Corriere della Sera) ha intervistato Flavio Briatore che, come di consueto, ha parlato senza peli sulla lingua.

    Due i temi principali toccati da Briatore nella sua intervista al Corriere della Sera: il passaggio di Fernando Alonso in Aston Martin e la crisi della Ferrari.
    Intervista completa su Corriere.it
    IL PASSAGGIO DI ALONSO IN ASTON MARTIN
    “Abbiamo condiviso la decisione, ci siamo presi un rischio”, ha detto Briatore riferendosi al passaggio dello spagnolo dalla Alpine all’Aston Martin che poi ha anche aggiunto: “Ci offrivano due anni di contratto mentre altri, con la scusa dell’età, solo uno. Poi sapevamo che Lawrence Stroll stava mettendo in piedi una grande squadra. Lì dentro vedevamo la voglia di cambiare che non c’era per, esempio, all’Alpine”.
    Briatore ha parlato poi di Lawrence Stroll e dell’ottimo lavoro svolto per far crescere la squadra: “Ha preso un sacco di gente dalla Red Bull e da altri team: nelle loro scuderie facevano i numeri due o tre, lui ha dato loro responsabilità maggiori. Ha investito nella galleria del vento e nella nuova sede di Silverstone. Se vuoi crescere devi fare così”.
    Parlando della Red Bull, il manager di Alonso ha detto: “Aspetterei a dire che il Mondiale è già finito. L’Aston Martin è una macchina ancora “vergine”: vedremo quanto potrà crescere con gli sviluppi. Fernando ha una macchina facile da comprendere e da guidare. Se avrà l’occasione per vincere non se la farà sfuggire”.
    E infine anche una frecciatina a Sebastian Vettel: “Fernando ha portato entusiasmo e ambizioni mai visti prima, niente a che vedere con il periodo di Vettel”.

    LA CRISI FERRARI
    “Non basta cambiare un singolo – ha detto Briatore, parlando della non facile situazione in Ferrari -. Servono personaggi di peso in squadra, ora non ci sono. Ricordo che hanno iniziato a vincere con continuità quando mi hanno portato via 10-12 persone dalla Benetton”.
    L’ex numero uno del Team Renault ha giudicato un “buon lavoro” quello svolto da Mattia Binotto che però poi ha sbagliato nell’aver accentrato su di sé troppe responsabilità. Infine Briatore pensa che la Ferrari sia stata penalizzata dal cambio di regole in corsa, durante la passata stagione: “Bisognava battere i pugni sul tavolo e impuntarsi. Non è che se uno sbaglia il progetto (la Mercedes, ndr) dopo otto anni di vittorie, si debbano cambiare i regolamenti”.
    Intervista completa su Corriere.it LEGGI TUTTO

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    F1, Vasseur conferma: “Penalità per Leclerc a Jeddah”

    La Ferrari ha fatto sapere di aver trovato la causa del problema che ha fermato Charles Leclerc a Sakhir e che sulla vettura del monegasco sarà montata la terza centralina (CU), il che lo costringerà a prendere penalità in griglia.

    E’ stato Fred Vasseur a comunicare che Leclerc dovrà scontare una penalità in griglia al secondo Gran Premio della stagione F1 2023. Sulla Ferrari del monegasco infatti sarà montata la terza centralina dell’anno, dopo i problemi avuti in Bahrain: “Abbiamo trovato la causa del problema che ha fermato Charles a Sakhir e monteremo sulla sua vettura la terza CU, il che ci costringerà a prendere penalità”.

    Il Team Principal della Ferrari ha poi anche aggiunto: “Siamo tornati dal Gran Premio del Bahrain con una prima fotografia dei punti di forza e delle debolezze della nostra vettura, e con tante indicazioni utili per fare passi avanti. Comparando la prestazione in qualifica della SF-23 con quella offerta in gara, è evidente che c’è ancora un discreto margine per migliorare la nostra performance la domenica. Stiamo lavorando bene come squadra per estrarre il massimo dal nostro pacchetto sia in termini di guidabilità che sotto il profilo dell’affidabilità”.

    Infine Vasseur, parlando del prossimo appuntamento ha detto: “Il circuito dell’Arabia Saudita è molto diverso da quello del Bahrain sia per disegno che per il tipo di asfalto, inoltre la velocità di punta sarà particolarmente importante. Sono fiducioso che possiamo avere un weekend migliore qui a Jeddah”. LEGGI TUTTO

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    F1, Sanchez: “Decisione di lasciare la Ferrari maturata da tempo”

    “Dopo 10 anni in Ferrari, ho deciso di lasciare il team per un altro progetto in F1. La mia decisione, è maturata da un bel po’ di tempo. Non vedo l’ora di tornare al lavoro”. Con questo messaggio pubblicato su LinkedIn, David Sanchez ha precisato che la sua dipartita da Maranello sia stata una decisione maturata da tempo e che, come vi avevamo anticipato in questo nostro articolo, l’esperto di aerodinamica, da 10 anni in Ferrari, lo rivedremo presto nel Circus della Formula 1 in un altro team.
    Qui sotto il post sul profilo del francese su LinkedIn. LEGGI TUTTO

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    F1, I motivi delle dimissioni dell’aerodinamico Sanchez (Ferrari)

    David Sanchez ha rassegnato le dimissioni dalla Ferrari. Esperto di aerodinamica, ricopriva attualmente il ruolo di Head of Vehicle Concept della Scuderia di Maranello ed era in Ferrari da fine 2012.

    Dopo dieci anni a Maranello, David Sanchez, classe 1980, originario di Pézenas in Francia, ha deciso di lasciare la Ferrari. Le dimissioni, rese note ieri, non sono correlate ai risultati dei test o del primo Gran Premio stagionale in Bahrain ma sono strettamente correlate a due fattori.
    Il primo è quello che ha portato all’uscita di Mattia Binotto dalla Ferrari, maturato dopo l’estate scorsa e finalizzato tra novembre e dicembre con l’ingaggio poi di Fred Vasseur. Il secondo è quello della promozione di Andrea Stella a Team Principal della McLaren.
    L’ingegnere italiano aveva conosciuto Sanchez in Ferrari dove hanno lavorato insieme per alcuni anni, prima del passaggio di Stella in McLaren nel 2015 con Fernando Alonso. Il Team Principal della McLaren avrebbe approfittato della situazione a Maranello, per prendere contatto con alcuni ingegneri, così come ci risulta abbiano anche fatto altri team, per strapparli alla Ferrari e portarli in Inghilterra.

    Lo scorso anno la F1-75 era comunque risultata una delle monoposto meglio riuscite del lotto e il reparto aerodinamico della Ferrari era comunque entrato nel mirino della concorrenza per strappare qualche “talento”. L’uscita di Binotto e la promozione di Stella hanno di fatto favorito tutto questo. LEGGI TUTTO