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    Perché alla F1 servono i team privati: viaggio tra passato, presente e futuro

    Noi di CircusF1 abbiamo più volte toccato questo argomento. Un tema più che mai attuale: la presenza dei team privati in Formula 1.

    In questo articolo vogliamo toccare alcuni punti, tra storia ed attualità, e rilanciare un’idea di F1. E partiamo proprio dalle parole di Stefano Domenicali, il quale — lasciato l’incarico di Presidente ed Amministratore Delegato della Lamborghini — andrà a sostituire, dal 2021, Chase Carey nel ruolo di Presidente ed Amministratore Delegato della Formula 1.
    L’ex Team Principal Ferrari, tuttavia, ha debuttato nel peggiore dei modi. Le sue dichiarazioni di intenti, infatti, hanno lasciato perplessi i puristi della F1. Se da un lato è bene dare ai piloti piste migliori (e per migliori intendiamo più “da pelo” e vecchio stile), dall’altro occorre che la F1 contempli regolamenti tecnici che consentano una marcata libertà progettuale anziché vetture più simili tra loro.
    Un altro punto che la F1 dell’immediato futuro dovrebbe affrontare è il ritorno alle scuderie private. Per scuderie private intendiamo autentici team clienti i quali, eventualmente, possono provvedere ad elaborare ulteriormente la propria vettura.
    I massimi campionati a due e quattro ruote, laddove contemplino la presenza di scuderie ufficiali, consentono ancora oggi la presenza di scuderie clienti: dal World Endurance Championship alla MotoGP, passando per il World Superbike. Ed è proprio la MotoGP a costituire un esempio lampante circa la vitale importanza ricoperta dai team privati.
    In questo 2020, infatti, i team clienti hanno particolarmente brillato: Franco Morbidelli e Fabio Quartararo hanno portato al successo la Yamaha YZR-M1 del Petronas Yamaha SRT, Jack Miller e Francesco Bagnaia (Ducati Pramac Racing) e Johann Zarco (Ducati Esponsorama Racing) hanno sovente dato la paga alle Ducati Desmosedici ufficiali di Andrea Dovizioso e Danilo Petrucci, Takaaki Nakagami (Honda RC213V LCR Honda Idemitsu) ha sbaragliato le “ufficialissime” (e raramente competitive grazie al solo Alex Marquez) Honda Repsol di Alex Marquez e Stefan Bradl.
    La stessa KTM RC16 gestita dal Red Bull KTM Tech 3 è riuscita a vincere e a ben figurare grazie a Miguel Oliveira.
    Anche oggi, dunque, i team clienti possono recitare un ruolo da protagonista nella classe regina del Motomondiale. Anzi, è proprio la presenza dei team privati a tenere in vita campionati altrimenti circoscritti a poche unità ufficiali. Perché tutto ciò non può nuovamente verificarsi anche in Formula 1?
    È bene, pertanto, che FIA e Formula 1 aprano a veri team clienti, i quali possano acquistare telai e motori dai costruttori, grandi o piccoli che siano. Va da sé che il numero dei partecipanti al Mondiale di F1 debba essere allargato e liberalizzato.
    Possiamo solo immaginare: Mercedes, Renault e Williams, Aston Martin, Red Bull private, magari gestite da team di Formula 2 o da nuove entità. In tal senso, i più blasonati team di F2 potrebbero impegnarsi anche in F1. Si tratta di  autentici colossi quali DAMS, Prema Racing, Carlin, Hightech, ART Grand Prix, Sauber Junior Team by Charouz, UNI Virtuosi Racing, Trident, Campos Racing, team impegnati su più fronti e già legati alle scuderie presenti in F1.
    Tutto ciò, in passato, era realtà anche in F1. Non solo semplice presenza: i team privati vincevano, davano filo da torcere ai team ufficiali, facevano debuttare piloti divenuti, poi, campioni del mondo o mettevano a disposizione le proprie vetture a campioni già fatti.
    Tra i clienti più illustri vi è, senza dubbio, il team RRC Walker Racing Team. La compagine, fondata nel 1953 da Rob Walker, scrive memorabili pagine di motorsport. È, di fatto, la prima scuderia privata a vincere in F1. Tra gli Anni ’50 e ’60, la RRC Walker Racing Team è costantemente in lotta con le squadre ufficiali.
    Nel 1958, grazie a Stirling Moss e Maurice Trintignant, si aggiudica rispettivamente i GP di Argentina e Monaco. Le auto sono la Cooper T43-Coventry Climax gommata Continental e la Cooper T45-Coventry Climax gommata Dunlop. Nel 1959, è ancora Moss a regalare alla scuderia del Surrey due splendide vittorie: il campione senza corona trionfa, al volante della Cooper T51-Coventry Climax, in Portogallo (circuito del Monsanto) e in Italia (Monza).
    Dalle Cooper alle Lotus. Il RRC Walker Racing Team continua, tuttavia, a incantare. Moss, al volante della Lotus 18-Coventry Climax, fa suo il GP di Monaco del 1960. Moss cala il bis in quel di Riverside, in occasione del GP degli USA: vince e sbaraglia la concorrenza delle tre Lotus 18 ufficiali del Team Lotus, condotte da Jim Clark, John Surtees e Innes Ireland (2° al traguardo).
    Monaco 1961. Il GP inaugurale della nuova stagione non cambia le carte in tavola: la Lotus 18-Coventry Climax del RRC Walker Racing Team condotta da Stirling Moss (ora azionata dal 4 cilindri aspirato di 1500cc) trionfa sulle strade del Principato. In quel GP, presenti altre Lotus 18: le due ufficiali condotte da Clark e Ireland (non partito), le due del UDT Laystall Racing Team affidate a Cliff Allison e Henry Taylor (non qualificato) e quella della Scuderia Colonia condotta da Michael May.
    Il Nürburgring vede trionfare Moss e la sua fida Lotus 18/21-Climax del RRC Walker Racing Team. Siamo ancora nel 1961.
    Per tornare a vedere un team privato vincere un GP di F1 occorre attendere il 1968. Zandvoort, GP dei Paesi Bassi. Il Matra International di Ken Tyrrell sbaraglia la concorrenza grazie a Jackie Stewart e la Matra MS10-Cosworth DFV. Il team ufficiale, il Matra Sports, non tiene il passo della scuderia cliente inglese: Jean-Pierre Beltoise, al volante della MS11 spinta dal V12 Matra, giunge 2° alle spalle dello scozzese.
    Nel 1968, Stewart porterà al 1° posto la Matra MS10-Cosworth DFV in altre due occasioni: al Nürburgring e a Watkins Glen. In entrambi i GP, le Matra MS11 ufficiali condotte da Beltoise e Henry Pescarolo ne usciranno con le ossa rotta.
    Nel medesimo anno, inoltre, la scuderia Rob Walker/Jack Durlacher Racing Team torna al successo. Lo fa in occasione del GP di Gran Bretagna (Brands Hatch) grazie a Jo Siffert, vincitore al volante della privata Lotus 49B-Cosworth DFV. Una vittoria storica, canto del cigno di un team che, a fine 1970, chiude i battenti.
    Nel 1969, la compagine di Ken Tyrrell è campione del mondo. Quelle gestite dal team inglese sono le uniche Matra presenti, data la momentanea “pausa di riflessione” del team ufficiale francese. Quest’ultimo, infatti, rientrerà in F1 nel 1970 (Equipe Matra ELF). Dopo un 1969 trionfante ed uno Stewart straripante (le vetture sono le MS10, MS80, MS84), Matra e Ken Tyrrell si separano. Tyrrell vuole continuare ad impiegare il V8 Cosworth, Matra (nell’orbita Chrysler) cerca di imporre al team britannico i propri V12 in luogo dei V8 inglesi, di proprietà Ford. Si giunge al divorzio.
    Nel 1970, Ken Tyrrell passa ai telai March, quindi diventa egli stesso telaista; l’Equipe Matra ELF/Equipe Matra Sports, invece, impiegherà i modelli MS120, MS120B, MS120C e MS120C sino al 1972. Il risultato, tuttavia, non cambia. Il Tyrrell Racing Organisation piazza la sua March 701-Cosworth DFV al 1° posto in occasione del GP di Spagna (Jarama). In quella occasione, sono ben quattro le March 701 al via: le due del Tyrrell Racing Organisation affidate a Stewart e Johnny Servoz-Gavin, le due ufficiali del March Engineering affidate a Chris Amon e Jo Siffert, infine quella privata STP Corporation (scuderia fondata dal CEO di STP, Andy Granatelli) condotta da Mario Andretti.
    Le scuderie private resistono sino ai primi Anni ’80. La F1 “ecclestoniana” sancisce la morte delle scuderie private comunemente intese. Team privati — ossia non diretta emanazione di costruttori — hanno potuto continuare ad operare in F1, ma gestendo in esclusiva le monoposto fornitegli da un costruttore. È il caso, ad esempio, della BMS Scuderia Italia, team italiano che, a cavallo tra gli Anni ’80 e la prima metà degli Anni ’90, ha dapprima gestito le Dallara (1988-1992), quindi la Lola T93/30-Ferrari (1993), infine, nel biennio 1994-1995, le Minardi M93B, M194 e M195 sotto le insegne del Minardi Scuderia Italia.
    Altro esempio illustre è il Team Haas, scuderia che nel biennio 1985-1986 gestisce le Lola THL1-Hart e THL2-Cosworth V6 Turbo. 
    Tanti, inoltre, i campioni del Mondo di F1 che hanno militato in scuderie private, anche a carriera inoltrata e con già in tasca titoli iridati.
    Juan Manuel Fangio, dopo aver conquistato i suoi titoli iridati nelle più blasonate scuderie ufficiali dell’epoca, termina l’avventura in F1 con la Scuderia Sudamericana (1958, Maserati 250F) e, in occasione del suo ultimo GP (Francia 1958), al volante di una 250F iscritta personalmente.
    Mike Hawthorn debutta in F1, nel 1952, al volante della Cooper T20-Bristol del LD Hawthorn e AHM Bryde.
    Jack Brabham, nel 1956, iscrive a proprio nome una Maserati 250F al GP di Gran Bretagna; l’anno seguente (quando inizia a militare nel team ufficiale Cooper Car Company), partecipa al GP di Gran Bretagna al volante della Cooper T43-Climax del RRC Walker Racing Team.
    Tre i GP disputati nelle fila di team privati da Phil Hill: Francia 1958 (Maserati 250F, scuderia Jo Bonnier), USA 1960 (Cooper T51-Climax, Yeoman Credit Racing Team), Francia 1963 (Lotus 24-BRM, Scuderia Filipinetti).
    Da Phil a Graham. Un altro Hill campione del mondo con un trascorso in scuderie private. Nel 1970, “baffo” milita nel rinomato Rob Walker Racing Team/Brooke Bond Oxo Racing, portando in gara le Lotus 49C e 72C motorizzate Cosworth DFV. Anche lo stesso reparto corse fondato da Graham Hill — l’Embassy Racing with Graham Hill — è un team privato a tutti gli effetti: nel 1973 impiega la Shadow DN1, quindi il passaggio alla Lola T370 sino al 1975.
    John Surtees è un altro “world champion” impegnato in team privati. Nel biennio 1961-1962, milita nelle fila dello Yeoman Credit Racing Team (sponsor del Reg Parnell Racing), dapprima al volante delle Cooper T53-Climax, quindi delle Lola MK4 e MK4A-Climax.
    Anche Jochen Rindt può esibire una partecipazione ad un GP iridato al volante di una monoposto di un team privato: lo fa in occasione del GP d’Austria 1964. Il team è il ricorrente RRC Walker Racing Team, la vettura una Brabham BT11-BRM.
    James Hunt inizia la propria avventura in F1 in seno ad uno dei più stravaganti team privati di sempre, l’Hesketh Racing. Prima di trasformarsi in telaista, infatti, il team fondato da Lord Alexander Hesketh impiega i diffusi e sinceri telai March 731 (1973-inizio 1974).
    Nel 1975 è Alan Jones a debuttare in F1 grazie all’impegno di team privati. Il merito è dell’ex pilota Harry Stiller, il quale mette a disposizione una Hesketh 308-Cosworth per il futuro campione del Mondo australiano (Custom Made Harry Stiller Racing). Iconica la vettura inglese nella livrea blu notte con strisce bianche e rossa.
    Nelson Piquet si aggiunge a questa speciale lista. Nel 1978, il promettente brasiliano debutta in F1: oltre ai team ufficiali Ensign e Brabham, Piquet partecipa a tre GP al volante della privatissima McLaren M23 messagli a disposizione del team BS Fabrications.
    La Formula 1 va arricchita, non depauperata. Un arricchimento tecnico e sportivo che passa anche attraverso una rinnovata apertura agli autentici team privati. LEGGI TUTTO

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    GP Turchia F1, Lewis Hamilton vince gara e titolo. Ed entra nella leggenda!

    Lewis Hamilton ha conquistato il settimo Titolo Mondiale vincendo un bellissimo Gran Premio di Turchia! L’inglese ha conquistato una gara che sembrava non essere inizialmente alla sua portata, mostrando come si fa a diventare leggende nel giorno in cui il suo team mate ha dimostrato tutta la sua deb… L’articolo GP Turchia F1, Lewis Hamilton […] LEGGI TUTTO

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    GP Turchia F1 2020: Orari TV Sky e TV8, programma e diretta web

    La guida introduttiva al GP di Turchia F1 2020, dove trovare tutte le informazioni per seguire gli eventi live in tv e sul nostro sito.

    La Formula 1 si appresta a concludere questo anno strano e le ultime 4 tappe saranno tutte in Medio-Oriente, ma soprattutto questa domenica vivremo un ritorno storico di una pista che in poco tempo aveva conquistato i piloti, ma non il pubblico locale. Dopo l’addio del 2011, torna il Gran Premio di Turchia F1 2020.
    GP TURCHIA F1 2020: ORARI TV
    Il Gp di Turchia F1 2020 sarà trasmesso interamente dalle reti Sky, in diretta e in esclusiva per gli abbonati Sky Sport. Qualifiche e gara saranno visibili poi in chiaro, anche se in differita, sul canale TV8.
    Tuttavia potrete seguire la nostra diretta su CircusF1, dove avrete a disposizione tutti i tempi (Live Timing), il commento (scritto e in audio, grazie alla web radio LiveGp), le classifiche aggiornate minuto per minuto, le foto e molto altro.

    VENERDI’ 13 NOVEMBRE 2020
    ORA ITALIANA | Evento | Diretta TV* | Diretta Web
    09:00 – 10:30 | Prove Libere 1 | SKY Sport F1 HD | CircusF1 LIVE
    13:00 – 14:30 | Prove Libere 2 | SKY Sport F1 HD | CircusF1 LIVE
    * Prove Libere 1 e 2: nessuna differita su TV8

    SABATO 14 NOVEMBRE 2020
    ORA ITALIANA | Evento | Diretta TV* | Diretta Web
    10:00 – 11:00 | Prove Libere 3 | SKY Sport F1 HD | CircusF1 LIVE
    13:00 – | Qualifiche | SKY Sport F1 HD | CircusF1 LIVE
    * Qualifiche: differita TV8 ore 18.00. Prove Libere 3: nessuna differita su TV8

    DOMENICA 15 NOVEMBRE 2020
    ORA ITALIANA | Evento | Diretta TV* | Diretta Web
    11:10 – | Gara | SKY Sport F1 HD | CircusF1 LIVE
    * differita su TV8 alle 18:00

    GP TURCHIA F1 2020: LA DIRETTA WEB, GRAZIE AL NOSTRO LIVE
    Anche quest’anno potrai seguire gratis e in tempo reale su CircusF1 la diretta di prove libere, qualifiche e gara con aggiornamenti in real time su ciò che avviene in pista e non solo.
    GP TURCHIA F1 2020: IL CIRCUITO

    Nome: Circuito di IstanbulLocalità: Tuzla, TurchiaLunghezza: 5.338mNumero di curve: 14Giri: 58 con un totale di 309,396 kmPrimo GP: 2005Podio 2011: 1° Sebastian Vettel (RBR), 2° Mark Webber (RBR), 3° Fernando Alonso (FER).

    GP TURCHIA F1 2020: LE CARATTERISTICHE DELLA PISTA
    La pista turca richiede medio carico aerodinamico, con lunghi rettilinei, diversi tipi di curve e tanti saliscendi.
    Questa pista è molto tecnica e interessante, ma il pubblico turco non mostrò interesse nei confronti della Formula 1 e per questo motivo l’ultimo GP fu disputato nel 2011. Il primo settore è molto guidato con curve abbastanza lente in cui conta il grip meccanico e la precisione della vettura. Il secondo settore invece è molto veloce con la leggendaria curva 8 che presenta ben 4 punti di corda e molti allunghi. Infine il terzo settore è quello con i rettilinei più lunghi e le curve 12, 13 e 14 che sono molto lente e in sequenza tra loro, ma soprattutto curva 12 sarà un ottimo punto per i sorpassi.
    Ancora da definire le zone DRS che dovrebbero essere 2: una sul rettilineo principale e una tra curva 10 e curva 12.
    GP TURCHIA F1 2020: LE SCELTE DI PIRELLI
    Questa pista, sebbene sia inedita per alcuni piloti, non lo è per Pirelli, che nel 2011, quando tornò in Formula 1 si trovò proprio il tracciato turco in calendario. Tuttavia, negli ultimi 9 anni le vetture di Formula 1 sono cambiate tantissimo, quindi la Pirelli ha deciso di portare le mescole: C1 (Hard-Fascia Bianca), C2 (Medium-Fascia Gialla) e C3 (Soft-Fascia Rossa).  I set disponibili per ogni pilota saranno: 3 set di Hard, 3 set di Medium e 7 set di Soft.
    GP TURCHIA F1 2020: ALBO D’ORO

    Maggior numero di Vittorie per pilota: Felipe Massa (3)Maggior numero di Vittorie per team: Ferrari (3)Maggior numero di Pole-Position per pilota: Felipe Massa (3)Maggior numero di Pole-Position per team: Ferrari e RedBull (3)Maggior numero di Podi per pilota: Fernando Alonso (4)Maggior numero di Podi per team: Ferrari (7)

    GP TURCHIA F1 2020: CURIOSITA’
    Il tracciato di Istanbul fu disegnato ovviamente da Hermann Tilke ed entra, assieme all’India e alla Corea, nella lista delle piste in paesi dove l’interesse del pubblico per la Formula 1 non c’è e ricordiamo che il prossimo anno entreranno in calendario anche il Vietnam e l’Arabia Saudita che non hanno tradizioni motoristiche.
    L’inserimento di questa pista in calendario è stata una grossa sorpresa perché nel 2015 uscì la notizia che il tracciato era diventato un concessionario di auto usate.
    Lewis Hamilton sarà campione del mondo se riuscirà a perdere meno di 8 punti da Valtteri Bottas, ma le speranze del finlandese sono ormai ridotte al minimo. LEGGI TUTTO

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    F1, Yuki Tsunoda a un passo dall’essere al fianco di Pierre Gasly in AlphaTauri nel 2021

    Il giapponese Tsunoda, impegnato ieri in un test a Imola con AlphaTuari, è ormai ad un passo dell’essere al via del mondiale F1 2021, al fianco di Pierre Gasly.

    Il Team AlphaTuari, dopo aver recentemente confermato Pierre Gasly per il mondiale F1 2021, ha fatto svolgere un test in pista al giovane Yuki Tsunoda. Attualmente impegnato in Formula 2, il giapponese ha tutte le carte in regola per sostituire Daniil Kvyat.
    Franz Tost, Team Principal della Scuderia AlphaTauri, ha così commentato la performance del giovane pilota giapponese: “Abbiamo fatto un primo test molto produttivo qui a Imola con Yuki Tsunoda, completando 352 km. La mattina la pista era un po’ umida e la giornata è iniziata con gomme da bagnato. Anche in queste condizioni, Yuki ha subito preso confidenza con la macchina e quando abbiamo potuto montare le gomme da asciutto ha subito migliorato i suoi tempi sul giro ed è stato piuttosto impressionante. Dopo la pausa pranzo, abbiamo continuato con nuovi set di gomme e si è ulteriormente migliorato, dimostrando di sentirsi a suo agio con la vettura, giro dopo giro. Yuki ha dato un prezioso feedback tecnico sul comportamento della vettura, in linea con quanto ci aspettavamo. Durante il suo ultimo run, ha svolto una simulazione di gara ed è stato molto costante, segno che aveva tutto sotto controllo. Non vediamo l’ora di rivederlo in pista ad Abu Dhabi, quando parteciperà al test per i giovani piloti insieme alla Scuderia AlphaTauri”.
    Impressionante. In linea con quanto ci aspettavamo. Non vediamo l’ora di vederlo in pista. Le parole di Tost sono già una conferma su chi sarà il pilota AlphaTauri nel 2021.
    Tsunoda, alla sua prima uscita su una monoposto di F1, a fine giornata ha così commentato: “E’ stato molto divertente. È tutto decisamente diverso rispetto alla vettura di F2 con cui corro quest’anno, soprattutto in termini di potenza e frenata. Non ho badato ai miei tempi sul giro, mi sono concentrato solamente sull’abituarmi alla monoposto di F1 e completare i 300 chilometri. Sono contento di averlo fatto. Mi sono allenato molto per prepararmi a questo momento e, nonostante tutto, ero un po’ stanco a fine giornata, ma anche felice per questa esperienza. C’è tanto da fare per un pilota a bordo di una F1, ma mi sono esercitato al simulatore per gestire tutti gli switch extra sul volante. Mi confronto con gli ingegneri della Scuderia AlphaTauri dal mese scorso, da quando ho fatto la prova sedile. È un gruppo amichevole e abbiamo instaurato un buon rapporto. Ovviamente, nel momento in cui si andava a discutere della PU Honda, potevo parlare in giapponese e questo ha reso tutto più semplice. Nel complesso, la giornata è stata molto divertente, complice anche il veloce circuito di Imola che ha contribuito a rendere tutto ancora più interessante. Davanti a me, adesso, ci sono altri due round di F2 – altre quattro gare – e mi concentrerò su ogni sessione durante i due fine settimana, poi vedremo dopo quale sarà il risultato finale”. LEGGI TUTTO

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    F1, Red Bull RB16: Tanti sviluppi nel 2020 ma Mercedes è sempre lontana

    Dopo la Ferrari, in questo 2020 una delle squadre sicuramente che più ha deluso in fatto di perfomance è la Red Bull che, con la RB16 sperava di competere quantomeno alla pari con la Mercedes W11.
    Dopo gli incoraggianti test pre-stagionali di Febbraio, le aspettative sulla Red Bull RB16 erano alte. La monoposto, che ha segnato per certi versi un punto di rottura con le precedenti vetture di Milton Keyenes, presentava un Power Unit Honda in netto miglioramento e un’aerodinamica più estrema. La monoposto 2020 di Adrian Newey aveva come obbiettivo di competere alla pari con le Mercedes, dando finalmente all’alfiere Verstappen una chance mondiale.
    Molte delle soluzioni adottate da Adrian Newey sulla Red Bull del 2020 sono state assolutamente innovative per la scuderia anglo-austriaca; fra queste l’adozione di un muso stretto, di scuola Mercedes, con un cape anche più sofisticato della stessa stella a tre punte.
    Con lo scopo di ridurre il drag e aumentare la portata d’aria fra ruota interna e il telaio, Red Bull ha lavorato molto sulla soluzione in stile Mercedes, che Newey ha poi re-intrepretato per la sua monoposto, con delle ulteriori modifiche. Nella zona più esterna del cape, ovvero quel deviatore di flusso che sta nella parte inferiore del muso, è stato aggiunto, nella seconda settimana di test, un profilo aerodinamico verticale per aumentare l’outwash ai lati del telaio.
    Oltre al muso stretto, per il progetto RB16 si è lavorato molto sulla sospensione anteriore, completamente rivista rispetto alla vecchia RB15 del 2019. Rispetto alla vettura dello scorso anno, Newey ha spostato la soluzione multi-link (vale a dire bracci del triangolo ancorati in punti separati del porta mozzo) al triangolo inferiore. Ma la novità principale e unica all’interno del circus, è l’arretramento della colonna dello sterzo, con il tirante che si trova sostanzialmente al centro fra il triangolo inferiore e quello superiore. Oltretutto, come vediamo nell’illustrazione in basso, il triangolo inferiore ha il braccio anteriore che va da una parta all’altra del telaio, soluzione che da tempo non si vedeva in F1. Tutto un lavoro di restyling delle geometrie per ridurre la sezione frontale del telaio (entro i limiti del regolamento) per alloggiare il muso stretto, e fornire una sezione più ampia al canale S-Duct.
    Dalla prima gara in Austria si è potuto constatare però come Mercedes abbia ulteriormente alzato l’asticella in questa tribolante stagione 2020, portando una W11 che, fra DAS, super Power Unit, e eccezionali doti telaistiche, ha rubato ancora una volta la scena ai competitors. La RB16 si è dimostrata una vettura ancora soggetta a problemi di affidabilità e una macchina che il solo Max Verstappen è riescito a sfruttare oltre i suoi limiti. L’olandese infatti, spesso e volentieri è stato l’unico in grado di “aggiungere del pepe” alle gare solitarie del duo Mercedes. Il supporto, in termini di risultati in gara, giunto dall’altro alfiere Red Bull Alex Albon è pressoché mediocre, fra varie sfortune e prestazioni non all’altezza del nome Red Bull.
    La mazzata definitiva per il team di Christian Horner è arrivata con l’annuncio dell’addio a fine 2021 del costruttore Honda, sul quale Red Bull (e lo stesso Verstappen) avevano fornito piena fiducia per il ritorno al vertice della scuderia anglo-austriaca.
    Red Bull è da inizio stagione che continua a introdurre novità sulla RB16, con piccoli aggiornamenti aerodinamici quasi ad ogni Gran Premio. Nelle prime due tappe in Austria, ad inizio Luglio,  novità tecniche hanno riguardato il fondo, al quale sono stati aggiunti dei generatori di vortice lungo la parte centrale e posteriore, e un nose dai piloni più ravvicinati.
    Sempre in Austria sulla RB16 è stato utilizzato, e mantenuto poi nel corso della stagione, una paratia verticale dell’ala posteriore molto diversa dalla soluzione standard degli scorsi anni: il nuovo endplate si è ispirato molto a una soluzione già presente sulla Haas nel 2019, con l’implementazione di una serie di soffiature svergolate a forma di “esse”, che vanno a incanalare le turbolenze indotte dal rotolamento delle ruote posteriori nella zona interna-inferiore dell’ala posteriore. Modificata anche la paratia nel bordo esterno superiore, che presenta una forma a gradino, e non più un profilo incurvato. Interessante anche notare come Red Bull abbia adottato in questa stagione spesso un profilo di ala posteriore a cucchiaio, non per ultimo il GP dell’Emilia Romagna. Nell’illustrazione in basso osserviamo il layout di ala posteriore classica e a cucchiaio, assieme al nuovo endplate introdotto sin da Zeltweg.
    Durante il corso della stagione Red Bull ha praticamente accantonato il nose dai piloni più stretti, mentre il fondo è stato nuovamente modificato al Mugello, con i lunghi binari che hanno lasciato spazio ad una serie di slot a 45 gradi, per portare aria sotto il fondo e ricreare quella sorta di sigillo aerodinamico per incrementare l’effetto deportante sulla RB16.
    Adrian Newey ha lavorato molto sulle prese di raffreddamento per Power Unit ed elettronica in vista delle numerose tappe estive ravvicinate, introducendo uno shape di serie di prese d’aria per il raffreddamento diverso rispetto alle soluzioni più convenzionali. Nel corso delle ultime gare, una grande presa d’aria ai lati dell’abitacolo si è alternata alla classica soluzione chiusa della carrozzeria della RB16. Nel dettaglio del disegno in basso, possiamo osservare anche il layout delle barge boards, con gli elementi ai lati delle bocche dei radiatori che sono stati modificati durante i test, e che hanno una forma utile a  far incanalare il flusso d’aria aderente al corpo vettura, facendo lavorare l’aerodinamica della RB16.
    Ma Adrian Newey non lascia nulla al caso, e molte delle novità portate di Gran Premio in Gran Premio sulla Red Bull riguardano anche la micro-aerodinamica: per il GP dell’Eifel al Nurburgring, Red Bull ha portato in pista un diverso supporto degli specchietti, con una modifica nella zona in cui il sostegno va ad ancorarsi al telaio. La nuova specifica presenta una forma più spigolosa, praticamente formando un angolo retto, mentre nella vecchia soluzione il supporto (che funge anche da elemento aerodinamico) aveva una forma più arrotondata. Da diversi GP precedenti invece sull’Halo era stato installato un piccolo profilo aerodinamico, per mandare più aria nella parte superiore della vettura . Assieme ad esso, un piccolo sfogo d’aria si trova proprio ai lati dell’abitacolo.
    Una delle modifiche più importanti viste sulla Red Bull nel corso di questa stagione riguarda probabilmente la sospensione posteriore, che proprio al Nurburgring è stata modificata con l’aggiunto di un soffiaggio all’interno del bracket del portamozzo. Questo permette alla bracket di lavorare anche in campo aerodinamico, con il soffiaggio che permette il passaggio dell’aria, che andrà poi a investire i profili aerodinamici nella parte posteriore delle prese dei freni, e la parte esterna dell’endplate dell’ala posteriore.
    Anche questa soluzione è di sretta matrice Mercedes che, già con la W10, aveva adottato questo soffiaggio al limite del regolamento nel 2019. La stessa Red Bull a Melbourne aveva chiesto alla Federazione di fare chiarezza sulla sospensione della Mercedes e della Racing Point RP20, in quanto il soffiaggio poteva avere come scopo quello di portare più aria a cerchione e disco freno, risultando dunque una vera e propria presa di raffreddamento che andava a estendersi oltre le misure massime consentite da regolamento. La FIA aveva chiesto di “tappare” parzialmente il foro del bracket a Mercedes e Racing Point, sancendo così una “vittoria tecnica” per la scuderia di Christian Horner. LEGGI TUTTO

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    No Max no party: ecco perché Verstappen è vitale per la Formula 1

    C’è da ammetterlo. Quando si ammira Max Verstappen alla guida riecheggia nella mente la canzone “Don’t stop me now” dei Queen. La sua foga, il suo stile grezzo, un po’ a ricordare Nigel Mansell, stanno facendo avvicinare anche il pubblico italiano a questo ragazzo che, piano piano, conquista tutti. Cosa sarebbe stata la stagione 2020 senza Mad Max? La Formula Mercedes, o Formula noia. In momenti come questo, un pilota come lui che lotta andando oltre le capacità del mezzo a disposizione, talvolta riuscendo ad ottenere risultati inaspettati, emoziona e non poco.
    Si può sicuramente affermare che Verstappen è indispensabile al Circus. Allo spettacolo. Con una Red Bull non così veloce, riesce sempre a stare quantomeno a contatto con i due missili di Stoccarda e a mettere il pepe necessario per rendere godibili quelle gare che, altrimenti, risulterebbero monotone. A 23 anni questo ragazzo ha già corso la bellezza di 115 gran premi. E cresce continuamente ad ogni gara disputata. Sia nella guida che nei consensi.
    Basti tornare indietro a domenica quando è stato costretto a ritirarsi dopo la sfortunata foratura della posteriore destra per un detrito. Alzi la mano chi non è rimasto dispiaciuto della sua uscita di scena. Un pilota vero, nudo e crudo, che mette sempre l’anima in quello che fa, in ogni duello. Dimostrando anche di saper trasmettere anche una certa dose di pressione quando è negli specchietti. Valtteri Bottas lo ha vissuto sulla sua pelle. Da ricordare, infatti, il sorpasso di Verstappen sul finlandese della Merceds proprio in seguito ad un errore di quest’ultimo.
    Non c’è niente da dire. Il suo comportamento spocchioso e presuntuoso può ancora dividere, ma in pista è un flagello di Dio. Un talento puro a cui tutto il Circus quest’anno deve rendere omaggio per aver reso più interessante questo campionato. E’ la dimostrazione che un pilota può ancora superare i limiti della vettura. Sì, anche nel 2020. E, per questo, un certo di tipo di appassionato nostalgico e romantico, deve solo applaudirlo e ringraziarlo. Grazie Max. LEGGI TUTTO

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    GP Emilia Romagna F1 2020 (Imola): Orari TV Sky e TV8, programma e diretta web

    Neanche il tempo di festeggiare e aggiornare le classifiche che la Formula 1 torna subito in pista, su un tracciato storico, ma con una denominazione e un format inedito. Questa domenica si torna a Imola, dove si disputerà il GP di Emilia Romagna F1 2020.

    GP EMILIA ROMAGNA F1 2020: ORARI TV
    Il Gp di Emilia Romagna F1 2020 sarà trasmesso interamente dalle reti Sky, in diretta e in esclusiva per gli abbonati Sky Sport. Qualifiche e gara saranno visibili poi in chiaro e in diretta sul canale TV8.
    Tuttavia potrete seguire la nostra diretta su CircusF1, dove avrete a disposizione tutti i tempi (Live Timing), il commento (scritto e in audio, grazie alla web radio LiveGp), le classifiche aggiornate minuto per minuto, le foto e molto altro.
    Per questioni logistiche e di trasporti, il venerdì non ci sarà azione in pista con soltanto una sessione di prove libere il sabato.

    SABATO 31 OTTOBRE 2020
    ORA ITALIANA | Evento | Diretta TV* | Diretta Web
    10:00 – 11:30 | Prove Libere 3 | SKY Sport F1 HD | CircusF1 LIVE
    14:00 – | Qualifiche | SKY Sport F1 HD E TV8 | CircusF1 LIVE
    * Prove Libere 3: nessuna differita su TV8

    DOMENICA 1 NOVEMBRE 2020
    ORA ITALIANA | Evento | Diretta TV | Diretta Web
    14:10 – | Gara | SKY Sport F1 HD E TV8 | CircusF1 LIVE

    GP EMILIA ROMAGNA F1 2020: LA DIRETTA WEB, GRAZIE AL NOSTRO LIVE
    Anche quest’anno potrai seguire gratis e in tempo reale su CircusF1 la diretta di prove libere, qualifiche e gara con aggiornamenti in real time su ciò che avviene in pista e non solo.
    GP EMILIA ROMAGNA F1 2020: IL CIRCUITO

    Nome: Autodromo Enzo e Dino FerrariLocalità: Imola, ItaliaLunghezza: 4.909mNumero di curve: 19Giri: 63 con un totale di 309,049 kmPrimo GP: 1980Podio 2006: 1° Michael Schumacher (FER), 2° Fernando Alonso (REN), 3° Juan Pablo Montoya (MCL).

    GP EMILIA ROMAGNA F1 2020: LE CARATTERISTICHE DELLA PISTA
    La pista italiana è una vera e propria sfida, che non permette un attimo di distrazione perché presenta una carreggiata stretta, molti saliscendi e i muri sono vicinissimi.
    Si tratta di una pista da medio carico aerodinamico, con molti cambi di direzione e brevi allunghi. In questa pista conterà tanto il grip meccanico e quindi il lavoro sulle sospensioni, ma soprattutto la trazione in uscita dalle curve lente, come le due Rivazza, la Tosa, le Acque Minerali e la Variante Alta.
    A primo impatto e ricordando le edizioni del 2005 e 2006 con i duelli tra Schumacher e Alonso, il sorpasso qui non è facile e con queste vetture più grandi sarà maggiormente difficile, quindi l’abilità del pilota nell’inventarsi il sorpasso sarà fondamentale.
    Sarà presente una sola zona DRS sul rettilineo principale.
    GP EMILIA ROMAGNA F1 2020: LE SCELTE DI PIRELLI
    Questa sarà una sfida anche per la Pirelli che si troverà di fronte ad una pista nuova, con pochissimo tempo per capire le gomme e fornire ai team le indicazioni giuste.
    Proprio per questo motivo la Pirelli ha deciso di portare le mescole: C2 (Hard-Fascia Bianca), C3 (Medium-Fascia Gialla) e C4 (Soft-Fascia Rossa), quindi delle mescole di uno step più morbide rispetto a quelle viste in Portogallo. Dato il week-end ridotto, i piloti avranno a disposizione ben: 2 set di Hard, 2 set di Medium e 6 set di Soft.
    GP EMILIA ROMAGNA F1 2020: ALBO D’ORO*

    Maggior numero di Vittorie per pilota: Michael Schumacher (7)Maggior numero di Vittorie per team: Williams (8)Maggior numero di Pole-Position per pilota: Ayrton Senna (8)Maggior numero di Pole-Position per team: McLaren (9)Maggior numero di Podi per pilota: Michael Schumacher (12)Maggior numero di Podi per team: Ferrari (24)

    (*) Le statistiche riguardano il tracciato di Imola che ha ospitato i GP: d’Italia (1980) e San Marino (1981-2006).
    GP EMILIA ROMAGNA F1 2020: CURIOSITA’
    Dei piloti attualmente in griglia, soltanto Kimi Raikkonen ha gareggiato su questo circuito, tutto il resto ha vissuto i davanti alla tv o sulle tribune le leggendarie gare su questo tracciato. Il finlandese è riuscito a conquistare una pole-position nel 2005, ma non è mai riuscito a vincere.
    Nel 2006 Michael Schumacher festeggiò la sua 66° Pole-Position superando il suo idolo Ayrton Senna, che perse la vita proprio su questa pista nel 1994.
    Nel 2005 Fernando Alonso riuscì a vincere la gara tenendo dietro Michael Schumacher partito 13° e in splendida forma che attaccò più volte senza riuscire a passare lo spagnolo e i due giunsero al traguardo separati da 0,215 secondi. Nel 2006 i ruoli si scambiarono e Alonso provò i tutti i modi ad attaccare Schumacher, ma negli ultimi giri commise due errori che gli fecero perdere ogni possibilità di vittoria, giungendo al traguardo con 2,096 secondi dal tedesco.
    Nel 1994 si è vissuto uno dei week-end peggiori della Formula 1, con il terribile incidente di Rubens Barrichello durante le prove libere e i tragici incidenti di Roland Ratzenberger e Ayrton Senna, ma dopo quel week-end sono stati fatti enormi passi avanti sulla sicurezza.
    Nell 2006 al primo giro, Yuji Ide tamponò Christijan Albers facendolo cappottare più volte e questo portò i commissari a revocargli la superlicenza dopo solo 4 gare. LEGGI TUTTO

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    GP Portogallo F1: la Ferrari può essere soddisfatta con Leclerc. Non con Vettel

    Dopo le incoraggianti prove libere e le ottime qualifiche, si sarebbe dovuto attendere la gara per capire davvero se gli aggiornamenti portati in pista questa settimana avrebbero funzionato. La risposta è sì, hanno funzionato. Charles Leclerc è riuscito a trascinare la sua SF1000 al quarto posto, re… L’articolo GP Portogallo F1: la Ferrari può essere […] LEGGI TUTTO