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    Von Armin (candidato alla Presidenza dell’ITF): “C’è bisogno di un cambiamento. Il tennis deve ancora svilupparsi in molti angoli del globo”

    David Haggerty e Dietloff Von Arnim

    Domenica prossima si svolgeranno a Cancun (Messico) le elezioni per il rinnovo della carica di Presidente dell’ITF. L’attuale Presidente David Haggerty è candidato per quello che sarebbe il suo terzo mandato, ma dopo otto anni di governo sul tennis internazionale e con la scottante questione della Davis Cup (e anche della BJK Cup, seppur con minore risonanza mediatica) una sua rielezione è a serio rischio. Dietro scalpita Dietloff von Arnim, capo del tennis tedesco e fiero oppositore fin dalla prima ora dello sciagurato progetto messo in opera da Kosmos e ITF per il rinnovo della più antica competizione nazionale a squadre. Von Armin ha concesso a Sebastian Varela per Clay una lunga e interessante intervista nella quale parla della sua candidatura, dei problemi che a suo dire affliggono il tennis attuale e su dove pensa di intervenire in caso di una sua elezione al vertice dell’ITF. Uno dei punti cardini della sua visione è la necessità di sviluppare la disciplina in tante aree del mondo nelle quali il tennis è ancora ai margini e invece potrebbe avere un grande potenziale sociale e sportivo. Riportiamo alcuni passaggi del pensiero del candidato tedesco.
    “Sfavorito? Va bene così visto che vado contro il presidente che governa già da otto anni. Abbiamo parlato con molte federazioni e quello che abbiamo sentito è che c’è bisogno di cambiamento. Un cambio di leadership. Quando ho iniziato la mia campagna, ho detto che l’ITF può fare di meglio. Questo è il desiderio di molti leader di diverse federazioni in tutto il mondo. Quindi sono abbastanza ottimista riguardo a quel che potrebbe accadere a Cancun. Le nazioni non vogliono aspettare altri quattro anni per un cambiamento. Saremo più trasparenti, più democratici. Sosterremo maggiormente i paesi e le federazioni regionali”.
    Von Arnim crede che tre mandati siano troppi: “Le persone durante la mia campagna mi hanno chiesto direttamente ‘Dietloff, un mandato forse non è sufficiente per realizzare le tue idee. Ti candideresti per un secondo?’ Ebbene, se fossi eletto, proverei a realizzarle, ma credo che basterebbero due mandati. Ciò che non sei riuscito ad ottenere in otto anni, non lo otterrai nel terzo mandato. Dovremmo chiedere alle federazioni in modo molto democratico se possiamo cambiare la costituzione per limitare al massimo una rielezione”.
    Ecco cosa pensa il tedesco sui risultati dei due mandati di Haggerty: “Penso che la situazione attuale dei tornei ITF sia buona. È stabile per i seniores e con i giocatori emergenti, quindi è una cosa positiva, ma possiamo fare meglio. Ad esempio, alcuni Challenger non fanno più parte dell’ATP, quindi man mano che l’ITF li sta conquistando, dobbiamo lavorare con le federazioni nazionali e regionali per sfruttare al massimo questa opportunità. In cosa ha fallito Haggerty? Gli eventi a squadre, Coppa Davis e Billie Jean King Cup… tutti diranno che abbiamo commesso un errore nel concludere l’accordo con Kosmos. Alla fine, si è svolta una votazione per accettare la partnership e il consiglio di amministrazione e l’amministratore delegato hanno deciso di appoggiarli. Persone esperte dicevano che non avrebbe funzionato, che sarebbe crollato tutto. Non sappiamo esattamente dove siano finiti i soldi, non riceviamo queste informazioni, il che non è un buon segno. Sappiamo che c’è una causa da parte di Kosmos e c’è una causa da parte di ITF contro di loro. Qual è la situazione esatta? Abbiamo una garanzia? Spero che tutti avremo presto queste informazioni. L’ITF ha perso il controllo sia della Coppa Davis che della Billie Jean King Cup”.
    L’ITF ha venduto gran parte della competizione femminile: “Sì, abbiamo venduto il 49% della Coppa BJK. Il flusso di cassa in arrivo aiuterà l’ITF, ma alla fine è come un prestito e deve essere rimborsato. Questo sarà abbastanza difficile. Per la Coppa Davis dobbiamo riconsiderare attentamente ciò che faremo. L’ITF ha promesso che le finali si terranno solo due anni a Málaga. Ci sono cose che dobbiamo accettare e che devono essere fatte meglio”.
    Von Arnim predica la necessità di maggiore trasparenza: “Con la situazione della Coppa Davis, per esempio, non abbiamo avuto alcuna trasparenza. E quando è arrivato il nuovo accordo con la BJK Cup abbiamo posto domande a cui si sono rifiutati di rispondere. È importante dare e spiegare tutte le informazioni ai nostri membri”.
    La Davis tornerà nella varie nazioni? È uno dei temi più scottanti: “La Coppa Davis ha ancora i confronti in casa, è per le 16 nazioni finaliste che le cose cambiano. Non dimentichiamolo: ci sono molti paesi che non hanno eventi ATP o WTA. La Repubblica Ceca, ad esempio, non ha un evento ATP. L’unica volta in cui il pubblico guarda i propri giocatori a casa è in occasione della Coppa Davis. E questo va cambiato. Alla fine, il successo per una federazione non è avere un giocatore che vince uno Slam. È avere più giocatori, più bambini in campo. Più il tennis si allarga, maggiore sarà il nostro successo in tutto il mondo. Come arrivarci? Dobbiamo sostenere le federazioni con consigli e competenze. Dobbiamo andare in ogni angolo del globo. Non è che dobbiamo preoccuparci solo delle nazioni leader che hanno un torneo dello Slam, lì la disciplina è forte e radicata. Molto più importante è andare in Africa, Asia, America Centrale, Sud America… dove il tennis può davvero svilupparsi e avere molto più successo. Un esempio? Il Pakistan ha una popolazione di 230 milioni di abitanti, ma non dispone di un solo campo da tennis coperto. E c’è una stagione piovosa! Nessuno finora ha visitato il Pakistan per dare un’occhiata, parlare con loro e discutere cosa possiamo fare. Dobbiamo vederlo con i nostri occhi, acquisire quell’esperienza, quindi possiamo applicare lì modelli di lavoro. A volte può essere utile dare loro soldi, a volte competenze. Perché non sempre devi portare il pesce alla gente. Puoi avere più successo se insegni loro a pescare”.
    Vedremo se Haggerty rilascerà a sua volta qualche intervista o meno entro i prossimi giorni. L’appuntamento di Cancun è importante, e in ballo non c’è solo il futuro della Coppa Davis. Tante sono le questioni sul tavolo, con l’ATP in grande fermento da molti punti di vista, tanto che i rapporti tra ITF e ATP sono decisivi alla stabilità e crescita dello sport. Il prossimo Presidente dell’ATP avrà un mandato di una certa importanza.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    “Il disastro con Kosmos ha enormi conseguenze finanziarie sull’ITF”

    Coppa Davis

    Il tedesco Dietloff von Arnim, candidato alla presidenza dell’International Tennis Federation (ITF) ha parlato delle gravi conseguenze per l’organo massimo del tennis internazionale a seguito della disastrosa scelta di affidarsi alla società di Kosmos di Piqué per rilanciare la Coppa Davis e della clamorosa rottura dell’accordo pluriennale firmato solo nel 2018. In una breve intervista all’agenzia DPA, così ha parlato von Arnim: “Il disastro che abbiamo vissuto con Kosmos ha enormi conseguenze finanziarie per l’ITF. L’ITF versa in uno stato di crisi, ha dovuto sopportare un danno enorme, è un disastro multimilionario”.
    Il capo del tennis tedesco, da sempre fermo oppositore della decisione del governo dell’ITF di accettare la corte dell’ex stella del Barcellona, e oggi principale candidato contro la rielezione di David Haggerty (il prossimo settembre ci saranno le elezioni), chiede di “considerare molto attentamente cosa fare con il formato della Coppa Davis, fare tutto il possibile per creare un evento di successo sportivo perché solo con quello si potrà arrivare ad un rilancio e quindi successo finanziario”. “È un grande evento con un’immagine eccezionale, la riforma lo ha messo in grave difficoltà e non è piaciuta a nessuno”.
    L’ITF aveva venduto i diritti della Coppa Davis a Kosmos nel 2018 per 25 anni. La società di Piqué aveva scelto di cambiare il formato dell’evento con una nuova formula che ha scontentato quasi tutti e creato un buco finanziario gigantesco, visto che le cifre in ballo fin dal momento dell’accordo parevano inverosimili per una sostenibilità. All’inizio del 2023 la ITF, spinta da molte federazioni nazionali (tra cui la FFT) e dal mancato pagamento di quanto sottoscritto da parte di Kosmos, ha deciso di rompere il contratto iniziando una lunga causa. LEGGI TUTTO

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    Davis: Kosmos non avrebbe pagato i giocatori impegnati nelle finali 2022

    David Haggerty con Gerard Pique

    Dopo il “botto” di ieri sera, con la rivelazione (via FFT) della rottura dell’accordo tra ITF e Kosmos per continuare insieme il percorso organizzativo della Coppa Davis dal 2023, arrivano le prime rivelazioni sui motivi che hanno provocato la clamorosa rottura. Come ipotizzato, il problema è strettamente economico.
    Secondo quanto riporta l’Equipe, sono state le ripetute difficoltà di pagamento di Kosmos a causare la fine della partnership. Le perdite finanziarie a carico della società di Piquè si conterebbero in decine di milioni di euro. Qualche mese fa, Kosmos avrebbe chiesto all’ITF una dilazione per pagare i 6 milioni di euro dovuti nell’immediato.
    “Kosmos è stata messa alla porta perché, come previsto da molti esperti quattro anni fa, ha perso molti soldi e non è stata in grado di pagare ciò che aveva promesso”, ha rivelato una fonte vicina al caso.
    Il buco creato sarebbe così grande da aver impedito a Kosmos di pagare quanto promesso (e stipulato via contratto) ai giocatori delle otto squadre presenti a Malaga lo scorso novembre durante la fase a eliminazione diretta della Coppa Davis (Italia, Stati Uniti, Germania, Canada, Australia, Olanda, Croazia e Spagna). Lo stesso vale per quanto dovuto al fisco. Vista la situazione di insolvenza, queste pendenze sono a carico dell’ITF, costretta ad estinguere questi debiti.
    Se così stanno le cose, si spiega facilmente come si è arrivati a quest’improvvisa e traumatica rottura, che rimescola completamente le carte in tavola e rimette in gioco il futuro tecnico ed economico della Davis. Sembra che non ci siano i tempi tecnici per cambiare formato, date e programma per il 2023 (tutto sarà a carico della ITF), ma è sicura una svolta nel 2024. Questo sarà certamente uno dei temi caldi della stagione, quel che ne sarà della Davis. Verrà cercato un altro partner a la Kosmos? O l’ITF tornerà in primo piano assumendosi in toto il rilancio della competizione?
    Oltre a queste, la vera domanda che è lecito porsi è la seguente: visto che il piano prospettato da Kosmos (valanghe di dollari di guadagni) era parso subito alquanto azzardato alla maggior parte degli analisti finanziari, come è possibile che l’ITF abbia deciso di accettare? Non devono essere ore facili per il presidente Haggerty, fautore di una rivoluzione finita davvero male…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    L’ITF annuncia il ritorno della Hopman Cup, a Nizza dal 19 al 23 luglio 2023

    Federer e Bencic, ultimi campioni della Hopman Cup a Perth nel 2019

    Avevamo riportato nei mesi scorsi un’indiscrezione sul probabile ritorno di una competizione mista a squadre sullo stile della Hopman Cup, da svolgersi in Costa Azzurra dal 2023. Quelle voci sono state confermate oggi con l’annuncio ufficiale arrivato direttamente dalla ITF. Nel 2023 rinascerà la Hopman Cup, come evento estivo a Nizza (Francia) dal 19 al 23 luglio. Confermato lo storico nome “Hopman Cup”, organizzata dalla società Tennium.
    Giocata l’ultima volta nel 2019, la Hopman Cup si era disputata per 30 anni in Australia come ideale preparazione agli Australian Open, giocata nella prima settimana di calendario. Quasi tutti i più grandi campioni e campionesse hanno presto parte dell’evento. L’ultima nazione ad aggiudicarsi il torneo è stata la Svizzera con Roger Federer e Belinda Bencic. Gli USA vantano 6 titoli, mai l’Italia è giunta in finale.
    Il nuovo torneo si disputerà presso il Nice Lawn Tennis Club dal 2023 al 2027, nell’ambito di un accordo quinquennale tra ITF e Tennium, una società con sede a Barcellona che gestisce più eventi ATP e WTA.
    Come nelle precedenti edizioni della competizione, ogni squadra sarà composta da un giocatore e una giocatrice, con sfide su tre match: singolare maschile, singolare femminile e doppio misto. Sei squadre si sfideranno nelle edizioni 2023 e 2024, con la competizione che si espanderà a otto squadre dal 2025 in poi. In qualità di paese ospitante, la Francia schiererà una squadra ogni anno.
    La Hopman Cup prende il nome dal leggendario australiano Harry Hopman. Oltre a una carriera da giocatore di grande successo che lo ha visto raggiungere tre finali di singolare dell’Australian Open e vincere sette titoli del Grande Slam tra doppio maschile e doppio misto, Hopman è stato soprattutto il mentore e creatore di una generazione ineguagliabile di campioni, guidati anche come capitano di Davis, portando la squadra australiana a un record di 16 titoli tra il 1939 e il 1967.
    David Haggerty, presidente di ITF, ha dichiarato: “Siamo entusiasti di collaborare con Tennium e per la rinascita della Hopman Cup nel 2023. Non vediamo l’ora di visitare la bellissima città di Nizza il prossimo luglio. La Hopman Cup, in quanto evento unico a squadre miste, ha sempre goduto di un posto speciale nel cuore degli appassionati di tennis, e sono sicuro che gli spettatori a Nizza apprezzeranno la possibilità di vedere alcuni dei migliori giocatori e giocatrici del mondo insieme sul campo. Vorrei ringraziare i nostri partner dell’evento, Tennium, per averci aiutato a reintrodurre la Hopman Cup nel calendario, non vediamo l’ora di lavorare insieme nei prossimi mesi e anni”.
    Kristoff Puelinckx, CEO di Tennium, ha dichiarato: “Vorremmo ringraziare l’International Tennis Federation per aver affidato a Tennium il compito di riportare la Hopman Cup nel circuito internazionale del tennis. Non vediamo l’ora di costruire questo grande evento, sfruttando la nostra vasta esperienza con tornei, giocatori e fan da tutto il mondo. Lavoreremo a stretto contatto con ITF per garantire che questo evento continui a essere una pietra miliare nel calendario del tennis e crediamo che Nizza sia il palcoscenico perfetto per questo”.
    Christian Estrosi, sindaco di Nizza (ed ex motociclista professionista), ha dichiarato: “Questo evento conferma ancora una volta che Nizza è una destinazione privilegiata per i più grandi eventi sportivi internazionali. Dopo il Grand Départ del Tour de France nel 2020, le semifinali della Top 14 nel 2022, la Hopman Cup precederà di qualche settimana la Rugby World Cup, e poi l’arrivo del Tour de France nel luglio 2024. Il tennis è uno sport importante a Nizza, una disciplina che ha una storia forte, con un club che ha più di cento anni e grandi giocatori che hanno segnato il tennis francese”. LEGGI TUTTO

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    Il presidente della federazione tedesca intende sfidare Haggerty nel 2023 per il rinnovo della carica all’ITF

    L’attuale presidente Haggerty insieme al tedesco Von Armin (foto Imago)

    Dietloff von Arnim avrebbe intenzione di candidarsi alla Presidenza dell’ITF l’anno prossimo, quando la carica di David Haggerty sarà arrivata al quarto anno e andrà rinnovata. Lo riporta il media tedesco SID (Sport Information Service), secondo il quale il consiglio di amministrazione della German Tennis Association (DTB) ha deciso di nominare von Arnim come candidato per l’elezione a presidente dell’ITF al congresso di Cancun (Messico) che si svolgerà il prossimo settembre 2023.
    L’attuale capo del massimo organo tennistico internazionale è stato eletto per la prima volta nel 2015 e quindi rieletto per un secondo mandato nel 2019. A lui si deve il discusso accordo con la società Kosmos che ha rivoluzionato il formato della Coppa Davis.
    Il 62enne von Arnim è stato presidente della Federazione tedesca di tennis (DTB) negli ultimi due anni, in precedenza è stato direttore della World Team Cup di Dusseldorf tra il 2004 e il 2012. La notizia potrebbe avere un certo peso, poiché la Germania è stata una delle nazioni (insieme all’Australia) più restie al cambiamento della Davis, e più critiche dopo la svolta del 2019.
    Sono pochissimi i dirigenti sportivi tedeschi a capo di federazioni internazionali olimpiche. Attualmente solo Klaus Schormann (pentathlon moderno) e Thomas Konietzko (canoa) occupano posizioni di vertice. Thomas Weikert ha rinunciato alla carica di presidente della federazione internazionale di tennis tavolo alla fine del 2021 ed è passato a capo della Confederazione tedesca degli sport olimpici (DOSB). LEGGI TUTTO

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    Davis 2022: i gironi diventano 4 e saranno disputati dal 14 al 18 settembre in 4 diverse sedi

    Il sito ufficiale della Davis Cup ha appena trasmesso una comunicazione importante, con un nuovo cambio di formato. Si passa da tre a quattro gironi, e soprattutto questi vengono anticipati a settembre, dal 14 al 18. . Le candidature sono aperte, il prossimo marzo saranno comunicate le quattro sedi scelte. Le finali restano invece dal 23 al 27 novembre, in una sede non ancora stabilita (si parlava lo scorso anno insistentemente di Abu Dhabi).
    “La International Tennis Federation e Kosmos Tennis hanno annunciato oggi che le fasi a gironi delle finali di Coppa Davis by Rakuten si terranno a settembre, dal 2022 in poi. Come parte delle modifiche iniziali alla Coppa Davis, in base all’opinione dei giocatori, l’evento si svolgerà in quattro città (in precedenza tre) e ciascuna città ospiterà un gruppo di quattro squadre. Le partite del girone si svolgeranno dal 14 al 18 settembre. Le finali della Coppa Davis, dai quarti di finale in poi, si terranno in una sede neutrale, che non è stata ancora annunciata, tra il 23 e il 27 novembre 2022. Queste modifiche vengono apportate dopo aver valutato il feedback di giocatori e capitani su come alleviare il stress del frenetico calendario tennistico. Le modifiche consentono anche alla stagione di terminare una settimana prima rispetto al 2021″, si legge nel comunicato.
    Il presidente dell’ITF, David Haggerty: “Ci impegniamo a mantenere gli elementi e l’atmosfera tradizionali che rendono la Coppa Davis così unica. Allo stesso tempo, siamo consapevoli che dobbiamo rimanere flessibili alle esigenze di nazioni, giocatori, tifosi e del gioco nel suo insieme. Siamo orgogliosi di ciò che abbiamo ottenuto con le modifiche iniziali apportate alle finali di Coppa Davis negli ultimi anni e siamo impegnati nello sviluppo continuo della competizione a beneficio di tutti i soggetti coinvolti”.
    Ricordiamo che La Federazione Russa e la Croazia, finaliste 2021, così come Serbia e Gran Bretagna (wild card), si sono già assicurate un posto nella fase a gironi 2022. Le 12 nazioni rimanenti saranno composte da chi vincerà lo scontro a eliminazione diretta che si terrà il 4 e 5 marzo in 12 paesi diversi. L’Italia di Capitan Volandri si giocherà l’accesso a Bratislava (Slovacchia).
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    ITF annuncia novità per Davis 2022, dubbi su Abi Dhabi e ipotesi di portare i tifosi nelle sedi dei gironi

    Coppa Davis, prima edizione 1900

    Poco prima che la Russia alzasse la Coppa Davis 2021, l’ITF attraverso un comunicato ufficiale ha annunciato alcune novità per l’edizione 2022. Niente conferenza stampa, cancellata in fretta e furia, forse per salvarsi dalla valanga di critiche ricevute dopo che le voci di finale ad Abu Dhabi avevano alzato un polverone diventato ben presto tempesta. Infatti nel comunicato non si parla di Abu Dhabi, e nemmeno di dove le prossime finali di Davis saranno disputate. Però vengono annunciate altre novità, sulla falsa riga dell’edizione appena andata in archivio.
    Quattro nazioni sono già sicure di accedere alle fasi finali: le due finaliste 2021, Russia e Croazia, più due wild card assegnate dall’ITF a Serbia e Gran Bretagna. Tutte le altre nazioni giocheranno un match di qualificazione (l’Italia in Slovacchia) il prossimo 4-5 marzo, con altre 12 ammesse. Le squadre quindi passano da 18 a 16, in modo da formare 4 gironi da 4 squadre.
    Ogni girone verrà disputato una città europea, su campo indoor in cemento. Le due squadre migliori di ogni girone andranno a formare nella sede delle finali un tabellone “classico” di quarti di finale, con scontri diretti per eleggere le due finaliste che si giocheranno il titolo 2022. La sede verrà annunciata “nelle prossime settimane”. La sensazione è che vista la reazione assai negativa dall’ambiente su Abu Dhabi, Kosmos cercherà nel minor tempo possibile di trovare un’alternativa, forse ancora in Europa, o comunque un paese con una tradizione tennistica più solida. Le date per le finali sono dal 22 al 3 dicembre, con finale pertanto al sabato, per 12 giorni di gare (uno in più, rispetto agli 11 dell’edizione 2021).
    “La visione che ci siamo posti nel 2018 era quella di creare una vera coppa del mondo di tennis e dobbiamo essere orgogliosi di ciò che abbiamo raggiunto insieme alle prime due edizioni delle finali di Coppa Davis. Un modello a cinque città fornirà la flessibilità di programma necessaria, consentirà a un numero ancora maggiore di fan di godersi l’esperienza unica della Coppa Davis e garantirà la sostenibilità economica e commerciale della competizione”, ha affermato David Haggerty, presidente ITF.
    Enric Rojas, CEO di Kosmos Tennis, ha dichiarato: “Abbiamo dimostrato che il format multi-sede ha funzionato molto bene quest’anno e, come anticipato, abbiamo registrato ottimi numeri di presenze sia a Madrid che a Torino. Più di 105.000 spettatori hanno visitato l’evento a Madrid e Torino, e abbiamo venduto più di 15.000 biglietti anche a Innsbruck prima del lockdown in Austria. Siamo convinti che il format che proponiamo per il 2022 renderà ancora più visibile la competizione e raggiungerà ancora più fan da tutto il mondo”.
    Secondo Haggerty la nuova fase a gironi con 4 nazioni permetterà di ritrovare “quel pubblico rumoroso e appassionato che è sempre stato la base della manifestazione”. Addirittura il boss dell’ITF ha ventilato alla BBC l’ipotesi di “portare” i fan delle varie nazioni nelle sedi in cui si disputeranno i gironi, in modo da creare in ogni sfida l’effetto che si avrebbe avuto con i classici scontri in casa/trasferta. Non ha spiegato tuttavia come.
    Staremo a vedere quale sarà la sede scelta per la finale, anche se a occhio prevarrà la logica economica e tutto si svolgerà in un paese del Golfo (basti vedere cosa accade in Formula 1…). Quest’ultima affermazione, quella di portare i fans nelle sedi, è l’ennesima dimostrazione dell’inadeguatezza di chi sta gestendo la “povera” Davis. Il fattore casa è decisivo in una manifestazione per nazioni. La passione non compra, la si coltiva con formule che aiutano e sostengono gli appassionati. Un concetto troppo ardito per chi ragiona solo con la calcolatrice e il portafoglio…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Haggerty (ITF): “Dobbiamo fare di più per la salute mentale degli atleti”

    David Haggerty, Presidente dell’ITF

    Uno degli argomenti più caldi delle Olimpiadi in corso a Tokyo è il crollo mentale di atlete straordinarie come Naomi Osaka e Simone Biles. Ne ha parlato anche il (discusso) Presidente dell’ITF, David Haggerty, che oltre a ricoprire la massima carica in seno all’organizzazione tennistica è anche membro del CIO. Pur sottolineando che gli organi di governo del tennis prendono molto sul serio i problemi di salute mentale, Haggerty ritiene che tutte le federazioni e associazioni sportive possano fare di più per supportare i giocatori.
    “La salute mentale è molto, molto importante”, ha dichiarato Haggerty in un’intervista rilasciata oggi a Tokyo. “Come normale attività dell’ITF, lavoriamo insieme ai tour Pro maschili e femminili per assicurarci di essere presenti per i giocatori, che abbiano la capacità di parlare con qualcuno per ottenere aiuto quando ne hanno bisogno nel modo giusto. Ma pensiamo di poter ancora fare di meglio per venire incontro alle loro necessità”.
    Haggerty ha affermato che la commissione medica e scientifica dell’ITF ha esaminato nuovi modi per affrontare il problema, acuito non poco dalla pandemia: “Ci siamo impegnati con il CIO e altri gruppi in modo che diventi qualcosa di più della semplice azione sul tennis, ma anche dello sport in generale e di ogni atleta coinvolto come persona oltre il campo da gioco. Penso che gli atleti dopo 15-18 mesi di lockdown nello sport stiano tutti attraversando un momento difficile. Dobbiamo essere presenti per gli atleti e sicuramente il tennis prende questa problematica molto sul serio”.
    Dichiarazioni importanti, ma dovranno seguire fatti concreti. Infatti a detta di molti atleti – ne hanno parlato in diversi in varie interviste – la distanza tra la “stanza dei bottoni” del massimo organo istituzionale del nostro sport e le problematiche reali che affrontano ogni giorno i giocatori impegnati sul tour a vari livelli, incluse quelle mentali di stress, ecc, sembra ancora enorme.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO