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    Daniil Medvedev vince un match folle ad Indian Wells

    Daniil Medvedev nella foto – Foto Getty Images

    Pura follia dall’inizio alla fine. Daniil Medvedev ha resistito a 3 ore e 10 minuti di intensa battaglia contro Alexander Zverev per assicurarsi un posto nei quarti di finale del Masters 1000 di Indian Wells per la prima volta in carriera. La questione è che questo non è stato solo un incontro lungo, ma una vera e propria maratona in cui il russo ha perso nuovamente la testa per campi in cemento della California, prima di rischiare un grave infortunio, riuscendo alla fine a sopravvivere grazie anche a qualche errore di Sascha.
    Alla fine dei conti, Medvedev ha conquistato la sua 17ª vittoria consecutiva, questa volta con il punteggio di 6-7(5), 7-6(5) 7-5, con diversi momenti cruciali in cui il tedesco avrebbe potuto portarsi in vantaggio nel match. Dopo aver resistito nel primo set, Sascha ha avuto cinque palle break nel primo gioco del secondo set, quattro nel terzo e un’altra nel settimo, riuscendo a salvarne una nel frattempo. Tutto questo ha permesso a Medvedev di resistere nel tie-break, nonostante il timore di un possibile infortunio alla caviglia destra e poi vincere al terzo set per 7 a 5 dopo aver mancato un vantaggio di 5 a 3. LEGGI TUTTO

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    Medvedev: “I campi di Indian Wells sono i più lenti del mondo. A Rotterdam ho cambiato il set up delle corde, mi aiutato molto”

    Daniil Medvedev, in striscia positiva da tre tornei

    C’è grande attesa per rivedere in campo ad Indian Wells Daniil Medvedev, il tennista più in forma, capace di vincere uno dietro l’altro tre tornei e tornare in auge uscendo da un periodo tutt’altro che positivo. Vista l’assenza di Djokovic e Nadal, le condizioni incerte di Tsitsipas ed Alcaraz e il pessimo inizio di stagione di Ruud, il moscovita è nettamente il favorito del primo Masters 1000 in stagione. Nella press conference pre torneo, non nasconde le proprie ambizioni ma soprattutto parla delle condizioni di gioco, a suo dire le più lente dell’intera annata tennistica, e di un cambio nel proprio materiale che l’ha aiutato a ritrovare il suo gioco.
    “Prima di gareggiare a Rotterdam ero in uno dei peggiori momenti della mia carriera, la mia fiducia era a terra” afferma Daniil, “Ho capito che si trattava di un problema mentale e il mio allenatore mi ha incoraggiato a continuare ad insistere. È andata bene. So che questa serie di vittorie può finire a qualsiasi momento, ma avendo vinto tre tornei di fila, adattandomi a contesti di gioco molto diversi, facendo lunghi viaggi e superando il jet lag, so di aver trovato il ritmo giusto. In questo momento mi sento pronto per fare molto bene a Indian Wells”.
    Interessante la riflessione sulla media delle sue stagioni: “I più grandi successi della mia carriera sono sempre arrivati ​​nella seconda metà dell’anno, il che è logico perché i campi del tour americano prima degli US Open sono quelli che meglio si adattano al mio tennis. Comunque penso che anche qui posso fare bene. I miei scarsi risultati nei due anni precedenti erano dovuti allo stress fisico e mentale derivato dall’essere stato finalista in Australia. Non ero preparato per gareggiare al massimo nei mesi successivi al primo Slam. Quest’anno, perdendo presto, sono riuscito a prendermi una settimana di pausa e poi mi sono allenato duramente. I risultati ora si vedono. Stanchezza? Mi sento molto bene, con un’enorme fiducia dopo i tornei vinti e la verità è che non mi sento stanco. Ogni nuovo torneo è una sfida, tutto parte da zero e voglio approfittare di questo momento per migliorare i miei risultati qui, che storicamente non sono stati affatto buoni”.
    Ecco il punto sulla lentezza dei campi in California: “La palla e la superficie rendono questo torneo uno dei più lenti al mondo. A volte sembra di giocare sulla terra battuta… Non sono entusiasta di queste condizioni, ma sento di poter giocare bene ovunque visto come sono riuscito ad adattarmi a Doha, dove i campi sono simili a quelli che troviamo qui. Per vincere partite su questo tipo di superficie devo giocare la mia partita migliore, mentre quando trovo condizioni più rapide posso permettermi di alzare il livello e con uno strappo vincere partite senza giocare al mio massimo, come ad esempio a Rotterdam”
    Non sentendo bene la palla, un diverso set up della racchetta l’aiutato molto: “È in Olanda che è cambiato tutto. Non avevo fiducia, ma ho deciso di apportare una regolazione alle corde della mia racchetta che mi permette di mantenere maggiormente il controllo dello scambio e mi offre più profondità nei miei colpi, cosa molto importante per me poiché mi dà la possibilità di giocare dietro la linea di fondo e quindi poi contrattaccare avanzando“.
    Uno spunto questo molto interessante, che ci permette di capire come anche per un tennista complesso, con un gioco molto particolare come Medvedev, la combinazione di fiducia e sensazioni in campo risulta decisiva.
    Marco Mazzoni  LEGGI TUTTO

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    Cervara sulla rinascita di Medvedev: “Ha una straordinaria capacità di reazione”

    Cervara con Medvedev

    Daniil Medvedev è certamente il tennista più in forma del momento, rinato nelle ultime settimane dopo mesi e mesi passati in un crepuscolo sportivo tutt’altro che “comodo” per un giocatore del suo valore. Una svolta improvvisa, importante e necessaria, a cancellare con un colpo di spugna un avvio di stagione negativo. Il suo anno infatti era iniziato con la brutta sconfitta patita da Korda agli Australian Open: una gran prestazione del figlio d’arte certo, ma il Daniil di quella serata era la brutta copia di se stesso, preda di una spirale negativa che continuava a deprimere le prestazioni del moscovita. Buone partite, livello di gioco discreto, ma incapacità di vincere i testa a testa decisivi (vedi le sconfitte contro i big alle Finals di Torino), come se qualcosa di perverso frullasse nella sua testa, non permettendogli di esplodere quel mix incredibile di abilità difensive e contrattacchi micidiali che l’avevano issato a n.1 del mondo. Una vetta del ranking che Medvedev si era gustato ben poco, visto che la scorsa estate ha vinto pochissimo, sorpassato nel ranking da Alcaraz dopo US Open. Il periodo negativo e la perdita dei punti accumulati lo scorso anno in Australia l’avevano spinto fuori dai top10, fino al n.12 a inizio febbraio 2023, peggior posizione dal primo luglio 2019, quando nell’estate USA esplose definitivamente issandosi tra i grandi. Daniil finalmente ha ritrovato fiducia, consistenza e soprattutto vittorie. Rientrato nella sua casa in Costa Azzurra, è stato bravo a ripartire, alzando terribilmente il livello nelle ultime settimane. Tre tornei disputati, altrettante coppe sollevate al cielo, battendo tutti i migliori. Uno sprint che l’ha riportato al sesto posto in classifica, e terzo nella Race 2023, a una manciata di punti dal finalista di Melbourne Tsitsipas.
    Della vera e propria rinascita di Medvedev ha parlato il suo coach Gilles Cervara, in una lunga intervista concessa Tennis Majors. È interessante il punto di vista del suo storico allenatore, poiché anche lui ha sofferto la crisi di risultati e un nervosismo esploso in campo a più riprese, tanto da forzarlo addirittura ad abbandonare l’angolo del suo assistito nel corso di un match nel 2022, tanta era la frustrazione del momento. Oggi splende di nuovo il sereno. Riportiamo alcuni passaggi dell’intervista, che racconta come Daniil sia riuscito a superare il momento di difficoltà, anzi di quasi autodistruzione…
    “Quando siamo tornati dall’Australia, le due settimane di allenamento sono state molto complicate perché non aveva fiducia” spiega Cervara. “Non stava vincendo, non si sentiva bene, ma dovevamo affrontare la situazione. Questa è la bellezza del lavoro, soprattutto quando va svolto fuori dai riflettori. Per due settimane abbiamo navigato in uno spazio molto incerto. Un giocatore come Daniil ha le sue convinzioni, il suo modo di analizzare e gestire le situazioni. Di ritorno dall’Australia non eravamo al meglio e dovevamo fare i conti con questa realtà. I tre giorni prima di andare a Rotterdam sono stati molto intensi. Daniil ha dei dubbi e in campo tutto dimostrava il perché stesse giocando male a tennis. Cerco di accompagnarlo, di farlo reagire, di istruirlo nel miglior modo possibile per mostrargli che quello che dice non è la realtà. Perché penso che stia giocando bene. Ma la base è che cerca di convincersi che non stesse giocando bene. Era teso, e intervengo con questa visione, per cercare di tirarlo fuori da ciò verso cui si sta dirigendo. Il giorno prima della prima partita a Rotterdam, prima dell’allenamento con Benjamin Bonzi, gli ho detto: ‘Ti sei allenato in modo molto positivo. Non riuscirai a fare altrettanto in partita con il suo atteggiamento. Quindi durante questo allenamento non interverrò. Dovrai trovare tu stesso le risorse. Ma per non lasciarti senza niente, ho scritto un appunto su un foglio di carta e tu lo usi se ti serve. Ho scritto le diverse cose che sento e percepisco in questo momento che potrebbero aiutarti’. Ho messo una busta, Daniil-Rotterdam 2023, nella sua borsa. Lo usa durante l’allenamento ed è l’unico set che non vince in tutta la settimana. Dopo abbiamo avuto un confronto, sempre su questo argomento. Dice ‘Non funziona, è una conclusione scontata’. Arriva il torneo, prima partita contro Alejandro Davidovich Fokina sono accadute diverse cose, sulle quali non posso fornire dettagli. Ma qua accade qualcosa di straordinario, finalmente l’averlo pungolato funziona. Si accende la luce e tutti i problemi sembrano scomparsi”.
    Il segreto di Cervara è quello di pungolare Medvedev, arrivare ad uno scontro per accenderlo, facendolo riflettere dopo che ha “sbollito”: “Come dico spesso di Daniil, quando brontola e cerca scuse, cerca soprattutto un modo per arrivare al suo massimo, è un conflitto. Ricordo un allenamento con Felix Auger-Aliassime due giorni prima, eravamo sul campo centrale. E quello che sta accadendo è irreale. Sta cercando tutti i motivi per cui non può vincere. E io me ne sto lì, deliberatamente non rispondo. So che mi sta sfidando, l’atmosfera si anima così che io possa dargli, al momento giusto, delle leve a cui aggrapparsi. Poiché lo conosco, sento che tutto gli sta entrando dentro. So che finirà per farci qualcosa. Ha questa straordinaria capacità di reagire. Una volta che è acceso, tutto è possibile. È lì che inizia e poi va “in fiamme”. In questo momento è come un meteorite, sta prendendo fuoco e sta continuando la sua traiettoria infuocata. La domanda diventa: quanto durerà? Dobbiamo assicurarci che duri il più a lungo possibile e che possa continuare a Indian Wells. Se l’Open di Francia fosse adesso, lo vinceremmo!”.
    Fanno notare al coach che Medvedev non ha mai giocato bene a Indian Wells: “Non gli è mai piaciuto molto giocare nel deserto, ma Doha e Dubai gli hanno dimostrato il contrario… Pensava che fosse impossibile giocare bene lì. Non è vero. Ma sarà diverso perché giocare a Indian Wells è molto particolare con la superficie, il caldo, il freddo, l’aridità, le palle… Miami è un’altra cosa ancora, ma non c’è motivo per cui non possa giocare bene lì. In passato, il suo approccio alle condizioni di gioco e come si sente riguardo al suo tennis hanno finito per condizione e abbassare il suo livello. Non deve farlo di nuovo”.
    Medvedev sarà chiaramente il favorito al primo Masters 1000 in stagione. Tuttavia arriva da un lungo viaggio, con tre settimane di partite e vittorie nelle gambe. Sarà più la fatica, o il “fuoco” che sta bruciando fortissimo?
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Daniil Medvedev “Voglio giocare sull’erba, voglio giocare a Wimbledon”

    Daniil Medvedev nella foto – Foto Getty Images

    Daniil Medvedev è stato uno dei tennisti a cui è stato negato di partecipare ai tornei su erba nel Regno Unito, in particolare a Wimbledon, nel 2022. Le incertezze persistono nel 2023, con i russi e i bielorussi ancora a rischio di essere esclusi dalla LTA, dato che l’invasione delle forze russe in Ucraina dura da oltre un anno.
    Attualmente al settimo posto del ranking ATP, Medvedev non nasconde di voler partecipare al terzo Grande Slam della stagione. “Voglio giocare sull’erba, voglio giocare a Wimbledon. Non so quale sarà la loro decisione. So solo che aspetterò e, se avrò fortuna, potrò giocare a Wimbledon quest’anno e ottenere grandi risultati”, ha confessato Medvedev.
    Ci sono state voci che il divieto di partecipazione verrà mantenuto, con ATP e WTA che stanno considerando la possibilità di non disputare i tornei nel Regno Unito se tale premessa rimarrà valida anche quest’anno. Lo scorso anno, la risposta data è stata quella di non assegnare punti a Wimbledon. LEGGI TUTTO

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    Bentornato, Medvedev

    Daniil Medvedev, in finale a Dubai

    Ora lo possiamo scrivere. Bentornato, Daniil Medvedev. Non che il russo se ne fosse davvero andato, ma… quel giocatore formidabile, irriducibile, difficilissimo da affrontare perché fortissimo in difesa e imprevedibile nel contrattacco, e giustamente issatosi al n.1 la scorsa estate, si era un po’ perso per strada. La vittoria appena conquistata in semifinale a Dubai contro di “Lui”, mr. Recordman Djokovic (6-4 6-4), è la certificazione che Daniil ha ritrovato il suo massimo livello, quel gioco micidiale grazie a cui può sconfiggere chiunque, anche il più forte su piazza. 
    È stato fin troppo garbato e sportivo Medvedev a caldo, affermando nell’intervista flash che Novak non ha giocato al suo meglio. Forse non è stato un “Nole” stellare, al 101%, ma un ottimo Djokovic sì. Lo dimostra la rabbia con la quale ha esternato la sua frustrazione all’ennesimo tentativo di invertire la rotta di un match che gli stava sfuggendo di male, senza riuscirci. Lo dimostra come il serbo, tatticamente sempre lucidissimo e pronto come nessun altro ad adattare la sua strategia alla giornata e alla forza del rivale, stavolta le ha provate proprio tutte uscendo con un pugno di mosche in mano. Si è messo addirittura a fare un serve and volley continuo pur di sprezzare il ritmo del rivale e di non entrare in uno scambio nel quale, nonostante colpi precisi, violenti e penetranti, l’altro è stato in grado di rimettere tutto. Ma proprio tutto. Scambi mozzafiato, alcuni bellissimi (riportiamo anche un tweet di tennistv con un punto che già si candida a uno degli highlight della stagione), nei quali raramente il serbo ha piegato la resistenza del russo. Il sorriso beffardo di “Nole” nell’ultimo game è la foto esatta del match, scattata insieme a quello a 32 denti fiammanti di Daniil dopo l’esser riuscito a riprendere una smorzata mortale con la punta della racchetta e giocar pure una contro smorzata baciata dagli Dei del tennis, tanto bella e fortunata. La fortuna aiuta gli audaci, dice un vecchio adagio. Beh, Medvedev ‘sta benedetta fortuna oggi se l’è strameritata, producendo una prestazione clamorosa per intensità, velocità da fondo campo, reattività su ogni palla, e poi via a contrattaccare con quei rovesci che paiono non atterrare mai e lo fanno flirtando con le righe, o quelle spallate di diritto così poco ortodosse quanto micidiali.

    Miraculous from Medvedev
    This titanic duel has just produced THE point of the week!@DDFTennis | #DDFTennis | @DaniilMedwed pic.twitter.com/buAD8xvFef
    — ATP Tour (@atptour) March 3, 2023

    Ha servito benissimo Medvedev, soprattutto in quelli che Brad Gilbert definisce “Set-Up-Point”, i 30 pari, il 30-15, situazioni di gioco decisive a restare avanti nel punteggio e respingere gli assalti del fortissimo rivale. Il moscovita ha giocato ad un livello altissimo, come non lo vedevamo da molto tempo, confermando il suo momento straordinario. Dopo la brutta sconfitta a Melbourne, bloccato dalle accelerazioni fantastiche di Sebi Korda, Medvedev ha infilato 13 vittorie di fila (la semi di oggi inclusa), sbarcando in finale nel terzo torneo di fila, dopo aver vinto i primi due. Ha inoltre interrotto la striscia vincente di Djokovic, mai battuto nel 2023 e con 20 grandi W di fila contando anche il finale del 2022.
    Nelle vittorie delle scorse settimane avevamo visto un grande Medvedev, finalmente più rapido in campo, meno falloso nella spinta, assai continuo al servizio e soprattutto mentalmente. Lo scorso anno aveva patito due grossi uppercut: la finale degli Australian Open, quando rimise in partita un Nadal quasi sconfitto, finendo per perdere; poi l’operazione alla schiena, piccola ma pur sempre un intervento è. Per uno che usa così tanto il bacino e la schiena per colpire, chinarsi, raccogliere palle e sbracciare, anche una cosa di routine può diventare una montagna. La combinazione perversa di questi due fattori negativi ha depauperato il suo potenziale enorme: per giocare quel tipo assurdo di tennis, così “storto” ma efficace, deve stare molto bene, deve sentirsi sciolto e libero di allungarsi e slanciare su ogni recupero, su ogni palla da spingere; e per giocare così al limite, in difesa e poi negli strappi offensivi, deve essere molto sereno e in fiducia. Evidentemente quella maledetta finale di Melbourne, persa quando era quasi vinta, gli è costata carissima, ha dato il via a una danza perversa di decine di fantasmi, pronti a beffarsi di lui nei momenti critici fino a bloccarlo proprio nei testa a testa, nei momenti più duri, dove invece il miglior Medvedev sguazzava via veloce come un’anguilla nella palude. Imprendibile. C’ha messo mesi a tornare, ha perso troppi match punto su punto, con tiebreak decisivi (vedi alle Finals 2022), ha masticato amarissimo, ha maledetto il mondo intero e pure il suo staff più e più volte. Ma alla fine, eccolo qua, finalmente ritrovato. Aveva vinto due tornei, OK, ma… aveva sconfitto “solo” Auger-Aliassime dei top10. Per certificare col timbro che Daniil fosse davvero tornato quello dei giorni migliori, serviva una vittoria top, ottenuta sovrastando un campione. Eccola appena arrivata, ancora fumante.
    E pensare che in molti criticarono piuttosto severamente Jannik dopo quella sconfitta in Olanda l’altra settimana. Beh… provateci voi a prendere un dannato set contro questa macchina infernale chiamata Medvedev… Bravo Jan ad esserci riuscito. 
    Siamo ad inizio marzo. Questo Medvedev ha ritrovato una condizione clamorosa, a 360°, tutto funziona al meglio nel suo gioco. Comunque vada domani in finale – è nettamente favorito contro Rublev, anche se ha perso le ultime due sfide con l’amico di sempre – Daniil si presenterà a Indian Wells e Miami come l’uomo da battere. La stagione è appena iniziata. Che sia entrato in forma fin troppo presto? Riuscirà a tenere questa forza, resistenza e forma tecnica nei prossimi mesi? Lo vivremo insieme. Di sicuro, il grande tennis ha ritrovato uno dei suoi grandi protagonisti.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    ATP Dubai: Medvedev supera in due set un ottimo Arnaldi

    Matteo Arnaldi e Daniil Medvedev nella foto

    Matteo Arnaldi cede con onore al giocatore più “caldo” del momento, Daniil Medvedev. Il 22enne di Sanremo, n.111 ATP, è stato sconfitto al primo turno dell’ATP 500 di Dubai dal campione russo col punteggio di 6-4 6-2 in un’ora e mezza di gioco, mostrando un tennis di qualità, assolutamente appropriato per essere competitivo sul tour maggiore. Infatti il ligure, entrato nel main draw del torneo come Lucky Loser, non è stato affatto travolto dal moscovita, in grandissima forma dopo aver vinto i tornei di Rotterdam e Doha uno dopo l’altro (con una striscia aperta di 9 vittorie consecutive). Arnaldi ha giocato una partita solida, di grande sacrificio, rincorrendo a destra e manca le aperture di campo del rivale e tenendo piuttosto bene il ritmo imposto dal campione di US Open 2021; ma è stato anche bravo nel cercare alcuni affondi in attacco con sortite improvvise e nel sorprendere il fortissimo rivale con molte palle corte, ricavando spesso il punto visto che Daniil stazionava non così vicino alla riga di fondo.
    Alla fine la differenza tra i due l’hanno fatta i colpi di inizio gioco. Medvedev ha vinto diversi turni di servizio laboriosi, ma non ha mai concesso palle break in tutto il match. Arnaldi non ha servito male, ha vinto il 62% dei punti con la prima palla, ma sulla seconda la qualità in risposta del russo ha scavato un solco nei momenti importanti. Al contrario, in risposta Matteo è riuscito a tenere per la maggior parte del match la palla in campo, iniziando lo scambio, ma in rare occasioni ha messo l’avversario in difficoltà, finendo per perdere campo e subire l’affondo di Medvedev.
    Era una partita quasi impossibile, vista la forza di Medvedev e il suo eccellente momento di forma. Nella maggior parte degli scambi, Daniil ha condotto dando la sensazione di aver un discreto “margine”, accettando di giocare a ritmo alto ma non altissimo e trovando il punto con un’accelerazione improvvisa o forzando l’errore di Matteo dopo tanti colpi. Rovescio contro rovescio abbiamo assistito a scambi molto interessanti e di buona qualità, mentre sull’accelerazione col diritto Medvedev ha trovato punti importanti, al contrario di Arnaldi, falloso in alcune situazioni decisive. Del resto non è minimamente comparabile l’esperienza tra i due e l’abitudine a giocare a questi ritmi.
    Medvedev è un avversario difficilissimo per tutti, sbaglia raramente, ti costringe a giocare “male” e non lo sfondi. Per questo Arnaldi deve essere contento per come ha tenuto il campo contro un avversario così tosto, mostrando per primo a se stesso di aver tutte le qualità per poter giocare ad alto livello anche contro avversari molto forti. Con la sua grinta, gambe, lucidità tattica, tocco di palla e capacità difensiva, Arnaldi ha mezzi per poter competere a buonissimo livello nei tornei ATP. Per poter reggere match di così alto livello, è importante che non si affidi solo alle sue qualità difensive. Deve migliorare la seconda di servizio e provare con più insistenza schemi d’attacco, quelli con cui può uscire dalla difesa e sorprendere i rivali. Matteo riesce a coprire molto bene il campo, ha mano e visione tattica, quindi evolvere verso un tennis più offensivo è una direzione naturale che potrà crescere l’efficacia del suo gioco.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Arnaldi inizia il match al servizio. Subito un lunghissimo scambio, a medio ritmo, sbaglia per primo il ligure col rovescio. Si riscatta Matteo con un bel tocco che sorprende Medvedev. L’azzurro mette in mostra la qualità della sua mano, altra smorzata e quindi rapidissimo a correre avanti e chiudere di volo. Nello scambio in spinta però la velocità di palla del russo è superiore, come la capacità di tenere il ritmo. Arnaldi annulla una palla break con una precisa incursione a rete. Con un errore di Daniil, Arnaldi vince il primo game. In risposta il sanremese trova subito una sbracciata a tutta, e poi approfitta di un errore del rivale, si porta 15-30. Medvedev alza la qualità del servizio, si avvicina alla riga e spara diritti precisi. 1 pari. Matteo regge, ricava moltissimo con la prima palla (non ancora in ritmo la risposta di Daniil) e contiene con discreto successo le improvvise accelerazioni del campione moscovita. Il campione a US Open21 si limita a scambiare con medio ritmo, senza strappare molto, come se volesse colpire molto per trovare le migliori sensazioni, e a questi ritmi “Arna” tiene bene il campo. Fino al 2 pari, 30-30. Ora Daniil cambia marcia, si procura una seconda palla break nel match. Niente paura per Arnaldi, servizio esterno, via avanti e chiusura con lo smash, perentorio. Matteo è bravissimo a punire l’avversario con la smorzata, perfetta, vedendolo molto lontano dalla riga di fondo. Vincendo un altro scambio durissimo, arriva la terza PB per Medvedev. Stavolta l’incursione a rete dopo il servizio di Matteo non ha successo, la volée (non impossibile) col diritto muore in rete. BREAK Medvedev, 3-2 e servizio per il russo. Si distrae Daniil, regala due punti ma alza subito la velocità di palla e scappa via 4-2, consolidando il vantaggio. Sul 30 pari l’azzurro vince uno scambio micidiale, di oltre colpi, grazie ad un’altra palla corta di diritto perfetta. A fatica, Arnaldi resta in scia sul 3-4. Medvedev serve per chiudere il primo set sul 5-4. Sbaglia un diritto banale, ma risolve la pratica col servizio e aprendo a tutta l’angolo col diritto. Spreca due set point (un doppio fallo sul secondo), ma trasforma il terzo, Ace. 6-4 Medvedev, un set ben giocato dall’azzurro, ha costretto il russo a lavorare tutti gli scambi, regalando pochissimo.
    Secondo set, Arnaldi alla battuta. Il canovaccio del match resta lo stesso del primo parziale, si scambia molto a velocità non altissima. Il ligure vince un buon turno di servizio, entrando bene nel set, Medvedev continua a macinare il suo gioco, alternando rovesci cross ad improvvise accelerazioni. Proprio con uno strappo a velocità superiore nel terzo game, Daniil arriva  palla break. Qua Arnaldi ha fretta, spara da sinistra un diritto lungo linea che decolla e atterra lungo. BREAK Medvedev, 2-1 e servizio, il match si fa in discesa per il russo, che ancora non ha concesso alcuna palla break a Matteo. Molto laborioso il quarto game, servono 18 punti a Daniil per issarsi 3-1 (impreciso col diritto in più occasioni) ma sempre senza concedere chance di break al ligure. Encomiabile la grinta di Arnaldi, per come lotta su ogni punto, sbaglia quasi niente e cerca di incidere con coraggio, rispondendo aggressivo e anche buttandosi avanti appena possibile. Sul 4-2 Daniil spara un paio di diritti micidiali, sbracciata cross davvero violenta e nell’angolo. La prima non aiuta Matteo, che con un erroraccio col diritto crolla 15-40. Il doppio break arriva, con una risposta da lontanissimo che coglie l’azzurro nella “terra di nessuno”, respingendo il tentativo di serve and volley a sorpresa. Avanti 5-2, Medvedev, serve per il match. Chiude in sicurezza il russo, vola al secondo turno con la sua decima vittoria di fila. Ha dovuto lavorare molto grazie alla grinta, gambe e testa di Arnaldi, che esce dal campo sconfitto ma a testa altissima.

    Medvedev – Arnaldi ATP ATP Dubai Medvedev D.66 Arnaldi M.42 Vincitore: Medvedev D. ServizioSvolgimentoSet 2Medvedev D.5-2 → 6-2Arnaldi M. 15-0 15-15 15-304-2 → 5-2Medvedev D.3-2 → 4-2Arnaldi M. 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 A-403-1 → 3-2Medvedev D. 15-0 15-15 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-40 A-40 40-402-1 → 3-1Arnaldi M. 0-15 15-15 30-15 30-30 30-401-1 → 2-1Medvedev D. 15-0 30-0 40-0 40-150-1 → 1-1Arnaldi M. 15-0 30-0 30-15 40-15 40-300-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1Medvedev D. 15-0 15-15 30-15 40-15 40-30 40-405-4 → 6-4Arnaldi M. 0-15 15-15 30-15 40-155-3 → 5-4Medvedev D. 15-0 30-0 30-15 40-154-3 → 5-3Arnaldi M. 0-15 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 A-404-2 → 4-3Medvedev D. 0-15 0-30 15-30 30-30 40-303-2 → 4-2Arnaldi M. 15-0 30-0 30-15 30-30 30-40 40-40 A-40 40-40 40-A2-2 → 3-2Medvedev D. 15-0 15-15 15-30 30-30 40-301-2 → 2-2Arnaldi M. 15-0 30-0 40-0 40-15 40-301-1 → 1-2Medvedev D. 0-15 15-15 15-30 30-30 40-300-1 → 1-1Arnaldi M. 0-15 15-15 15-30 30-30 40-30 40-40 40-A 40-40 A-400-0 → 0-1
    6 ACES 03 DOUBLE FAULTS 337/62 (60%) FIRST SERVE 37/64 (58%)29/37 (78%) 1ST SERVE POINTS WON 23/37 (62%)14/25 (56%) 2ND SERVE POINTS WON 12/27 (44%)0/0 (0%) BREAK POINTS SAVED 2/5 (40%)14/37 (38%) 1ST SERVE RETURN POINTS WON 8/37 (22%)15/27 (56%) 2ND SERVE RETURN POINTS WON 11/25 (44%)3/5 (60%) BREAK POINTS CONVERTED 0/0 (0%)S7/19 (37%) NET POINTS WON 14/17 (82%)20 WINNERS 2311 UNFORCED ERRORS 1843/62 (69%) SERVICE POINTS WON 35/64 (55%)29/64 (45%) RETURN POINTS WON 19/62 (31%)72/126 (57%) TOTAL POINTS WON 54/126 (43%)208 km/h MAX SPEED 202 km/h195 km/h 1ST SERVE AVERAGE SPEED 182 km/h157 km/h 2ND SERVE AVERAGE SPEED 151 km/h LEGGI TUTTO