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    Shelton, ostacoli e tensioni

    Ben Shelton (foto Getty Images)

    Chi si aspettava che Bel Shelton, dopo lo splendido Australian Open disputato a gennaio, fosse il vero “crack” pronto ad esplodere e travolgere di fisicità e prepotenza i piani alti del tour non aveva fatto i conti con l’aspetto più duro della crescita tennistica: quello che potremo chiamare “effetto scala”. Eccetto rarissimi casi, e proprio per questo epocali, arrivare tra i grandi della disciplina con un decollo rapidissimo in linea retta, senza cadute o momenti di incertezza, è quasi impossibile. Ancor più nel tennis del 2023, nel quale la componente agonistica e mentale è estremizzata da una competizione mediamente feroce.
    Torniamo ai fatti. Ben Shelton da diversi mesi fa notizia non per quel sorriso travolgente o schemi offensivi a tratti brutali per forza e velocità, ma per le sconfitte. Il 20enne di Atlanta infatti dopo lo straordinario AO23, suo primo torneo disputato al di fuori degli amati States, non ha confermato la stessa qualità e forza in campo, incappando in molte sconfitte e poche vittorie importanti. Da febbraio, non ha più vinto a livello ATP due partite di fila, deludendo soprattutto su erba e sintetico, le superfici dove per caratteristiche tecniche dovrebbe eccellere. Il miglior “scalpo” ottenuto da febbraio è quello di J.J. Wolf al Queen’s, poi diverse sconfitte contro avversari di buon livello, ma che teoricamente sembravano battibili.
    L’aspetto più interessante che accomuna la maggior parte delle sue battute d’arresto – e che spiega a che punto della sua formazione sia – è l’incapacità di gestire la pressione del momento con una trama di gioco solida, non estemporanea o aggrappata a soluzioni a rischio troppo elevato, e quindi percentualmente perdente. L’esempio perfetto viene dalla sconfitta patita ieri al 500 di Washington, per mano del giovane cinese Jungchen Shang. Il giovanissimo asiatico trapiantato in Florida era in un’ottima giornata, sentiva bene la palla, serviva bene ed era piuttosto continuo; Shelton alternava fiammate micidiali e momenti di pausa. Terzo set, regge l’equilibrio, entrambi servono bene. Ben si ritrova a servire sul 4-3 per Shang. 30-15. Forza malamente un diritto, su di una seconda di servizio. 30 pari. Tensione massima. Shelton accelera la operazioni, troppo. Dopo aver tirato lunga di 30 cm buoni la prima di servizio, gioca subito la seconda, un gran kick, ma la palla non è in campo. Un doppio fallo mortale, che consegna al rivale la chance di andare a servire per il match. Ben torna al servizio, da sinistra, il suo angolo. Cerca una botta esterna, ma non entra di nuovo. La seconda stavolta è ben piazzata, può colpire da una posizione di vantaggio ma colpo successivo è largo, e non di poco. Un attacco tatticamente senza senso, che è sembrato più una fuga che un’aggressione a provocare un colpo difficile del rivale. Break, e addio partita. Non è la prima volta che Shelton lotta ma finisce per gestire male fasi del genere. E Sheng l’aveva affrontato la scorsa settimana ad Atlanta, quindi sapeva più o meno cosa aspettarsi.
    È questo un aspetto su cui il nuovo coach, papà Brian, dovrà lavorare tanto e bene. Soprattutto perché nel formidabile Australian Open giocato da Ben, primo Slam in carriera, e anche durante l’estate-autunno dell’anno scorso nei Challenger in America, Ben brillava proprio per la freddezza e sfrontatezza con la quale affrontava i momenti delicati. Proprio lì l’osservatore attento pensava “occhio, questo ragazzo ha qualcosa…”, perché giocarsi di petto, di forza, di cattiveria agonistica e aggressività ogni fase delicata è propria del campione, di quello che nella difficoltà moltiplica la forza fisica e mentale. Questo sembrava il vero “winner” di Shelton, non il servizio o altro. Da qualche tempo invece questa qualità straordinaria di affrontare i momenti clou sembra un po’ offuscata.
    Che succede quindi? Semplicemente Shelton sta affrontando e vivendo situazioni per lui nuove. Aspettative, degli altri e da se stesso. La necessità di vincere per salire ancora. Il dover affrontare avversari che ora ti conoscono e voglio battere uno dei possibile campioni del futuro. Una tensione diversa da quando giocava solo col sorriso e quella spacconeria giocosa che aveva fatto innamorare molti del suo gioco fisico, offensivo, a tratti spettacolare.
    Niente è perduto, anzi. È un passaggio obbligato. Solo pochi predestinati sono riusciti a saltare a piè pari queste situazioni, arrivando in un amen al banchetto dei migliori. Per gli altri giovani forti ma non così baciati dagli Dei, beh, sudore e lacrime dopo sconfitte che si potevano evitare.
    Nel frattempo, Shelton può apprendere dai suoi errori. Può accumulare dentro di sé momenti e situazioni che mille e più volte si ritroverà a gestire. Rivedere le partite, rivivere questi sentimenti, paure e tensioni, per incanalare nuove risorse in un gioco sì offensivo ma un filo meno spericolato. Meglio se abbinando varie migliorie tecniche, come il controllo col diritto in accelerazione, la risposta bloccata, uno slice di rovescio decisivo a portarlo verso rete. La crescita nel tennis è un processo a scale, e non tutti i gradini hanno la stessa altezza. Anche Ben avrà il suo bel da fare… ma la sensazione è che, mangiando polvere e riflettendo in modo positivo su correttivi e migliorie, arriverà.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    ATP 500 Queen’s: Musetti supera Shelton in tre set con un’ottima prestazione, vola nei quarti

    Lorenzo Musetti (foto Getty Images)

    Essere allo stesso tempo solidi e creativi non è affatto facile, ancor più sull’erba con le sue peculiarità, ma quando ci si riesce il risultato è un tennis spettacolare e, tendenzialmente, si vince. Questo il mantra di un ottimo Lorenzo Musetti, aggressivo e davvero continuo, sempre più a suo agio anche sui prati. Con una prestazione di alto livello il toscano sconfigge Ben Shelton nel primo incontro di giornata sull’erba del Queen’s Club, 6-4 4-6 6-4 lo score conclusivo dopo 2 ore e 11 minuti, un successo che gli apre le porte dei quarti di finale per la seconda settimana consecutiva dopo il 250 di Stoccarda. È stata una partita di alto livello tecnico e costellata da molti scambi di qualità, girata su soli tre break (uno per set), nella quale Lorenzo è partito bene e ha condotto il gioco, fino al momento di tensione – sotto la notevole spinta dell’avversario, cresciuto a dismisura – nel rush finale del secondo set, con la prima di servizio che non l’ha aiutato nel game. Nel terzo parziale Musetti è stato bravissimo a giocare con pazienza e nervi saldi i primi giochi, nei quali Ben sulla spinta del secondo set vinto era a tratti irresistibile, ritrovando la prima di servizio e capitalizzando un passaggio a vuoto del 20enne statunitense sul 2 pari, senza poi concedere chance di riaprire l’incontro al rivale. Davvero una bella vittoria, soprattutto per come è arrivata e contro un avversario ancora acerbo ma con un potenziale enorme su erba. Lorenzo nei quarti aspetta il vincente della sfida tra Peniston e Rune.
    “È stato davvero difficile rispondere al suo servizio. Ho avuto delle palle break che non sono riuscito a sfruttare e quindi è stata dura, ho lottato e sofferto. Ho cercato di essere paziente e questa è stata la chiave del mio successo. C’era pressione certo, ma sono riuscito a controllare le emozioni. Ho lavorato molto per gestire queste situazioni e sono molto felice di aver giocato così bene oggi”, così Lorenzo a caldo dopo il successo. Parole lucide che spiegano piuttosto bene come sia arrivato la vittoria dell’azzurro. Intanto ha servito bene, e questa è sempre più la conditio sine qua non per esplodere tutto il suo talento, ancor più con i tempi di gioco rapidi imposti dalla superficie erbosa. Ha chiuso con il 62% di prime palle in campo, ricavando il 77% dei punti e un ottimo 63% sulla seconda, segnale di come abbia gestito e governato bene i suoi turni di battuta.
    Nei suoi game, “Muso” è stato bravissimo a non temporeggiare, praticamente mai ha tirato un primo colpo interlocutorio dopo il servizio, prontissimo a spingere col diritto e tagliare col rovescio. Shelton è un atleta formidabile, che appena avrà immagazzinato un po’ di esperienza sulla superficie potrà diventare un vero incubo, ma ancora è evidente come non sia sciolto quando è costretto a rincorre e soprattutto cambiare direzione all’improvviso. Per questo Musetti è stato bravissimo a muoverlo il più possibile, con palle rapide ma discretamente sicure, non regalando quasi niente (la miseria di 5 errori, contro i 16 dell’avversario) e costringendolo spesso a contro piedi mortali. Un altro dato da sottolineare sono i 17 vincenti su 28 discese a rete, conferma di come sia stato offensivo e pronto ad avanzare nel campo per raccogliere le prime rimesse più corte di Shelton, bravissimo a tirare a tutta, un po’ meno a contenere per riprendere posizione.
    Proprio la parola posizione è una delle chiavi del suo successo. Abbiamo rimproverato a Lorenzo – un numero imprecisato di volte – la tendenza a giocare troppo dietro. Su erba non te lo puoi permettere, devi essere rapido di piedi e di pensiero per aggredire la palla per primo, creando, variando, ma anche sbagliando poco. Serve razionalità ed applicare schemi che percentualmente ti possono portare in posizione di vantaggio. Può sembrare scontato, ma per un “Musetti”, il creativo per eccellenza, non lo è affatto. Ancor più affrontando un super servizio come quello di Shelton, poiché subire un break equivale a perdere un set… Bravo è stato Lorenzo ad applicare schemi rapidi, efficaci, razionali, pur senza deprimere e cancellare quella creatività che lo contraddistingue. Nel terzo set, una volta in svantaggio, Shelton ha preso rischi enormi anche in risposta, ma l’azzurro l’ha contenuto attaccando, e negli ultimi due game è andato a prendersi di volo e in avanzamento una manciata di punti decisivi, di enorme difficoltà, senza tremare.
    Ultimo aspetto, la mobilità in campo. Partita dopo partita, Lorenzo sembra sempre più a suo agio nel correre e colpire d’anticipo anche sui prati. Con quel braccio il suo potenziale su erba è sterminato, perché può difendere ed offendere se il servizio lo sostiene. Questo Musetti “da erba” piace assai…
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    Shelton alza la prima palla del match, sotto un bel sole a Londra. Gran servizio, poi un serve and volley perfetto, Ace… tutto il meglio del suo repertorio già in mostra nei primi punti. Non è facile per Musetti rispondere e cercare di iniziare lo scambio. Ben vince a 15 il suo primo game, lo segue ottimamente Lorenzo, sicuro con la prima palla e veloce nel fare un passo avanti per spingere col diritto. Il match s’infiamma nel terzo gioco. La battuta del 20enne americano non gli porta punti gratis, e pure col diritto commette due errori gravi, per il 30-40, prima palla break per l’azzurro. Sfortunato Musetti, un passante splendido lungo linea di diritto è chiamato IN dal giudice di sedia, ma il “falco” la vede OUT. Molto aggressivo in risposta Lorenzo, e nello scambio in quest’avvio non c’è gara tra i due. Non sfrutta altre due palle break “Muso”, ma la quarta è quella giusta: sulla seconda palla impatta una solida risposta e quindi tocca un “passantino” cross di diritto che sorprende il rivale. BREAK Musetti, 2-1 e servizio, e poi 3-1 con un eccellente game al servizio, nel quale controlla lo scambio e mette in difficoltà l’avversario con dei lungo linea che costringono Shelton a muoversi negli angoli e mettono in evidenza i suoi limiti difensivi. 17 minuti di gioco, Musetti sontuoso. Ben ritrova la prima di servizio, con delle curve slice davvero complicate da gestire, ma anche Lorenzo continua a macinare un ottimo tennis, rapido, con tante variazioni e praticamente zero errori gratuiti. È bravo il toscano a rimontare un pericoloso 0-30 servendo sul 3-2, consistente nel passante a punire gli attacchi – un po’ spericolati – dello statunitense e molto efficace col diritto dal centro dopo aver piazzato una buona prima esterna. Si scorre sui turni di battuta, l’azzurro serve per il primo set sul 5-4. Nel primo punto viene fuori tutta la manualità e sensibilità di Musetti, incluso un back di diritto che può apparire banale ma invece ha un effetto fantastico, con la palla che resta bassa e manda il crisi Shelton. Rischia un S&V inefficace sul 30-0, ma si riprende subito con un gran recupero in corsa di diritto che sorprende l’americano, lento nel correre avanti. Chiude in bellezza con un Ace al T al primo set point, 6-4. 86% di punti vinti con la prima e un eccellente 73% con la seconda, nessuna palla break concessa.
    Secondo set, Shelton to serve. Alza al massimo la velocità, commette un doppio fallo ma poi 2 Ace (uno a 141 mp/h che alza una nuvola di gesso, imprendibile). Anche Musetti continua a gestire con grande efficacia i suoi turni di servizio, è molto preciso col diritto e prontissimo ad avanzare. È assai più sciolto rispetto alla scorsa settimana, nei colpi ma anche nella corsa sul campo, e questo fa enorme differenza. Ben non è preciso in risposta, si prende fin troppi rischi, Lorenzo ringrazia e impatta 1 pari con l’ennesima ottima accelerazione col diritto cross dal centro. Un’esecuzione che Shelton contiene con difficoltà costretto ad allungarsi col rovescio. Il parziale avanza velocissimo, sui turni di servizio, con lo statunitense a tratti imprendibili con la prima palla e davvero veloce nell’avventarsi di volo (incluso una sorta di “slam dunk” degno della NBA). Dopo soli 22 minuti lo score è 3 pari. Lorenzo vince il primo punto del settimo game, uno scambio rocambolesco nel quale si vede l’enorme differenza di manualità tra i due. Poi l’azzurro inchioda il rivale nell’angolo, 0-30. Prima occasione in risposta nel set. Shelton si “incarta” totalmente su di un lob di Musetti, retrocedendo e quindi provando una sorta di attacco in back che vola via di metri. 0-40! Tre palle break per l’azzurro. Lunga la risposta di Lorenzo sulla prima, quindi un ottimo tocco sulla rete di Ben, ad annullare la seconda. Scappa via anche la terza, con una curva esterna di servizio terrificante per velocità ed angolo. Cinque punti di fila, e 4-3 Shelton, unico rimpianto per Musetti quella risposta lunga sulla prima chance, ma non era certo una risposta comoda. Lorenzo è bravo nell’ottavo game a contenere l’impeto dell’avversario, che sull’onda del momento positivo tira tutto a tutta. Perfetto il punto giocato sul 30 pari: sposta Ben, prima a destra, poi a sinistra e via avanti a solleticare il passante di Shelton. 4 pari, si entra nel rush finale del set. Il 20enne è praticamente ingiocabile al servizio, più complicato il decimo game per l’azzurro. Sul 15 pari di butta avanti ma sbaglia una volée non facilissima. 15-30, a due punti dal set Shelton. Ottima prima da sinistra, per il 30 pari, ma poi Musetti non chiude sulla rete, con un lob ottimo di Ben, che poi infila un diritto lungo linea imprendibile. Set point Shelton! Si salva Lorenzo con una prima palla potente al corpo del rivale. Ben ha guadagnato spazio in campo, i suoi colpi sono più profondi, chiude lo scambio con un’ottima palla corta. Secondo Set point Shelton. Non entra la prima palla all’azzurro, comanda col diritto Ben e trova grande profondità, provocando l’errore del toscano. 6-4 Shelton, bravo a sbagliare di meno e salire di livello, soprattutto al servizio, e giocare in modo super aggressivo nel decisivo decimo game, dove invece Lorenzo è stato un po’ passivo e abbandonato dalla prima nel momento decisivo.
    Terzo set, Shelton ha il grande vantaggio di iniziare alla battuta, e inizia alla grande, estremamente sicuro con i suoi colpi (incluso il 10esimo Ace dell’incontro), sempre più a suo agio nella copertura del campo. 1-0. Musetti argina l’esuberanza dell’americano ritrovando efficacia con la prima di servizio, 1 pari. Ben a tratti è incontenibile, tra prime palle esterne precise, una volée alta da manuale e pure una bordata di diritto a velocità da autovelox, è davvero salito molto. L’unica chance di Lorenzo è anticipare le mosse aggressive del rivale, attaccando per primo, buttandosi a rete per primo, una tattica che non ama ma che riesce ad eseguire con efficacia nel quarto game, per il 2 pari. Arrivano le nuvole sul Queen’s Club, e anche un tilt al servizio per Shelton, improvviso. Due doppi falli, 0-30. Poi esegue un serve and volley disastroso, con un tocco basso di volo che nemmeno arriva alla rete. 0-40, tre palle break per Musetti! Come si salva sulla seconda Ben… a rete sulla seconda e due ottime volée, per niente facili. Niente prima palla “in” sul 30-40, e arriva una risposta spettacolare di “Muso”, polso durissimo sul rovescio, con la palla veloce in lungo linea, impossibile da rigiocare in campo di volo per Shelton. BREAK Musetti, 3-2 e servizio, bravo a capitalizzare un improvviso passaggio a vuoto del rivale, proprio quando sembrava in controllo del gioco. Forte del momento positivo, l’azzurro impatta con grande decisione, urla un “bravo Lori” su di una prima molto lavorata da destra e poi spinge “duro” col diritto, sempre in contro piede, mettendo in crisi la difesa del rivale. 4-2 Musetti, bravissimo a consolidare il vantaggio. Ben è costretto a prendersi rischi enormi per azzerare l’ottimo momento dell’azzurro, davvero efficace in risposta. A fatica Shelton resta in scia sul 3-4. Lorenzo gioca una volée di una difficoltà mostruosa sul 15 pari, toccando in diagonale col rovescio con i piedi dietro la riga del servizio. Non è l’unica, ripete la stessa esecuzione col diritto, tocca la riga e chiude con lo smash. Due giocate di un talento e difficoltà inaudite, bravo a rischiare nella fase decisiva del match. Con una buona seconda al T, carica di spin, “Muso” si porta 5-3, a un passo dalla vittoria. Shelton non molla, resta aggrappato al match sul 4-5, ora Lorenzo serve per chiudere. Un po’ teso il suo braccio, la prima non entra… e sul 15 pari anche col diritto non riesce a trovare la sbracciata vincente, per il 15-30. Finalmente ecco la prima, anzi meglio, ACE, esterno imprendibile (il terzo del match, primo del set). 30 pari. Rischia il doppio fallo, ma poi avanza col diritto e chiude, con tutte le palle nei pressi delle righe… che rischio! Ma è 40-30, e Match Point! Perde posizione in campo, è costretto a tornare indietro e così apre il campo al diritto di Shelton. Parità. Si riscatta con un bel servizio esterno e via tre passi avanti e chiudere sulla rete (18 punti su 22 discese a rete). Secondo Match Point! Cerca l’Ace esterno, gli esce di pochissimo… e doppio fallo (il secondo del match). Lavora bene col rovescio back ed esterno, Shelton non gestisce la traiettoria. Terzo Match Point! SI! ACE! Chiude 6-4, una splendida vittoria che gli vale i quarti, secondo torneo consecutivo su erba tra i migliori otto. Bravo Lorenzo ad arginare l’ottima fase del rivale nel terzo e capitalizzare il passaggio a vuoto di Ben nel quinto game. Più gioca, più migliora su erba “Muso”.

    [6] Lorenzo Musetti vs Ben Shelton ATP London / Queen’s Club Lorenzo Musetti [6]646 Ben Shelton464 Vincitore: Musetti ServizioSvolgimentoSet 3L. Musetti 15-0 15-15 15-30 30-30 ace 40-30 40-40 A-40 40-40 A-405-4 → 6-4B. Shelton 15-0 30-0 40-05-3 → 5-4L. Musetti 15-0 15-15 30-15 30-30 40-304-3 → 5-3B. Shelton 15-0 ace 30-0 30-15 30-30 40-30 40-40 A-40 40-40 A-404-2 → 4-3L. Musetti 15-0 15-15 30-15 40-153-2 → 4-2B. Shelton 0-15 0-30 df 0-40 15-40 30-402-2 → 3-2L. Musetti 15-0 15-15 30-15 30-30 40-301-2 → 2-2B. Shelton 15-0 30-0 30-15 40-15 40-301-1 → 1-2L. Musetti 15-0 15-15 30-15 40-150-1 → 1-1B. Shelton 15-0 30-0 30-15 40-15 ace 40-300-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 2L. Musetti 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 40-A4-5 → 4-6B. Shelton 15-0 15-15 30-15 ace 40-15 ace4-4 → 4-5L. Musetti 0-15 15-15 30-15 30-30 40-303-4 → 4-4B. Shelton 0-15 0-30 0-40 15-40 30-40 40-40 A-40 ace3-3 → 3-4L. Musetti 15-0 30-0 30-15 df 40-152-3 → 3-3B. Shelton 0-15 15-15 15-30 30-30 40-302-2 → 2-3L. Musetti 15-0 30-0 40-0 ace1-2 → 2-2B. Shelton 15-0 ace 30-0 40-01-1 → 1-2L. Musetti 15-0 30-0 30-15 40-150-1 → 1-1B. Shelton 15-0 15-15 df 15-30 30-30 ace 40-30 ace0-0 → 0-1ServizioSvolgimentoSet 1L. Musetti 15-0 30-0 30-15 40-15 ace5-4 → 6-4B. Shelton 15-0 30-0 40-0 40-15 df5-3 → 5-4L. Musetti 15-0 30-0 40-0 40-154-3 → 5-3B. Shelton 15-0 30-0 30-15 30-30 40-304-2 → 4-3L. Musetti 0-15 0-30 15-30 30-30 40-303-2 → 4-2B. Shelton 15-0 30-0 ace 40-03-1 → 3-2L. Musetti 15-0 30-0 40-02-1 → 3-1B. Shelton 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 40-A 40-40 40-A 40-40 40-A1-1 → 2-1L. Musetti 15-0 15-15 30-15 40-150-1 → 1-1B. Shelton 15-0 30-0 40-0 ace 40-150-0 → 0-1 LEGGI TUTTO

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    Sardegna Open | Ben Shelton non delude: batte Marozsan e sfiderà Zeppieri nei quarti di finale

    Lo statunitense Ben Shelton, classe 2002 da Atlanta, ha conquistato i quarti di finale del Sardegna Open (foto Francesco Panunzio)

    Fra i protagonisti del Sardegna Open, Ben Shelton era forse il più atteso ed è stato l’ultimo a giocare il suo match d’esordio, ma le aspettative del pubblico del Tennis Club Cagliari sono state ripagate a dovere. Nella sessione serale di giovedì, il 20enne di Atlanta (numero 38 della classifica Atp) ha fatto egregiamente il suo dovere contro un avversario da non sottovalutare come Fabian Marozsan, conquistando con il punteggio di 6-4 7-6 la vittoria che l’ha promosso ai quarti di finale. Non è stata una passeggiata, perché l’ungherese è più abituato dell’americano a giocare sul rosso e si è visto, in particolare nella sua capacità di usare (bene) la palla corta e reggere lo scambio lungo, ma nei momenti decisivi la differenza fra i due si è vista. Come dal 6-4 per Marozsan nel tie-break del secondo parziale: sul primo set-point Shelton è stato freddo servendo un ace, mentre sul secondo il rivale ha fatto un pasticcio col dritto in uscita dal servizio, regalando la parità. Un nuovo errore grossolano di Marozsan ha poi dato il primo match-point a Shelton, prontamente convertito con una volèe vincente. Sarà quindi lo statunitense l’avversario nei quarti di finale di Giulio Zeppieri, ultimo italiano in corsa in Sardegna. L’appuntamento è per la sessione serale (dalle 19.30), ma al Tc Cagliari il programma del venerdì scatterà già alle 11, con vari match di alto livello. Ulteriori informazioni sul sito www.sardegnaopen.com e sulla pagina Instagram @sardegnaopen.
    TUTTI I RISULTATI DI GIORNATASingolare. Secondo turno: Giulio Zeppieri (Ita) b. Mattia Bellucci (Ita) 6-2 6-0, Laslo Djere (Srb) b. Jozef Kovalik (Svk) 6-4 6-2, Taro Daniel (Jpn) b. Mackenzie McDonald (Usa) 6-2 6-3, Ugo Humbert (Fra) b. Andrea Pellegrino (Ita) 6-7 6-1 3-1 ritiro, Borna Gojo (Cro) b. Yosuke Watanuki (Jpn) 6-4 7-5, Thanasi Kokkinakis (Aus) b. Alessandro Giannessi (Ita) 6-4 6-2, Daniel Elahi Galan (Col) b. Yoshihito Nishioka (Jpn) 2-6 6-1 6-4, Ben Shelton (Usa) b. Fabian Marozsan (Hun) 6-4 7-6.
    Doppio. Primo turno: Gonzalez/Molteni (Arg) b. Caruso/Travaglia (Ita) 6-3 6-1, Demoliner/Vavassori (Bra/Ita) b. Chardy/Humbert (Fra) 5-4 ritiro.Quarti di finale: Erler/Miedler (Aut) b. Frantzen/Jebens (Ger) 7-6 6-7 10/6, Cash/Patten (Gbr) b. Bondioli/Zeppieri (Ita) 6-1 6-1, Arends/Tsitsipas (Ned/Gre) b. Lammons/Withrow (Usa) ritiro. LEGGI TUTTO

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    Shelton debutta sul “rosso” vincendo. La potenza del suo tennis è efficace anche sulla terra

    Ben Shelton dopo il successo in Portogallo

    Buona la prima per Ben Shelton all’ATP 250 di Estoril, in Portogallo. Il 20enne statunitense ha sconfitto il francese Constant Lestienne con un doppio 7-5 in un match discretamente atteso poiché il figlio d’arte statunitense era all’esordio assoluto in un torneo su terra battuta. Nonostante qualche incertezza per la totale novità e la sua solita esuberanza giovanile, che lo porta a strafare affidandosi fin troppo alle notevoli frecce nella sua faretra, è stato interessante constatare che il suo tennis potente ed offensivo si adatta piuttosto bene anche al “rosso”. Lui s’era detto estremamente fiducioso prima della sua primissima trasferta in Europa: ho lavorato in Florida su ogni superficie, sono sicuro di potermi difendere bene anche sulla terra battuta. Aveva ragione lui. Forse un po’ di strafottenza mista a incoscienza in quelle dichiarazioni, ma il match ha parlato chiaro: quel servizio mancino, la potenza del diritto, la sua fantasia imprevedibile e la capacità di aggredire il campo funzionano assai bene anche sul mattone tritato.
    Lestienne, n.63 ATP, non era certo il test più probante, ma quel ha impressionato è stato l’impatto del tennis di Shelton in rapporto alla superficie. Nel tennis attuale sul rosso è premiata l’aggressività, la forza nella spinta abbinata al saper gestire rimbalzi e rotazioni. Si poteva ipotizzare che Ben finisse fuori giri spingendo troppo palle non di ritmo; o che, non anticipando molto i colpi, potesse crollare all’indietro, assai lontano per spingere un vincente o scendere a rete, finendo a remare con metri di campo da difendere. Il primissimo incontro disputato da Shelton – sempre in rapporto al tennis ordinato ma non così potente del francese – ha spazzato via tutti questi dubbi in un batter d’occhio. Dopo qualche game un filo più titubante, condito da troppi errori, le qualità di Ben sono esplose quasi con la stessa prepotenza ammirata in Australia.
    Il servizio mancino è sempre potente e preciso, con quella curva esterna velocissima che rimbalza alta e manda in tilt la risposta, anche bimane, dell’avversario. È stato pure bravo a non affidarsi solo alla forza “bruta”, ma cercare anche effetti diversi, slice più lento incluso, e rischiare in momenti importanti la botta al centro, di pura velocità. Trovando il T molto, molto bene… Col diritto è riuscito ad esplodere controllo e potenza, perché la sua meccanica esecutiva è ottima per saltare sulla palla e spingerla di forza. Un colpo che potrà aiutarlo in modo incredibile sulla terra, poiché la palla salta ma rallenta nell’impatto col terreno, quindi per assurdo lo agevola visto che il suo gesto è abbastanza ampio e non anticipa granché. Scarica potenza in modo impressionante, trovando delle traiettorie cross micidiali, che finiscono per aprirgli il campo e incocciare il rovescio dell’avversario, mandandolo in difficoltà.
    Era interessante valutare come avrebbe affrontato la palla alta col rovescio bimane, colpo non così sicuro. Quando ha cercato la spinta, ha commesso diversi errori. È matematico che ogni avversario andrà a solleticarlo proprio lì spingendo – per i destrimani – con il diritto cross. Ma Ben è stato molto rapido nel fare un passo indietro per trovare meglio la palla, come usare con continuità il rovescio ad una mano in back. Un colpo sul quale si è destreggiato con buona mano e soprattutto usandolo come arma tattica: palla lenta per recuperare il terreno, non così lunga e bassa sul rovescio bimane di Lestienne, così impossibilitato nell’aggredirla con forza. Forse il francese non è abbastanza rapido e aggressivo nel gestire questa situazione tattica ma di sicuro Shelton, per esser alla sua prima apparizione su terra, ha usato questo schema in modo molto intelligente.
    La sua prepotenza nell’attaccare la rete si conferma un’arma temibile anche su terra. Andrà ovviamente testato contro avversari più rapidi e dotati di passanti e pallonetti più consistenti. La fisicità di Ben è straripante, ma per la sua esuberanza di sicuro esagera nella spinta come nella posizione, potrebbe essere facile preda di chi gestisce il pallonetto con sicurezza.
    È una vittoria importante perché la primissima, ottenuta vincendo di misura e andandosi a prendere i punti che contano, a-la-Shelton, con rischio e grande impeto. Lo aspettano tanti altri test, e sicuramente verrà sconfitto anche pesantemente da giocatori con altra palla e consistenza rispetto a Lestienne, immagino un Carreno Busta per dirne uno. Ma fa davvero impressione valutare quanto potenziale abbia questo ragazzone così sveglio e travolgente, alla sua prima lunga trasferta in Europa da professionista. A 20 anni è totalmente inesperto anche rispetto a tanti 17enni… ma con quelle qualità e velocità di apprendimento, beh, non sorprenderebbe affetto trovarlo avanti nei tornei su terra nelle prossime settimane…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Ben Shelton riceve una wild card per il Millennium Estoril Open e si prepara per il debutto in Europa

    Ben Shelton nella foto

    Ben Shelton, un giovane tennista di 20 anni classificato al 39° posto nel ranking mondiale, ha ricevuto una wild card per partecipare all’edizione 2023 del Millennium Estoril Open. Il giovane, che ha raggiunto i quarti di finale agli Australian Open 2023, farà il suo debutto nel torneo portoghese, che sarà anche il primo torneo della sua carriera su terra battuta e la sua prima volta in Europa.Il campione universitario degli Stati Uniti nel 2022 ha effettuato il suo primo viaggio al di fuori degli Stati Uniti a gennaio, in Australia, ma ha anche avuto l’opportunità di visitare il Messico nel frattempo. Ora farà il suo debutto in territorio europeo proprio nel più grande torneo portoghese.
    João Zilhão, direttore del Millennium Estoril Open, ha siglato l’accordo della wild card di Shelton con Tony Godsick, manager di Roger Federer che ora rappresenta il tennista statunitense. Shelton, tra l’altro, apparirà in Portogallo indossando il marchio ‘On’, di cui il pluricampione svizzero è co-proprietario. LEGGI TUTTO

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    Il tennis universitario statunitense fa grande mostra di sé a Indian Wells 2023

    Ben Shelton nella foto

    Negli ultimi anni, il livello del tennis universitario statunitense è in costante crescita e rappresenta una valida opzione per molti giovani tennisti in formazione, poiché offre la possibilità di migliorare il proprio gioco senza la pressione e l’esigenza richieste dal circuito professionistico. Ciò consente ai giocatori di mettersi alla prova e di arrivare al professionismo quando sono più maturi.
    Inoltre, sempre più giocatori internazionali scelgono di studiare e giocare nel circuito universitario statunitense, il che ha notevolmente arricchito la competizione e ha reso il titolo di campione della NCAA un importante trampolino di lancio per diventare professionisti.
    La rilevanza di questo fatto è stata evidente a Indian Wells 2023, perchè Ben Shelton, campione della NCAA 2022, Emma Navarro, campionessa della NCAA 2021 e Peyton Stearns, campionessa della NCAA 2022, sono riusciti a superare il primo turno, dimostrando l’alto livello di gioco raggiunto attraverso il loro percorso universitario. LEGGI TUTTO

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    Rune vs. Shelton, la prima sfida di una rivalità potenzialmente esplosiva

    Holger Rune (foto Abierto Mexicano)

    Ieri sera sulle sponde del Pacifico in quel di Acapulco è andata in scena la prima sfida tra Rune e Shelton. Un semplice primo turno, vinto in rimonta dal giovane danese (già top10) sull’esplosivo figlio d’arte statunitense, ma questa sfida potrebbe diventare un classico e soprattutto regalarci una rivalità scintillante con spettacolo e adrenalina a mille. Basta andare a vedere gli highlights dell’incontro (ne riportiamo alcuni da tennistv), o meglio consigliamo per chi può rivedersi l’intero match per rendersi conto di che razza di show, potenza e varietà di colpi mostrata dai due giovani giocatori. Il pubblico messicano è scattato in piedi a più riprese, esaltato da scambi mozzafiato e colpi vincenti straordinari.

    Showtime in Acapulco 🌴
    Pure magic from @holgerrune2003 and @BenShelton at #AMT2023! pic.twitter.com/zkm5bW4ItQ
    — Tennis TV (@TennisTV) February 28, 2023

    Ben-ana 🍌@BenShelton #AMT2023 pic.twitter.com/OLoChp9C2K
    — Tennis TV (@TennisTV) February 28, 2023

    The fake out 👀@BenShelton @AbiertoTelcel pic.twitter.com/EIGnzkLXlr
    — Tennis TV (@TennisTV) February 28, 2023

    Totale il contrasto di stile tra il super servizio e via avanti a tutta di Ben, senza compromessi, e la spinta poderosa, a tratti forsennata ma più ragionata di Holger, uno che costruisce il punto con una spinta delle gambe ed energia fenomenale. La maggior esperienza del danese alla fine ha prevalso, ma è piaciuto assai come Shelton abbia superato momenti di difficoltà non solo chiudendo gli occhi e tirando a tutta ma anche scegliendo schemi offensivi molto interessanti, con alcune variazioni che hanno sorpreso il rivale. Esuberanza fisica, tennis aggressivo, velocità e lotta, ci sono proprio tutti gli ingredienti affinché le prossime partite tra questi due giovanissimi possano continuare a regalare agli spettatori un grande spettacolo.
    Shelton ha salvato due set point in un emozionante tiebreak del primo set, chiudendolo a suo favore con una bordata imprendibile per 9 punti a 7. Molto equilibrato il secondo parziale, senza break e deciso in un clamoroso decimo game, nel quale Shelton vola 40-0, si fa riprendere e ai vantaggi annulla due set point, uno con una seconda di servizio a 120 mph! Rune resta lucido, risponde profondo e coglie la sua terza chance, impattando il conto dei set con un 6-4. Il terzo set si decide con l’allungo di Rune nel sesto game, fino alla chiusura in bellezza con un secondo break per il 6-2 conclusivo.
    “Sono riuscito a trovare soluzioni quando contava”, ha detto Rune dopo la partita. “Ho dovuto dare fondo a tutte le mie energie per strappare quel break alla fine del secondo set. Nel terzo set mi sentivo in grado di tenere un livello superiore e alla fine ce l’ho fatta. Penso di aver giocato bene nel complesso ed è stata una partita davvero complicata”.
    Il servizio è stato uno dei colpi chiave nel match. Il 19enne danese non ha concesso palle break nel secondo e nel terzo set, perdendo solo un punto alla prima di servizio in entrambi i set. Shelton ha vinto l’80% di punti con la prima di servizio in campo nella partita, tanto che al termine dell’incontro Holger ha esaltato la forza della battuta di Ben: “Ha un servizio pazzesco, credo sia uno dei servizi più efficaci che abbia mai affrontato. Ma lui non è solo battuta, ha un sacco di armi. Per questo sono molto contento di come ho gestito tutto mentalmente”.
    Giocare contro un big server come Shelton infatti è molto complicato soprattutto sul piano mentale, sai che se cedi un turno di battuta poi recuperarlo sarà difficilissimo. Dopo la clamorosa cavalcata agli Australian Open, Shelton si conferma tennista di altissimo livello, già pronto a battagliare alla pari con i migliori. LEGGI TUTTO

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    La diversità dei tennisti USA. Gilbert: “I nuovi giovani sono tutti diversi. Finalmente…”

    Sebastian Korda a Melbourne (foto Getty Images)

    La novità più interessante degli ultimi Australian Open è stata certamente il ritorno del tennis a stelle strisce. Alla fine il titolo è andato al più forte, Novak Djokovic, ma è indubbio che gli statunitensi dopo anni di vacche magrissime sono tornati protagonisti. Tommy Paul è giunto in semifinale, due giovani come Korda e il sorprendente Shelton nei quarti. Nonostante il deludente torneo di Taylor Fritz, considerato da molti alla vigilia uno dei possibili “underdog”, i tennisti americani hanno confermato la crescita generale del loro movimento che, anche a livello di quantità, è tornato ad essere importante. Nel ranking ATP di questa settimana infatti c’è un top10 (Fritz), altri due top20 (Tiafoe e Paul) e in totale ben 10 nei primi 50. Ancor più interessante il dato se rapportato all’età dei top50: eccetto il super veterano Isner (37 anni), gli altri sono tutti al massimo 25enni. 
    Oltre all’ottimo numero di giocatori a stelle e strisce nei piani alti della classifica, quello che è interessante sottolineare è la diversità degli stessi giocatori. Tutti tennisti piuttosto offensivi, dotati di un tennis aggressivo alla ricerca del punto vincente, ma con caratteristiche tecniche e peculiarità assai diversificate. Si va infatti dal gioco a tutto campo di Fritz a quello più estemporaneo di Tiafoe, continuando con la progressione di Paul, pulizia d’impatto ed eleganti geometrie di Korda, la continue variazioni “sotto ritmo” di Brooksby, la potenza dirompente di Shelton, la fantasia di Wolf, il super servizio di Opelka, la capacità difensiva e pressing di Nakashima. C’è davvero un po’ di tutto e questo non è affatto scontato per il tennis USA. Uno dei principali “problemi” che ha afflitto le ultime generazioni di giocatori statunitensi è stato proprio la mancanza di diversità, l’aver perseguito un solo modello di gioco: gran fisico, servizio potente e diritto pesante su palla alta. Stop. Un idealtipo che ha certamente funzionato qualche lustro addietro, quando il tennis si stava spostando verso un gioco sempre più aggressivo e di pressione da fondo campo, ma non più sufficiente dal nuovo millennio, quando i migliori giocatori al mondo sono diventati via via sempre più completi, rapidi, flessibili e pronti a passare da difesa ad attacco con un bagaglio tecnico mediamente piuttosto evoluto. Non è un caso da molti anni il tennis di vertice è Europa-centrico: tennisti cresciuti con scuole più reattive al cambiamento, con l’ausilio del tennis sul “rosso” che permette da giovanissimi di affinare meglio la tecnica dovendo affrontare situazioni di gioco meno uguali rispetto ai campi rapidi; con maestri e accademie che hanno maggiormente assecondato le peculiarità di ogni ragazzo, invece di forzarne la direzione tecnica verso un solo modello. Tutti tendono all’efficacia più che alla fantasia, ma lasciando comunque spazio alla differenziazione. Del resto, è la differenza e l’unicità che creano un crack. Un vantaggio competitivo.
    Proprio questo ha parlato Brad Gilbert, ex top10 poi coach e oggi stimato analista di tennistv. Il californiano ha confermato le parole di Shelton in merito alla sua capacità di giocare molto bene anche su terra battuta, e che mediamente i giovani tennisti statunitensi arrivati nei piani alti del ranking hanno un tennis più completo, moderno e soprattutto vario tra di loro.
    “Dopo molti anni, credo che nel 2023 e da qua in avanti potremo (tennis statunitense) fare bene anche in Europa in primavera sulla terra battuta. Prendiamo per esempio Ben: con quel servizio esplosivo, la sua forza nelle gambe e il suo movimento eccellente da fondo campo, Shelton potrebbe essere molto interessante sulla terra battuta”. afferma Gilbert.
    “Sono sicuro di una cosa, e non da oggi: i tennisti americani non sarebbero tornati ai vertici della disciplina finché non fossero diventati abbastanza bravi sulla terra battuta. Non è un discorso di vincere i tornei lì, ma per la qualità del gioco espresso. Troppi dei nostri ragazzi erano solo un servizio e un dritto. Da anni questo non basta più. Ora molti dei nostri ragazzi sono più atletici, quindi possono fare più cose. La cosa bella dei giocatori USA attuali è che giocano tutti in modo diverso. Non sono lo stesso tipo di giocatore, ed è interessante osservarli”.
    “Abbiamo avuto un lungo periodo in cui i nostri ragazzi hanno saltato quasi del tutto la stagione sulla terra battuta”, conclude Brad. “Diversi anni fa avevi forse uno o due ragazzi nei tabelloni dei maggiori tornei in Europa, erano exploit isolati. Credo che nessuno di loro si sentirà solo quest’anno, avrà altri connazionali in gara”.
    Un punto di vista interessante che conferma in pieno la nostra visione. Il tennis si è spostato sempre più verso atleti migliori, con poche debolezze importanti e capaci di rendere lungo tutto l’arco dell’anno. Per tornare ai vertici, anche il “gigante” USA ha dovuto rimboccarsi le maniche e studiare il lavoro fatto (bene) in Spagna, Italia, Francia, nelle migliori accademie e centri di allenamento di alto livello europei. Vedremo se in questa nuova generazione a stelle e strisce ci sarà finalmente un campione Slam, manca da venti anni (Andy Roddick – US Open 2003). Oltre a Fritz, è molto probabile che già alla fine di questa stagione altri tennisti statunitensi siano in top10 o a ridosso, e soprattutto protagonisti nei massimi appuntamenti.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO