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    Anche Shelton si lamenta: “Quinta settimana di fila con palle diverse, il mio braccio ora lo sente”

    La foto di Ben con le palle adottate a Paris-Bercy

    Anche Ben Shelton, astro nascente del tennis USA, si unisce al coro delle lamentele per le palle utilizzare sul tour. Oltre alla loro poca durata, la pesantezza e la scarsa attitudine ad essere spinte senza fatica e contraccolpi per le articolazioni, il loro continuo cambio di settimana in settimana è assai contestato dai giocatori. È di pochi giorni fa la durissima denuncia di Pablo Carreno, secondo cui il grave infortunio subito un anno fa dipende proprio dalle palle. Ieri è stato Shelton a lamentarsi dei continui cambiamenti di palla da un torneo all’altro.
    “Di solito non ho alcun problema al braccio, però questo – Bercy – è il quinto torneo consecutivo con palle diverse e ora sì, davvero lo sento nel braccio questa settimana” scrive l’americano in una storia pubblica su Instagram.

    Hm… Shelton on IG pic.twitter.com/8K7n1wAyQR
    — Del🇪🇺 (@Stroppa_Del) October 29, 2023

    Il numero di lamentele da parte dei giocatori è in continuo aumento. In una lunga nota di pochi giorni fa, Djokovic si era detto davvero stupito di come l’ATP, nonostante le richieste pressanti da parte dei tennisti, non abbia ancora preso in considerazione il problema ascoltandoli e cercando una soluzione. Vedremo se nel 2024 la situazione resterà ancora questa oppure ci saranno delle novità. LEGGI TUTTO

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    4 tennisti USA nella top15 ATP, non accadeva da 26 anni

    Ben Shelton (foto Getty Images)

    Il bel successo di Ben Shelton nell’ATP 500 di Tokyo, suo primo titolo sul tour maggiore, vale al 21enne di Atlanta un più quattro nella classifica mondiale che lo issa al n.15, suo best ranking. Passi da gigante per Ben, che solo 15 mesi fa era diventato professionista e agli scorsi Australian Open aveva giocato il primo torneo Pro fuori dagli Stati Uniti. Alti e bassi nella sua primissima stagione intera in giro per il mondo, ma la semifinale a US Open e i quarti a Melbourne sono risultati notevoli, ottenuti proprio negli Slam, i tornei più competitivi e importanti. La vittoria in Giappone di ieri in un ATP 500 certifica il suo ingresso nell’élite del tennis internazionale, con un potenziale di crescita pressoché sterminato.
    L’ascesa di Shelton in classifica porta a 4 il numero dei giocatori statunitensi tra i migliori 15 al mondo, insieme a Taylor Fritz (n.9), Tommy Paul (12) e Frances Tiafoe (14). È un dato curioso ma di una discreta importanza. Infatti non accadeva dal lontano 1997 che quattro giocatori USA fossero insieme così in alto in classifica. Allora gli alfieri del tennis a stelle strisce erano Pete Sampras, Michael Chang, Todd Martin e Andre Agassi.
    All’inizio di quella stagione gli statunitensi tra i top15 erano 5, con anche Jim Courier proprio al n.15, e soprattutto Pete n.1, Michael n.2, Andre n.8 e Todd n.12; poi “Big Jim” e dopo anche il “Kid di Las Vegas” persero posizioni salutando la top quindici.
    È corretto affermare che la qualità dei giocatori statunitensi 26 anni fa era nettamente superiore a quella dei migliori tennisti USA attuali. Del resto ricordando Sampras e compagnia parliamo di ben 23 titoli Slam e moltissimo altro vinto da un poker di stelle epocali, probabilmente un’epoca irripetibile per qualità e quantità, ma i fan statunitensi hanno ritrovato una serie di ottimi giocatori, e la speranza di poter vedere di nuovo un campione Slam. Sebastian Korda ha tennis per scalare molte posizioni in classifica e avvicinarsi ai migliori, e a livello quantitativo sono attualmente 9 i giocatori USA nella top 100, con un’età media di 25 anni. Erano davvero parecchi lustri che il tennis statunitense non andava così bene.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Ben Shelton: Dall’Asia all’Europa, una Stagione da Protagonista. Sfiderà Jannik Sinner a Vienna mercoledì

    Ben Shelton nella foto – Foto Getty Images

    Ben Shelton ha concluso il suo primo tour asiatico con un trionfo a Tokyo, aggiungendo un’ottima performance ai quarti di finale dell’ATP Masters 1000 di Shanghai. Nonostante questi risultati, il tennista americano non ha intenzione di fermarsi, vivendo attualmente il periodo più brillante della sua carriera. A partire da lunedì, Shelton si posizionerà al 15° posto nel ranking ATP e, senza indugi, si prepara a competere nell’ATP 500 di Vienna, in Austria.Il tennista ha confermato che mercoledì salirà in campo per affrontare Jannik Sinner nel primo turno del torneo, con l’intenzione di replicare la vittoria ottenuta contro l’italiano la scorsa settimana a Shanghai. “Ero molto impaziente di arrivare a questa parte dell’anno. All’inizio della stagione ho subito molte sconfitte premature, il che mi fa arrivare a questa fase dell’anno più riposato rispetto ad altri giocatori. Non vedo l’ora di tornare in Europa e concludere al meglio nei tornei indoor”, ha dichiarato Shelton.
    La sua recente vittoria ha anche riacceso le speranze di qualificarsi per le ATP Finals, trovandosi ora a meno di 900 punti dall’ottavo posto, attualmente occupato da Holger Rune. Nei prossimi appuntamenti, Shelton parteciperà ai tornei di Vienna, Parigi e Sofia.
    Riflettendo sul significato del suo primo titolo, Shelton ha sottolineato: “È estremamente importante, sia per me che per il mio team. Abbiamo lavorato duramente fin dall’inizio per sviluppare il mio gioco, con l’obiettivo di conquistare grandi titoli. Ultimamente sono andato lontano nei tornei, ma alla fine ciò che conta è chi vince. Coloro che mantengono un alto livello per tutta la settimana, per tutta la stagione. Riuscire a mantenere la mia concentrazione e il mio livello di gioco per cinque partite è un segno molto significativo”.Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Tokyo: prima finale ATP per Shelton, trova Karatsev

    Ben Shelton (foto Getty Images)

    Ha lottato e sofferto per 2 ore e 50 minuti Ben Shelton per venire a capo dell’ottimo Marcos Giron di quest’autunno nella semifinale dell’ATP 500 di Tokyo. Una vittoria per lui storica: domani (non prima delle 16.30 orario locale) disputerà la prima finale sul tour maggiore, affrontando il russo Aslan Karatsev.
    Il 21enne recente semifinalista agli US Open l’ha spuntata nel derby a stelle strisce per 6-7(2) 7-6(5) 6-4, bravo a mantenere la calma dopo aver perso il primo set, convertendo quattro delle otto palle break guadagnate e issandosi così all’atto finale del torneo nipponico.
    “È un risultato enorme per me e per la mia squadra, soprattutto per come è andata la partita oggi”, ha detto Shelton a caldo dopo il successo. “Sicuramente una delle partite più difficili che abbia giocato in vita mia. Marcos mi stava superando da fondo campo in quasi tutti gli scambi e ho dovuto cambiare completamente il mio gioco per avere una possibilità. Essere in grado di venire a capo di questa partita, non solo capire alcune cose ma vincerla e sbarcare alla mia prima finale ATP, rende la vittoria davvero splendida”.
    È parso provato Ben al termine del match, ma crede di esser a posto per giocarsi le sue carte domani: “Le gambe sono un po’ pesanti, ma domani saranno sicuramente a posto, sarò pronto a giocare. Penso che, se non altro, l’adrenalina mi aiuterà a superare la fatica di oggi”.

    ATP Tour final: Unlocked 🔓@BenShelton defeats Marcos Giron to reach his first tour-level final of his career in Tokyo.#kinoshitajotennis | @japanopentennis pic.twitter.com/JQFrPq3Ta9
    — ATP Tour (@atptour) October 21, 2023

    Grazie ai punti conquistati a Tokyo, Shelton è già sicuro di salire al n.17 della classifica, ma in caso di successo toccherebbe 2355 punti, superando Dimitrov e Khachanov.
    Shelton quest’anno ha brillato negli Slam, con i quarti di finale agli Australian Open e le semifinali agli US Open, ma fino al successo di oggi a Tokyo era il giocatore con la posizione più alta nella classifica ATP a non aver ancora disputato una finale sul tour maggiore. Karatsev invece disputerà la sua quinta finale ATP, la prima dopo Sydney nel gennaio 2022. L’attuale numero 50 del mondo cerca il suo quarto titolo. C’è un solo precedente, andato in scena lo scorso settembre proprio a US Open, vinse Shelton in quattro set. Ricordiamo che proprio Shelton sarà l’avversario di primo turno di Jannik Sinner all’ATP 500 di Vienna la prossima settimana. LEGGI TUTTO

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    Masters 1000 Shanghai: Sinner domina il primo set, poi cala e Shelton vince al tiebreak del terzo set. Grande partita

    Jannik Sinner (foto Getty Images)

    Ha dominato il primo set producendo un tennis fantastico a tutto campo, servendo alla perfezione e spingendo con classe e acume tattico. Un Jannik Sinner quasi perfetto. Sontuoso. Era plausibile un calo, purtroppo è andata un po’ peggio. L’azzurro è incappato in un passaggio a vuoto nel quarto game del secondo set, con soli errori gratuiti ha regalato un break a Ben Shelton, bravo a restare focalizzato nonostante la “grandinata” subita e quindi mettere il pilota automatico al servizio e tonnellate di peso in spinta col diritto. Il match si è accesso e il livello di gioco è stato altissimo, come la tensione agonistica. Durissimo il terzo set, Sinner è più affaticato ma sempre lucido nelle scelte. Annulla ben 8 palle break, trascina il parziale al tiebreak dove si ritrova sotto 0-4. Sembra finita. Sembra… Jannik non muore mai, con classe e tigna da campione rimonta fino al 5-4, ma qua Shelton è perfetto al servizio e si procura il match point sul 6 punti a 5. La prima palla tradisce Sinner, la seconda non è abbastanza ficcante e la risposta a tutto braccio dell’americano muore in campo, sui piedi dell’azzurro. La vince Shelton al fotofinish, 2-6 6-3 7-6(5) dopo oltre 2 ore e mezza di ottimo tennis, che confermano che razza di potenziale, praticamente sterminato, abbia il giovane americano, ma anche il cuore e resistenza di Sinner, bravo a tenere e controbattere con tutto quel che gli era rimasto contro un avversario più tonico fisicamente e oggi terribilmente concentrato.
    Si può affermare serenamente che Shelton ha meritato il successo. Ha tenuto mentalmente in modo incredibile, senza cedere alla furia o allo scoramento dopo il brutto avvio e al primo varco concesso da Sinner è entrato fortissimo, facendo valere il suo tennis muscolare a tutto campo che è molto più del solo servizio, colpo principe del suo repertorio. Si è preso rischi Ben, ha corso e rincorso, ha sparacchiato davvero poco e ha cercato di tenere nello scambio, portando spesso Jannik a dover forzare tanto su ritmi folli per stroncarne la resistenza. Davvero passi da gigante compiuti da Shelton in pochi mesi, il figlio d’arte è già uno dei migliori al mondo, anche come testa. Lo dimostra anche il tiebreak decisivo: vola avanti 4-0, Sinner gli gioca 5 punti uno meglio dell’altro, da campione. Poteva accusare il contraccolpo. Niente. Va a servire e tira prime palle perfette, e sul match point è un killer sportivo nell’aggredire con la risposta al corpo, senza esagerare, senza perdere la misura. Dettagli che fanno la differenza tra il buon giocatore e il campione.
    Oltre al passaggio a vuoto nel secondo set, Jannik ha un solo rimpianto: la palla break nell’ottavo game del terzo set, nella quale ha forzato i tempi dell’attacco con un rovescio lungo linea colpito senza equilibrio, senza ritmo. È un errore non da Sinner, ancor più in un match nel quale col rovescio ha giocato benissimo e si è preso punti fondamentali e tante aperture di campo. Capita, la pressione era alta, come la fatica. Alla fine è stata una grande partita, decisa davvero da una manciata di punti. Poteva vincere Jannik, ha vinto Ben. Applausi ad entrambi i giocatori, hanno dato vita alla prima sfida di quella che si preannuncia come una grande rivalità del futuro, con tutti gli elementi al loro posto per creare spettacolo e adrenalina.
    Non è facile commentare a caldo una partita che ha visto così tanti temi tecnici e tattici concentrati in due ore di gioco. C’era grandissima attesa e curiosità per vedere Beh e Jannik uno di fronte all’altro. Sinner ha dichiarato che nemmeno si erano mai allenati insieme, zero assoluto. Una prima volta che ha posto problemi tecnici importanti per entrambi, ed entrambi a loro modo sono stati bravi ad affrontarli e in parte risolverli. Il campo ha parlato chiaro: finché Sinner ha servito al meglio, come nelle splendide vittorie a Pechino su Alcaraz e Medvedev, è stato superiore a Shelton. Il primo set di Jannik è stata una sinfonia di bellezza e potenza. Con il primo colpo dopo la battuta è stato terribilmente offensivo ed efficace, discese a rete perfette (6 punti 6), risposte consistenti ogni volta che è riuscito ad acchiappare (letteralmente) la palla. Con appoggi spaziali ha generato una serie di accelerazioni di diritto splendide andando a sfidare il diritto di Shelton, inchiodandolo all’angolo e quindi via il cambio in lungo linea. Anche coach Vagnozzi lo strigliava “tienilo nell’angolo”. Era corretto, perché se mandi Ben a correre verso sinistra può fulminarti con quella sbracciata di diritto cross o lungo linea che ricorda tanto il miglior Nadal, quello offensivo ed efficacissimo, ancor più potente. Poi col rovescio Sinner ha disegnato il campo, molte chiusura in avanzamento sono state perfette. È singolare commentare così tanto buon tennis da parte del tennista… sconfitto.
    Ha perso per una manciata di punti Jannik. Ha perso perché è calato al servizio, è calato nella spinta e intensità dal secondo set. Sicuramente era anche un po’ stanco dalla cavalcata vincente di Pechino, e l’avversario al contrario dopo un inizio shock è stato formidabile nel servire come una macchina e portare l’incontro sulla fisicità più brutale. Nel terzo set la lotta è stata a tratti feroce, ma anche con grande qualità. Sinner fantastico nell’annullare tanta palle break, ben 5 in un game clamoroso. Peccato per non aver sfruttato le due chance nel terzo set, soprattutto quel rovescio in rete… e per non esser riuscito a rispondere con efficacia dal 5-4 del tiebreak. Il tennis è uno sport maledetto, una o due palle possono costarti la partita. Così è andata. Ma è giusto sottolineare la gran partita complessivamente, l’ottima partita di Sinner nonostante il calo nella fase centrale, e la straordinaria prestazione di Shelton. Ben ha molto più tennis di quel che tanti commentatori gli hanno finora riconosciuto. Sta migliorando a vista d’occhio come attitudine, senza disperdere energie fisiche e mentali in eruzioni esagerate. Sta centrando la risposta, sparacchia sempre di meno, è lucido nel trovare la prima di servizio quando ne ha bisogno. Questo ragazzo non ha ancora giocato 50 partite sul tour maggiore in carriera. Con un filo d’esperienza in più, tutti dovranno fare i conti con lui.
    Marco Mazzoni

    La cronaca
    L’atteso ottavo di finale tra Sinner e Shelton inizia con Ben alla battuta, con il tetto chiuso. Subito una risposta robusta di Jannik, il confronto tra il servizio dell’americano e la risposta dell’italiano sarà decisiva. Caldo il braccio di Sinner, risposta carica e diritto vincente sulla riga. 0-30. Shelton risponde all’aggressione con servizio esterno e diritto mancino potentissimo. Solo tre punti, già tre ottimi punti. È Jannik a vincere il primo lungo scambio, 15-40 e due palle break. Il nativo di Atlanta spara di poco largo un diritto sulla seconda, BREAK Sinner, 1-0. È un Ace il primo punto alla battuta dell’azzurro, primo complessivo del match. Un altro Ace e una ottima difesa portano Sinner sul 2-0. Un po’ falloso Shelton, accelera molto ma “sbatte” sul muro dell’azzurro. Nel terzo game lo aiuta il servizio, e poi si aiuta da solo con una volée in allungo di diritto fantastica per controllo e precisione. 2-1. Enorme la differenza tra i due nell’anticipo: Sinner lo usa per accelerare al massimo e rubare tempo e spazio, mentre Shelton impatta di potenza, come sul 30-0, un’attacco di diritto che disarma ogni possibile difesa. Funziona la prima di Jannik ed è un fulmine nell’avventarsi sulla risposta e comandare. 3-1 Sinner, con 10 prime in campo su 10 e 3 Ace. Impeccabile, e necessario per non dare tempo al rivale di caricare a tutta i suoi colpi. Jannik nel primo punto del sesto game regala al pubblico una prodezza di tocco, volée col taglio esterno stoppata fantastica, e oltre alla “mano” impressiona il miglioramento nei tempi dell’attacco. Con un gran rovescio passante cross, è 4-2 Sinner. Terribilmente sicuro nei suoi game, e servendo così è un bel problema per Ben incidere.  Il primo Ace di Shelton arriva dopo 24 minuti, a “cancellare” il primo doppio fallo. La risposta di Jannik c’è, appena ha una palla giocabile entra, forte e deciso, così Ben perde campo. Il settimo game va ai vantaggi. Splendido Sinner: risposta profonda, due passi laterali in avanti e imperiale rovescio cross, con un tempo d’impatto perfetto. Palla del doppio break! Rischia troppo Shelton, non trova il campo con la seconda palla, un doppio fallo che lo condanna al 5-2 “pesante”. Tanta esuberanza dello statunitense, ma anche poca lucidità, contro un avversario praticamente perfetto nei tempi di gioco insistere solo tirando a tutta è un’attitudine miope. Al momento di chiudere sul 5-2 la prima palla di Jannik si inceppa un po’, …ma non il rovescio. Clamoroso il vincente in salto sul 30 pari, sottolineato dalla stupore del pubblico. Con un difficile smash a rimbalzo dalla riga di fondo chiude 6-2 Sinner. Un set netto, giocato in modo impeccabile forte di un servizio mai così continuo (76% di prime in campo, vincendo 81% dei punti) e grandissimo anticipo. Shelton annichilito. È uno dei migliori set giocati da Jannik in carriera per efficacia e attitudine offensiva, e anche personalità, per far sentire chi è il più forte.
    Secondo set, Shelton to serve. A 30, con due Ace, Ben muove lo score ed è bello solido col rovescio in scambio. Regge la velocità di Jannik e si porta 0-30, primo momento di difficoltà alla battuta. Rischia a tutta un diritto a velocità folle l’americano ma gli esce, tentativo corretto visto lo score. Ritrova la prima palla Jan, e la musica cambia. 1 pari. Quando si scambia alla massima velocità sulla diagonale del diritto di Sinner, è in vera difficoltà Shelton a reggere, non taglia mai e non alza la parabola. Più efficace l’americano col servizio nel secondo set, percentuali migliori e già 4 Ace (2-1). Di nuovo Sinner si ritrova sotto 0-30 con uno smash sbagliato. Un regalo col diritto, questo vero errore gratuito in scambio, costa all’azzurro lo 0-40, tre palle break per Shelton, le prime del match. Niente, altro diritto out (terzo nel game) e BREAK Shelton. Un vero passaggio a vuoto, quattro errori senza che Ben abbia fatto niente di particolare. 3-1 Shelton. Sbuffa l’azzurro sul rovescio in rete nel quinto game, evidente la frustrazione per questo momento “no”, condito da troppi errori. Con un altro Ace esterno, Shelton vola 4-1 (parziale di 12 punti a 3). Un diritto in rete, poi un doppio fallo, 15-30 Sinner, le incertezze continuano. Un diritto ancora in rete dopo il servizio gli costa il 30-40 e palla del doppio break. Se la gioca male Ben, sparacchia una palla senza alcun senso tattico, idem nei due punti seguenti. 4-2. Ingiocabile Shelton al servizio, spara bordate nei pressi delle righe, per il 5-2. Il set incerto di Jannik è fotografato dal servizio, nettamente calato rispetto al primo set, ma con coraggio si butta avanti, fantastico il serve and volley sul 30 pari, è il decimo punto vinto a rete su altrettante discese. Resta in scia Sinner, 3-5, Shelton serve per forzare il match al terzo. Ben sceglie di servire al corpo, non vuole dare angolo in risposta. Si scrolla la mano Jannik, colpito da una pallata del rivale. Non trema l’americano, non si gioca quando serve da una mezz’ora. 40-0, tre Set Point. Sinner riesce finalmente a mettere la palla in campo e vince lo scambio. Sbaglia malamente un diritto Ben, lascia cadere troppo la palla dopo una prima fin troppo lavorata. 40-30. Fantastico Sinner, di nuovo risponde, comanda il palleggio aprendo tanto il campo col rovescio cross. Parità. S’infuria Jannik dopo aver sparato in rete la risposta su di una seconda palla giocabile. Quarto Set Point. Con un Ace micidiale, il nono del parziale, chiude 6-3. Il passaggio a vuoto nel terzo game è costato carissimo all’azzurro, calato al 63% di prime in campo e con troppi errori col diritto, colpo che nel primo set è stato perfetto.
    Terzo set, Sinner inizia alla battuta. Non un buon avvio, sbaglia i tempi dell’attacco e poca energia nello spingere con le gambe di rovescio. 15-30. Durissimo il quarto punto, la palla corre a tutta ed è Jannik il primo a sbagliare, un diritto in avanzamento. 15-40, due palle break immediate, pericolosissime visto il rendimento di Shelton al servizio nel secondo parziale. Si salva con una prima palla a 204 km/h, perfetta. Fa il pugno, fa sentire presenza. Salva anche la seconda chance, servizio e smash perentorio. Gran livello in questa fase, con la lotta accesa al massimo. Con diritto poderoso Ben strappa la 3a PB, Jannik la annulla comandando  col rovescio e chiudendo con un altro smash non comodo. Climax agonistico di Shelton, trova una risposta terrificante, e quarta chance del game per l’allungo.  Bravo Sinner, prima palla e via col diritto. La tensione è massima. Insiste nel servizio al corpo Sinner da destra, incoccia così il diritto “caldissimo” dell’americano… quinta palla break, ma per fortuna la prima palla da sinistra è perfetta. Con grande fatica ma anche grinta, Jannik vince il game più duro del match, 1-0. Nonostante una racchetta fortuita sul ginocchio (!), Jannik forza ai vantaggi il secondo game. Davvero centrato il rovescio dell’azzurro in questa fase, ottimo il cambio lungo linea che sorprendere il rivale, ma il servizio sostiene Shelton, 1 pari. Dopo la lotta, il set torna a scorrere sui turni di battuta, con Sinner tra ritrova anche un Ace (mancava dal primo set). Ha ritrovato soprattutto precisione col diritto, anticipo e profondità, il colpo che gli era costato il calo e il secondo set. Proprio col diritto suona la carica Jannik nel sesto game, due mazzate con la palla che ha un suono pieno, musica e precisione. 15-30. Si cava al buco con il servizio Shelton, 3 pari. La lotta ritorna furiosa nel settimo game. Ben risponde bene, è super aggressivo. Con un grande attacco, di fisico e strapotenza, strappa una palla break, la sesta del set. Si salva Sinner con un gran diritto inside out dopo il servizio. Chiude il game con una smorzata perfetta, chirurgica la selezione dei colpi dell’azzurro. 4-3 Sinner. Sotto la massima pressione, Jannik alza il livello. In risposta, col rovescio cross, col lungo linea di diritto. Vola in campo, attacca e si porta 15-30. Shelton si aggrappa alla battuta, forse ha lasciato troppo campo stazionando dietro in questa risposta, per il 30 pari. Bravo Jannik, lucidissimo nel risponde forte e centrale, allontanando Ben dalla riga di fondo e poi via altro diritto carico e profondo. 30-40 e Palla break Sinner! Non ne aveva dal primo set… Non entra la prima esterna… NO! Jannik sbaglia l’accelerazione di rovescio lungo linea, colpita con un po’ di fretta e poco equilibrio. Ma il diritto dell’azzurro adesso è centrato e potente, lo inchioda a sinistra e strappa la seconda PB. Prima palla a 228 km/h al centro, impossibile rispondere. 4 pari. Shelton si difende molto bene nel nono game, si difende alzando la parabola e Jannik sbaglia due colpi in spinta. Lo score fa scattare l’allarme rosso: 15-40, due palle break capitali. Granitico Sinner, annulla la prima con un bell’attacco e la seconda con un Ace esterno, il settimo. Altro Ace e poi terza smorzata vincente. 4 punti giocati con freddezza e qualità da campione. 5-4 Sinner. Ben è spalle al muro, ma ha la spalle larghissime, a zero impatta 5 pari. Anche Sinner a zero sale 6-5, pur Ben non sbanda. Il match si decide al tiebreak. Shelton si prende subito un minibreak, si butta avanti in risposta su di una seconda palla non così ficcante, ottimo lo slice. Shelton è una macchina al servizio, non si gioca, 3-0. Male Jannik, vola via un diritto all’uscita dal servizio, un gratuito dolorosissimo, 4-0. Con un gran diritto trova un punto, 1-4. Con un doppio passante, grande controllo, Sinner riprende un mini-break, si gira 2-4. Che grinta! Spinge a tutta col diritto l’azzurro, apre il campo e si prende un altro punto in risposta, 3-4. Gran rovescio cross d’attacco, rimonta completata, 4 pari. Altro super scambio, la palla corre impazzita e comanda Jannik, 5-4. Cinque punti di fila vinti con potenza e forza mentale clamorosa, da 0-4. Ora serve Ben. Sceglie ancora la traiettoria al corpo, funziona. 5 pari. Servizio perfetto al T e volée. 6-5, Match Point Shelton! Non entra la prima palla a Jannik, la risposta di diritto di Shelton è sulla riga. Game Set Match Shelton. Una vittoria sofferta, al fotofinish. Grande Ben, cresciuto a dismisura per concentrazione, bravissimo restare in partita dopo aver subito un duro primo set. Sinner è calato dopo un primo set stellare, è stato bravo a restare in vita nel terzo set e rimontare nel tiebreak. È bastata una prima palla non entrata sul match point. Questa partita, di alto livello, è stata solo la prima di una nuova rivalità, appena iniziata.

    [6] Jannik Sinner vs [19] Ben Shelton (non prima ore: 12:30)ATP Shanghai Jannik Sinner [6]636 Ben Shelton [19]267 Vincitore: Shelton ServizioSvolgimentoSet 3Tiebreak0*-0 0-1* 0-2* 0*-3 0*-4 1-4* 2-4* 3*-4 4*-4 5-4* 5-5* 5*-66-6 → 6-7B. Shelton 15-0 30-0 30-15 df ace6-5 → 6-6J. Sinner 15-0 30-0 40-05-5 → 6-5B. Shelton 15-0 30-0 40-0 ace5-4 → 5-5J. Sinner40-A 0-15 15-15 15-30 15-40 30-40 ace 40-40 ace A-40 ace4-4 → 5-4B. Shelton 0-15 15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 40-A 40-40 A-404-3 → 4-4J. Sinner15-15 15-30 30-30 30-40 40-40 A-403-3 → 4-3ServizioSvolgimentoSet 2ServizioSvolgimentoSet 1

    Tennis Match Statistics: Sinner vs Shelton

    Sinner vs Shelton

    Statistic
    Sinner
    Shelton

    ACES
    8
    15

    DOUBLE FAULTS
    1
    4

    FIRST SERVE
    71/97 (73%)
    74/101 (73%)

    1ST SERVE POINTS WON
    49/71 (69%)
    54/74 (73%)

    2ND SERVE POINTS WON
    14/26 (54%)
    13/27 (48%)

    BREAK POINTS SAVED
    9/10 (90%)
    3/5 (60%)

    SERVICE GAMES PLAYED
    14
    15

    RETURN RATING
    132
    94

    1ST SERVE RETURN POINTS WON
    20/74 (27%)
    22/71 (31%)

    2ND SERVE RETURN POINTS WON
    14/27 (52%)
    12/26 (46%)

    BREAK POINTS CONVERTED
    2/5 (40%)
    1/10 (10%)

    RETURN GAMES PLAYED
    15
    14

    NET POINTS WON
    28/33 (85%)
    26/41 (63%)

    WINNERS
    31
    36

    UNFORCED ERRORS
    13
    9

    SERVICE POINTS WON
    63/97 (65%)
    67/101 (66%)

    RETURN POINTS WON
    34/101 (34%)
    34/97 (35%)

    TOTAL POINTS WON
    97/198 (49%)
    101/198 (51%)

    MAX SERVICE SPEED
    213 km/h132 mph
    230 km/h142 mph

    1ST SERVE AVERAGE SPEED
    192 km/h119 mph
    201 km/h124 mph

    2ND SERVE AVERAGE SPEED
    153 km/h95 mph
    179 km/h111 mph LEGGI TUTTO

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    Cahill: “Il tour ha bisogno di gente come Kyrgios e Shelton”

    Darren Cahill, coach di Jannik Sinner

    Darren Cahill ha partecipato al podcast Advantage Connors, il programma radio di Jimmy, molto seguito negli USA, soffermandosi in particolare sul connazionale Nick Kyrgios (quest’anno praticamente inattivo, eccetto una fugace apparizione su erba) e su Ben Shelton, rivelazione dell’ultimo US Open e grande promessa del tennis statunitense. Per l’allenatore di Jannik Sinner, Nick e Ben sono due enormi valori aggiunti per l’ATP Tour, con il loro carattere e tennis molto personale spostano l’interesse e spingono la gente ad andare negli stadi. Riportiamo alcuni passaggi del pensiero di Darren.
    “Quando lo vedi giocare può darti la sensazione che non gliene freghi niente. In realtà è esattamente l’opposto. Lo puoi capire da come parla con il suo box nel corso delle partite, per come cera di ricevere supporto. Abbiamo bisogno di lui, che torni presto a giocare. Il tennis è più grande di qualsiasi giocatore, ovviamente, ma la sua assenza è una perdita per lo sport. Quando gioca bene e si sente a posto fisicamente, porta molto in ogni torneo a cui gioca. Quindi gli auguro solo il meglio. Spero che si riprenda e speriamo di rivederlo molto presto”, conclude Darren su Kyrgios.
    Il discorso quindi vira quasi naturalmente su Shelton: “Ben è come Kyrgios. Ti piace Kyrgios? Ti piace Ben? O invece lo odi? Non mi interessa, sul tour porta qualcosa di diverso e la gente per loro si muove, compra un biglietto per vederli giocare, sono diversi. Ben porta vera gioia in quello che fa in campo, non ha paura, non gli importa contro chi gioca. Mi piace il suo atteggiamento, ha energia e la gente lo sente e vive insieme a lui in campo. Penso che il fatto che Djokovic lo abbia un po’ preso in giro imitando la sua esultanza sia stato incredibile, è il segnale di quanto sia dirompente la presenza di Ben. Non puoi avere dei robot sul tour, è importante ci sia gente di personalità”.
    Cahill scommette su di un futuro da top 10 per il giovane americano: “Shelton è incredibilmente coraggioso nei grandi momenti del match. Agli US Open giocava per il pubblico e si divertiva. Deve adesso arrivare a produrre questi risultati settimana dopo settimana per essere un fattore tra i big e arrivare tra i primi 10. Credo che Ben sia ancora molto giovane, non è abituato, forse troppe aspettative sono cadute sulle sue spalle dopo gli Australian Open e per diversi mesi l’ha sofferto. Ora vedremo Ben migliorare costantemente ogni settimana. Penso che sia destinato ad entrare tra i primi 10 al mondo”.
    Un’investitura importante per Shelton, giocatore dal carattere e attitudine completamente diversa da quella di Kyrgios ma con una presenza attentato forte e un tennis super offensivo, carico di adrenalina. Quello che, come sottolineato da Cahill, spinge il pubblico a guardarti, sia che lo ami, sia che lo odi.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    US Open: Shelton, serve una “Mission Impossible”

    Ben Shelton (foto Getty Images)

    Il mondo del tennis aspetta con grande curiosità la prima semifinale di US Open che oppone il super campione Novak Djokovic alla novità di dirompente della stagione, Ben Shelton. Qualche numero spiega il divario abissale di esperienza tra i due: Novak è alla 47esima semifinale Slam, ha vinto 30 match consecutivi contro tennisti statunitensi (Querrey a Wimbledon 2016 l’ultimo a batterlo), è in una striscia di 10 vittorie di fila dopo la sconfitta nella finale di Wimbledon, punta a raggiungere la finale in tutti gli Slam della stagione per la terza volta in carriera (c’è riuscito nel 2015 e 2021, quando arrivò proprio a NY ad un passo dal completare il Grande Slam, superato da Medvedev in finale). Se guardiamo alla casella di Shelton, c’è praticamente un vuoto, per il 20enne di Atlanta è tutto nuovo, è alla prima semifinale Slam – è passato Pro solo 13 mesi fa -, è al primo confronto diretto contro il 23 volte campione Major serbo. Domani sarà il compleanno n.21 per l’americano, potrebbe farsi un regalo inimmaginabile se mai riuscisse a battere Djokovic e volare in finale. Sarebbe il primo tennista di casa a farcela da 20 anni, quando Roddick sorprese tutti a furia di servizi micidiali e vinse contro JC Ferrero in finale il suo primo e unico Slam in carriera. Corsi e ricorsi storici? Beh, c’è qualche affinità tra A-Rod e Ben in effetti.
    Tennisti potenti, dotati di un servizio killer come arma trainante del proprio gioco, un tennis muscolare e non così “fine”, una netta propensione offensiva, un carattere forte e un po’ sfacciato nel senso positivo del termine, gente che non si tira indietro e crede fortemente nei propri mezzi riuscendo a superare lacune tecniche a furia di mazzate ed energia. La differenza più grande tra la situazione di Roddick nel 2003 e quella di Ben quest’anno è… chi si trova al di là della rete in semifinale. Andy venti anni fa rimontò due set di svantaggio (con più di una polemica per qualche chiamata dubbia nel terzo set) a David Nalbandian, grandissimo talento argentino ma non esattamente la solidità fatta persona e tennista ancora giovane, infatti pagò non poco il contesto “caldo” del centrale, tutto ovviamente schierato alla parte di Roddick. Ben stasera a NY dovrà affrontare Mr. Record Novak Djokovic, l’uomo che a furia di un tennis percentuale limato in modo certosino sta riscrivendo i record moderni della disciplina. Quindi, pronostico chiuso a favore del serbo? La testa dice sì, Novak è nettamente favorito, ma per fortuna il tennis è uno sport che regala spesso sorprese, che non finisce mai di stupire. Cosa dovrà fare Shelton per provarci, per tentare l’impresa suprema?
    Il suo mantra è quasi scontato: servizio, servizio e ancora servizio. Tonnellate di peso su prima e seconda palla, alternando potenza e angoli, per cercare di non mettere in ritmo la miglior risposta sul tour dai tempi di Andre Agassi, anzi, forse meno esplosiva ma ancor più continua ed efficiente. Se Ben non riuscirà a servire almeno un 70% di prime palle in campo ricavando almeno il 75% di punti, o meglio l’80%, non ci sarà partita. O ci sarà solo se Djokovic sarà una versione sbiadita di se stesso, e a questo a meno di eventuali infortuni, non crediamo affatto. Roger Federer ha vinto moltissime sfide contro Djokovic, chiudendo la carriera quasi in parità negli head to head. Lo svizzero ha un tennis diverso da Shelton, assolutamente più completo, ma in pratica i numeri dicono che ogni volta nella quale è riuscito a battere il serbo ha avuto un rendimento al servizio di quel tipo, almeno il 70% di prime in campo vincendo 3 punti su 4. Se ha un tennis brillante ed offensivo e non riesci in questo, e non hai una solidità e resilienza da fondo “nadaliane”, no match.
    Servire bene non sarà nemmeno sufficiente a Shelton. Nello scambio sembra davvero difficile che il quasi 21enne figlio d’arte possa reggere il pressing continuo, asfissiante del rivale, che come nessun altro è bravo a spostare l’avversario con i suoi tempi di gioco, portarlo a giocare in posizioni scomode fino a sfinirlo, oppure infilarlo dopo averlo lavorato ai fianchi. Per farcela in risposta e mettere problemi al rivale Ben sarà costretto a tenere un’atteggiamento super offensivo, a limite del masochismo. Anche se Djokovic dovesse trovare con facilità il passante, Shelton dovrebbe continuare a pressare, attaccare, alternando bordate a tutta col suo diritto sul rovescio di Novak (e già reggere questa diagonale sarà complesso…) e quindi attaccarlo facendolo correre a destra, dove non sempre il passante del serbo è perfetto. Inoltre Novak negli anni, dal lavoro iniziato con Becker e affinato con Ivanisevic, ha costruito l’ultima parte mancante nel suo gioco, un gran servizio, poco appariscente ma terribilmente preciso. Non sarà facile per Ben rispondere bene e riuscire a mettere pressione all’avversario.
    La sensazione è che Shelton abbia davanti un’impresa quasi impossibile. Oltre al servizio, un asso nella manica potrebbe essere la sua terribile fisicità, il riuscire a spingere come un forsennato da ogni posizione del campo, magari sospinto da un pubblico che mai come oggi sarà davvero ostile a Novak, e magari innervosirlo.
    Sono davvero tanti i tasselli da incastrare alla perfezione per risolvere un puzzle davvero difficile, probabilmente troppo anche per un giovane senza niente da perdere e con il fisico, mentalità e talento di Shelton. A meno che i corsi e ricorsi storici non siano così forti da sospingerlo verso un’impresa e una finale che all’inizio del torneo sembrava un’ipotesi quasi assurda. New York è lo Slam delle sorprese. È quello dove negli anni recenti più novità sono esplose. Nelle ultime tre edizioni è stato consacrato un nuovo campione Major. Ben dovrà aggrapparsi alla battuta e un po’ anche alla cabala…
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Laver Cup: Paul, Shelton, Hurkacz e Monfils completano i team in gara a Vancouver

    Il doppio Federer-Nadal alla Laver Cup 2022 a Londra

    È stato ufficializzato il campo dei partecipanti all’edizione 2023 della Laver Cup, ricca esibizione post US Open che quest’anno andrà in scena a Vancouver (22-24 settembre). Sulla falsa riga della Ryder cup di golf alla quale si ispira, con un team Europe e un team World a contendersi il successo al termine di tre giorni di gare tra singolo e doppio, la competizione ideata da Roger Federer e lanciata nel 2017 quest’anno si giocherà in Canada e vedrà al via i seguenti giocatori:
    Team Europe:
    Casper Ruud, Stefanos Tsitsipas, Andrey Rublev, Holger Rune, Hubert Hurkacz e Gael Monfils

    Will Team Europe take back the Laver Cup title in Vancouver? pic.twitter.com/TIqKor8yV0
    — Laver Cup (@LaverCup) August 23, 2023

    Team World: Taylor Fritz, Frances Tiafoe, Felix Auger-Aliassime, Tommy Paul, Francisco Cerundolo e Ben Shelton

    Will Team World succeed in its quest to repeat as Laver Cup champions? pic.twitter.com/NeSSA82QAG
    — Laver Cup (@LaverCup) August 23, 2023

    Molti quindi gli esordienti rispetto alla scorsa stagione, la più ricca di campioni e passata alla storia come ultimo evento giocato da Roger Federer. Mancano i super big, Djokovic, Alcaraz oltre gli infortunati Nadal, Kyrgios e Shapovalov che spesso sono stati presenti all’evento arricchendolo con la propria classe e personalità. Largo a giovani (Rune, Shelton) oltre a tennisti emergenti e alla “vecchia volpe” Monfils, uno dei giocatori che più esalta il pubblico con le sue giocate istrioniche.
    Federer sarà presente a Vancouver nella serata di venerdì: Jim Courier farà da cerimoniere, con un’intervista in campo e la possibilità per gli spettatori sugli spalti di rivolgere alcune domande in diretta all’indimenticabile campione elvetico. Questa Q&A si preannuncia come uno degli happening principali di un’edizione che, onestamente, sembra un po’ in tono minore rispetto alle precedenti, con qualche nome di richiamo in meno.
    L’edizione 2022, come tutte le precedenti, ha avuto un ottimo successo, grazie agli attori protagonisti ma anche una formula che funziona coinvolgendo il pubblico in match divertenti, più “leggeri” rispetto a quelli del tour ATP ma comunque spettacolari in campo e discretamente combattuti. Sarà interessante vedere che spettacolo i protagonisti di quest’anno riusciranno a produrre e quale sarà il coinvolgimento del pubblico in tribuna e sugli spalti. Tutte le precedenti edizioni hanno riscontrato ascolti tv altissimi e grande interesse. Per il futuro e sopravvivenza di quest’evento, l’edizione 2023 sarà un test molto importante. LEGGI TUTTO