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    Jannik Sinner oggi è stato a Palazzo Chigi invitato dal Presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Binaghi su Sanremo “Se Sinner andasse a Sanremo sarebbe una grande delusione”

    L’Italia sportiva è ancora inebriata dai recenti trionfi di Jannik Sinner, il cui ritorno in patria è stato accolto come quello di un eroe nazionale. Tuttavia, l’Istituto per il Credito Sportivo (ICS) e Sport e Salute hanno presentato il “Rapporto Sport 2023”, il primo del suo genere, invitando a una riflessione più profonda sullo stato di salute del sistema sportivo italiano e sull’attività motoria nel Paese.Il rapporto, che comprende un’ampia analisi di dati, è stato presentato al Foro Italico di Roma. Nonostante l’attenzione fosse rivolta alle questioni strutturali e organizzative dello sport italiano, il discorso si è velocemente spostato sul fenomeno Sinner. Andrea Abodi, Ministro per lo Sport e i Giovani, ha sottolineato l’importanza della vittoria di Sinner non solo in termini sportivi ma anche come simbolo di eccellenza e orgoglio nazionale.
    Accanto a lui, Angelo Binaghi, presidente della Federtennis, ha espresso un pensiero sorprendente riguardo alla possibile partecipazione di Sinner al Festival di Sanremo: “Se Sinner andasse a Sanremo sarebbe una grande delusione. Perché tutti ci andrebbero, ma lui è diverso”, ha detto Binaghi, enfatizzando l’etica lavorativa e la singolarità del tennista, che lo rendono “un italiano atipico”, “un po’ migliore degli altri”. “Sarebbe certamente una grande promozione, ma io sarei deluso e meravigliato”, ha aggiunto Binaghi.
    Queste dichiarazioni hanno acceso un dibattito sul ruolo degli atleti nell’ambito della cultura popolare e sulle aspettative che la società ha nei loro confronti. Il successo di Sinner non solo ha elevato il livello del tennis italiano ma ha anche posto l’accento su come gli atleti possano influenzare, volontariamente o meno, altri settori al di fuori dello sport.
    Jannik Sinner e il presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel Angelo Binaghi sono stati ricevuti a Palazzo Chigi per una visita blindatissima. Il presidente del Consiglio Giorgia Meloni ha portato all’azzurro i complimenti a nome del Governo per il trionfo all’Australian Open, il primo Slam per un italiano in singolare maschile dal 1976. “Un’impresa degna di un vero campione” aveva scritto Meloni sul suo profilo Twitter dopo la finale vinta in rimonta, da sotto di due set, contro il moscovita Daniil Medvedev.Francesco Paolo Villarico LEGGI TUTTO

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    Angelo Binaghi: La visione Italiana per il futuro del tennis mondiale

    Angelo Binaghi è il Presidente della FIT-Padel – Foto Archivio-FITP

    Angelo Binaghi, Presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel, ha recentemente rilasciato un’intervista esclusiva a La Gazzetta dello Sport, dove ha esposto i suoi piani ambiziosi per il tennis italiano e internazionale.
    Obiettivo: Ospitare le Finali della Coppa Davis e le ATP FinalsBinaghi ha confermato l’intenzione dell’Italia di estendere il contratto per ospitare le ATP Finals per altri cinque anni, dal 2025, e ha rivelato i piani di partecipare alla gara per le finali della Coppa Davis a partire dal 2025. “Il Masters 1000 di Roma sarà il nostro punto di riferimento”, ha dichiarato Binaghi, sottolineando l’importanza di portare grandi eventi anche nel nord Italia, cuore produttivo del paese e zona di grande passione tennistica. La visione è chiara: Milano potrebbe essere la prossima città a ospitare un grande evento tennistico.
    Il Nuovo Stadio di Santa Giulia: Una Potenziale Sede per la DavisRiguardo al nuovo Stadio di Santa Giulia, attualmente in costruzione per le Olimpiadi Invernali del 2026, Binaghi ha espresso la speranza di un dialogo aperto con gli organizzatori. La Federtennis ha già dimostrato la capacità di organizzare eventi indoor di grande successo, e l’idea è quella di sfruttare al meglio le nuove strutture per eventi di prestigio come la Davis.
    La Crescita del Team Italiano: Un Successo ContinuoBinaghi ha lodato il lavoro svolto con il team italiano di Davis, evidenziando la necessità di una struttura tecnica forte e di un’organizzazione capace di stimolare le nuove generazioni. Ha elogiato giocatori come Sinner, descrivendolo come un “fenomeno”, e ha riconosciuto la fortuna nel superare ostacoli come la sconfitta contro il Canada a Bologna.
    Potenziale Inespresso e il Ruolo di VolandriSecondo Binaghi, il tennis italiano ha ancora molto potenziale da esprimere, come dimostrato dalla vittoria della Coppa Davis senza Berrettini e dalle performance al di sotto delle aspettative di Musetti e Sonego. Ha inoltre espresso fiducia nel capitano Filippo Volandri, lodandone la capacità di creare un team coeso e unito.
    Un “Supercircuito” e il Futuro dei Grand SlamInfine, Binaghi ha commentato le voci sulla creazione di un “supercircuito”, sostenendo che non vede un pericolo purché i calendari e le risorse siano gestiti con cura. Ha anche espresso il desiderio di vedere i Grand Slam adottare un approccio più dinamico, in linea con l’evoluzione del tennis moderno, favorendo così la crescita di chi ha risorse, idee e progetti innovativi.
    Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Davis Cup, un sogno diventato realtà. Una vittoria azzurra che viene da lontano…

    26 novembre 2023, l’Italia vince la Coppa Davis

    4 dicembre 1998. Io c’ero. Sembra impossibile, sembra ieri, invece sono passati quasi 25 anni… In quel freddo venerdì pomeriggio, nel grigiore di una Milano che più grigia non si può, nella pancia del Forum di Assago c’è tutta l’Italia tennistica e non solo, a supportare Andrea Gaudenzi, Davide Sanguinetti, Diego Nargiso e Gianluca Pozzi, la nostra squadra di Coppa Davis capitanata da Paolo Bertolucci. In palio la Coppa Davis 1998, col sogno di riportarla in Italia dopo l’unico successo targato ’76, quando il “braccio d’oro” di Paolo, il talento di Adriano, la sostanza di Corrado e il tocco di Tonino prevalsero a Santiago, l’unica insalatiera della nostra storia. Di fronte una Svezia non così stellare come ai tempi d’oro di Wilander & Edberg, ma c’è tanta sostanza nel tennis di Norman e nel diritto assassino di Gustafsson. Impossibile dimenticare le ore passate a sostenere lo sforzo di Gaudenzi in quel primo infinito e maledetto singolare. Andrea è tosto, Magnus ancor più. Il tendine della spalla dell’attuale Presidente dell’ATP fa crack dopo ore e ore di battaglia, sul 6 pari del quinto set, non c’era il tiebreak allora, era una Davis d’antan. Cala il silenzio, disperazione. Di fatto la nostra finale termina lì, in quel dolore di Andrea e di tutti i presenti, nel Forum o in tv. Sanguinetti vince solo 5 games contro un Gustafsson troppo forte sul rosso, anche se indoor, e poi al sabato il forte doppio vichingo fa calare il sipario. È solo l’anticipo del dramma sportivo che avrebbe vissuto la squadra italiana di Davis.
    Da lì a poco quella buona generazione di giocatori cala e vive un weekend a dir poco disastroso il 23 luglio 2000, a Mestre. L’Italia cade malamente nello spareggio salvezza per mano del Belgio dei fratelli Rochus, è la prima retrocessione nella “serie B” della Davis, eravamo l’unica nazionale ad esser stati sempre del World Group. Io c’ero, insieme al mio sconforto e alla netta sensazione che la discesa fosse appena iniziata… Nessuna risalita, anzi nel 2003 tocchiamo il fondo, crollando nel Gruppo II con una terribile sconfitta in Zimbabwe. L’inferno dura solo un anno, nel 2005 torniamo sul Gruppo I, ma bisogna aspettare fino al 2011, di nuovo a Santiago del Cile (già, proprio Santiago…) affinché la nazionale trascinata da Fognini torni nel World Group. Non molte soddisfazioni per diversi anni, solo la semifinale in Svizzera nel 2014, ma in realtà, sotto sotto, già da tempo qualcosa si muove.
    Lo spettatore che guarda il tennis in tv non se ne accorge, ma in realtà, in molti club di periferia e non, si sta costruendo pian piano un nuovo movimento. E i tempi per ottenere risultati al vertice sono lunghi. Serve lavoro, tanto, capacità e visione. Il tutto guidato dal Presidente Binaghi che è uomo di sport e manager, conosce il mondo ed è determinato ad arrivare in vetta, convinto che seminando bene, lavorando coi circoli piccoli e grandi, stimolando l’eccellenza, si possa costruire e risalire. È stato criticato, osteggiato, deriso pure, ma alla fine aveva ragione lui. Con lavoro e capacità di tanti ottimi maestri e club, con un’importante sinergia d’intenti, risolvendo problemi ed errori – tanti ne sono stati commessi, ma chi non fa niente mai sbaglia… – si è creata una base, un movimento, una mentalità di lavoro per esaltare il talento dei ragazzi. Si è costruito una serie di team vincenti, di giocatori che sono cresciuti e che, stimolandosi l’un l’altro, hanno alzato il livello generale. Molti tornei in Italia a fare da veicolo per la crescita. È sbocciato quel circolo virtuoso necessario a sostenere il talento e chi lavora bene.
    Se poi ti nasce un Jannik Sinner, e hai la bravura e fortuna di farlo crescere in un ambiente sano e dove si conosce l’alto livello come da Riccardo Piatti, si finisce per vincere. Ma sarebbe sbagliato e semplicistico relegare il trionfo di ieri a Malaga in Davis in un solo “effetto Sinner”. Non è così. Jannik è la nostra punta di diamante, è il fuoriclasse che eleva tutto il gruppo, è colui che ha talento e forza per battere il più forte dell’epoca moderna, Mr. Djokovic, nel match sul quale Nole aveva puntato tutta la parte finale del suo stellare e irripetibile 2023. E così trionfare. Sinner è decisivo, ma senza la grinta di tutta la squadra, capace di rialzarsi dal “disastro” col Canada a Bologna nei gironi a settembre, senza la pazienza di Capitan Volandri nel compattare il gruppo e far esplodere di nuovo la vivacità di Sonego, il talento di Musetti e la qualità di Arnaldi, a Malaga a giocarci la coppa non ci saremmo mai andati. Ed è ancor più corretto tornare all’inizio della gestione Volandri, con le esperienze del 2021 e del 2022, necessarie e formative per vincere oggi, e anzi, ancor più indietro…
    “Forza del gruppo, capacità di passare attraverso le difficoltà, disponibilità. Su questi punti fermi Filippo Volandri ha costruito un capolavoro in tre anni da capitano di Coppa Davis. Fin dalla sua nomina, a gennaio del 2021, i pilastri del Volandri-pensiero non sono cambiati”, così scrive l’amico e bravissimo collega Alessandro Mastroluca su Supertennis, e condivido ogni sillaba del suo pensiero. Forza del gruppo, resilienza, capacità di reazione, disponibilità. Queste sono le chiavi della vittoria di questa meravigliosa e indimenticabile Final 8 di Malaga, che non potremo mai dimenticare. Nel 2021 a Torino abbiamo perso contro la Croazia nel doppio decisivo, Fognini e Sinner hanno ceduto al fortissimo duo Nikola Mektic-Mate Pavic, i migliori. Ci fu tanta delusione, Fabio è un doppista “doc” e campione Slam col “Bole”, ma non ci fu troppa intesa con Jannik, un Sinner ancora acerbo. Però fu un’esperienza importante, anche se negativa. Formativa. Nel 2022 rischiammo di uscire a Bratislava, con Sonego e di nuovo il doppio k.o., ma quella volta fu il talento di Musetti a salvarci, e fu un’altra esperienza che ha rafforzato il gruppo. Un gruppo che poi l’anno scorso nei gironi a Bologna ha battuto una dopo l’altra Croazia, Argentina e Svezia, ed è volato a Malaga superando nei quarti il forte team USA, col capolavoro di Bolelli–Fognini su Paul-Sock. Il Canada ci superò in semifinale, col tanto discusso doppio Berrettini–Fognini, sconfitto da Auger Aliassime–Pospisil. Altro boccone amaro, e polemiche non finire, ma situazione negativa dalla quale abbiamo imparato. Solo perdendo s’impara, è la dura ma giusta legge dello sport.
    Solo vivendo esperienze, come singoli e poi come squadra, si matura, si impara, si cresce. È cresciuto Volandri nella gestione di un gruppo che ci ha portato in finale a Malaga, facendo da parafulmine mille volte, motivando tutti, dando grinta e serenità, maturando scelte difficili, con coraggio e visione. È cresciuto a dismisura Sinner, tennista che oggi, 27 novembre 2023, possiamo considerare serenamente come il miglior tennista al mondo visto che negli ultimi mesi ha battuto tutti i migliori e l’ha fatto più volte, alzando la Davis ed arrivando ad un passo dal vincere le Finals a Torino. La vittoria di Jannik su Novak in semifinale sabato è entrata nei libri d’oro come una delle imprese sportive più alte della storia dello sport italiano. Sinner è diventato leader, forte e silenzioso. Non ha risposto con classe immensa alla marmaglia che ha cercato – invano – di infangarlo, e ha fatto parlare il campo, la sua racchetta, i suoi colpi meravigliosi, che hanno fatto esplodere il tennis nelle case di tutti gli italiani come mai prima. Classe infinita. Jannik ha trascinato Sonego nei doppi, esaltandone le qualità e dandogli quella sicurezza di cui aveva bisogno per tirare fuori il suo meglio. Ha dato serenità a tutto il gruppo, capace di superare difficoltà e diventare vincente. Un gruppo che ha accolto anche Berrettini, non ci dimentichiamo del Matteo-nazionale, che vogliamo fortissimamente rivedere sparare missili sportivi dal 2024 e tornare una delle punte di diamante del nostro team di Davis. Mancava Fognini, e bene ha fatto il Presidente Binaghi ai microfoni di Sky a ricordarlo a caldo, perché Fabio ha dato tanto negli anni e si è sempre speso per la maglia azzurra.
    Io c’ero a Malaga, almeno col cuore e la penna. Abbiamo tutti insieme vissuto un’avventura straordinaria, indimenticabile, che ci ha arricchito come poche altre cose. E pazienza se questa insalatiera è un filo meno scintillante del passato… La nuova formula in fondo piace poco, ma ha reso la competizione ancor più difficile, non hai alcun margine di errore con soli tre match, uno dopo l’altro. Si può discutere quanto vogliamo, e a ragione, sul cambiarla, sul tornare almeno in parte ai match casa – trasferta che erano l’essenza della competizione, ma alla fine quando giochi con la maglia azzurra addosso, è qualcosa di unico, qualcosa che ti tocca dentro e provoca emozioni indescrivibili.
    Emozioni che i nostri giocatori hanno vissuto sulla propria pelle, in campo e panchina, e che li renderà ancor più forti e sicuri l’anno prossimo, quando in Davis saremo la squadra da battere e nei tornei del tour saremo sicuramente protagonisti. Emozioni che avremmo voluto vivere quel 4 dicembre 1998, quando la spalla di Gaudenzi fece crack e furono solo lacrime. “Nella mia vita ho sbagliato più di novemila tiri, ho perso quasi trecento partite, ventisei volte i miei compagni mi hanno affidato il tiro decisivo e l’ho sbagliato. Ho fallito molte volte. Ed è per questo che alla fine ho vinto tutto.” Parole e musica di Michael Jordan, uno dei più grandi sportivi di sempre. Beh, allora questa fantastica Davis 2023 di Malaga abbiamo iniziata a vincerla ad Assago, a Mestre, in Zimbabwe, a Santiago, a Bologna. È una vittoria che viene da lontano.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Le 10 cose che resteranno delle ATP Finals 2023

    Il Pala Alpitour di Torino (foto Marco Mazzoni)

    Le ATP Finals 2023 sono andate in archivio con il successo dell’immenso Novak Djokovic, in un’edizione che resterà legata per sempre al nome e alle imprese di Jannik Sinner. Di seguito le 10 cose che non potremo dimenticare di quest’avventura incredibile.
    1 – Non è più un sogno, è realtà. Per troppo tempo ipotizzare che un tennista italiano potesse entrare nel Gotha del tennis internazionale a giocarsi i titoli più ambiti o addirittura il vertice del ranking è stato solo un sogno, troppo ardito per rischiare di diventare realtà, quasi peccato anche il solo sussurrarlo… Il 2023 di Jannik Sinner e la chiusura della sua straordinaria stagione spazzano via ogni indugio. Sinner merita il suo posto tra i migliori, ha tutto quel che serve per restarci e migliorare ancora, andando a vincere i più grandi appuntamenti della disciplina. Non è riuscito nell’impresa di trionfare nella terza edizione delle Finals a Torino, ma ha battuto 4 top10 nel torneo, 8 di fila dallo scorso settembre. Ha battuto tutti gli attuali top 10, andando a stanarli con un tennis di altissima qualità, adattandolo anche alle esigenze. Troppo bravo. Jannik Sinner dal 2024 scenderà in campo in ogni appuntamento con l’obiettivo di arrivare fino in fondo. Non gli manca niente. Quando hai un talento come il suo puntare al massimo non è arroganza, è la normalità.
    2 – Djokovic infinito. Mai commettere l’errore di dare per morto il più grande vincente e lottatore dello sport. Jannik l’ha battuto nel girone. Quella sconfitta è stata un detonatore, ha fatto esplodere dentro di lui ancor più voglia di vincere, di rivincita. La correttezza di Sinner l’ha portato in semifinale – poteva esser eliminato se l’azzurro avesse mollato nel terzo set vs. Rune… – e negli ultimi due incontri Novak ha alzato il livello in modo fantastico, battendo il futuro della disciplina, prima Carlos, poi Jannik. Gli anni passano, per suo stesso dire saranno Alcaraz e Sinner portare avanti lo sport nei prossimi anni, ma al momento questo fantastico tiranno non ancora alcuna voglia di abdicare. Enorme.
    3 – Un torneo di qualità totale, destinato a proseguire. Le ATP Finals, giunte al terzo anno a Torino, sono una scommessa ampiamente vinta ma il Presidente Binaghi ha dichiarato che nel 2025 quest’avventura non finirà. Gaudenzi è stato più cauto sull’argomento “futuro”, pur riconoscendo che mai come a Torino le Finals sono state “abbracciate” dalla città, dal paese, da quell’amore italico che travolge e sorprende. Spalti pieni, atmosfera incredibile, una città bella come Torino che si è tirata a lucido e ha accolto tutto e tutti con una precisione e qualità assolute. Chi ha vissuto almeno una giornata delle Finals torna a casa arricchito. Speriamo che Binaghi vinca anche quest’ennesima scommessa, perché a noi il masters in Italia piace da matti…
    4 – Alcaraz col fiato “corto”. Carlos ha Torino ha esordito alle Finals e come era “classico” per il suo più noto connazionale Nadal è arrivato a fine stagione piuttosto scarico, fisicamente e mentalmente. Le similitudini tra i due grandi spagnoli non sono poi così tante, giocando un tennis completamente diverso, ma entrambi chiedono il massimo a corpo e testa, tanto che dopo US Open le loro prestazioni sono calate. Ferrero, coach di Alcaraz, ha affermato un concetto molto chiaro: “Se vuoi essere il migliore devi comportarti come il migliore ed essere professionale tutto l’anno. È quello che è e dobbiamo accettarlo. Questo è il calendario che abbiamo”. Carlos aveva parlato di una certa stanchezza dopo mesi intensi di grandi battaglie. Probabilmente nel team dell’iberico ci saranno alcuni ripensamenti e aggiustamenti, per migliorare la gestione delle energie di Alcaraz.
    5 – Occhio a Rune in salute. Ha penato per mesi con una schiena mal messa Holger Rune, ma appena è tornato a posto si è rivisto subito quell’acerrimo lottatore che può diventare una vera spina nel fianco. È servito il miglior Sinner per scrollarselo di dosso, in una partita che non valeva più niente per Jannik e che, col senno di poi, forse sarebbe stato “meglio” aver lasciato correr via. E non solo per eliminare Djokovic, ma soprattutto per risparmiare energie che in finale sono mancate. Col senno di poi non si scrivono le pagine di storia, quindi inutile continuare con altre congetture. Quel che è certo è che Rune ha dato segnali importanti di ripresa. Vedremo se il lavoro con Boris Becker porterà benefici al suo tennis, ancora un po’ grezzo in varie situazioni. Nel 2024 il danese potrebbe essere l’outsider di lusso in ogni grande torneo.
    6 – Tsitsipas, così non va. Non è uscito “benissimo” dalle ATP Finals Stefanos Tsitsipas. Che sia una persona complessa è risaputo, ma affermare nel giro di due giorni “Sto benissimo, sono pronto a competere, chi mette in giro certe voci?” e poi “Ho fatto molte visite, ho malissimo alla schiena, è un dolore che non potevo gestire” è alquanto singolare. Ma c’è qualcosa di assai ben più grave della sua brutta uscita dal torneo… Visto dal vivo, la sua palla “non va”. Non va più come nel recente passato. Diamogli il beneficio del dubbio per condizioni fisiche non al meglio, ma sono mesi e mesi che il suo tennis langue, ormai messo in crisi da moltissimi avversari, non solo dai big. Confrontato alla velocità di palla e intensità di Sinner, il gioco del greco pareva non una ma due categorie indietro. Urge ritrovare la miglior forma fisica, ma anche qualcosa di nuovo, altrimenti la carriera di Tsitsipas rischia di entrare in un crepuscolo anticipato, e sarebbe un vero peccato.
    7 – Campo veloce, spettacolo assicurato. Tutti i giocatori sono stati concordi: il campo di Torino è stato il più rapido dell’anno, anche più dell’erba. Che qualità media c’è stata nei match delle Finals? Altissima. Ci sono state partite disumane dominate solo da Ace? Nessuna. È l’ennesima conferma che le condizioni medie sul tour sono troppo, troppo lente. Velocizzare di nuovo il gioco deve essere il primo obiettivo dal 2024. Basta pantani.
    8 – Ascolti tv, il tennis “tira”. 6 milioni e 686mila spettatori per Sinner in finale. Numeri altissimi anche per gli altri match trasmessi dalla Rai nel torneo. Abbiamo il personaggio, certo, ma è forse il momento di capitalizzare tutto ciò riportando un po’ più di tennis sulla tv pubblica. Abbiamo Supertennis, che è stato uno strumento indispensabile a costruire il nuovo “boom” della disciplina in Italia, ma averlo sulla tv di stato è oggettivamente un’altra cosa. Oltretutto pare che dal 2024 quasi tutto il tennis sarà su Sky Sport, vedremo che accordi verrano trovati per la distribuzione dei tornei. Ma forse avere almeno parte degli Slam in chiaro su “mamma Rai” potrebbe essere un ritorno terribilmente gradito e importante.
    9 – Via il doppio, dentro le ragazze? È stato uno degli argomenti di discussione a Torino nelle pause tra i vari match delle Finals. Viste le disastrose condizioni affrontate dalle migliori al mondo a Cancun per le WTA Finals, e la scintillante organizzazione del Masters maschile, beh, ipotizzare una pronta fusione dei due tornei potrebbe essere un’ancora di salvataggio per il tour femminile. I doppisti potrebbero farsene una ragione, ma c’è un rischio concreto: sarebbe brutto se l’evento femminile, una volta integrato a quello maschile, passasse parimenti in secondo piano. Il pubblico probabilmente apprezzerebbe, e anche i cari biglietti per sedersi nel Pala Alpitour avrebbero un valore maggiore. Pro e Contro, ce ne sono tanti. Gaudenzi continua a parlare di maggior integrazione tra i due circuiti. Vedremo.
    10 – Voto 10 al pubblico. Sinner è stato portato per mano, con un calore indescrivibile, sino alla finale. Ma rispetto alle “medie” e tristezze a cui abbiamo assistito in passato, pochi sono stati i momenti di scorrettezza a danno degli altri giocatori con l’italiano in campo. Lo stesso Rune ha ringraziato gli spettatori a Torino, e detto da uno che praticamente ha sempre da ridire col pubblico… La speranza è che l’esempio di Sinner, la correttezza fatta persona, possa essere un veicolo per gli stessi tifosi, per vivere la disciplina con vero spirito sportivo. Calore sì, cattiveria no. Sarebbe un’altra super vittoria targata Jannik.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    ATP Finals 2023 a Torino: Successo di Vendite e la Dichiarazione di Binaghi su Arabia Saudita

    Angelo Binaghi è il Presidente della FIT-Padel

    Le ATP Finals 2023 stanno per iniziare e l’atmosfera a Torino, città ospitante del torneo, è carica di aspettativa. Angelo Binaghi, presidente della Federazione Italiana di Tennis, ha condiviso le sue impressioni sulla risposta del pubblico e le vendite dei biglietti, esprimendo grande soddisfazione.
    Secondo Binaghi, la vendita dei biglietti per il torneo ha registrato numeri eccellenti: delle 166.470 entrate disponibili, ne sono state vendute ben 160.612, raggiungendo un tasso di occupazione complessivo del 96,7%. Ciò dimostra l’entusiasmo dei fan del tennis e l’attrattiva delle ATP Finals, un evento che continua a riscuotere grande interesse a livello globale.
    Una particolarità rilevante delle dichiarazioni di Binaghi riguarda la distribuzione geografica delle vendite. Il 40,2% delle entrate è stato acquistato da spettatori internazionali, provenienti principalmente da mercati come la Svizzera, la Germania, l’Inghilterra e il Brasile. Tuttavia, ciò che ha attirato l’attenzione è stata la specifica menzione di Binaghi riguardo l’Arabia Saudita: nessun biglietto è stato venduto in questo paese.
    Questa dichiarazione assume un tono quasi provocatorio nei confronti della ATP, in riferimento ai suoi accordi con l’Arabia Saudita. La precisazione di Binaghi su questo punto potrebbe essere interpretata come una critica velata all’associazione per il suo interesse nel mercato saudita, un tema che ha sollevato discussioni e controversie nel mondo del tennis professionistico.Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    L’ottimismo e le ambizioni di Binaghi per il futuro del tennis italiano. Telefonata pacificatrice con Fabio Fognini

    Angelo Binaghi è il Presidente della FIT-Padel – Foto Archivio-FITP

    Stamattina Angelo Binaghi, presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel, ha rivelato di aver ricevuto una telefonata da Fabio Fognini che ha suscitato in lui un profondo senso di soddisfazione e gioia.
    Durante un’intervista a Sky Sport, in occasione dei festeggiamenti al Circolo Canottieri Roma per il novantesimo compleanno di Nicola Pietrangeli, Binaghi ha sottolineato la grande maturità mostrata da Fognini, malgrado le recenti polemiche relative alla sua inclusione nella lista preliminare dei convocati per la Coppa Davis. Fognini, infatti, aveva espresso il suo disappunto per la decisione, ma dopo la sua esclusione dal quintetto alla Unipol Arena, ha scelto di mettere da parte le divergenze e sostenere la squadra nazionale.La dedizione e il sostegno di Fognini alla squadra, nonostante la delusione personale, sono un segno della sua grande professionalità e dell’importanza della Coppa Davis per l’Italia. Non solo per i trofei, ma per l’eredità e la storia che porta con sé. Pietrangeli, il capitano della nazionale che ha trionfato nel 1976 a Santiago del Cile, ne è la prova vivente.
    Tuttavia, l’obiettivo di Binaghi non si ferma qui. Durante l’intervista, ha evidenziato l’importanza di avere giocatori italiani tra i primi al mondo e di cambiare la storia dello sport nazionale. Ha anche evidenziato l’importanza di superare i record di Pietrangeli e di avere nuovi campioni che possano brillare a livello internazionale.
    In un contesto più ampio, Binaghi ha messo in luce l’obiettivo a lungo termine della FITP: portare l’Italia al top nel tennis mondiale. Questo si traduce in vincere altri Masters 1000 e Slam, e avere giocatori italiani tra i primi tre o quattro al mondo. Una visione ambiziosa, ma con giocatori come Sinner, Berrettini, Musetti e Sonego, l’Italia ha tutte le carte in regola per raggiungere questi obiettivi.Infine, Binaghi ha ribadito l’importanza di guardare al futuro senza sacrificare gli obiettivi a breve termine. Mentre la Coppa Davis resta una competizione prestigiosa, l’obiettivo principale della FITP è sviluppare talenti che possano dominare la scena internazionale e portare il tennis italiano a nuove vette.Marco Rossi LEGGI TUTTO

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    Internazionali Bnl D’Italia 2023: Numeri record per spettatori, incasso e impatto economico. Binaghi e Cozzoli annunciano che, entro il 2026, il Centrale sarà rinnovato e dotato di copertura

    Angelo Binaghi è il Presidente della FIT-Padel – Foto Archivio-FITP

    Un pensiero per le popolazioni colpite dalla drammatica alluvione in Emilia-Romagna, l’analisi e i numeri della prima storica edizione con upgrade degli Internazionali BNL d’Italia 2023 e l’annuncio che, entro il 2026, il Campo Centrale del Foro Italico sarà completamente rinnovato e dotato di copertura. Questi i temi della conferenza stampa di fine evento che si è tenuta questa mattina presso la Player’s Lounge alla presenza del Presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel, Angelo Binaghi, e del Presidente e AD di Sport e Salute, Vito Cozzoli. “A Roma siamo rimasti allibiti dalle condizioni avverse del meteo ma questo è nulla a confronto della tragedia che ha colpito duramente la popolazione dell’Emilia-Romagna – le parole di Binaghi a inizio conferenza – . Come Federazione, cercheremo di fare la nostra parte: rimborseremo i biglietti acquistati e non utilizzati, per le sessioni da giovedì a domenica, dalle persone residenti nei comuni colpiti dall’alluvione. Contestualmente, interverremo in modo ancora più ingente rispetto al passato, con contributi e aiuti a sostegno delle nostre società sportive che hanno subito dei danni agli impianti e che figureranno negli elenchi dei comuni sottoposti a calamità che verranno pubblicati dal Governo”.
    NUMERI DI UN SUCCESSO – Una copertura mediatica capillare, con più di 50 Paesi e oltre 220 territori raggiunti nel mondo: l’80esima edizione degli IBI ha registrato grandi risultati, non solamente sportivi. Un’edizione che ha ulteriormente alzato le aspettative e le prospettive di quello che, di fatto, è già uno dei tornei più importanti del circuito, con una location unica al mondo, quest’anno ulteriormente ingrandita, riqualificata e accogliente. Lo studio stilato da ‘Ernst & Young’ mette in luce numeri incredibili: tutti gli indicatori, al termine del torneo, veicolano infatti segno positivo. Dai 235.469 biglietti venduti nel 2022, si è passati ai 298.000 di quest’anno, con 22,5 milioni di euro di incasso (+1.312% rispetto all’edizione 2003) La platea internazionale di spettatori che ha invaso il Foro Italico (20% proveniente da Roma, 54% dal resto d’Italia e ben il 26% dall’estero) ha consentito al torneo di generare un impatto economico totale di quasi mezzo miliardo di euro (490,7 milioni di euro, di cui 220,4 diretto, 184,6 indiretto e 85,7 indotto): un dato impressionante, visto che ottenuto senza il minimo sostegno di fondi pubblici, e sottostimato in quanto evidentemente condizionato dal meteo. “Dobbiamo ringraziare ATP e WTA che hanno creduto in noi e nella nostra joint venture con Sport e Salute – ha proseguito il n.1 della FITP – . Abbiamo sfruttato al meglio la grande opportunità che ci hanno concesso. Un grazie va alla città di Roma, al Sindaco Gualtieri e all’assessore ai Grandi Eventi, Sport, Turismo e Moda Onorato, con i quali abbiamo lavorato a stretto contatto e che ci hanno supportati costantemente. Quest’anno, come mai in passato, gli IBI sono stati davvero parte integrante della Capitale. Voglio ringraziare anche il pubblico, specie per il sold-out registrato nella piovosa giornata di ieri, quella che presentava i biglietti più cari, senza che oltretutto ci fossero italiani in campo. Questo è il segno tangibile della passione per il tennis che pervade oggi il nostro Paese. Infine, un ringraziamento ai giocatori: abbiamo avuto un torneo di livello straordinario e credo siano soddisfatti dell’accoglienza che hanno ricevuto, frutto anche degli investimenti fatti, come ad esempio quello per realizzare la nuovissima Player’s Lounge, dove ci troviamo oggi per questo bilancio conclusivo”.
    IL TETTO DELLO STADIO CENTRALE – “Innanzitutto, non posso che associarmi al Presidente Binaghi esprimendo tutta la solidarietà alle popolazioni dell’Emilia-Romagna e a questa tragedia che le ha coinvolte – ha sottolineato nel suo intervento il Presidente e AD di Sport e Salute, Vito Cozzoli – . Per quel che riguarda il torneo, è stata un’edizione nuova, rinnovata nella forma e nel contenuto. Il site è passato da 95 a 125mila metri quadrati. È stato un lavoro straordinario, realizzato in piena sinergia tra Sport e Salute e FITP. Io e il Presidente Binaghi avevamo preso degli impegni lo scorso novembre: li abbiamo tutti rispettati, nonostante il meteo non ci abbia aiutato, e il plauso dell’ATP e WTA ce ne ha dato atto. Guardando al futuro, il nostro impegno non può fermarsi qui. Abbiamo profondamente riqualificato e ristrutturato lo splendido Parco del Foro Italico, un qualcosa di unico che nessun torneo al mondo può vantare e presto il Campo Centrale verrà dotato di una copertura, così che nessun grande match debba più essere sospeso in caso di pioggia. Il progetto di fattibilità è stato aggiudicato. Si tratta di un progetto avveniristico che offrirà alla città di Roma un’arena competitiva a livello mondiale, 365 giorni l’anno, per ospitare eventi sportivi e non, di rilevanza nazionale e internazionale”. La nuova copertura renderà il Centrale il cuore pulsante del Parco del Foro Italico. Con un’attenta valutazione del suo impatto socio-ambientale, all’insegna della sostenibilità, il progetto prevede la realizzazione di una struttura che possa integrarsi perfettamente con il contesto paesaggistico e naturalistico del complesso monumentale capitolino. “A breve inizierà l’iter amministrativo – ha proseguito Cozzoli – ed entro 6 mesi arriverà il progetto esecutivo. Il cantiere durerà circa due anni e i lavori consentiranno il regolare svolgimento del torneo nella sede naturale. Il Campo Centrale avrà dunque la sua copertura entro il 2026”. Soddisfazione anche nelle parole di Elena Goitini, Amministratore Delegato BNL e Responsabile BNP Paribas in Italia: “L’edizione 2023 degli Internazionali BNL d’Italia rappresenta per noi un nuovo inizio: abbiano rinnovato fino al 2028 con FITP la nostra partnership, entrata già nel 18° anno di un cammino comune a sostegno del Torneo. Abbiamo deciso di sostenere anche il Padel per essere vicini ad uno sport in grande crescita e sempre più trasversale. E, ne siamo particolarmente orgogliosi, stiamo accompagnando la Federazione nel percorso di equiparazione dei montepremi tra giocatori e giocatrici, nella consapevolezza che il talento è oltre il genere. Tutto ciò nell’anno in cui il Gruppo BNP Paribas compie 50 anni al fianco del tennis mondiale”.
    DIGITAL REPORT: VOLANO ANCHE SOCIAL, APP E SITO WEB – In linea con gli altri dati, anche quelli relativi al comparto social denotano il successo del torneo. L’analisi dei dati dei canali social (Twitter, Facebook, Instagram, YouTube, TikTok) dedicati agli Internazionali BNL d’Italia, registra un incremento del 53,2% di visualizzazioni complessive rispetto allo scorso anno (pari a 72,5 milioni). Incremento record anche delle interazioni generate, con un +75% rispetto al 2022 (3,5 milioni). Fan e follower totali rispetto a 12 mesi fa sono cresciuti del 14,9%. 6,2 milioni le pagine viste (+56,4% rispetto al 2022) e ben 531mila gli utenti unici (+91,5% sul 2022), alcuni degli eccezionali numeri del sito web ufficiale degli IBI. Infine, l’APP dedicata al torneo ha registrato un incremento dei download del 35%. LEGGI TUTTO

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    CUPRA FIP Finals, Binaghi: “Un canale tv e investimenti su tecnici e giovani. Così faremo crescere il padel”

    Angelo Binaghi è il Presidente della FIT-Padel

    “L’inserimento del padel nella denominazione federale non deve essere formale ma sostanziale”. La conferenza stampa di presentazione delle CUPRA FIP Finals, evento in programma da oggi a domenica al Palasport Gianni Asti di Torino, per il presidente Angelo Binaghi rappresenta la prima uscita pubblica da presidente della Federazione Italiana Tennis e Padel. Oltre che l’anno della nuova denominazione, il 2023 sarà anche l’anno delle novità, e di un’ulteriore svolta per questo sport. “Per renderlo ancora più popolare, stiamo costruendo la televisione del padel – spiega Binaghi –.
    Oltre a Supertennis, ci sarà Superpadel, un progetto in fase avanzata e già deliberato in Consiglio Federale. E poi, consapevoli comunque del gap con gli altri Paesi, vogliamo provare a vincere nel minor tempo possibile. Per questo, nel prossimo Consiglio Federale discuteremo un programma di investimenti nel settore tecnico e nel settore giovanile che raccoglie l’impostazione e le idee che hanno reso il tennis italiano protagonista nel mondo e lo trasporremo nel padel. Avremo un nuovo direttore tecnico, un’attività giovanile di base, un sistema di aiuti ai migliori giovani. Creeremo tutti i presupposti affinché gli italiani forti non siano ex tennisti ma siano giocatori che si formano nel padel fin da bambini”. E, in questo programma di crescita, i tornei del circuito CUPRA rivestono un ruolo fondamentale. “Perché consentono ai nostri giovani di fare esperienza e acquisire punteggio – prosegue Binaghi –. Dopo la Spagna, siamo la nazione che organizza più tornei di questo circuito al mondo. Ma è inutile parlare di numeri di questo sport, perché ogni volta che si studiano sono già travolti da altri numeri che testimoniano la crescita del padel. Fotografate la classifica dei migliori italiani e rivediamola tra tre anni…”. LEGGI TUTTO