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    È deceduto Mike Agassi, papà di Andre

    Una foto della famiglia Agassi, con Mike insieme ai giovani figli

    Arriva dagli States la notizia della scomparsa di Mike Agassi, papà di Andre. Mike è morto presso il Nathan Adelson Hospice di Tenaya Avenue a Las Vegas lo scorso venerdì, Andre ha confermato la notizia ieri sera. Mike aveva 90 anni.
    Andre Agassi ha dichiarato che le esequie saranno strettamente private, senza aggiungere ulteriori commenti.
    Nato in Iran, Emmanuel “Mike” Agassi è stato un pugile olimpico per il suo paese ai giochi del 1948 e 1952. Dopo i Giochi, ha seguito suo fratello Samuel a Chicago. Ha cambiato il suo nome in “Mike” dopo aver completato il processo legale di immigrazione negli USA. Nel 1963 si trasferì a Las Vegas per lavorare all’hotel-casinò Tropicana. Agassi notò rapidamente che molti campi da tennis della struttura rimanevano vuoti per la maggior parte della giornata. Amava il tennis, praticandolo con scarsa tecnica da autodidatta, ma presto si offrì ai clienti per giocare con loro.
    Agassi e sua moglie, Elizabeth, ebbero quattro figli: Rita, Phillip, Tami e Andre. Mike provò ad inculcare la passione per il tennis ad ognuno di loro, con la visione di farne campioni della racchetta e multimilionari. Trovò terra fertile in Andre, particolarmente rapido e con una visione che gli permetteva di colpire già in tenera età la palla con anticipo e precisione. Questo “segnò” in modo indelebile la sua vita. Il padre lo portava continuamente su quei campi sottoponendolo a durissime sessioni di allenamento, con migliaia di palle da colpire ogni giorno sparate da una macchina (modificata per renderla ancor più temibile), che il papà ribattezzò “The Dragon”. La storia è nota in molti dettagli per coloro che hanno letto la bellissima biografia di Andre, “Open”.
    Nel tempo i rapporti tra Mike ed Andre sono stati burrascosi, tra liti, silenzi, accuse e molto altro. In “risposta” al libro Open, Mike fece pubblicare la sua versione dei fatti nel libro “Indoor”, che già dal titolo esprime forte il concetto di essere totalmente opposto alla versione del figlio.
    “Partendo da un’infanzia avversa in Iran, Mike Agassi ha letteralmente combattuto la sua strada verso l’America per crescere quattro figli straordinari, tutti giocatori di tennis d’élite e Andre che ha continuato a cambiare il gioco del tennis e della filantropia”, così ha detto di Mike il direttore della US Tennis Association del Nevada, Ryan Wolfington. “Gli sforzi di Mike Agassi come allenatore e sostenitore del tennis, profondamente appassionato dello sport, hanno ispirato innumerevoli vite. La sua caratteristica più cara, tuttavia, è il suo grande cuore per aiutare i bisognosi, qualcosa che tutti i suoi figli hanno portato avanti in modo straordinario”.
    Nel bene o nel male, Mike Agassi resta una figura importante nella formazione di Andre e quindi nella storia del nostro sport.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Archeo-Tennis: 3 settembre 2006, Agassi gioca il suo ultimo match a US Open

    3 Settembre 2006. Esattamente 15 anni, sull’Arthur Ashe di Flushing Meadows, calò il sipario sulla carriera di Andre Agassi. Grandissimo e discusso campione, passato da giovane scapestrato e conflittuale a tennista sempre più moderno e vincente, sino a trasformarsi quasi in mentore e “saggio”, assai impegnato nel sociale con la sua fondazione. Si sono scritti […] LEGGI TUTTO

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    Agassi: “Djokovic? Non sono riuscito ad aiutarlo. I social? Se ci fossero stati quando ero giovane…”

    Andre Agassi oggi

    Andre Agassi ha rilasciato un’interessante intervista al network USA CNBC, in cui parla a 360° del tennis di oggi. Tra i temi trattati dall’otto volte campione Slam, l’annoso dibattito sul migliore di sempre, lo strapotere dei social media e soprattutto un ricordo del breve periodo trascorso insieme a Novak Djokovic. Il n.1 del mondo stava attraversando una fase complicata, dopo il problema al gomito ed una crisi personale che l’aveva fatto scivolare dal trono del gioco alle retrovie. Andre cercò di sollevarlo, ma i due non trovarono un comune accordo sulla strada da percorrere.
    “La verità che è non lo stavo aiutando”, racconta Agassi, “Le mie ragioni si fondavano sul cosa fosse meglio per il suo tennis, se in qualche modo poteva ottenere il meglio da se stesso, e quindi conoscere più in profondità lui e la sua famiglia. Avevo il desiderio di aiutarlo davvero.Quello era il mio obiettivo, ma se sono sulla tua strada e sto interrompendo il tuo processo o interferendo con esso, allora è meglio che mi allontani da te. Non posso necessariamente sottoscrivere le scelte che stai facendo, quando non le condivido. Perché un rapporto di collaborazione funzioni è necessario trovare un delicato bilanciamento, ma troppo spesso ci siamo trovati a non essere d’accordo, e niente, restava solo che accettarlo, non voglio esprimere un giudizio su questo. Spero che in qualche modo la mia breve esperienza con lui gli abbia dato modo di riflettere e ritrovare la sua strada”.
    Relativamente al GOAT, Andre taglia corto, dando un parere assai condivisibile: “È diverso dire chi ha la migliore carriera, chi sta giocando al meglio, chi è il migliore. Credo che il migliore sui campi in erba sia Roger, sulla terra battuta Rafa e sui campi in cemento Novak. Nelle tre condizioni del tennis oggi, ecco chi sono i tre migliori”.
    Giocare oggi al tempo dei social media è più difficile rispetto ai suoi tempi: “Oggi con questi mezzi di comunicazione è necessario essere molto responsabili, parli direttamente e senza filtri e milioni di persone, puoi influenzare la vita della gente con quel che fai e quel che dici. Se ripenso alla mia gioventù, tutti i conflitti interiori e fasi di ribellione che ho attraversato, non ho idea di quel che avrei fatto avendo a disposizione questi strumenti… meno male che non c’erano!“.

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Tsitsipas e le parole di Agassi: “Nel tennis e in qualsiasi sport, se non ti alleni, non meriti di vincere”

    Stefanos Tsitsipas GRE, 1998.08.12

    Stefanos Tsitsipas ha dovuto superare una dura battaglia con Hubert Hurkacz per raggiungere i quarti di finale dell’ATP 500 di Rotterdam. Prevedibilmente, ne seguirà un’ altra con Karen Khachanov, ma il greco ammette che questo è il tipo di partite che gli piacciono. Molto più di quando vince facilmente.
    “Queste vittorie sono migliori di quando vinci senza sforzo. Va bene gestire lo sforzo, ma c’è una sensazione diversa quando si lotta così duramente e si lascia l’anima in campo. Porta anche più fiducia nel tuo tennis. È probabilmente la migliore sensazione nel tennis”, ha confessato il numero 6 del mondo e seconda testa di serie nel torneo olandese.

    Alla domanda sul suo ottimo inizio di stagione, il semifinalista degli Australian Open ha ricordato le parole di Andre Agassi. “Nel tennis e in qualsiasi sport, come ha detto Andre Agassi, se non ti alleni, non meriti di vincere. Sono assolutamente d’accordo. L’allenamento porta alla perfezione”, ha sottolineato. LEGGI TUTTO

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    Sebastian Korda si allena sotto lo sguardo di Andre Agassi

    Non è mai stato del tutto chiaro il rapporto professionale che Grigor Dimitrov e Andre Agassi hanno avuto, quello che è evidente però è che l’americano appare in foto con qualsiasi altro giocatore al di fuori del bulgaro. Questa mattina lo abbiamo visto in allenamento con Sebastian Korda, uno dei giocatori americani più promettenti del […] LEGGI TUTTO

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    Grigor Dimitrov si allena con Andrea Agassi

    C’è stata una grande sorpresa questa domenica a Parigi. Grigor Dimitrov, numero 10 del mondo e una stagione da dimenticare – dovrebbe lasciare la top 20 con la perdita dei punti delle Finals 2017 – è apparso in allenamento per l’ATP Masters 1000 di Parigi in compagnia di Andre Agassi, ex numero uno del mondo, […] LEGGI TUTTO