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    Horner pronto a mettere due campioni sotto contratto, per sostituire Verstappen

    I nomi dei due campioni che Chris Horner è pronto a mettere sotto contratto, per sostituire Max Verstappen.2023 Singapore Grand Prix, Thursday – Jiri Krenek – Mercedes-AMG Petronas Motorsport media

    Red Bull si appresta ad andare incontro ad una svolta epocale. Se da un lato, la separazione dalla Honda nel 2025, coinciderà con il loro debutto nel difficile mondo delle Power Unit in partnership con Ford, dall’altra il 2026 potrebbe essere l’anno della svolta anche per i piloti.
    Il divorzio da Max Verstappen e l’uscita di Helmut Marko potrebbe voler dire anche un cambio radicale delle politiche sui piloti. Per molti anni, la filosofia Red Bull ha fatto scuola: il marchio austriaco ha infatti supportato la carriera di tanti giovani talenti che poi, in massa, sono sbarcati in Formula 1 e, anche quest’anno, occupano diversi sedili sulle monoposto che prendono parte al mondiale.
    Verstappen, Tsunoda, Lawson, Hadjar ma anche Sainz e Albon sono o sono stati in orbita Red Bull. Dopo però le recenti voci che vorrebbero il divorzio del campione olandese dal “suo” team, Chris Horner si sarebbe già mosso per assicurare continuità di risultati al team, mettendo gli occhi su alcuni campioni attualmente presentiin griglia.

    Una politica diversa da quanto sempre fatto, puntando quindi su piloti di esperienza e che hanno già dimostato tutto il loro valore. Un valore vicino, se non paragonabile a quello di Verstappen. Ci riferiamo a Charles Leclerc e George Russell che Horner sogna di avere in squadra, a formare la coppia Red Bull, nel 2027.
    La decisione sarebbe anche dettata dall’attuale situazione che, sia lo scorso anno che anche in questa prima parte di stagione, ha visto il team austriaco a punti spesso con il solo pilota di punta. Perez prima ma poi anche Lawson e ora Tsunoda non sembrano in grado di reggere il confronto con il loro compagno.
    E, anche per questo, la decisione sarebbe quella di andare in una direzione molto diversa dall’attuale, senza Verstappen ma con due punte di livello molto alto, per mantenere il team ad alti livelli.
    I contatti con il pilota della Ferrari, scontento dopo l’ennesimo inizio di stagione deludente, e con Russell sono già stati avviati. Horner vorrebbe strappare un pre-contratto già quest’anno per tutelare il team da eventuali “flop” della Power Unit che sta costruendo in casa. I giochi sono solo all’inizio ma la direzione sembra ormai tracciata. LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Bagnaia provoca Marquez: “Vecchio”. Ma poi si spiega meglio

    Principio di incendio sedato in casa Ducati alla vigilia del weekend di Jerez de la Frontera, che avrà certamente come protagonista ancora le Rosse della MotoGP e molto probabilmente proprio i due alfieri, Francesco Bagnaia e Marc Marquez. La pista andalusa negli ultimi tre anni è stata il giardino di casa per ‘Pecco’, che ha vinto le edizioni del 2022, 2023 e 2024 e che conta anche sulla cabala per riaprire un Mondiale che il compagno di squadra sembra aver già blindato, grazie ad un avvio di stagione che ha sfiorato la perfezione. Una rivalità cercata e voluta dalla casa di Borgo Panigale, alla quale Davide Tardozzi ha aggiunto ulteriore pepe, definendo Marc Marquez “re” e Bagnaia “principe”. LEGGI TUTTO

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    Ferrari, svelata la clausola sul contratto di Hamilton che potrebbe spiegare il pessimo avvio di stagione

    Chiudi menuCorriere dello Sport.itCorriere dello Sport.itabbonatiLeggi il giornaleNaviga le sezioniSegui le DiretteLiveI nostri socialFacebookInstagramTwitterTelegramContinua ad esplorareContattaciFaqRSSMappa del SitoLa RedazioneEdizione DigitaleAbbonamentiFaqCookie PolicyPrivacy PolicyCondizioni generaliNote legaliPubblicitàChiudi menuCorriere dello Sport.it LEGGI TUTTO

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    Bagnaia e Marquez, è una partita a poker

    TORINO – La MotoGP ora come ora ha un solo nome: Marquez. E per Pecco Bagnaia è un incubo, perché declinato in due: Marc e Alex. Il primo leader del Mondiale grazie a 7 successi su 8 gare, con lo “zero” della caduta nel GP di Austin mentre era nettamente in testa; il secondo (staccato in classifica di 18 lunghezze) capace quasi sempre di stare in scia al fr LEGGI TUTTO

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    I motivi della crisi di Hamilton e il piano Ferrari per aiutare il pilota inglese

    Proviamo ad analizzare i motivi della crisi di quest’anno di Lewis Hamilton e il piano della Scuderia Ferrari per aiutare il pilota inglese ad uscire dalla crisi.HAMILTON Lewis (gbr), Scuderia Ferrari SF-25, portrait during the Formula 1 Aramco pre-season testing 2025 of the 2025 FIA Formula One World Championship from February 26 to 28, 2025 on the Bahrain International Circuit, in Sakhir, Bahrain – Photo Antonin Vincent / DPPI – credit: @Scuderia Ferrari Press Office

    La crisi di Lewis Hamilton è sotto gli occhi di tutti. Il sette volte campione del mondo, passato alla corte di Maranello dopo dodici anni in Mercedes, non è ancora riuscito a trovare la via per ottenere un rendimento degno del suo palmares.
    Dopo cinque appuntamenti mondiali, Hamilton occupa la settima posizione nella classifica mondiale piloti, ovvero la penultima considerando i piloti dei quattro top team: McLaren, Mercedes, Ferrari e Red Bull.
    I punti complessivi sono solamente 31, sei in meno di un debuttante come Andrea Kimi Antonelli che lo ha anche sostituito in Mercedes. Salgono a 16 se li confrontiamo con quelli del compagno di squadra che, per dirla in un altro modo, ha già totalizzato il 50% in più dei punti dell’inglese.
    Al di là della vittoria nella gara Sprint in Cina – che comunque c’è stata – Hamilton, nella gara lunga, non è mai riuscito ad andare oltre il quinto posto del Bahrain.
    Quali sono i veri motivi della crisi del pilota inglese, arrivato alla corte di Maranello con l’obiettivo di riportare la Ferrari ai fasti mondiali?
    LA “FAME” E LE MOTIVAZIONI NON SON PIU’ QUELLE DI UNA VOLTA
    Hamilton, sin da bambino, è sempre stato un pilota con una “fame” e una voglia di “riscatto” superiore a molti suoi compagni di squadra e rivali. Sin dai tempi dei Kart, il gliovane pilota inglese, sentiva forte la voglia di vittoria per ricompensare il padre di tutti gli sforzi fatti per farlo correre. Il talentuoso Lewis è arrivato alle sette corono ididate, mosso sempre da questo fuoco che, forse dopo tanti successi, pare sia venuto un po’ meno.
    LA FIDUCIA IN SE STESSO
    Già negli anni scorsiquanche segnale lo avevamo cominciato ad intravedere. Il confronto per esempio con George Russell, spesso a favore di quest’ultimo, ha cominciato a insinuare qualche dubbio nella testa del campione inglese. Ora quando dice, parlando dei suoi attuali problemi ad adattarsi alla Ferrari, che sarà così per tutto l’anno, svela il lato debole delsuo carattere che implica una mancanza di fiducia in se stessi e nei propri mezzi.
    UN SUPER COMPAGNO DI SQUADRA
    Un terzo fatto che può aver contribuito alla crisi di Hamilton si può ricercare nel compagno di squadra che si trova quest’anno al suo fianco. Il Leclerc in versione 2025 è forse il miglior Leclerc di sempre e, in questo momento, è secondo solo a Max Verstappen. Se a questo uniamo il fatto che il monegasco è comunque al suo settimo anno in Ferrari, il vantaggio per quest’ultimo può essere “doppio”.
    L’ETA’ C’E’ E SI FA SENTIRE
    Attenzione, non stiamo dicendo che Hamilton sia “vecchio” ma sicuramente l’età ha un suo peso nel facilitare un rapido adattamento a un cambiamento. Lo dimostrano quest’anno i tanti giovani piloti che hanno approcciato da rookie al mondiale di Formula 1. Antonelli, Hadjar, Bearman, per citarne solo alcuni, hanno subito dimostrato di sapersi meglio adattare al cambiamento. Hamilton invece, dopo tantissimi anni nello stesso team, ha cambiato tutto: squadra, power unit, ingegneri, procedure, simulatore.

    La fame, la fiducia, il compagno, l’età. Al di là di questi quattro “aspetti”, la domanda verà è: quanta pazienza potrà avere la Ferrari? Se fosse un rookie, al giorno d’oggi Hamilton rischierebbe di essere già senza un sedile. Forse non in Ferrari ma quasi sicuramente in un team come Red Bull, dove la pazienza non è mai stata di casa.
    Scherzi a parte, a Maranello non possono nemmeno lontanamente pensare in questi termini e Fred Vasseur e i vertici Ferrari, sentito anche l’AD Benedetto Vigna, stanno preparando una task force per (ri)portare a bordo Hamilton, il più velocemente possibile, il che significa assecondare gli input dell’inglese e modificare la SF-25 secondo le sue indicazioni, anche se questo vorrà dire prendere due direzioni di sviluppo diverse, per i due piloti. Leclerc pare riesca ad adattarsi meglio e più velocemente ad una monoposto “non perfettamente bilanciata”, cosa che invece non riesce proprio a fare Hamilton. Problemi di fame a parte che ci sono e ci saranno sempre, a Maranello sono consapevoli del rischio di una duplice strada di sviluppo per la SF-25, soprattutto in un anno in cui, tra qualche mese, gli sviluppi si dovranno arrestare per pensare al profondo cambio di regolamento del 2026. LEGGI TUTTO

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    Marquez ritrova Jerez, il circuito del destino

    La sconfitta di 12 mesi fa a Jerez de la Frontera, nel duello contro Pecco Bagnaia, è un ricordo che Marc Marquez ha saputo tramutare in positivo. È l’essenza della nuova versione di Marc, quella che lui stesso ieri ha definito efficacemente: “Non penso di essere un pilota migliore rispetto al 2019 – ha spiegato parametrandosi al pilota che salì a otto titoli in una stagione da 12 vitto LEGGI TUTTO

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    Una Ferrari bipolare: si aggrappa al Wec e al leone Leclerc

    Non c’è bisogno di una laurea in psichiatria per dire che la Ferrari soffre di disturbo bipolare. Dove il disturbo si vive in primis a Maranello, perché i trionfi seriali nell’Endurance, con la Pasqua perfetta di Antonio Giovinazzi, James Calado e Alessandro Pier Guidi, dominatori della 6 Ore di Imola (la Rossa in casa non vinceva da 52 anni: la 1.000 km di Monza del 1973 con Redman e Ickx sulla 312 PB) e leader del Mondiale Enduranc LEGGI TUTTO