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    Dennis vince l'ePrix Città del Messico, l'esordio Maserati in Formula E da rifare

    Vince Jake Dennis, con ampissimo margine sulla Porsche di Pascal Wehrlein. Terzo, Lucas Di Grassi, scattato dalla pole affiancato dall’inglese di Andretti. Due powertrain Porsche sul podio, uno Mahindra. 
    Lotterer all’assalto della McLaren
    Un ePrix di Città del Messico interrotto da tre safety car, due nei primi 10 giri, per una neutralizzazione in totale di 9 tornate. 5 passaggi sono stati recuperati dalla direzione gara, così l’ePrix si è chiuso al giro 41. L’ultimo è stato decisivo per scrivere il piazzamento ai piedi del podio. Lotterer corre incollato a un ottimo Jake Hughes, su McLaren. Manca lo spunto per conquistare il podio, passare Di Grassi, all’inglese. Subisce, così, l’attacco in staccata di Lotterer, che porta la seconda Andretti Porsche al quarto posto.

    The moment our GEN3 cars made their race debut ?#MexicoCityEPrix pic.twitter.com/Jyh42SV6p1
    — ABB FIA Formula E World Championship (@FIAFormulaE) January 14, 2023

    Difficile innescare il duello
    Il successo di Dennis è limpido, vince con 7″8 su Wehrlein, distacchi abissali fino alla Formula E Gen2 dello scorso anno. È una categoria che, sebbene su un circuito permanente e veloce, ha mostrato un volto diversissimo dal solito. Servirà verificare la tendenza su circuiti cittadini, a cominciare tra due settimane. I sorpassi, è vero, sono stati parecchio inferiori al solito, così come le bagarre ruota a ruota. I duelli visti, però, sono parsi molto più azzardati e “sudati”. 
    “Partire dalla prima fila, finire con un uno-due Porsche, è stata una gara incredibile”, racconta Dennis. “Sono macchine difficilissime da guidare fisicamente, hanno pochissimo grip”.
    Porsche aiutate dal circuito?
    Porsche clienti sul primo gradino del podio, con Andretti, poi la prima ufficiale di Wehrlein – Da Costa ha chiuso al settimo posto -; “E’ un gran modo di iniziare, il passo è stato ottimo. Partire dal sesto posto e finire secondo è un ottimo risultato. Ringrazio tutti nel team per il duro lavoro fatto negli ultimi mesi e dopo i test di Valencia. Abbiamo un obiettivo chiaro quest’anno e questo è il modo migliore di iniziare”, commenta Wehrlein. “Speriamo che non sia un risultato sporadico questo, anche lo scorso anno andammo bene in Messico; vogliamo lottare per il campionato”.
    Guarda alla specificità del circuito, Lucas Di Grassi: “È stata una gara durissima. Sapevamo che qui le Porsche sarebbero state fortissime: era impossibile tendere Jake e Pascal dietro, ho corso in deficit d’energia e ho provato a difendermi al meglio”.

    Di Grassi resiste a Hughes e Lotterer
    L’attacco decisivo avviene al 12° giro, Dennis passa Di Grassi nel primo settore e si invola verso il successo. Wehrlein completa il recupero, con l’attacco su Di Grassi, al giro 29, sfruttando il coasting di Di Grassi, a corto di energia. Con i primi due a distanziare Di Grassi, il pacchetto di piloti a battagliare per il podio è rimasto con Lotterer e Hughes dietro Di Grassi. Nel finale, il recupero di Buemi e Da Costa, rimasti però alle spalle di Hughes. Chiudono la top ten Evans ottavo, Cassidy e Vandoorne con la prima DS.
    Male l’esordio Maserati. Mortara è finito contro le barriere al giro 18 (terzo ingresso della Safety Car). Gunther non è andato oltre l’11° posto.
    Prossimo ePrix, tra due settimane, a Riad: con gara-1 e gara-2, al venerdì e al sabato.
    Ordine d’arrivo ePrix Messico

    Dennis
    Wehrlein
    Di Grassi
    Lotterer
    Hughes
    Buemi
    Da Costa
    Evans
    Cassidy
    Vandoorne
    Gunther
    Vergne
    Rowland
    Muller
    Fenestraz
    Sette Camara
    Ticktum
    Rast
    Mortara
    Bird
    Nato
    Frijns LEGGI TUTTO

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    Le spine della direzione gara, un rebus per la Fia

    TORINO – Il nodo della direzione di gara resta tuttora difficile da sciogliere in Formula 1. Sembra un paradosso: in uno sport nel quale è tutto sotto controllo (ci sono infinite immagini, molti dati direttamente a disposizione della Fia nonché quelli delle telemetrie che i giudici di gara possono sempre acquisire), resta tuttora difficile avere un metro di giudizio costante e prevedibile per sanzionare le infrazioni dei piloti. Come se non bastasse, a ogni rilettura del codice sportivo vengono aggiunti commi e postille, che rendono farraginoso l’intero impianto e difficile la sua applicazione. L’esempio più eclatante è quello che ha riguardato il primo anno di applicazione del regolamento sul budget cap, un regolamento che ha stabilito quali fossero le possibili infrazioni, senza specificare le relative sanzioni. Un capolavoro.
    Le infrazioni minime, un guaio
    Ma il tema più scottante è quello che riguarda le infrazioni minime, di giornata, chi danneggi chi, chi meriti una penalità e chi no. Su questo fronte le polemiche sono spesso roventi e ormai è invalsa l’abitudine a tirare per la giacchetta i giudici, o con commenti via radio dei piloti (che divengono pubblici) o con mail delle squadre alla direzione (che di regola restano riservate). In passato (ma ormai si parla di molti anni fa) i piloti avevano la libertà di essere molto più “ruvidi” di adesso, mentre oggi prevale l’idea che tutto debba essere sanzionato, ogni duello debba stare all’interno delle regole .Inevitabili musi lunghi e malumori. Tanto che un Team Principal l’anno scorso definì la Fia “vendicativa”.
    Le indiscrezioni da Parigi
    Forse per questo il presidente federale Ben Sulayem, mentre stava seguendo la Dakar, è tornato sull’argomento, mandando un messaggio ben preciso si due attuali direttori di gara, il portoghese Eduardo Freitas (pressoché già accantonato) e il tedesco Nils Wittich. Si vedrà che cosa abbia in mente Ben Sulayem. Ma intanto da Place de la Concorde lasciano filtrare che si pensa di attingere al mondo del calcio, chiedendo aiuto a non meglio precisati “super esperti” che offrono le loro consulenze alla Premier League. Ma sarà davvero la strada giusta? Non resta che attende gli eventi e vedere che cosa accadrà.
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    F1, Vowles: “Williams sarà indipendente da Mercedes”

    ROMA – Non appena James Vowles è stato nominato nuovo team principal della Williams, le speculazioni riguardanti questa mossa si sono moltiplicate, soprattutto alla luce del già discusso rapporto tra la scuderia di Grove e la Mercedes. L’ex responsabile delle strategie del team di Brackley, infatti, prova subito a prendere le distanze dalle Frecce d’Argento, rivendicando la propria indipendenza. “Non saremo un team B della Mercedes, dovrò camminare con le mie gambe e gestire un team dalla grande storia”, le parole di Vowles ai microfoni della F1. Il dirigente ha poi sottolineato: “Il legame tra le due strutture esiste, ed è iniziato ben prima del mio arrivo. Ci possono essere delle analogie, ma non nella maniera in cui si è portati a pensare”. 
    Wolff: “Nostra influenza su Williams solo speculazioni”
    “James ha fatto parte del nostro viaggio in cui abbiamo messo al centro di tutto i valori del gruppo, prima delle caratteristiche della monoposto. Ma ogni team principal che lavora nel Circus difende il proprio punto di vista, con l’unico obiettivo che è quello di tutelare la propria squadra. Se dovessi chiedere a James di far diventare la Williams una sorta di mini-Mercedes, sono sicuro che il nostro rapporto terminerebbe”, è invece il commento di Toto Wolff sull’argomento. Il tedesco ha poi concluso: “Sul rapporto tra le due scuderie c’è sempre stata qualche speculazione, secondo cui, in quanto fornitori del motore alla Williams, possiamo imporre le nostre scelte. Ma non è così, e James farà le cose giuste per la squadra, e verrà giudicato per questo”.  LEGGI TUTTO

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    F1, Vowles assicura: “Williams non sarà una Mercedes-B”

    ROMA – James Vowles è appena approdato in Williams, assumendo il ruolo di nuovo team principal, e subito prova a mettere le cose in chiaro. L’ex responsabile delle strategie della Mercedes, infatti, prova subito a prendere le distanze dalle Frecce d’Argento, rivendicando la propria indipendenza. “Non saremo un team B della Mercedes, dovrò camminare con le mie gambe e gestire un team dalla grande storia”, le parole di Vowles ai microfoni della F1. Il dirigente ha poi sottolineato: “Il legame tra le due strutture esiste, ed è iniziato ben prima del mio arrivo. Ci possono essere delle analogie, ma non nella maniera in cui si è portati a pensare”. 
    Il commento di Wolff
    “James ha fatto parte del nostro viaggio in cui abbiamo messo al centro di tutto i valori del gruppo, prima delle caratteristiche della monoposto. Ma ogni team principal che lavora nel Circus difende il proprio punto di vista, con l’unico obiettivo che è quello di tutelare la propria squadra. Se dovessi chiedere a James di far diventare la Williams una sorta di mini-Mercedes, sono sicuro che il nostro rapporto terminerebbe”, è invece il commento di Toto Wolff sull’argomento. Il tedesco ha poi concluso: “Sul rapporto tra le due scuderie c’è sempre stata qualche speculazione, secondo cui, in quanto fornitori del motore alla Williams, possiamo imporre le nostre scelte. Ma non è così, e James farà le cose giuste per la squadra, e verrà giudicato per questo”. 
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    MotoGP, Quartararo fiducioso: “Il 2023 sarà più facile”

    ROMA – Il 2022 in MotoGP non è certo stato l’anno di Fabio Quartararo: non tanto per non essere riuscito a difendere il titolo della stagione precedente, quanto per le difficoltà palesate. Il pilota francese, infatti, ha chiuso una stagione nel complesso negativa, acuita dalle difficoltà della sua Yamaha, soprattutto dopo aver avuto l’occasione di poter gestire un vantaggio di 91 punti dopo dieci gare. Ad ogni modo, a 23 anni ha già maturato un’esperienza invidiabile, confermandosi negli anni uno dei piloti più talentuosi del panorama a due ruote. Per questo, un paragone con Valentino Rossi appare inevitabile, anche se Quartararo non ne vuole sentire parlare. In un’intervista rilasciata a Motorsport-Magazin.com, infatti, il transalpino ha dichiarato: “Spero di non essere ancora qui a gareggiare, tra 20 anni. Non mi interessa inseguire i record, quello che conta è vincere. Voglio essere al top, lottare per la posizione migliore possibile. Se in questo modo arriverò a far segnare nuovi record, non è importante”. 
    Il testa a testa con Bagnaia
    La stagione che comincerà tra un paio di mesi vedrà Quartararo non più nel ruolo di campione in carica, ma anzi come pilota che lotterà per tornare a vincere. Un cambio di dinamica che non spaventa il pilota Yamaha, che nell’ottica di un confronto con Bagnaia sottolinea: “Penso che sarà più facile quest’anno che lo scorso. Non ci sarà un titolo da difendere. Anzi, la vedo così: quando comincia una nuova stagione, il campionato passato non conta più. È il passato, è come se partissi di nuovo con zero titoli. Per cui non difendo niente, ma parto all’attacco verso il titolo. Ma è innegabile che la vittoria del 2021 ha alzato la pressione nei miei confronti. Diventare il campione è il sogno di tutti, ma non è per tutti. Io ce l’ho fatta e punto a ripetermi”.  LEGGI TUTTO

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    MotoGP, Quartararo “snobba” Valentino Rossi: “Non mi interessa fare come lui”

    ROMA – Fabio Quartararo è stato il grande sconfitto del 2022, anno in cui aveva il peso di dover provare a difendere il titolo conquistato l’anno prima in MotoGP. Il pilota francese, però, ha chiuso una stagione nel complesso negativa, acuita dalle difficoltà della sua Yamaha, soprattutto dopo aver avuto l’occasione di poter gestire un vantaggio di 91 punti dopo dieci gare. Ad ogni modo, a 23 anni ha già maturato un’esperienza invidiabile, confermandosi negli anni uno dei piloti più talentuosi del panorama a due ruote. Per questo, un paragone con Valentino Rossi appare inevitabile, anche se Quartararo non ne vuole sentire parlare. In un’intervista rilasciata a Motorsport-Magazin.com, infatti, il transalpino ha dichiarato: “Spero di non essere ancora qui a gareggiare, tra 20 anni. Non mi interessa inseguire i record, quello che conta è vincere. Voglio essere al top, lottare per la posizione migliore possibile. Se in questo modo arriverò a far segnare nuovi record, non è importante”. 
    Le aspettative per il 2023
    La stagione che comincerà tra un paio di mesi vedrà Quartararo non più nel ruolo di campione in carica, ma anzi come pilota che lotterà per tornare a vincere. Un cambio di dinamica che non spaventa il pilota Yamaha, che nell’ottica di un confronto con Bagnaia sottolinea: “Penso che sarà più facile quest’anno che lo scorso. Non ci sarà un titolo da difendere. Anzi, la vedo così: quando comincia una nuova stagione, il campionato passato non conta più. È il passato, è come se partissi di nuovo con zero titoli. Per cui non difendo niente, ma parto all’attacco verso il titolo. Ma è innegabile che la vittoria del 2021 ha alzato la pressione nei miei confronti. Diventare il campione è il sogno di tutti, ma non è per tutti. Io ce l’ho fatta e punto a ripetermi”.  LEGGI TUTTO

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    Formula E: calendario, piloti, team e le novità della nuova stagione

    Una full preview del campionato di Formula E. Al via oggi la nona stagione: calendario, piloti, team, come cambiano le monoposto e tutte le modifiche al regolamento 2023.Formula E – Stagione numero 9 la via

    La nona stagione della Formula E prende il via questo fine settimana a Città del Messico, con una formazione di squadre e piloti molto cambiata, nuove location dei Gran Premi e una nuovissima vettura Gen3.
    La nuova stagione della Formula E prenderà il via oggi, 14 gennaio 2023, da Città del Messico dove si correrà il primo di 16 appuntamenti in 11 città e cinque continenti.
    Gli eventi di Seul, Marrakesh, Parigi e New York non sono più presenti in calendario mentre Hyderabad, San Paolo, Città del Capo e Portland si sono aggiunti alla serie..
    Gli 11 team e i 22 piloti che parteciperanno al campionato di questa stagione dovranno abituarsi a una monoposto nuova di zecca.
    In questa nostra “full preview” vi diremo tutto quello che c’è da sapere per prepararsi al meglio alla nona stagione della Formula E.

    FORMULA E: IL CALENDARIO DELLE GARE
    # Data Paese Circuito
    1 14 Gennaio Mexico Mexico City
    2 27 Gennaio Saudi Arabia Riyadh
    3 08 Gennaio Saudi Arabia Riyadh
    4 11 Febbraio India Hyderabad
    5 25 Febbraio South Africa Cape Town
    6 25 Marzo Brazil Sao Paulo
    7 22 Aprile Germany Berlin
    8 23 Aprile Germany Berlin
    9 06 Maggio Monaco Monte Carlo
    10 03 Giugno Indonesia Jakarta
    11 04 Giugno Indonesia Jakarta
    12 24 Giugno United States Portland
    13 15 Luglio Italy Rome
    14 16 Luglio Italy Rome
    15 29 Luglio UK London
    16 30 Luglio UK London
    Formula E: Piloti in movimento
    Sul fronte delle squadre sono cambiate molte cose. I campioni della scorsa stagione, la Mercedes, hanno deciso di rinunciare alla Formula E e anche i leader storici Techeetah hanno lasciato la serie.
    Al loro posto sono arrivate la McLaren, che ha rilevato l’operazione FE della Mercedes e ha mantenuto molti dei suoi collaboratori, e la Maserati, che ha acquisito la partecipazione di Venturi dal 2021-22.
    Anche la ABT è tornata in FE dopo una stagione ai margini e utilizzerà i propulsori Mahindra, anziché quelli del precedente partner Audi.
    Il campione piloti Stoffel Vandoorne passa dal team Mercedes in partenza a Penske, che ha stretto una partnership con DS, l’ex fornitore di propulsori di Techeetah.
    Insieme a Vandoorne, in una formidabile formazione Penske, c’è il due volte campione della serie Jean-Eric Vergne, che si è ritrovato sul mercato quando Techeetah si è ritirata.
    Il vecchio compagno di squadra di Vergne alla Techeetah, Antonio Felix da Costa, correrà con la Porsche, al posto di Andre Lotterer, che passerà al Team Andretti.
    Tra gli altri piloti che cambieranno squadra quest’anno ci sono l’ex campione della serie Sebastien Buemi, che passa a Envision dopo otto stagioni con Nissan, e Lucas di Grassi, che sostituisce l’uscente Alexander Sims in Mahindra.
    Nico Muller e Rene Rast tornano entrambi in Formula E dopo una stagione di assenza, mentre l’unico esordiente della serie è Jake Hughes, che affianca Rast alla McLaren.
    FORMULA E: I 22 PILOTI E GLI 11 TEAM
    Team Powertrain Pilota Numero
    DS Penske DS E-Tense Stoffel Vandoorne 1
    DS Penske DS E-Tense Jean-Eric Vergne 25
    NIO 333 Racing NIO 333 ER9 Sergio Sette Camara 3
    NIO 333 Racing NIO 333 ER9 Dan Ticktum 33
    ABT Mahindra M9Electro Robin Frijns 4
    ABT Mahindra M9Electro Nico Muller 51
    McLaren Nissan e-4ORCE 04 Jake Hughes 5
    McLaren Nissan e-4ORCE 04 Rene Rast 51
    Maserati MSG Racing Maserati Tipo Folgore Maximilian Guenther 7
    Maserati MSG Racing Maserati Tipo Folgore Edoardo Mortara 48
    Mahindra Racing Mahindra M9Electro Oliver Rowland 8
    Mahindra Racing Mahindra M9Electro Lucas di Grassi 11
    Jaguar TCS Racing Jaguar I-Type 6 Mitch Evans 9
    Jaguar TCS Racing Jaguar I-Type 6 Sam Bird 10
    Porsche Porsche 99X Electric A. Felix da Costa 13
    Porsche Porsche 99X Electric Pascal Wehrlein 94
    Envision Racing Jaguar I-Type 6 Sebastien Buemi 16
    Envision Racing Jaguar I-Type 6 Nick Cassidy 37
    Nissan Nissan e-4ORCE 04 Norman Nato 17
    Nissan Nissan e-4ORCE 04 Sacha Fenestraz 23
    Avalanche Andretti Porsche 99X Electric Jake Dennis 27
    Avalanche Andretti Porsche 99X Electric Andre Lotterer 36
    Le principali novità e modifiche al regolamento 2023
    La nuova stagione di Formula E rappresenta una nuova era per la serie, con una nuovissima vettura Gen3 che i team potranno utilizzare dopo quattro stagioni con la precedente generazione di monoposto. L’auto Gen3 è più corta e più leggera della versione precedente e, con livelli di potenza massima previsti di 350kW, rispetto a 250kW.
    Oltre all’introduzione di una nuova vettura, sono state modificate diverse regole della serie in vista della nuova stagione. Mentre in precedenza tutte le sessioni in pista si svolgevano in un solo giorno – o in due giorni per gli eventi double-header – quest’anno le prime prove per gli eventi a gara unica si terranno il venerdì, prima delle restanti sessioni il sabato, dando così alle squadre più tempo per apportare modifiche o riparazioni.
    Inoltre, anziché essere disputate con un limite di tempo, le gare di questa stagione avranno un numero di giri prestabilito, anche se l’obiettivo è garantire che ogni gara si avvicini il più possibile a un’ora.
    La Formula E ha anche eliminato la controversa funzione Fanboost, in base alla quale i tifosi e gli spettatori potevano scegliere un pilota per ricevere una spinta extra di potenza durante la gara.
    Al suo posto è stata introdotta la funzione obbligatoria “Attack Charge“, prevista per una serie di gare. I piloti si fermeranno ai box per ricaricare le loro auto via cavo di una quantità di energia prestabilita. Si prevede che queste soste ai box vengano completate in meno di un minuto, ma i problemi di sviluppo potrebbero far sì che questa funzione venga introdotta a fine stagione.
    Un’altra modifica relativa ai pit stop consente ai piloti di rientrare ai box per montare nuovi pneumatici durante le gare sul bagnato, nonostante il pneumatico standard sia comunque sia da asciutto che da bagnato. LEGGI TUTTO

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    Ducati, i 26 anni di Bagnaia: dagli esordi al titolo MotoGP

    ROMA – Francesco Bagnaia compie 26 anni, e lo fa dopo aver riscritto la storia della MotoGP e di tutto il motorsport italiano, dopo lo strabiliante 2022 in sella alla Ducati. Il pilota torinese ha vissuto un anno forse irripetibile per le emozioni che ha vissuto e che ha fatto vivere a tutti i tifosi della scuderia di Borgo Panigale, non solo riportandola sul tetto del mondo, ma interrompendo il digiuno di 50 anni dall’ultima volta in cui un pilota italiano aveva vinto su moto italiana. Una carriera che ha vissuto ovviamente momenti di alti e bassi, di inevitabili difficoltà, ma con il suo talento come comune denominatore. Ecco quindi i momenti salienti delle dieci stagioni di Bagnaia nel motomondiale, in attesa di scoprire se riuscirà nel clamoroso bis nel 2023. 
    Gli anni in Moto3
    Pecco fa il suo esordio in Moto3 nel 2013, in sella alla FTR M313 del Team San Carlo, chiudendo però la stagione senza punti. Punti che arrivano, invece, l’anno successivo, in sella alla KTM del neonato SKY Racing Team VR46, ma è tra il 2015 e il 2016 che cominciano ad arrivare i primi veri risultati importanti, con il passaggio alla Mahindra. Arrivano i primi podi e la prima vittoria, ad Assen, bissata da quella in Malesia che gli permette di chiudere il mondiale del 2016 in quarta posizione. Risultati che gli valgono il passaggio di categoria.

    Bagnaia in Moto2: il primo titolo mondiale
    Nel 2017, infatti, viene richiamato dallo SKY Racing Team VR46, centrando tre podi nella sua stagione da rookie, e chiudendo al quinto posto nella classifica finale. Un risultato che gli permette di presentarsi ai nastri di partenza della stagione 2018 tra i favoriti per la vittoria finale, e così sarà: otto vittorie per 12 podi totali segnano la sua straordinaria stagione, con il terzo posto a Sepang che gli permette di vincere il suo primo titolo iridato con una gara d’anticipo. 

    L’approdo in MotoGP: dalle prime difficoltà all’apoteosi del 2022
    Il 2019 è quindi l’anno del salto nella classe regina, in sella alla Ducati Pramac. Inizia un biennio complicato dato dal difficile adattamento alla nuova moto: una lunga serie di cadute ed errori tormentano Bagnaia, che sarà costretto anche a saltare qualche appuntamento a causa di una caduta nelle prove di Valencia, prima, e in quelle di Brno, poi. Ma arrivano anche sprazzi di luce, come il quarto posto in Australia nel 2019 dopo essere partito quindicesimo, e il suo primo podio in MotoGP a Misano l’anno seguente, con il secondo posto dietro a Morbidelli.
    Nel 2021, la chiamata della Ducati ufficiale: con quattro vittorie nella seconda parte di stagione, inizia il dualismo con Fabio Quartararo, che però si impone con 26 punti di vantaggio su Bagnaia, che paga i pesanti ritiri proprio nei circuiti di casa, al Mugello e a Misano. Sarà il 2022 l’anno che iscrive Bagnaia nella storia, nonostante un avvio molto complicato: i quattro ritiri nelle prime dieci gara pesano come un macigno, e Quartararo scappa a 91 punti di stagione. Il campionato cambia faccia, però, nella seconda metà dell’anno: Quartararo non vince più e anzi colleziona tre ritiri a cui si aggiunge il 17esimo posto in Indonesia; Bagnaia, invece, rimonta punto su punto, salendo sul gradino più alto del podio in cinque occasioni, guadagnandosi la possibilità di gestire la situazione a Valencia, dove chiuderà nono dando il via alla festa Ducati.  LEGGI TUTTO