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    Eni torna in Formula 1 con il Team Alpine

    Il Team Alpine F1 ed Eni hanno annunciato oggi una storica collaborazione che segna il ritorno di Eni nel Circus della Formula 1 per la prima volta in oltre due decenni e il ricongiungimento con il Team Enstone.
    La partnership è più ampia in quanto il Renault, Eni e il Team Alpine F1 lavoreranno insieme per testare nuovi prodotti a base di bio-carburanti per le corse.
    Infine il Gruppo Renault ed Eni esploreranno le potenziali sinergie nel campo della mobilità e delle soluzioni energetiche, con l’obiettivo di fornire soluzioni di trasporto sostenibili e migliorare l’esperienza dei clienti.
    Luca de Meo, CEO di Renault, ha così commentato sul suo profili LinkedIn: “L’Italia è sempre stata uno dei mercati più importanti per Renault Group, e credetemi, sono assolutamente obiettivo 😉. Per Renault, collaborare con partner italiani è quindi una scelta naturale, ma questa volta c’è qualcosa di davvero speciale. Sono entusiasta di annunciare la nostra partnership con Eni per affrontare la sostenibilità su più fronti: dall’espansione della rete per la mobilità elettrica alla sperimentazione di biocarburanti all’avanguardia nell’ambiente più sfidante al mondo: la Formula 1!
    Con Eni che si unisce ad Alpine come sponsor, trasformiamo la F1 in un laboratorio ad alte prestazioni per il futuro dei carburanti sostenibili.
    Ma non è tutto. La nostra partnership si estende anche alle soluzioni di mobilità intelligente, con Renault che fornisce veicoli e servizi per il programma di car-sharing ‘Enjoy’ di Eni—perché la sostenibilità inizia nelle nostre città.
    E per alimentare questa trasformazione, stiamo anche accelerando lo sviluppo dell’infrastruttura di ricarica per veicoli elettrici in tutta Europa! Unendo la nostra esperienza, puntiamo a costruire una rete di ricarica competitiva e innovativa, rendendo la mobilità elettrica più accessibile ed efficiente.
    Le grandi sfide richiedono alleanze ambiziose. Oggi possiamo dire che stiamo passando dalle parole ai fatti!
    Stay tuned, la Champions League dell’industria europea diventa sempre più competitiva!”.

    Flavio Briatore, Executive Advisor del Team Alpine F1, ha così commentato: “È con immenso orgoglio che diamo il benvenuto al ritorno di Eni in Formula Uno con il BWT Alpine Formula One Team. Eni ha costituito una grande parte della nostra storia in questa squadra e, in passato, è stata anche un importante partner in Formula Uno. Condividiamo obiettivi e finalità comuni, soprattutto per quanto riguarda l’efficienza energetica, la sostenibilità e i futuri prodotti a base di bio-benzina. Averli di nuovo a bordo del BWT Alpine Formula One Team è fantastico e non vediamo l’ora di fare molte cose interessanti insieme in futuro, sia in pista che fuori”. LEGGI TUTTO

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    Ilmor 265E, il motore V8 che ha rivoluzionato le 500 Miglia di Indianapolis

    1994 Penske PC-23 – Illustrations by Tony Matthews

    L’Ilmor 265E, noto anche come Mercedes-Benz 500I Pushrod V8, è una pietra miliare nell’ingegneria motoristica che ha lasciato un segno indelebile nel mondo delle corse automobilistiche. Questo motore a combustione interna, alternativo a ciclo Otto, a quattro tempi e sovralimentato, ha giocato un ruolo fondamentale nel trionfo del Team Penske durante la leggendaria 78a edizione delle 500 Miglia di Indianapolis, il 29 maggio 1994. La sua progettazione avanzata, la potenza straordinaria e l’affidabilità lo rendono un esempio senza pari di ingegneria ad alte prestazioni, capace di riscrivere la storia delle competizioni automobilistiche.
    Caratteristiche Tecniche
    Al cuore dell’Ilmor 265E troviamo un motore V8 a disposizione pushrod, che abbinava un sistema di sovralimentazione progettato per massimizzare la potenza e l’efficienza. Il design pushrod, sebbene tradizionale in alcuni ambiti, consentiva una gestione della combustione particolarmente precisa, ottimizzando la risposta all’acceleratore e garantendo una potenza costante in condizioni di gara estreme. Questa configurazione rappresentava una combinazione di semplicità e performance, elementi chiave per affrontare la lunga e impegnativa distesa del circuito di Indianapolis.
    La sovralimentazione, attraverso un turbocompressore, consentiva al motore di sprigionare una potenza impressionante, aumentando notevolmente la velocità e la capacità di accelerazione della vettura. Questa caratteristica era essenziale in una competizione come le 500 Miglia, dove ogni frazione di secondo può fare la differenza tra vittoria e sconfitta. Inoltre, la costruzione del motore si distingueva per l’uso di materiali di alta qualità e una precisione di assemblaggio che garantiscono un’eccezionale durata e affidabilità sotto condizioni di stress massimo. La capacità di mantenere performance elevate anche sotto temperature e sollecitazioni estreme era un altro dei punti di forza che ha reso l’Ilmor 265E un’arma vincente nelle mani dei piloti.
    Vittoria Storica
    Il 29 maggio 1994, il Team Penske, uno dei più titolati nel panorama delle corse automobilistiche, ha dominato la 78a edizione delle 500 Miglia di Indianapolis, grazie all’utilizzo dell’Ilmor 265E. La vittoria di Al Unser Jr. ha rappresentato una delle più grandi imprese nella storia recente di questa competizione. Il motore, con il suo straordinario potenziale, ha permesso al team di essere competitivo su ogni tipo di superficie del circuito, adattandosi perfettamente alle necessità di potenza e affidabilità durante le 200 giri di gara. Questa vittoria ha avuto un valore simbolico, non solo per il successo immediato, ma anche per il consolidamento della reputazione di Ilmor come leader nel settore dei motori da competizione. La capacità di adattarsi alle sfide tecniche di una gara così prestigiosa ha posizionato il motore 265E come uno dei più importanti sviluppi tecnologici nella storia dellecorse automobilistiche.

    Non solo il team Penske ha conquistato la vittoria in questa edizione delle 500 Miglia, ma ha anche consolidato il proprio status nel motorsport grazie all’affidabilità e alle performance senza pari dell’Ilmor 265E. Questo motore, con la sua combinazione di innovazione e prestazioni estreme, ha saputo esprimere al meglio le ambizioni e le capacità di uno dei team più vincenti nella storia delle corse.
    L’Ilmor 265E non è semplicemente un motore ma un’icona di innovazione, performance e successi sportivi. La sua progettazione avanzata e le incredibili prestazioni che ha garantito, soprattutto in occasione della 78a edizione delle 500 Miglia di Indianapolis, lo rendono uno dei motori più significativi nella storia delle competizioni automobilistiche. Un esempio perfetto di come la tecnologia possa cambiare il destino di una gara e, più in generale, della storia del motorsport.
    Ogni dettaglio, dalla sua progettazione all’applicazione in gara, evidenzia la passione e la maestria con cui è stato realizzato, dimostrando che, nell’alta competizione, ogni millisecondo conta e ogni scelta ingegneristica fa la differenza. L’Ilmor 265E è un simbolo di eccellenza, capace di ispirare le future generazioni di ingegneri e appassionati del mondo delle corse.
    Scritto da: Alessandro De Paola LEGGI TUTTO

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    Honda e Red Bull: i veri motivi dietro al loro divorzio

    Il 2026 rappresenterà una data spartiacque per la storia della F1, ma non solo. La rivoluzione telaistica e motoristica dell’anno prossimo, infatti, metterà la parola fine alla collaborazione tra Red Bull e Honda, che tante soddisfazioni ha portato e sta portando a entrambi i protagonisti. In un articolo apparso su Motorsport.com, il giornalista britannico Ronald Vording ha ricostruito ragioni e passaggi di un divorzio che, comunque vada, farà storia.
    Dal Covid ai trionfi di Verstappen
    La pandemia di Covid-19 che nel 2020 è esplosa in tutto il mondo ha avuto conseguenze importanti anche sulle decisioni prese nel mondo del motorsport. Tra queste, una delle più clamorose fu quella annunciata da Honda il 2 ottobre 2020, con il colosso giapponese a smarcarsi completamente dalla F1 e dai propri partner Red Bull e, di conseguenza, Alpha Tauri al termine della stagione 2021. A quel punto, per il team di Milton Keynes una sola strada risultò percorribile, dal momento che intorno a sé si trovò praticamente ad avere terra bruciata, come spiegato da Christian Horner.
    “Non avremmo avuto un motore dalla Mercedes e con la Ferrari non eravamo sicuri di quanti cilindri avremmo avuto! Avevamo già lavorato con la Renault e tornare indietro non ci sembrava giusto. Quindi siamo stati quasi costretti a prendere una strada diversa. La nostra idea era di acquisire la proprietà intellettuale del motore Honda e di costruire, assemblare e curare noi stessi la PU omologata fino alla fine di questo ciclo. Quando abbiamo iniziato a capire qual era lo scenario, abbiamo capito che era sempre più complesso. Il processo non riguardava solo la produzione dei motori, c’era molto di più. Bisogna avere a che fare con una catena di fornitori e cose del genere”.
    Una situazione complicata, dunque, per Red Bull. Per fortuna di Horner e dei suoi uomini, le conseguenze della pandemia su Honda si rivelarono meno pesanti di quanto pronosticato, e i giapponesi si trovarono a tornare sui propri passi. In questo modo, si è riusciti da entrambe le parti a trovare una soluzione, con una collaborazione che arriverà fino al termine del campionato che sta per iniziare. Dal 2026, però, tutto cambierà, e sicuramente ci saranno conseguenze importanti per tutti gli attori.
    Honda voleva Red Bull anche per il 2026, ma a Milton Keynes si erano già mossi
    “Le normative 2026 con metà della potenza fornita dal motore a combustione e l’altra metà dall’ibrido ha molto interessato sia Honda che Honda Racing-. Ci attrae anche la direzione verso i carburanti sostenibili. Per tutte queste cose, abbiamo deciso di tornare ufficialmente in Formula 1. Ma quando abbiamo formalmente interrotto le nostre attività in Formula 1, Red Bull ha fondato la sua società di power unit. Di conseguenza, non c’era più lo spazio per riaprire una collaborazione”.
    Queste parole di Koji Watanabe, presidente di HRC, danno l’idea della situazione che i giapponesi hanno dovuto affrontare nel momento in cui sono dovuti arrivare a prendere una decisione importante. Scadendo il contratto di fornitura con Red Bull nel 2025, occorreva in pratica decidere cosa fare di un rapporto che ha portato gloria, successi e tanto pregio alla Casa del Sol Levante. Si è valutata anche la possibilità di produrre la componente a combustione interna nelle strutture inglesi e quella elettrica in Giappone, ma ben presto si è arrivati alla conclusione che tutto ciò sarebbe stato un handicap piuttosto che un vantaggio.

    A quel punto, è risultato evidente come la prosecuzione del rapporto oltre il 2025 fosse impossibile, e il Red Bull Powertrains, la branca che andrà ad occuparsi della progettazione e della implementazione delle nuove PU, andrà a lavorare con Ford, segnando il ritorno del marchio dell’ovale blu in F1. Honda, invece, andrà ad equipaggiare le vetture Aston Martin, e questo potrebbe avere ripercussioni importanti, soprattutto considerando l’arrivo a Silverstone di Adrian Newey.
    Honda, Aston e… Max?
    Ora, è evidente che questa separazione porterà a conseguenze importanti per entrambe le realtà. In particolare, già ha fatto scalpore il passaggio di Adrian Newey alla corte di Lawrence Stroll, lavorando praticamente già sul prototipo del 2026. È evidente che la squadra british green non abbia nessuna voglia di farsi trovare impreparata in vista di questo “nuovo inizio”, e le sue sirene potrebbero attrarre anche l’altro tassello che ha portato alla costruzione di quel puzzle praticamente invincibile (fino a giugno 2024) chiamato Red Bull.
    Max Verstappen, infatti, sembra ormai essere il prossimo target del magnate canadese e dei suoi uomini. Un suo passaggio in Aston Martin segnerebbe un momento epocale, e pare che l’offerta fatta all’olandese sia di quelle che non si possono rifiutare. Il pilota di Hasselt, inoltre, andrebbe a ricongiungersi proprio con Honda, con cui ha ottenuto tutti i suoi quattro titoli. Sarebbe certamente una bella storia da raccontare; restiamo in attesa, ma la sensazione è che la separazione tra Red Bull e Honda continuerà a portare con sé diversi strascichi, anche oltre il 2025. LEGGI TUTTO

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    Com’era il rapporto tra Leclerc e Sainz?

    Carlos Sainz e Charles Leclerc | credit: @Scuderia Ferrari Press Office
    Xavi Marcos, ex ingegnere di pista di Charles Leclerc, ha rilasciato alcune rivelazioni circa il vero rapporto tra il monegasco e Sainz in Ferrari. Inoltre, ha svelato la maniera in cui Leclerc avrebbe reagito alla notizia dell’ingaggio di Hamilton, che dalla prossima stagione sostituirà proprio Carlos Sainz alla guida della monoposto Ferrari.
    Quando lo sport è una passione così grande che se ne vorrebbe parlare continuamenteEbbene sì, per molti lo sport è una passione immensa, che porta e ha portato tantissime persone a praticarlo, ma anche a parlarne, magari attraverso un sito web dedicato. Se il piano è questo, allora il consiglio è di affidarsi a Ionos, uno dei leader nel settore della registrazione domini e dei servizi di Hosting WordPress. Ionos offre soluzioni affidabili per aziende, professionisti e privati che desiderano creare una presenza online solida e professionale. Registrare un dominio con Ionos è uno step fondamentale per costruire un’identità digitale unica e riconoscibile. Oltre alla registrazione del dominio, Ionos offre una gamma completa di servizi per la gestione dei siti web, tra cui email professionali, strumenti per la creazione di portali e pagine e soluzioni avanzate per e-commerce. Una delle caratteristiche più innovative tra quelle offerte dal brand è l’integrazione con l’Intelligenza Artificiale, che semplifica e automatizza la gestione di qualsiasi sito web. Grazie a questa tecnologia, gli utenti possono generare e modificare il proprio sito con pochi clic, ricevendo suggerimenti utili in tempo reale per ottimizzare design e contenuti. Affidarsi a Ionos vuol dire scegliere un provider innovativo e affidabile, che mette a disposizione un supporto tecnico disponibile 24/7 e una serie di strumenti avanzati per ottenere il tanto ambito successo in rete.
    Leclerc e Sainz andavano d’accordo?Oltre a generare un entusiasmo contagioso, l’approdo di Hamilton in Ferrari ha sollevato più di qualche dubbio circa la convivenza del 7 volte campione del mondo con il compagno di squadra Charles Leclerc, sul quale la scuderia di Maranello ha sempre puntato con decisione. Il pilota di Monte Carlo è cresciuto proprio nell’Academy della Ferrari ed è sempre stato legato al Cavallino Rampante. L’arrivo di Hamilton, però, potrebbe rimettere tutto in discussione e influire sul delicato rapporto tra compagni di squadra. Ma qual era il rapporto di Charles Leclerc con gli altri compagni di scuderia prima che arrivasse Lewis Hamilton?Secondo Xavier Marcos, Leclerc avrebbe imparato tantissimo da Vettel, suo primo compagno di squadra. Con Sainz, invece, le cose sono cambiate: lo spagnolo è un pilota molto costante, che lavora tanto e che preferisce non mischiare amicizia e lavoro. Il rapporto tra i due, infatti, è sempre stato piuttosto formale, ma anche abbastanza corretto. Leclerc e Sainz non sono sempre andati d’accordo, ma anche quando hanno discusso lo hanno fatto in modo costruttivo, ha svelato Xavi Marcos. Quando la Ferrari ha annunciato l’accordo con Hamilton, poi, Leclerc è sembrato contento, dando a tutti l’impressione di aver preso bene la notizia. Charles ha subito iniziato a pensare a tutto ciò che avrebbe potuto imparare da Lewis e a come sfruttare la sua presenza in Ferrari per crescere dal punto di vista professionale, ha aggiunto Marcos. LEGGI TUTTO

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    Citroën C3 Aircross il Suv per le famiglie

    EVOLUZIONE

    Con oltre mezzo milione di unità vendute, il B-Suv francese si è evoluto per rispondere alle esigenze di un mercato sempre più orientato verso la mobilità elettrificata e multi-alimentazione. Il model year 2025 si basa su una nuova piattaforma (parliamo della Smart Car di Stellantis, condivisa con Fiat Grande Panda e Opel Frontera), che permette di offrire, per la prima volta, una versione a sette posti e una gamma motori che spazia dal benzina tradizionale all’ibrido, fino alla variante 100% elettrica. L’estetica riprende il linguaggio stilistico inaugurato dall’utilitaria C3, con frontale più aggressivo e squadrato, dominato dal nuovo logo Citroën e dalla firma led a tre segmenti; rivisto anche il posteriore, dalla forte personalità. La lunghezza cresce fino a 4,39 metri, ben 23 centimetri in più rispetto alla generazione precedente. Ciò, assieme al passo di 2,67 metri, assicura spazio in abbondanza per passeggeri e bagagli: a prescindere dal powertrain, il baule posteriore varia da 460 a ben 1.600 litri. La modularità è un elemento chiave del progetto, con l’introduzione di una seconda fila scorrevole e una terza con due posti opzionali. Quest’ultima riduce la capacità di carico a 330 litri in configurazione cinque posti e a soli 40 litri quando tutti e sette i sedili sono occupati. Rivisto anche l’abitacolo, con materiali di qualità, tanta tecnologia – display touch da 10,25 pollici per il sistema multimediale, compatibile con smartphone e connesso alla rete, e strumentazione digitale in stile “head-up” dietro al volante – ed ergonomia migliorata grazie ai sedili Citroën Advanced Comfort, più imbottiti.

    MOTORI

    Sotto il cofano, oltre al 1.2 turbo-benzina da 100 cv e cambio manuale (a listino da 19.090 euro), è disponibile il sistema Hybrid a 48 Volt da 136 cv (da 24.790 euro). In questo caso, il tre cilindri 1.2 PureTech turbo si abbina a un motore elettrico da 21 kW (28 cv) integrato nel cambio automatico a doppia frizione e sei rapporti: soluzione che consente di abbattere i consumi del 20% rispetto alla versione termica pura, con una marcia a zero emissioni fino al 50% del tempo in contesto urbano. Su strada, le sospensioni Citroën Advanced Comfort, con fine corsa a smorzamento idraulico, filtrano efficacemente le asperità del terreno senza sacrificare la tenuta di strada. Buona la gestione della frenata rigenerativa, che massimizza il recupero di energia; ottima la sicurezza in marcia, con ausili attivi di livello 2 come cruise control adattivo con mantenimento di corsia e frenata automatica di emergenza. Per chi punta a una mobilità totalmente elettrica, la line-up si completa con la versione ë-C3 Aircross, proposta a meno di 30mila euro (attualmente in promozione a 26.790 euro). Il motore da 113 cavalli e 124 Nm di coppia è alimentato da una batteria litio-ferro-fosfato da 44 kWh, che assicura oltre 300 km di autonomia secondo il ciclo WLTP e si ricarica fino all’80% in soli 26 minuti a 100 kW. Durante il test sulle strade tra Sitges e Barcellona, la versione ibrida ha evidenziato un comportamento equilibrato, con sterzo leggero, ma preciso e consumi di poco superiori ai 6 l/100 km, pari a 16,6 km/l. La controparte a elettroni, invece, si è distinta per una gestione efficiente dell’energia, con circa 16 kWh necessari per coprire 100 km. 

    SCHEDA TECNICA

    DIMENSIONI

    LUNGHEZZA: 4,40 m

    LARGHEZZA: 1,80 m

    ALTEZZA: 1,63 m

    PESO: 1.298/1.504 kg

    MOTORI

    Benzina 3 cilindri 100 cv

    Benzina mild hybrid 48V 136 cv

    Elettrico 113 cv (83 kW) batteria da 44 kWh

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    Hyundai Inster elettrica per la città

    CARATTERISTICHE

    La Inster, prima elettrica di segmento A del Costruttore coreano è lunga 3,82 metri, larga 1,61, alta 1,57, ma soprattutto ha un passo di 2,58 metri, paragonabile a vetture di segmento B lunghe almeno 4 metri. Il design esterno è caratterizzato da forme squadrate, solide, con le protezioni sottoscocca all’anteriore e al posteriore, le barre portatutto sul tetto che contribuiscono ad aumentare la percezione dell’altezza totale delle vettura e prominenti passaruota. Tanti dettagli che strizzano l’occhio alla fi losofi a dei piccoli Suv urbani. Il tema dei pixel, caro al design delle elettriche Hyundai, è ripreso poi nelle due fi le separate di sette Led sulla fascia nera poco sotto il cofano, che fungono da indicatori di direzione, stessa impostazione usata per la fi rma luminosa posteriore. A “quadratini” è anche lo schema dello stile dei cerchi che, a seconda dell’allestimento, possono essere da 15” o da 17”. I gruppi ottici principali, invece, sono fari circolari posti su entrambi i paraurti, che conferiscono un aspetto simpatico alla Inster. Le misure esterne hanno permesso di creare un ambiente ampio e versatile nell’abitacolo. Il sedile posteriore che scorre in avanti fi no a 16 cm, oltre ad essere abbattibile in confi gurazione 50/50, per aumentare la capacità di carico da un minimo di 280 fino a un massimo di 350. In più lo schienale del passeggero anteriore è completamente reclinabile in avanti per diventare un piano appoggio, oppure favorire il carico di oggetti lunghi e ingombranti. La maggior parte dei comandi è tutta posizionata tra plancia e consolle, impostazione che ha permesso di eliminare il tunnel centrale creando uno spazio aperto tra i sedili anteriori. Praticità che va di pari passo con la digitalizzazione. La strumentazione sfrutta un cluster da 10,25”, stessa dimensione per il touch dell’infotainment, dotato quest’ultimo di software aggiornabile via OTA, con sistema di navigazione integrato e compatibilità wireless con Apple CarPlay e Android Auto. Alla guida, la seduta alta e la luminosità dell’abitacolo rendono piacevole l’esperienza al volante in città, favorendo in tutte le situazioni gli ingombri in manovra, queste ultime facilitate da un raggio di sterzata contenuto. Effi cace anche la taratura delle sospensioni, che fi ltrano bene i contraccolpi delle irregolarità tipiche degli asfalti cittadini. Poi c’è la coppia istantanea dell’elettrico, che la rende reattiva negli stop&go da semaforo, ma senza esagerare, in pieno rispetto della sua indole da cittadina pura. Infi ne, con il pacchetto ADAS praticamente completo ci si sente sicuri grazie, in particolare, alle telecamere 360° e alla frenata di emergenza.

    MOTORIZZAZIONE

    La Inster è una trazione anteriore, disponibile con motore da 97 cv e batteria da 42 kWh o con motore da 115 cv e batteria da 84,5 kW. Le autonomie dichiarate (WLTP) vanno da un minimo di 300 km (Standard Range) a un massimo di 355 km (Long Range). L’alimentatore si ricarica in AC tramite il caricatore di bordo a 11 kW, ma sostiene anche la ricarica in DC fi no a 120 kW per passare dal 10 all’80% di ricarica in mezz’ora. La Hyundai Inster è già in vendita in due allestimenti: Xtech che parte da 24.900 euro e Xclass a partire da 28.650 euro.

    DIMENSIONI

    Lunghezza: 3,82 m

    Altezza: 1,57 m

    Larghezza: 1,61 m

    Passo: 2,58 m

    Peso: 1305 kg

    MOTORE

    Elettrico da 97 cv (71 kW) e batteria da 42 kWh, o da 115 cv (84,5 kW) e batteria da 49 kWh

    PREZZO

    Da 24.900 euro

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    Ducati, tempo di scelte per dominare due anni

    Giusto il tempo di arrivare a Buriram dalla Malesia, via Bangkok, e i protagonisti della MotoGP si sono immediatamente concentrati sulla fase finale dei test invernali. Alle 4 italiane è iniziata la prima delle due giornate di prove, per sedici ore complessive che condurranno poi al primo GP stagionale, fra poco più di due settimane sempr LEGGI TUTTO

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    Sportequipe 6 GT e 7 GTW, due Suv per chi ama la competizione

    L’essenza del Marchio si manifesta in due modelli che riescono a fondere con armonia la sportività e la massima eleganza. Due Suv, la carrozzeria più in voga in questo momento storico del mercato.

    Sportequipe 6 GT dichiara tutta la sua sportività già dal design esterno, con un frontale dalle linee affilate e aggressive, che conferiscono un forte senso di dinamismo. I fari full Led garantiscono una visibilità senza pari su strada, mentre i cerchi in lega da 20” completano il quadro estetico.

    All’interno, la musica non cambia, con un pieno di tecnologia e comfort. Guidatore e passeggeri sono immersi in un ambiente premium, con sedili e volanti in pelle, illuminazione ambientale a Led, sistema automatico di purificazione dell’aria, tetto panoramico, bracciolo centrale-anteriore con vano refrigerato e posteriore con vano portaoggetti. Senza dimenticare il caricatore wireless per smartphone.A gestire l’infotainment ci pensano invece il quadro strumenti LCD TF e il display da 15,6” compatibile con Apple CarPlay e Android Auto.

    Ma ci sono numerose altre opzioni di serie, tra cui il sedile conducente regolabile in 6 posizioni, ed entrambi i sedili anteriori riscaldabili e rinfrescabili, così come gli 8 speaker audio.

    Sportequipe non si dimentica della sicurezza. La 6 GT vanta 6 airbag, cruise control adattivo e un pacchetto completo di sistemi di assistenza alla guida. Presenti anche 4 telecamere HD con vista a 360°, e i sensori di parcheggio davanti e dietro.

    Le prestazioni sono garantite dal motore 1.6 benzina da ben 185 cavalli di potenza, abbinato al cambio automatico DCT a doppia frizione che imposta direttamente la marcia migliore regalando accelerazioni più fluide. Il motore è disponibile anche in versione GPL, consentendo così un sostanzioso risparmio al momento di fare rifornimento. LEGGI TUTTO