Un Gp che non c’è stato, ridotto ad un assurdo tira e molla “correre-non correre” per poi arrivare a svolgere due giri da presa in giro per tutti gli appassionati sugli spalti e a casa assegnando metà punteggio può mai concludersi con una regolare premiazione sul podio, come se fosse tutto nella normalità? Ebbene sì. A Spa il 29 agosto 2021 chi gestisce la F1 è riuscito anche a far questo completando l’arlecchinata. Del resto non c’è da stupirsi considerando quanto accaduto perché si è trattato semplicemente della logica e vergognosa conclusione di un’assurda messa in scena durata oltre tre ore.
Non a caso abbiamo scelto questa immagine per immortalare un qualcosa che non si può definire assolutamente un Gp di F1 e che, tra l’altro, è stato prodotto in uno dei templi dell’automobilismo mondiale facendone violenza. E le scuse ufficiali ai tifosi non valgono nulla in quanto, se veramente si rispettano gli appassionati, sarebbe stato opportuno rinviare la gara in sostituzione magari del cancellato Gp del Giappone, in modo tale così da conservare biglietti e regolare svolgimento della gara. In questa maniera avresti garantito la sicurezza e la competizione sportiva.
Invece ore intere e snervanti sotto la pioggia sugli spalti e davanti alla tv coltivando la speranza e assistere, infine, a due giri da ridere ricevendo anche le scuse di facciata. È una F1 che non c’è più, ripiegata su stessa, arroccata e imprigionata dai suoi complicatissimi rivoli, da mille regolette che impongono traiettorie, modalità di sorpasso, dove mettere e dove non mettere le ruote con la squadretta e in cui manca solo che stabiliscano se un pilota debba guardare a destra oppure a sinistra mentre cammina nel paddock. Una F1 che insegue smaniosa lo show a danno del suo dna sportivo e poi si perde nelle sue incertezze come domenica in una crisi di personalità senza precedenti.
Cento santi sulla sicurezza ma i valori dello sport devono essere ugualmente preservati. Lo abbiamo già scritto in tempi non sospetti che ormai chi ha in mano il giocattolo ha perso la bussola e, quanto accaduto in Belgio, è solo la punta dell’iceberg di un sistema che, ormai da tempo, non funziona più e implode perché manca di credibilità. È stato toccato il fondo, insomma. Era inevitabile. Prima o poi si sarebbe arrivati a questo ma può essere un bene perché quando si raggiunge il baratro si può solo riemergere, a patto che non si continui ad essere ottusi e che si apra la mente, se c’è la volontà di farlo.
Se non si vuole uccidere definitivamente la F1, come sta avvenendo, bisogna ritornare prima di tutto alla sua essenza, che è competizione agonistica su quattro ruote ad alti livelli con una grande tradizione da preservare e valorizzare nell’attualità, altrimenti meglio mandare in onda i titoli di coda. La F1 non è uncodice di norme da far elaborare ai cervelloni del diritto affinché tutto sia controllabile e prevedibile in un codice di norme rigide, è sport. Infine, un consiglio per evitare altre figuracce in futuro e rischi che nessuno vuole più prendere: meglio non disputare più le gare sotto la pioggia. Non sono più proponibili in questa “F1 da linea retta” super regolamentata dove una goccia in più o in meno manda in tilt il sistema decisionale. Lasciate perdere.
Fonte: http://feedproxy.google.com/~r/CircusFormula1/~3/Aq88n2qzFeE/flash-limmagine-del-gp-del-belgio-f1-un-podio-per-festeggiare-cosa.php