La Racing Point continua ad essere al centro dell’attenzione in questa stagione di F1 2020 per la controversia nata sulla sua vettura, la RP20, ritenuta un vero e proprio clone della Mercedes W10. Le polemiche sul caso non sono ancora finite e dopo il fuoco nemico delle accuse (Renault in primis) che ha portato alla penalità di 15 punti, il team di Lawrence Stroll passa adesso al contrattacco con il suo direttore tecnico Andy Green. Un’offensiva rivolta soprattutto alla Régie, da cui era arrivato il reclamo alla FIA contro la “Pantera Rosa”. Ma non solo.
Nel mirino della Racing Point, futura Aston Martin, c’è anche la Mclaren. Alla testata di lingua tedesca “Auto Motor und Sport” Green ha infatti dichiarato: “I nuovi chiarimenti stabiliscono non solo che non si possano ricostruire dei componenti, ma anche che non è possibile adottarne altri ma come si fa a stabilire se uno ha adottato un concept di un’altra macchina o no? Secondo questa logica – prosegue l’ingegnere – anche la McLaren non dovrebbe poter utilizzare il nuovo musetto e il nuovo alettone che sono entrambi di chiaro stampo Mercedes. Nessuno si è lamentato nei confronti della McLaren, quindi, mi chiedo, solo la Racing Point non può fare copia e incolla? Guardate la Renault, tutta la parte anteriore della vettura è una copia della Mercedes. Alla fine chi grida di più allo scandalo sono coloro che copiano di più”.
Un bel dardo infuocato che alimenta le polemiche sull’argomento, divampate molto prima dell’inizio del Mondiale. Una guerra verbale e non che vale il terzo gradino del podio nella Classifica Costruttori con Racing Point, Mclaren e Renault vicinissime e in piena bagarre. Forse proprio perché gareggiano con tre monoposto dal design molto simile in quanto di chiara ispirazione Mercedes…
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