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Vettel: Ora manca poco per vincere il titolo. Leclerc? Vuole battermi ma…


Sebastian Vettel fa il punto sulla stagione 2018, e guarda al futuro con ottimismo. In un’intervista rilasciata a Roberto Chinchero di Motorsport, il tedesco cerca di analizzare i vari fattori che non gli hanno permesso di vincere il Mondiale, ma allo stesso tempo cerca di focalizzare l’attenzione sul futuro, in cui si dice sicuro di poter arrivare al top con la Ferrari.

Pensando al Campionato attuale, Vettel vuole rispondere a coloro che pensano che la Rossa fosse la vettura dominante: “Forse su questa affermazione ho un’opinione diversa da quella che ha molta gente. È giusto dire che abbiamo avuto una monoposto molto competitiva, ma non concordo con chi ha la percezione che la nostra vettura sia stata dominante. Se ripenso ai risultati che abbiamo ottenuto da inizio anno non vedo una superiorità dominante”. Anche a Spa, dove Seb ha ottenuto la sua ultima vittoria, Hamilton era molto vicino: “Al massimo era a due o tre secondi, aveva lo stesso ritmo perché i tempi erano nello stesso decimo. Poi ad un certo punto ha rinunciato, ed è per questo che sotto la bandiera a scacchi ci hanno diviso otto secondi, ma con questo non credo che avessimo una monoposto dominante. È stato un confronto molto combattuto, e credo che se Lewis fosse stato al comando al termine del primo giro, come avvenne lo scorso anno, avrebbe vinto lui e io sarei arrivato alle sue spalle. Durante questa stagione in diversi Gran Premi siamo stati molto vicini, con dei passi di gara competitivi, ma non c’è una corsa in cui abbiamo dominato, cosa che invece è avvenuta a parti invertite”.

La competitività della vettura ha evidentemente fatto sì che nell’ambiente si creasse un po’ troppo entusiasmo intorno alla Ferrari e a Vettel stesso, tanto da attirargli poi molte e feroci critiche per i suoi errori. Lo stesso pilota ne è consapevole, ma non infastidito: “Non seguo granché ciò che viene detto. Ho sempre pensato che ‘non sei bravo mai come dicono, e non sei mai male come dicono’, e credo che sia davvero così. Detto questo, credo che l’entusiasmo sia un aspetto positivo, perché è per questo che la gente ama il nostro sport. A volte questa dose di passione comporta ricevere molte critiche, ma ci sono anche persone che non lo fanno, o lo fanno di meno, ma fa parte del gioco. A volte trovo che le critiche non siano motivate, ma anche quando sei giudicato come un eroe a volte non è sempre giusto. Alla fine credo che sia corretto tenere le distanze, piuttosto che analizzare tutto ciò che viene detto e scritto parola per parola”.

A questo proposito, Seb conferma un fatto arcinoto nel paddock: la pressione all’interno della Ferrari è di gran lunga superiore rispetto a quella esercitata in ogni altro team, anche perché “hai un’intera nazione che ti spinge”.  L’importante è trasformare questa pressione in una spinta positiva: “La Ferrari è diversa e questo per me è un aspetto positivo. Come ho detto prima, spesso intorno a noi c’è tanto entusiasmo, ed è importante viverlo come un aspetto positivo. Può essere vissuta come ‘ah, c’è troppa pressione, troppa attesa’, ma puoi anche vivere la stessa cosa come un valore aggiunto dell’avere una nazione alle spalle, come l’Italia è con la Ferrari. La gente crede nella Ferrari, ama la Ferrari, e quando non riusciamo a soddisfare i desideri di tutti i sostenitori è naturale che ci sia delusione. Questo fa parte del gioco”. Ha poi chiuso l’argomento con una frase che suona come una promessa: “Il team è in forte crescita da quando sono arrivato, tutti lavorano per tornare al top; ci manca ancora qualcosina, ma ci arriveremo!”.

Parlando dei suoi colleghi, Vettel ha speso parole importanti per Max Verstappen, fresco vincitore del GP del Messico: “Tutti hanno un proprio stile di guida e credo che sia un aspetto positivo essere aggressivi, a patto di esserlo nei momenti giusti. Credo che si sia già ‘calmato’ rispetto a qualche anno fa, e che abbia trovato la sua strada, è un percorso che tutti i piloti fanno. Non credo ci siano dei dubbi sul fatto che sia veloce e che abbia talento, così come credo che ci siano ancora molte cose che imparerà in futuro. Sono certo che resterà da queste parti molto più a lungo di me”. Un endorsement importante per l’olandese, che arriva nonostante i vari contatti che negli ultimi anni hanno visto i due come protagonisti (ultimo caso quello di Suzuka).

C’è una cosa su cui il tedesco è assolutamente critico: la mancanza di test in pista. La trova una cosa ridicola, e fa un paragone interessante atto a mostrare l’assurdità di questa regola: “Oggi tutti i chilometri che percorriamo sono nel weekend di gara, ma fuori dal contesto delle gare giriamo pochissimo. Ogni pilota ha quattro giorni prima del via del Mondiale, solo quattro giorni. Se in uno di questi giorni ti becchi maltempo, diventano tre. Se guardiamo qualsiasi altro sportivo del mondo, o qualsiasi altra disciplina, penso che siamo lo sport con la minore possibilità di allenarsi. Questo è sicuramente un grande handicap: immagina un tennista che abbia tre o quattro giorni con la racchetta in mano per preparare una stagione. È pazzesco, dai!”.

Rispetto al passato, Vettel ritiene che ci siano troppe differenze per poter fare dei paragoni appropriati: “È difficile fare confronti. Guarda anche solo il fisico dei piloti, la mia generazione non assomiglia per nulla ad un pilota anni ‘80, ma forse se guidassi una monoposto di quegli anni avrei bisogno di più forza, e magari la mia struttura fisica non mi consentirebbe di farlo al meglio. Viceversa credo che un pilota di 30 o 40 anni fa non potrebbe guidare la monoposto che guido io oggi, sono abbastanza certo che non ce la farebbe. Ciò che è richiesto oggi è diverso, dalla struttura fisica alle attitudini”. In sostanza, ognuno è figlio del suo tempo, con tutte le differenze che ne conseguono, secondo Seb.

Riguardo al futuro nella Scuderia Ferrari, il pilota di Heppenheim dovrà, a partire dalla prossima stagione, fare i conti con il “nuovo che avanza”, identificabile in Charles Leclerc, ventiduenne monegasco che prenderà il posto di Kimi Raikkonen. “Sarà sicuramente diverso, perché Charles non è Kimi e Kimi non è Charles. È un ragazzo giovane, credo che avrà molti pensieri nella sua testa e penso che nell’interesse del team dovremo lavorare insieme. Sono certo che voglia battermi come io voglio batterlo, le regole sono chiare, e sono le stesse regole che ci sono con Kimi. Penso che la chiave sia il lavorare insieme e, come ho detto, avrà molte cose nella sua testa. Ma sono il suo compagno di squadra, quindi sono anche qui per aiutarlo. Non sono il tipo che si nasconde o che fa i ‘giochetti’, è per questo che penso di andare molto d’accordo con Kimi, perché su questo fronte siamo molto simili. Vedremo”.

Riguardo al suo futuro in F1, Vettel si vede sicuramente vestito di Rosso, ma non si dà una scadenza temporale oltre i 40 anni, come ha fatto Raikkonen: “Mi manca ancora parecchio tempo per arrivare a fare la scelta di Kimi, praticamente lo stesso intervallo trascorso da quando ho esordito in Formula 1 fino ad oggi! Non so, vorrebbe dire disputare 400 Gran Premi in totale… comunque mai dire mai, se vincerò i prossimi dieci Mondiali con la Ferrari magari sì, non ci sarebbe motivo per dire no”. E dopo la F1? “Ci sono molte cose che mi piacerebbe fare, ma non ho ancora un piano preciso, ho alcune idee, che oggi sono molto… riservate, alcune sono diverse dalla Formula 1, ma chi lo sa…”.

Fonte: http://feedproxy.google.com/~r/CircusFormula1/~3/ZUpYhko-q7A/vettel-ora-manca-poco-per-vincere-il-titolo-leclerc-vuole-battermi-ma.php


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