È un percorso, quello di Javier Martinez, nel quale la pallavolo ha sicuramente contraddistinto l’unione di molti tasselli della sua vita: la famiglia, l’amicizia, ciò che tutti chiamiamo casa e le ambizioni. Ogni qualvolta Javi si è presentato di fronte a qualcosa di nuovo o di consolidabile che inevitabilmente la vita sceneggiatrice ti pone davanti, si è presentato come uomo e protagonista della nostra pallavolo. Non è un caso che, alla soglia dei 29 anni, questo sia forse il primo vero anno della maturità pallavolistica di Martinez. E Javier ha scelto di trascorrerlo alla Moyashi Garlasco, dove nelle ultime settimane lui e molti inossidabili giocatori di A3 hanno deciso di risalire la china in una stagione che finora non li aveva ancora visti esprimere il meglio del proprio potenziale:
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Evitare i Play Out è il traguardo?
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Le cose stanno migliorando.
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Sembra anche che la pallavolo sia tornata ad essere fondamento della sua vita.
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Sono lontani i tempi in cui lei era conosciuto come il pallavolista che voleva fare tv.
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Porto Viro, poi due anni Modica e poi Cisterna. È stato proprio l’ultimo anno quello che è servito di più.
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Lei ha tre grandi tifosi: i suoi fratelli Russo e Mariano e suo papà.
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L’ho sentita parlare di casa, assieme a loro.
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Un futuro a forma di isola?
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