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Siamo al giro di boa del campionato di Serie A1 femminile: un ottimo momento per tracciare una panoramica su quello che si è visto fin qui. Andiamo allora dunque ad individuare quali giocatrici si sono particolarmente distinte e chi invece ha deluso le aspettative.
Isabelle Haak (Prosecco DOC Imoco Conegliano) – Qual è il modo migliore per definire la forza di un’opposta? Non esiste una risposta definitiva a questa domanda, però esistono tanti piccoli pezzi da mettere insieme: i punti sono fondamentali, certo, ma vanno considerati anche il peso, la qualità, la varietà degli attacchi vincenti; e poi bisogna tener conto del contributo dato alla squadra in termini di partecipazione e di personalità. Nel caso di Haak, questi pezzi si incastrano perfettamente, come se fossero le tessere di un puzzle che riproduce un suggestivo scenario di montagna. Arrivata in estate a Conegliano, il fenomeno svedese viaggia su una media punti eccellente (complessivamente 208 in 37 set giocati, 5 ace e 22 muri) con il 51,27% di positività e il 46,18% di efficienza in fase offensiva, e soprattutto non fa cadere nessun tifoso gialloblu nell’abisso della nostalgia dopo l’addio di Paola Egonu.
Alessia Orro (Vero Volley Milano) – Qualora servissero controprove, la palleggiatrice sarda dimostra una volta di più di essere fondamentale come nessun’altra per Milano. A fare la differenza è la sua distribuzione del gioco, che si adatta perfettamente alle diverse circostanze proposte dalle partite: quando può utilizzare le centrali lo fa con regolarità; quando la ricezione la fa correre o nei momenti caldi si appoggia alle attaccanti di palla alta, che tirano la carretta senza preoccuparsi più di tanto. E poi una voglia di trascinare, uno spirito di sacrificio e una dedizione da vera capitana (per lei anche 51 punti di cui 10 ace e 22 muri).
Eleonora Fersino (Igor Gorgonzola Novara) – Una giocatrice che nel girone di andata ha sbagliato poco o nulla è il libero della compagine novarese. Stimolata dalla concorrenza interna con Caterina Bosetti, che in quanto a tecnica in ricezione rivaleggia alla pari con le specialiste della seconda linea, Fersino offre prestazioni di alto livello in serie (54,72% di ricezione perfetta e 50,57% di efficienza nel fondamentale), al punto che il paragone con un totem della pallavolo italiana come Paola Cardullo inizia a diventare sempre più calzante. Soprattutto dopo aver visto quanto difende l’ex di Conegliano e Bergamo, decisiva in molte ricostruzioni. I meriti vanno divisi con quelli del muro, solitamente composto ed ordinato, ma poi il pallone bisogna comunque tirarlo su e lei lo fa con reattività, coraggio e qualità tecniche fuori dal comune.
Héléna Cazaute (Reale Mutua Fenera Chieri) – In tutte le orchestre, anche le più talentuose, esiste sempre un musicista meno dedito ai virtuosismi ma senza il quale il gruppo non potrebbe andare a tempo. Solitamente addetto alle percussioni, colui che abbandona la melodia per i suoni sordi è al servizio del collettivo come nessun altro, cosciente della sua importanza capitale. Ecco, questo parallelismo è perfetto per capire cosa rappresenta la schiacciatrice francese per Chieri: l’elemento carismatico in grado di tenere saldo l’equilibrio, il passe-partout utile in ogni occasione. Se poi prendiamo in considerazione i numeri (172 punti con il 48,66% in fase offensiva, il 39,81% di ricezione perfetta, 17 ace e 10 block), beh, non c’è da meravigliarsi che Cazaute venga considerata unanimemente una delle migliori interpreti del suo ruolo in Serie A1.
Alexandra “Ali” Frantti (Trasportipesanti Casalmaggiore) – Aspettavamo con una certa impazienza la terza stagione in Italia della schiacciatrice statunitense, quale affidabile cartina al tornasole per capire la consistenza reale della sua crescita esponenziale, registrata la scorsa estate in nazionale. Il campo dà tutte le conferme del caso, non c’è che dire: una giocatrice nel pieno della maturazione tecnica, fisica e psicologica, che sa mettere le sue qualità sconfinate al servizio della squadra. In attacco sa estrarre dal cilindro bordate sopra il muro, diagonali stretti, pallonetti e palle piazzate, un intero campionario da posto-4 di livello assoluto (205 punti con il 43,43% di positività e il 37,79% di efficienza in fase offensiva). In ricezione se la cava abbastanza bene (33,01% di perfetta), non perdendo mai lucidità.
Bozana Butigan (Volley Bergamo 1991) – Cosa concorre a rendere qualcosa un “ottimo acquisto”? È una mera questione di costo/rendimento oppure ha più a che fare con un valore emotivo? L’acquisto migliore della vostra vita potrebbe essere stato una casa, ma anche una t-shirt, un biglietto aereo, una pianta. Non lo definiamo solo con una valutazione economica, ma anche con l’esaltazione, l’affetto, l’andare oltre le aspettative. Per i tifosi di Bergamo la centrale croata – arrivata esattamente un anno fa – è stato tutto questo: un appiglio nei momenti bui della scorsa stagione e una promessa di felicità ora che le cose vanno decisamente meglio. Precisa in attacco (119 punti con il 53,03% di efficacia), guardiana del muro (per 43 volte si oppone senza timore agli attacchi delle avversarie occupando il terzo posto nella classifica individuale del fondamentale), Butigan sembra aver raggiunto un’affidabilità esemplare, diventando implacabile in tanti piccoli dettagli che fanno la differenza.
Katerina Zakchaiou (e-work Busto Arsizio) – Tra tutte le sensazioni di stupore che possiamo provare di fronte al cambiamento di una giocatrice, la più intensa e inaspettata rimane quella che ci fa provare un elemento che pensavamo inadeguato e che invece, da un anno all’altro, diventa improvvisamente uno dei migliori. Un cambiamento talmente radicale e repentino da lasciarci l’impressione di non aver capito fino in fondo lo sport che stiamo guardando, che ci sia almeno un piano della realtà che ci sfugge, che per forza di cose dobbiamo lasciare al mistero. Insomma, la sensazione che abbiamo provato guardando giocare la centrale cipriota, che nel giro di pochi mesi passa da essere oggetto misterioso con la Vero Volley a elemento imprescindibile della UYBA. Chiude la prima parte di stagione con 101 punti di cui 5 ace e 27 muri, e il 51,88% di positività in attacco.
Ofelia Malinov (Savino Del Bene Scandicci) – Ogni tanto succede che una giocatrice che è stata sulla cresta dell’onda per diverse stagioni improvvisamente smarrisca la sua strada, e finisca per imboccare un tunnel in cui la rincorsa verso il ritorno al top sembra diventare difficile. Spesso situazioni di questo tipo hanno una spiegazione razionale, qualche volta è colpa di un infortunio, altre volte le circostanze tecniche, come un cambio di allenatore o di sistema di gioco, sembrano poter spiegare l’involuzione. Altre volte ancora, invece, ci si trova di fronte a un vero e proprio mistero, e quanto successo ultimamente a Lia rientra proprio in questa categoria: da insostituibile che era, ormai non è solo ai margini della formazione titolare di Scandicci, ma addirittura trasmette una sensazione di malinconia perenne (la sua espressione in campo è tesa, poi diventa rassegnata a ogni errore o imprecisione), tanto che sempre più persone cominciano a domandarsi dove sia finita la Malinov che incantava tutti fino a qualche tempo fa.
Alessia Mazzaro (Reale Mutua Fenera Chieri) – Negli ultimi anni il posto 3 lombardo ci aveva abituato bene, molto bene. È stata una delle migliori centrali italiane, una certezza sulla quale lo staff tecnico di Chieri sapeva di poter contare e che molto spesso faceva la differenza. Tuttavia, i primi mesi della stagione 2022-2023 non sono assolutamente a quei livelli. In particolare, la palla tesa che le viene servita non riesce più a creare preoccupazioni alla gabbia muro-difesa avversaria, quindi urge trovare il modo di restituire efficacia a quel colpo. Ma anche a muro mancano ritmo e continuità: così dare una mano alla squadra sporcando più palle possibili sotto rete diventa complicato. Scollina il girone di andata con 47 punti con il 34,72% di positività e il 23,61% di efficienza offensiva, 17 muri, 5 ace e 14 errori (di cui 6 in battuta).
Elena Perinelli (Trasportipesanti Casalmaggiore) – Nelle prime due annate di Giulio Bregoli a Chieri, la schiacciatrice varesotta era stata fondamentale, garantendo un rendimento di alto livello e interpretando il ruolo di banda di equilibrio secondo i dettami predicati dal suo coach. Il grave infortunio al ginocchio destro sul finire del 2020-2021 ha di fatto pregiudicato l’ultima stagione in Piemonte della numero 3, proiettata in un limbo di indeterminatezza che ora si sta trascinando pure a Casalmaggiore. Non a caso, parte degli alti e bassi della formazione rosa – molto dipendente da Ali Frantti prima del rientro di Emiliya Dimitrova – nascono anche dalla parziale sottovalutazione del recupero a pieno regime di Perinelli che, al di là dell’incapacità di riuscire a ritrovare uno stato di forma brillante, fatica in attacco (88 palloni a terra, 37 errori e 30 murate su 318 assist) e sorprendentemente soffre in ricezione (28,48% di positiva e 22,12% di efficienza).
Stephanie Samedy (Bartoccini Fortinfissi Perugia) – Essere “peggiore” alla prima esperienza in Italia, porta con sé tutto un codazzo di attenuanti, e non ha mai il suono perentorio di una bocciatura definitiva: c’è un sacco di tempo per recuperare. Se però a guardarsi indietro ci viene da sollevare un piccolo sospiro di rimpianto, ecco significa che qualcosa non sta andando per il verso giusto. Infatti, quando la giocatrice statunitense era stata annunciata dalla Bartoccini, in molti si aspettavano la sua esplosione dopo una buona parentesi in Germania. Tuttavia, Samedy sta incontrando qualche difficoltà ad imporsi: nonostante il discreto bottino di 146 punti, l’opposta americana non è quella bocca da fuoco in grado di fare la differenza che speravano a Perugia (39 errori, 33 murate subite e solo 22,93% di efficienza in fase offensiva).
Vittoria Piani (Megabox Ondulati Del Savio Vallefoglia) – Se, dopo l’addio di Ana Bjelica, ci si aspettava il definitivo salto di qualità da Piani, sicuramente questa non è l’annata giusta. L’opposta della Megabox, però, non aveva iniziato affatto male la stagione, dimostrando grande personalità all’esordio contro Cuneo (17 punti). Ma da quel momento riesce poche volte a dare una mano concreta alla sua squadra (nelle successive 12 partite solamente quattro volte supera quota 10 punti). Un po’ perché l’intesa con la palleggiatrice Micha Hancock non sembra mai fare passi in avanti, un po’ perché non è quella trascinatrice che ci aspettavamo, fatto sta che il suo 24,33% di efficienza in attacco contribuisce a rendere in salita la prima parte di stagione di Vallefoglia e a sancire la mancata qualificazione al tabellone di Coppa Italia. E a pesare sulle prestazioni dell’ex di Trento è soprattutto il numero complessivo di errori (55 di cui 20 in battuta).
Silvia Fiori (Cbf Balducci Hr Macerata) – A volte, nella pallavolo, bisogna anche essere fortunati, e trovarsi nel posto giusto al momento giusto; se le circostanze ti sono favorevoli, e se gli Dei del Volley decidono di non metterci troppo il becco, puoi anche dare una svolta alla tua carriera a 28 anni. Ma, se quelle circostanze si ribaltano, e se per caso ti ritrovi nel posto sbagliato al momento più sbagliato, beh, anche in quel caso può bastare poco per mancare la tanto agognata consacrazione. È quello che rischia di succedere a Fiori. L’avvio difficile di Macerata ha sicuramente più di una colpevole, però è innegabile come i numeri della giocatrice altoatesina siano decisamente insufficienti. 21,37% di positività, 13,31% di efficienza, 32 errori in ricezione e ultimo posto nella graduatoria riferita ai liberi, che combina tutti gli indici di rendimento nei fondamentali difensivi: per puntare alla salvezza la squadra marchigiana ha bisogno della miglior versione di Silvia in seconda linea.