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Il GP dell’Arabia Saudita tra attese, proteste ed appelli

Abu Dhabi, Bahrein, Marocco: nella lunga storia che lega la Formula 1 ai tracciati di lingua araba, da quest’anno verrà scritto un nuovo capitolo di questo rapporto con l’inserimento ufficiale in calendario del Gran Premio dell’Arabia Saudita. Il 5 dicembre 2021 il Circus farà infatti il suo esordio nel Paese di Re Salman sul circuito cittadino di Jeddah , tracciato con una lunghezza di poco superiore ai 6 km (da affrontare per 50 giri) e soprattutto costituito da una velocità media tra le più alte di sempre, certamente la più elevata tra i circuiti urbani: oltre 250 km/h, stando ai dati emersi dalle simulazioni.

La pista, che si affaccia sul Mar Rosso, accoglierà i bolidi di Formula 1 ancora una volta al calar del sole, regalando agli appassionati un’altra gara caratterizzata dalla proiezione di luci artificiali.
Eppure, insieme ai molti aspetti sicuramente interessanti e affascinanti, ve ne sono altrettanti che rendono l’attesa di questo appuntamento carica di polemiche, con tanto di ripetuti appelli da parte delle associazioni umanitarie per boicottare l’evento.

IL PROGETTO

Già nell’estate del 2019 iniziarono a circolare le prime indiscrezioni che avrebbero voluto l’aggiunta in calendario della prima edizione del GP saudita nel megaprogetto di Qiddiya, complesso “bandiera” del Saudi Vision 2030. Tuttavia, nonostante i buoni ed effettivi propositi (tanto che è ancora da considerare proprio lì un futuro trasferimento dalla sede attuale), il progetto iniziale venne accantonato con la costruzione del nuovo circuito di Jeddah, seconda città più grande dell’Arabia Saudita dopo la capitale Riad e situato a poco meno di 70 km da La Mecca.
Realizzato ancora una volta dall’ingegner Hermann Tilke in collaborazione con il Direttore Generale di Formula 1 Motorsport Ross Brawn, il circuito cittadino venne presentato ufficialmente ai team nel mese di ottobre 2020 con la chiara intenzione, da parte degli organizzatori, di ospitare una gara valida per il Mondiale già nella stagione successiva.

LE CARATTERISTICHE E LA DATA DELLA GARA

E infatti, con l’appoggio ed il sostegno del Regno Saudita, la notizia ufficiale dell’inserimento del GP in calendario è giunta proprio il 18 marzo, con la prima edizione del Gran Premio dell’Arabia Saudita che si terrà dunque il 5 dicembre 2021 in occasione della penultima tappa del mondiale.
Il circuito cittadino di Jeddah si può definire in tutti i modi tranne che “comune”, soprattutto per il colpo d’occhio che sarà capace di regalare: non distante dal centro della città, esso costeggia il Mar Rosso e circonda una laguna, ma soprattutto presenta lunghi rettilinei e 27 curve da affrontare in 50 giri complessivi. Tutto ciò presenterebbe anche ottime opportunità di sorpasso, con ben tre zone DRS che potrebbero dunque favorire battaglie accese sotto la luce dei riflettori, visto l’orario di partenza previsto per le 17.00 locali che farà svolgere la gara a sole tramontato.
In ogni caso, indipendentemente dalla spettacolarità visiva, il tracciato di Jeddah si prepara ad essere presto incoronato come il circuito cittadino più veloce di sempre: stando ai primi dati raccolti dalle simulazioni, la media oraria prevista è superiore ai 250 km/h, che renderebbe questo tracciato anche uno dei più veloci in assoluto dell’intero campionato.

“È sempre molto emozionante pubblicare i dettagli di un nuovo circuito e il Jeddah Street Circuit non fa eccezione – ha dichiarato Ross Brawn – Abbiamo lavorato a stretto contatto con il team di Tilke e con il promotore per assicurarci di avere una pista che offra emozionanti corse ruota a ruota per i nostri fan e sfide tutti i piloti. Il design tira fuori il meglio di un moderno circuito cittadino, ma ha anche aree a flusso libero a ritmo serrato che creeranno velocità elevate e opportunità di sorpasso. L’ambientazione è incredibile, sul Mar Rosso, e non vediamo l’ora di vedere le vetture in pista a dicembre”.

LE PROTESTE

Ma se le novità sono state generalmente accolte con entusiasmo, o al massimo con qualche perplessità di natura squisitamente tecnica, questa volta il caso è diverso: la notizia dell’accordo tra F1 ed Arabia Saudita (50 milioni di dollari in dieci anni) ha suscitato l’indignazione da parte di molte associazioni umanitarie sia arabe che internazionali, le quali hanno definito l’organizzazione del GP come “una cinica strategia per distrarre dalle violazioni dei diritti umani perpetrate nel paese”. Dal punto di vista politico-sociale, negli ultimi anni l’Arabia Saudita è infatti finita nell’occhio del ciclone a seguito di gravi episodi prontamente denunciati dalle ONG, su tutti la guerra in Yemen, l’arresto di alcune attiviste locali e l’omicidio del giornalista Jasmal Khashoggi.
Gli stessi enti hanno anche spedito una lettera a Lewis Hamilton (campione del mondo in carica e portavoce di nobili battaglie come quelle contro il razzismo) per chiedergli di boicottare la partecipazione all’evento, o comunque di utilizzarlo “come un’importantissima vetrina per fare una dichiarazione sui diritti umani”.
Immediata la risposta da parte della Formula 1, la quale ha replicato agli appelli con una nota:
“Prendiamo molto sul serio le nostre responsabilità e abbiamo reso chiara la nostra posizione sui diritti umani a tutti i nostri partner e ai paesi ospitanti”.
A queste dichiarazioni si sono aggiunte quelle del Ministro dello Sport saudita, il Principe Abdulaziz bin Turki Al Faisal, che ha risposto così alle polemiche:
“Una gara di Formula Uno è la classica ciliegina sulla torta e riflette perfettamente il viaggio di trasformazione che sta avvenendo nel paese. Per molti sauditi sarà un sogno che si avvera. È un momento molto speciale e possiamo mostrare al mondo ciò di cui siamo capaci”.

In ogni caso, indipendentemente da come andranno a finire le cose, c’è da augurarsi che fuori dalla pista non accada un episodio simile a quello avvenuto qualche giorno fa in Formula E, e che si arrivi dunque al buonsenso generico. Il 26 febbraio, al termine della tappa in Arabia sul circuito di Diriyah, l’esercito saudita è riuscito a neutralizzare un missile sparato dai ribelli dello Yemen, scongiurando così un vero e proprio pericolo.

Fonte: http://feedproxy.google.com/~r/CircusFormula1/~3/4TN-q2PUyWM/il-gp-dellarabia-saudita-tra-attese-proteste-ed-appelli.php


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