La prima volta, si sa, non si scorda mai e nell’ormai lontano 4 maggio 1996 l’epico anfiteatro naturale che dipinge la pista di Imola mise la firma su una prima volta davvero molto speciale ed emozionante. Gli attuali formulisti di 20 o 30 anni non possono ricordare ma i quarantenni sì. E quando dalla Variante Bassa, all’epilogo della sessione di qualifica del Gp di San Marino, sbucò come una furia la Ferrari F310 numero 1 stampando in piena accelerazione la pole provvisoria con un eccezionale crono le tribune vennero giù. Michael Schumacher, al suo primo anno alla Rossa e alla sua quinta gara griffata Maranello, aveva compiuto qualcosa di stupefacente con la vettura che non era certo la migliore del lotto.
Ma quell’1’26″890 che strappava violentemente il miglior tempo alla super Williams FW18 di Damon Hill non era ancora al sicuro perché proprio l’inglese stava per arrivare di gran carriera concentrato al massimo per ribattere il colpo da maestro del Kaiser. A quel punto mancava meno di un minuto. Tagliato il traguardo, intanto, Schumacher non si era fermato, non era sazio, voleva fare l’impossibile, ovvero battere se stesso sospinto da un bestiale torrente di adrenalina attaccando al massimo la Variante del Tamburello. Ma aveva ormai raggiunto il limite invalicabile della macchina e alla seconda controcurva finiva in testacoda in un 360 gradi completo mentre Hill stava già affrontando la Rivazza. Il momento della verità era lì. Damon aveva la monoposto di gran lunga migliore del lotto e poteva battere il best time di Michael, il quale però era stato autore di un capolavoro con un guizzo degno del campionissimo che è.
La Williams percorreva pulita la Rivazza e si avventava a tutta velocità verso la Variante Bassa uscendo in grande sbandata sul cordolo. L’autodromo di Imola ammutoliva tenendo dentro un’emozione che avrebbe voluto esplodere all’istante per i colori del Cavallino ma che nello stesso tempo doveva fare i conti con la possibilissima beffa finale. Terza, quarta, quinta marcia. Il motore Renault V10 sfornava la sua forte progressione. Ecco la sesta e subito dopo la linea del traguardo che emetteva il verdetto finale: 1’27″431. Niente da fare per lui, un tempo addirittura meno rapido del precedente.
La pole era di Michael, la prima in tuta Ferrari! E il tifo finalmente si lasciò andare in un toccante fragore di entusiasmo liberatorio. La prodezza di Schumacher è entrata nella storia della F1 e del bellissimo tracciato intitolato a Enzo e Dino Ferrari. Domenica, in gara, giungerà secondo ma che giro quello del sabato ragazzi! E non sarà il primo perché 15 giorni dopo a Montecarlo, sempre in prova, si ripeterà umiliando tutti con una macchina che, in quell’indimenticabile ’96, il suo team mate Eddie Irvine faceva fatica fino a quel momento a qualificare tra il 7° e il 10° posto (escludendo il terzo posto di Melbourne). Anche in quell’occasione non si smentì beccando dal fenomeno tedesco 1″315. E poi dicono che i migliori anni di Schumacher in Ferrari siano stati solo quelli dei titoli a ripetizione tra il 2000 e il 2004…
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