L’Alfa Romeo fallisce la grande occasione di cogliere tanti punti sul circuito di Budapest, in cui è andata in scena una gara caotica. E ora la classifica vede il Biscione al penultimo posto.
Tanto, tantissimo amaro in bocca per l’Alfa Romeo dopo il Gp d’Ungheria. La gara più pazza della stagione poteva essere una grande opportunità per la scuderia italo-svizzera di portare a casa un ottimo bottino di punti. E invece è arrivato un misero decimo posto, grazie a Kimi Raikkonen. Tra l’altro sub-iudice, visto il ricorso dell’Aston Martin per provare a riprendersi il podio tolto a Sebastian Vettel. Una corsa anomala, dunque, fortemente condizionata da una doppia penalità per i due alfieri, ancora una volta vittime sia dei loro errori che di quelli al box. E questo va a riflettersi anche sulla classifica, visto che l’exploit della Williams ha permesso il sorpasso proprio ai danni dell’Alfa, ora penultima nel mondiale costruttori.
SENZA LODE E SENZA INFAMIA CON IL CALDO UNGHERESE
Prima del semaforo verde della gara magiara, la C41 aveva messo in mostra cose interessanti, seppur senza suscitare troppi clamori. La vettura si era adattata tutto sommato bene alle temperature altissime fatte registrare in questo fine settimana ungherese, denotando un buon bilanciamento e una velocità discreta in curva. Il risultato di ciò è stata la buona qualifica disputata dai due piloti, rispettivamente tredicesimo e quattordicesimo. Nonostante i tempi, comunque, lontani da quelli dei primi 10, la condizione di partenza era molto buona. Tentare l’attacco a quella Top 10 sfiorata ripetutamente nelle ultime uscite era possibile. Ma tutto è svanito per colpa del disastro domenicale.
ERRORI E CONFUSIONE: UNA GARA BUTTATA VIA
Chissà quanti saranno i rimorsi per il Team Principal Frederic Vasseur, alla luce degli sviluppi inattesi di una corsa semplicemente folle. Che proprio la stessa Alfa ha provato a rendere tale già dal giro di formazione, con la scelta di far rientrare Antonio Giovinazzi ai box per mettere le gomme da asciutto. Un azzardo pagato a caro prezzo: sì, perché il pilota pugliese ha infranto il limite di velocità nella corsia, sanzionato con uno Stop&Go di 10 secondi. Un errore molto grave del portacolori italiano, che ha così sciupato un vero e proprio jolly. Ma dove non arrivano gli errori del singolo, arrivano invece quelli del Team: qui il protagonista è Iceman, la cui gara è stata condizionata da una penalità di 10 secondi, comminatagli per un unsafe release provocato dalla squadra del cambio gomme, e in occasione del quale ha colpito la Haas di Nikita Mazepin. In sostanza, questa gara è stata una sagra dell’errore e della confusione, con tutte le parti coinvolte. E che dovrà far riflettere attentamente durante la pausa estiva, che condurrà al Gp del Belgio. Perché gli errori/orrori continuano ad essere tanti. E ora anche la classifica non può far più dormire sonni tranquilli.
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