Le decisioni prese dal Governo per procedere con la fase 2 stanno facendo discutere, come era inevitabile. Anche dice la sua: se pochi giorni fa chiedeva incentivi per l’acquisto dei mezzi a due ruote, adesso pone l’accento sulla questione biciclette, i cui negozi sono ancora chiusi. “Ci chiediamo come sia possibile immaginare una mobilità della ripartenza contraddistinta da un maggiore ricorso all’utilizzo delle due ruote con i negozi di biciclette ancora chiusi”, commentano dall’Associazione Nazionale Ciclo Motociclo Accessori.
Nuova mobilità urbana
La bici, tradizionale o e-bike, è da molti considerata il . Permette al cittadino una guida autonoma, evita i contatti con gli altri e diminuisce il traffico urbano. Nonostante queste premesse “la pianificazione della mobilità urbana in questa direzione non può non considerare che una rete nazionale di oltre 2500 negozi che può offrire un servizio ai cittadini, anche adottando iniziative commerciali ad hoc per la situazione sanitaria, abbia ancora la saracinesca abbassata: è irrazionale”, proseguono dall’Associazione.
La sicurezza degli utenti
C’è poi un altro importante tema da trattare, fanno sapere da ANCMA, ovvero quella della sicurezza per chi guida i mezzi a due ruote. Se nella fase di convivenza con il virus (e anche dopo) il loro utilizzo aumenterà saranno necessarie norme chiare per la sicurezza degli utenti. “Non solo sarà indispensabile fare appello ai cittadini di adottare comportamenti rigorosi e ancora più responsabili, ma anche permettere loro di comperare dotazioni di sicurezza, caschi, caschetti e abbigliamento protettivo con più facilità. Per questo chiediamo nuovamente a nome di tutto il settore di riaprire i negozi di biciclette il prima possibile e auspicabilmente di prevedere forme di defiscalizzazione per l’acquisto di materiale protettivo e altri dispositivi di sicurezza come luci, pettorine e riflettori”.