in

Suzuki, e se tornasse la Hayabusa?

Un nome che negli anni è stato associato a quello pure e semplice di “velocità”. Era il 1999 e sono venti anni esatti da quando la Suzuki GSX-R 1300, più nota semplicemente come Hayabusa, si imponeva come moto più veloce al mondo, motivando il suo soprannome ripreso dal falco pellegrino più veloce al mondo, capace di toccare i 320 km/h in picchiata. Un accostamento quanto mai azzeccato, perché anche la moto di Hamamatsu fu subito riconosciuta come la moto di serie più veloce, con i suoi 312 km/h di top speed. Fu la risposta ad Honda che un paio di stagioni prima presentò la CBR 1100 XX, o Super Blackbird.

TORNA – Di fatto uscita di produzione alla fine del 2018 perché non in linea con le normative sulle emissioni (i limiti Euro 4 erano entrati in vigore ufficialmente il 1° gennaio 2017, ma alle aziende erano stati concessi altri due anni per vendere le rimanenti moto Euro 3), ora la Hayabusa si prepara a tornare. Come facciamo a saperlo? E’ presto detto: il flusso di informazioni sulla nuova sport tourer inizia a farsi più intenso, e le ultime news sono rappresentate da due brevetti pubblicati la scorsa settimana dall’ufficio brevetti giapponese e scovati dai colleghi inglesi di Bike Social. La particolarità è che entrambi sono abbastanza ‘normali’, ma proprio questo lascia ben sperare: dai disegni si notano contenuti già abbastanza definiti e questo lascia supporre che siamo già in fase avanzata da un punto di vista realizzativo.

DISEGNI – Il primo dei brevetti riguarda il montaggio di un sistema di raccolta dei vapori di benzina dal serbatoio, un elemento che aiuta nella riduzione delle emissioni oed ha, come facile immaginare, l’obiettivo di ottenere la certificazione Euro 5. La soluzione brevettata si riferisce alla posizione ai lati del telaio, zona che agevola il raffreddamento tramite il flusso d’aria.
Il secondo brevetto riguarda la coppa dell’olio del motore, che è stata riprogettata per migliorare il pescaggio della pompa.

TELAIO – La prossima generazione della ‘Busa’ potrebbe avere un telaio completamente nuovo, di derivazione GSX-R, più leggero e compatto dell’ultima versione montata sulla Hayabusa 1300. Di certo offrirà una posizione di guida più spaziosa e una maggiore autonomia per bagagli e passeggero.

Fonti giapponesi affidabili hanno suggerito che il motore 1300 dell’ultima Hayabusa guadagnerà circa 100cc rispetto all’ultima versione, portandolo a circa 1440cc. Aggiornamenti del genere li hanno fatti anche BMW e Triumph per allineare, ad esempio, la  e la  alle norme Euro5, perché la maggior capacità può compensare le perdite di potenza legate alla necessità di rendere la moto conforme al limite di emissioni. Una cosa è certa: si parla di una potenza di circa 200 cavalli, difficile che possa deludere quanto a performance.

EICMA 2020? – Intanto, prima che Suzuki sveli la nuova “Busa”, bisognerà attendere almeno un annetto: è probabile che venga svelata al prossimo EICMA, per poi approdare sul mercato nel 2021. Nel frattempo continueremo ad aggiornarvi man mano che scopriremo qualcosa.

HONDA RISPONDE – E chissà che oggi come allora Honda non stia studiando una controffensiva? Recentemente il reparto R&D del colosso giapponese ha depositato dei brevetti relativi asoluzioni aerodinamiche che potrebbero stare bene su una nuova sport-tourer, con delle alette in configurazione ‘quadriplano’ ai lati della carena (sulla falsariga di quanto visto per le “triplano” della ) e delle winglet sugli specchietti.

Gli specchietti con un disegno ‘estremo’ avevano già fatto la loro apparizione sulla CBR 1100 XX Super Blackbird, la prima moto di produzione a superare i 300 km/h. E gli indizi lasciano pensare all’arrivo di un’erede, rivista e aggiornata. E l’idea di una bella sfida tra queste due supersportive fa venire decisamente l’acquolina in bocca…


Fonte: http://www.tuttosport.com/rss/motori


Tagcloud:

La P2P Smilers sfida in trasferta la capolista Trento

Telepass Pay, elettrico gratis per l'ecomobilità