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Coppa Davis, Piquè spiega la rivoluzione: “Non voglio trasformare il tennis nel calcio”

BARCELLONA – Quando l’assemblea generale della Federazione Internazionale Tennis, un paio di settimane fa ad Orlando, ha votato sì alla proposta che rivoluziona dal 2019 la Coppa Davis, progetto avanzato dal gruppo Kosmos, a tanti è venuto spontaneo pensare all’accostamento con i Mondiali di calcio. Anche perché il fondatore e l’attuale presidente del gruppo di investimenti è Gerard Piqué, difensore del Barcellona e della nazionale iberica, che può contare su soci di spessore quali Hiroshi Mitikani, proprietario del colosso giapponese dell’e-commerce Rakuten (sponsorizza proprio il Barcellona e possiede una squadra di Nba e una di calcio in Giappone), e Larry Ellison, patron di Oracle (anche se ha lasciato l’incarico di amministratore delegato nel 2014) e del Masters 1000 di Indian Wells, con un patrimonio personale di 58,5 miliardi di dollari stimato da Forbes, che ne fa il quinto uomo più ricco del mondo. Non a caso, l’intesa siglata con la ITF che cambierà radicalmente la più antica competizione a squadre del mondo – nata nel 1900 – e molto probabilmente, a ruota, anche la Fed Cup femminile si basa su una partnership di 25 anni, per un valore totale di 3 miliardi di dollari.

PIQUE’: “NON INTENDO FAR DIVENTARE TENNIS COME CALCIO” – “Per nessun motivo intendo far diventare il tennis come il calcio. Ogni sport ha le proprie caratteristiche e la sua storia, personalmente il tennis mi piace così com’è. Sono appassionato di questo sport fin da quando ero bambino, seguo tutti i tornei, conosco le classifiche e tutti i giocatori”, sottolinea Piquè, in un’intervista a ‘El Pais’, parlando del nuovo format della Coppa Davis che partirà dal prossimo anno. “Vogliamo modernizzare la Davis ma, allo stesso tempo, mantenere alcune caratteristiche come il numero dei partecipanti, il fatto di giocare in casa o fuori – ha aggiunto il difensore blaugrana – Per quello abbiamo mantenuto un turno eliminatorio in febbraio per l’accesso al tabellone principale. Il fattore più importante era il calendario, un altro fattore era la superficie, perché magari i giocatori erano reduci da un torneo sul veloce e dovevano trovarsi a giocare sull’erba o sulla terra battuta aumentando il rischio di infortuni. Poi non era da sottovalutare la questione economica”.

“MADRID E LILLA CANDIDATE 2019, CONTATTI CON SAN PIETROBURGO E ISTANBUL” – Secondo il calciatore del Barcellona alcune innovazioni, come gli incontri al meglio dei tre set invece che al meglio dei cinque, incontreranno i favori del pubblico. Piquè ha inoltre confermato che Madrid e Lilla sono le candidate per ospitare la prima edizione delle Finali di Davis nuova formula, ma “abbiamo parlato anche con San Pietroburgo e Istanbul. La decisione finale verrà presa a settembre”.


Fonte: http://www.repubblica.it/rss/sport/rss2.0.xml


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