E’ una fonte di ispirazione per molti Robert Kubica. Come egli stesso ha spiegato in questa interessante intervista rilasciata sul podcast di Formula1.com, ha sempre dovuto lottare per ottenere dei risultati, sin dai tempi del kart.
Agli inizi, la passione del padre lo ha aiutato a muovere i primi passi, anche con poco budget rispetto ad altri suoi coetanei: “Nessuno nella mia famiglia era coinvolto nel motorsport, mio padre ha preso la patente quando aveva 26 anni, prima non poteva permettersi la macchina. La sua passione mi ha aiutato quando ho cominciato in kart perchè mi ha insegnato a fare le cose bene o a non farle. Ho corso 2 anni con un casco bianco perchè lui preferiva spendere i soldi su un paio di gomme nuove. Non mi ha mai detto che ero bravo, a 13 anni andavo alle corse con niente, mentre altri avevano gli sponsor, i meccanici e i camion. Nonostante ciò, vinsi il campionato tedesco e quello italiano per due volte�.
L’Italia è stata fondamentale per Robert, che qui ha corso le sue stagioni migliori da kartista con il team CRG di Dino Chiesa: “Corsi in Italia perchè era il campionato migliore, la maggior parte dei team e piloti migliori erano in Italia�. E svela anche una cosa molto significativa, che mette bene in luce la sua dedizione: “Usavo lo stesso telaio di Rosberg, e durante la settimana testavo i suoi motori. Lui non si ricorda, io sì perchè facevo il suo lavoro. Dovevo farlo bene, ma facevo ciò che amavo e mi piaceva. Due anni fa, in un’intervista, Dino Chiesa disse che Nico era tecnicamente il migliore, ma in realtà ero io che facevo il suo lavoro. Non so perchè ero così bravo, so solo che mi allenavo molto�.
Proprio ai tempi del kart risale il suo primo incontro con Lewis Hamilton: “Incontrai Lewis a Parma, era già pilota McLaren, era molto forte, ma vinsi io grazie a qualche trucchetto: mi qualificai davanti a lui, lo bloccai nel giro di qualifica, così il suo carburatore si asciugò e lui non partì. E io vinsi. Eravamo molto amici. Dopo il kart andò in F. Renault e ci rincontrammo in F.3 e come team mates in Manor a Macao. Non so se sia ancora lo stesso, non abbiamo più lo stesso rapporto, anche a causa del cambiamento dei tempi. Abbiamo stili di vita diversi. Ma è il miglior pilota contro cui abbia corso, almeno nelle formule; nei kart non avevo paura di nessuno!�.
Al suo passaggio in F.3, il primo grande incidente della sua carriera: “Prima della mia prima stagione di F3, ebbi un grosso incidente stradale come passegero e mi fratturai totalmente il braccio destro; persi i primi 3 weekend di gare. Tornai al Norisring, con una protezione al braccio; recuperai in fretta con metodi molto dolorosi. Mi misero un peso di 8 chili sulla spalla, poi andai alla Formula Medicine a Lucca a fare riabilitazione. Alla prima corsa al Norisring vinsi�. E qui Robert da un primo saggio della sua grinta: “Non ho mai pensato che questo mi avrebbe fermato. Pensavo solo a guidare al mio top�.
Nel 2005, dopo aver vinto la World Series by Renault, Kubica testa la Renault F1: “La miglior macchina che abbia mai guidato. Fui molto fortunato a guidare quella macchina, avevo uno stile di guida simile a Fernando e il test andò molto bene�.
Nel 2006, la firma per BMW Sauber e, un anno dopo, l’incidente di Montreal: “Ebbi un grosso impatto contro il muro. Fui fortunato perchè la macchina era in aria. Andai all’ospedale, i medici non credevano che fossi a posto, ma lo ero. Avevo solo un po’ di dolore alla caviglia destra, ma camminavo; il collo era ok. Senza il collare Hans mi sarei fatto molto male�.
L’anno successivo, proprio sul circuito canadese, la gioia: vittoria del GP del Canada e leader del Mondiale. “Anche se molti ritengono che abbia vinto solo per il tamponamento di Lewis a Raikkonen. Ma non mi importa.� In realtà , quel giorno, stranamente, coincise con l’inizio della fine del programma BMW in F1, e Robert ci spiega perchè: “Tre mesi fa incontrai un meccanico che mi disse che quello fu la fine della stagione: aveva ragione. BMW aveva solo il target di vincere la corsa: fine dello sviluppo. Dissi al team di continuare a spingere, lo dissi anche in conferenza stampa. Stavamo guidando il campionato. Ma non lo fecero�.
“Nel 2009 BMW si ritirò, e io sapevo che sarei andato alla Renault. Potevo andare alla Toyota, ma si ritirarono anche loro. Alla fine del 2010 la reputazione mia era molto più alta di qunto molta gente realizzò�.
In febbraio 2011 l’incidente al Rally di Andorra: �Ero e sono un fan del rally. Stavo cercando qualcosa che mi facesse diventare un migliore pilota di F1, qualcosa che gli altri non avevano: sensibilità e altre cose che da fuori non puoi vedere. E’ vero, ho pagato un prezzo molto alto, ma non era puro divertimento: stavo cercando di imparare qualcosa di nuovo. Non ero contento di come ero. Sapevo che nel team dove stavo andando non avrei più potuto fare rally. Non volevo fare quel rally, ma poi lo corsi ed è andata come è andata�.
Ovviamente, il team di cui parla è la Ferrari, che nel 2012 lo aveva messo sotto contratto tramite Stefano Domencali, per sostituire Felipe Massa, in coppia con Fernando Alonso. “Avevo firmato per Ferrari nel 2012, avrei corso con Fernando per meno soldi della Renault. Credo a due cose sulla Formula Uno: o vinci il Campionato del Mondo o guidi una Ferrari�.
“Il mio recupero fu mlto duro: i primi sei mesi non sentivo il dolore perchè stavo lottando, poi però ci furono momenti molto duri. Nessuno sa quante operazioni ho avuto in totale, comunque più delle corse in una stagione! Ho accettato quello che è successo: ora non posso più fare tutte le cose che facevo prima come le facevo prima, ma le posso fare in modo diverso. Ora sono pronto per correre in F1. Prima non lo ero, potevo fare solo rally�.
Poi, il test con Renault, poi un altro a Budapest: “In Ungheria c’erano grandi aspettative: ma dovetti resettare tutto quello che sapevo delle maccchine, perchè le 2017 erano molto diverse da quelle che conoscevo. Non potevo usare niente di quello che sapevo già da prima. Ero un rookie. I long run andarono bene. Da lì si è sviluppato il contatto con Williams�.
Per concludere, Robert guarda alla sua esperienza attuale con Williams e prova a gettare un occhio al futuro: “Non posso dire di essere lo stesso del 2010, ma penso di essere migliore. Devo fare più degli altri, non posso fare come gli altri. Per questo è stato molto importante l’offerta della Williams. Non posso dire di poter fare un lavoro migliore di Stroll e Sirotkin, devi chiedere al team se hanno valutato quello che ho fatto a Barcellona. E’ un fatto di approccio, di target, di feeling, di giorni buoni o cattivi. Quella FP1 è stata molto importante non per me, ma per quelli che ad Abu Dhabi penavano prendessi un secondo�.
“Voglio essere sulla griglia l’anno prossimo, non so con chi. Non so cosa devo fare per convincere le squadre. Ho bisogno di allenarmi, e così facendo diventerà naturale. Quando mi ritirerò, non so cosa farò. Ho avuto un team nel WRC e ho visto quanto è difficile. Resterò un pilota fino a quando sarà facile farlo. Nella vita non si sa mai. Tornando in F1 ho più da perdere che da guadagnare. Non voglio più fallire�.
Vedremo cosa riserverà cosa riserverà il futuro a Robert Kubica, che sicuramente continuerà ad essere il combattente che abbiamo conosciuto e apprezzato in questi anni.
Fonte: http://feedproxy.google.com/~r/CircusFormula1/~3/rI8-QGxL0qQ/kubica-ho-pagato-un-prezzo-altissimo-e-nel-2012-avrei-corso-in-ferrari.php