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Il 2018 della Red Bull: la crescita di Verstappen e le sfortune di Ricciardo


La stagione della scuderia di Milton Keynes è stata sopra la sufficienza, senza grossi squilli prestazionali della RB14, resa vincente in quattro occasioni solamente grazie al talento dei suoi due piloti, Max Verstappen e Daniel Ricciardo. Per come è terminato il campionato, fa sorridere il fatto che, dopo il Gran Premio di Monaco, la posizione dell’olandese nelle gerarchie del team fosse a rischio a causa dei suoi “soliti” errori di immaturità.

Il tutto mentre Ricciardo volava grazie alla vittoria di puro talento e cattiveria nei sorpassi di Shanghai e in quella di tenacia proprio a Montecarlo. Dopo sei gare il confronto sembrava impietoso: 72 punti per l’australiano e terzo posto nel mondiale, contro i miseri 35 di Verstappen. Una Montecarlo benedetta per Daniel che, però, si trasformerà presto in maledetta.
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Dopo l’appuntamento del Principato, il vento per i due piloti Red Bull cambia completamente: Max comincia ad ingranare sempre di più un ruolino di marcia da fenomeno vero, senza più errori, ma costantemente veloce, mentre per Daniel inizia l’inferno dei ritiri. Quattro zeri in sei gare tra Austria e Italia e, come se non bastasse, il doloroso abbandono in Messico dopo essere partito dalla pole position. L’australiano collezionerà solamente due podi (proprio le due vittorie), e addirittura 8 ritiri.

D’altro canto, per Verstappen inizia un periodo d’oro da Spa, dove conclude terzo: il giovane olandese conquista, da quella gara, ben 7 podi in 9 gare e vince il Gran Premio del Messico, dominando dall’inizio alla fine. Contando solamente i risultati ottenuti nella seconda metà del campionato, Max ha messo in cascina meno punti solamente del campione del mondo Lewis Hamilton. Questo ci fa intendere che se la Red Bull porterà, nel 2019, un mezzo per lottare per il titolo, Verstappen si farà trovare pronto.


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