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F1, Le cifre dei premi ai Costruttori e la crisi dei nobili team decaduti


La Formula 1, secondo il suo stesso CEO, Chase Carey: “È uno sport dove storicamente ognuno bada a se stesso e dove uno più uno fa uno e mezzo. Se si riuscisse a remare tutti nella stessa direzione e capire quale sia la strada giusta per tutti, uno più uno farebbe tre�.

Gli esponenti di Liberty Media hanno compreso il bisogno di introdurre novità concrete per riequilibrare un griglia sempre più sbilanciata a favore dei top team.
Dall’avvento dei nuovi proprietari del Circus, la volontà di modificare aspetti sostanziali della F1 ha suscitato malumori tra i rappresentanti dei team al vertice, contrari a cambiamenti rilevanti.
Difatti gli interventi, messi in atto da Liberty Media, riguardano il nuovo orario e format del pre gara, con l’abolizione delle grid girls. Con buona pace dei bambini che ora popolano la griglia, si tratta di cambiamenti marginali. Liberty Media, a distanza di qualche anno, vorrebbe iniziare una nuova era di trasformazioni radicali. Dal sistema di punteggio allargato, fino alla redistribuzione dei premi generati dalla F1. Se sul piano tecnico, si può riconoscere un ritorno ad un grande spettacolo ed un’accresciuta competitività tra i primi tre team della classifica, non si può dire lo stesso dalle scuderie di metà classifica, sino alle due Williams che chiudono la graduatoria.

L’ultimo Patto della Concordia di Bernie

Il Patto della Concordia fissa le regole e i bonus riconosciuti alle scuderie iscritte al campionato del mondo di F1. Il vigente Patto della Concordia, l’ultimo firmato nell’era Ecclestone, avrà durata fino al 2020 e crea evidenti svantaggi per le piccole scuderie, che ottengono una distribuzione dei premi poco equa. Chase Carey vorrebbe un nuovo accordo senza più una scadenza fissa:� Il Patto della Concordia – ha dichiarato il successore di Bernie Ecclestone – è un accordo che si ripresenta ogni sei/otto anni, prossima scadenza prevista nel 2020, che definisce le modalità finanziarie con le squadre. Penso che il nostro obiettivo sia quello di creare qualcosa di più di una partnership a lungo termine, di qualcosa che a un certo punto devi rinegoziare per i successivi otto anni�.

La redistribuzione dei premi


La suddivisioni dei proventi è un tema caldo, che sarà sicuramente ridiscusso con il nuovo Patto della Concordia. Attualmente il sistema prevede un premio di 63.5 milioni di dollari per il primo classificato dei costruttori. Ogni posizione in meno sul podio costa dieci milioni al costruttore, sino a scendere ai 13,5 milioni di dollari per il team in ultima posizione. Una forbice di 50 milioni tra il primo della classe e l’ultimo dello schieramento, che continuerà a creare un distacco molto importante in pista. I team, sempre presenti a tutte le edizioni del campionato mondiale di F1, ottengono ulteriori bonus economici, riconosciuti in quanto Long Standing Team. Il sistema rischia di mettere in ginocchio non solo le nuove scuderie con poca storia, ma anche quelle che hanno scritto pagine importanti della F1, sprofondate in una grave crisi di risultati.

Force India, Williams, McLaren si salvi chi può

Force India è alla ricerca di un nuovo finanziatore con lo slogan “show me the money on the table� inneggiato recentemente da Mallya. Classifica alla mano, la Williams, invece, con soli 4 punti, sta pagando a caro prezzo la scelta di due giovani piloti paganti che terminano sempre fuori dalla zona punti.
Il russo Sergey Sirotkin, autofinanziandosi la partecipazione al mondiale, ha dato una boccata d’ossigeno al team inglese, complicando però i piani tecnici di sviluppo della monoposto. Claire Williams, team principal del team inglese, ha dichiarato: “Con l’attuale disparità economica tra le squadre, le possibilità che il nostro team sopravviva a medio-lungo termine non sono rosee�. Il ritardo accumulato negli ultimi anni dalla McLaren è l’ennesimo segnale che bisogna intervenire, per agevolare l’ingresso di nuovi marchi, ma anche preservare la crescita dei team che inseguono e provano a colmare il gap con Ferrari, Mercedes e Red Bull.

Il budget cup può essere una soluzione?

Nel 2015 arrivarono le denunce di Sauber e Force India presso la Commissione Europea per le pratiche anti-concorrenziali dei costi e delle regole sui motori della F1. Con Liberty Media i team minori devono sperare nell’introduzione di un tetto di spesa massima per i team e in un calcolo di distribuzione bilanciata dei premi, per tornare ad essere competitivi e stabili sul piano finanziario.
Nel 2018, le ripartizioni sulla base dei risultati sportivi sono in leggero aumento rispetto a quanto ottenuto nelle ultime stagioni di F1. Gli ultimi team però sono sempre fermi al palo, come testimoniato dal premio di 13 milioni di dollari della Sauber del 2016. La costante è che, il fanalino di coda rimane in una posizione stabilmente iniqua, da diversi anni a questa parte.

Non sarà facile trovare un accordo che soddisfi team di F1, organizzatore e federazione. Per Bernie Ecclestone “stanno trasformando un ristorante stellato in un McDonald�, ma una ridistribuzione più equa degli introiti darebbe chance a tutti di team di competere per la vittoria. Al riguardo le parole di Carey danno una speranza per il futuro: “Le prime tre squadre oggi spendono il triplo delle altre. Serve più equilibrio, i sorpassi devono essere più semplici e devono poter vincere tutti, anche i non favoriti. Le squadre fanno muro, ma una competizione più aperta e maggior battaglia in pista porterebbero maggior seguito e ci guadagneremmo tutti�.

Fonte: http://feedproxy.google.com/~r/CircusFormula1/~3/PluGP-2Ba9M/f1-ricavi-top-team-2018.php


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