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    La Ferrari torna “normale”. Cioè veloce. Ma non si può sottovalutare Max

    TORINO – Mai dare per spacciato un “mostro” come Max Verstappen. Nella prima giornata di operazioni di fronte al pubblico di casa, Max ha avuto un problema tecnico al cambio che gli ha fatto perdere la prima sessione. Tuttavia pare che sia scongiurato il rischio di sostituire il cambio intero, cosa che comporterebbe penalità (o, almeno, in Red Bull si dicono fiduciosi che non succederà). Però il campione del mondo ha tratto il meglio da questa situazione negativa, risparmiando delle gomme (che gli saranno utili in gara).
    CONGIUNZIONE ASTRALE – Detto questo, è evidente che la Ferrari “olandese” non è quella vista a Spa, dove aveva patito una “congiunzione astrale” quanto mai nefasta: problemi di assetto, difficoltà con le gomme, penalità a Charles Leclerc. A Zandvoort sembra di tornare a una fine settimana “normale”, come quelli che si sono visti nella prima parte della stagione (rotture a parte o escludendo giornatacce tipo Budapest). Rivedere la Ferrari in alto dovrebbe essere possibile. Ma, appunto, mai sottovalutare Verstappen. LEGGI TUTTO

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    Verstappen in aiuto alle piste storiche

    TORINO – Il circuito del Paul Ricard, iconico e storico (e tuttavia una po’ dimenticato negli ultimi decenni), è tornato prepotentemente sulle scene. Ma aggiunge il proprio nome alla lista ormai lunga di piste che vedono ombre allungarsi sul proprio futuro: «Non siamo ancora morti» dicono gli organizzatori del GP di Francia. Ma le difficoltà ci sono. Come ci sono per Spa o, su un orizzonte più lontano, per Zandvoort. E’ normale che sia così: nuove location premono, la Formula 1 guarda molto agli Stati Uniti, che si sono rivelati terreno più fertile di quanto non si pensasse.
    NON SOLO SOLDI – Max Verstappen, che ama Spa e non vuole perdere Zandvoort, spezza una lancia in favore delle piste cosiddette storiche. «Non penso che si debba correre solo sulle nuove piste cittadine – dice – anche perché le auto non sono progettate per correre su quel tipo di pista». Ovvero, espresso in altri termini: si tratta di piste non abbastanza “difficili” o tecniche o divertenti, non solo per noi piloti e forse nemmeno per i tifosi. «È necessario continuare a correre sulle piste storiche. C’è bisogno di guadagnare, questo lo capisco. Ma deve esserci un limite anche a questo». Gli si può dare torto? LEGGI TUTTO

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    F1, A Zandvoort la tecnicità del tracciato premia Gasly e l’Alpine

    Se da un lato la tappa centrale della prima tripletta di gare dopo la pausa estiva ci ha regalato un Gran Premio che potrebbe aver fatto sonnecchiare molti appassionati, dall’altro ci ha offerto degli spunti interessanti in ottica midfield. Il tracciato di Zandvoort ha stabilito infatti delle gerarchie più o meno chiare fra le fila […] LEGGI TUTTO

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    F1, Gp Olanda: si torna a Zandvoort per la prima volta dal 1985

    ROMA – La Formula 1 ritorna sul circuito di Zandvoort per la prima volta dopo quasi quarant’anni per il Gran Premio d’Olanda. Era il 1985 quando si è disputato l’ultimo Gp prima di quello che prenderà il via nel weekend a venire, con Lewis Hamilton ancora al comando della classifica piloti con un leggero vantaggio su Max Verstappen. Tante, ovviamente, le modifiche che ha subito il tracciato nel corso degli anni, fino alla versione odierna su cui correranno i piloti da venerdì a domenica.
    La pista
    La pista è stata inaugurata nel lontano 1948, e ha visto la Formula 1 presente in vari periodi: dal 1952 al 1953, nel 1955, dal 1958 al 1971 e dal 1973 al 1985. Le principali novità della pista risiedono nell’inclinazione presente nelle curve 3 e 14, di circa 19 gradi, che porterà i piloti ad affrontare le curve a una maggiore velocità, con la conseguenza di uno stress maggiore le gomme.  LEGGI TUTTO