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    Bagno di folla a Linate per il ritorno in Italia delle neo-campionesse olimpiche

    La nazionale azzurra femminile, reduce dalla straordinaria vittoria della medaglia d’Oro a Parigi 2024, è rientrata in Italia in mattinata. Le giocatrici e il ct Julio Velasco al loro arrivo sono state accolte all’aeroporto di Milano Linate da un’ondata di affetto. 

    Tantissimi i tifosi venuti a salutare e a rendere omaggio alle neo-campionesse olimpiche, prese letteralmente d’assalto dall’entusiasmo della gente. Numerosi anche i media e i giornalisti presenti a Linate per intervistare le atlete e il ct.Per rendersi conto dell’impresa delle azzurre, infatti, basta leggere i principali quotidiani nazionale, da quelli sportivi che dedicano l’intera prima pagina alla storica medaglia d’Oro, a quelli generalisti che danno ampio spazio all’impresa di Danesi e compagne.

    Foto Federvolley

    Eccezionali i dati televisivi, la finale contro gli Stati Uniti trasmessa da Rai 2, infatti è stato l’evento olimpico in assoluto più seguito con: 5 milioni 500 mila spettatori e uno stratosferico 40,3 di share. Anche i social nelle ore della partita e in quelle immediatamente successive sono impazziti per il trionfo delle ragazze di Velasco, argomento principale sulle maggiori social network.Un’ulteriore testimonianza del fantastico risultato ottenuto dalle azzurre, capaci di regalare al medagliere tricolore un Oro che nelle discipline di squadra mancava dall’edizione 2004 dei Giochi: ad Atene l’Oro fu vinto dalla nazionale femminile di pallanuoto.

    “Vedere tutta questa gente per la nazionale femminile è stato qualcosa di bellissimo – le parole del presidente Giuseppe Manfredi – Eravamo consapevoli di aver compiuto un’impresa storica, ma essere sommersi da così tanto affetto è stata una sorpresa per tutti. Voglio rivolgere un sincero ringraziamento al presidente della Repubblica Sergio Mattarella, ha speso davvero parole bellissime per le azzurre, dimostrando ancora una volta l’affetto che nutre verso il nostro sport. 

    Durante l’Olimpiade abbiamo sentito vicine le autorità istituzionali, a partire dal presidente del Consiglio Giorgia Meloni che è venuta ad assistere a una partita, così come il Ministro dello Sport Andrea Abodi e dell’Economia e delle Finanze Giancarlo Giorgetti. Non posso poi non citare il presidente del Coni Giovanni Malagò che è sempre stato al nostro fianco in questa meravigliosa cavalcata. Il Coni ci ha permesso di lavorare nelle migliori condizioni per ottenere questa vittoria. Oltre alla gente e ai tifosi, il mio grazie va anche ai media e alla stampa che hanno raccontato con professionalità e passione quanto fatto da Velasco e dalle sue ragazze. Sono convinto che sia stata un’esperienza indimenticabile per tutti”.   

    La fotogallery dell’arrivo a Milano Linate è disponibile QUI

    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Caro diario, ho qualcosa da scriverti in questa pagina dell’11 agosto 2024

    Caro diario, per quanto la mezzanotte sia passata già da un pezzo, ti scrivo su questa dell’11 agosto 2024, una data storica, un giorno che non voglio dimenticare, quello del primo oro olimpico della pallavolo italiana.

    La sera prima della finale un caro amico mi ha posto la più scomoda delle domande: “Le americane sono uno squadrone, secondo te ce la possiamo fare?”. “Vai sereno, gli diamo 3-0. Le ammazziamo” è stata la mia risposta. Così è stato, sportivamente parlando, l’Italia di Velasco ha dato 3-0 anche agli Stati Uniti di Karch Kiraly campioni olimpici uscenti. Una partita maestosa quella delle azzurre. E chi se la scorda più.

    Posso dirti, caro diario, che su questa squadra ci avevo visto lungo sin dall’inizio. Ricordo un articolo che scrissi prima della Final Four di VNL, lo titolai Velasco ha già vinto tutte le sue scommesse, ora non restano che le medaglie. Fu un articolo che suscitò molto scalpore, qualcuno mi diede del gufo, altri mi dissero che certe cose è rischioso scriverle in anticipo, se poi va male rischi la figuraccia, ma a me il coraggio non è mai mancato e ai miei occhi, quello che vedevo, era sin troppo evidente: il Maestro stava facendo la magia, questa squadra avrebbe vinto tutto. Sono arrivati due ori, in VNL e alle Olimpiadi. I fatti mi hanno dato ragione.

    Me ne convinsi anche quando Velasco e la Nazionale li andai a sbirciare di persona al Pavesi prima che partissero per Parigi. Il clima che si respirava era quello giusto, gli occhi da tigre ce li avevano già tutte in quegli ultimi allenamenti. Non dimenticherò mai De Gennaro che alla fine di ogni sessione si allenava ancora quasi un’ora a ricevere con Cichello. Povero Cichello, se non si è lussato la spalla per colpa di Moki non correrà alcun rischio negli anni a venire. La medaglia d’oro se l’è meritata anche lui solo per questo.

    Con Velasco ho avuto l’occasione di chiacchierare anche un paio di volte. Alla fine me ne andavo via felice come un bambino, io che di anni ne ho 45. Mi sentivo più ricco, e al contempo triste perché quell’uomo me lo sarei voluto portare a casa, ascoltarlo per mesi interi, senza tregua. Nei giorni seguenti mia moglie credo abbia pensato che avessi un’amante, mi diceva che ero sempre assente, con la testa altrove, ma io continuavo a pensare a lui, alle sue parole, alla sua empatia. Mi aveva completamente sedotto, ne ero rimasto completamente rapito, affascinato. Oggi che i meme spopolano sui social potremmo farne uno con la mia faccia inebetita e titolarlo ‘L’effetto di Velasco sulla gente’.

    Alla prima partita, contro le dominicane, vinsero 3-1, cedendo quello che sarebbe stato l’unico set perso in tutta l’Olimpiade. Le Azzurre non giocarono al loro meglio, in quella gara d’esordio erano tese come corde di violino. Lo scrissi anche in un altro articolo che fu un esordio ‘tra luci e ombre‘, ma scrissi anche che non c’era da preoccuparsi. Come avevano già fatto in VNL, ero convinto che sarebbero andate in crescendo, e anche in quel caso fu così. Nelle partite successive botte da orbi a chiunque: Olanda, Turchia, Serbia nei quarti, ancora Turchia in semifinale, Stati Uniti in finale.

    Il livello di gioco che ha raggiunto questa squadra al culmine della sua avventura è stato qualcosa di mostruoso, sia dal punto di vista tecnico che mentale. Anzi, direi soprattutto quello mentale. A memoria non ricordo una partita di questa nazionale con un livello e una costanza di concentrazione così elevati. Le avversarie se le sono sbranate dal primo all’ultimo punto, attaccando palle assurde e difendendo tutte alla morte. Se avessero giocato con un cono gelato in mano e con l’aria condizionata spenta nel palazzetto, nella nostra metà campo non avrebbero fatto cadere a terra neanche una goccia.

    Ti ricordi, caro diario, quando nel lontano 2006 ti scrissi di quella finale epica degli Internazionali di Tennis di Roma tra Nadal e Federer? All’epoca i Master 1000 li giocavano ancora al meglio dei cinque set, quel match stabilì un nuovo record di durata: 5 ore e 6 minuti. All’epoca ero ancora un giornalista di primo pelo, inviato per l’ANSA. La mia carriera per oltre un decennio proseguì a Milano, a Sky Sport, di vittorie e imprese diverse di tanti altri sport ne ho vissute molte altre, eppure quel match restò a lungo la cosa più incredibile che avevo mai raccontato e vissuto come giornalista. Oggi mi sento di dire che questa finale olimpica lo ha scalzato dal mio personale primo posto.

    Diverse volte, purtroppo, mi è capitato di piangere per colpa dello sport. Ho pianto davanti alla tv quando morì Ayrton Senna a Imola nel ’94 (avevo 15 anni), quando se ne andò anche Marco Simoncelli a Sepang nel 2011, quando è scomparso Kobe Bryant nel 2020. Questa volta però ho pianto lacrime di gioia, di commozione vera e sincera, non mi vergogno a dirlo. Colpa di quell’abbraccio tra Moki e Paola, in lacrime anche loro. Colpa soprattutto di Danesi e Sylla. Quando sul podio si sono scambiate le medaglie proprio non ho retto, fiumi e fiumi.

    Che cosa meravigliosa che è lo sport. In questi vent’anni di carriera sono stati in tanti a dirmi che dovrei essere più distaccato in quello che scrivevo, più pacato anche, ma io che lo sport l’ho praticato da che ho memoria proprio non ce la faccio a non immedesimarmi negli atleti. Chi non ha mai praticato sport in vita sua ha sempre il giudizio facile, in Italia poi figurati. Solo perché sono professionisti e ben pagati si crede di potergli dire la qualunque. E invece sono ragazzi e ragazze molto giovani, fragili anche loro, fanno una vita di sacrifici, di rinunce, di privazioni, vivendo lontano dai propri affetti negli anni della formazione, quelli più importanti e delicati per un adolescente, per un giovane uomo e una giovane donna.

    A me, che ora sono anche padre, mi scende la lacrimuccia anche solo pensando a cosa staranno provando ora i loro genitori, i loro fratelli, i loro amici più cari.

    Penso anche a Paola (Egonu), con la speranza che da oggi la sua vita possa essere più leggera, anche se resto della convinzione che chi ama la pallavolo, chi va alle partite, chi la vede come la campionessa che è, non abbia mai scritto e pensato male di lei. Quello lo fanno altri, ma di questi altri, caro diario, non ho voglia di scrivere sporcando questa pagina.

    Penso anche ad Alice Degradi, che sfortuna che ha avuto. Alle volte la vita è proprio ingiusta. Domani sai che faccio caro diario? Stampo questa foto delle ragazze sul podio, ne ritaglio un’altra di Alice e la incollo sopra e poi le metto insieme su questa tua pagina dell’11 agosto 2024. Tra qualche anno, quando mi capiterà di riaprirla e rileggerla è questa l’immagine di questa giornata che vorrò avere davanti ai miei occhi.

    Alle volte la vita e lo sport ti danno, altre volte ti tolgono. Ma il tempo, a chi se lo merita, risarcisce sempre. Grazie ancora ragazze, ci avete regalato un sogno. Ora inseguitene degli altri, sono già lì ad aspettarvi.

    Di Giuliano Bindoni LEGGI TUTTO

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    De Gennaro: “Ho lavorato tutta la vita per migliorarmi, quest’oro mi ripaga di tutto”

    L’oro vinto a Parigi è l’oro che hanno meritato in tanti, e per motivi diversi, nello straordinario gruppo azzurro. Un pensiero speciale però non può non andare a Moki De Gennaro.

    Una carriera unica, un palmares chilometrico, alla sua quarta avventura olimpica si è coronato il sogno di una vita, il più grande, il più difficile, il più atteso. È arrivato forse sul filo di lana per lei, che di anni ne ha 37 eppure è ancora il libero più forte del pianeta. Il premio individuale è solo un’altra ciliegina su una torta dal sapore… inarrivabile.

    foto Volleyball World

    “Tutto questo è davvero speciale. Era il sogno di tutte noi giocatrici giocare una finale olimpica e vincerla, è davvero qualcosa di unico. Abbiamo lavorato duramente per così tanti anni per arrivare a questa finale, per godercela appieno, per vincerla, che ora è tutto davvero incredibile”.

    “Durante la mia carriera ho lavorato ogni giorno con l’obiettivo di migliorare e prepararmi per questo momento e questa è una grande ricompensa per tutto il duro lavoro che abbiamo e che ho fatto”.

    foto Fipav/Tarantini

    (fonte: Volleyball World) LEGGI TUTTO

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    Bosetti: “Il tempo ha parlato, io e altre mie compagne dovevamo essere qui”

     Quando hai una medaglia d’oro olimpica al collo, e hai corso il rischio di non vestirla più la maglia azzurra, è anche lecito togliersi qualche sassolino dalla scarpa. Di seguito parole e musica di Caterina Bosetti.

    “Sono contenta. Il tempo ha parlato e ha detto che io, come altre mie compagne, dovevamo essere qui oggi a vincere questo oro. Onestamente non vivo tutto questo come una rivincita, ma è il coronamento di un percorso che sta dando i suoi frutti e sono orgogliosa di poter vivere queste emozioni”.

    foto Fipav/Tarantini

    “Noi siamo una squadra fortissima da anni, ma purtroppo in passato siamo state sfortunate qualche volta, ogni tanto c’è sfuggito dalle mani il risultato, ma è da anni che costruiamo questa squadra”.“Quest’oro vale tanto, ma penso la medaglia olimpica in generale valga tanto, a prescindere da quale essa sia. Adesso ci riposeremo e poi penseremo alla fame che ci verrà in seguito. Questa Olimpiade è stata faticosa a livello emotivo; è stato difficile affrontare certe partite, ma ora ci vogliamo solo godere questi momenti”.

    (fonte: FIPAV) LEGGI TUTTO

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    Danesi: “Il Qui e Ora è stato il nostro mantra per tutta l’Olimpiade”

    È una Italia che ha demolito tutte le sue avversarie a questi Giochi di Parigi 2024, un gruppo straordinario capitanato da una ragazza straordinaria: Anna Danesi, nostra regina del muro.

    “Sono felice perché oggi abbiamo scritto la storia della pallavolo in Italia; lavoriamo tutte insieme per questa medaglia dal 2018 con questo gruppo e oggi abbiamo realizzato il nostro grande sogno. Il QUI E ORA è stato il nostro mantra per tutta l’Olimpiade ed è qualcosa che probabilmente non riesco a descrivere in questo momento perché mi voglio godere tutte le emozioni che mi stanno arrivando addosso da finita la partita. La giornata odierna è un qualcosa che probabilmente ci porteremo dentro per tutta la vita. Voglio godermi tutto di questa giornata fantastica, mi ritengo davvero una persona fortunata”.

    Come se già non bastasse vederle l’ sul gradino più alto del podio, con l’Inno di mameli cantato a squarciagola da tutti, anche da casa, ad aggiungere commozione alla commozione ha contribuito pesantemente anche un gesto di una poesia sportiva disarmante: Anna Danesi e Myriam Sylla che si scambiano le medaglie, mettendole una al collo dell’altra, in lacrime. E noi in lacrime con loro.

    “Io e Myriam siamo all’esatto opposto. Io sono molto tranquilla e pacata, lei è costantemente in modalità Sylla, sempre a 3000. In questo ci compensiamo” ride. Una delle immagini di questa Olimpiade che non dimenticheremo mai.

    (fonte: FIPAV) LEGGI TUTTO

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    Orro: “Avevamo gli occhi della tigre, questo oro lo volevamo a tutti i costi”

    L’Italia è medaglia d’oro olimpico, Velasco ha fatto la magia. Ha preso in mano un gruppo allo sbando, ferito e senza più certezze, ha lavorato tecnicamente e mentalmente con ogni singola giocatrice, le ha portate tutte al loro massimo livello e tutte insieme sono diventate una squadra imbattibile.

    Tra le tante azzurre protagoniste di questa impresa storica c’è senza dubbio Alessia Orro. La regista sarda ci ha messo un po’ a carburare nel corso di questa lunga estate, a trovare la giusta sintonia con tutte le sue compagne nei primi match di VNL, poi il suo, come per il resto della squadra, è stato un crescendo costante fino a raggiungere la sua massima espressione in finale contro gli Stati Uniti dove è stata pressoché perfetta. Chapeaux!

    Foto Simone Ferraro CONI

    “Oggi, come nei quarti e in semifinale, abbiamo giocato alla grande. Siamo entrate in campo con l’atteggiamento di chi volesse “spaccare” e fin dall’inizio abbiamo messo pressione alle nostre avversarie. Dal nostro lato del campo non cadeva mai un pallone, tutte abbiamo difeso forte su ogni azione. Le statunitensi hanno operato diversi cambi, ma chiunque entrasse l’abbiamo contenuta alla perfezione”.

    foto Fipav/Tarantini

    “Avevamo gli occhi della tigre, volevamo la medaglia d’Oro a tutti i costi, aver raggiunto la semifinale non ci bastava. Sapevamo che gli USA non ci avrebbero regalato niente, ma noi siamo state bravissime a metterle subito sotto e a non concedergli di trovare ritmo. Sono davvero felice di questa medaglia anche per il movimento della pallavolo, abbiamo la possibilità di far vedere che la nostra disciplina si trova ai vertici dello sport italiano”.

    (fonte: FIPAV) LEGGI TUTTO

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    Egonu: “Velasco mi ha ridato la serenità che mi serviva per dare il 100%”

    È la vittoria dell’Italia, della squadra, del gruppo, ma una Paola Egonu così devastante, sempre concentrata, così matura nelle sue scelte in attacco, così presente ed efficace anche in difesa e copertura, oltre che a muro, forse non l’avevamo vista neanche nelle finali di Champions in cui ne metteva a terra 40 e passa.

    “Sono contentissima, super fiera, non posso descrivere la gioia per questo gruppo e queste donne. Prima della partita ci siamo dette di aggredirle sin dal primo momento e siamo state bravissime”.“Direi che le due rullate al giorno di Velasco sono servite. C’era tanta volontà, tanta voglia di dare il massimo anche nelle piccole cose che non sono proprio la mia specialità. Diciamo che ho ritrovato la serenità e sono riuscita a dare il mio 100%“.

    Foto Simone Ferraro CONI

    “Per me è stato importante essere riuscita a rialzarmi e intraprendere un’altra avventura con questa squadra, questo gruppo. Velasco è riuscito a creare un bel gruppo squadra valorizzando il punto forte di ciascuna di noi; per quanto mi riguarda mi ha tranquillizzato molto”.

    “Ogni giorno siamo scese in campo per cercare di fare il nostro gioco, ogni giorno e creare quella stabilità che poi si è vista dall’inizio dell’estate fino ad adesso. E’ la giornata più bella. Abbiamo vinto, credo, la competizione che tutti gli atleti sognano e avere la mia famiglia, un fidanzato, gli amici più cari per me che mi sostengono è stupendo”.

    (fonte: FIPAV) LEGGI TUTTO

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    Manfredi: “Finalmente, non voglio più sentir parlare di ossessione per la medaglia d’oro”

    Raggiante il presidente federale Giuseppe Manfredi dopo l’oro olimpico conquistato dalla Nazionale femminile di Julio Velasco: “Finalmente questo tabù è finito e come ha detto Julio più volte da oggi in avanti non vogliamo più sentire parlare dell’ossessione per la medaglia d’Oro”. “Ovviamente sono contentissimo e lo sono, soprattutto, per il tutto nostro grande movimento. Un pensiero lo voglio dedicare a tutti i miei predecessori che purtroppo non sono riusciti a a raggiungere questo traguardo e in particolare a Carlo Magri che c’è andato diverse volte vicino, in questa medaglia c’è tanto di Carlo. Il grazie più importante va poi a tutti i dirigenti delle nostre 3500 società, questo Oro è il frutto di quando si lavora tutti assieme facendo sistema. In questo senso mi riferisco anche alle società di vertice che fanno un ottimo lavoro e contribuiscono in maniera importante alla crescita delle nostre giocatrici, grazie a un campionato di altissimo livello”. “La cosa più bella che dietro questo straordinario traguardo c’è un’accurata attività di programmazione che coinvolge la base, passando per i tecnici che vanno alla ricerca e passano ore e ore in palestra con i bambini e le bambine”. “La scelta di Julio è stata ben ponderata, sapevamo di avere una squadra con grandi doti tecniche, ma avevamo necessità di qualcuno che sapesse gestire al meglio le ragazze. In questo lavoro Velasco e il suo eccezionale staff sono stati fantastici, hanno motivato nel migliore dei modi il gruppo, senza però trasformare in un’ossessione la medaglia olimpica”. “Vincere un’Olimpiade, lasciando per strada solo un set, significa aver creato una macchina schiacciasassi, non solo dal punto di vista tecnico, ma anche a livello di tenuta mentale. Julio ha trasmesso quel qualcosa in più che serviva alla squadra e lui in questo è un fenomeno”. 

    (fonte: FIPAV) LEGGI TUTTO