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    Busto Arsizio sogna: all’orizzonte c’è il ritorno di Carli Lloyd?

    Di Redazione A ben nove anni di distanza da un addio burrascoso, per la Unet E-Work Busto Arsizio sembra potersi concretizzare un ritorno clamoroso: secondo La Prealpina in edicola oggi, la prima scelta della società lombarda per la cabina di regia per la prossima stagione sarebbe nientemeno che Carli Lloyd. Una giocatrice che rappresenta moltissimo anche a livello simbolico per l’ambiente delle Farfalle, dato che fu proprio il suo arrivo nel 2011 (quando aveva solo 22 anni) a far scattare la molla per la conquista dello scudetto e dello storico “triplete” della stagione successiva. Attualmente Lloyd, dopo lo stop per la maternità, è tornata in campo nel campionato professionistico USA di Athletes Unlimited. Ma quello della palleggiatrice americana non è l’unico nome per il futuro della UYBA che, sempre per il quotidiano varesino, avrebbe già altri nomi in tasca: come opposta Rosamaria Montibeller, alla ricerca di spazi da titolare dopo la poco fortunata stagione a Novara, e in posto 4 la tedesca Lena Stigrot, che quest’anno ha debuttato in Italia a Roma. Mentre al centro il rinforzo prescelto sarebbe Katerina Zakchaiou, a sua volta rimasta ai margini a Monza dopo l’esordio sfolgorante a Cuneo. Le uniche giocatrici confermate tra le titolari di questa stagione dovrebbero essere dunque Rossella Olivotto, Giorgia Zannoni e, forse, Lucia Bosetti: quello sul rinnovo dell’albizzatese è il principale nodo ancora da sciogliere nel mercato bustocco, e comunque al suo fianco bisognerebbe trovare un’altra schiacciatrice italiana (si fanno i nomi di Omoruyi, D’Odorico e Degradi). Ad affiancare Lloyd, infine, dovrebbe essere ancora la giovane Sofia Monza. (fonte: La Prealpina) LEGGI TUTTO

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    L’Imoco accoglie le ex pallavoliste Zhukova, Voronina e Popovych in fuga dalla guerra

    Di Redazione Continua a muoversi la macchina della solidarietà messa in moto da tutta Italia per soccorrere la popolazione ucraina dopo lo scoppio della guerra, voluta dalla Russia il 24 febbraio scorso. Dopo più di un mese di conflitto, non si ferma il flusso di persone che scappano dalle bombe, dalla fame e dalla paura. Anche la pallavolo, con diverse iniziative promosse dalle Leghe di Serie A e dalle società minori, sta dando il suo fondamentale contributo. L’ultimo, in ordine cronologico, arriva dall’Imoco Volley Conegliano che ha accolto tre ex pallavoliste ucraine e i loro figli. Si tratta di Iryna Zhukova, Tetyana Voronina e Olha Popovych. Queste erano presenti domenica scorsa al Palaverde, per assistere al match delle Pantere contro la Reale Mutua Fenera Chieri. Come riporta la Tribuna di Treviso nell’edizione odierna, l’accoglienza in Italia è stata possibile grazie alla dirigente Silvia Giovanardi, che aveva già aiutato una di queste tre donne. “Nell’estate 2016 mi stavo trasferendo a Conegliano e ho ricevuto la richiesta di Tetyana di ospitare sua figlia Vera, perché già allora la tensione bellica era alta dopo l’annessione della Crimea. La ragazza aveva 13 anni e siamo riusciti a farla studiare e giocare a San Donà. Adesso va all’università e disputa il campionato di B1 con una squadra piemontese. Tetyana adesso spera di ricongiungersi stabilmente con la figlia” racconta alla testata. Voronina e Zhukova hanno un passato nel volley italiano: nel 2004, ad esempio, facevano parte del roster di Bergamo che alzò lo scudetto, nel ruolo di, rispettivamente, schiacciatrice e palleggiatrice. La ex palleggiatrice Zhukova, che in Italia ha giocato dal 2001 al 2005, è originaria di Kiev, la capitale, e alla Tribuna di Treviso afferma: “La mia casa è nella zona dell’aeroporto e in più quella è la capitale. Il pericolo cresceva per me e per mio figlio Zachar, che ha 17 anni. Allora ho mandato un messaggio di aiuto per riuscire a scappare verso ovest. La prima risposta, tramite amici comuni, è stata quella dell’Imoco”. Olha Popovych, invece, era l’allenatrice di una squadra femminile di Dnipro e, come Voronina, originaria della zona di Zaporizhzhia, una delle più pericolose vista la presenza di una centrale nucleare: “Anch’io sono di Zaporizhzhia e gli allarmi suonano ininterrottamente da settimane. I miei figli erano spaventati e non potevamo più rimanere lì”. Le tre donne sono partite con i figli, lasciando mariti e genitori in Ucraina. Scelte difficili, che il popolo ucraino si trova a dover compiere ogni giorno, per provare a mettere in salvo i più deboli: “Si sceglie se partire coi figli o coi genitori, ma chi scappa pensa a dare un futuro ai più giovani. Molti anziani poi non vogliono o non possono andarsene. Noi vivevamo una vita normale e di colpo abbiamo perso tutto”. Ora hanno una prospettiva di futuro in Italia, per loro e per i loro figli, grazie all’aiuto dell’Imoco Volley. Ma la voglia di tornare alla loro vita quotidiana è tanta: “Abbiamo paura di eventuali ritorsioni nei confronti dei nostri familiari e quindi di quel che accade lì non parliamo né in pubblico né coi nostri cari al telefono. Speriamo solo di tornare a casa prima possibile”. LEGGI TUTTO

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    Derby tra i big italiani. Lorenzetti: “Protagonisti come promesso”. Grbic: “Roster di grandi campioni”

    Di Redazione Il Pala Barton ha tenuto le luci accese per quasi tre ore, ad illuminare il campo ai giganti della pallavolo maschile italiana, in una sfida che sa di derby e che vale la semifinale di Champions League. Perugia e Trento si sono dati battaglia per cinque lunghi set e a trionfare, in questa semifinale di andata, sono stati gli ospiti dell’Itas di coach Lorenzetti. Un passo in più verso la finalissima della coppa europea più importante per i dolomitici. La consapevolezza di dover andare a Trento, per il ritorno, ancora più agguerriti per i Block Devils. Ci sono solo parole di elogio da parte di entrambi gli allenatori, per entrambe le formazioni. Una lunga partita, una bella partita, uno show della pallavolo italiana. Angelo Lorenzetti: “Sappiamo quanto sia forte Perugia e come lo abbia dimostrato anche nel finale di quarto parziale che, in caso contrario, avremmo potuto chiudere meglio, garantendoci almeno la certezza di giocare il golden set nella gara di ritorno a Trento . Al di là di tutto, siamo però stati protagonisti come ci eravamo ripromessi; la squadra ha giocato una grande partita, che ci garantirà una grande carica di adrenalina per i prossimi impegni. Non siamo a livello delle prime, ma giocando con il giusto spirito, come abbiamo fatto oggi, possiamo comunque provare a dire la nostra contro chiunque”. Nikola Grbic: “Trento ha giocato una grande partita, ma non che fosse una novità. Sapevamo che si trattasse di una squadra composta da grandi campioni, con la linea di centrali più forte d’Italia, con due ricevitori della nazionale campione d’Europa e con uno dei migliori giocatori della storia della pallavolo, che ha risolto tante situazioni a loro favore. Non ci siamo sorpresi, sapevamo avrebbero potuto tirare fuori una partita così. Come spesso capita nelle sfide tra due squadre di alto livello, a decidere il risultato finale sono dei singoli episodi. L’ho detto ai ragazzi, fin da quando abbiamo iniziato la preparazione, è un momento di finali, dove ogni partita è una finale: ora testa a Latina, assolutamente. E poi penseremo di nuovo al ritorno. Non sarà facile, ma resettiamo e cerchiamo la nostra miglior partita”. La giovane stella dell’Itas Trentino, Alessandro Michieletto, ha dato il suo contributo segnando a tabellino ben 26 punti, superato solo dal solito Leon da 29. Alessandro Michieletto: “Quello che conta è come siamo scesi in campo: l’atteggiamento, la voglia. Volevamo dimostrare che non siamo quelli della finale di Coppa Italia, e oggi ci siamo riusciti. Abbiamo giocato meglio di loro, peccato per il quarto set dove loro hanno fatto la differenza in battuta soprattutto con Leon. Reazione nostra bellissima al tie break”. (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Fanini continua a costruire Verona: “Il fulcro resta Radostin Stoytchev, figura fondamentale”

    Di Redazione Una grande Verona Volley ha centrato l’obiettivo stagionale di mantenere la categoria, e l’ha fatto vincendo contro la Vero Volley Monza davanti a 3000 tifosi. Ora, nonostante la stagione non sia ancora terminata ma ci si stia allenando in vista dei Play Off quinto posto, la dirigenza gialloblù è al lavoro per preparare il nucleo di quella che sarà la squadra ai nastri di partenza per la stagione 22-23. La soddisfazione per la salvezza centrata è tanta e Stefano Fanini, presidente della Verona Volley, non smette di ripeterlo: “Non era per niente facile, siamo partiti da zero, non scordiamocelo. Avercela fatta è la conferma che le idee sono quelle giuste. Adesso cercheremo di portarle avanti: la società ha tutto per migliorare ed essere ambiziosa, ma sempre con gradualità, senza fare il passo più lungo della gamba” afferma ai microfoni del Corriere di Verona nell’edizione odierna. Fanini si era giò espresso anche su Rok Mozic. La volontà di tenere il giovane talento in maglia Veona Volley è tanta, nonostante le numerose offerte che arrivano al giocatore sloveno: “L’estate scorsa aveva tante offerte; gli abbiamo parlato, ha capito che cosa avrebbe trovato qui, quanto gli sarebbe servito per crescere e diventare più forte. Lo faremo anche quest’anno, a maggior ragione, con Mozic che nell’ambiente gialloblù ci sta benissimo”. Ma il punto di partenza garantito per la prossima, agguerrita, stagione di Verona è l’allenatore. Un allenatore che ha saputo tener fede agli obiettivi societari, formando un gruppo giovane capace di grandi cose sui taraflex della massima serie. “Il fulcro del nostro progetto resta Radostin Stoytchev. Il coach è la figura fondamentale, quella che per prima ha segnato l’indirizzo tecnico che è stato preso: un gruppo con giovani di qualità in cui ci sono, inoltre, degli uomini di esperienza. Si pensi a Raphael, il capitano, un giocatore dalla carriera straordinariaa, importantissimo per la squadra per la personalità che ha, per i consigli che sa dare. Con lui i ragazzi di valore che abbiamo hanno fatto un balzo” chiosa Fanini. LEGGI TUTTO

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    Ufficiale, Giani nuovo CT della Francia: “L’unico obiettivo sarà vincere”

    Di Redazione La Federazione francese ha annunciato ufficialmente nel pomeriggio la notizia che era già nell’aria da qualche giorno: sarà Andrea Giani il nuovo CT della nazionale maschile in sostituzione del dimissionario Bernardinho. Dopo aver guidato la Slovenia e la Germania – che ora dovrà trovare un sostituto in tempi brevi, in vista dell’impegno ai Mondiali – l’ex campione azzurro aggiunge dunque al suo curriculum una Francia reduce dal più grande successo della sua storia, il titolo olimpico di Tokyo 2020. “Dopo essere stato uno dei migliori giocatori del mondo – ha commentato il presidente federale Eric Tanguy – oggi Giani è uno dei migliori allenatori sulla piazza. Eravamo già interessati al suo profilo quando stavamo cercando il successore di Laurent Tillie. Andrea, da quando ha iniziato la sua carriera in panchina, è sempre stato abituato ad allenare i migliori giocatori al mondo, e siamo molto contenti che abbia accettato la sfida“. Gli obiettivi, del resto, sono ambiziosi: “il podio nelle tre manifestazioni più importanti, Mondiali, Europei e Olimpiadi” dice esplicitamente la direttrice tecnica Axelle Guiguet. E Giani non può che rilanciare: “Per me è una grande soddisfazione essere il nuovo allenatore di questa squadra al top del volley mondiale, che ha il potenziale per vincere tutte le competizioni a cui partecipa. In Francia c’è un importante vivaio di giocatori di altissimo livello, che giocano tutti in grandi club, il che mi permetterà di gestire la squadra nel modo migliore in funzione delle varie competizioni: il mio obiettivo sarà prepararli al meglio fisicamente e tecnicamente, perché l’obiettivo sarà sempre la vittoria. Non vedo l’ora di iniziare e di vivere quest’esperienza che ci condurrà fino alle Olimpiadi di Parigi 2024“. (fonte: FFVB) LEGGI TUTTO

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    Il Pagellone di Paolo Cozzi – Bruno torna decisivo, Brizard non convince

    Di Paolo Cozzi I quarti di finale dei Play Off Scudetto partono nel segno delle Big Four, che fanno valere il fattore campo e soprattutto dimostrano ancora una volta quanto sia ampio il divario fra loro e le altre. L’unica squadra che riesce a portare via un set è Cisterna che, dopo essersi presentata a Perugia a ranghi ridotti causa Covid e infortuni, mette in campo una prova maiuscola che fa venire un bel po’ di “strizza” alla squadra di Grbic. Foto Lega Pallavolo Serie A E partiamo proprio dalla partita in Umbria, con i padroni di casa che probabilmente hanno caricato molto in settimana visto l’imminente impegno in semifinale di Champions League, ma hanno rischiato di farsi sorprendere da una Top Volley mai doma, ottimamente gestita da Baranowicz (voto 7,5). Perugia riceve bene e attacca bene, senza essere troppo fallosa, ma rispetto ai suoi standard trova poca fortuna dalla linea dei 9 metri e a muro. Leon (voto 8) è il solito mattatore in attacco e risulta discreto anche in ricezione, ma al servizio è molto falloso con più del 50% di errori. Bene Anderson (voto 7,5), soprattutto alla luce del fatto che era di ritorno dagli USA, e Solé (voto 7), come sempre potente al centro della rete. Discreta la prova di Rychlicki (voto 6), ma costellata da troppi errori. Cisterna riceve peggio degli avversari, attacca con percentuali basse, ma è nell’atteggiamento che trova il suo punto di forza, con Maar, Saadat e Raffaelli (voto 7 al trio) che provano fino all’ultima palla a portare la capolista al tie break. Di più l’ottimo coach Soli (voto 8) non può chiedere alla sua squadra, in una stagione che ha visto la Top Volley perdere subito il suo opposto ed essere perseguitata da infortuni e problemi legati al Covid. Foto Lega Pallavolo Serie A Rischia nel primo set anche Civitanova, osservata speciale dopo aver mancato l’accesso alle semifinali di Champions. 15 ace danno il senso della forza fisica messa in campo dai marchigiani, con Zaytsev (voto 9) pressoché perfetto anche in attacco. Perfetta la regia di De Cecco (voto 8) che fa attaccare i suoi uomini come fossero senza muro per tutta la gara. Bene anche il progressivo recupero di Juantorena (voto 6,5) che, dopo il lungo stop per infortunio, ritrova colpi in attacco, anche se appare ancora indietro in ricezione, dove viene bersagliato per tutta la partita. Monza, alle prese con una sbornia di emozioni (e stanchezza) post conquista della CEV Cup, pur spingendo con battuta e attacco sprofonda in ricezione e a muro. Manca l’apporto di Grozer (voto 5) e a salvarsi del trio di palla alta è il solo Davyskiba (voto 7,5), apparso ancora “on fire” dopo la strepitosa finale di mercoledì scorso. Reggono i centrali, fatica ancora una volta Dzavoronok (voto 5) che subisce ben 8 ace. Foto Lega Pallavolo Serie A Ci si aspettava un match più tirato in quel di Trento, dove Piacenza perde il primo set ai vantaggi e anziché ripartire da li si scioglie come neve al sole. Michieletto (voto 8,5) è l’MVP del match, ma mi piace sottolineare la prova di Pinali (voto 7,5) che, partito con il freno a mano tirato, ha saputo rimettersi in carreggiata e chiudere con un’ottima prova. Di grande impatto anche la prestazione di Sbertoli (voto 8), molto bravo a tenere tutti i suoi 5 attaccanti su percentuali mostruose e ad alternare il gioco al centro della rete con palle veloci in banda. Piacenza, pur chiudendo con numeri discreti nei vari fondamentali, sbaglia tanto, troppo, e come spesso le accade inizia con un sestetto e poi si perde in una girandola di cambi. Prova a trascinare la squadra Lagumdzija (voto 7,5), ma Rossard (voto 5), pur ricevendo bene, non riesce a trovare spazi in attacco. Non convince la regia di Brizard (voto 5), che ignora per lunghi tratti del match un Recine (voto 5,5) positivo in attacco, ma letteralmente in balia dei battitori trentini per tutto il match. Foto Lega Pallavolo Serie A Infine, una bella Modena si fa guidare da un Bruno (voto 8,5) finalmente tornato sui suoi standard migliori. A trarne beneficio è tutto l’attacco, con Ngapeth (voto 8) e Leal (voto 8) che alternano diagonali strettissime a pregevoli mani e fuori in parallela. Bene anche Nimir (voto 9), che magari in attacco non spacca la partita, ma lo fa più e più volte dalla linea dei 9 metri, soprattutto dopo due settimane di stop e un infortunio alla mano che ancora gli provoca dolore. Milano, senza Chinenyeze e con Patry a mezzo servizio, prova ad appoggiarsi a Jaeschke (voto 7), ma per il resto in attacco è notte fonda con Ishikawa (voto 4,5) in grosse difficoltà sia in ricezione che in attacco e Romanò (voto 5) che spreca l’occasione e non riesce ad incidere nel match. Con Piano a sua volta sottotono, si salva solo il giovane Mosca (voto 7,5), che in attacco dimostra di saper sfruttare bene tutti i suoi centimetri. LEGGI TUTTO

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    Passione Volley – Irriducibili Gialloblu: “A Modena si cresce con la pallavolo”

    Di Agnese Valenti Il nostro viaggio tra le tifoserie italiane prosegue con un’altra intervista: questa volta facciamo tappa nel Tempio del nostro volley, il PalaPanini di Modena, dove sono di casa gli Irriducibili Gialloblu. Da sempre al fianco di una delle squadre storiche della pallavolo mondiale, i tifosi modenesi ci aiutano – con le parole di Stella Donini – a scoprire una realtà talvolta trascurata dai media e un punto di vista originale sul fascino e i problemi dello sport che amiamo. Come nascono gli Irriducibili Gialloblu? “Derivano dall’unione di due gruppi diversi, venuti dopo Febbre Gialla, storico gruppo dei supporters di Modena ai tempi della Panini. Per problemi con il presidente di allora, che era abbastanza ‘focoso’, la tifoseria si sciolse e si divise in due gruppi. Per qualche anno abbiamo tifato separatamente, andando non sempre d’accordo ma senza grossi problemi. Nel 2011 stava tornando grande entusiasmo, eravamo quasi arrivati in semifinale scudetto con Trento: avevamo tanta gente e allora abbiamo scelto di formare un unico grande gruppo, e da lì sono nati gli Irriducibili Gialloblu! Al momento nel direttivo siamo in sette e siamo ‘misti’ a livello di età: 4 veterani, 3 sotto i 25 anni… stiamo cercando di far crescere un po’ i giovani, perché ci mancava proprio questa componente. Stiamo tentando di mandare avanti il discorso con gente che abbia voglia di farlo. In totale, al momento, siamo circa 200 tesserati. Siamo stati anche molti di più, ma purtroppo i due anni di Covid-19 hanno allontanato molto le persone, anche, ad esempio, dal punto di vista della voglia di andare in trasferta“. Foto Irriducibili Gialloblu Secondo lei c’è stato un allontanamento dei tifosi dai palazzetti? “Per quello che riguarda Modena, noi siamo una realtà un po’ ‘anomala’, avendo tanti abbonamenti. Ad esempio noi degli Irriducibili, quando eravamo contingentati, dovevamo addirittura ‘prenotarci’ oppure facevamo dei sorteggi per poter entrare, nonostante fossimo tutti abbonati. È una realtà un po’ diversa dalle altre: nel nostro palazzetto non ho visto tanto l’allontanamento dei tifosi. Più che altro l’ho notato per quanto riguarda le trasferte, per viaggiare e muoversi negli altri palazzetti che magari non si conosce. Perché da noi sappiamo esattamente com’è organizzato, è tutto molto tranquillo“. Come si è avvicinata al gruppo e qual è stato il momento più bello da tifosa? “Facevo già la tifosa ai tempi di Febbre Gialla, poi sono entrata nel direttivo di uno degli altri due gruppi. Seguo la pallavolo da quando ero piccola: a Modena ci cresci con il volley, non puoi fare diversamente! Quando vivi sempre dentro al palazzetto, bene o male ti avvicini ai gruppi di tifosi che ci sono: il loro entusiasmo ti porta a farne parte. Abbiamo tanti momenti bellissimi, ma il ricordo che ho maggiormente sentito in questi ultimi anni è sicuramente la Coppa Italia del 2015: erano tantissimi anni che non vincevamo niente. Averla conquistata partendo da sfavoriti (contro Trento, n.d.r.), è stato uno dei momenti più emozionanti degli ultimi anni. Era una squadra veramente speciale, erano molto uniti, molto disponibili con tutti: eravamo un unico grande gruppo, squadra e pubblico. Poi vincere a Bologna, vicino a casa… abbiamo praticamente occupato il palazzetto!“. Foto Irriducibili Gialloblu Segue la pallavolo da molti anni: secondo lei, ci sono differenze con il tifo negli altri sport e cosa è cambiato negli ultimi anni? “Andavo anche allo stadio: è tutta un’altra cosa. Nella pallavolo c’è sicuramente anche l’avversario, ma quando è finita la partita si va a bere una birra tutti insieme e si festeggia. È tutto molto più a portata di famiglia: non ci sono gli esagitati che si possono trovare in altri sport, e se capita che ci sia qualche elemento del genere (che negli anni ci siamo ritrovati ‘in casa’ anche noi) basta isolarlo e non succede niente. In altri sport fanno molto più ‘branco’ che gruppo: da noi invece è esattamente il contrario. Si va al palazzetto per divertirsi, per passare due ore senza pensieri. È un altro modo di tifare. È cambiato molto negli anni: sicuramente si è evoluto, e i social network hanno modificato molto il pensiero generale. Sei sempre sotto gli occhi di tutti, ogni cosa che fai, sia la squadra che i tifosi. Questo fa parte del gioco moderno“. Foto Modena Volley Come avete vissuto il periodo della pandemia? “Modena Volley è molto attiva sui social e quindi siamo sempre informati su tutto quello che succede. Due anni a guardare la partita in TV, tra l’altro con un servizio streaming non proprio ottimo, non è stato assolutamente facile. Più che altro perché si perde la collettività: ognuno tifa da casa propria, ma non è la stessa cosa. Hanno fatto anche l’esperimento l’anno scorso, di far fare il tifo su Zoom durante la Coppa Italia, proiettando i tifosi che ovviamente da casa guardavano la partita! Ce l’ho ancora in mente perché sono rimasta traumatizzata (ride, n.d.r.)… è stato un po’ aberrante! Capisco che ci abbiano provato, però vivere la partita da casa non è viverla al palazzetto. Ti manca il partecipare attivamente alla squadra e al gioco. Dopo la partita si va a mangiare la pizza, ci si scambia una chiacchera prima… al palazzetto c’è un ambiente familiare, un gruppo di amici, che purtroppo da casa manca. Noi, come tifoseria, facciamo spesso la differenza, e viverla da casa è stata veramente dura! Certo, non si poteva fare diversamente, ma avrebbero sicuramente potuto aprire un po’ prima. Ad esempio, rispetto al calcio, ma anche cinema e teatri (dove magari al buio non si vede se si indossa la mascherina o meno), siamo arrivati sempre un po’ in ritardo. Quando gli altri erano arrivati ad una capienza più alta, noi ancora eravamo al 35%“. Foto Modena Volley Ci sono altri problemi, al di là dell’emergenza? Ci sono rischi di disaffezione alla pallavolo? “Sul piano nazionale la pallavolo, secondo me, sta facendo un po’ fatica: nonostante le vittorie agli Europei, sia maschili che femminili, l’attenzione resiste nelle realtà più piccole, dove c’è più seguito, mentre nelle metropoli negli anni si è visto un minore coinvolgimento. C’è stata qualche grande città che sporadicamente ha avuto qualche momento di gloria, ma è durato piuttosto poco. Anche a Milano, nonostante vada bene, con il quinto posto di quest’anno, nel palazzetto non c’è una tifoseria numerosa. Le squadre fanno anche più fatica a rimanere a livelli alti, a mantenere standard elevati: chi è abituato ad andare al palazzetto per veder vincere, se non vinci purtroppo non viene più, soprattutto se non sei una realtà abituata ad andarci sempre. Sarà dura uscire dalla pandemia senza strascichi, soprattutto dal punto di vista economico, per garantire certi standard a cui il pubblico è abituato. Noi siamo andati a vedere Modena anche quando era veramente triste, ad esempio quando si perdeva sempre 3-0 e non ci si qualificava per i playoff; ma in generale sai che, se vuoi avere un riscontro dal punto di vista del pubblico, devi dare anche una squadra adeguata“. 1° PUNTATA – I Sirmaniaci2° PUNTATA – Amici delle Farfalle (continua) LEGGI TUTTO

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    Ngapeth: “Siamo dove volevamo essere”. Coach Giani: “Il risultato è molto merito nostro”

    Di Redazione La Leo Shoes PerkinElmer Modena si prende Gara 1 dei Quarti di Finale Play Off Scudetto. Dopo una regular season non brillante, un inizio di fase finale di campionato brillante per la squadra di coach Giani: Milano si ferma in tre set. Earvin Ngapeth: “Era l’inizio che volevamo. I Play Off sono molto importanti per tutti, sopratutto per noi che non abbiamo fatto la stagione che volevamo. Mi aspettavo una ripresa così rapida di Nimir, non ho mai avuto dubbi sulle potenzialità di questa squadra. Quando Nimir gioca come stasera, è ancora più facile. Per Gara 2 dovremo prepararci con una buona settimana di concentrazione e lavoro, continuando con questa testa sul nostro gioco. Dopo la Coppa Italia, abbiamo atteso tanto questo momento. Siamo dove volevamo essere”. Coach Giani: “Il risultato è molto merito nostro. Abbiamo fatto una partita sostanziosa nella fase break, lavorando benissimo in muro-difesa. Contro Milano, che fa della fase break il punto forte, significa aver lavorato proprio bene in palestra. Nimir non si è allenato nelle condizioni di gioco, perchè ancora non era al top. Ma la condizione fisica per giocare tanti palloni l’aveva, e si è visto. Buona l’intesa con Bruno, Earvin e i centrali. Abbiamo giocato le ultime quattro partite in maniera non brillante, ma abbiamo lavorato tanto con i palleggiatori. Gara 2 non sarà semplice, come non è stata semplice stasera. Siamo noi che dobbiamo stare lì, Milano è una squadra che gioca. Sono tutte finali e come tali vanno giocate al 100%”. Nimir Abdel-Aziz: “Non sto benissimo, ma posso giocare e questo è l’importante. Dovevamo mettere pressione su di loro e con la buona partita al servizio ci siamo riusciti. Siamo riusciti a non cadere nell’errore di prendere filotti di 4-5 punti consecutivi, ci siamo riusciti ed è fondamentale in chiave Play Off”. (Fonte: comunicato stampa) LEGGI TUTTO