Il secondo posto in Eurolega dopo il girone d’andata, e questi tre mesi al vertice internazionale sono stati una rivincita?
«Non dobbiamo vendicare niente. I tre mesi di stagione hanno dimostrato che aveva ragione il presidente. Non siamo straccioni ma persone serie. Avevamo un’idea di progetto tecnico, pensavamo fosse buona, e che bastasse qualcuno che ci credesse per ottenere risultati. Così sta accadendo, anche se ancora non abbiamo fatto niente».
Il vostro ex tecnico Scariolo non ci credeva?
«E’ un grandissimo professionista, come tutti aveva le sue opinioni e le ha manifestate pubblicamente, sull’operato della società e sul roster. Per ora i fatti dimostrano che la sua visione non era corretta, speriamo di continuare così».
Le parole dell’ex coach alla fine della scorsa stagione sul taglio del budget, e poi all’inizio di questa sui difetti della squadra, vi hanno fatto male?
«Abbiamo passato una bruttissima estate. Quelle due conferenze stampa hanno fortemente penalizzato l’immagine della società e toccato tutte le persone che lavorano qui. Se ci sono cose da chiarire bisogna farlo in privato. Ma questa società ha sempre dimostrato di non farsi condizionare da nulla».
L’arrivo di Banchi in panchina è stato la svolta?
«Sia io che il d.t. Ronci credevamo nella bontà del roster, che d’altronde era stato costruito assieme a Sergio. L’idea è stata avere al timone un allenatore che credesse nel valore della squadra. Banchi era entusiasta dal punto di vista tecnico, ancor prima che economico. Sì, la svolta è stata prendere lui. È uno che mette i suoi uomini davanti a tutto. E questo gruppo è grande sul piano tecnico ma soprattutto umano: Belinelli, Hackett, Shengelia, Pajola, quelli che c’erano, hanno nel DNA voglia di vincere e attaccamento ai colori. Sapevamo che motivandoli diversamente le prestazioni sarebbero venute. Loro hanno contagiato i nuovi».
Orgogliosi di dimostrare che con meno si può fare meglio?
«Ho la fortuna di avere due collaboratori fantastici come Banchi e Ronci, capaci di aggiungere valori alla squadra. Se restiamo umili e continuiamo così, possiamo toglierci altre soddisfazioni».
Dicevano “società in smobilitazione, Zanetti presto via”. Invece?
«È il frutto di ciò che è accaduto in estate, quando è stato fatto passare, non dalla proprietà, il messaggio di una società allo sbando. L’ingaggio di Zizic, un grande colpo, dimostra ancora una volta quanto Zanetti continui a credere al progetto e sia entusiasta di essere il presidente e azionista di riferimento. La sua generosità va riconosciuta al di là dei risultati».
Quindi resterà al timone ancora per molto?
«Penso proprio di sì. Non posso parlare per lui, ma conoscendolo e sentendolo almeno tre volte al giorno, credo abbia il desiderio di continuare con questa Virtus che gli sta regalando grandissime soddisfazioni e gioie».
Avete ingaggiato Ante Zizic, centro croato 26enne alto 2,11: per 3 anni a Cleveland, proviene dall’Efes Istanbul. Cosa rappresenta il suo arrivo?
«È una scelta di Banchi e Ronci, quando ho proposto l’operazione alla proprietà ho detto che era intelligente e di prospettiva. E poi da secondi in classifica in Europa, dopo tanti sacrifici, è un segnale di fiducia alla squadra: noi ci crediamo come ci credono loro. Questa operazione ha mille significati. Conferma la volontà di investire del presidente, conferma la nostra fiducia nei valori della squadra e dello staff a partire dal coach».
L’asticella si alza?
«Viviamo davvero alla giornata. L’obiettivo resta quello indicato da Zanetti in avvio, i playoff di Eurolega. Vincere la Coppa Italia ci piacerebbe tanto. E arrivare in finale scudetto».
Non è più un duello a due con Milano?
«Sarà aperto a più squadre, Brescia e Venezia stanno disputando una grandissima stagione, la rosa delle pretendenti ha questi quattro team».
L’altro ingaggio, Lomazs, che aggiunta sarà?
«Banchi lo stima e lo ha voluto, ci fidiamo di lui e crediamo possa essere fondamentale. Se vuoi vincere Tour de France e Giro d’Italia servono le prime punte ma anche i gregari che ti portano in vetta per primi».
Il 2023 stato l’anno del ritorno tra le grandi d’Europa?
«Possiamo dire di sì. La vittoria a Belgrado lo ha certificato. Complimenti al Partizan, nonostante la sconfitta sono stati disponibili e molto sportivi, riconoscenti nei confronti della società e dei giocatori».
L’augurio ai tifosi?
«Buon anno ai tifosi della Virtus, e grazie per l’affetto e la vicinanza, che sono la base di tutto. Continuiamo a sognare insieme». LEGGI TUTTO