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    FIPAV, FIP e FIGC scrivono a Draghi: “Fermate la riforma dello sport”

    Di Redazione
    La riforma dello sport approda in Consiglio dei Ministri: i decreti voluti dall’ex ministro dello Sport Vincenzo Spadafora “scadono” il 28 febbraio e il nuovo governo, a quanto si apprende, intende convertirli in legge in tempi brevissimi. Una scelta che incontra la netta opposizione delle Federazioni: quelle dei tre principali sport di squadra, FIGC, FIP e FIPAV, hanno inviato al presidente del Consiglio Mario Draghi una lettera aperta in cui si chiede di riconsiderare la riforma nel merito o quantomeno differirne l’entrata in vigore, per evitare pesanti ripercussioni ai danni delle società sportive (specie in merito alle norme sulla riforma del lavoro sportivo e sull’abolizione del vincolo sportivo).
    Ecco il testo della lettera:
    “Signor Presidente del Consiglio dei Ministri,in questo momento così drammatico per il nostro Paese, noi Presidenti della Federazione Italiana Giuoco Calcio, della Federazione Italiana Pallacanestro e della Federazione Italiana Pallavolo, ci rivolgiamo direttamente alla Sua persona. Il tema oggetto della nostra missiva è il varo legislativo dei decreti delegati di riforma dello sport che potrebbe trovare compimento nel corso della prossima riunione del Consiglio dei Ministri.
    Noi siamo assolutamente favorevoli al pieno riconoscimento di maggiori tutele a favore di atlete ed atleti, di allenatori e collaboratori sportivi, ma al contempo siamo ben consci degli enormi problemi che le società sportive stanno affrontando. Rileviamo inoltre come due tematiche in modo particolare, quali l’abolizione del cosiddetto “vincolo sportivo” e la nuova disciplina relativa al “lavoro sportivo”, comportino gravi ripercussioni ai danni delle società sportive che abbiamo il dovere di tutelare.
    La crisi pandemica in atto non si risolverà domani e gli effetti economici si protrarranno ovviamente nel tempo. Gravare di ulteriori oneri le società sportive porterebbe inevitabilmente molte di esse a cessare l’attività. Fin dal sorgere della crisi sanitaria ed economica, le Federazioni hanno sostenuto i rispettivi movimenti con interventi mirati nell’intento di alleviare gli effetti prodotti dalle necessarie normative di restrizione. Riteniamo però giusto che quanto fatto, e quanto ancora sarà necessario fare, non sia vanificato da alcuni istituti che, in questo frangente, costituirebbero un ulteriore gravoso onere da porre a carico dei sodalizi sportivi.
    Signor Presidente, Le stiamo chiedendo di valutare con grande attenzione l’effetto di tali disposizioni e, se non fosse possibile riconsiderarli nel merito, quanto meno differirne l’entrata in vigore.Ringraziamo per l’attenzione e inviamo i più cordiali saluti“.
    (fonte: Comunicato stampa) LEGGI TUTTO

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    Tutela dei lavoratori, vincolo sportivo e non solo: Malagò incontra i presidenti

    Di Redazione
    Una riunione informale tra Giovanni Malagò, presidente del Coni, e i presidenti delle 44 Federazioni sportive italiane, per discutere dell’argomento all’ordine del giorno: la riforma dello sport presentata dal Ministro competente Vincenzo Spadafora. Come riporta il Corriere dello Sport si svolgerà oggi il meeting tra i principali dirigenti sportivi italiani per parlare di un testo destinato ad aprire molti fronti di dibattito: e proprio a questo scopo è stata fatta circolare la bozza di 124 pagine che, dopo le opportune modifiche, dovrà essere approvata in Consiglio dei Ministri entro l’8 novembre.
    I temi sul piatto sono tanti, a cominciare dall’istituzione di un nuovo soggetto istituzionale con poteri di vigilanza, il Dipartimento dello Sport, gestito direttamente dalla Presidenza del Consiglio (e che quindi continuerebbe a funzionare anche qualora non venisse designato un Ministro per lo Sport). Una novità destinata ad alterare gli equilibri già precari tra Sport e Salute e Coni. Sempre sul piano politico c’è poi un altro provvedimento che interessa molto da vicino le Federazioni: il limite di mandato a 12 anni per i presidenti, a cui si affiancheranno altre norme come l’incompatibilità tra le cariche sportive e quelle politiche.
    Altri argomenti riguardano più da vicino l’attività quotidiana delle società: il principale è la riforma del lavoro sportivo, che garantirebbe nuovi contratti ad atleti e tecnici dilettanti, ma anche fisioterapisti, lavoratori del fitness, collaboratori di società e istituzioni, iniziando un percorso che potrebbe portare all’equiparazione con il lavoro dipendente. E poi c’è il fronte caldissimo dell’abolizione del vincolo sportivo, rivendicata da Spadafora come un atto di “liberazione” per gli atleti dilettanti, ma al tempo stesso molto temuta dalle società che lavorano nel settore giovanile e temono di veder sparire contributi fondamentali per la loro sopravvivenza.
    (fonte: Corriere dello Sport) LEGGI TUTTO

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    Mosna: “Potremmo dover rinunciare a qualche big”

    Di Conclusa la sua terza, breve avventura da presidente di Lega, Diego Mosna torna a concentrarsi sull’Itas Trentino. E in un’intervista a L’Adige si dimostra molto prudente sui temi di mercato: “ “. “ – chiarisce poi Mosna – “. Tra le ipotesi c’è anche quella di un ridimensionamento, o addirittura di un taglio della […] LEGGI TUTTO

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    Convegno sul tema del vincolo sportivo il 18 gennaio a Modena

    Di Il tema è di quelli che non passano mai di moda: di contratti e vincoli nel mondo della pallavolo – e dello sport in generale – si parla sempre più spesso e a volte a sproposito (vedi il recente caso di Caserta). Suscita quindi particolare interesse l’appuntamento di sabato 18 gennaio a Modena con il […] LEGGI TUTTO