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    F1 2021, Aston Martin: Quanto ci sarà della Mercedes W11 del 2020?

    Il 3 Marzo 2021, data in cui potrebbero essere presentata la nuova Aston Martin di Sebastian Vettel e Lance Stroll, potremmo finalmente osservare quanto di familiare ci sarà fra la Mercedes W11 del 2020 e la monoposto verde di Silverstone.
    Per via dei congelamenti, la prima vettura dalla livrea verde di Vettel e Stroll, sarà in buona parte una Racing Point RP20 aggiornata, con le differenze più macroscopiche solamente di carattere aerodinamico.
    Dopo lo scalpore suscitato lo scorso anno dal caso “copygate”, con la Racing Point RP20 copia identica della Mercedes W10 del 2019, la probabilità di rivedere nel 2021 una monoposto copia della stella d’argento sono molto alte. Nonostante la FIA abbia sanzionato il team di Otmar Szafnauer, togliendo 15 punti dalla classifica costruttori 2020 (assieme ad una pesante multa), in ottica 2021 un nuovo copygate è praticamente certo, per via degli stessi regolamenti.
    RETROTRENO DI DERIVAZIONE MERCEDES W11
    Andrew Green, nel corso della passata stagione, non ha mai nascosto che la vettura 2021 abbia avuto come riferimento nello sviluppo la Mercedes W11. Il discorso ha anche una sua ovvia logica se pensiamo che sulla Aston Martin, oltre al Power Unit Mercedes, saranno presenti anche la scatola del cambio e la sospensione posteriore della W11.
    Cambio e sospensione posteriore potranno oltretutto essere implementati sulla vettura di Vettel e Stroll senza spendere i token previsti. Questo in quanto cambio e sospensione sono componenti omologate già lo scorso anno sulla W11, ed è di fatto lo stesso regolamento tecnico che consente alle squadre, aventi componenti del 2019, di implementare parti omologate nel 2020. La decisione a riguardo fu presa di comune accordo fra le squadre, al fine di non portare nel 2021 componenti ormai vecchie di due anni. Andrew Green e tecnici hanno sfruttato al massimo questo punto del regolamento 20-21 per la futura Aston Martin, dimostrando di avere già le idee chiare sul progetto futuro.
    Scatola del cambio, e layout sospensivo della Mercedes W11, lasciano intendere che anche l’aerodinamica del retrotreno seguirà lo stesso concept della vettura di Brackley, anche se il direttore tecnico Aston, Andrew Green, ha affermato che lo sviluppo aerodinamico non sarà un semplice “copia-incolla” della W11, ma avrà una propria identità nella ricerca della migliore fluidodinamica.
    Avendo a disposizione la sospensione posteriore della W11, la nuova Aston Martin certamente disporrà del braccio del triangolo inferiore arretrato che, con la carenatura esterna, andrà a ricreare una sorta di doppio diffusore. La scelta di disporre della sospensione Mercedes non ha dunque fini prettamente meccanici, ma si basa essenzialmente su vantaggi di carattere aerodinamico.
    Nell’illustrazione osserviamo quello che era lo schema della sospensione posteriore della Mercedes W11, con il triangolo inferiore che va a piantarsi sulla struttura deformabile, in una posizione più arretrata rispetto al classico schema con attacchi braccio alla scatola del cambio.
    DUE GETTONI PER IL NUOVO TELAIO

    Avendo già deciso già a Maggio la direzione dello sviluppo della Racing Point RP20 in ottica 2021, il team di Szafnauer ha speso i due gettoni concessi dalla FIA per modificare la cellula di sopravvivenza della vecchia RP20, sempre per fini di carattere aerodinamico. L’omologazione della nuova cellula di sopravvivenza ha richiesto il superamento di un nuovo crash test, e riguarda soltanto la parte del telaio che si trova dopo la sezione B-B. Nello specifico, l’obbiettivo dei tecnici Aston Martin era quello di spostare la struttura di impatto laterale più in basso, sotto la presa d’aria dei radiatori.
    La Racing Point dello scorso anno, seguendo quello che era stato il concetto della Mercedes W10, rimaneva l’unica squadra con le prese d’aria delle fiancate old style, con il cono antintrusione ancora sopra le bocche dei radiatori. Questa filosofia tecnica è stata introdotta per la prima volta da Ferrari del 2017, perfezionata a livello aerodinamico da Red Bull nel 2018, e successivamente copiata da tutte le squadre negli anni avvenire. Anche Mercedes, con la W11 dello scorso anno, aveva adottato la soluzione di matrice Ferrari sulla propria monoposto per la prima volta. In termini aerodinamici, questa soluzione permette spostare più in alto le prese dei radiatori, e di aumentare lo spazio lungo le fiancate per il passaggio del flusso d’aria.
    In previsione di questa modifica, i tecnici della ex Racing Point, portarono al Mugello un pacchetto di aggiornamenti importante proprio a riguardo delle prese raffreddamento e fiancate.
    Nel GP di Toscana, conciso con l’ultima data utile per omologare componenti soggette a congelamento, si erano viste una serie di modifiche di carattere aerodinamico lungo le fiancate, assieme all’omologazione di una nuova disposizione delle masse radianti. Per andare a ricreare quella sorta ala bi-plano lungo le bocche dei radiatori, Racing Point aveva modificato le fiancate ispirandosi alla soluzione della Mercedes W11. Pur rimanendo col vecchio layout della struttura di impatto laterale, i tecnici di Andrew Green hanno modificato la parte aerodinamica delle prese d’aria, con una soluzione ibrida fra quella della W11 e la W10.
    Queste modifiche, disponibili al Mugello sulla sola vettura di Stroll, erano state accompagnate da una estrema rivisitazione della carrozzeria delle fiancate, la quale accompagnava in maniera spiovente la sagoma dei nuovi radiatori.Le nuove fiancate, chiaramente studiate per la macchina 2021, ricreavano una sorta di scivolo per il flusso d’aria che scorre lungo la parte superiore della vettura, accompagnandolo nella zona del fondo e dell’estrattore. Una soluzione più simile a quanto visto sulla Williams, che sulla Mercedes W11.
    Il lavoro aerodinamico è proseguito nel corso dell’inverno, e la nuova Aston Martin potrebbe avere delle divergenze dalla vettura di Brackley dello scorso anno, proprio in virtù della differente gestione dei flussi lungo le fiancate. La parte aerodinamica dell’avantreno sarà pressoché identica per quanto riguarda muso e ala anteriore, soprattutto nel primo periodo dopo la presentazione. Sviluppi più importanti si avranno da subito nella zona delle barge boards, le quali saranno modificate in maniera conseguenziale a quella che è stata la scelta della gestione di flussi della parte laterale della vettura. I deviatori di flusso delle fiancate non saranno una copia analoga della Mercedes, così come fu con la Racing Point RP20 e la W10. A questo va aggiunto che ogni squadra dovrà studiare come recuperare il prima possibile la downforce perduta con il taglio del fondo e delle paratie del diffusore. LEGGI TUTTO

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    F1 2020: Ferrari, Vettel e le buone ragioni alle spalle del loro divorzio

    Il matrimonio tra la Ferrari e Sebastian Vettel era finito ben prima del 12 maggio 2020, giorno in cui il divorzio è stato reso ufficiale. La Scuderia di Maranello ha scelto di puntare su Charles Leclerc, che dopo due anni in seno al team si è guadagnato lo status di prima guida. Leclerc verrà affiancato da Carlos Sainz, pilota dall’indubbio talento e molto maturo nonostante l’ancor giovane età. Nonostante la separazione giudicata come inaspettata da parte dello stesso Vettel sia arrivata prima dell’inizio posticipato della stagione, il quattro volte campione del mondo ha continuato, fatta eccezione per rarissime occasioni, a indossare i panni dell’uomo squadra, almeno pubblicamente.
    In una delle primissime conferenze stampa della stagione le sue dichiarazioni incendiarie sulla decisione della Ferrari di non rinnovargli il contratto facevano temere per la prosecuzione del 2020, tanto che si arrivò a pronosticare un addio anticipato. In realtà un’occasione di vero confronto in pista con Leclerc è risultata essere un’eventualità abbastanza rara, dato l’importante gap prestazionale tra i due piloti. Vettel ha paventato frustrazione nel momento in cui è stato incolpevolmente messo fuori gara da Leclerc alla seconda curva del Gran Premio di Stiria e si è lamentato per una presunta entrata aggressiva del compagno alla prima curva in Bahrein. Nel complessivo l’ultima stagione in rosso di Vettel è stata contraddistinta da un atteggiamento apparentemente poco improntato all’agonismo, senz’altro spento e svuotato nelle motivazioni. L’ultimo podio con la Ferrari è arrivato in Turchia e rimarrà anche l’unico del pilota in una stagione estremamente negativa per il team.
    Sebbene l’annuncio del divorzio tra le due parti sia stato bollato come sorprendente dal pilota, i segnali di un rapporto partito con grande entusiasmo e ormai giunto al capolinea non mancavano di certo. Allo stesso modo la decisione unilaterale della Ferrari di non rinnovare il contratto di Vettel poggia su basi solide. Il quattro volte campione del mondo ha spesso peccato di scarsa lucidità nei momenti determinanti ed è apparso facilmente irritabile quando messo alla prova. Parliamo di un campione affermato che percepiva uno stipendio di prim’ordine e di una stagione che, complice le difficoltà finanziarie portate dal Covid, sta in parte ristrutturando il business model dei team. Dall’altro lato il 2020 ha visto un nuovo capitolo della prepotente ascesa di Charles Leclerc, capace di ottime prestazioni e di qualche exploit pur con una vettura poco competitiva. Il leader indiscusso della squadra è ormai il monegasco: a inizio 2019 al debutto di Leclerc con la Ferrari Binotto parlava di un Vettel prima guida e di un Leclerc che necessitava di fare esperienza ma da allora la situazione è molto cambiata.
    La Ferrari non è più un team vincente e si è chiuso un decennio senza titoli in bacheca per la Scuderia più iconica del Circus. Rompere con il passato e puntare su una coppia di piloti giovane ma con una buona dose di esperienza a questi livelli può essere un primo passo. Vettel non rientra più nelle logiche di un team che deve risorgere per poter dare inizio a un ciclo che i tifosi si augurano possa essere ben diverso dalle ultime tribolate stagioni. In aggiunta, nonostante Vettel sia indubbiamente stato uomo squadra fino all’ultimo il feeling con Binotto non è mai sbocciato e con il licenziamento di Arrivabene al pilota tedesco era venuta a mancare una figura di riferimento all’interno della squadra.
    Con Sainz la Ferrari ha scelto di puntare su un pilota già esperto che porterà energie fresche al gruppo di lavoro di Maranello. Leclerc è la punta designata per provare a tenere il passo di Mercedes e Red Bull e sarà chiamato a un ulteriore salto di qualità per affinare un talento che è sicuramente cristallino. Già sul finire del 2019 Vettel era apparso spaesato dall’esplosione di Leclerc e la coppia di piloti Ferrari aveva dato inizio a uno scontro fratricida – vedi Russia, Giappone e Brasile – che rischiava seriamente di minare le dinamiche del team. La decisione di separarsi da Vettel a fine 2020 e l’enorme gap prestazionale tra i due hanno presentato uno scenario ben diverso per la stagione appena conclusa. Sebastian Vettel è indubbiamente un pilota eccezionale che, se messo nelle giuste condizioni, potrà tornare a dire la sua ai livelli più alti della categoria. La Ferrari ha però scelto il rinnovamento dopo che il binomio con il suo pilota aveva iniziato a dare i primi segnali di cedimento già a fine 2018. LEGGI TUTTO

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    #DankeSeb: i momenti più importanti del viaggio di Vettel in Ferrari

    Potremmo cominciare dai numeri. Sarebbero utili per comprendere il cammino di Sebastian Vettel a Maranello ma, come al solito, non ci dicono tutto. Mai come in questo specifico caso. La storia del tedesco di Heppenheim in Rosso è stata costellata da emozioni fortissime, sia di gioia che di dolore. Salite e discese, condite dal suo sempreverde amore per la Ferrari. Un’anima latina, come lo descrisse il compianto Sergio Marchionne. Che aveva pienamente ragione. Un’anima latina con i suoi lati positivi e negativi. Ma quel che resta è profonda stima e affetto.

    118 gare, 12 pole position, 14 giri veloci, 55 podi, 1400 punti e 14 vittorie. Che ricordiamo tutte nel dettaglio. Come se ognuna di esse fosse stata la prima. Come un unicum. A partire dagli albori. Gran Premio di Malesia 2015, la sua seconda gara in Ferrari. Quello che sembrava il prologo di una storia d’amore indimenticabile. Con l’ombra di Michael Schumacher alle sue spalle. Sebastian sognava, i tifosi sognavano con lui. Un anno di transizione, con tre successi (anche in Ungheria e a Singapore).
    Poi i primi grattacapi. Non per colpa sua. Tante erano le aspettative nel 2016, pochissime quelle mantenute. Forse nessuna. Neanche una vittoria nel magro bottino di Seb. I primi dubbi che incalzano il tedesco, ma il suo amore per il Cavallino lo spinge a rimanere positivo nelle avversità. Il 2017 è la grande chance. Un connubio pilota-macchina (la SF70H) che per Vettel rimarrà ineguagliato. Emozioni a profusione, un team coeso, enormemente spinto dalla voglia dei Tifosi che ci credono.
    Poi però la sportellata a Lewis Hamilton in Azerbaigian, alcuni guasti ma, soprattutto, la clamorosa collisione al via del Gran Premio di Singapore con Max Verstappen e il compagno di squadra Kimi Raikkonen, gli fanno perdere speranza e motivazione. Sebastian, però, vede che qualcosa di buono si può fare. Nel 2018 la Ferrari si presenta ai blocchi di partenza con una macchina al livello se non superiore alla Mercedes. Tante pole position, vittorie, soddisfazioni. Fino allo spartiacque definitivo della sua avventura in Rosso.
    Quel maledetto GP di Germania. Suo errore su pista scivolosa quando era abbondantemente in testa e avrebbe potuto allungare nel mondiale su Hamilton e la Mercedes. Da lì i problemi. Vettel si chiude in se stesso, aspramente criticato in Italia. Forse sin troppo. Ma Seb non è il classico tedesco freddo e calcolatore che va avanti per la sua strada come se non fosse successo nulla. Lui è latino, appunto. E da quel momento inizia la sua parabola discendente fatta di momenti deludenti e qualche acuto.
    Nel 2019 arriva Charles Leclerc che, col suo talento e la sua spinta mediatica, gli soffia via il titolo di pilota di punta a Maranello. Cambia anche il vertice con Mattia Binotto che prende il posto di Maurizio Arrivabene. Questa sarà anche la chiave dell’addio di Vettel. Con Binotto i rapporti non saranno mai buoni. Charles è in rampa di lancio e Sebastian non viene difeso. Anzi, a volte viene persino redarguito dallo stesso team principal. E’ una situazione insostenibile.
    Fino alla famosa telefonata di Binotto questo inverno. Il suo contratto non sarà rinnovato. Sebastian dovrà lottare per un anno intero con una macchina indecente. Mostrando al mondo che le vere carenze della Ferrari non erano da ricercare nei piloti o in un pilota in particolare, ma nel sistema. Eppure Sebastian lascia, con un nodo in gola. Con una canzone. Un po’ da tedesco e un po’ da italiano. Andrà in Aston Martin e non si può non augurargli il meglio. Sebastian Vettel è stato e sarà sempre un vero tifoso della Ferrari. Danke Seb. Auf wiedersehen. LEGGI TUTTO

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    F1 2020: Una stagione straordinaria ma la Ferrari dov’è?

    Un’altra stagione è finita. Una stagione anomala, straordinaria nel senso etimologico del termine, vale a dire “fuori dall’ordinario”, per le piste su cui si è corso, per il calendario stravolto, per gli autodromi deserti, per i trionfi inattesi, per i ritorni alla competitività e al podio di tante … L’articolo F1 2020: Una stagione straordinaria […] LEGGI TUTTO

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    F1, Gp Abu Dhabi: la Ferrari chiude la stagione con la solita figuraccia

    Nel dominio assoluto di Max Verstappen sulle Mercedes, la Ferrari continua ancora a navigare a rilento. D’altronde nulla di nuovo. La gara di Abu Dhabi rappresenta la sintesi perfetta della stagione 2020 delle Rosse: terribilmente non competitiva, condita da strategie opinabili e pit stop lenti. Qualcosa che deve dare carica e forza alla squadra per invertire la tendenza il prossimo anno. Ripartire dopo l’ennesima figuraccia.

    Si chiude l’era di Sebastian Vettel con la Ferrari. Che deve chiedere scusa al 4 volte campione del mondo per la qualità dell’epilogo. Un finale di una storia che non meritava il tedesco. Ma che, purtroppo, rappresenta la situazione della Scuderia odierna. 14° posto, desolante, senza motivazioni. Solo una grande gestione delle gomme dure nella prima parte di gara per Seb che ha tenuto dietro molti piloti con gomme più fresche. La classe c’è ancora e la porterà in Aston Martin.
    Charles Leclerc arriva solo una posizione davanti a Vettel. Poco, pochissimo. Ma non per colpa sua. Il monegasco ci prova, attacca, si difende con i denti ma non può nulla di fronte alla pochezza della SF1000. In questa stagione, tra qualche errore sparso qua e là, ha già fatto fin troppo rispetto a quanto la macchina poteva offrirgli. Quindi, comunque, ben fatto Charles. Adesso però arriva il tempo delle responsabilità. Comincia l’era Leclerc a tutti gli effetti.
    Ma da Abu Dhabi arriva una buona notizia. La stagione è finita. Questo nefasto 2020, almeno per la Formula 1, termina qui. La SF1000 va in pensione. Per fortuna. Con la speranza di mandarla nel dimenticatoio al più presto, però solo dopo aver imparato dai propri errori. La prossima Ferrari deve essere migliore. Tanto migliore. Altrimenti, il 2021, sarà un’altra cocente delusione. Alla fine, però, si vuole essere positivi. I tifosi si meritano ben altro. Vettel meritava di più. Leclerc merita di più. Carlos Sainz meriterà di più.

    GP ABU DHABI F1 2020 ORDINE D’ARRIVO – Domenica 13 Dicembre 2020
    Pos Nr Pilota Team Tempo/Gap
    1 33 M. Verstappen Red Bull
    2 77 V. Bottas Mercedes + 7″5
    3 44 L. Hamilton Mercedes + 11″5
    4 23 A. Albon Red Bull + 19″0
    5 4 L. Norris McLaren + 47″2
    6 55 C. Sainz McLaren + 53″0
    7 3 D. Ricciardo Renault + 67″5
    8 10 P. Gasly AlphaTauri + 68″9
    9 18 L. Stroll Racing Point + 75″8
    10 31 E. Ocon Renault + 78″5
    11 26 D. Kvyat AlphaTauri + 79″9
    12 7 K. Raikkonen Alfa Romeo + 1 giro
    13 16 C. Leclerc Ferrari + 1 giro
    14 5 S. Vettel Ferrari + 1 giro
    15 63 G. Russell Williams + 1 giro
    16 99 A. Giovinazzi Alfa Romeo + 1 giro
    17 6 N. Latifi Williams + 1 giro
    18 20 K. Magnussen Haas + 1 giro
    19 51 P. Fittipaldi Haas + 2 giri
    20 11 S. Perez Racing Point –

    CLASSIFICA PILOTI F1 2020
    1 L. Hamilton Mercedes 347
    2 V. Bottas Mercedes 223
    3 M. Verstappen Red Bull 214
    4 S. Perez Racing Point 125
    5 D. Ricciardo Renault 119
    6 C. Sainz McLaren 105
    7 A. Albon Red Bull 105
    8 C. Leclerc Ferrari 98
    9 L. Norris McLaren 97
    10 L. Stroll Racing Point 75
    11 P. Gasly AlphaTauri 75
    12 E. Ocon Renault 62
    13 S. Vettel Ferrari 33
    14 D. Kvyat AlphaTauri 32
    15 N. Hulkenberg Racing Point 10
    16 A. Giovinazzi Alfa Romeo 4
    17 K. Raikkonen Alfa Romeo 4
    18 G. Russell Williams/Merc 3
    19 R. Grosjean Haas 2
    20 K. Magnussen Haas 1
    21 N. Latifi Williams 0

    CLASSIFICA COSTRUTTORI F1 2020
    1 Mercedes 573
    2 Red Bull 319
    3 McLaren 202
    4 Racing Point 195
    5 Renault 181
    6 Ferrari 131
    7 Alpha Tauri 107
    8 Alfa Romeo 8
    9 Haas 3
    10 Williams 0

    GP ABU DHABI F1 2020 – FOTO LEGGI TUTTO

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    F1, Gp Abu Dhabi (Qualifiche): Una pole da urlo per Max Verstappen!

    Max Verstappen partirà in pole position nel Gran Premio di Abu Dhabi, ultimo della stagione 2020. L’olandese ha ottenuto una prestazione stratosferica, che lo ha posto davanti alle due Mercedes. Nono ha chiuso Leclerc, fuori dalla top ten Vettel. Dopo le prime due sessioni di qualifica, Verstappen e… L’articolo F1, Gp Abu Dhabi (Qualifiche): Una […] LEGGI TUTTO

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    F1, Vettel: Ad Abu Dhabi avrò un casco speciale per ringraziare squadra e tifosi

    Si chiude questo weekend sul circuito di Yas Marina, ad Abu Dhabi, il campionato del mondo di Formula 1 e con esso anche l’avventura con la Scuderia Ferrari di Sebastian Vettel.

    Il pilota tedesco, nelle sei stagioni con la squadra ha portato a casa 14 successi, diventando il terzo pilota più vincente della storia del team dopo Michael Schumacher (con 72 trionfi) e Niki Lauda (con 15). Seb disputerà questo fine settimana la sua gara numero 118 con la Ferrari, con la quale ha anche ottenuto 12 pole position, 14 giri più veloci, 55 podi e 1400 punti.
    Alla vigilia dell’ultima gara del mondiale F1 2020, Sebastian Vettel ha detto: “Quella di Abu Dhabi è una pista che non è mai stata amica delle nostre vetture perciò mi aspetto una sfida complessa in vista del weekend. Mai come in questa occasione, tuttavia, voglio dare il massimo visto che sono all’ultima gara con la squadra. Spero di potermela godere e di riuscire a portare a casa il miglior risultato possibile. Questi anni trascorsi con la Scuderia Ferrari sono stati un viaggio straordinario, nel quale insieme abbiamo imparato tanto. Ci sono stati alti e bassi e siamo andati vicino a vincere il titolo per due volte. Sono riuscito a conquistare 14 vittorie, di cui vado fiero, anche se ne avrei volute di più. Questo fine settimana avrò un casco speciale per ringraziare la squadra e salutare tutti i tifosi che nei sei anni in Ferrari non mi hanno mai fatto mancare il loro supporto. L’anno prossimo indosserò degli altri colori ma questo non mi impedirà di fermarmi di tanto in tanto a parlare con gli amici che lascio in Ferrari. La loro passione e il loro entusiasmo sono una delle ragioni per le quali questo team è così speciale”. LEGGI TUTTO

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    F1, GP Sakhir: Leclerc illude e delude. Vettel fa quel che può

    Dottor Jekyll e Mr. Hyde. Così si può riassumere il week end di Charles Leclerc. Un giro sontuoso in qualifica che lo ha portato in quarta posizione con un mezzo nettamente inferiore. Poi, pronti, via e il patatrac. Troppo irruente il monegasco che, in curva 4, va lungo in frenata e centra l’i… L’articolo F1, […] LEGGI TUTTO