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    F1, Ferrari SF-23: Ecco come cambierà, nel corso della stagione

    La Ferrari SF-23 si è dimostrata non all’altezza della concorrenza e i risultati delle prime tre gare sono stati molto al di sotto delle aspettative. Dopo la lunga pausa del mese di Aprile, a Maranello si è fatto il punto su dove e come intervenire per cambiare un progetto sbagliato che rischia di compromettere non solo la stagione in corso ma anche i prossimi due anni.

    Ferrari SF-23: GLI INTERVENTI DI BREVE PERIODO
    Fred Vasseur ha chiesto ai suoi uomini di concentrarsi sul capire meglio una monoposto che non ha fornito in pista i risultati attesi. Il Team Principal della Ferrari ha parlato di assetti sbagliati e da migliorare per far lavorare meglio le gomme, soprattutto in ottica gara, rinunciando magari a qualche decimo e posizione in qualifica.
    Gli interventi di breve periodo si sono dunque focalizzati su questi aspetti, provando strade diverse sulle due monoposto durante le sessioni di prove libere, comparando questi dati con quelli del simulatore e cercando di ottenere qualche informazione dalle analisi e dai dati Pirelli sulle mescole utilizzare sia sul giro secco che nei vari stint di gara.
    Ferrari SF-23: LA PROGRAMMAZIONE DEGLI SVILUPPI
    Durante queste settimane di aprile, i tecnici di Maranello hanno finalizzato il piano di sviluppo della SF-23, da maggio a ottobre. Gli sviluppi riguarderanno non solo la veste aerodinamica della monoposto ma anche quella meccanica e della Power Unit.
    VESTE AERODINAMICA
    Le aree sulle quali si proverà ad intervenire sono fondamentalmente quattro: il fondo vettura e in particolare i canali venturi che richiederebbero un profondo e radicale cambiamento, per avvicinare i livelli di carico e soprattutto di efficienza complessiva delle monoposto concorrenti. Questo passerà anche una modifica della pance – non radicale come alcuni hanno ipotizzato – soprattutto della zona sotto le aperture che portano aria ai radiatori. In sinergia con queste modifiche, vedremo anche, nel corso della stagione, interventi al marciapiede, per migliorare l’effetto sigillante al suolo.
    Nuove ali, con profili a più alto o basso carico, con svergolature dei profili stessi più o meno accentuate, saranno solo il naturale adeguamento del carico aerodinamico degli alettoni alle diverse pista. A Baku, per esempio, vedremo i primi profili per circuiti a basso carico aerodinamico ma questi non costituiscono uno sviluppo che va nella direzione di correggere un progetto nato male!

    MECCANICA
    A livello “meccanico” il lavoro più grosso che è stato intrapreso a Maranello riguarda la geometria delle sospensioni. Gli ingegneri hanno ripreso alcuni studi fatti in un recente passato per capire se soluzioni scartate ma viste e adottate da altre monoposto potrebbero essere la chiave per migliorare lo sfruttamento delle gomme e rendere la SF-23 più efficace sul passo gara. Questo studio, per limiti di budget, potrebbe però essere messo in pista solo a inizio 2024 sulla nuova monoposto.
    POWER UNIT
    Il lavoro sulla Power Unit e su tutte le sue componenti continua, senza sosta! I problemi di affidabilità sono sempre presenti e sono motivo di forte preoccupazione per il prosieguo della stagione, sia per la Scuderia di Maranello che per tutti i team motorizzati Ferrari. La pianificazione di inizio anno già prevedeva l’utilizza di almeno 4 PU e relative componenti. L’inizio di stagione ha già imposto l’innalzamento a cinque ma Vasseur è stato categorico: l’affidabilità, nel 2024, non dovrà essere più un problema e occorrerà elevare gli standard a quelli della concorrenza, sia in termini di prestazione pura che di affidabilità.
    Saranno sufficienti questi cambiamenti, per ora tutti solamente sulla carta, per riportare in alto la Ferrari? Sarà dura, vista sia la concorrenza e la cronica incapacità a stare al passo con gli sviluppi stagionali che a Maranello hanno mostrato nel recente passato. E se lo scorso anno, tutto sommato, l’avversario era solo Red Bull, quest’anno la lotta vera sarà con Mercedes e Aston Martin, dovendosi sempre guardare alle spalle perché i team del midfield sono molto vicini e sempre più agguerriti! LEGGI TUTTO

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    Penalità Sainz, Fred Vasseur conferma: “Chiesta la revisione alla FIA”

    Il team principal della Ferrari Frédéric Vasseur spazia a tutto campo in un’ampia conferenza stampa a cui hanno preso parte tutti i media. L’argomento più caldo che tiene banco è ancora la discutibile penalità comminata a Carlos Sainz nel restart successivo alla seconda bandiera rossa del Gp Australia dopo il crash con Fernando Alonso. “Abbiamo fatto una richiesta alla FIA di revisione della penalizzazione”, ha annunciato il manager francese motivando l’azione intrapresa: “L’incidente tra le due Alpine alla stessa curva è stato giudicato in maniera differente”. Come dire “due pesi e due misure”.
    E non sarebbe certo la prima volta, ormai, che la direzione gara venga accusata di adottare decisioni diverse per situazioni analoghe e, quindi, di non attuare un giudizio univoco. La sensazione diffusa è che a Melbourne si sia davvero toccato il fondo di una gestione da tempo estremamente confusionaria e schizofrenica delle gare di F1. La punta dell’iceberg di uno scenario in cui il dna di questo sport sembra essere stato confinato a semplice elemento di contorno di uno disordinato show da garantire a tutti i costi.

    Sull’argomento, del resto, CircusF1 è intervenuto da tempo denunciando questo trend consolidato. E, non a caso, dopo i fatti di Melbourne, abbiamo lanciato un sondaggio (tuttora in corso) volto a misurare l’attuale indice di gradimento generale del giocattolo F1 a seguito della piega gestionale intrapresa. In merito all’orientamento dei followers vi daremo presto riscontro. Tornando alla pista, la Ferrari deve fare i conti con un bottimo magrissimo e inatteso dopo i primi tre appuntamenti del Mondiale F1 2023. LEGGI TUTTO

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    Ferrari, Vasseur durissimo sulla Red Bull: scontro sul Budget Cap

    ROMA – L’avvio di stagione di Formula 1 si è aperta nello stesso modo in cui si era chiuso il 2022, ovvero con una Red Bull dominante. E questo, nonostante sul team di Milton Keynes gravi una sanzione per aver violato il budget cap: in particolare, oltre a una multa, la scuderia avrà il 10% in meno di tempo per lo sviluppo in galleria. Una sanzione che secondo la Ferrari è troppo leggera: “Se consideri che durante l’anno, in termini di aerodinamica, miglioriamo di un po’ meno di un secondo, se vieni penalizzato del 10%, vuol dire che la penalità sarà di un decimo totale. E visto che non si tratta di una progressione lineare, alla fine la penalità è pure inferiore. Inoltre, hai la possibilità di spendere questi soldi in altri settori, ad esempio per risparmiare sul peso, per cui davvero la penalità è marginale”, ha sottolineato in conferenza stampa il team principal Frederic Vasseur. LEGGI TUTTO

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    I punti deboli della Ferrari SF-23? In buona parte gli stessi dello scorso anno

    Dopo le prime due gare, la “crisi” della Scuderia Ferrari è sotto gli occhi di tutti. Solo 26 punti e un misero 4° posto nella classifica mondiale costruttori, contro i 78 punti del 2022 che valevano il 1° posto tra i team.
    La crisi legata ai risultati è figlia di una serie di punti deboli del nuovo progetto che, in buona parte, sono gli stessi dello scorso anno, a cominciare dell’affidabilità. Oltre a questo le difficoltà sul passo gara, legate anche all’eccessiva usura dei pneumatici, risultano correlate alla geometria delle sospensioni e alla comprensione dei dati raccolti con quanto si vede in pista.
    Inoltre il fondo vettura, ovvero un “particolare” fondamentale di queste nuove monoposto ad effetto suolo, sul quale altri team hanno lavorato meglio che a Maranello, soprattutto dall’introduzione della direttiva TD39. Da ultimo le pance di cui si parla molto, forse troppo, perché sono l’elemento più visibile e differenziante tra la SF-23 e la Red Bull. Non è lì il vero problema della nuova monoposto di Maranello.
    Se diamo uno sguardo allo scorso anno, il passo gara era già un “problema” della Ferrari F1-75, anche a inizio anno, dove questo aspetto era mitigato dalla bontà di un progetto nato decisamente meglio e più maturo rispetto alla concorrenza e in particolare a Red Bull e Mercedes. Sempre nel 2022 i problemi di affidabilità, quelli legati alla gestione delle gomme e al fondo vettura erano tutti noti e sulla lista delle priorità delle aree da migliorare.

    Mattia Binotto e le sue persone non hanno però saputo guardare troppo lontano. O l’analisi dei punti deboli della F1-75 non era stata fatta accuratamente oppure non si sono poi trovate le soluzioni, tanto che i problemi dello scorso anno si sono ripresentati tutti! Pensiamo solo ai problemi di affidabilità che hanno portato Charles Leclerc in penalità, già alla seconda gara della stagione!
    Cosa fare ora?
    Il mondiale è lungo: vincere qualche gara ad inizio anno e poi proseguire con una stagione in calando come negli ultimi anni è qualcosa che difficilmente potrà avvenire quest’anno. E allora l’obiettivo e pianificare al meglio gli sviluppi stagionali per migliorare i punti deboli della SF-23, uno dopo l’altro, puntando a ridurre nel corso dei prossimi mesi, il gap dagli avversari più diretti, per poi porre le basi per il 2024. Attenzione, questo non deve voler dire che l’attuale mondiale sia già da archiviare ma occorre lavorare, tanto e con metodo, per evitare di “arrendersi” troppo preso, nascondendosi come troppo spesso è avvenuto dietro allo slogan “stiamo lavorando per l’anno prossimo“. Questo è inaccettabile, sia prima dell’estate, come nel 2022, ma tanto più a marzo, quando il mondiale si è appena aperto. LEGGI TUTTO

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    F1, Gp Arabia Saudita: le pagelle. Red Bull già campione, Leclerc (e Vasseur) salvagente della Ferrari

    Il Gran Premio dell’Arabia Saudita, sul circuito di Jeddah, ha lasciato in eredità parecchia carne al fuoco. Dall’ennesimo dominio della Red Bull alla conferma di Alonso e l’Aston Martin come primi antagonisti, fino al sorpasso della Mercedes nei confronti di un’imbarazzante Ferrari, aggrappata ai suoi unici salvagente: Charles Leclerc e Frederic Vasseur. Senza dimenticare gli altri protagonisti in griglia; tutto questo nelle pagelle del week-end arabo, secondo appuntamento del mondiale di Formula 1.
    VOTO 10 ALLA RED BULL, GIA’ CAMPIONE DEL MONDO DOPO DUE GARE
    Non è un azzardo dirlo: la Red Bull dopo due gare ha già chiuso il campionato. Superiorità imbarazzante, degna della miglior Mercedes o della Ferrari dell’era Schumacher. Cambia il solista (Perez), ma non la sostanza, come testimonia l’ennesima rimonta-show di Verstappen (da 15° a 2°). Dietro il nulla cosmico. Ad oggi, immaginare di vedere 23 vittorie su 23 della lattina non è utopia, ma una solida realtà.
    VOTO 9 AD ASTON MARTIN E ALONSO, PRIMI DEGLI ALTRI
    Se il Bahrain poteva anche essere un episodio isolato, da Jeddah viene fuori la verità: l’Aston Martin è la seconda forza del mondiale. O per meglio dire, è la prima degli umani. Trascinata dall’ennesimo capolavoro di Fernando Alonso (al 100° podio della carriera), che nonostante un errore veniale per uno della sua esperienza (che gli costa la “penalità della discordia”), riesce a tenersi stretto il posto sul podio, dopo aver anche accarezzato per qualche giro il sogno di un colpaccio clamoroso. E se contro la Red Bull c’è poco da fare, per ora tutti devono fare i conti con il capolavoro targato Lawrence Stroll e soci. Che resurrezione.
    VOTO 8 A LECLERC E VASSEUR, SALVAGENTE DELLA FERRARI IN NAUFRAGIO
    La barca (o la macchina, per meglio dire) fa acqua da tutte le parti. Due gare bastano e avanzano per parlare di fallimento per la Ferrari, che ad oggi ha solo due motivi per sorridere: Charles Leclerc e Frederic Vasseur. Il primo continua a lottare per un pugno di mosche, tirando fuori prima un capolavoro in qualifica e poi una rimonta da paura nei primi giri in gara (da 12° a 5°, prima del crollo nella seconda parte di gara). Il secondo ha restituito quantomeno credibilità a un ruolo umiliato dal suo predecessore, spinto da una passione e un carattere ferreo che, a Maranello, non si vedeva da un po’. A lui l’ingrato compito del repulisti necessario per l’ennesima ripartenza rossa.

    VOTO 7 A RUSSELL, CHE BATTE SONORAMENTE HAMILTON
    Nella fortunata scoperta di essere la terza forza del mondiale, la Mercedes ritrova George Russell dopo il week-end incolore in Bahrain. In Arabia Saudita il giovane allievo batte sonoramente il maestro Lewis Hamilton, mai realmente capace di impensierire il compagno di squadra. Da Brackley si profila una rivoluzione copernicana per il progetto 2023, per cambiare rotta in salsa 2022: allo stesso modo, George si candida ufficialmente ai gradi di prima guida per questa stagione.
    VOTO 6 AD ALPINE, QUINTA FORZA (CON SGUARDO ALLA ROSSA…)
    I dubbi sull’Alpine, dopo il Bahrain, erano alti. L’ottima rimonta di Gasly aveva un po’ mascherato le perplessità, tutte però dissipate dopo il solido fine settimana di Jeddah. Entrambi comodamente a punti, i due alfieri transalpini hanno rilanciato il team e le ambizioni da quinto posto nel mondiale costruttori. Ma il distacco abbastanza minimo dalla Ferrari può aprire scenari imprevedibili, per un futuro roseo tanto quanto la “pantera” scesa in pista nelle prime due gare stagionali.
    VOTO 5 A SAINZ, UFFICIALMENTE SECONDO PILOTA
    Senza indugiare troppo, due gare sono state sufficienti a dire chi è il secondo pilota della Ferrari. Carlos Sainz sarà davanti a Leclerc in classifica, ma in entrambi gli appuntamenti hanno dimostrato chiaramente la differenza con il monegasco. Sia in termini di passo, che (soprattutto) nella performance sul giro secco. Vedere per credere? Il mezzo secondo incassato in qualifica è una prova tangibile del diverso livello su cui viaggiano i due piloti. Probabilmente, una scoperta convenuta anche dallo stesso Vasseur.
    VOTO 4 A MCLAREN, TROPPO BRUTTA PER ESSERE VERA
    Anche il week-end arabo conferma le sensazioni emerse in Bahrain: ad oggi, la McLaren è l’ultima della griglia. Nonostante una qualifica fantastica di Oscar Piastri, il reale valore della fallimentare (fin qui) MCL60 lo dà l’eliminazione in Q1 di Norris, notoriamente un cavallo di razza in qualifica. Ma soprattutto il responso della gara: quart’ultimo e penultimo. Un segnale inequivocabile, dell’enorme lavoro che attende gli uomini di Woking.
    VOTO 3 ALLA FERRARI, NOBILE DECADUTA ALLA DERIVA
    15 anni di fallimenti non sono bastati. La Ferrari è riuscita nell’impresa di buttare via la solida base lasciata in eredità dalla F1-75, per lasciar spazio alla disastrosa SF23 che, di fatto, ha già messo la pietra tombale sulle proprie ambizioni. Un fallimento su tutta la linea, che accentua la tempesta in cui ora tutti a Maranello si ritrovano. E che, in sostanza, sbatte in faccia una realtà con cui servirà, ora, fare i conti: il Cavallino Rampante è uno sbiadito ricordo del simbolo di eccellenza e dominio degli anni d’oro. Su il sipario: rientra la mediocrità. Tutti chiedono la “testa” del colpevole, giustamente: la realtà è che non c’è più da qualche mese. Eppure, la sua presenza si può sentire ugualmente: basta guardare i risultati in pista.
    VOTO 2 ALLA FIA E AL TENTATIVO DI SCIPPO AD ALONSO
    Sulla credibilità della FIA e dei commissari negli ultimi anni si è dibattuto a lungo. Eppure, le cose non sembrano voler cambiare. Stavolta la “vittima” è Fernando Alonso, che in due ore di pura follia, si vede prima scippato e poi restituito il podio conquistato in pista. L’ennesimo buco nell’acqua di una commissione che, semplicemente, non è in grado di stare al passo con i tempi. In tutti i sensi.
    VOTO 1 A BINOTTO, PADRE DELL’ULTIMO FALLIMENTO ROSSO
    È vero, non fa più parte del Circus. È vero, la Ferrari non è più la sua casa. Ma se la situazione della SF23 è quella imbarazzante di oggi, gran parte del “merito” è di chi ha coordinato la sua costruzione, sacrificando il 2022 in nome di questo scempio. Già, quel Mattia Binotto che, dopo lo sfregio alla storia della Rossa con la SF-1000 e la SF21, era comunque rimasto al suo posto. Che in 5 anni di gestione della direzione tecnica, ha dato vita a 4 fallimenti (e mezzo). Toccherà a Vasseur bruciare la vergognosa eredità del suo predecessore, di cui sicuramente i sostenitori della Rossa non sentono la mancanza. LEGGI TUTTO

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    F1, Vasseur conferma: “Penalità per Leclerc a Jeddah”

    La Ferrari ha fatto sapere di aver trovato la causa del problema che ha fermato Charles Leclerc a Sakhir e che sulla vettura del monegasco sarà montata la terza centralina (CU), il che lo costringerà a prendere penalità in griglia.

    E’ stato Fred Vasseur a comunicare che Leclerc dovrà scontare una penalità in griglia al secondo Gran Premio della stagione F1 2023. Sulla Ferrari del monegasco infatti sarà montata la terza centralina dell’anno, dopo i problemi avuti in Bahrain: “Abbiamo trovato la causa del problema che ha fermato Charles a Sakhir e monteremo sulla sua vettura la terza CU, il che ci costringerà a prendere penalità”.

    Il Team Principal della Ferrari ha poi anche aggiunto: “Siamo tornati dal Gran Premio del Bahrain con una prima fotografia dei punti di forza e delle debolezze della nostra vettura, e con tante indicazioni utili per fare passi avanti. Comparando la prestazione in qualifica della SF-23 con quella offerta in gara, è evidente che c’è ancora un discreto margine per migliorare la nostra performance la domenica. Stiamo lavorando bene come squadra per estrarre il massimo dal nostro pacchetto sia in termini di guidabilità che sotto il profilo dell’affidabilità”.

    Infine Vasseur, parlando del prossimo appuntamento ha detto: “Il circuito dell’Arabia Saudita è molto diverso da quello del Bahrain sia per disegno che per il tipo di asfalto, inoltre la velocità di punta sarà particolarmente importante. Sono fiducioso che possiamo avere un weekend migliore qui a Jeddah”. LEGGI TUTTO

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    F1, Ferrari sconta ancora gli effetti negativi della gestione Binotto

    La prima gara dell’anno ha riportato la Ferrari con i piedi per terra, mettendo la Scuderia di Maranello di fronte alla dura realtà che vede una Red Bull là davanti e nuovi avversari che lo scorso anno erano poco più che sbiadite comparse.

    Il 2022 aveva visto la Ferrari esordire con un vantaggio competitivo nei confronti di tutti i suoi avversari. Nella prima parte della stagione, le vittorie di Charles Leclerc e gli ottimi piazzamenti di Carlos Sainz avevano permesso alla compagine italiana di guidare le classifiche piloti e costruttori. La vittoria del mondiale sembrava possibile ma, alla fine, non fu così!
    La seconda parte della stagione, sappiamo infatti come andò: la Red Bull, una volta messa a punto la sua nuova monoposto, prese il largo. Max Verstappen fu un autentico dominatore, tanto da conquistare ben 9 vittoria nelle ultime 11 gare del mondiale 2022.
    Questa incredibile strisciata di successi “rischia” ora di continuare anche nel 2023. Le premesse ci sono tutte: la RB19 è una perfetta evoluzione della monoposto vincente dello scorso anno, mentre gli avversari non hanno fatto lo step necessario per avvicinare le prestazioni della compagine austriaca.
    La Ferrari SF-23, per quanto abbiamo potuto vedere dai test e dalla prima gara in Bahrain, non ha risolto completamente i problemi di affidabilità, la gestione degli pneumatici non è ancora ottimale e dal punto di vista della prestazione pura della Power Unit non ha il vantaggio che in molti si aspettavano ci fosse. Quest’ultimo aspetto è evidente anche guardando la prestazione di Alfa Romeo e Haas, soprattutto sul giro secco in qualifica.

    Oltre a non poter guardare alla Red Bull come un reale obiettivo con cui lottare per la vittoria in gara, la Scuderia guidata da Fred Vasseur si deve guardare alla spalle da Mercedes e Aston Martin.
    I due team, fino allo scorso anno, non costituivano un problema mentre ora sono una vera e propria “minaccia” per la difesa del secondo posto nella classifica riservata ai costruttori. Se da un lato Aston Martin ha dimostrato di avere le carte in regola per poter essere la seconda forza del mondiale, dall’altra Mercedes potrebbe rientrare prepotentemente in gioco una volta messa in pista la nuova versione della W14. Il team guidato da Toto Wolff ha già dimostrato lo scorso anno quale possa essere il suo potenziale di sviluppo durante la stagione e anche l’affidabilità e la costanza nei risultati sono due carte a loro favore.
    Con questi due agguerriti team alle “spalle” della Ferrari, a Maranello non possono certo dormire sonni tranquilli. Gli effetti negativi della gestione Binotto si stanno facendo sentire, proprio in questo inizio di campionato. In particolare l’affidabilità della Power Unit non sembra essere un problema risolto al 100% e quanto accaduto in Bahrain ha fatto suonare un campanello d’allarme sul quale Vasseur ha chiesto chiarimenti. I tempi per analizzare i problemi sono finiti: ora occorre agire per assicurare un’affidabilità all’altezza della concorrenza.
    Il neo Team Principal aveva già dovuto accettare un piano 2023 che prevedeva l’utilizzo di 4 Power Unit, una in più di quanto permesso dal regolamento. Evidentemente però qualcosa è stato sottovalutato, visti i problemi del Bahrain e questo, in futuro, non dovrà più avvenire. La mancata comprensione delle gomme, unita alla messa a punto degli assetti della nuova SF-23, sono due altri aspetti sui quali Vasseur è stato categorico, chiedendo un lavoro più sinergico tra i diversi reparti.
    Il Team Principal, a poco più di due mesi dal suo insediamento, ha cominciato a capire meglio gli uomini e l’organizzazione della squadra. Ci sono interventi pianificati che sono già stati resi operativi, come il cambio di mansione di Inaki Rueda, ex responsabile delle strategie in pista e qualche revisione di responsabilità di alcune key people; primo fra tutti Laurent Mekies che non è detto che possa anche essere il prossimo a lasciare Maranello.
    Binotto non c’è più ma gli strascichi della sua mala gestione si fanno ancora sentire. Diamo ancora un po’ di tempo a Vasseur per capire meglio ciò di cui dispone, sia come capitale umano che tecnico e poi siamo certi che alcuni cambiamenti saranno necessariamente fatti, per avere le persone giuste e di fiducia nei ruoli chiave, colmando quel gap di competenze che un team come la Ferrari non può più permettersi di avere. Per vincere occorre ingaggiare i migliori, siano essi ingegneri e piloti, andando con coraggio sul mercato. La Scuderia di Maranello deve tornare ad essere un polo fortemente attrattivo per queste figure che vogliono vincere in Formula 1.
    Il Mondiale Costruttori manca a Maranello dal lontanissimo 2008, due ere geologiche fa, pensando ai tempi moderni e in particolare a quelli della Formula 1 degli ultimi anni! LEGGI TUTTO

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    F1 Ferrari, Vasseur: “In Bahrain problema di configurazione”

    ROMA – “Non ho mai visto una monoposto veloce nel giro secco e poi lenta nel passo gara a causa di un errore concettuale. Quindi la mia posizione è che si tratti di un problema di configurazione, di scelte che abbiamo fatto sulla macchina”. È questo il presupposto da cui parte Frederic Vasseur nell’analizzare il difficile weekend della Ferrari in Bahrain, culminato con il ritiro di Charles Leclerc. Il team principal del Cavallino, intervistato da Motorsport.com, è poi tornato sul tema dell’affidabilità (tema che ha spaventato anche Red Bull, come ammesso da Newey), proprio partendo da quanto accaduto al monegasco: “Non sappiamo ancora cosa sia successo: abbiamo avuto un problema prima della gara e abbiamo cambiato le componenti, ma è ancora presto per avere una risposta dettagliata”. LEGGI TUTTO