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    Us Open: ecco il protocollo sanitario e le misure sugli alloggi

    L’USTA ha rilasciato il protocollo di sicurezza e le misure sanitarie per gli US Open che inizieranno il 31 agosto.
    Tra le misure ci sono punti importanti che meritano di essere evidenziati:
    – L’alloggio sarà limitato a due hotel (Long Island Marriott e Garden City) e l’alloggio locale (cioè le case private) è proibito.
    – I giocatori avranno la possibilità di essere accompagnati da tre membri della squadra tecnica, anche se solo uno potrà essere presente in campo quando i tennisti giocheranno il loro match.

    -Tutti i tennisti e il loro staff di allenatori saranno sottoposti a screening per la ricerca del coronavirus non appena arrivati in hotel e non potranno lasciare l’hotel fino a quando il risultato non sarà arrivato. Quando ciò accadrà i tennisti potranno allenarsi negli impianti degli US Open senza bisogno di quarantena. Un secondo test sarà effettuato 48 ore dopo il primo e durante il torneo i tennisti saranno regolarmente sottoposti a test.
    -L’uso di mascherina sarà obbligatorio in ogni momento, tranne che durante gli allenamenti e le partite. LEGGI TUTTO

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    Buone notizie per gli US Open: la quarantena per chi arriva negli USA non sara obbligatoria per i tennisti

    L’US Open (e, per inciso, il Cincinnati Masters 1000) sarà il primo grande evento di tennis post-Covid, ma rimangono dubbi sul fatto che si terrà in un momento in cui il numero di casi di coronavirus è in aumento in alcune parti degli Stati Uniti. Ieri però sono arrivate notizie incoraggianti dalla terra dello Zio Sam.

    Il Dipartimento della Sicurezza Nazionale degli Stati Uniti ha rivelato che non metterà in quarantena i migliori giocatori di tennis i cui nomi compaiono in una lista fornita dall’ATP e dal WTA il 1° agosto. La quarantena al ritorno in Europa dipenderà dalle direttive dell’Unione Europea, che saranno aggiornate anche loro il primo giorno del prossimo mese. LEGGI TUTTO

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    La USTA conferma: ok a Cincinnati e US Open a NY

    L’US Open 2020 resta in programma

    Dopo la notizia di Washington, cancellato per i troppi problemi negli USA e per le difficoltà nei voli, arriva una comunicazione ufficiale della USTA, che tira avanti con il suo programma e conferma che Cincinnati e US Open si disputeranno regolarmente: “La decisione (di Washington) non ha alcun impatto sull’US Open e il Western and Southern Open (Cincinnati Masters 1000). La USTA creerà un ambiente controllato e sicuro per i giocatori e per tutti coloro che saranno coinvolti nell’organizzazione e svolgimento di entrambi tornei, mitigando al massimo il rischio per la salute di tutti, come è stato approvato dallo stato di New York e dal governo federale.

    Basiamo costantemente le nostre decisioni sull’ospitare i tornei sulle nostre linee guida principali, che includono la sicurezza e salute di tutti i soggetti coinvolti, visto che ospitare questi tornei è nel massimo interesse del nostro sport e finché questa decisione sarà finanziariamente sostenibile. Siamo fiduciosi di riuscire a restare all’interno delle linee guida principali”.

    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Kohlschreiber preoccupato per la situazione a New York

    Philipp Kohlschreiber e’ preoccupato per la situazione a New York e pensa che gli US Open causeranno un certo numero di casi di coronavirus e non è ancora sicuro se giocherà il torneo. L’esperto tennista tedesco ha addirittura usato il termine “incendio boschivo” quando ha parlato di ciò che potrebbe accadere a New York.
    “Ci sono ancora molte domande sul fatto se giocheremo o meno gli US Open in questa stagione. In questi giorni ci sono molte persone infette e il rischio di essere contagiati è molto alto. Molti giocatori hanno deciso di non giocare e bisogna rispettare questa decisione. Non ho ancora deciso io , ma lo farò questa settimana. So che poco più della metà del circuito dice che non è il momento giusto per giocare gli US Open. Vedremo cosa succederà”, ha dichiarato il tedesco.

    Kohli pensa che sarà un disastro se qualcuno prenderà il virus a New York. “Se per caso qualcuno prenderà il coronavirus sarà terribile. Potrebbe diffondersi tra di noi e sarebbe come un incendio boschivo. Non sappiamo quante persone dovranno essere positive per la sospensione del torneo. Ci hanno assicurato la sicurezza, ma sentendo le ultime notizie, non sappiamo cosa accadrà realmente”. LEGGI TUTTO

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    Novak Djokovic dice sì agli US Open, ma ad una condizione: niente quarantena al ritorno da New York

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo

    Novak Djokovic ha confermato di voler giocare gli US Open, ma solo a condizione che al rientro in Europa venga concessa una “deroga” straordinaria ai giocatori per permettere loro di partecipare ai tornei di Madrid e Roma senza doversi sottoporre ai quattordici giorni di quarantena. Qualora l’ATP dovesse riuscire a trovare una soluzione a questo problema, che costringerebbe diversi “big” alla rinuncia al Major statunitense per poter partecipare ai tornei europei in preparazione al Roland Garros, allora il serbo si sposterebbe negli Stati Uniti per affrontare il secondo appuntamento stagionale a livello Slam (ricordiamo che, a causa dell’emergenza Coronavirus, il torneo di Wimbledon è stato rimandato al 2021). LEGGI TUTTO

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    Gasquet critica la gestione dell’emergenza e apprezza la velocità di Ultimate Tennis Showdown

    Gasquet in campo con Berrettini

    Il francese Richard Gasquet ha rilasciato al quotidiano l’Equipe un’intervista in cui critica senza mezzi termini la gestione complessiva dell’emergenza Covid-19 da parte del mondo del tennis. Ammette che il problema è assai più grande dello stesso sport, ma punta il dito sul modo in cui sono state prese le decisioni. Ecco alcune sue dichiarazioni, che includono anche una difesa a Djokovic, bersagliato da critiche durissime dopo l’Adria Cup e i contagi, e apre ad alcune delle novità introdotte all’Ultimate Tennis Showdown.
    “All’ATP sono stati una catastrofe, di fatto non dicono nulla ai giocatori. Sono semplicemente sopraffatti dalla situazione. Zoom e conferenze? Io non le frequento più. Alla fine saranno le autorità a decidere quel  che accadrà, né Bernard Giudicelli (il presidente della FFT) né il presidente della USTA. Le federazioni devono per forza adeguarsi, in questo momento sono come delle “marionette”. La ripresa? Solo se si accetta di seguire alla lettera il piano… Vai in hotel, rimani nella tua stanza, qualcuno ti porta un pasto, ok è il momento di uscire a giocare”
    Soprattutto per Gasquet restano troppi i punti interrogativi. “Ho pensato fin dall’inizio che il tennis sarebbe stato lo sport più colpito da questo tipo di pandemia. Purtroppo ora è confermato. Ok, abbiamo un calendario nuovo, ma…. mon si sa nulla delle possibili quarantene al ritorno dagli Stati Uniti. Nessuno ci ha informato di nulla. Aerei? Al momento non è possibile prenotare, non si sa nulla. Nessuno lo sa”.

    Per Gasquet dopo quel che è successo in Croazia è fin troppo facile incolpare solo il numero 1 del mondo Djokovic, e le esternazioni di Kyrgios sono esagerate: “Sappiamo cosa sta dicendo Kyrgios. Nessuno è esemplare, nessuno ha una lezione assoluta da insegnare. Non mi piacciono i ragazzi che hanno distrutto Djokovic, è stato troppo facile. Ok, lui era lì, ma ricordo che c’è un governo che stabilisce le regole. Djokovic, non è Presidente della Repubblica. Ci sono persone sopra di lui che hanno deciso, lui non è l’unico colpevole. La caccia alle streghe è sempre molto semplice. Ha semplicemente riconosciuto un errore, è l’ora di finirla con le critiche”.
    Gasquet ha parlato anche dell’Ultimate Tennis Showdown, esibizione disputata in Francia con regole rivoluzionarie. Secondo il transalpino, non tutto è da buttare di quest’esperienza, anzi, potrebbe aprire una strada ad altre novità. “UTS è stata una bella cosa, ho giocato con grandi avversari, è stato ben organizzato e soprattutto divertente da giocare. Tutto in campo andava molto veloce, tutti i punti contano. Per lo spettatore è qualcosa di diverso. Per noi? Permette di sentirti più libero durante il match,. Puoi parlare un po’ con l’allenatore, rompe i soliti schemi. E’ stato qualcosa fuori dall’ordinario, e credo che sia interessante provare cose nuove. Il mondo del tennis è un po’ “ingessato” ormai, alcune cose sarebbero da rivedere. Cosa? Durante un match ATP “non puoi fare nulla”, apri un po “la bocca”, dici merda, e ti arriva una multa di $ 3.000. L’allenatore sussurra qualcosa, arriva il warning. Personalmente trovo i match troppo lunghi, è faticoso guardare partire di quattro ore, a volte sono belle ma tanti match di Roland Garros non riesco a seguirli dall’inizio alla fine, nemmeno un Federer-Nadal. Siamo l’unico sport in cui giochi anche più di quattro ore. Ci deve essere più libertà, si dovrebbe intervenire per abbreviare il tempo di gioco”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Us Open: il sindaco di New York conferma il torneo “La gente dovrà vederlo in televisione, ma continueremo a mantenere la tradizione del torneo”

    Us Open: il sindaco di New York conferma il torneo “La gente dovrà vederlo in televisione, ma continueremo a mantenere la tradizione del torneo”

    Il sindaco di New York Bill de Blasio, ai microfoni della CNN, alla domanda se gli Us Open si disputeranno o saranno cancellati, ha risposto in questo modo: “Questo è uno dei numerosi eventi con attività sportive che si svolgeranno senza pubblico.La gente dovrà vederlo in televisione, ma continueremo a mantenere la tradizione del torneo. Tennis e baseball torneranno a giocarsi”. LEGGI TUTTO

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    David Goffin dubbioso sugli Us Open. Lucas Pouille ci rinuncia

    Lucas Pouille FRA, 1994.02.23

    David Goffin, numero 10 al mondo, è dubbioso sugli Us Open. Il 29enne belga non è ancora del tutto convinto che sia sicuro andare a New York per gareggiare a Flushing Meadows.
    “Mi piacerebbe molto giocare gli US Open, ma oggi non sappiamo se potremmo o meno. La situazione del coronavirus sta peggiorando nel corso di questi giorni, ma cercheremo di giocare. Ci siamo allenati duramente per giocare tutti i tornei principali, ma tutto può cambiare da un momento all’altro. Non sono sicuro se giocherò o addirittura viaggerò, ma cercherò di scoprire come vanno le cose nel Paese prima di prendere una decisione”, ha detto il belga, che giocherà oggi nelle semifinali dell’Ultimate Tennis Showdown.

    Dopo Roger Federer, Fabio Fognini o Alexei Popyrin, il numero di giocatori che dichiarano di non voler partecipare agli US Open 2020, che si terranno a New York, ma in condizioni speciali, a porte chiuse e con varie restrizioni di alloggio, viaggio e spostamenti durante il periodo in cui i giocatori rimarranno negli Stati Uniti, continua a crescere.
    Ora tocca a Lucas Pouille, che ha avuto a che fare con un infortunio al gomito, dichiarare che non farà il viaggio negli Stati Uniti, preferendo concentrarsi sulla stagione europea, che si concluderà proprio con il più grande torneo del suo paese, il Roland Garros. LEGGI TUTTO