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    Il Tour 2024 partirà da Firenze. Tutto sul via della Grand Boucle

    andrea terreni

    Pubblicato il

    Ott 26 2023

    Il Tour de France 2024 partirè da Firenze e sarà la prima volta che la corsa alla maglia gialla avrà la sua Grand Depart dall’Italia. Scopriamo tutto quello che c’è da sapere sul via della corsa ciclistica più importante del mondo. Tappe, città e curiosità

    Il Tour de France 2024 partirà da Firenze. Per la prima volta la Grand Boucle vedrà il via ufficiale dall’Italia in 111 edizioni. Due paesi che vantano una grandissima tradizione ciclistica e che sono anche il teatro delle due corse a tappe più importanti del panorama ciclistico internazionale: il Tour de France e il Giro d’Italia.

    Sarà un Tour un pò inedito non solo in fatto di partenza. La corsa infatti che scatterà da Firenze il 29 giugno avrà il suo epilogo a Nizza e non con la tradizionale passerella sugli Champs Elysées a Parigi. Questo accadrà per non creare una sovrapposizione di eventi tra il Tour de France 2024 in partenza da Firenze con le Olimpiadi che si disputeranno nella capitale transalpina.

    Il Tour 2024 al via da Firenze: ecco le tappe italiane della corsa

    Il Tour de France vedrà la presentazione ufficiale delle squadre il giorno 27 giugno 2024 nella cornice caratteristica del Piazzale Michelangelo a Firenze. L’organizzazione invece adotterà il Teatro del Maggio Musicale Fiorentino come quartier generale della partenza. Questo per mantenere una certa vicinanza col Parco delle Cascine da cui partirà ufficiosamente la corsa in direzione dello start ufficiale situato in Piazza della Signoria.

    Ecco nel dettaglio le tappe che si disputeranno in Italia:

    29/06 Firenze-Rimini 205km30/06 Cesenatico-Bologna 200km01/07 Piacenza-Torino 225km

    Al via certamente il campione in carica Jonas Vingegaard che anche quest’anno avrà in Tadej Pogacar il suo rivale per la vittoria finale. Occhio perà all’ultimo vincitore del Giro Primoz Roglic che con la nuova casacca della BORA vorrebbe ottenere il suo primo successo per aggiudicarsi la Tripla Corona del ciclismo riservata ai vincitori in carriera di Giro, Tour e Vuelta.

    Ott 26 2023 More

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    Tour de France, Pogacar brucia Vingegaard nella 20ª tappa. L’Italia fa festa con Ciccone

    Davide Martini

    Pubblicato il

    Lug 22 2023

    La spettacolare edizione 2023 della Grande Boucle regala emozioni fino alla fine: a Le Markstein lo sloveno regola Vingegaard allo sprint nel giorno dell’ultima tappa di montagna. Pinot esalta i francesi, Giulio Ciccone festeggia a braccia alzate la storica conquista della maglia a pois

    Un italiano a braccia alzate al Tour de France. A quattro anni e cinque giorni dall’ultimo successo azzurro alla Grande Boucle, quello di Vincenzo Nibali a Val Thorens, il movimento tricolore torna a battere un colpo nella corsa più importante del mondo. Con una tappa d’anticipo sulla conclusione, Giulio Ciccone è il miglior scalatore dell’edizione 2023 e salirà domenica sul palco degli Champs-Élysées con la sua fiammante maglia a pois. Questo il verdetto che interessava di più agli appassionati italiani della 20ª tappa del Tour, quella che ha sigillato, se ce ne fosse stato bisogno, la classifica finale, con il successo di Jonas Vingegaard davanti a Tadej Pogacar. Lo stesso ordine d’arrivo, ma ribaltato, della penultima tappa, vinta con rabbia dallo sloveno allo sprint proprio sul danese, regolando il gruppetto dei cinque “top”, completato dai gemelli Yates e da Felix Gall.

    Tour de France, Ciccone conquista la maglia a pois: Gall e Vingegaard si inchinano

    Giulio Ciccone ha fatto quanto annunciato alla vigilia. Attaccare fin dalla prima salita, in modo da chiudere il discorso prima che si scatenasse la bagarre per il successo di tappa. Detto, fatto, così lo scalatore della Lidl-Trek, aiutato da un encomiabile Mattias Skjelmose, è transitato per primo sui primi tre Gpm della giornata, il Ballon d’Alsace, il Col de la Croix de Moinats e il Col de Grosse Pierre. Proprio sul traguardo di quest’ultima salita Ciccone, salito a quota 103 punti in classifica e diventato quindi irraggiungibile per Gall, si è tolto lo sfizio di alzare le braccia per celebrare il risultato più importante della propria carriera. Per l’Italia è la nona maglia a pois nella storia del Tour, a 31 anni dall’ultima, quella di Claudio Chiappucci.

    Thibaut Pinot esalta i francesi, ma senza lieto fine

    A questo punto è iniziata l’”altra” tappa. Ciccone ha provato a restare in scia degli altri fuggitivi della prima ora, ma le gambe sono venute meno piuttosto in fretta. Così è scattata l’ora di celebrità per Thibaut Pinot, uno dei ciclisti più amati dai francesi, all’ultimo Tour della carriera. Lo scalatore della Groupama è via via riuscito a liberarsi della compagnia dei compagni di fuga scattando ai -5 dal Petit Ballon, penultima ascesa di giornata e di questo Tour, in cima alla quale Pinot è transitato per primo tra due ali di folla scatenate. Dietro, però, non si sono impietositi. Al contrario, l’UAE Emirates ha tirato per permettere a Tadej Pogacar di giocarsi la vittoria di tappa, con Jonas Vingegaard a non mollare di un centimetro, pur essendo rimasto da solo per la caduta di Sepp Kuss a inizio tappa, insieme a Carlos Rodriguez, ferito al volto.

    Tour de France, a Le Markstein Pogacar beffa Vingegaard il “cannibale”

    I primi due della classifica insieme a Gall hanno raggiunto e staccato Pinot ai -12 dal traguardo, poco prima dello scollinamento del Col du Platzwrwasel, venendo raggiunti nel finale dai gemelli Adam e Simon Yates, il primo chiamato a tirare la volata a Pogacar, il secondo in lotta per il quarto posto sul filo dei secondi con Rodriguez. Il finale a cinque ha rappresentato la degna conclusione di questo spettacolare Tour: Vingegaard ha provato lo scatto a 200 metri dal traguardo, venendo però letteralmente “mangiato” da un Pogacar più rabbioso e motivato, che rosicchia così quattro, simbolici secondi d’abbuono e chiude il suo Tour con pochi rimpianti e due tappe vinte.

    Lug 22 2023 More

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    Tour de France, Ciccone verso l’impresa: quanti punti servono per la maglia a pois. Gli 8 predecessori italiani

    Davide Martini

    Pubblicato il

    Lug 22 2023

    Aggiornata in negativo la striscia di tappe senza vittorie al Tour de France, il ciclismo italiano è a un passo da un traguardo storico: Giulio Ciccone può conquistare la maglia a pois di miglior scalatore, che all’Italia manca dal 1992 con Claudio Chiappucci

    83, 88, ma anche 92. Il “terno” sintetizza al meglio il delicato momento che il ciclismo italiano sta vivendo al Tour de France. La Grande Boucle è la corsa più famosa e importante del mondo, ma da ormai troppo tempo gli atleti azzurri fanno solo le comparse. Qualcosa però potrebbe cambiare molto presto grazie alle imprese di Giulio Ciccone.

    Tour de France, Giulio Ciccone a un passo dalla maglia a pois: Gall e Vingegaard i rivali

    E allora spieghiamoli, quei numeri. L’83 (destinato a diventare 85…) riguarda il digiuno di successi di tappa per i corridori italiani al Tour. L’ultimo ad alzare le braccia ad un traguardo resta Vincenzo Nibali, il 27 luglio 2019 a Val Thorens. Gli altri due sono positivi e riguardano ciò che potrebbe prendere forma nella 20ª tappa del Tour 2023, la Belfort-Le Markstein: l’affermazione di Giulio Ciccone nella classifica degli scalatori. L’abruzzese detiene la maglia a pois dal 16 luglio, giorno della scalata al Monte Bianco. Alla vigilia dell’ultima frazione l’alfiere della Lidl-Trek ha, appunto, 88 punti. Sei in più di Felix Gall, il re del Col de la Loze e sette in più di sua maestà Jonas Vingegaard. Insomma, quando alla fine mancano otto Gpm, due dei quali di prima categoria e tre di seconda, l’Italia è vicina a portare un proprio rappresentante in maglia a pois agli Champs Elysees 31 anni dopo quel 1992, quando l’impresa riuscì a Claudio ‘El Diablo’ Chiappucci.

    Tour, le salite della penultima tappa: Petit Ballon e Col du Platzerwasel

    Ma cosa deve fare Giulio Ciccone per mettere al sicuro il risultato e godersi domenica l’ultima tappa parigina? Nessuno dei big di classifica ha portato a casa punti nei due Gpm di venerdì (terza e quarta categoria) e i giochi dovrebbero essere fatti prima di domenica, quando si “scalerà” il Cote du Pavé des Gardes (quarta categoria). Le ascese in programma sabato saranno ben sei. Nell’ordine Ballon d’Alsace, Col de la Croix de Moinats e Col de Grosse Pierre, tutte di seconda categoria, il Col de la Schlucht (terza) e poi le più impegnative, il Petit Ballon e il Col du Platzerwasel, entrambe di prima categoria. I punti in palio sono quindi ancora tantissimi. Ricordiamo infatti che le salite di prima categoria danno punti ai primi sei, rispettivamente 10, 8, 6, 4, 2 e 1, mentre quelle di seconda ai primi quattro (5, 3, 2 e 1). Due punti e uno vengono invece assegnati a chi transita primo e secondo nelle ascese di terza categoria.

    Caccia alla maglia a pois: Gall e l'”ostacolo” classifica generale

    Tutto lascia pensare che sabato Vingegaard, dopo la “delusione” per la mancata vittoria a Courchevel, indosserà i panni del cannibale e cercherà di vincere la tappa. Un pericolo per Ciccone, che dovrà però guardarsi in primo luogo da Gall al quale, al contrario, interesseranno solo i traguardi parziali per provare a ribaltare la classifica. Va però detto che l’austriaco è 8° in generale e che per questo ogni suo movimento sarà controllato dagli altri componenti della top ten, in particolare Jai Hindley, 7° con meno di 2’30” di vantaggio sullo scalatore dell’Ag2 Citroen. Ciccone comunque non dovrà fare calcoli e correre nell’unico modo che gli ha permesso di guardare tutti dall’alto tra gli scalatori. Ovvero all’attacco, fin dalle prime salite. Obiettivo, fare bottino di punti e scoraggiare Gall, che sembra avere qualcosa di più a livello di condizione generale.

    Quanti punti deve fare Giulio Ciccone per la maglia a pois?

    Il piano della Lidl potrebbe quindi vedere Giulio in fuga fin dalla prima ora per guadagnare i 17 punti in palio nei Gpm più “semplici”. A quel punto sul Petit Ballon e sul Col du Platzerwasel, potrebbe anche bastare giocare in difesa. Del resto l’obiettivo è molto prestigioso, sotto tutti i punti di vista. Sul piano economico, infatti, vincere la classifica degli scalatori garantisce ben 25.000 euro, ai quali aggiungere i 300 per ogni giorno in cui la maglia viene indossata. Dal punto di vista storico e statistico, poi, Ciccone entrerebbe in un circolo molto ristretto per il ciclismo italiano.

    Tour de France, gli 8 italiani che hanno conquistato la maglia a pois

    Sono infatti finora solo otto i corridori azzurri che sono stati capaci di portare la maglia a pois a Parigi. Detto che l’ultimo è stato Chiappucci, riuscito nell’impresa nel 1991 e nel ’92, appena altri tre miti erano riusciti a fare doppietta, ma solo uno in due anni consecutivi, Ottavio Bottecchia nel 1924 e nel ’25. A quota due successi ci sono anche Gino Bartali nel 1938 e nel ’48 e Fausto Coppi nel 1949 e nel ’52. Come dire, bastano i nomi per far venire i brividi a Giulio Ciccone, a un passo dall’eguagliare Michele Gordini, miglior scalatore del Tour nel 1927 e Gastone Nencini (1957). Prima di Chiappucci l’impresa era riuscita anche a Giancarlo Bellini nel 1976 e a Giovanni Battaglin nel 1979. Il primo era stato capace di staccare di un solo punto Lucien Van Impe, quell’anno vincitore del Tour, il secondo, due anni prima della storica accoppiata Giro-Vuelta, chiuse il Tour al 6° posto.

    Lug 22 2023 More

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    Tour de France, Asgreen beffa il gruppo a Bourg-en-Bresse. E Van Aert corre dalla moglie

    Davide Martini

    Pubblicato il

    Lug 20 2023

    Dopo le spettacolari tappe di montagna alla Grande Boucle ci si aspettava la volata e il pokerissimo di Philipsen, ma la 18ª tappa regala un’altra sorpresa: il danese della Soudal-Quick Step regola il quartetto di fuggitivi e beffa il gruppo arrivato a tre secondi

    Al Tour de France le sorprese non finiscono proprio mai. Dopo lo show di Jonas Vingegaard nella crono di Combloux e il successivo crollo di Tadej Pogacar sul Col de la Loze, anche la 18ª tappa, la Moûtiers- Bourg en Bresse, di 185 km, regala un finale del tutto inaspettato, con successo di Kasper Asgreen (Soudal Quick-Step).

    Tour de France, niente pokerissimo per Philipsen: a Bourg en Presse va in porto la fuga

    Quando era tutto pronto per consumare il penultimo sprint prima di quello degli Champs Élysées, infatti, di mezzo si è messo un quartetto di indiavolati ed indomiti fuggitivi, capaci di resistere alla rimonta e di negare il volatone finale. Il successo di Asgreen è una beffa per la Alpecin-Deceuninck e Jasper Philipsen, già pronto a festeggiare il quinto trionfo di quest’edizione. Per il vincitore del Giro delle Fiandre 2021 si tratta del primo successo in carriera al Tour de France, ma un sentito ringraziamento il danese dovrà mandarlo a Victor Campenaerts. Il belga è stato l’autentico mattatore del quartetto di fuggitivi composto anche da un altro corridore della Lotto Dsnty, Pascal Eenkhoorn, oltre che dal norvegese Jonas Abrahamsen della Uno-X Pro Cycling Team.

    Campenaerts inesauribile, il gruppo è beffato sul traguardo

    I quattro sono scattati a oltre 80 km dalla fine e non si sono mai arresi. Il gruppo ha sottovalutato la situazione, pagando le fatiche dei giorni di montagna e il fatto di essere arrivati a fine Tour, con le energie al lumicino e tante squadre decimate. Il vantaggio dei quattro si è sempre mantenuto sui 18-20” fino agli ultimi chilometri e il disperato forcing finale del gruppo non è bastato di fronte ai ritmi forsennati tenuti in particolare da Campenaerts. Asgreen ha così avuto la meglio su Eenkhoorn nello sprint ristretto, con Philipsen a vincere la volata del gruppo che aveva riassorbito lo stesso Campenaerts. Delusione per tante squadre. La Alpecin Deceuninck, ma anche la Bora-Hansgrohe, che ha provato a ricompattare le fila per Jordi Meeus e la l’Intermarché-Circus-Wanty, decisa a lanciare Biniam Girmay.

    Wout Van Aert si ritira e corre dalla moglie per il parto

    Nulla da fare e a questo punto Philipsen dovrà aspettare i Campi Elisi per cercare il pokerissimo, dal momento che la tappa di venerdì, da Moirans-en-Montagne a Poligny, sembra prestarsi a colpi di mano da lontano. Il pensiero che va al compagno di squadra del belga Mathieu Van der Poel, a caccia di un acuto in vista dei Mondiali di Glasgow. Quanto al suo rivale storico, Wout Van Aert, il suo Tour è finito prima della partenza della 18ª tappa. Il belga, di concerto con la Jumbo-Visma, è infatti tornato a casa in tutta fretta per stare accanto alla moglie Sarah, incinta e prossima al parto. Avrà apprezzato e capito anche Vingegaard, grato per i grandi e decisivi sforzi compiuti da WVA per portarlo in giallo a Parigi…

    Lug 20 2023 More

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    Tour de France, a Gall il tappone alpino. Pogacar crolla, Vingegaard vede il trionfo

    Davide Martini

    Pubblicato il

    Lug 19 2023

    L’austriaco dell’Ag2R Citroen conquista la 17ª tappa a Courchevel con il Col de la Loze. Dopo il minuto e mezzo perso nella crono lo sloveno dice definitivamente addio ai sogni in giallo cedendo di schianto a 14 km dalla fine: Vingegaard scatta e gli rifila quasi 6 minuti

    La soluzione del giallo è servita. Dopo due settimane trascorse nella convinzione che il Tour 2023 sarebbe stato assegnato solo alla penultima tappa, ancora una volta le previsioni sono state smentite. La legge del più forte, Jonas Vingegaard, è stata infatti imposta all’inizio dell’ultima settimana. Prima nella mostruosa crono di Combloux e poi nella 17ª tappa, quella del Col de la Loze, Souvenir Henri Desgrange di quest’edizione, con arrivo a Courchevel, la montagna di Marco Pantani. Una tappa vinta dall’austriaco Felix Gall (Ag2R Citroen) e caratterizzata dal crollo di Tadej Pogacar.

    Tour de France, Pogacar alza bandiera bianca: che crollo sul Col de la Loze

    Quando quindi all’appello manca appunto solo l’ultima tappa di montagna, quella di sabato, Vingegaard ha virtualmente messo in bacheca il secondo Tour consecutivo grazie ai 5’45” rifilati al grande rivale. Pogacar è infatti incappato in una giornata-calvario che lo ha visto staccarsi già a 7 km dal Col de la Loze. A scortare lo sloveno fino al traguardo è stato il fido compagno di squadra Marc Soler. L’altro luogotenente Adam Yates aveva invece avuto il via libera per fare la propria corsa per rafforzare il terzo posto in classifica. Missione compiuta, complice la giornata no di un altro protagonista, lo spagnolo Carlos Rodriguez. Difficile capire se Pogacar abbia pagato più sul piano psicologico per la netta sconfitta nella crono di martedì o le conseguenze di una preparazione fisica fatalmente approssimativa dopo la frattura al posto subita ad aprile alla Liegi. Il distacco in classifica generale di 7’35” dal primo posto è però ormai incolmabile.

    Vingegaard contento… a metà: lo scatto è solo dimostrativo, trionfa Felix Gall

    Quel che è certo è che Vingegaard si è dimostrato più forte, con tanto di nuova lezione impressa proprio sull’ultima salita, non coronata però dal successo di tappa. Il danese si è dovuto accontentare di un 4° posto che avrà comunque un sapore dolcissimo. Jonas e la sua Jumbo Visma avevano comunque altri programmi per la giornata, ovvero quello di mettere la ciliegina sulla torta al Tour vincendo la tappa simbolo di quest’edizione. Il segnale era arrivato dalla presenza dei “ganci” Benoot e Kelderman nel folto gruppo degli attaccanti della prima ora. Un chiaro messaggio mandato al gruppo circa il piano di Vingegaard di attaccare prima del gran finale. Come poi è successo, quando Pogacar si era già staccato. Lo scatto è stato in realtà più un’azione dimostrativa fine a sé stessa, dal momento che anche per il super Jonas di questo Tour era impossibile recuperare il distacco da Gall e da Simon Yates, primo e secondo al traguardo, staccati di 20”.

    Giulio Ciccone vede la storia: rafforzato il primato tra gli scalatori

    Il capitano dell’Ag2R e quello della Jayco AlUla hanno così dato concretezza al gran lavoro dei rispettivi gregari, Ben O’Connor e Chris Harper, che hanno tirato per oltre 100 km. Vingegaard ha via via raccolto sulla strada lo stesso Haper, Bilbao e Gaudu, questi ultimi due rimasti però col danese fino al traguardo, con un distacco di 1’50” dal vincitore. Pogacar ha invece chiuso a 7’37” da Gall, con l’unico obiettivo rimasto di salvare il posto sul podio nella tappa di sabato. Obiettivo centrato invece per Giulio Ciccone, transitato per primo nei primi tre Gpm della giornata, prima di cedere alla fatica. L’abruzzese resta in maglia a pois con 6 punti di vantaggio su Gall (88-82, poi Vingegaard a 81). Sabato gli basterà controllare la situazione per diventare il nono italiano della storia a trionfare nella classifica degli scalatori al Tour.

    Lug 19 2023 More

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    Vingegaard mette le mani sul Tour: cronometro spaziale, Pogacar si arrende

    Davide Martini

    Pubblicato il

    Lug 18 2023

    Il danese della Jumbo Visma si aggiudica la crono di Combloux grazie a una prova mostruosa: Pogacar cede 1’38” e scivola a quasi due minuti nella generale. Terzo Van Aert, Ciccone consolida la maglia a pois. Mercoledì nuovo tappone alpino con la cima più alta del Tour

    Due marziani al Tour de France. Ma uno un po’ più dell’altro. La cronometro di Combloux, valida per la 16ª tappa, era stata indicata in tempi non sospetti come uno dei momenti chiave per la Grande Boucle 2023, ma in pochi si sarebbero aspettati che il testa a testa tra Tadej Pogacar e Jonas Vingegaard potesse vivere una giornata quasi decisiva.

    Vingegaard, crono da leggenda a Combloux: Tour de France ipotecato

    Al termine di una delle migliori prestazioni in assoluto nelle prove contro il tempo, infatti, il danese della Jumbo Visma ha messo una seria ipoteca sul suo secondo Tour consecutivo rifilando oltre un minuto e mezzo di distacco al rivale: 1’38” per l’esattezza. Un gap che porta a 1’48” il divario in classifica generale grazie al pazzesco 32’36” con cui Vingegaard ha coperto i 22,4 km della cronometro. Come se i 2,5 km della Côte de Domancy fossero una salita di terza categoria. Nulla è ancora detto in senso assoluto alla vigilia della penultima tappa di montagna, da Saint-Gervais-Monte Bianco a Courchevel con il Col de la Loze, ma appare quasi impossibile per Pogacar immaginare di rosicchiare due minuti a un Vingegaard più che perfetto, che regala al proprio team la prima affermazione di tappa in questo Tour.

    Tour de France, 16ª tappa: Van Aert è terzo alle spalle di Pogacar

    Sia chiaro, Pogacar non è andato piano e a confermarlo ci sono i 45” rifilati al terzo classificato di tappa, quel Wout Van Aert che ha comunque sorriso di fronte allo strapotere del compagno di squadra, che lo ha staccato di 2’51”. Lo sloveno è addirittura andato a riprendere a 200 metri dalla fine il terzo in classifica, Carlos Rodriguez, tutt’altro che fermo a cronometro. In senso assoluto il 34’14” di Pogacar è un signor tempo, ma il capitano della UAE Emirates poco ha potuto di fronte a un rivale è addirittura riuscito ad aumentare il proprio vantaggio intertempo dopo intertempo. Da 16” a 31” fino a 1’05”, prima dell’ulteriore sforzo finale.

    Giulio Ciccone rafforza la maglia a pois: ma questo Vingegaard fa paura

    Una prestazione ancora più clamorosa se si pensa al fatto che Vingegaard ha coperto i 22,4 km senza neppure mai dissetarsi. Al contrario di un Pogacar al quale non è servito neppure cambiare bicicletta al termine della salita puntando su un mezzo leggerissimo. Una scelta volta ad una parte finale ancora più performante, ma nella quale lo sloveno ha invece perso ulteriormente. Per i colori italiani da segnalare la buona prova di Giulio Ciccone (58° al traguardo a 5’59”). Lo scalatore abruzzese è riuscito a conquistare altri cinque punti per la classifica della maglia a pois, contro i tre di Vingegaard, rafforzando il primato. Il sogno di portarla fino a Parigi è vivo, ma con un Re così rischia di trasformarsi in un’impresa.

    Lug 18 2023 More

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    Tour de France: il Monte Bianco è di Poels. Vingegaard e Pogacar appaiati, Ciccone re degli scalatori

    Davide Martini

    Pubblicato il

    Lug 16 2023

    L’ultimo arrivo in salita, per la 15ª tappa, premia la tenacia dell’olandese della Bahrain Victorious. Questa volta i grandi stanno a guardare, lo scatto dello sloveno a 400 metri dal traguardo non fa male e il danese resta in giallo alla vigilia della crono di martedì

    La temutissima tre giorni delle Alpi al Tour de France 2023 si conclude con un pareggio che rinvia il verdetto alla terza e decisiva settimana. Neppure la scalata del Monte Bianco è bastata per fare chiarezza su chi sia il più forte tra Jonas Vingegaard e Tadej Pogacar. I due campionissimi sono arrivati sulla linea dell’ultimo arrivo in salita perfettamente appaiati nel giorno del successo di Wout Poels. L’olandese della Bahrain Victorius è stato il più scaltro a scattare al momento giusto tra il folto gruppo degli attaccanti della prima ora. Secondo posto per un generosissimo, ma ancora battuto, Wout Van Aert. Ancora molto bene Adam Yates, qualcosa di più di un gregario di Pogacar e unico a tenere il ritmo dei due fino alla fine.

    Tour de France, Vingegaard e Pogacar in parata sul Monte Bianco: verdetto rinviato all’ultima settimana

    Restano quindi 10 i secondi tra Vingegaard e Pogacar alla vigilia dell’ultimo giorno di riposo, che precederà la cronometro di Combloux (22,4 km) con la temuta Côte de Domancy. Sulla carta, quindi, a sorridere può essere Vingegaard, dal momento che arrivare davanti alla prova contro il tempo era l’obiettivo di entrambi. Il danese potrà partire per ultimo martedì, due giorni dopo una domenica nella quale il gruppo dei migliori ha risentito delle fatiche del sabato.Difficile capire chi arrivi meglio alla settimana decisiva. Pogacar è scattato solo all’ultimo chilometro, senza riuscire minimamente a fare la differenza. Vingegaard, anzi, sembrava stare meglio, ma non è partito forse per paura del contrattacco. Risultato: deciderà tutto con la crono e le salite dell’ultima settimana e il record del distacco minimo a Parigi, gli 8” tra LeMond e Fignon nel 1989, è in serio pericolo.

    Sorriso italiano: Ciccone in maglia a pois

    Intanto oggi ode a Poels, che ha fatto la differenza scattando ai -2,2 dalla Côte des Amerands, penultima ascesa di giornata. L’olandese ha così scremato il gruppetto che si era formato subito dopo la Côl des Aravis, completato da Dylan Teuns e Marc Soler. Lo spagnolo della UAE era stato il primo a rompere gli indugi, beffando in particolare Giulio Ciccone. L’abruzzese della Lidl-Trek è stato ancora tra i protagonisti della giornata riuscendo a strappare la maglia di leader della classifica degli scalatori a Neilson Powless, ma ha pagato cara la distrazione subito dopo lo scollinamento e forse la fatica per aver chiesto troppo a sé stesso sulle cote meno importanti della giornata.

    Van Aert ancora battuto, Yates vede il podio

    Difficile comunque rimproverargli qualcosa, così come a Van Aert, che ha animato la fuga buona insieme ad altri 15 scalatori, da Pinot a Uran passando per Mikel Landa e Krist Neilands, quest’ultimo protagonista nel finale di una paurosa caduta, per fortuna senza conseguenze. WVA chiude davanti al francese Mathieu Burgaudeau, terzo davanti a Craddock e a Landa. Ancora staccato Hindley, Carlos Rodriguez, rientrato nel finale su Vingegaard e Pogacar, rafforza il terzo posto, a 5’21” da Vingegaard, ma ora il rivale principale per il podio è un pimpantissimo Adam Yates, staccato di appena 19 secondi.

    Lug 16 2023 More

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    Tour de France, a Morzine trionfa Rodriguez. Vingegaard guadagna un secondo su Pogacar

    Davide Martini

    Pubblicato il

    Lug 15 2023

    Spettacolo nella 14ª tappa: lo spagnolo della Ineos approfitta delle schermaglie tra il danese e lo sloveno, che questa volta non riesce a staccare la maglia gialla finendo anzi per perdere un secondo nel testa a testa per la classifica generale. Ciccone generoso e sfortunato

    La montagna, anzi le montagne, hanno partorito il più classico dei topolini. Mai adagio fu più adatto per descrivere il risultato della spettacolare 14ª tappa del Tour de France 2023. Una delle frazioni alpine più attese, da Annemasse a Morzine les Portes du Soleil, si conclude con il terzo successo spagnolo nelle ultime cinque tappe. A trionfare è il giovanissimo Carlos Rodriguez (Ineos Grenadiers), ma in classifica generale non ci sono scossoni.

    Tour de France: solo i big della classifica più forti di Ciccone

    Era difficile prevederlo, alla luce di come le parti in causa si erano preparate durante la lunga attesa delle salite decisive, il Col de la Ramaz e lo Joux Plane. Jonas Vingegaard resta in maglia gialla e vede il proprio vantaggio su Tadej Pogacar salire di un secondo, da 9 a 10, grazie al vantaggio minimo, ma chissà se decisivo, strappato proprio sulla cima dello Joux Plane. Qui il danese è transitato per primo prendendosi gli 8 secondi di abbuono contro i 5 dello sloveno. Il capitano della UAE si è rifatto parzialmente sprintando sul traguardo di Morzine e prendendosi i 6” di abbuono grazie al secondo posto, contro i 4 di Vingegaard. Insomma, nulla di fatto o quasi, ma alla fine si può quasi sostenere che abbiano perso entrambi. Perché? È presto detto.

    La Jumbo Visma, la squadra di Vingegaard, ha tirato praticamente per tutta la tappa, non volendo lasciare neppure le briciole fin dall’inizio agli attaccanti della prima ora, tra i quali un eccezionale Giulio Ciccone. L’abruzzese è stato l’ultimo ad arrendersi dopo essere transitato per primo sul Col de Cou e sul Col de Feu. Grazie ai punti guadagnati per la classifica della maglia a pois ora lo scalatore della Lidl-Trek ha solo 10 punti di distacco da Powless, oggi staccatissimo. Tuttavia lo sforzo della Jumbo non è valso a nulla, dal momento che Pogacar e i suoi compagni più fidati, Adam Yates e Rafa Majka, hanno retto senza troppi problemi fino all’inizio dello Joux Plane.

    Joux Plane, Pogacar non stacca Vingegaard e se la prende con le moto

    Anzi, i primi a staccarsi sono stati proprio alcuni Jumbo, nell’ordine Laporte, Van Hooydonck e Benoot, prima di Van Aert. Così a Pogacar è bastato un cenno degli occhi per far capire a Majka che da tappa temuta per l’attacco di Vingegaard questa poteva diventare un’altra occasione per guadagnare secondi sulla maglia gialla. Il polacco tuttavia non ha impresso un ritmo sufficiente per fare ulteriore selezione, così è toccato a Adam Yates preparare il terreno per Pogacar, con il risultato di far saltare Rodriguez e Sepp Kuss, ultimo gregario di Vingegaard.

    Ai -3,6 dalla vetta Tadej è partito, con uno dei suoi soliti attacchi poderosi, una coltellata alla quale Vingegaard ha risposto con intelligenza. Il danese ha provato a stare dietro al rivale per qualche metro, per poi salire con il proprio passo, evitando il fuorigiri e confidando nel calo di Pogacar. Detto, fatto, Jonas ha raggiunto lo sloveno a un chilometro e mezzo dalla vetta e a rovinare definitivamente i piani di Pogacar c’hanno pensato le moto, troppo vicine, che hanno letteralmente stoppato lo scatto dello sloveno ai 400 metri dalla cima per cercare l’abbuono.

    Tour de France, domenica si scala il Monte Bianco

    Tentativo abortito e contropiede di Vingegaard, che ha così guadagnato tre secondi. La discesa verso Morzine ha visto i duellanti studiarsi a tal punto da farsi riprendere e poi staccare da Rodriguez, che a 21 anni è così volato indisturbato verso il primo di una probabile lunga serie di successi in carriera al Tour. La volata per il secondo posto non può certo bastare a Pogacar, che sul traguardo si volta deluso constatando come Adam Yates, ricongiuntosi ai due poco prima dell’arrivo, abbia malamente perso la ruota di Vingegaard, che porta così a casa i 4 secondi di abbuono del terzo posto.

    Domenica ancora montagna con la Les Gets-Saint-Gervais-Monte Bianco, che precederà l’ultimo giorno di riposo e la temutissima cronometro di martedì a Combloux. Tanto Vingegaard quanto Pogacar vorranno arrivarci in maglia gialla e allora prepariamoci a una domenica infernale.

    Lug 15 2023 More