Filippo Lanza sorride: “In Polonia sto bene”. E a marzo sarà ancora papà
Di Roberto Zucca
Risolta e risoluta è la sua anima. Rediviva la sua voglia di stupire ancora, anche fuori dall’Italia. È un Filippo Lanza felice quello con cui riusciamo ad entrare in contatto durante una trasferta dello Skra Belchatow, il club polacco che quest’anno si è aggiudicato le prestazioni e i capolavori di Super Pippo:
“La stagione è iniziata nel migliore dei modi, non solo perché con la squadra sto lavorando molto bene e perché ho trovato un bellissimo ambiente in cui proseguire la mia carriera. Ma anche perché con Costanza abbiamo deciso di vivere insieme quest’anno in Polonia, anzi, lo abbiamo messo come condizione imprescindibile dopo l’anno a Shanghai“.
Regalando anche un fratellino a Leonardo…
“Saremo in quattro da marzo, è vero. Lo abbiamo desiderato tantissimo e soprattutto volevamo donare a Leonardo un fratellino con cui giocare. La famiglia allargata è un pensiero che abbiamo sempre avuto. Non poteva arrivare in un momento migliore“.
Foto PlusLiga
La Cina è un ricordo. Anno difficile quello di Shanghai?
“Un anno in cui si è vissuto poco. Una stagione che di fatto non si è disputata. Volevo fortemente riprendere a giocare e prima di lasciare l’Italia di nuovo, ho posto come condizione che quello che mi avrebbe fosse un ambiente in cui poter stare in famiglia. Così è stato. La città è piccola, la società molto buona, Costanza e Leo si trovano bene. Abbiamo trascorso il Natale con le nostre famiglie qui a Belchatow ed è stato bellissimo“.
Sono anni che la intervisto. È raro sentire un Filippo così. Finalmente.
“(ride n.d.r.) Eh sì. Credo di aver fatto un percorso e di aver fatto le scelte giuste. Penso anche che la mia storia professionale mi terrà all’estero per un po’. È un’occasione, che consiglio, non tanto perché in Italia non si sta bene, ma perché arricchisce, plasma, forma, ed è capace di restituire il giusto peso a tutto“.
Foto CEV
Chi si allontana non fa un torto alla propria immagine?
“Non mi è mai interessato particolarmente. Anzi, c’è stato un momento in cui i riflettori puntati addosso li ho sofferti. Qui è tutto molto diverso. Non sei un fenomeno o non ti cercano solo perché vinci una partita o solo perché fai parte di una squadra. Non si creano polemiche o pretesti per trasformare qualcosa in uno scoop giornalistico che si regge poi sul nulla. La gente ti viene a vedere, le squadre ti sostengono, la pressione è decisamente inferiore da noi. Forse avevo semplicemente bisogno di questo“.
Con Kooy e Atanasjevic ha respirato un po’ di aria italiana?
“Dick e Bata sono amici, è un piacere trovarli in squadra. In generale siamo un bel gruppo, ci troviamo bene tra di noi. Cercheremo di fare un girone di ritorno in cui proveremo a rosicchiare qualche punticino in più alla classifica. L’obiettivo è entrare nella seconda fase. Poi i playoff scriveranno un altro campionato. Ma ci sono squadre molto più attrezzate di noi, anche la dirigenza lo sa. Cercheremo di fare il meglio possibile“.
Foto CEV
La tv per guardare il campionato italiano la accende?
“Capita, leggo e mi informo. Le cose vanno come sempre. Ma quando capita di sentire qualche ex compagno parliamo di altro, non di pallavolo. Ognuno gioca il proprio campionato e siamo anche altro oltre al volley“.
Curiosità. Lei da alcuni anni è socio della Nine Squared. È difficile seguire il lavoro dall’estero?
“Fortunatamente ho dei bravissimi collaboratori che mandano avanti l’azienda, che ha avuto una crescita esponenziale e ne siamo tutti felicissimi. Io sono il socio maggioritario e da qui in Polonia mi occupo di sviluppare eventuali aperture di canali su nuove squadre e nuovi mercati. È un bel lavoro e sono soddisfatto dei risultati raggiunti. È un po’ il mio futuro, almeno credo, che tra qualche anno, non ora, mi terrà occupato dopo la fine della carriera“. LEGGI TUTTO