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    Michele Grassano: “Sentivo addosso la responsabilità di portare Bari in Serie A”

    Di Roberto Zucca La magia che qualche notte fa ha contornato il cielo di Bari è quella di una realtà che insegue il firmamento della pallavolo che fu. E che, dopo anni di assenza, conquista uno storico accesso alla Serie A3. È la storia della M2G Green Bari ed è la storia del suo capitano, Michele Grassano, che con l’esperienza del veterano e un filo di emozione racconta quella notte magica: “Ero davvero emozionato e felice. Credevo nel progetto della Pallavolo Bari e sentivo addosso la responsabilità di portare questa squadra in serie A. È stata una gara appassionante, conclusasi al Golden Set e con me che festeggiavo sopra il tavolone del palazzetto, insieme ai quasi ottocento tifosi che sono venuti a vederci“. Una storia che parte tre anni fa. “Decido di lasciare la serie A2 e rallentare un pochino, perché volevo fare altre scelte. Approdo a Bari grazie a un ex compagno di squadra e mi trovo bene perché ritorno in Puglia, ossia a casa. Ci siamo conosciuti, e ripromessi che prima o poi sarei rientrato. Poi mi trasferisco a Parma lo scorso anno, in piena pandemia. Ma a fine anno decido di tornare qui. Vincere per la settima volta un campionato è stato davvero bellissimo“. Foto Pallavolo Bari Il più importante è quello conquistato con Piacenza. Le mancano quelle emozioni? “Credo ci sia un tempo per tutto. Quindi no, ciò che dovevo fare in carriera l’ho fatto. Ho avuto le stagioni in A1, così come tante belle stagioni in A2, poi ho deciso di dedicarmi agli studi per una seconda parte della vita professionale fatta di altro. Rimane il bel ricordo, non sono uno che si guarda troppo indietro“. Cosa vorrebbe fare ora? “Sto terminando degli studi per lavorare nel mondo finanziario. È un progetto embrionale che coltivo da tempo. Vedremo come si evolveranno le cose anche con il volley“. Foto Pallavolo Bari Bari farà la Serie A3? “Assolutamente sì!“. E Grassano ci sarà? “Questo non è stato ancora deciso. La promozione è troppo fresca e le basi del futuro sono sia per me che per la società ancora premature. Dobbiamo incontrarci, avviare un dialogo e capire meglio innanzitutto se c’è la volontà di confermarmi, poi di capire meglio come conciliare il tutto. Ci sono molte variabili da considerare“. Qualche giorno fa anche Reggio Emilia, dove lei ha trascorso due belle stagioni, ha conquistato la Superlega, anche se poi è stata costretta a rinunciarvi. Lei che ricordi ha? “Sono state belle stagioni e sono contento per il mio amico Fabio Fanuli e Vincenzo Mastrangelo, che è stato anche il mio allenatore. Come nel caso di Bari, ho trovato un bel gruppo. Certo, questa di Bari è stato davvero una bella compagnia con cui avviarsi in questa avventura della Serie B. E poi ho ritrovato Beppe Spinelli, che è un uomo e un allenatore con cui ho sempre lavorato molto bene. È stata davvero un’annata magica“. LEGGI TUTTO

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    Manuel Bruno, il “Bruninho” della A2: “Coinvolgo il pubblico per creare valore aggiunto”

    Di Roberto Zucca Il beniamino dei tifosi, il trascinatore, lo showman. Incasellare Manuel Bruno in una definizione o in un epiteto che racchiuda il suo essere uno dei giocatori più spumeggianti e travolgenti della Serie A è una missione assai complessa. Conosciuto come il “Bruninho” della A3 (e ora della A2, in cui è stato appena promosso con la Tinet Prata di Pordenone), ha 150.000 seguaci su Tik Tok e quasi trentamila su Instagram. Segno che, con la pallavolo e la sua personalità prorompente, Manuel ha trovato una popolarità mai esibita ma divertente e ironica: “Partiamo dal soprannome. Bruno è sempre stato il mio idolo sin da quando giocavo nelle giovanili. Il mio cognome ha fatto poi tutto il resto“. Lo ha mai conosciuto? “Sì, un vero idolo. Ci siamo conosciuti una sera negli anni in cui giocavo a Macerata. È un atleta incredibile e una persona davvero umile al di fuori del campo“. foto Franco Moret Questo successo social come se lo spiega? “Mi diverto. Sono uno di quelli che utilizza il pubblico e coinvolge le persone per creare valore aggiunto. Mi piace stare in mezzo alla gente, mi diverte vedere ad esempio il palazzetto pieno di tifosi che supportano Prata. Mi emoziona vederli lì per noi e fare festa insieme a loro“. Quest’anno l’avete combinata grossa, come si suol dire. “Un anno irripetibile. Vincere Coppa Italia e campionato di A3, il solo pensiero mi fa ancora venire i brividi. È stata una soddisfazione immensa, soprattutto perché ho amato profondamente questo gruppo di ragazzi con cui ho condiviso l’esperienza“. Foto Lega Pallavolo Serie A In panchina sedevano Boninfante e Papi. Mica male. “Mica male davvero! Due persone che lasciano il segno in ogni allenamento, due professionisti da cui ho davvero imparato moltissimo. Quando si parla di salto di qualità, ecco, io credo che con persone del genere si faccia sul serio“. Il segreto è il gruppo? “Sì. Senza ombra di dubbio“. Quando ha capito che sarebbe finita così? “La sera della Coppa Italia, festeggiando e guardando negli occhi ognuno di loro mi sono detto che saremo riusciti a vincere il campionato. Ci ho creduto davvero, nonostante ci fossero altre squadre che avevano fatto i conti con la promozione. Invece ci siamo riusciti noi, che piaccia o no (ride, n.d.r.)!“. Foto Instagram Manuel Bruno La foto con la Coppa sul letto e il tricolore l’aveva pregustata? “Me la sono goduta. Quella Coppa l’ho fissata per tutta la sera, pensando di aver conquistato qualcosa di bellissimo. Le devo poi confessare che vincerla davanti a quei tifosi e ai miei genitori che hanno fatto 9 ore di macchina per venirmi a vedere è stato troppo emozionante. Piangevo, urlavo. Mi trema la voce se ci penso ancora oggi“. Il prossimo anno in A2. Lei ci aveva scommesso firmando un rinnovo a febbraio? “Ho posto quella firma con entusiasmo, non solo scommettendo nell’esito positivo, ma con la gratitudine verso una squadra che ha saputo coltivarmi, starmi vicino durante l’infortunio lo scorso anno, regalarmi una stagione come questa“. Foto Lega Pallavolo Serie A Che squadra sarà? Ci spoileri qualcosa… “Ci sono stati i rinnovi che ha visto, compreso il mio, e questo è davvero un segno di gratitudine della società verso di noi, oltre ad essere una bella scommessa e un’opportunità. Per il resto, non posso dire altro, ma faremo un campionato di buon livello, se tutto va bene. Basta, non mi faccia dire altro!“. Adesso un po’ di Calabria. La sua terra. “Sì, qui a San Lucido trascorrerò i mesi estivi. Poi tornerò a Prata con la voglia di giocarmi la A2 nel migliore dei modi. Voglio proseguire un bel cammino iniziato due anni fa con la società, sperando di rivivere ancora momenti come quelli di questa stagione“. LEGGI TUTTO

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    L’estate caldissima di Matteo Cecchini: “Sarà un Campionato Italiano impegnativo”

    Di Roberto Zucca Le notizie sono molteplici. La prima è che Matteo Cecchini disputerà la stagione estiva in coppia con Paolo Ingrosso, e i due promettono di diventare una delle nuove coppie outsider o semplicemente dei protagonisti dell’annata. Mentre con Matteo Ingrosso, il fratello di Paolo, Cecchini si è aggiudicato domenica 29 maggio il titolo Gold del Campionato Italiano per Società, giocatosi nell’affollata e splendida cornice di Bibione, con la sua Beach Stadium Marotta: “Abbiamo fatto un buon torneo. Non era facile, perché sono stati tre giorni intensi, tra qualificazioni, main draw e finali. Le condizioni atmosferiche non sono certo state delle migliori, oltre al fatto che il pallone che usavamo in gara noi solitamente non lo utilizziamo. Quindi il risultato è stato doppiamente soddisfacente, perché abbiamo giocato un buon livello di beach con Matteo“. La società Beach Stadium Marotta è a conduzione familiare. “Be’, sicuramente il lavoro fatto da mio fratello Filippo è stato eccezionale. Ha creato un gruppo di corsisti affiatato, e ha lavorato per diventare un punto di riferimento importantissimo per il beach volley nelle Marche. È stato bravo. E io ho iniziato a lavorare con lui“. Foto Instagram Matteo Cecchini Ha drasticamente cambiato vita. Lavorava nella finanza a Milano e ha lasciato tutto per trasferirsi a Senigallia. “Aprendo una pasticceria con mia moglie, e questo era il sogno della mia vita. In più ho potuto conciliare un impegno davvero totalizzante, tornando ad allenare a beach nella società di Filippo. La pasticceria ha aperto da meno di un anno ma i risultati sono andati al di là delle aspettative e la vita milanese non mi manca di certo. Qui il mare e il beach lo abbiamo tutto l’anno!“. Quest’anno le coppie dal beach riserveranno delle importanti novità. Quale teme di più? “Ci sono tante buone squadre contro le quali sarà interessante giocare. Da Bonifazi e Benzi che hanno iniziato bene la stagione, a Manni e Vanni che qualche giorno fa hanno vinto una tappa del World Tour a Cervia, fino al mio compagno di società Matteo Ingrosso che giocherà con Dal Molin. Sarà un Campionato Italiano impegnativo“. Lei e Paolo Ingrosso che obiettivi vi ponete? “Fare i principali tornei della stagione e arrivare pronti a quegli appuntamenti“. LEGGI TUTTO

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    Nuova coppia a sorpresa per Edgardo Ceccoli: giocherà con Manuele Lucconi

    Di Redazione La determinazione non lo ha mai abbandonato. La voglia di tornare in campo tantomeno. Guardando le foto degli otto mesi che lo hanno tenuto lontano dalla sabbia, dopo l’infortunio subito lo scorso anno durante il Campionato Italiano Assoluto, si impara una bella lezione da Edgardo Ceccoli: ossia che l’arrendevolezza, se combattuta, porta ad un nuovo inizio. Ed Edgardo è pronto a debuttare al prossimo campionato con un nuovo compagno, che coglie abbastanza di sorpresa: “Giocherò con Manuele Lucconi (nuovo schiacciatore della Gioiella Prisma Taranto in Superlega, n.d.r.). Ci siamo scritti in questi mesi e ho provato a capire se un giocatore con le sue caratteristiche fisiche avesse voglia di buttarsi in questa avventura. Ha giocato una bella stagione ad Aci Castello ed è un giocatore che nel beach può risultare esplosivo. Saremo seguiti dal team di Sirdeco Beach Volley School. Alessandro Ubaldi e Angelo Marolla mi hanno permesso di affrontare questa stagione nel migliore dei modi“. foto Lega Volley Otto mesi di recupero. Non è stato facile. “Sono stato seguito dai professionisti del centro Rehab, che mi hanno letteralmente rimesso in piedi e permesso di riprendere a lavorare sui campi. Sono stati mesi duri, caratterizzati anche da momenti di profondo sconforto, perché gli infortuni li vivi da solo con te stesso. Gli amici e la famiglia ci sono sempre, ma è un dolore e un recupero che affronti nella più completa solitudine. Ora sto bene. Ho davvero voglia di riprendere“. Con Lucconi siete la sorpresa della stagione. Nessuno si aspettava questo sodalizio. “Giocheremo già ad Albisola, partendo dalle qualifiche, e poi giocheremo la tappa di Bellaria. L’estate è lunga e Manuele poi dovrà riprendere la stagione con Taranto, ma noi andremo avanti almeno fino alla Coppa Italia. Poi capiremo come incastrare gli impegni e le eventuali finali“. Obiettivo? “Voglio riprendere un discorso lasciato in sospeso. Voglio riprovare l’entusiasmo di arrivare a quelle gare, come ad esempio la tappa di Sanremo, dove ottenni il terzo posto e il titolo di MVP. Voglio rigiocare quelle gare, che sono state le ultime prima dell’infortunio e il momento migliore della mia carriera, per ridare di nuovo tutto me stesso“. Ceccoli con Matteo Cecchini (Foto Instagram Edgardo Ceccoli) Vitelli, Cappio, Di Silvestre. Tutti hanno scelto il volley. Lei è pentito di essere andato controcorrente? “No, loro stanno facendo dei percorsi importanti. Io ho scelto ciò che davvero mi rendeva felice. E il beach è ciò su cui voglio e ho sempre voluto puntare. È stata anche una scelta legata al fatto che durante l’anno voglio poter avere la libertà di seguire in parallelo altre idee che sognavo di sviluppare da anni“. Ha fondato una startup. “Si chiama Easy Dance. Sarà una app in grado di localizzare le discoteche in base al genere e di proporre dei servizi collaterali. È una app del mondo della notte e spero che possa diventare un punto di riferimento per gli appassionati del genere“. L’abbiamo vista anche in tv e sui social come nuovo testimonial di una importante compagnia telefonica. “Quest’anno mi sono buttato a capofitto nel mondo del cinema e della pubblicità. Studio, ho partecipato alla messa in scena di uno spettacolo teatrale. Il cinema e l’arte sono stati una grande passione fin dai tempi della scuola. Vorrei provarci seriamente. Per ora il mondo della pubblicità è stata solo una prima prova. Mi piacerebbe avere delle altre opportunità che spero arrivino col tempo“. LEGGI TUTTO

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    Ljubo Travica: “Ecco perché non alleno più in Italia”

    Di Roberto Zucca La notizia del terzo titolo consecutivo in Tunisia, con la squadra dell’Espérance Sportive de Tunis, l’ha celebrata con uno dei suoi pochi post su Instagram. A testimonianza di quanto conti per il grande Ljubo Travica, che da campione in campo e da allenatore in panchina ha costruito in Italia la sua decennale carriera, il lavoro avviato all’estero: “È stata una bella soddisfazione, anche perché ho lavorato duramente con questo gruppo di ragazzi e non è stato semplice confermare questi risultati da un anno all’altro, specie in un periodo come questo“. Tre scudetti consecutivi. Il rinnovo sarà cosa certa? “No, nella mia carriera di allenatore non ho mai dato nulla per scontato. Devo ancora incontrarmi con la società e capire se ci sono i presupposti per fare un’altra stagione con questa squadra. Vorrei migliorare alcuni aspetti e far crescere la squadra. Vedremo“. Foto Instagram Ljubo Travica Mi risponda con sincerità: perché Ljubo Travica non allena più in Italia? “È una bella domanda, che presuppone una risposta che tocca tante variabili. Credo di non averne mai parlato, ma su di me per molto tempo è pesato una sorta di pregiudizio, ossia che fossi un allenatore difficile, pretenzioso. In realtà sono un allenatore che ha sempre cercato di svolgere il suo lavoro con professionalità. Superati questi primi anni, in cui sicuramente le offerte dall’estero erano più interessanti sia per chi andavo ad allenare, sia per le categorie che mi ritrovavo a gestire, ultimamente qualche telefonata è arrivata, ma avevo sempre già dato la mia disponibilità altrove“. Tornerebbe a lavorare nel nostro paese, quindi? “Dipende dal progetto e dalle condizioni. Alla mia età non si accetta la prima proposta che arriva, tanto per esserci. Però tendenzialmente, perché no“. Non ha mai voglia di un po’ di tranquillità, senza valigie e traslochi? “Con Mara, mia moglie, diciamo che tra qualche anno prenderemo una casetta in campagna, e coltiveremo il nostro orto. Magari in Croazia, magari in Italia, chi lo sa. Per adesso non mi pesa allenare e lavorare. Sono sempre stato così. Infatti in estate non stacco praticamente mai e mi dedico al mio camp“. Che riparte. Ho saputo che allenerà per la prima volta sua nipote Mia, nata dal matrimonio di sua figlia Mihaela e Cristian Savani. “In realtà sarà la seconda volta, perché l’ho già allenata lo scorso anno ed è diventata la mascotte del camp di Porec“. Le piacerebbe che i suoi nipoti continuassero la tradizione nel volley? “Non sono uno di quei nonni che vogliono a tutti i costi vedere i propri nipoti giocare a pallavolo. L’importante è che scelgano lo sport, che lo pratichino, perché qualsiasi sport è prezioso nella vita di un essere umano. Poi non mi vedrà di certo applaudire o fare il tifo sfegatato per i miei nipoti in un palazzetto. A quello ha sempre pensato mia moglie, io sono uno che sta sempre defilato in tribuna (ride, n.d.r.)”. Mi dica quanto è rimasto colpito dalle accuse di razzismo mosse a suo figlio Dragan qualche settimana fa. “Mi hanno colpito, sì, perché se c’è una cosa che è lontana anni luce da mio figlio è l’essere tacciato di essere razzista. Ha ricevuto un’educazione, è sempre stato una persona corretta in campo e fuori dal campo. Magari ha una personalità forte, ma mai in grado di sconfinare in episodi di quel tipo“. Cosa si dice in quei momenti? “Sono con lui, sempre. Con i miei figli e la mia famiglia ci sono sempre stato, nonostante la lontananza. Basta questo“. Non ha mai parlato del fatto di suo figlio e del suo non essere più parte della nazionale nel dopo Berruto. È il momento di farlo? “Non voglio scoperchiare nessun vaso di Pandora. Dico solo che ha pagato più degli altri, questo è oggettivamente vero. Non è stato più convocato. Poi non ne faccio una questione di merito. Ma credo che abbia pagato troppo e più di tutti. Va bene così, non aggiungo altro“. LEGGI TUTTO

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    Giacomo Raffaelli: “L’azzurro è sempre un’emozione e un privilegio”

    Di Roberto Zucca Nei playoff valevoli per la Challenge Cup è venuta fuori la sua migliore caratteristica: la capacità di farsi trovare sempre pronto. Con la maturità e l’incoscienza, ma soprattutto la forza di chi si gioca la sua chance, Giacomo Raffaelli ha dimostrato di meritare un posto in Superlega, contribuendo a far arrivare la Top Volley Cisterna alla finale per il quinto posto assoluto. E a notare il contributo di Giacomo è stato anche Fefè De Giorgi, che lo ha aggregato nel gruppo nazionale proprio negli scorsi giorni: “Sono contento di questa chiamata, arrivata a margine delle convocazioni per la VNL. L’azzurro è sempre un’emozione, e indossare questa maglia sempre un privilegio. Cercherò di dare il mio contributo e dimostrare il carattere e la voglia di far parte di un gruppo così“. Raffaelli in nazionale nel 2018 (Foto Federazione Italiana Pallavolo) La convocazione arriva dopo una seconda parte dei play off da protagonista. “Sono molto felice di aver raggiunto questo risultato, e soprattutto di averlo raggiunto giocando. Quest’anno mi sarebbe piaciuto giocare qualche gara in più, ma ho approfittato dell’occasione di questi play off per dimostrare il mio valore“. Lei è un giocatore da Superlega, Raffaelli. Diciamolo. “Questa cosa mi lusinga. Certo giocare questa Superlega è sempre bellissimo. Arrivavo da un’esperienza francese in cui ho giocato in un bel campionato, ma questo è stato sicuramente diverso“. Foto Lega Pallavolo Serie A Cosa è andato bene, a parte lei, in questi play off? “Credo il fatto di essere scesi in campo senza nulla da perdere. Qualche squadra aveva qualcosa in più da lasciare sul campo. Noi abbiamo trovato la forza forse nel giocare senza particolare pressione“. Il momento della svolta? “La gara contro Monza nel girone. Un risultato importante contro un’ottima squadra, arrivato grazie a una prova corale. Da lì in poi ci siamo sempre mantenuti bene, fino a sconfiggere di nuovo Monza e centrare l’accesso alla finale“ Troppo presto per parlare della prossima stagione? Cisterna pensa di rinnovare il suo contratto? “È ancora presto per parlare sia del mio mercato che di quello di Cisterna. Non so nulla, la stagione si è appena conclusa e se devo essere onesto, ho pensato solo di concluderla bene e non a dove andrò a giocarla durante il prossimo anno. Se Cisterna dovesse chiedermi di restare, mi farebbe molto piacere. Mi sono trovato benissimo sia in squadra che in questa città“. LEGGI TUTTO

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    Matteo Bortolozzo: “Dobbiamo dare il 100%, il fattore campo può essere decisivo”

    Di Roberto Zucca

    Le storie a lieto fine sono sempre graziose, ma quelle che hanno un sapore fiabesco, come la favola della Tinet Prata di Pordenone di questa stagione, sono di gran lunga le migliori. La squadra di Dante Boninfante e Samuele Papi si giocherà domenica alle 18, sul campo dell’Abba Pineto, la possibilità di salire in Serie A2 senza passare da un eventuale Gara 3 (comunque da disputare in casa). Reduce da un esaltante Gara 1, il giocatore simbolo di questa annata, il capitano Matteo Bortolozzo, si dimostra pacato ma intenzionato a difendere il vantaggio su un campo molto difficile:

    “La gara di sabato è stata davvero bellissima, non solo per la vittoria ottenuta, ma perché ha registrato un emozionante palazzetto sold out. Giocare davanti alla nostra gente una gara così ci ha davvero fatto tanto piacere“.

    L’arma in più?

    “Abbiamo giocato molto bene in battuta, tanto che a fine gara abbiamo portato a casa 16 ace. Numeri così possono davvero determinare una partita e quindi proveremo a riconfermarci su questo fronte. Dobbiamo invece migliorare sul muro e sulla difesa, perché Pineto tornerà in campo pronta a non lasciare nessuno spazio e riportare il risultato sull’1-1“.

    foto Franco Moret

    Un palazzetto difficile.

    “Il fattore campo in una finalissima è determinante, lo abbiamo visto in gara 1. Loro sono una bella corazzata, credo che in casa non abbiano mai perso, o comunque hanno sempre fatto punti. Quindi adesso che abbiamo avuto modo di vederli e conoscerli anche noi dobbiamo dare il nostro 100%“.

    L’altra gara vedrà di fronte Grottazzolina e Aci Castello.

    “Ho avuto modo di vedere la prima gara: Aci Castello è davvero una squadra con la esse maiuscola. Sembra giochino insieme da una vita. Il loro allenatore ha davvero fatto un importante lavoro, e questa squadra è davvero difficile da battere. Dall’altra parte c’è Grottazzolina, che è sempre un’ottima squadra e sicuramente domenica non ha fatto la sua miglior gara. Sarà davvero una Gara 2 interessante anche per loro“. LEGGI TUTTO

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    Roberto Cominetti e l’impresa di Reggio: “Siamo sereni, la serie è ancora lunga”

    Di Roberto Zucca

    La partita perfetta. Nella tana di un lupo, ovvero Cuneo, famelico come non mai nei confronti della Superlega in cui crede sin dall’inizio della stagione, avendo allestito una squadra ambiziosa e molto ben assortita. A lasciare a bocca asciutta in Gara 1 della Finale Play Off i ragazzi di Serniotti e la stupenda cornice di pubblico è stata ancora una volta la Conad Reggio Emilia, la squadra magica della Serie A2, che quest’anno ha saputo incantare una città e adesso fa sognare tantissimi tifosi.

    L’appuntamento a Gara 2, in programma giovedì 19 maggio alle 20, lo dà Roberto Cominetti, un posto quattro che quest’anno ha dato lustro a un reparto di attaccanti davvero ottimo e in generale ha saputo brillare come pochi in questo campionato di A2:

    “Siamo sereni, e le dico la verità, mi rasserena il fatto che domenica sera, quando è caduta l’ultima palla, ci siamo guardati con la tranquillità e la pacatezza di chi ha vinto una partita, ma pur sempre una Gara 1 di una serie che è ben più lunga di un inizio fuori casa“.

    Il pensiero le ritornerà la notte. Cosa dice a se stesso?

    “Che dobbiamo giocare come abbiamo sempre fatto, scendendo in campo e facendo tutto per arrivare ad un buon risultato. Abbiamo vinto 11 tie break su 14, giocando proprio sul fatto che può accadere tutto, ma che sicuramente si deve dare il massimo da parte nostra. È successo anche con Bergamo. Loro sono entrati al tie break consapevoli del proprio valore, noi non abbiamo perso la testa e abbiamo fatto il nostro gioco, puntando sulla nostra resistenza“.

    Gara 1 con Cuneo: la partita perfetta.

    “Abbiamo impostato un buon attacco, raggiungendo delle buone percentuali e facendo meglio di chi ci trovavamo davanti. Su questo bisognerà insistere anche per Gara 2“.

    Cosa teme di più?

    “Sicuramente la loro reazione. Arriveranno da noi con il dente avvelenato e con una pressione non indifferente. Poi, non nascondiamoci dietro un dito: hanno giocatori di esperienza che hanno già vinto tanto, penso ad uno su tutti, cioè Iacopo Botto, che di finali come queste ne ha giocate e vinte“.

    Si prevede il sold out?

    “(ride, n.d.r.) Così dicono. Riuscendo a riempire il nostro impianto, avremo forse 1200 sostenitori. Sarà bello giocarci questo appuntamento. Non aggiungo altro“. LEGGI TUTTO