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    F1 Ferrari, Sainz: “Tre cose da migliorare nel 2023”

    ROMA – Carlos Sainz ha chiuso al quinto posto il Mondiale 2022 di Formula 1. Un risultato che non soddisfa il pilota spagnolo, in una stagione dove la Ferrari era partita con ben altro ritmo. In vista del 2023, quindi, lo spagnolo ha spiegato i tre punti su cui lavorare maggiormente a Maranello: “Dobbiamo essere più bravi in gara – le sue parole riportate da “Motorsport-total” -. Ho avuto un problema ricorrente quest’anno, non riuscivamo a fare una buona partenza”. Sainz ha parlato anche del duello con Lewis Hamilton ad Abu Dhabi: “In quella folle lotta con lui, ho perso cinque/sei secondi di tempo”.Guarda la galleryF1, i piloti più pagati: un ex Ferrari sul podio, indietro Leclerc e Sainz
    Strategia e Sviluppo
    Sainz ha poi parlato delle strategie del team, tra i punti deboli in questo 2022. “Ci stiamo lavorando” – ha detto, spiegando poi che l’altro punto su cui migliorare è lo sviluppo. “Roma non è stata costruita in un giorno – ha però aggiunto Sainz -. Bisogna anche guardare da dove veniamo. Se si guardano i progressi che abbiamo fatto come squadra negli ultimi due anni, sono straordinari”.
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    Ferrari, Sainz: “In Brasile la mia miglior gara del 2022”

    ROMA – Carlos Sainz ha parlato a poche settimane dalla fine del Mondiale 2022 di Formula 1. Il pilota della Ferrari ha chiuso quinto in classifica, mentre nella scorsa estate ha ottenuto il suo primo trionfo in carriera al Gran Premio della Gran Bretagna. “Il mio miglior weekend della stagione è stato probabilmente quello a Interlagos, dove credo che sarei partito in seconda posizione in gara senza la penalità per la sostituzione della power unit – ha detto ai microfoni di “Sky UK” -. E avrei potuto lottare per la vittoria, sì”. 
    Le parole di Sainz
    “Ad Austin ho ottenuto la pole e saremmo stati molto veloci in gara, se solo l’avessi fatta – ha aggiunto Sainz, ricordando il ritiro in Texas -. La vittoria ha sempre un sapore speciale, ovviamente, ma onestamente ho guidato molto meglio in Brasile o ad Austin rispetto a quanto ho fatto a Silverstone” LEGGI TUTTO

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    F1 Ferrari, Sainz: “La vittoria a Silverstone non è stata la mia miglior gara”

    ROMA – Il mio miglior weekend della stagione è stato probabilmente quello a Interlagos, dove credo che sarei partito in seconda posizione in gara senza la penalità per la sostituzione della power unit. E avrei potuto lottare per la vittoria, sì”. Carlos Sainz ha parlato così ai microfoni di “Sky UK” a poche settimane dalla fine del Mondiale 2022 di Formula 1. Il pilota della Ferrari ha chiuso quinto in classifica, mentre nella scorsa estate ha ottenuto il suo primo trionfo in carriera al Gran Premio della Gran Bretagna.Guarda la galleryF1, i piloti più pagati: un ex Ferrari sul podio, indietro Leclerc e Sainz
    Su Austin e Interlagos
    “Ad Austin ho ottenuto la pole e saremmo stati molto veloci in gara, se solo l’avessi fatta – ha aggiunto Sainz, ricordando il ritiro in Texas -. La vittoria ha sempre un sapore speciale, ovviamente, ma onestamente ho guidato molto meglio in Brasile o ad Austin rispetto a quanto ho fatto a Silverstone”
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    F1 Ferrari, Sainz racconta: perché il 2022 è stato così importante

    ROMA – Il quinto posto non era il risultato sperato da inizio per Carlos Sainz, che nel 2023 riproverà l’assalto alle posizioni di vertice in Formula 1. Nonostante le tante difficoltà, quella appena terminata è stata una stagione fondamentale per lo spagnolo della Ferrari, che l’ha analizzata ai microfoni del sito ufficiale del Circus: “È stato un inizio di stagione molto impegnativo, subito in svantaggio e con sfide che probabilmente non mi aspettavo di dover affrontare. Ma sono onestamente molto orgoglioso del modo in cui ho recuperato la stagione, del modo in cui sono riuscito a rimanere motivato, anche con tutti gli alti e bassi che ho avuto, con tutte le battute d’arresto che abbiamo avuto”.Guarda la galleryF1, i piloti più pagati: un ex Ferrari sul podio, indietro Leclerc e Sainz
    Sul 2022
    “Come squadra e come singoli, con così tanti DNF, siamo comunque riusciti a ribaltare la stagione e ora sto guidando di nuovo al livello che so di poter guidare – ha aggiunto Sainz -. Prenderò gli aspetti positivi e li terrò in considerazione. Credo che in questo senso sia stato l’anno in cui ho imparato di più dal 2015, il mio primo anno in Formula 1. Poi ho avuto anni più difficili e altri più facili, ma mai un anno così impegnativo come il 2022”

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    Ferrari, un 2022 che ha il sapore della sconfitta

    Con una situazione in Gestione Sportiva tutt’altro che definita, la Ferrari in questi giorni dovrà per forza di cose fare i conti con la stagione 2022. Se il secondo posto nei Costruttori è il miglior risultato dal 2018 a questa parte, i più di 200 punti di distacco rimediati da Red Bull sono un segnale negativo da non sottovalutare.
    La vettura: competitiva, ma l’affidabilità è un problema
    La Ferrari ad inizio stagione era riuscita in un’impresa che non riusciva dai tempi d’oro di Sebastian Vettel: mettere in pista una vettura competitiva sin dalla prime gare. Le vittorie di Leclerc a Sakhir e Melbourne e le parole al miele del monegasco per la F1-75, definita una “Bestia”, hanno certamente contribuito ad alimentare le speranze dei tifosi.
    Attenzione, perché il bilancio di quattro vittorie totali a fine 2022 è quantomai bugiardo: la Rossa è sembrata veramente in difficoltà solo a Spa e Città del Messico. In tutti gli altri appuntamenti, anche dove non è arrivato, il podio è sempre sembrato comunque a portata di mano.
    Un fattore chiave che è sicuramente mancato è stato l’affidabilità. Le power unit in fumo in Azerbaijan e Spagna hanno rappresentato colpi importanti al morale di Leclerc, stoppato in entrambe le occasioni mentre stava guidando i GP senza problemi. Nella seconda parte di stagione, poi, i nodi sono venuti al pettine, con tante sostituzioni di componenti che hanno pregiudicato le qualifiche di entrambi i piloti. Ritrovata la prestazione, dunque, ora si tratta di effettuare tutti gli accorgimenti necessari per avere costanza di rendimento anche dal punto di vista dell’affidabilità.

    Il team: occorre una regolata
    Al netto del Binotto in o Binotto out, il 2022 ha messo in mostra i veri limiti di questa Ferrari. E uno, duole dirlo, è stato il muretto box. Questo non vuole per forza essere un attacco al team principal; è logico e per certi versi giusti che sia lui a fare da parafulmine, ma spesso è apparso poco aiutato anche dalle persone intorno a lui.
    A partire, ovviamente, dalle che operano al pitwall. Nessuno vuole versare ulteriore sangue su una ferita aperta da mesi (se non anni), ma non è matematicamente possibile sbagliare tutte le scelte strategiche in un campionato. Eppure, è questo quello che è sembrato accadere alla Ferrari in questo 2022! Monaco, Silverstone, Le Castellet, Budapest, fino al “capolavoro” della qualifica a Interlagos: sono gli episodi più macroscopici, ma che, inutile girarci intorno, hanno capovolto l’andamento della stagione.
    Perché se, da un lato, la Ferrari era in lotta per il titolo, almeno fino alla pausa, i risultati negativi molto spesso sono stati causati da scelte a dir poco scellerate. Inaki Rueda, lo stratega, spesso ha toppato clamorosamente, senza che nessun provvedimento nei suoi confronti fosse mai preso. E questo apre un altro argomento: la Dirigenza deve farsi sentire sul serio, perché ad oggi la Ferrari sembra essere una squadra senza… “testa”.
    I piloti: Leclerc un fenomeno, Sainz bravissimo, ma ora serve chiarezza
    I piloti Ferrari sono forse l’argomento su cui è già stato detto e scritto praticamente tutto. Che Leclerc sia un fenomeno ormai è un dato acclarato; che a Sainz manchi qualcosa per pareggiare il talento del monegasco ma sia comunque un ottimo pilota, anche.
    Casomai, quello che è mancato spesso è stata la chiarezza di intenti nei loro confronti, e la gara di Silverstone ne è stato l’esempio più fulgido. Tradotto in parole semplici: si può puntare al Mondiale con entrambi i piloti solo se la vettura è nettamente superiore alle altre, vedi Mercedes nel periodo Hamilton-Rosberg. Altrimenti, occorre stabilire delle gerarchie, e deve essere la pista a parlare, e non sponsor o clientele varie. Nel 2023 occorrerà da subito un discorso chiaro e diretto con entrambi, per evitare episodi poco piacevoli che possono pregiudicare l’esito della stagione.
    In conclusione, viene da dire che il 2022, al contrario di quanto affermato spesso anche da Binotto, ha il sapore amaro della sconfitta. Che resti il manager reggiano o che venga sostituito, l’importante sarà analizzare cosa non ha funzionato e cercare di risolvere i problemi, altrimenti il rischio è quello di restare a bocca asciutta anche negli anni a venire. LEGGI TUTTO

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    Ferrari, i rischi e le opzioni per il 2023

    TORINO – Sono ore di intenso travaglio, quelle che si vivono a Maranello. Le dimissioni di Mattia Binotto sono diventate note urbi et orbi nei giorni scorsi, ma non sono un fulmine a ciel sereno: da dopo Abu Dhabi il Team Principal e la Ferrari stavano trattando l’uscita. Questione di dettagli. Del resto, Mattia Binotto non sentiva più la fiducia da parte dei vertici aziendali e la sua decisione di dire basta è stata una logica conseguenza. Non è stato licenziato, questo deve essere detto a onor del vero, caso mai la Ferrari avrebbe voluto aspettare almeno le prime gare del 2023 e decidere dopo aver valutato il valore dell’auto, del progetto e quindi la fondatezza delle ambizioni per il Mondiale futuro. Binotto ha detto no a questa strada. La Ferrari non sembra prontissima, tanto che prende corpo di un interim da parte dell’amministratore delegato, Benedetto Vigna, manager che non si è mai occupato di corse. Ma è ovvio che a Maranello il lavoro prosegue ugualmente, in fondo il progetto della futura monoposto è già ultimato.
    Ruolo tecnico e ruolo manageriale
    Tra le tante voci che si susseguono in queste ore c’è anche quella che vorrebbe un ritorno di Simone Resta, senior designer al tempo di Sergio Marchionne, che negli ultimi anni ha lavorato nelle scuderie satellite (prima la Sauber Alfa Romeo, poi la Haas). Ma anche questa è tutta da verificare. Il suo eventuale ritorno non andrebbe a coprire la casella che lascerà vuota Mattia Binotto, ma interpreterebbe un ruolo più tecnico, lasciando vuoto il ruolo di Team Principal. Per il quale, al momento, c’è solo e sempre il nome di Frederic Vasseur, anche se pare che – almeno in una prima fase – sia stato lui a proporsi piuttosto che la Ferrari a cercarlo. Altri nomi sono stati considerati, tutti teoricamente possibili, ma (da quel che pare di intuire) nessuno disponibile: dal tedesco Andreas Seidl (oggi McLaren) all’austriaco Franz Tost (da una vita in Italia, alla Toro Rosso che oggi si chiama AlphaTauri). Ma siccome, alla fine, la fila di persone che si candida non c’è, può farcela Vasseur. Sempre che – e questo, piaccia o non piaccia è un tema che a Maranello dovranno affrontare – si trovi il modo di mettere intorno a un tavolo lo stesso Vasseur e Nicolas Todt, manager di Charles Leclerc, visto che la rottura tra i due non c’è stata una rottura burrascosa che non risulta sia stata mai sanata. E sarebbe molto difficile pensare di aprire una nuova pagina di storia iniziando con una macchia sulla pagina bianca.
    I piloti? Occhio a Mercedes e Audi
    E i piloti, in tutto questo? Situazione fluida. Binotto e Leclerc un tempo erano strettamente legati, il team principal dimissionario aveva seguito la crescita del monegasco passo a passo. Ma oggi tra i due la sintonia non c’è più. Leclerc vuole un ruolo di prima guida che oggi non ha (e che difficilmente potrà avere, perché i contratti scritti non si possono certo cambiare dall’oggi al domani), spera di avere un’auto vincente, ma intanto tiene sott’occhio cosa accade alla Mercedes (visto che Hamilton va per i 38 anni). Carlos Sainz, sempre ambizioso, sta alla finestra. Ma intanto il padre, legato all’Audi da tempo (anche quest’anno correrà la Dakar con la Casa degli Anelli), ha sondato la Casa tedesca per capire che intenzioni avrà nel 2026. La sensazione è che anche su questo fronte siano necessari chiarimenti.

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    F1, Ferrari: Leclerc e Sainz penultimi per giri percorsi in gara nel 2022

    ROMA – La stagione 2023 di Formula 1, per la Ferrari, ha lasciato l’amaro in bocca con Charles Leclerc e Carlos Sainz troppo spesso frenati da problemi alla monoposto. C’è un dato in particolare a spiegare la fragilità della vettura, ossia quello dei giri percorsi in gara con la Rossa: i due piloti Ferrari, infatti, hanno messo insieme appena 2222 giri, penultimi in questa speciale classifica davanti solo ad Alfa Romeo, ferma a 2196, e dietro anche all’altra scuderia motorizzata Ferrari, la Haas, a quota 2274.
    Ferrari troppo poco “affidabile”
    Anche se non tutti i ritiri affrontati dalla Ferrari quest’anno sono dipesi da guai di affidabilità – come nel doppio ritiro patito da Sainz tra Melbourne e Imola o di quello subito da Leclerc in Francia – l’esistenza di problema è innegabile. I forfait legati a problemi tecnici per il team di Maranello sono stati quattro – due a testa per i due piloti – e occorsi tutti nella prima metà dell’anno tra Spagna, Azerbaigian (doppio ritiro) e Austria. Un problema che la Rossa dovrà risolvere assolutamente in ottica 2023 per cercare di riportare a Maranello un mondiale che manca dal 2008.

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