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    La Ferrari ko: la tristezza di Lapo Elkann, cuore rosso e lacrime

    TORINO – Il cuore, la “Ferrarina” che piange: in questa immagine c’è tutta la tristezza e l’amarezza del tifoso Lapo Elkann. Dopo la nuova gara andata male in Australia – Sainz penalizzato, Leclerc nella sabbia e il solito trionfo di Max Verstappen e della Red Bull – su Twitter il messaggio carico di delusione per una Rossa che non va. Il sostegno resta incondizionato, in attesa di una svolta: questa la speranza di tutti gli appassionati del Cavallino. LEGGI TUTTO

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    Ferrari, scintille in Australia: cosa è successo tra Leclerc e Sainz

    Ferrari, più bassa e più efficiente

    La prova dell’assetto decisamente più basso sono state, appunto, quelle scintille che si sono riviste scaturire dall’attrito tra fondo e asfalto, frutto di una configurazione generale che ha permesso a Leclerc e Sainz una simulazione gara consistente venerdì, con le medie, senza patire troppo il graining innescato dalle basse temperature di Melbourne.

    Le scelte sbagliate in qualifica

    Il Cavallino, però, non è riuscito a mettere assieme tutto alla perfezione in qualifica, anche a causa di una lettura meteo e di una chiamata strategica non tempestiva che hanno influito sul risultato finale, soprattutto su quello di Leclerc.

    Chiariamoci, Max è imprendibile, ma visti i distacchi minimi a partire dal secondo al decimo posto (9 macchine in sette decimi!) si poteva fare di più del quinto posto di Sainz e del settimo di Charles. Insomma, dopo un venerdì positivo, la Ferrari è tornata bruscamente con i piedi per terra.

    La spiegazione

    Ma cosa è successo? Tutto è partito da un allarme pioggia a 4 minuti dalla fine del Q3: a Leclerc, per evitare di girare con pista bagnata, hanno ordinato di fare un solo giro di lancio per preparare le gomme, Sainz, al contrario, ha continuato con la strategia dei due giri per scaldare meglio gli pneumatici.

    Indicazioni opposte e comunicazioni tardive, che hanno avuto l’effetto di mettere Leclerc, impegnato nell’attacco al tempo, dietro Sainz, che scaldava le gomme, per tutto il primo settore. E senza poter neppure sfruttare la scia, perché lo spagnolo era troppo lontano per dargli il gancio e l’ha fatto passare nell’ultima parte del primo settore, facendogli perdere – forse – decimi preziosi.

    Il commento dei piloti

    Comprensibile la delusione di Leclerc che però non ha voluto avere giustificazioni: “Non era questione di non avere benzina per un ulteriore tentativo, semplicemente avevamo paura che arrivasse la pioggia, per cui abbiamo deciso di uscire e fare subito il giro. Purtroppo ci è mancato tanto per poter stare davanti, dobbiamo vedere insieme alla squadra cosa è successo con Carlos nel primo settore durante il Q3, perché io ero in un giro in cui dovevo spingere e mi sono trovato Carlos davanti per tutto il primo settore mentre scaldava le sue gomme. Questo è stato un peccato, poi questo non significa dire che senza quell’imprevisto avremmo potuto fare molto meglio. Per quanto mi riguarda ho una macchina un po’ più da gara, ma questo non giustifica il 7° posto”.

    Per Sainz, invece, è stato il traffico a tenerlo lontano dalla top 3. Prima di lanciarsi, ha dovuto dar spazio ad Alonso, perdendo così temperatura delle gomme e i decimi per salire di fila. “Da un lato sono molto contento, dall’altro no. Partendo con gli aspetti negativi, il giro di preparazione non è stato fantastico, abbiamo faticato con la temperatura degli pneumatici perché abbiamo dovuto lasciare passare tre vetture e per quello ho perso due-tre decimi nel primo settore per questo aspetto del giro di preparazione”.

    Speranze vive in gara

    In gara, però, potrebbe succedere ancora di tutto. La SF-23 ha dimostrato di essere più pronta sul passo che sul giro secco, il margine per attaccare le Mercedes e lottare per un podio, con Perez fuorigioco, ci sta tutto. LEGGI TUTTO

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    I punti deboli della Ferrari SF-23? In buona parte gli stessi dello scorso anno

    Dopo le prime due gare, la “crisi” della Scuderia Ferrari è sotto gli occhi di tutti. Solo 26 punti e un misero 4° posto nella classifica mondiale costruttori, contro i 78 punti del 2022 che valevano il 1° posto tra i team.
    La crisi legata ai risultati è figlia di una serie di punti deboli del nuovo progetto che, in buona parte, sono gli stessi dello scorso anno, a cominciare dell’affidabilità. Oltre a questo le difficoltà sul passo gara, legate anche all’eccessiva usura dei pneumatici, risultano correlate alla geometria delle sospensioni e alla comprensione dei dati raccolti con quanto si vede in pista.
    Inoltre il fondo vettura, ovvero un “particolare” fondamentale di queste nuove monoposto ad effetto suolo, sul quale altri team hanno lavorato meglio che a Maranello, soprattutto dall’introduzione della direttiva TD39. Da ultimo le pance di cui si parla molto, forse troppo, perché sono l’elemento più visibile e differenziante tra la SF-23 e la Red Bull. Non è lì il vero problema della nuova monoposto di Maranello.
    Se diamo uno sguardo allo scorso anno, il passo gara era già un “problema” della Ferrari F1-75, anche a inizio anno, dove questo aspetto era mitigato dalla bontà di un progetto nato decisamente meglio e più maturo rispetto alla concorrenza e in particolare a Red Bull e Mercedes. Sempre nel 2022 i problemi di affidabilità, quelli legati alla gestione delle gomme e al fondo vettura erano tutti noti e sulla lista delle priorità delle aree da migliorare.

    Mattia Binotto e le sue persone non hanno però saputo guardare troppo lontano. O l’analisi dei punti deboli della F1-75 non era stata fatta accuratamente oppure non si sono poi trovate le soluzioni, tanto che i problemi dello scorso anno si sono ripresentati tutti! Pensiamo solo ai problemi di affidabilità che hanno portato Charles Leclerc in penalità, già alla seconda gara della stagione!
    Cosa fare ora?
    Il mondiale è lungo: vincere qualche gara ad inizio anno e poi proseguire con una stagione in calando come negli ultimi anni è qualcosa che difficilmente potrà avvenire quest’anno. E allora l’obiettivo e pianificare al meglio gli sviluppi stagionali per migliorare i punti deboli della SF-23, uno dopo l’altro, puntando a ridurre nel corso dei prossimi mesi, il gap dagli avversari più diretti, per poi porre le basi per il 2024. Attenzione, questo non deve voler dire che l’attuale mondiale sia già da archiviare ma occorre lavorare, tanto e con metodo, per evitare di “arrendersi” troppo preso, nascondendosi come troppo spesso è avvenuto dietro allo slogan “stiamo lavorando per l’anno prossimo“. Questo è inaccettabile, sia prima dell’estate, come nel 2022, ma tanto più a marzo, quando il mondiale si è appena aperto. LEGGI TUTTO

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    F1, Carlos Sainz è fiducioso: “Sappiamo dove sviluppare la vettura”

    1 – GP ARABIA SAUDITA F1/2023 – GIOVEDI’ 16/03/2023 credit: @Scuderia Ferrari Press Office

    Carlos Sainz, dopo il deludente Gran Premio dell’Arabia Saudita, ha ammesso che la Ferrari SF-23 non è dove vorrebbe essere anche se lo spagnolo si è dichiarato fiducioso che la squadra abbia il potenziale per cambiare le cose.
    “In questo momento, non siamo dove vorremmo essere in termini di ritmo di gara, in termini di macchina in generale, di equilibrio”, ha detto Sainz parlando con i media, dopo la gara di Jeddah.
    Il pilota spagnolo della Ferrari ha anche aggiunto: “Abbiamo faticato un po’ e se già surriscaldiamo le gomme con l’aria pulita, quando seguiamo una vettura le cose vanno anche peggio. Abbiamo bisogno di aria pulita per ottenere tempi sul giro decenti. Conosciamo esattamente i nostri punti deboli. E questo è un aspetto positivo”.

    Sainz ha parlato anche degli sviluppi che la Ferrari potrebbe portare presto in pista per migliorare la SF-23: “Non possiamo ovviamente fare magie per portare gli sviluppi in anticipo, ma so che la squadra sta spingendo al massimo per portarli e questo migliorerà sicuramente il nostro ritmo di gara”.
    Per quanto riguarda i problemi che affliggono la SF-23, lo spagnolo della Ferrari è stato molto chiaro: “Sappiamo dove sono i problemi e li avevamo già individuati in Bahrain. Sappiamo dove sviluppare la vettura, abbiamo solo bisogno di tempo perché, a causa dei punti deboli che abbiamo visto in Bahrain e che vediamo qui, ovviamente non possiamo apportare gli aggiornamenti già domani”. LEGGI TUTTO

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    F1, Sainz da Jeddah: “La squadra è solida e concentrata”

    1 – GP ARABIA SAUDITA F1/2023 – GIOVEDI’ 16/03/2023 credit: @Scuderia Ferrari Press OfficeCarlos Sainz è arrivato nel paddock di Jeddah pronto a rimettersi al volante della sua Ferrari SF-23 dopo il debutto stagionale in Bahrain: “Sono fiducioso che il nostro weekend qui in Arabia Saudita possa essere migliore rispetto a quello di Sakhir”, ha detto lo spagnolo ai giornalisti nella conferenza stampa FIA.

    Pronti a fare passi avanti
    In Bahrain Carlos ha portato a casa un quarto posto al termine di una corsa condizionata dal degrado gomme: “Abbiamo imparato parecchio a Sakhir, ed è stato importante iniziare finalmente la stagione per avere un quadro della situazione. Non siamo stati contenti della nostra prestazione, ma in questi giorni abbiamo lavorato molto con i dati raccolti e sono fiducioso che abbiamo tutti gli elementi per fare dei passi avanti. Abbiamo una squadra molto solida e concentrata e abbiamo un programma chiaro davanti a noi”.

    Pista diversa
    “La pista mi piace – ha concluso Sainz – e sappiamo che girare quanto più possibile sarà importante per prendere confidenza con i muretti di questo tracciato cittadino così anomalo. Le prove libere di domani saranno particolarmente importanti in tal senso”. LEGGI TUTTO

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    Ferrari alla prima prova del nove a Gedda. Ed è gia in salita…

    Incredibile ma vero. La Ferrari ha distrutto un record che difficilmente sembrava battibile. No, non stiamo parlando di qualcosa legato alle prestazioni. Oppure si, ma negative. Infatti, Charles Leclerc dovrà scontare 10 posizioni di penalità in griglia di partenza del Gran Premio d’Arabia Saudita di domenica. Questo in seguito alla rottura di due centraline nel fine settimana del Bahrein, una delle quali è costata il ritiro per il numero 16.
    Due centraline fuori uso e due disponibili durante tutta la stagione. Al secondo gran premio andare in penalità per problemi legati all’affidabilità sembrava utopia. Eppure i fatti sono questi. Così sarà Carlos Sainz a difendere i colori della Ferrari in zona di alta classifica. Ma che SF-23 vedremo a Gedda? Probabilmente migliore di quella vista sul sabbioso tracciato di Sakhir.
    Certo, fare peggio sarebbe stato difficile per un team come quello di Maranello. Un po’ per motivi tecnici un po’ per continuare a sperare, sul circuito cittadino più veloce del mondo, la Ferrari punta ad avvicinarsi alla Red Bull. Comunque sarà impossibile battere Max Verstappen & Co. ma serve urgentemente una risposta d’orgoglio. In pista a suon di tempi costanti e degrado gomme sotto controllo.

    Sarà proprio questo a fare la differenza. In Arabia cominceremo ad osservare il vero potenziale della SF-23, ancora tenuto nascosto in Bahrein per via di un asfalto e di una pista inadatti alle caratteristiche dell’auto. Le velocità di punta elevatissime di Gedda andranno dalla parte degli uomini in rosso. L’obiettivo minimo è quello di tenere dietro agevolmente Aston Martin e Mercedes, e magari cominciare a guardare più da vicino gli imprendibili. Pur con i piedi ben saldi a terra e guardando in faccia la realtà. Lasciandosi alle spalle, almeno per il momento, i terremoti interni e gli addii. LEGGI TUTTO

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    F1, Ferrari sconta ancora gli effetti negativi della gestione Binotto

    La prima gara dell’anno ha riportato la Ferrari con i piedi per terra, mettendo la Scuderia di Maranello di fronte alla dura realtà che vede una Red Bull là davanti e nuovi avversari che lo scorso anno erano poco più che sbiadite comparse.

    Il 2022 aveva visto la Ferrari esordire con un vantaggio competitivo nei confronti di tutti i suoi avversari. Nella prima parte della stagione, le vittorie di Charles Leclerc e gli ottimi piazzamenti di Carlos Sainz avevano permesso alla compagine italiana di guidare le classifiche piloti e costruttori. La vittoria del mondiale sembrava possibile ma, alla fine, non fu così!
    La seconda parte della stagione, sappiamo infatti come andò: la Red Bull, una volta messa a punto la sua nuova monoposto, prese il largo. Max Verstappen fu un autentico dominatore, tanto da conquistare ben 9 vittoria nelle ultime 11 gare del mondiale 2022.
    Questa incredibile strisciata di successi “rischia” ora di continuare anche nel 2023. Le premesse ci sono tutte: la RB19 è una perfetta evoluzione della monoposto vincente dello scorso anno, mentre gli avversari non hanno fatto lo step necessario per avvicinare le prestazioni della compagine austriaca.
    La Ferrari SF-23, per quanto abbiamo potuto vedere dai test e dalla prima gara in Bahrain, non ha risolto completamente i problemi di affidabilità, la gestione degli pneumatici non è ancora ottimale e dal punto di vista della prestazione pura della Power Unit non ha il vantaggio che in molti si aspettavano ci fosse. Quest’ultimo aspetto è evidente anche guardando la prestazione di Alfa Romeo e Haas, soprattutto sul giro secco in qualifica.

    Oltre a non poter guardare alla Red Bull come un reale obiettivo con cui lottare per la vittoria in gara, la Scuderia guidata da Fred Vasseur si deve guardare alla spalle da Mercedes e Aston Martin.
    I due team, fino allo scorso anno, non costituivano un problema mentre ora sono una vera e propria “minaccia” per la difesa del secondo posto nella classifica riservata ai costruttori. Se da un lato Aston Martin ha dimostrato di avere le carte in regola per poter essere la seconda forza del mondiale, dall’altra Mercedes potrebbe rientrare prepotentemente in gioco una volta messa in pista la nuova versione della W14. Il team guidato da Toto Wolff ha già dimostrato lo scorso anno quale possa essere il suo potenziale di sviluppo durante la stagione e anche l’affidabilità e la costanza nei risultati sono due carte a loro favore.
    Con questi due agguerriti team alle “spalle” della Ferrari, a Maranello non possono certo dormire sonni tranquilli. Gli effetti negativi della gestione Binotto si stanno facendo sentire, proprio in questo inizio di campionato. In particolare l’affidabilità della Power Unit non sembra essere un problema risolto al 100% e quanto accaduto in Bahrain ha fatto suonare un campanello d’allarme sul quale Vasseur ha chiesto chiarimenti. I tempi per analizzare i problemi sono finiti: ora occorre agire per assicurare un’affidabilità all’altezza della concorrenza.
    Il neo Team Principal aveva già dovuto accettare un piano 2023 che prevedeva l’utilizzo di 4 Power Unit, una in più di quanto permesso dal regolamento. Evidentemente però qualcosa è stato sottovalutato, visti i problemi del Bahrain e questo, in futuro, non dovrà più avvenire. La mancata comprensione delle gomme, unita alla messa a punto degli assetti della nuova SF-23, sono due altri aspetti sui quali Vasseur è stato categorico, chiedendo un lavoro più sinergico tra i diversi reparti.
    Il Team Principal, a poco più di due mesi dal suo insediamento, ha cominciato a capire meglio gli uomini e l’organizzazione della squadra. Ci sono interventi pianificati che sono già stati resi operativi, come il cambio di mansione di Inaki Rueda, ex responsabile delle strategie in pista e qualche revisione di responsabilità di alcune key people; primo fra tutti Laurent Mekies che non è detto che possa anche essere il prossimo a lasciare Maranello.
    Binotto non c’è più ma gli strascichi della sua mala gestione si fanno ancora sentire. Diamo ancora un po’ di tempo a Vasseur per capire meglio ciò di cui dispone, sia come capitale umano che tecnico e poi siamo certi che alcuni cambiamenti saranno necessariamente fatti, per avere le persone giuste e di fiducia nei ruoli chiave, colmando quel gap di competenze che un team come la Ferrari non può più permettersi di avere. Per vincere occorre ingaggiare i migliori, siano essi ingegneri e piloti, andando con coraggio sul mercato. La Scuderia di Maranello deve tornare ad essere un polo fortemente attrattivo per queste figure che vogliono vincere in Formula 1.
    Il Mondiale Costruttori manca a Maranello dal lontanissimo 2008, due ere geologiche fa, pensando ai tempi moderni e in particolare a quelli della Formula 1 degli ultimi anni! LEGGI TUTTO

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    Il gesto di Leclerc dopo il disastro Ferrari in Bahrein: torna ai box e fa una cosa sorprendente

    Leclerc non c’è, ma non è disposto ad alimentare le polemiche in casa Ferrari, nonostante i deludenti risultati nel GP d’esordio in Barhein e la delusione per il ritiro forzato, il pilota monegasco tiene alto il morale del team.
    Il ritiro brucia, ma Leclerc abbraccia tutti
    Non si arrende all’evidenza del risultato, fa gruppo e dimostra doti da leader: Charles Leclerc ci tinene a sottolineare che il clima in casa Ferrari sia cambiato e dopo il doloroso ritiro nel primo GP della stagione, anzichè prendersela contro tutto e tutti, rientra nei box, salutando e ringraziando, uno per uno, tutti i componenti del team. Un gesto sorprendente e inedito, ma anche intimamente apprezzato da tutti i presenti.
    Sainz, non mi sorprende non poter lottare neache con Alonso
    Ferrari, Vasseur e la frase che spaventa tutti
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