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    F1, Russell: “Tornato più forte grazie a uno psicologo”

    ROMA – George Russell ha parlato della propria salute mentale e del ruolo importante che ha rivestito la psicoterapia nella sua preparazione alla nuova stagione in Formula 1. Nonostante sia al suo terzo anno in Williams, Russell non è ancora riuscito a conquistare un punto con il team nel 2019 e nel 2020, anche a causa della monoposto non all’altezza. Nel 2020 è andato vicino a una clamorosa vittoria al debutto con Mercedes a Sakhir, prima di scivolare in fondo alla graduatoria a causa di problemi al pit stop. Per affrontare le delusioni sportive, Russell si è rivolto a uno psicologo, che a quanto pare lo ha aiutato a superare il momento di difficoltà. “Sono arrivato secondo nelle qualifiche del Gran Premio di Sakhir. E sono rimasto deluso. La mia migliore posizione in qualifica fino a quel momento era stata la dodicesima posizione, di cui ero assolutamente estasiato, poi mi sono qualificato secondo e sono rimasto deluso. Questo mi ha anche insegnato che lottare per i campionati e le vittorie in futuro sarà mentalmente molto più difficile di quello che ho dovuto sopportare finendo in fondo alla griglia negli ultimi due anni”, le sue parole alla rivista The I.
    Russell e l’aiuto dello psicologo per arrivare al top
    Un aiuto importante quello ricevuto da Russell che ha aiutato il pilota sia dentro che fuori la pista. “Mi sento molto più forte e in salute – ha proseguito il pilota inglese – Molta gente, specialmente gli uomini, ha pregiudizi nei confronti della psicoterapia, che invece può essere un aiuto importante. Se dovrò lottare per le prime posizioni, per le vittorie in gara e per il campionato – ha aggiunto – dovrò essere mentalmente più forte, per cui le esperienze negative a posteriori sono una benedizione”. Nel weekend si corre a Imola, dove il pilota britannico cercherà di mettere a segno il primo punto per Williams, dopo il 14° posto in Bahrain. LEGGI TUTTO

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    Russell e Verstappen: dai ricordi dei go-kart ai sogni in Formula 1

    George Russell e Max Verstappen sono due giovani promesse della Formula 1 e sembrano destinati a spartirsi i titoli mondiali nelle prossime stagioni insieme ad altri talenti come Charles Leclerc, Lando Norris ed Esteban Ocon. L’olandese è sicuramente più esperto, avendo debuttato nella categoria reg… L’articolo Russell e Verstappen: dai ricordi dei go-kart ai sogni […] LEGGI TUTTO

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    George Russell e i grattacapi del programma giovani Mercedes

    Con l’annuncio di Perez in Red Bull manca ormai solo un tassello per completare lo scacchiere dei piloti che saranno in griglia nel 2021. L’ufficialità del prolungamento del contratto tra Lewis Hamilton e Mercedes era attesa per la giornata di venerdì ma sul fronte piloti non sono arrivate novità da parte del team di Brackley. Nella giornata indicata dai media e in qualche modo preannunciata dalla stessa Mercedes sui social è però arrivata la comunicazione del riassetto azionario della squadra: il colosso petrolchimico inglese Ineos ha rilevato un terzo delle quote del team ed è diventato azionista al pari di Toto Wolff e Daimler, rispettivamente in possesso di un terzo delle quote ciascuno. Allo stesso tempo è stato annunciato il rinnovo di Wolff come amministratore delegato e team principal della corazzata tedesca per altri tre anni.
    Il rinnovo di Hamilton appare ormai questione legata alle tempistiche. Il riassetto delle quote darà ancor più potere decisionale a Wolff e il sodalizio tra i due è certamente tra i grandi punti di forza del team che sta dominando i mondiali da sette anni a questa parte. All’inizio della stagione la Mercedes ha deciso di rinnovare il contratto di Bottas, disattendendo le aspettative di chi vedeva George Russell pronto a rilevare il sedile del finlandese. Il giovane talento di King’s Lynn ha potuto dare prova della propria classe quando è stato chiamato a sostituire Hamilton in Bahrein. Al contrario di molti suoi coetanei impegnati nella massima categoria Russell non ha ancora avuto l’opportunità di ritagliarsi una vetrina a causa della scarsa competitività della Williams, fanalino di coda da tre stagioni a questa parte.
    Nelle ultime stagioni la gestione dei programmi giovani nelle varie scuderie ha assunto sempre maggiore importanza. Squadre come la Ferrari e la stessa Mercedes hanno preso spunto dall’Academy diretta da ormai più di un decennio da Helmut Marko per plasmare i giovani del futuro e finanziare le carriere di chi non ha risorse sufficienti per scalare i vertici delle categorie propedeutiche. La Ferrari in particolar modo sta raccogliendo i frutti dell’ottimo lavoro svolto avendo promosso in squadra Leclerc nel 2019 e portato in Formula 1 Mick Schumacher, che debutterà nel 2021 con Haas. Wolff aveva scelto di puntare prima su Wehrlein e poi su Ocon, lasciato libero l’anno scorso di firmare con Renault.
    In Mercedes hanno sinora optato per la continuità, dando fiducia a una coppia di piloti in grado di garantire al team entrambi i titoli mondiali e ben pochi grattacapi nella gestione interna. Russell nel 2021 affronterà con ogni probabilità la terza stagione con la storica scuderia di Grove, in un quadro tecnico molto complesso che difficilmente lo potrà lanciare come candidato per risultati degni di nota. Fare esperienza nel Circus è molto importante ma lo è altrettanto essere lanciati nella mischia per imprimere una svolta al proprio percorso di crescita. Seguendo questo approccio la Mercedes segna un netto distacco rispetto agli altri team. Forse dietro vi è la consapevolezza che, dopo il ritiro di Hamilton, un team di questo calibro potrà andare sul mercato e scegliere facilmente il migliore tra i top driver a disposizione. Ma allora non avrebbe molto senso investire importanti somme di denaro per finanziare la carriera dei propri giovani, che come Ocon hanno portato il proprio bagaglio di esperienza altrove.
    Russell ha sicuramente la stoffa necessaria a cimentarsi in un top team, con tutte le pressioni del caso. A dimostrarlo non serviva certo il weekend di Sakhir. Il suo curriculum nelle formule minori ha ben pochi precedenti e l’innata velocità in qualifica gli ha permesso di emergere anche in un quadro tecnico deficitario. Il passo successivo nella sua maturazione dovrebbe essere quello di salire in pianta stabile su una Mercedes e avere il tempo per sviluppare la costanza e il rendimento necessario per ambire a un titolo mondiale. La sensazione è certamente quella di un talento di grandissimo valore che non deve andare sprecato. La Mercedes lo sa e programmerà con cautela il dopo Hamilton. Le vittorie e il clima di grande serenità all’interno nel team non devono però rallentare l’ascesa di Russell, anche a costo di prendersi qualche rischio in più. LEGGI TUTTO

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    F1, La luce di Russell non sia un pretesto per offuscare Hamilton

    Che George Russell avesse la stoffa di un potenziale fenomeno era già noto prima del suo approdo in Formula 1. Da rookie ha dominato prima la GP3 e poi la Formula 2 e con il supporto di Mercedes è sbarcato in Williams. Purtroppo la nobile decaduta della massima categoria non è esattamente la vetrina ideale per mettersi in mostra e il giovane inglese è spesso rimasto sul fondo della griglia a lottare con il compagno. Nonostante ciò, il ragazzo di King’s Lynn ha dato un assaggio delle sue doti in qualifica, entrando per nove volte in Q2 prima del Bahrein e prevalendo sempre sul compagno di squadra in due anni di attività.
    La pole position all’esordio con Mercedes gli è sfuggita per soli 26 millesimi. In gara è scattato bene dal lato sporco della pista e senza timori ha sopravanzato Bottas, per poi imporre un gran passo e involarsi verso una straordinaria vittoria. La safety car e l’errore del box hanno azzerato tutto, costringendo Russell a una gran ripartenza in cui è riuscito a sverniciare Bottas, rimasto in pista con gomma hard usata, e altre due vetture fino a raggiungere il secondo posto. Il tentato inseguimento al leader Perez è stato vanificato da una foratura, con ulteriore sosta ai box e rimonta sino al nono posto condita dal giro veloce. Al di là dell’innata velocità sul giro secco Russell ha impressionato per un approccio di graduale ricerca del limite e per una grande gestione di gara, aspetto molto più complesso da mettere a punto.
    La seconda considerazione emersa dal fine settimana di Sakhir riguarda Lewis Hamilton e il valore della Mercedes nel suo impressionante ciclo di vittorie. La prestazione di Russell non può sminuire in alcun modo il valore di un pilota che combatte all’apice da anni con un rendimento straordinario. Russell è da tempo indicato come un astro nascente della categoria, impossibilitato a mostrare il suo reale valore a causa della vettura che guida. Il fatto che non sia la Mercedes a vincere da sola è testimoniato dai risultati di Bottas, pilota tanto veloce quanto poco concreto in gara e non a suo agio nel corpo a corpo. Il finlandese ha ottenuto appena due successi nel 2020 contro le undici di Hamilton e ha appena sedici punti in più di Verstappen in campionato.

    I tifosi mascherati da giornalisti che aspettavano la grande performance di Russell non per esaltarne il valore ma per sminuire la caratura di un campionissimo come Hamilton sono partiti all’attacco, sfoderando tesi che hanno naturalmente trovato spazio solo in Italia. Il sette volte campione del mondo britannico ha regalato molte delusioni ai tifosi della Ferrari, dal 2008 sino al biennio 2017-2018 dove si è imposto contro Vettel. Ciò che però esula completamente dall’essere un esperto imparziale è cambiare il metro di giudizio a seconda dei protagonisti coinvolti. Nel 2014 quando la prorompente ascesa di Ricciardo ha costretto Vettel a migrare in Ferrari nessuno dei suddetti opinionisti ha manifestato dubbi così importanti circa il reale valore del quattro volte campione del mondo. Il suo approdo in Ferrari è stato celebrato e la stampa lo ha osannato fino alla fine del 2018. Le tesi che lo vedevano vincitore in Red Bull solo grazie alla superiorità della sua vettura sono rimaste seppellite nel passato.
    Una dinamica simile si è potuta osservare quando Verstappen ha vinto al debutto con la Red Bull nel 2016. Ricciardo non è un campione del mondo ma era comunque in piena ascesa. Il rilievo mediatico è giustamente ricaduto sull’impresa di Verstappen, che pure ha avuto bisogno di un paio di stagioni di apprendistato prima di diventare un pilota completo. Per citare un esempio più recente, Leclerc è arrivato in Ferrari da predestinato e la catena di errori di Vettel non ha comunque offuscato il talento del monegasco e le speranze che vi riversano i tifosi della Ferrari.
    Il confronto in pista tra Hamilton e Russell non è ancora avvenuto e pure i sedicenti esperti non si sono risparmiati in giudizi, strumentalizzando la rivelazione di un potenziale campione per attaccare chi è sempre stato il nemico numero uno. Vincere se non indossi la tuta rossa e se ti chiami Lewis Hamilton non può che renderti un bersaglio facile. LEGGI TUTTO

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    F1, Gp Sakhir: l’analisi delle prestazioni degli esordienti

    Il Gran Premio di Sakhir 2020 passerà alla storia per la prima vittoria di Sergio Perez in F1, con il messicano autore di una rimonta arrembante dopo l’incidente al primo giro che gli ha consentito di sollevare il trofeo del vincitore al suo 190° GP in carriera. Il pilota della Racing Point, c… L’articolo F1, […] LEGGI TUTTO

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    GP Sakhir F1 2020: la prima vittoria di Perez, in una gara incredibile!

    Sergio Perez ha vinto il Gran Premio di Sakhir! Il messicano ha ottenuto così la prima vittoria in carriera, approfittando dei problemi di Russell, autore di una gara bellissima. Primo podio in carriera per Esteban Ocon, secondo davanti a Lance Stroll a completare la festa Racing Point. Una gara bel… L’articolo GP Sakhir F1 2020: […] LEGGI TUTTO