More stories

  • in

    Paganini (prep. fisico di Federer): “Il pieno recupero di Roger richiede più tempo”

    Pierre Paganini insieme a Federer

    Pierre Paganini, storico preparatore atletico di Roger Federer, ha rilasciato una lunga intervista al magazine svizzero The Tages Anzeiger, in cui racconta il lungo recupero del campione elvetico dopo i due interventi al ginocchio. Paganini è una figura importantissima nel team-Federer, visto che Roger è riuscito ad avere una carriera così lunga anche grazie all’eccellente lavoro svolto per preservare il suo fisico dagli infortuni. Ad inizio 2020 il fastidio al ginocchio si era aggravato a tal punto da spingere Federer all’intervento chirurgico, rivelatosi poi non del tutto risolutivo e forzandolo di nuovo sotto i ferri la scorsa estate. Ecco alcuni estratti del racconto del Paganini.

    “Come procede la preparazione di Roger? Adesso si allena normalmente. Se potessi vederlo diresti: non è infortunato, va tutto bene. Ma non dobbiamo dimenticare che solo quando tutte le tappe del recupero sono finite, la reattività torna a funzionare. Questo è molto importante nel tennis. Ci stiamo lavorando da molto tempo, ed è lì che puoi vedere se il puzzle si è completato in tutti i suoi tasselli. È lì che ci troviamo adesso. Ci è voluta una pazienza incredibile per arrivare a questo punto … È una follia a ripensare quanto è stato lungo il percorso. Parlando di forza, è tornato al livello precedente all’infortunio, ma non si tratta solo di volume della muscolatura, anche di versatilità. Il tennis non è uno sport di forza, ma di resistenza a continui stimoli di reattività. La forza si allena per raggiungere gli obiettivi in ​​campo. Stiamo lavorando molto sulla velocità perché sappiamo molto bene che questo sarà un punto importante”.
    “L’infortunio? Non rilascio mai informazioni specifiche sulle problematiche mediche. Posso dire che se un problema esiste da diversi anni, è chiaro che sarà complesso il recupero. Questo ginocchio gli causava problemi da diversi anni, ma poteva tenerli sotto controllo, con una pianificazione adeguata ed esercizi specifici. Lui e l’intero team ci stavano lavorando da molto tempo. Il fatto che un giocatore che ha giocato più di 1500 partite abbia diversi interventi chirurgici sul suo corpo fa parte della vita di un atleta longevo. Roger ha la forza di vedere il lato positivo delle cose. Finché è stato in grado di giocare e allenarsi liberamente, non è stato nemmeno un grosso problema. Quando ha deciso di sottoporsi a un intervento chirurgico, si è assunto la piena responsabilità”.
    “Il processo è stato lungo, era necessario avanzare lentamente, a passo di lumaca, per non rischiare di avere altre battute d’arresto. C’è stato bisogno di una seconda operazione perché l’articolazione era sovraccarica. La seconda operazione è avvenuta nello stesso punto della prima, questo spiega il perché sia stato necessario un tempo lungo di totale inattività, e quindi un periodo ampio con diverse fasi per iniziare il recupero. Il ginocchio era particolarmente fragile dopo due operazioni. Adesso siamo nel tratto finale per percorso, ma stiamo ancora lavorando “.

    “La grande differenza rispetto alla situazione vissuta nel 2016 (il primo intervento ad un ginocchio subito da Roger, ndr) è che quando si è preso una pausa dopo Wimbledon nel 2016, i suoi muscoli erano sempre tonici. Ora abbiamo avuto una pausa totale in cui i muscoli si sono notevolmente deteriorati. È passato molto tempo tra la prima operazione e il periodo di luglio, in cui avevamo stabilito che avremmo potuto ricominciare a lavorare gradualmente. I suoi muscoli non erano più nelle stesse condizioni, gli squilibri erano estremi. I suoi muscoli non potevano sopportare certi carichi di lavoro, avevano bisogno di più tempo. Quando abbiamo ripreso a lavorare, cerchi di fare tutto il possibile. Devi farlo più volte in modo graduale, in modo che il corpo impari a mantenere le ripetizioni a un certo livello; quindi devi fermarti e vedere come reagisce il corpo. Verso l’inizio di ottobre, siamo partiti dal livello più basso. Tuttavia, abbiamo cercato fin dall’inizio di incorporare aspetti di coordinazione. Dovevamo sempre sapere cosa era possibile fare, come il suo corpo reagiva a questo o quello, quante volte era possibile ripetere, e via di nuovo valutare l’intero processo, la fatica, ecc. Tutto, dal minimo movimento dopo l’operazione al punto attuale, per poter tornare giocare di nuovo il suo tennis. È una lunga strada da percorrere”.
    “Roger gioca solo quando sa di poter giocare bene. Ora dobbiamo vedere come reagisce il suo corpo. È importante proteggerlo. Non è paragonabile alla situazione del 2016. È già una grande vittoria poter tornare in campo, giocare e poter dire ‘Sto bene, non vedo l’ora che arrivi la prossima partita’. Al momento è sicuro che giocherà a Doha, poi vedremo se anche Dubai. Aspettiamo di valutare lo sforzo e la reazione del suo corpo dopo i primi incontri”.
    La domanda sul ritiro dal tennis Pro è immancabile. Ecco la risposta di Paganini: “Quando deciderà di fermarsi, si fermerà. Perché non puoi più, o non vuoi. Certo, c’è un limite. Ti stai allenando molto duramente in questo momento perché vuoi sapere: dov’è questo limite? E dove mi trovo in relazione a questo? Ed è Roger Federer che lo dice, non io. Stiamo parlando di una persona incredibile. Ciò che viene spesso sottovalutata è la sua pazienza. Senza questa pazienza, il suo ritiro sarebbe arrivato molto tempo fa. Devi avere qualità personali incredibili per continuare i duri allenamento con questa passione”.
    “Troppo vecchio per vincere ancora? Penso di no, ma tutto dipende da quanto sei sano. È un po’ presto per rispondere a questa domanda. È anche la quinta generazione contro cui giochi, gli avversari molto più giovani e forti. Penso che Roger sia stato decisivo nell’elevare il livello di tutti, è …quasi “colpa sua”. Quando ha deciso di operarsi, la prima domanda che ha fatto è stata ‘Voglio sapere se potrò giocare di nuovo’, era logico che non volesse pensare alla fine della sua carriera. Ha scelto un percorso che avrebbe richiesto diversi mesi puntando a tornare, non dire addio”.
    La passione di Federer per il tennis sorprende anche chi lo conosce da una vita e lo segue costantemente: “Io stesso sono sorpreso dalla sua passione, a volte mi chiedo: perché continua a fare tutto questo? È un fenomeno, non c’è molto altro da aggiungere. Quando abbiamo fatto la prima sessione di esercizi, con dei piccoli ostacoli da saltare, ha saltato il primo che gli abbiamo messo davanti con una certa titubanza… ma visto che andava tutto bene, è diventato euforico, era davvero orgoglioso di averlo saltato. Quando lo vedi queste cose, le emozioni spontanee che ancora prova per le cose più semplici, ti fa sentire giovane, è ricco di vita“.
    Piani per il 2022? “Ottima domanda… non voglio svicolare e non rispondere, posso dire oggi che abbiamo sempre un piano A e un piano B. Ma abbiamo ancora pochissime risposte ad alcune domande emerse durante gli allenamenti. Abbiamo bisogno di maggiori informazioni prima di sapere in quale direzione sta andando la pianificazione, e solo provando in campo avremo queste risposte. È presto per pensare ad un futuro così lontano”.

    Una intervista interessante (anche perché Paganini parla molto poco con la stampa…), che chiarisce moltissimi aspetti di questi mesi “off” di Roger. Ricordiamo che l’ultimo match ufficiale giocato dallo svizzero è stata la semifinale agli Australian Open 2020 persa contro Djokovic. Quindi il match dei record a Città del Capo con Rafa, con il più grande pubblico mai registrato per un match di tennis, anche se era solo un’esibizione. Da allora Roger non è più tornato in campo.
    Mancano pochi giorni al suo rientro. C’è enorme curiosità per vederlo di nuovo all’opera e capire se il lungo piano di recupero svolto insieme a Paganini ci restituirà quel giocatore tanto amato da milioni di appassionati in tutto il mondo.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Chi è il migliore tra Federer, Djokovic e Nadal? Medvedev risponde “Per me, sono, senza dubbio, i tre migliori nella storia del tennis”

    È il grande dibattito nel tennis. Chi mettereste nel posto più alto nella storia del tennis: Roger Federer, Novak Djokovic o Rafael Nadal? Diversi stanno dando la loro opinione e questa volta è stato il turno di Daniil Medvedev ad essere chiamato a “deporre”. Il tennista russo ha fatto una profonda analisi degli avversari e […] LEGGI TUTTO

  • in

    Federer annuncia il rientro: “Riparto da Doha. Giocherò sulla terra battuta, ma gli obiettivi restano Wimbledon e Olimpiadi”

    Dopo un’infinita ridda di voci, finalmente Roger Federer ha sciolto la riserva sul rientro nel 2021. Lo svizzero ha concesso un’intervista esclusiva al media svizzero SFR, in cui ha parlato della condizione attuale e soprattutto del programma ideale per la stagione appena iniziata. Si è detto voglioso di giocare, di ritrovare il suo miglior tennis e provare […] LEGGI TUTTO

  • in

    Federer “trema” nei momenti decisivi? I numeri dicono altro. È il migliore nei tiebreak (di Marco Mazzoni)

    Roger Federer agli Australian Open 2018

    È opinione diffusa (…anche secondo gran parte dei suoi tifosi più accaniti…) che Federer non sia così freddo nei momenti decisivi delle partite, soprattutto quando si gioca un duro testa a testa. Per molti i due match point non trasformati da Roger nella finale di Wimbledon 2019 sono ancora un vero e proprio incubo, come altre occasioni importanti sprecate dallo svizzero.
    Tuttavia un dato numerico complessivo nella carriera di Federer ci racconta tutt’altro. Il collega britannico Chris Goldsmith ha stilato una classifica della percentuale di tiebreak vinti in carriera da quando vengono tenute le statistiche dei match maschili.
    In vetta a questa statistica, che riguarda esattamente la capacità di chiudere un set molto equilibrato, troviamo… Roger Federer, con il 65,3% di tiebreak vinti. In pratica, 2 su 3. Appena sotto Novak Djokovic, insieme al grande campione statunitense Arthur Ashe. Tra i migliori ma con una percentuale peggiore Rafa Nadal, al 60,7%.

    Ecco la classifica dei migliori 15
    65,3% – Roger Federer
    65,0% – Novak Djokovic
    65,0% – Arthur Ashe
    63,2% – Andres Gomez
    62,8% – Pete Sampras
    62,2% – Andy Murray
    62,1% – Andy Roddick
    62,1% – Guillermo Perez Roldan
    61,9% – Milos Raonic
    61,8% – John McEnroe
    61,0% – John Newcombe
    60,7% – John Isner
    60,7% – Rafael Nadal
    60,4% – Ivan Lendl
    60,3% – Nicolas Escude

    I numeri sono importanti, ma sempre ricordiamo che i numeri vanno saputi leggere. Restando all’indimenticabile finale dei Championships 2019, Federer perse i tre tiebreak (incluso quello decisivo sul 12 pari), e la sensazione personale in tutta la carriera dello svizzero resta quella di un Roger fortissimo, leggendario, ma soprattutto quando è riuscito ad imporre la sua classe, staccando il rivale prima di un “pericoloso” arrivo al fotofinish.
    Inoltre escluso qualche eccezione (Perez Roldan e Gomez) o campioni tra i più forti, in questa classifica troviamo tennisti dotati di grandi servizi, colpo decisivo in ogni tiebreak. Ma non solo: il servizio resta sempre un colpo inserito in un contesto, e solo i “campioni” non tremano quando la tensione è altissima (tiebreak). Un esempio? Goran Ivanisevic, dotato di uno dei servizi più incredibili della storia, nella finale di Wimbledon persa contro Agassi nel ’92 non imbroccò un Ace nella stretta finale; idem nell’altra finale dei Championships persa vs. Sampras nel ’94, con i primi due set ceduti al tiebreak senza alcuna differenza alla battuta per il croato, mentre Pete fu un un vero “killer” con la prima in quei delicati frangenti. Non è un caso quindi che Sampras figuri in questa statistica, mentre Ivanisevic no.
    Alla fine, saper vincere i tiebreak, sia col servizio che con grandi risposte e costruendosi il punto, resta un’arte suprema nel gioco. La differenza dei campioni.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

  • in

    Fognini: “Mi piacerebbe rivedere Federer, mi dispiace dirlo ma è lui il tennis”

    Fabio Fognini con Roger Federer

    Il numero cinque del mondo Roger Federer è ancora lontano da tutte le polemiche di Melbourne per preparare il suo ritorno nel circuito.
    Il tennista svizzero ha scelto di non giocare agli Australian Open perché non ha ancora recuperato completamente dal suo infortunio al ginocchio, tuttavia, alcuni stanno già aspettando con ansia il tanto desiderato ritorno del campione.
    Stiamo parlando di Fabio Fognini, uno dei nomi più carismatici del circuito, che ha fatto alcuni elogi a Federer. “Mi piacerebbe rivedere Roger perché sono un suo grande fan, mi piace molto vederlo giocare. Mi dispiace dirvelo, ma è lui il tennis”, ha detto in una dichiarazione ai social network dell’ATP.

    “I would like to see Roger again.”
    🇮🇹 @fabiofogna wants to see @rogerfederer back very soon on the #ATPTour. pic.twitter.com/TsC9zReQFk
    — ATP Tour (@atptour) January 20, 2021 LEGGI TUTTO

  • in

    A Marzo il ritorno in campo di Roger Federer. Lo svizzero dovrebbe essere in campo a Doha e Dubai

    Roger Federer, classe 1981 e n.5 ATP

    Roger Federer, 39 anni, si prepara a tornare in campo un anno dopo dal suo ultimo incontro.Lo svizzero, che ha giocato una storica partita di esibizione con Rafael Nadal nel febbraio 2020 in Sudafrica, non ha più gareggiato nel circuito dopo le semifinali degli Australian Open contro Novak Djokovic e il suo ritorno avverrà probabilmente quasi 14 mesi dopo, nella settimana dell’8 marzo 2021.

    Il campione svizzero ha in programma di tornare in campo in modo competitivo nell’ATP 250 di Doha, che quest’anno è passato alla seconda settimana di marzo, prima dell’ATP 500 di Dubai, dove è prevista anche la partecipazione di Federer. Roger ha tre titoli a Doha vinti nel 2005, 2006 e 2011, ma ha smesso di competere nell’evento nell’ultimo decennio, optando per la regola di andare in Australia prima.
    Le informazioni sul calendario di Federer sono state fornite dall’olandese Richard Krajicek, ex campione di Wimbledon e attuale direttore del torneo di Rotterdam. Krajicek cercherà di portare Federer nel torneo olandese – che ha già confermato la presenza di Rafael Nadal e Daniil Medvedev. LEGGI TUTTO

  • in

    Il bel gesto di Roger Federer per un suo fan

    Roger Federer, 39 anni, è stato il protagonista dell’ennesimo gesto che contribuisce a spiegare il motivo della sua popolarità. Il campione svizzero, detentore di 20 titoli del Grand Slam, ha ricevuto una lettera di Natale da un tifoso argentino nella sua casa di Basilea e non è rimasto indifferente. Tutto è iniziato quando la fidanzata […] LEGGI TUTTO

  • in

    Federer si allena a Dubai con il connazionale Juniores Dominic Stricker

    Roger Federer nella foto con Dominic Stricker

    Roger Federer, numero cinque della classifica mondiale, è il principale assente all’Australian Open di quest’anno, torneo conquistato sei volte. Il 39enne svizzero è fermo ormai da 1 anno per colpa del ginocchio, ma non ha smesso di allenarsi a Dubai, dove è già da un mese.

    Roger si è allenato in questi giorni con il giovane connazionale Dominic Stricker, numero tre del mondo juniores e campione del Roland Garros 2020 (una delle due sole prove major junior che si sono disputate nel 2020). LEGGI TUTTO