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    F1, Ricciardo: “Nel 2018 non volevo più correre”

    ROMA – “Il 2018 è stato uno degli anni peggiori della mia carriera. Dopo il mio successo a Monaco, ero in cima al mondo. E all’improvviso, più nulla. È stata la mia ultima vittoria. E anche il mio ultimo podio. Ricordo che dopo Città del Messico non volevo andare alla gara successiva. Ovviamente in fondo sapevo che ci sarei andato, ma dà un’idea di quello che stavo passando in quel momento”. Daniel Ricciardo, intervistato da L’Equipe, ha raccontato di aver passato un momento molto buio nella sua carriera, avvenuto precisamente poco meno di tre anni fa, nell’autunno del 2018 ma più in generale durante tutto quel mondiale di Formula 1, in cui chiuse al sesto posto in classifica piloti con due vittorie.
    Sugli anni in Red Bull
    Molto più belli, invece, i ricordi legati al 2014, anno del suo esordio in Red Bull: “Il 2014 è stato un grande anno, ha davvero avviato la mia carriera – ha detto parlando della sua prima stagione con la scuderia di Milton Keynes – . Mi ha permesso di entrare a far parte del club dei vincitori di un Gran Premio e mi ha fatto guadagnare il rispetto dei migliori. Era stato davvero gratificante mostrare al mondo quanto valevo”.  LEGGI TUTTO

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    F1, Ricciardo: “Verstappen può restare ai vertici fino a 40 anni se vuole”

    ROMA – Daniel Ricciardo non ha mai nascosto la stima verso Max Verstappen, giovane, ma con un’esperienza importante già alle spalle nel mondo della Formula 1. Per il pilota della McLaren, l’olandese sarebbe in grado di emulare il percorso di Hamilton: “Finché vorrà correre Max Verstappen potrà farlo al top, un po’ come sta facendo Lewis. Dipende da lui, se vorrà potrà correre ancora a lungo ed essere al vertice fino a 40 anni”. Nei confronti di Leclerc ha altrettanto rispetto: “Charles ha già dimostrato di valere le primissime posizioni, vedremo come si comporterà Lando Norris, ma sembra abbia tutto quello che serve per puntare a vincere”, le sue parole. 
    Punto in comune con Sainz
    Ricciardo prese il posto di Carlos Sainz nel 2019 sulla monoposto Renault. I due hanno cinque anni di differenza, ma Daniel prova a trovare un punto di contatto: “Io e Sainz facciamo parte di una ‘terra di mezzo’ tra i veterani e i nuovi arrivati – ammette a RacingNews365.com -. In tutti gli sport l’età dei campioni si sta abbassando, perché sono seguiti da vicino da persone con grande esperienza e come spugne imparano tutto molto velocemente e con grande efficacia. In più utilizzano tanto i simulatori, non so se serve, ma a loro piace. Io correrò fino a quando sarà competitivo, di sicuro non mi accontenterò di andare a spasso in macchina solo per il gusto di farlo”. LEGGI TUTTO