More stories

  • in

    F1, Gp Sakhir (FP3): Verstappen davanti a Bottas e Gasly. Ferrari molto lente

    Max Verstappen ha ottenuto la miglior prestazione delle ultime prove libere del Gran Premio di Sakhir, davanti a Bottas e ad un ottimo Gasly sull’Alpha Tauri. Più arretrate le due Ferrari, con Vettel che si è dovuto fermare anzitempo per sostituire il motore in via precauzionale. Verstappen ha sensi… L’articolo F1, Gp Sakhir (FP3): Verstappen […] LEGGI TUTTO

  • in

    F1, GP Bahrain (FP2): Hamilton davanti a tutti. Male le Ferrari

    Anche nella FP2 del Gp del Bahrain il migliore resta sempre lui: Lewis Hamilton, al termine di una sessione tormentata con due bandiere rosse ad interromperla temporaneamente prima a causa di un brutto incidente e poi per l’invasione in pista di un cane. Dello spettacolare crash è stato protag… L’articolo F1, GP Bahrain (FP2): Hamilton […] LEGGI TUTTO

  • in

    F1, riflettori sul futuro incerto di Max Verstappen e Lewis Hamilton

    Ultimamente un po’ in ombra, sbiadito da una vettura non sempre brillante e da eccessi di aggressività, Max Verstappen è però il pilota-protagonista della F1 attorno a cui ruota il maggior interesse in chiave futura. L’altro è Lewis Hamilton. Per entrambi la domanda è ricorrente: cosa fa… L’articolo F1, riflettori sul futuro incerto di Max […] LEGGI TUTTO

  • in

    GP Turchia F1, Lewis Hamilton vince gara e titolo. Ed entra nella leggenda!

    Lewis Hamilton ha conquistato il settimo Titolo Mondiale vincendo un bellissimo Gran Premio di Turchia! L’inglese ha conquistato una gara che sembrava non essere inizialmente alla sua portata, mostrando come si fa a diventare leggende nel giorno in cui il suo team mate ha dimostrato tutta la sua deb… L’articolo GP Turchia F1, Lewis Hamilton […] LEGGI TUTTO

  • in

    F1, GP Turchia: il ritorno ad Istanbul dopo 9 anni

    Se è vero che l’emergenza Covid-19 ha inevitabilmente stravolto le nostre vite, è altrettanto stabilito che questo 2020 verrà ricordato, limitatamente al mondo della F1, come quello dei “grandi ritorni”. Con il forfait di vari appuntamenti previsti in calendario, la stagione in cor… L’articolo F1, GP Turchia: il ritorno ad Istanbul dopo 9 anni proviene […] LEGGI TUTTO

  • in

    F1, Red Bull RB16: Tanti sviluppi nel 2020 ma Mercedes è sempre lontana

    Dopo la Ferrari, in questo 2020 una delle squadre sicuramente che più ha deluso in fatto di perfomance è la Red Bull che, con la RB16 sperava di competere quantomeno alla pari con la Mercedes W11.
    Dopo gli incoraggianti test pre-stagionali di Febbraio, le aspettative sulla Red Bull RB16 erano alte. La monoposto, che ha segnato per certi versi un punto di rottura con le precedenti vetture di Milton Keyenes, presentava un Power Unit Honda in netto miglioramento e un’aerodinamica più estrema. La monoposto 2020 di Adrian Newey aveva come obbiettivo di competere alla pari con le Mercedes, dando finalmente all’alfiere Verstappen una chance mondiale.
    Molte delle soluzioni adottate da Adrian Newey sulla Red Bull del 2020 sono state assolutamente innovative per la scuderia anglo-austriaca; fra queste l’adozione di un muso stretto, di scuola Mercedes, con un cape anche più sofisticato della stessa stella a tre punte.
    Con lo scopo di ridurre il drag e aumentare la portata d’aria fra ruota interna e il telaio, Red Bull ha lavorato molto sulla soluzione in stile Mercedes, che Newey ha poi re-intrepretato per la sua monoposto, con delle ulteriori modifiche. Nella zona più esterna del cape, ovvero quel deviatore di flusso che sta nella parte inferiore del muso, è stato aggiunto, nella seconda settimana di test, un profilo aerodinamico verticale per aumentare l’outwash ai lati del telaio.
    Oltre al muso stretto, per il progetto RB16 si è lavorato molto sulla sospensione anteriore, completamente rivista rispetto alla vecchia RB15 del 2019. Rispetto alla vettura dello scorso anno, Newey ha spostato la soluzione multi-link (vale a dire bracci del triangolo ancorati in punti separati del porta mozzo) al triangolo inferiore. Ma la novità principale e unica all’interno del circus, è l’arretramento della colonna dello sterzo, con il tirante che si trova sostanzialmente al centro fra il triangolo inferiore e quello superiore. Oltretutto, come vediamo nell’illustrazione in basso, il triangolo inferiore ha il braccio anteriore che va da una parta all’altra del telaio, soluzione che da tempo non si vedeva in F1. Tutto un lavoro di restyling delle geometrie per ridurre la sezione frontale del telaio (entro i limiti del regolamento) per alloggiare il muso stretto, e fornire una sezione più ampia al canale S-Duct.
    Dalla prima gara in Austria si è potuto constatare però come Mercedes abbia ulteriormente alzato l’asticella in questa tribolante stagione 2020, portando una W11 che, fra DAS, super Power Unit, e eccezionali doti telaistiche, ha rubato ancora una volta la scena ai competitors. La RB16 si è dimostrata una vettura ancora soggetta a problemi di affidabilità e una macchina che il solo Max Verstappen è riescito a sfruttare oltre i suoi limiti. L’olandese infatti, spesso e volentieri è stato l’unico in grado di “aggiungere del pepe” alle gare solitarie del duo Mercedes. Il supporto, in termini di risultati in gara, giunto dall’altro alfiere Red Bull Alex Albon è pressoché mediocre, fra varie sfortune e prestazioni non all’altezza del nome Red Bull.
    La mazzata definitiva per il team di Christian Horner è arrivata con l’annuncio dell’addio a fine 2021 del costruttore Honda, sul quale Red Bull (e lo stesso Verstappen) avevano fornito piena fiducia per il ritorno al vertice della scuderia anglo-austriaca.
    Red Bull è da inizio stagione che continua a introdurre novità sulla RB16, con piccoli aggiornamenti aerodinamici quasi ad ogni Gran Premio. Nelle prime due tappe in Austria, ad inizio Luglio,  novità tecniche hanno riguardato il fondo, al quale sono stati aggiunti dei generatori di vortice lungo la parte centrale e posteriore, e un nose dai piloni più ravvicinati.
    Sempre in Austria sulla RB16 è stato utilizzato, e mantenuto poi nel corso della stagione, una paratia verticale dell’ala posteriore molto diversa dalla soluzione standard degli scorsi anni: il nuovo endplate si è ispirato molto a una soluzione già presente sulla Haas nel 2019, con l’implementazione di una serie di soffiature svergolate a forma di “esse”, che vanno a incanalare le turbolenze indotte dal rotolamento delle ruote posteriori nella zona interna-inferiore dell’ala posteriore. Modificata anche la paratia nel bordo esterno superiore, che presenta una forma a gradino, e non più un profilo incurvato. Interessante anche notare come Red Bull abbia adottato in questa stagione spesso un profilo di ala posteriore a cucchiaio, non per ultimo il GP dell’Emilia Romagna. Nell’illustrazione in basso osserviamo il layout di ala posteriore classica e a cucchiaio, assieme al nuovo endplate introdotto sin da Zeltweg.
    Durante il corso della stagione Red Bull ha praticamente accantonato il nose dai piloni più stretti, mentre il fondo è stato nuovamente modificato al Mugello, con i lunghi binari che hanno lasciato spazio ad una serie di slot a 45 gradi, per portare aria sotto il fondo e ricreare quella sorta di sigillo aerodinamico per incrementare l’effetto deportante sulla RB16.
    Adrian Newey ha lavorato molto sulle prese di raffreddamento per Power Unit ed elettronica in vista delle numerose tappe estive ravvicinate, introducendo uno shape di serie di prese d’aria per il raffreddamento diverso rispetto alle soluzioni più convenzionali. Nel corso delle ultime gare, una grande presa d’aria ai lati dell’abitacolo si è alternata alla classica soluzione chiusa della carrozzeria della RB16. Nel dettaglio del disegno in basso, possiamo osservare anche il layout delle barge boards, con gli elementi ai lati delle bocche dei radiatori che sono stati modificati durante i test, e che hanno una forma utile a  far incanalare il flusso d’aria aderente al corpo vettura, facendo lavorare l’aerodinamica della RB16.
    Ma Adrian Newey non lascia nulla al caso, e molte delle novità portate di Gran Premio in Gran Premio sulla Red Bull riguardano anche la micro-aerodinamica: per il GP dell’Eifel al Nurburgring, Red Bull ha portato in pista un diverso supporto degli specchietti, con una modifica nella zona in cui il sostegno va ad ancorarsi al telaio. La nuova specifica presenta una forma più spigolosa, praticamente formando un angolo retto, mentre nella vecchia soluzione il supporto (che funge anche da elemento aerodinamico) aveva una forma più arrotondata. Da diversi GP precedenti invece sull’Halo era stato installato un piccolo profilo aerodinamico, per mandare più aria nella parte superiore della vettura . Assieme ad esso, un piccolo sfogo d’aria si trova proprio ai lati dell’abitacolo.
    Una delle modifiche più importanti viste sulla Red Bull nel corso di questa stagione riguarda probabilmente la sospensione posteriore, che proprio al Nurburgring è stata modificata con l’aggiunto di un soffiaggio all’interno del bracket del portamozzo. Questo permette alla bracket di lavorare anche in campo aerodinamico, con il soffiaggio che permette il passaggio dell’aria, che andrà poi a investire i profili aerodinamici nella parte posteriore delle prese dei freni, e la parte esterna dell’endplate dell’ala posteriore.
    Anche questa soluzione è di sretta matrice Mercedes che, già con la W10, aveva adottato questo soffiaggio al limite del regolamento nel 2019. La stessa Red Bull a Melbourne aveva chiesto alla Federazione di fare chiarezza sulla sospensione della Mercedes e della Racing Point RP20, in quanto il soffiaggio poteva avere come scopo quello di portare più aria a cerchione e disco freno, risultando dunque una vera e propria presa di raffreddamento che andava a estendersi oltre le misure massime consentite da regolamento. La FIA aveva chiesto di “tappare” parzialmente il foro del bracket a Mercedes e Racing Point, sancendo così una “vittoria tecnica” per la scuderia di Christian Horner. LEGGI TUTTO

  • in

    No Max no party: ecco perché Verstappen è vitale per la Formula 1

    C’è da ammetterlo. Quando si ammira Max Verstappen alla guida riecheggia nella mente la canzone “Don’t stop me now” dei Queen. La sua foga, il suo stile grezzo, un po’ a ricordare Nigel Mansell, stanno facendo avvicinare anche il pubblico italiano a questo ragazzo che, piano piano, conquista tutti. Cosa sarebbe stata la stagione 2020 senza Mad Max? La Formula Mercedes, o Formula noia. In momenti come questo, un pilota come lui che lotta andando oltre le capacità del mezzo a disposizione, talvolta riuscendo ad ottenere risultati inaspettati, emoziona e non poco.
    Si può sicuramente affermare che Verstappen è indispensabile al Circus. Allo spettacolo. Con una Red Bull non così veloce, riesce sempre a stare quantomeno a contatto con i due missili di Stoccarda e a mettere il pepe necessario per rendere godibili quelle gare che, altrimenti, risulterebbero monotone. A 23 anni questo ragazzo ha già corso la bellezza di 115 gran premi. E cresce continuamente ad ogni gara disputata. Sia nella guida che nei consensi.
    Basti tornare indietro a domenica quando è stato costretto a ritirarsi dopo la sfortunata foratura della posteriore destra per un detrito. Alzi la mano chi non è rimasto dispiaciuto della sua uscita di scena. Un pilota vero, nudo e crudo, che mette sempre l’anima in quello che fa, in ogni duello. Dimostrando anche di saper trasmettere anche una certa dose di pressione quando è negli specchietti. Valtteri Bottas lo ha vissuto sulla sua pelle. Da ricordare, infatti, il sorpasso di Verstappen sul finlandese della Merceds proprio in seguito ad un errore di quest’ultimo.
    Non c’è niente da dire. Il suo comportamento spocchioso e presuntuoso può ancora dividere, ma in pista è un flagello di Dio. Un talento puro a cui tutto il Circus quest’anno deve rendere omaggio per aver reso più interessante questo campionato. E’ la dimostrazione che un pilota può ancora superare i limiti della vettura. Sì, anche nel 2020. E, per questo, un certo di tipo di appassionato nostalgico e romantico, deve solo applaudirlo e ringraziarlo. Grazie Max. LEGGI TUTTO

  • in

    Hamilton e il dubbio amletico. Continuare a dominare o mettersi in gioco?

    Il tema principale del post GP d’Emilia Romagna è il futuro di Lewis Hamilton. Stavolta si parla poco dell’ennesima vittoria di cattiveria e di classe conquistata dal campione inglese. Che non lascia respiro. Già ad armi pari è complicatissimo affrontarlo, chiedere al povero Valtteri Bottas, ancora una volta umiliato in gara. Figuriamoci con una macchina che non porta una stella d’argento sul muso. Diventa impossibile per chiunque competere. Ma ora avanzano delle nubi all’orizzonte. Il rinnovo con Mercedes non è sicuro, con Lewis che ha avanzato anche l’ipotesi ritiro.
    E qui nasce un dubbio, amletico appunto. Lewis ha prima raggiunto poi superato dei record incredibili e che sembravano impossibile da eguagliare. Solo i numeri basterebbero ad incoronarlo il migliore di tutti i tempi. Ma le fredde statistiche dicono tutto e dicono niente. La situazione è paradossale ma dominare in questo modo, stravincere ogni confronto in pista sta rendendo Hamilton schiavo delle sue stesse vittorie, conquistate con apparente facilità. Con il risultato che l’opinione pubblica è ancora divisa. Molti non lo considerano neanche degno di essere considerato il migliore di sempre.
    A questo punto, anche Lewis avrà capito che non basta più vincere così. Adesso serve qualcosa di più. Serve andare oltre e mettersi in gioco veramente. E’ il momento di un cambiamento per la sua stessa legittimazione. E’ il momento di una nuova sfida, con una nuova squadra ed un nuovo compagno. Che non sia un altro Bottas, ma uno come Max Verstappen, come Charles Leclerc o Sebastian Vettel. Solo vincendo l’ennesimo confronto ed emozionare con un’auto che non si chiama Mercedes potrà davvero dimostrare che lui è il migliore di tutti i tempi. Al netto dei paragoni e delle epoche.
    E magari ci avrà pensato per tutto il week end di Imola, mentre passava a duecento all’ora al Tamburello. Al suo idolo Ayrton Senna. E al perché lui è considerato il migliore seppur abbia ben 51 vittorie e quasi quattro titoli mondiali in meno. Forse si sta convincendo a fare una pazzia. A lasciare la sua confort zone, la Mercedes, che lo ha fatto grande, grandissimo. Ma ora la sua missione è quella di diventare immortale. Qui è la chiave di tutto. Sorprendici Lewis. Fallo soprattutto per te. LEGGI TUTTO