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in MotoriNiente Superlicenza, Herta non può arrivare. Ora serve una riflessione
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TORINO – La Formula 1 è autarchica, nel senso che vuole “pescare” i nuovi piloti dentro i propri confini: un ossimoro, sia chiaro, perché ci sono piloti di ogni nazionalità. Sarebbe più giusto dire che esiste una sorta di principio ad excludendum, che è quello che ha escluso (appunto) l’americano Colton Herta, cui la Fia non ha concesso la Superlicenza. Sia chiaro, tutto è stato fatto secondo le regole, sebbene – sempre secondo le regole – si sarebbe potuta provare una scappatoia. Ma una questione di opportunità ha fatto propendere per il no.
MECCANISMO – Nulla di imprevisto e imprevedibile, ma resta il fatto che nel meccanismo che regola la concessione delle Superlicenza (un sistema a punteggio) i campionati americani valgono troppo poco. Questo è il punto e questa è anche la questione che ha creato malumore tra i piloti americani, il sentirsi poco o non sufficientemente considerati. Il nodo esiste, inutile negarlo, a prescindere da qualsiasi considerazione sullo spessore tecnico delle gare d’Oltreoceano. La Fia sostiene che i processi legislativi sono sempre in divenire, il che è vero e innegabile, nulla è mai scritto per sempre. Nel frattempo, Herta resta negli Stati Uniti e la Red Bull (che l’avrebbe voluto per l’Alpha Tauri) seguirà altre strade, che finiranno per toccare anche l’Alpine, la Williams, Mick Schumacher e forse Giovinazzi. Ma queste sono altre storie. LEGGI TUTTO0 Condivisioni
in MotoriRed Bull sceglie Sparco come nuovo fornitore di abbigliamento tecnico da gara
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Il Team Red Bull Racing ha scelto Sparco come nuovo fornitore per l’abbigliamento tecnico da gara. Max Verstappen, Sergio Perez e tutti gli ingegneri del team austriaco hanno già avuto modo di testare l’abbigliamento, affermando che la qualità e il comfort dei prodotti di sicurezza Sparco sono impareggiabili. L’alta qualità di Sparco è il risultato […] LEGGI TUTTO
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in MotoriF1, Cosa ha in serbo il futuro per Pierre Gasly?
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Pierre Gasly, classe 1996, francese e attuale pilota della scuderia AlphaTauri insieme al compagno Yuki Tsunoda, ha iniziato la sua carriera in F1 nel 2017 nell’allora chiamata Toro Rosso, passando due anni dopo in Red Bull per poi tornare alle origini fino al presente. LEGGI TUTTO
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in MotoriI tanti risvolti della vicenda De Vries: per lui le sliding doors sembrano aprirsi
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TORINO – La vicenda che sia vivendo l’olandese Nyck De Vries – non ha ancora firmato per l’Alpha Tauri, ma sembra vicino a chiudere l’accordo – si presta a una serie di considerazioni. La prima racconta un classica vicenda da “sliding doors”: l’olandese, che di mestiere è pilota di Formula E (è stato anche campione del mondo) e tester Mercedes, s’è trovato sulla Williams quasi per caso, senza l’attacco di appendicite di Albon non avrebbe mai avuto la possibilità di guidare. Lui però s’è giocato bene le sue carte (diciamo al meglio) ed è diventato improvvisamente appetibile. Bravo.
OLANDA – La seconda considerazione, puramente commerciale, è legato alla sua nazionalità olandese. Nell’era in cui domina Verstappen, il tifo (e dunque il business) targato Olanda è in grande crescita, avere due piloti anziché uno è un modo per spremere ulteriormente tutto quel che si può spremere. Conta anche questo. La terza riguarda lo stop a Colton Herta, il pilota americano – giovane e molto promettente – che in tanti avrebbero voluto vedere in Formula 1. Ma le rigidità della Fia impediscono a Herta di avere la Superlicenza già per il ‘23, un’eventuale deroga avrebbe fatto aggrottare troppe ciglia, dunque non se ne farà nulla. Per certo versi è giusto così, per altri meno, perché il sistema di attribuzione penalizza troppo le categorie americane.
LA FILIERA – Una quarta (e poi magari ce ne sarebbero tante altre) è che la filiera giovanile della Red Bull mostra il passo. E non da oggi. Così, anziché promuovere un giovane (come s’è fatto tante volte in passato), si prende in considerazione un pilota nel pieno della maturità professionale (De Vries ha 27 anni). E comunque, al netto di tutto, de De Vries avrà l’Apha Tauri di Pierre Gasly (che in questo caso passerà in Alpine) se la sarà meritata. Un plauso ci vuole. LEGGI TUTTO
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in MotoriBudget cap, le vittoria di Verstappen stoppano spese e sviluppi
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TORINO – Tanto si è parlato di budget cap, con “marcature” strette tra i vari team e messaggi in codice lanciati da una squadra all’altra. Ma alla fine, più che la volontà di spendere oppure quella di risparmiare, oltre la necessità di fare l’una o l’altra cosa, sono arrivate le quattro vittorie di fila di Max Verstappen. La pietra finale su qualsivoglia velleità di spendere soldi extra nello sviluppo delle rispettive monoposto. Semplicemente, non ce n’è più bisogno.
MERCEDES – In queste settimane si era molto discusso dell’arrivo di un telaio alleggerito per la Red Bull. Pare che, in effetti, che il telaio esista. Ma non verrà usato. Non servirebbe. I due Mondiali sono così vicini che ci vuole davvero poco per portarli a casa. A Singapore ci sarà un aggiornamento, ma sarebbe corretto chiamarlo mini aggiornamento, comunque l’ultimo della stagione. Anche la Ferrari preferisce guardare al 2023, sebbene questo non significhi fermare lo sviluppo dell’attuale auto. Al contrario, si continuerà sulla strada segnata, che comunque prevede ritocchi e piccoli step. Solo la Mercedes avrebbe interesse a “spremere” un po’ di più il budget per tentare di conquistare almeno una vittoria, ma è più una questione d’immagine (e di orgoglio) che una reale esigenza.
INFLAZIONE – Da ricordare, in tutto questo, che le squadre hanno beneficiato di un ritocco al tetto delle spese, concordato con gli organizzatori del Mondiale, necessario ad affrontare l’inflazione e soprattutto l’aumento delle spese logistiche. Dunque, i conti sono più o meno in ordine (stante il fatto che restano grandi differenza tra le squadre di punta e le altre). E per quest’anno sta bene così a tutti quanti. LEGGI TUTTO0 Condivisioni
in MotoriCharles-Max, strade opposte per puntare a vincere
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MONZA – Avranno avuto ragione i ferraristi o gli uomini della Red Bull? La questione è correlata alle qualifiche del GP d’Italia e ai pronostici per la corsa. La Ferrari ha scelto di avere un’auto molto veloce, cosa che a Monza conta sempre; i rivali di avere un’auto più equilibrata e dunque più efficiente in curva (ma, attenzione, non è che la squadra di Verstappen non abbia velocità di punta…). La partita per il GP è anche in questi termini. Verstappen lo sa quando ammette che è stato un po’ penalizzato sul giro secco, ma aggiunge: “Spero che la temperatura salga”. Sa di avere un auto che sfrutta bene le gomme e immagina che alla Ferrari abbiano un problema di segno opposto. La sua strategia per vincere sta tutta qui: saper attendere e avere una auto complessivamente più fresca sino a fine gara.
I GIOCHI – A scombinare un po’ i giochi (e confondere le acque) c’è il fatto che a Maranello non si sono limitati a ottimizzare la messa a punto per questa gara, ma hanno deciso di rimettere sulla monoposto alcuni particolari che a inizio stagione avevano funzionato bene, meglio dei successivi aggiornamenti. Si può dire che sia un cambiamento “strutturale” e non solo congiunturale. Basterà per battere superMax? Lo si vedrà. Ma la prima mossa, poi staremo a vedere quel che accadrà, spetterà a Leclerc che al via deve essere pressoché perfetto. Il primo colpo alla sicurezza di Verstappen è questo. Peccato che Carlos Sainz debba scattare indietro. Ma nel suo caso la grande velocità di punta potrebbe essere la chiave per la rimonta. A Monza sono attesi oltre 130 mila spettatori. Il tifo spingerà le Rosse come non mai… LEGGI TUTTO0 Condivisioni
in MotoriVerstappen fiducioso per la gara a Monza, nonostante la penalità
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Il leader del mondiale F1 2022, Max Verstappen, al termine della prima giornata di prove libere a Monza si è dichiarato molto fiducioso per la gara di domenica, nonostante dovrà scontare una penalità in griglia di cinque posizioni, per la sostituzione del motore endotermico della sua Red Bull. LEGGI TUTTO