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    Rune b. Djokovic a Roma: alcuni record e numeri dopo questa partita

    Holger Rune (foto Getty Images)

    Holger Rune ha estromesso dal Masters 1000 di Roma il campione in carica Novak Djokovic. Un successo meritato, che porta ad alcune considerazioni storiche e statistiche di un certo rilievo. Ne riportiamo le più interessanti.
    Rune diventa il primo tennista dopo Rafael Nadal a battere due volte di fila Djokovic. È accaduto nella finale del 1000 di Bercy lo scorso anno e oggi al Foro Italico.

    RUTHLESS RUNE @holgerrune2003 knocks 6-time Champion Novak Djokovic out of Rome! #IBI23 pic.twitter.com/8c74E8lIs0
    — Tennis TV (@TennisTV) May 17, 2023

    Rune vanta così un record positivo contro Djokovic. Con un minimo di tre scontri disputati, sono solo 5 i tennisti ad avere un record in attivo contro il serbo:Andy Roddick, 5 W e 4 L (tra 2007 e 2012)Fernando Gonzalez, 2 W e 1 L (tra 2005 e 2006)Ivo Karlovic, 2 W e 1 L (tra 2008 e 2015)Nick Kyrgios, 2 W e 1 L (tra 2017 e 2022)Holger Rune, 2 W e 1 L (tra 2022 e 2023)
    Rune ha battuto Djokovic, attualmente n.1 al mondo. Dal 2000, sono soltanto i seguenti i tennisti aver battuto in 6 match consecutivi rivali classificati nella top5 ATP: Kuerten, Agassi, Djokovic, Federer, Nadal.
    Per la prima volta dal 2004, né Nadal né Djokovic sarà presente alla finale degli Internazionali BNL d’Italia. I due super campioni si sono sfidati nella finale di Roma nelle stagioni 2009, 2011, 2012, 2014, 2019, 2021. L’ultima finale del torneo senza nessuno dei due in campo fu quella che vide Carlos Moya sconfiggere in tre set David Nalbandian (allora la finale si giocava al meglio dei 5 set).
    Gli internazionali BNL d’Italia vedranno un nuovo campione, visto che nessuno dei rimasti in gara ha mai vinto il torneo capitolino
    Novak Djokovic ha subito la sconfitta n.70 in carriera da n.1 (totale 387 settimane). Nessuno ha mai perso così tanti match da n.1 …anche perché nessuno è mai stato così tante settimane al vertice! Lo segue Pete Sampras, nelle sue 286 settimane in vetta al ranking ha perso 69 match (statistica di Enrico Riva) LEGGI TUTTO

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    Fabio Barone ancora da record con la Ferrari

    L’uomo dei record, il Barone Rosso ha centrato il pokerissimo, la cinquina, fate voi. Fabio Barone e la sua Ferrari F8 Tributo oggi sul pericolosissimo percorso che porta ai Santuari di Meteora, nella Grecia Nord Occidentale, ha infatti conquistato il quinto record da Guinness dei Primati della sua lunga carriera. Centosettantatrè secondi, ben cinque in meno rispetto al precedente limite stabilito da un pilota greco qualche tempo fa per percorrere quattro chilometri disseminati di curve, senza la possibilità di scatenare gli oltre 720 cv del bolide di Maranello guidato dal pilota romano, ma cercando curva dopo curva di mantenere un ritmo costante e un assetto adeguato per conservare il grip necessario a non perdere secondi preziosi durante l’ascesa. Così, dopo aver battuto Google nel lunghissimo tragitto da Roma a Capo Nord, l’anno scorso; aver fatto meglio del cronometro alla Transfagarasan in Transilvania, nel 2015; sulla Tianmen Mountain Road in Cina, nel 2016 e al Canyon della Valle del Dades in Marocco, nel 2018, Barone è riuscito a compiere l’ennesima impresa circondato come sempre dal suo team composto dai fedelissimi della prima ora.
    Al termine del rapidissimo tentativo, Barone era evidentemente stravolto per lo stress e l’emozione. Ma è riuscito a raccontare le sue sensazioni «È stata durissima, molto più di quello che si può pensare. Un percorso davvero incredibile, ricco di difficoltà e pericoli, ma alla fine ce l’abbiamo fatta. E oltre alla mia Ferrari F8 Tributo devo ringraziare tutti i miei uomini. Sono stati speciali, come sempre. Senza di loro, non avrei fatto nulla di tutto questo. Nè oggi, né prima»
    Barone: “Impresa complicata, ringrazio il mio team”
    Fabio, come ti eri preparato per questo nuovo record?
    «La preparazione è stata lunga e decisamente complicata, probabilmente per le 50 primavere che ho accumulato, ma la passione e la volontà sono rimaste immutate nel tempo, altrimenti non potrei pensare di realizzare imprese del genere. Ma quello che mi dà la forza, lo ripeto, è il team, un gruppo di persone, oltrechè professionisti, legati da una grande amicizia».
    Rispetto alle altre imprese che hai portato a termine, come poni in classifica questa appena realizzata in Grecia sul percorso di Meteora?
    «Probabilmente dopo Roma-Capo Nord, questa è stata la più complessa, sia per quanto riguarda le varie autorizzazioni, sia per il percorso in generale. I test che abbiamo effettuato su queste curve lo scorso ottobre erano andati decisamente male, al punto che istintivamente abbiamo tentennato, c’era venuto qualche dubbio sull’effettiva possibilità di tentare e centrare il record. In realtà, proprio quei giorni sono stati fondamentali. Ci sono serviti per comprendere la direzione da prendere. E abbiamo trovato le soluzioni giuste a ogni problema».
    Tra le tante, qual è stata la cosa più difficile da fare?
    «Se devo essere sincero, le ansie e i timori sono tantissime al punto che è difficile fare una graduatoria. Ma se devo dirne una su tutte, mi preoccupava molto il poco grip dell’asfalto. Alla fine abbiamo trovato l’escamotage per superare il problema con le gomme giuste».
    Quali accorgimenti hai apportato alla tua Ferrari F8 Tributo per vincere anche questa sfida così complicata?
    «Abbiamo lavorato sull’aerodinamica anteriore, utilizzato molto carbonio per alleggerire ulteriormente il peso e ottimizzato l’elettronica in base al percorso. Detta così, sembra molto semplice, invece c’è voluto tempo e tanto lavoro per individuare le soluzioni più giuste e adatte alla situazione che abbiamo affrontato».
    E adesso, quale sarà la prossima sfida? Hai già qualcosa in testa?
    «No, stavolta dico basta davvero. Non ho più l’età e le energie per portare avanti progetti così complessi, faticosi e impegnativi. Adesso, mi sento troppo stanco per immaginarmi impegnato in altre avventure. E dopo cinque record da Guinness dei Primati, direi che la mia parte l’ho fatta…». Dobbiamo crederci, davvero? LEGGI TUTTO

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    Medvedev è il primo tennista ad arrivare a 25 vittorie nel 2023

    Daniil Medvedev in campo a Miami

    Buon ingresso nel Miami Open per Daniil Medvedev. Il russo infatti ieri ha superato nettamente lo spagnolo Roberto Carballes Baena, 6-1 6-2 lo score di una partita dominata dal moscovita, che conferma il suo ottimo momento di forma. Del resto il campione di US Open 2021 veniva da una striscia eccellente di 19 vittorie consecutive, stoppata solo dalla “furia” di Carlos Alcaraz nella finale di Indian Wells.
    “È bellissimo essere qua a Miami. La città è straordinaria, è fantastico andare a giro e vedere tanta gente qua in vacanza che si diverte… ma è bello anche per noi stare qua a giocare. Ho iniziato bene il torneo e non vedo l’ora di proseguire, sto bene ho voglia di vincere” ha dichiarato il russo a caldo dopo la vittoria.
    Con questo successo riportato ieri sul cemento della Florida, Medvedev è il primo giocatore (uomo e donna) a raggiungere le 25 vittorie in stagione.  Complessivamente il russo nel 2023 ha un record di  25 W  e 3 L, con un parziale di 20-1 dopo l’Australian Open, dove fu battuto da Sebastian Korda. Ecco la lista di giocatori più vittoriosi finora in stagione:
    Daniel Medvedev: 25Cameron Norrie : 21Taylor Fritz: 18Jannik Sinner: 17Carlos Alcaraz, Novak Djokovic, Tommy Paul, Frances Tiafoe: 15
    Nel WTA tour, la giocatrice più vittoriosa finora è Aryna Sabalenka, con i suoi 18 successi. LEGGI TUTTO

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    Alcaraz segna la vittoria n.100, è il secondo più rapido a fare “cifra tonda”

    Il record di Alcaraz nella infografica dell’ATP

    Nella serata di ieri sui campi di Indian Wells Carlos Alcaraz ha rispettato il pronostico della vigilia battendo l’olandese Tallon Griekspoor in due set, qualificandosi per gli ottavi di finale del primo Masters 1000 del 2023. È un successo non sorprendente, ma statisticamente rilevante. Infatti quella del giovane murciano è stata la sua 100esima vittoria in carriera sul tour maggiore, che lo rende il secondo tennista “più veloce” nell’era Open a toccare questo traguardo. 
    Con il bilancio di 100 vittorie e sole 32 sconfitte sul tour ATP in carriera, il 19enne Alcaraz si è guadagnato il secondo posto nella lista dei giocatori con meno partite disputate per arrivare a quota 100 W. Meglio di lui solo John McEnroe: con 100 successi e 31 sconfitte resta di un soffio il più veloce a raggiungere cento vittorie in carriera in match ufficiali. Dietro a questi due formidabili mancini troviamo Andre Agassi (100 W – 35 L), Rafael Nadal (100 W – 37 L) e la coppia Mats Wilander/Jimmy Connors (entrambi 100 W – 38 L).
    Un record di precocità piuttosto impressionante, che conferma quanto Alcaraz sia stato rapido ad arrivare tra i migliori al mondo sul tour ATP. Ricordiamo che Carlos detiene già due primati assoluti molto significativi: il n.1 più giovane da quando la classifica è stilata al computer (settembre 2022, dopo la vittoria del suo primo Slam a US Open), e il più giovane n.1 di fine stagione (2022). LEGGI TUTTO

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    Nadal dopo Indian Wells uscirà dalla top10 dopo quasi 18 anni di presenza ininterrotta

    Rafael Nadal, non giocherà in America le prossime settimane

    “Sono molto triste di non poter competere a Indian Wells e Miami”. Con queste poche parole, accompagnate da una clip che lo mostra in palestra durante un esercizio di riabilitazione, Rafael Nadal ieri sera ha annunciato il proprio forfait per la “sunshine double”, i due Masters 1000 statunitensi di primavera. È un fatto non da poco, poiché il super campione di Maiorca lo scorso anno arrivò in finale al torneo californiano (battuto da Taylor Fritz, dopo una semifinale durissima contro Alcaraz). Non potrà quindi difendere i 600 punti accumulati e quasi sicuramente – servirebbero alcuni incastri poco probabili – uscirà dalla top10 del ranking mondiale.
    L’uscita di Nadal dall’élite del tennis è un fatto storico: il pupillo di zio Toni infatti entrò per la prima tra i migliori dieci al mondo nel lontanissimo 25 aprile 2005 (fu n.7, scalando quattro posti dalla undicesima posizione), e… non è più uscito dalla top10! Attualmente Nadal conta 910 settimane di presenza consecutiva, quasi 18 anni, record all-time da quando il ranking è calcolato al computer. Ha rischiato fortemente di interrompere questa striscia tra giugno e luglio del 2015, quando per 7 settimane fu n.10.

    I am sad that I won’t be able to compete at Indian Wells nor Miami.Very sad not to be there. I’ll miss all my US fans but I hope to see them later this year during the summer swing. pic.twitter.com/v6dsf1ayTI
    — Rafa Nadal (@RafaelNadal) February 28, 2023

    Tra i tennisti in attività, la seconda striscia più lunga è quella di Djokovic con “sole” 220 settimane (uscì dai migliori nei suoi due anni difficili per problemi al gomito, 2017 e 2018).
    Questi sono invece i recordman all-time di settimane consecutive tra i top10:
    1° – Nadal – 910 settimane (arriverà sicuramente a 912)2° – Connors – 788 settimane3° – Federer – 7344° – Lendl – 6195° – Sampras – 565
    Dopo il 1000 di Indian Wells dovrebbe quindi chiudersi un’era “geologica” del tennis, con una striscia record che passerà in archivio e sarà davvero difficile da battere visto che Nadal è entrato in top10 molto giovane (non aveva ancora compiuto 19 anni) e vi è restato senza soluzioni di continuità fino agli attuali 36 e 9 mesi. Ironman!
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Djokovic segna il record assoluto di settimane da n.1 in classifica, sorprassata Steffi Graf

    Il record di Djokovic nell’infografica del sito ATPtour.com

    Trecentosettantotto. 3-7-8. Un numero stratosferico, segnato oggi da Novak Djokovic per settimane da n.1 del ranking maschile. Il campionissimo serbo è diventato il leader all-time (da quando la classifica è stilata al computer, 1973) per quantità di tempo trascorsa in vetta al tennis mondiale, sorpassando le 377 settimane segnate dall’indimenticabile Steffi Graf al femminile.
    Il serbo già deteneva il record per il maggior numero di settimane come numero 1 nella storia del Ranking ATP, quando nel marzo dello scorso anno sorpassò le 310 settimane di Roger Federer. Un record quello dello svizzero che anni fa si pensava fosse praticamente imbattibile. Niente è precluso a “Nole”, che ha continuato a vincere, è tornato n.1 dopo aver alzato il decimo Norman Brooks trophy a Melbourne (e 22esimo Slam), e nel ranking uscito stamattina ha superato Steffi Graf, iniziando la sua 378a settimana da leader del tennis maschile.

    And still he rises 💫
    With 378 weeks at the top of the @PepperstoneFX ATP Rankings, Novak Djokovic has made history, breaking the ALL TIME tennis record for the longest spot at number one 🙌 🏆 pic.twitter.com/zil7BKkKB8
    — ATP Tour (@atptour) February 27, 2023
    Djokovic divenne per la prima volta n.1 del mondo il 4 luglio del 2011, a 24 anni e 43 giorni, spezzando la storica egemonia di Roger Federer prima e di Rafael Nadal dopo, coronando una cavalcata incredibile in quella stagione, nella quale perse il suo primo match “solo” ai primi di giugno a Roland Garros, dove in una delle partite più belle dell’era moderna fu sconfitto da Federer in semifinale.
    Vincendo i Championships a Wimbledon, “Nole” si issò al n.1, premio meritato per un campione straordinario. Rimase al vertice del tennis maschile fino al 25 giugno 2012. Poi è tornato in vetta alla classifica in vari periodi (5 novembre 2012, fino al 30 settembre 2012; 7 luglio 2014 fino al 31 ottobre 2016, il suo periodo più lungo, scalzato da Murray; 5 novembre 2018 fino al 28 ottobre 2019; 2 febbraio 2020 fino al 21 febbraio 2022; 21 marzo 2022 fino al 6 giugno 2022, scalzato da Medvedev; è tornato n.1 lo scorso 30 gennaio 2023). Per quanto riguarda il ranking, Djokovic vanta un altro primato incredibile: ha terminato per sette volte una stagione da n.1, è un altro record assoluto.
    Complimenti, Novak! LEGGI TUTTO

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    Le incredibili maratone di Murray nel 2023: è stato in campo 24 ore e 3 minuti!

    Andy Murray

    IronMan. Lottatore indomabile. Gladiatore. Highlander. Basta aprire i social e battere “Andy Murray” per scovare aggettivi del genere e tanti ancora che descrivono le ultime settimane dello scozzese. L’ex n.1 del mondo, tra tre mesi 36enne, con la vittoria di oggi a Doha sul francese Muller è tornato in semifinale di un evento del tour maggiore dopo oltre 8 mesi, dove affronterà per un posto in finale il ceco Jiri Lehecka, tennista in rampa di lancio in questa prima parte di stagione. Ad Andy sono “bastate” 2 ore e 4 minuti per recuperare lo svantaggio del primo set, per poi mettere la quinta e volare via verso un meritato successo.
    Quasi una passeggiata di salute per il 2 volte campione di Wimbledon rispetto alle due durissime vittorie nei primi turni del torneo, nei quali ha sconfitto Lorenzo Sonego (annullando 3 match point) e poi Alexander Zverev, in poco più di tre ore di lotta.
    Quel che sorprende, esalta e incanta nell’inizio di stagione 2023 dello scozzese è l’intensità, pugnacità e capacità di soffrire che dimostra match dopo match, difendendosi quasi come ai bei tempi e restando in campo come un ragazzino ore ed ore a lottare, credendoci fino all’ultima palla. Già, ore a lottare… ma quante? Andando a vedere le sue vittorie nei primi due mesi di stagione, il tutto appare incredibile. 
    Adelaide
    1t: Korda b. Murray in due set: 1h 56 minuti

    Australian Open:
    Murray b. Berrettini in 5 set: 4h 49 minuti (annullato 1 match point)
    Murray b. Kokkinakis in 5 set: 5h e 45 minuti (rimonta due set di svantaggio)
    Bautista Agut b. Murray in 4 set: 3h e 29 minuti

    Doha:
    Murray b. Sonego in 3 set: 2h e 30 minuti, salva 3 match match
    Murray b. Zverev in 3 set: 3h e 30 minuti
    Murray b. Muller in 3 set: 2h e 4 minuti
    In totale quindi Murray, nelle 7 partite disputate nel 2023, ha disputato 25 set, restando in campo 1443 minuti, ossia 24 ore e 3 minuti! E pensare che la maggior parte dei tennisti che hanno avuto simili problemi all’anca si sono ritirati o sono rientrati con scarnissimi risultati. Non Andy, d’acciaio quanto la sua anca… Del resto nella off-season Murray ha parlato chiaro: ci crede, tantissimo. Ha lavorato molto bene sul suo fisico con l’obiettivo di arrivare al massimo possibile sull’erba di Wimbledon, dove sente di poter dire ancora la sua. Ha appena annunciato che intende giocare anche qualche torneo sulla terra battuta, per restare in competizione e continuare a lavorare, visto che il suo fisico sta rispondendo molto bene anche a sollecitazioni importanti e non avrebbe senso starsene fermo oltre due mesi. Che dire… Bravissimo Andy! Possiamo solo apprezzare e premiare la passione sterminata per il tennis di questo vero, autentico Campione.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO