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    La Formula 1 cala il poker a Las Vegas

    2 – GP LAS VEGAS F1/2023 – GIOVEDI’ 16/11/2023 – credit: @ Ferrari Spa

    La Formula 1 torna a Las Vegas per la quarta volta nella sua storia. Dopo le due edizioni disputate nel 1981 e nel 1982 sul tracciato allestito attorno al Caesars Palace, dal 2023 la massima competizione automobilistica ha trovato il suo spazio nella capitale dell’intrattenimento mondiale su un circuito che prende il nome – oltre ad includerne parte – dalla sua strada più iconica, la “Strip”.
    Il Gran Premio di Las Vegas è la terza gara che si svolge quest’anno negli USA dopo quelle di Miami e di Austin. Il tracciato si snoda per 6,201 chilometri, il secondo più lungo del calendario iridato dopo quello di Spa-Francorchamps (7,004 km), con diciassette curve da ripetere cinquanta volte. È un tracciato piuttosto veloce, con tre rettilinei e con velocità di punta che lo scorso anno arrivarono a 350 km/h, e offre diverse opportunità per effettuare i sorpassi, in particolare alla staccata della curva 14.
    Il programma del fine settimana si svolgerà integralmente sotto i riflettori. Rispetto ad altre gare simili (Singapore, Qatar, Arabia Saudita, Abu Dhabi e Bahrain) a Las Vegas l’escursione termica fra il giorno e la notte è molto rilevante, visto che la città è nel mezzo del deserto del Mojave, a differenza delle altre località che si trovano tutte a poca distanza dal mare. Inoltre, la collocazione nel calendario alla fine del mese di novembre non è certo quella che garantisce quelle temperature perlomeno primaverili che sono di solito la cornice di un Gran Premio. È quindi abbastanza verosimile uno scenario in cui le vetture si troveranno a girare con temperature dell’aria attorno ai 10° C e quelle dell’asfalto non molto dissimili fra loro.
    Formula 1, Las Vegas: le scelte di Pirelli
    Come tradizione per un circuito cittadino, Pirelli ha selezionato per questo appuntamento le mescole più morbide della gamma, vale a dire C3 come Hard, C4 come Medium e C5 come Soft, le stesse del 2023. La sfida principale del fine settimana sarà il warm-up, soprattutto durante la sessione di qualifica e in particolare sull’asse anteriore. I piloti dovranno fare molta attenzione a portare i pneumatici alla giusta temperatura senza stressarli eccessivamente e ad evitare bloccaggi nei punti di frenata più importanti, soprattutto alla fine dei rettilinei più lunghi, dove le gomme subiranno un’ulteriore riduzione della temperatura superficiale. Inoltre, di solito, le basse temperature riducono l’aderenza e, di conseguenza, aumentano la possibilità di generare un maggiore graining. Ciò potrebbe comportare anche un’accelerazione nel processo di usura, il che porta anche verso una strategia a due soste, la più gettonata lo scorso anno; il singolo pit-stop rimane un’opzione piuttosto competitiva, soprattutto se si riesce a portare le gomme alla giusta temperatura in maniera graduale allungandone così la prestazione su uno stint lungo. Va tenuto presente che, proprio per le difficoltà di warm-up, l’anticipo del pit-stop per cercare di guadagnare posizioni non è molto efficace, anzi sulla carta paga di più l’estensione di uno stint.
    L’esperienza del 2023 sarà utile non soltanto per le squadre ma anche per la Pirelli. È stato infatti possibile raccogliere una grande quantità di dati sull’aderenza e sulla rugosità dell’asfalto, che sono stati condivisi con i team, dai quali sono state ricevute le loro simulazioni. La prima cosa da fare all’arrivo a Las Vegas sarà la verifica dei livelli iniziali di rugosità e aderenza e confrontarli con quelli dello scorso anno, attività che verrà svolta nelle consuete ricognizioni in pista e attraverso successive analisi. Sarà importante poter girare ininterrottamente nelle prove libere di giovedì per raccogliere altri dati ed essere in grado di prevedere con ancora maggiore precisione degrado e usura degli pneumatici.
    Come sempre su un circuito cittadino, le neutralizzazioni sono un’eventualità molto probabile, con tutte le incognite che possono portare anche al momento della ripartenza in termini di gestione delle temperature dei pneumatici.

    Il 2023 ha visto la vittoria di Max Verstappen, passato per primo sotto la bandiera a scacchi seguito da Charles Leclerc e da Sergio Perez. Medium e Hard sono state le mescole protagoniste della corsa, la gomma con la banda gialla preferita dalla maggior parte dei piloti sulla griglia di partenza.
    Il Gran Premio di Las Vegas sarà il settantanovesimo appuntamento valido per il Campionato del Mondo Piloti ospitato negli Stati Uniti d’America da quando è stata istituita questa competizione, nel 1950. Gli USA raggiungono così la Germania e la Gran Bretagna al secondo posto nella classifica delle nazioni che hanno ospitato più Gran Premi: soltanto l’Italia ne ha organizzati un numero maggiore (107). Sono state finora undici le sedi di gara negli Stati Uniti: Austin (12 Gran Premi), Dallas (1), Detroit (7), Indianapolis (19), Las Vegas (3), Long Beach (8), Miami (3), Phoenix (3), Riverside (1), Sebring (1) e Watkins Glen (20). Curiosamente, i due piloti che hanno vinto più Gran Premi negli USA saranno ancora in pista questo fine settimana a Las Vegas: Lewis Hamilton e Max Verstappen guidano la classifica con sei successi ciascuno. Fra le squadre, la vittoria di Leclerc in Texas ha permesso alla Ferrari di diventare la squadra più vincente negli USA con 14 vittorie. LEGGI TUTTO

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    Gp Messico F1 (FP2): in-competition test per validare le Pirelli 2025

    La giornata in pista oggi, venerdì 25 ottobre, avrà uno svolgimento inusuale. Infatti, la seconda sessione di prove libere (FP2) sarà interamente dedicata alla validazione delle mescole Pirelli più morbide della gamma 2025 (C4, C5 e C6).
    Il cosiddetto in-competition test prevede infatti una sessione di novanta minuti (trenta in più del normale) in cui tutti i piloti e le squadre dovranno seguire un programma specifico definito dai tecnici della Pirelli.
    Oltre all’allocazione delle gomme da asciutto da utilizzare specificamente per il Gran Premio (due set di Hard, tre di Medium e sette di Soft, uno in meno rispetto al consueto), ogni pilota disporrà di due treni di gomme supplementari: uno sarà identico a quello disponibile per il fine settimana (baseline) e l’altro, invece, sarà un prototipo della gomma 2025 (option), sia in termini di costruzione – peraltro già omologata lo scorso settembre – che di mescola. Questi due set extra non saranno contraddistinti dalle tradizionali bande colorate.
    Il programma includerà, in linea teorica, un performance run e un long run per ognuno dei set, con numero di giri e quantitativi di carburante identici per squadre in base alla tipologia del run. L’unica eccezione potrà riguardare quei piloti che, per scelta della loro squadra, non avranno potuto girare in FP1 perché sostituiti da un giovane pilota: a loro sarà concesso sia di concentrare il lavoro per la Pirelli in sessanta minuti sia di disporre di un ulteriore set in più, della mescola Medium, in modo da poter recuperare per quanto possibile le informazioni utili per il prosieguo del fine settimana.

    I dati raccolti saranno poi analizzati dai tecnici Pirelli per affinare le caratteristiche delle mescole in vista del test collettivo di Abu Dhabi, in programma due giorni dopo la conclusione del campionato 2024. Per i team, dunque, la preparazione delle vetture per qualifiche e gara sarà concentrata in due ore: la FP1 del venerdì e la FP3 del sabato. LEGGI TUTTO

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    F1, In Ungheria il graining potrebbe essere protagonista

    L’Hungaroring è un circuito permanente ma non viene utilizzato tantissimo, il che tradizionalmente lo rende una delle piste dove le condizioni di aderenza dell’asfalto si evolvono significativamente man mano che si gomma. Lo sarà ancora di più quest’anno visto che c’è stata un’interruzione molto lunga dell’attività a causa dei lavori di ammodernamento dell’impianto, la cui prima fase si è conclusa nel maggio scorso. Il graining potrebbe quindi essere un protagonista, soprattutto nelle prime sessioni.
    Lo ha fatto sapere Pirelli, nella consueta comunicazione di anteprima del Gran Premio.

    L’Hungaroring è un tracciato molto tortuoso con un solo, vero rettilineo – quello di partenza/arrivo, che costituisce la più realistica, se non unica opportunità di sorpasso – e 14 curve: sei a sinistra e otto a destra, alcune a 180°. Con i suoi 4,381 chilometri di lunghezza in saliscendi è uno dei tracciati più corti di tutto il calendario (anche qui, quasi l’opposto di Spa, che coi suoi sette chilometri è il più lungo!) ed è quindi uno dei più tortuosi, lasciando poco respiro ai piloti che lo devono ripetere 70 volte. Ci sono due zone DRS – quella sul lungo rettilineo principale e quella, brevissima, nella discesa fra la curva 1 e la 2 – gestite solamente da un rilevamento del distacco, posto prima dell’inizio dell’ultima curva.

    Dal punto di vista delle energie esercitate sui pneumatici, l’Hungaroring non è particolarmente severo. La scelta di Pirelli per questo appuntamento è stata identica rispetto allo scorso anno, con le tre mescole più morbide della gamma – C3 come P Zero White hard, C4 come P Zero Yellow medium e C5 come P Zero Red Soft – confermando così il passo più “soft” rispetto alla stagione d’esordio delle gomme da 18”. La trazione è uno dei fattori più importanti, soprattutto sull’asse posteriore. Il degrado può essere elevato, soprattutto in presenza di temperature elevate – e le previsioni per questo fine settimana non sono certo favorevoli –, basti pensare che lo scorso anno con 53 °C si registrò la temperatura dell’asfalto più alta di tutta la stagione. Il surriscaldamento, quindi, è un fenomeno da tenere sotto controllo, non soltanto in gara, ma anche in qualifica: con la mescola più morbida sul giro secco è fondamentale riuscire ad arrivare alle ultime due curve a 180° con ancora un buon livello di grip, compito non facile se si considera che i brevi tratti rettilinei lasciano poco tempo per respirare alle gomme.

    Chi tornerà nel paddock dell’Hungaroring per la prima volta dopo l’edizione 2023 troverà un’area trasformata. Per rispettare le scadenze, i lavori si sono svolti spesso 24 ore su 24, con 400-500 persone che lavoravano sul sito in ogni momento e un totale di 1500 persone impegnate nel progetto di ristrutturazione. Quattro gru a torre e cinque gru mobili sono state operative, installando 390 chilometri di tubature e utilizzando 3.200 tonnellate di acciaio per armatura, 1.674 metri cubi di cemento armato prefabbricato e 32.000 metri cubi di calcestruzzo. Son stati spostati 170.000 metri cubi di terra, sono stati completati tutti i muri di contenimento dell’area eventi dietro la tribuna principale, per una lunghezza totale di 450 metri, e costruito la nuova scalinata che porta all’area spettatori. Inoltre, Sono stati demoliti gli edifici dell’area del deposito inferiore ed è stato costruito il nuovo paddock, ora di 8.000 metri quadrati. LEGGI TUTTO

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    F1, La Ferrari arriverà a Barcellona più preparata degli avversari

    La Scuderia di Maranello arriverà al Gran Premio di Spagna un po’ più preparata dei suoi avversari. Vi spieghiamo perché, in questo nostro articolo.Test Pirelli Mugello – Charles Leclerc – foto: Pirelli MotorsportIl prossimo Gran Premio di Spagna apre la fase centrale del mondiale F1 2024, caratterizzato dalle gare europee. Dopo Barcellona, in programma domenica 23 Giugno, sarà la volta di Austria, Gran Bretagna, Ungheria, Belgio, Olanda e del Gran Premio d’Italia che si disputerà a Monza il 1° settembre. Dopo questi sette Gp, il Circus della Formula 1 affronterà le ultime otto gare lontano dal vecchio continente.
    Gli appuntamenti che ci apprestiamo a seguire, tra fine giugno e inizio settembre, avranno certamente un peso importante nell’economia del campionato mondiale. In particolare poi, la Ferrari è chiamata ad un pronto riscatto dopo il doppio zero del Canada. Tutte le dieci squadre hanno preparato al meglio la trasferta al Montmelò, circuito molto noto a ingegneri e piloti in quanto si sono disputati, per diversi anni, numerose sessioni di test invernali. La pista, anche se impegnativa, non ha più segreti e le monoposto che dimostrano di andare forte a Barcellona, potranno fare altrettanto su tante altre piste del mondiale.
    Mentre però nove team hanno potuto provare solamente al simulatore, la Scuderia di Maranello ha avuto il privilegio di poter scendere in pista per una sessione di test. Lo ha fatto al Mugello e lo ha fatto con i due piloti titolari che si sono alternati in una due giorni di prove con pneumatici Pirelli 2025. Per fare questo hanno utilizzato la Ferrari SF-24, con gli ultimi aggiornamenti e, oltre a fornire utili indicazioni per il costruttore italiano di pneumatici, hanno potuto raccogliere molti dati per migliorare le prestazioni della loro monoposto.
    Grazie ai dati che ci ha fornito Pirelli, i giri percorsi durante i due giorni in pista, sono stati 255, pari a oltre 1.300 chilometri. Charles Leclerc e Carlos Sainz hanno così potuto allenarsi in pista, sulla monoposto di quest’anno, percorrendo la distanza di due Gran Premi: il monegasco ha coperto la distanza di 630km mentre lo spagnolo ha di poso superato i 700.

    Tutti questi giri, su un tracciato impegnativo come quello del Mugello, hanno permesso ai due piloti e agli ingegneri di Maranello di raccogliere una serie di informazioni che potranno essere utilizzate nelle prossime gare, a cominciare dal Gran Premio di Spagna.
    Il lavoro sugli pneumatici 2025 si è concentrato sulla comparazione di differenti prototipi portati da Pirelli con l’obiettivo principale di ridurre il fenomeno del surriscaldamento delle coperture. Un lavoro simile a quello che la Scuderia di Maranello si troverà ad affrontare nei prossimi caldi Gp estivi.
    Come ha sottolineato anche Mario Isola, il circuito del Mugello è un banco di prova molto probante per le gomme, vista la sua configurazione ricca di curve veloci e lunghe: lo scenario ideale per sperimentare le soluzioni di mescole più dure.
    Test Pirelli Mugello – Carlos Sainz – foto: Pirelli Motorsport
    Ecco che quindi la Ferrari potrebbe arrivare a Barcellona un po’ più preparata degli avversari, sempre che a Maranello sappiano mettere a terra i dati raccolti al Mugello. In altre parole è come se la Ferrari SF-24 avesse accumulato un “vantaggio” di almeno un paio di gare, rispetto ai suoi più diretti avversari. LEGGI TUTTO

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    F1, A Monaco un ospite indesiderato: il graining

    Un fattore da tenere in considerazione, nel Gp di Monaco, per l’analisi delle gomme, è il graining che potrebbe essere un “ospite” non particolarmente desiderato per i piloti impegnati a Monte Carlo.

    Il Gran Premio di Monaco è uno degli appuntamenti storici nel calendario della Formula 1 e, quest’anno, raggiunge un traguardo importante. Quella che andrà in scena questo fine settimana sarà infatti la settantesima edizione valida per il Campionato del Mondo Piloti, visto che ci sono state altre undici edizioni di questa gara – dieci prima dell’istituzione della massima competizione automobilistica, una nel 1952, quando corsero vetture Sport a ruote coperte.
    Come tradizione, la scelta della Pirelli per quanto riguarda le mescole delle gomme slick è caduta sul tris più morbido a disposizione quest’anno, vale a dire quello composto dalla C3 come Hard, dalla C4 come Medium e dalla C5 come Soft. Come quasi sempre accade sui tracciati cittadini, che hanno un asfalto particolarmente liscio visto che viene normalmente utilizzato quotidianamente dalle vetture stradali, i pneumatici devono poter offrire la massima aderenza possibile.

    La gara di Monaco è quella dove le forze cui sono sottoposti i pneumatici sono fra le più basse di tutta la stagione perché la velocità media con cui vengono completati i 3,337 metri di lunghezza del tracciato è molto ridotta, con curve che vengono affrontate anche a meno di 50 km/h e soltanto per circa il 30% del giro viene percorso in pieno. Peraltro, il fatto che siano ben 78 i giri previsti la domenica determina una frequenza decisamente superiore alla media di ogni fenomeno che caratterizza il comportamento dei pneumatici, in particolare per quanto riguarda la densità dell’energia sviluppata in fase di trazione. Un altro fattore da tenere in considerazione nell’analisi delle gomme è il graining che, soprattutto i primi giorni, potrebbe essere un ospite non particolarmente desiderato.

    Su una pista in cui il margine d’errore è praticamente ridotto a zero, un elemento che caratterizza l’evoluzione dei tempi sul giro è la fiducia con cui i piloti – a prescindere dalla conoscenza pregressa del tracciato – affrontano le 19 curve e tutti i trabocchetti che vi sono disseminati. L’obiettivo di ogni pilota F1 è di limare progressivamente la ricerca della traiettoria migliore, avvicinandosi sempre di più ai guardrail, spesso sfiorandoli con la spalla dei pneumatici: riuscirci senza rompere nulla è la chiave per conquistare una buona posizione in griglia, fondamentale per il risultato finale visto che i sorpassi sono pressoché impossibili, anche in presenza di una differenza di prestazione fra vetture nell’ordine dei secondi: figuriamoci quanto possa essere decisiva la qualifica in una stagione come questa, dove sono i millesimi di secondo a scandire l’ordine di schieramento davanti ai semafori della partenza
    Su una pista del genere è praticamente inevitabile l’intervento della safety-car (77% di probabilità, in media quasi due volte per gara) ma l’edizione scorsa è, curiosamente, filata via liscia, senz’alcuna neutralizzazione. Dal punto di vista strategico, sulla carta c’è una sola opzione: la sosta singola, cercando di ritardarla il più possibile proprio per poter eventualmente approfittare di una safety-car per minimizzare il tempo perso in pit-lane. LEGGI TUTTO

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    F1, Pirelli: Facts & Figures della stagione 2023 di Formula 1

    Lo stint più lungo dell’anno lo ha percorso Oscar Piastri nel Gran Premio dell’Arabia Saudita. Alla sua seconda presenza nella massima serie, il pilota australiano della McLaren dovette fermarsi al termine del primo giro per sostituire l’ala anteriore danneggiata dopo un contatto con Pierre Gasly montando un set di C2 che lo portò fino alla bandiera a scacchi, per una distanza totale di 302,5 chilometri.

    Pirelli F1 2023 Facts & Figures: KM percorsi
    Pirelli F1 2023: km percorsi – Pirelli MediaLa stragrande maggioranza del chilometraggio è stata percorsa con pneumatici slick: solamente il 6,31% della distanza ha visto protagoniste la Cinturato Intermediate e la Cinturato Extreme Wet. La grande protagonista – non poteva essere altrimenti, visto che è stata presente in ogni evento – è stata la C3: sono stati infatti 105.499 i chilometri percorsi con questa mescola, più di un terzo di quelli complessivi (36,57%). La C4 (27,43%) è la seconda più utilizzata, seguita dalla C2 (15,41%) e dalla C5 (13,55%) mentre la mescola meno impiegata è stata la C1 (5,73%). Da aggiungere al totale ci sono anche i 3.800 chilometri percorsi durante i fine settimana di gara con i prototipi, una circostanza verificatasi su tre piste: Barcellona, Suzuka e Città del Messico.
    Pirelli F1 2023 Facts & Figures: lo stint più lungo e KM percorsi con un solo set
    Pirelli F1 2023: lo stint più lungo – Pirelli MediaLo stint più lungo dell’anno lo ha percorso Oscar Piastri nel Gran Premio dell’Arabia Saudita. Alla sua seconda presenza nella massima serie, il pilota australiano della McLaren dovette fermarsi al termine del primo giro per sostituire l’ala anteriore danneggiata dopo un contatto con Pierre Gasly montando un set di C2 che lo portò fino alla bandiera a scacchi, per una distanza totale di 302,5 chilometri. In questa speciale classifica, Piastri ha superato di appena due chilometri Esteban Ocon che a Baku arrivò a quota 300,1 chilometri con un singolo set di C3, montato alla partenza – effettuata dalla pit-lane – e tenuto fino al penultimo dei 51 giri previsti. Peraltro, il tracciato cittadino della capitale dell’Azerbaigian ha ospitato anche lo stint più lungo dell’anno sulla mescola più morbida: Valtteri Bottas completò tutta la lunghezza (17 giri, pari a 102 chilometri) della gara Sprint del sabato pomeriggio con un set di C5. Lo stesso pilota finlandese detiene anche il primato di chilometri percorsi consecutivamente con la mescola più dura, grazie ai 32 giri (188,4 chilometri) completati a Silverstone. Il singolo stint più lungo con la C4 è stato effettuato ancora da un’Alfa Romeo: 212,7 chilometri accumulati da Guanyu Zhou nella gara di Singapore.

    Pirelli F1 2023 Facts & Figures: tre format diversi per i weekend di gara
    La stagione 2023 ha visto alternarsi tre formati di weekend con altrettanti diversi regolamenti relativi all’utilizzo dei pneumatici: 14 volte è andato in scena il classico formato con tre sessioni di prove libere, una qualifica e la gara; sei volte si è utilizzato il format cosiddetto Sprint, che prevede il venerdì solamente una sessione di libere, seguita dalla qualifica per la gara, il sabato la Sprint Shootout e la Sprint Race, con la domenica sempre consacrata alla gara; due volte è stato sperimentato il cosiddetto ATA (Alternative Tyre Allocation), con l’obiettivo di individuare soluzioni per una gestione più efficiente delle gomme. È un fatto che mille treni di slick allestiti nei 22 eventi non sono mai stati usati e altri 732 hanno percorso da uno a tre giri. Per quanto riguarda le gomme da bagnato estremo, la Pirelli da quest’anno ha iniziato ad applicare un processo – noto come “strip-and-fit” – che permette di rimettere a disposizione delle squadre in altri eventi le coperture già montate ma non utilizzate: ciò consentirà a pieno regime un deciso miglioramento nell’ottimizzazione della gestione dei pneumatici, visto che nel 2023, ad esempio, 1.304 treni di queste due tipologie di gomme non hanno percorso alcun giro.Pirelli F1 2023: i set utilizzati – Pirelli Media
    Pirelli F1 2023 Facts & Figures: il Gp con più cambi gomme
    Pirelli F1 2023: i cambi gomme in un Gp – Pirelli MediaDi tutti i Gran Premi del 2023, quello d’Olanda è stata la gara in cui sono state sostituite più volte le gomme, considerando sia i pit-stop veri e propri sia i cambi effettuati in regime di bandiera rossa. A causa del continuo mutamento delle condizioni climatiche, con la pioggia protagonista a fasi alterne, sono state ben 82 le sostituzioni di pneumatici, con tutte le tipologie – le tre mescole slick, le intermedie e le extreme wet – ad aver assaggiato l’asfalto almeno una volta. Al contrario, la gara che ha visto meno cambi gomme è stata quella di Miami, dove tutti e venti i piloti al via hanno effettuato solamente il pit-stop obbligatorio previsto dal regolamento sportivo. Considerate anche le gare Sprint, le sostituzioni di pneumatici sono state in totale 871.
    Pirelli F1 2023 Facts & Figures: le temperature
    Pirelli F1 2023: le temperature – Pirelli MediaLa palma dell’appuntamento più caldo dell’anno – almeno come temperatura dell’aria – l’ha vinta Austin: 34,7 °C il sabato nella Sprint, 32,8 °C domenica in gara. Sul versante opposto invece Zandvoort, con una temperatura media di 15,1 °C. In termini di asfalto, il primato del caldo se l’è aggiudicato l’Hungaroring con 53,6 °C mentre il più freddo è stato quello di Las Vegas (18,5 °C). LEGGI TUTTO

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    F1, Las Vegas: una sfida per le gomme, anche per le basse temperature

    Il Gran Premio di Las Vegas sarà una vera sfida per le gomme Pirelli, complici anche le basse temperature oltre all’incognita asfalto.

    Nel fine settimana del Gran Premio di Las Vegas verrà utilizzata la mescola C3 come P Zero White hard, C4 come P Zero Yellow medium e C5 come P Zero Red soft. Pirelli porterà in Nevada la sua selezione di mescole più morbide della gamma.
    Le parole di Mario Isola – Pirelli
    “Sia per le squadre che per noi, sarà anche una sfida tecnica particolare che affronteremo senza alcun punto di riferimento, ad eccezione delle simulazioni. Nessuno, infatti, ha mai corso sul Las Vegas Strip Circuit, un tracciato lungo 6,12 chilometri – secondo soltanto a Spa-Francorchamps nel calendario iridato di quest’anno – e caratterizzato da tre rettilinei e 17 curve. L’asfalto sarà un mix fra il manto stradale cittadino, in particolare sulla Strip, e parti totalmente riasfaltate per l’occasione, aggiungendo così un’ulteriore incognita. Va tenuto presente, inoltre, che non ci saranno gare di contorno al Gran Premio e che il tracciato sarà riaperto al traffico stradale per buona parte della giornata, il che non dovrebbe permettere il consueto livello di gommatura dell’asfalto e il conseguente miglioramento delle condizioni di aderenza”.
    “Ci aspettiamo vetture con un livello di carico aerodinamico piuttosto basso – ha aggiunto Isola -, simile a quelli utilizzati su tracciati come Baku o, ancor più verosimilmente, Monza: la velocità di punta sarà infatti un aspetto molto importante da tenere in considerazione per essere competitivi. Inoltre, tutte le sessioni si svolgeranno in notturna, con temperature dell’aria e dell’asfalto decisamente inusuali per un weekend di gara, più simili a quelle che s’incontravano quando i test di inizio stagione si svolgevano in Europa. Le lunghe percorrenze in rettilineo renderanno ancor più complicata la fase di riscaldamento dei pneumatici in qualifica ma anche il mantenimento di una temperatura adeguata in gara, riproponendo – in maniera probabilmente più esasperata – una condizione che si verifica di solito a Baku”.

    Il Direttore Motorspost di Pirelli ha poi concluso dicendo: “Tutto ciò considerato, abbiamo scelto per Las Vegas il tris di mescole più morbido fra quelle disponibili: C3, C4 e C5 dovrebbero garantire un buon livello di grip. Le prescrizioni per la pressione delle gomme indicano un minimo di 27 psi per l’asse anteriore e 24,5 psi per il posteriore. Sono valori la cui definizione è dovuta sia alle basse temperature attese durante le sessioni sia alla configurazione del tracciato. Va tenuto presente, infatti, che il freddo riduce la differenza tra la pressione delle gomme a vettura ferma e quella stabilizzata, quando la vettura gira in pista: in movimento, quindi, la pressione crescerà meno che su altri circuiti a causa delle basse temperature dell’asfalto. A regime, pertanto, stimiamo che la pressione in pista rimanga inferiore ai valori registrati su altri tracciati particolarmente impegnativi per i pneumatici come, ad esempio, la stessa Baku”. LEGGI TUTTO

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    F1, Pirelli resta il fornitore di pneumatici: rinnovo fino al 2027

    Domenicali: “Pirelli partner inestimabile”
    Il Presidente e Amministratore Delegato della Formula 1, Stefano Domenicali, ha commentato con grande entusiasmo l’accordo: “Dal ritorno in questo sport nel 2011, Pirelli è stato un partner inestimabile, supportando la Formula 1 attraverso nuove generazioni di tecnologie e regolamenti tecnici e fornendo pneumatici per consentire gare fantastiche per i nostri fan. L’impegno dell’azienda per la qualità, l’innovazione e la profonda conoscenza del nostro sport saranno vitali nei prossimi anni mentre ci avviciniamo alle nuove normative nel 2026 e il lavoro su cui Pirelli si concentra in relazione alla sostenibilità, dimostrato dalla certificazione FSC, ci garantirà continuare a lavorare insieme verso il nostro obiettivo condiviso Net Zero 2030″. LEGGI TUTTO