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    Gp Giappone F1 2025, le pagelle: Verstappen storico, Antonelli brucia le tappe, Suzuka da “pensionare”

    Hamilton – – credits: @Scuderia Ferrari Press OfficeVa in archivio il tradizionale appuntamento in terra giapponese, sullo storico circuito di Suzuka, teatro di una delle gare più brutte e noiose della storia della Formula 1. A renderla rilevante sono soltanto due fattori: Max Verstappen e Andrea Kimi Antonelli. L’olandese vince e confeziona l’ennesimo capolavoro della sua carriera, dimostrando perché è il più forte di tutti e tra i migliori della storia del motorsport; il rookie italiano, invece, si rende autore di un weekend solidissimo, chiuso al 6° posto (vicinissimo al compagno di squadra) e con un paio di record messi a segno. Per il resto, la McLaren dimostra di avere due piloti inadeguati per vincere il mondiale piloti; Leclerc massimizza il potenziale di una Ferrari enigmatica con il 4° posto finale; Hadjar e Bearman dimostrano il talento necessario per vivere nel Circus. Questo e molto altro nelle pagelle del Gran Premio del Giappone.

    VOTO 10 A VERSTAPPEN, IL GOAT DELLA FORMULA 1?
    Domanda provocatoria, ma neanche troppo. Perché quanto sta facendo Max Verstappen, e soprattutto quanto fatto in Giappone, dimostrano che l’aggettivo non sia così inappropriato. La Red Bull è solo e soltanto lui, la può guidare solo e soltanto lui e la può far vincere solo e soltanto lui. Il vero capolavoro lo confeziona al sabato, con il giro di qualifica migliore della sua carriera e tra i migliori della storia della Formula 1: senza quello, vincere sarebbe stato impossibile. In gara tiene a bada le McLaren con una facilità disarmante, dimostrando a tutti perché lui è campione del mondo e gli altri due semplici comprimari. Primo nella storia a vincere per quattro volte consecutive a Suzuka: le stimmate del GOAT ci sono tutte.
    VOTO 9 A ANTONELLI, HA LA STOFFA DEL CAMPIONE
    In Australia si era già intuito qualcosa, ma in Giappone è arrivata una conferma solidissima: Andrea Kimi Antonelli ha la stoffa per riportare l’Italia sul tetto del mondo in Formula 1. Il pilota bolognese sfodera una prestazione maiuscola sul difficile circuito di Suzuka, facendo dimenticare al pubblico il fatto di essere un rookie appena maggiorenne. E lo fa soprattutto con una gara magistrale, caratterizzata da un’ottima gestione delle gomme nella prima metà e da un ritmo forsennato nella seconda, che lo portano al traguardo ad appena un secondo di distacco dal compagno di squadra. Il tutto condito da due record: il più giovane di sempre a guidare una gara e a far segnare il giro più veloce. La vera speranza italiana per il futuro è lui, non la Ferrari.
    VOTO 8 A HADJAR E BEARMAN, GIOVANI D’ASSALTO
    In un weekend come quello giapponese, con pochi sprazzi e tanta noia, il rendimento di Isack Hadjar e Oliver Bearman risalta subito all’occhio. Innanzitutto perché portano a casa punti molto importanti per le loro scuderie. E poi perché lo fanno dopo aver strapazzato i rispettivi compagni di squadri, relegati ai bassifondi della classifica. Il francese, per la prima volta in top-10 nella sua carriera, ha reagito con grande impeto alla figuraccia in Australia, dimostrando maturità e solidità; l’inglese, ormai una piacevole consuetudine in zona punti, sa mantenere la giusta freddezza nei momenti topici, oltre ad avere un gran piede sul giro secco. Giovani, ma ci sanno fare.
    VOTO 7 A ALBON, CHE STA RIDICOLIZZANDO SAINZ
    Di sicuro ci si poteva aspettare un avvio di stagione più redditizio per Alex Albon nel confronto con Carlos Sainz, ma di certo non con questo distacco. Il thailandese sta letteralmente ridicolizzando un pilota che, fino a sei mesi fa, vinceva con la Ferrari. L’ex Red Bull riesce a sfruttare tutto il potenziale di una Williams, fino ad ora, comodamente quinta forza in griglia, collezionando un’altra gara in zona punti, mentre lo spagnolo lotta nelle retrovie della classifica. Passa quasi sempre inosservato, ma il suo rendimento è di pregevole fattura.
    VOTO 6 A LECLERC, MASSIMIZZA QUANTO POSSIBILE
    La Ferrari oggi è una triste quarta forza enigmatica, seppur non lontana dalla vetta. Per questo motivo, in attesa dei primi aggiornamenti a partire dal Bahrain, è necessario massimizzare quanto possibile. Lavoro eseguito perfettamente da Charles Leclerc, che colleziona un 4° posto utile e persino superiore al reale valore dell’attuale SF-25. Gran merito va al suo giro in qualifica, da cui costruisce la sua gara in difesa dagli attacchi della Mercedes. Una piccola aspirina, ma per la medicina la strada sembra ancora davvero lunga.

    VOTO 5 AI PILOTI MCLAREN, SE NON VINCONO CON QUESTA MACCHINA…
    Non vincere con una macchina così dominante e superiore rispetto alla concorrenza è un mezzo suicidio. Non totale, solo perché l’avversario si chiama Max Verstappen. Ma comunque suicidio resta. A dimostrazione di come i primi “avversari” della McLaren nella lotta per il mondiale piloti siano i loro stessi piloti, troppo timidi, impacciati e incapaci di reggere la pressione a cui li sottoporrà il campione del mondo. Probabilmente Piastri ha qualcosa in più di Norris, ma la somma non fa il totale che, invece, mette dall’altra parte l’olandese. E questo, alla lunga, può essere un grosso problema. Perché senza la macchina migliore…
    VOTO 4 A HAMILTON, ANNICHILITO DAL SUO EREDE
    Non ci siamo. È vero, la Ferrari non è un fulmine di guerra. Ma dall’altra parte, quantomeno Leclerc l’ha portata al 4° posto. Il rendimento di Hamilton nel weekend giapponese fa sorgere non pochi dubbi sul suo reale valore attuale. E la testimonianza è il confronto diretto con Antonelli: dopo la sosta l’inglese si ritrova a mezzo secondo dall’italiano; alla fine della gara, nonostante una mescola più morbida, chiude a oltre dieci secondi dal suo erede in Mercedes. Qualcosa non va.
    VOTO 3 A SUZUKA, È L’ORA DELLA PENSIONE
    Sarà anche storico, simbolo di tradizione e leggenda per la Formula 1. Ma è ora di dire le cose come stanno: il circuito di Suzuka è da abolire. Impensabile appassionare nuove leve proponendo uno spettacolo osceno come quello odierno, caratterizzato da zero sorpassi, zero azione in pista e zero emozioni. La gara del 2025 passerà alla storia come una delle più brutte di sempre: un segnale che deve far riflettere sul senso di continuare a correre su questo circuito. LEGGI TUTTO

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    Gp Cina F1 2025, le pagelle: Piastri punta il mondiale, Haas al top, Ferrari bocciata

    MELBOURNE, AUSTRALIA – MARCH 15: Oscar Piastri of Australia driving the (81) McLaren MCL39 Mercedes leads the garage and passes the pit wall during final practice ahead of the F1 Grand Prix of Australia at Albert Park Grand Prix Circuit on March 15, 2025 in Melbourne, Australia. (Photo by Steven Tee/LAT Images) – Credits: McLarenAnche sul circuito di Shanghai va in scena un vero e proprio dominio della McLaren, che con Oscar Piastri e Lando Norris firma una comoda doppietta in carrozza, dimostrando una superiorità imbarazzante sulla concorrenza. Altro weekend solido per George Russell, al secondo podio consecutivo, e per Max Verstappen, 4° con una Red Bull improponibile. La Ferrari, invece, dopo l’exploit nella Sprint con la prima vittoria di Lewis Hamilton, esce con le ossa rotte dalla gara: Leclerc e Hamilton chiudono al 5° e 6° posto, tra problemi di carico per un’ala rotta dal monegasco al via e una competitività lontana anni luce. Grandissima reazione della Haas, che piazza Ocon e Bearman a punti. Ancora bocciato Sainz, mentre per Lawson sembrano già scorrere i titoli di coda. Questo e molto altro nelle pagelle del Gran Premio di Cina.
    VOTO 9 A PIASTRI, LA STOFFA DEL CAMPIONE
    In un weekend in cui il suo compagno di squadra pasticcia a più riprese e il muretto pecca di presunzione nelle qualifiche per la Sprint, Oscar Piastri si dimostra il più continuo e lucido della truppa McLaren. In qualifica artiglia la pole position con un secondo tentativo al cardiopalma, e poi in gara gestisce alla perfezione la partenza e il degrado, unici fattori con cui si può fare la differenza a Shanghai. Vince dominando e con ampio margine (forse) nascosto. Non una gran notizia per gli avversari, e per il compagno di squadra. Il mondiale è fattibile.
    VOTO 8 ALLA HAAS, RISORTA DOPO MELBOURNE
    Dai test in Bahrain e dalla gara inaugurale in Australia, la Haas era uscita semplicemente con le ossa rotte, desolatamente ultima forza in griglia. Ebbene, lo spartito cinese propone uno scenario diametralmente opposto. Il team americano si risolleva con grande forza, affina una strategia perfetta con entrambi i piloti e porta a casa un doppio piazzamento in zona punti: Ocon addirittura 7°, davanti alla Mercedes di Antonelli, mentre Bearman rimonta fino al 10° posto a suon di sorpassi (e “ciao” in radio). Una resurrezione in piena regola, figlia di un grande lavoro da cui, a Maranello, forse dovrebbero prendere spunto.
    VOTO 7 A RUSSELL, SOLIDO E MATURO
    Gli unici due piloti a podio in entrambe le prime gare sono Lando Norris e George Russell. Solo che il primo guida un’astronave, mentre il secondo una Mercedes, (molto) teoricamente terza/quarta forza in griglia. Eppure, il pilota inglese sa sempre come farsi trovare pronto, dimostrando solidità e maturità. Soprattutto sul giro secco, dove trova la zampata decisiva con il 2° posto in qualifica, a pochi centesimi dalla pole position. In gara, poi, gestisce al meglio l’usura delle gomme, respingendo gli attacchi della Ferrari. Assapora anche il possibile sorpasso all’ultimo giro su Norris, complici dei problemi ai freni. Con un giro in più, chissà…
    VOTO 6 A HAMILTON, DAL SOGNO ALLA MEDIOCRITA’
    Il weekend di Lewis Hamilton è letteralmente spaccato in due. Fino al sabato mattina, è un sogno ad occhi aperti: pole position nella Shootout Qualifying, vittoria autoritaria nella Sprint Race, prima nella sua carriera e nella storia della Ferrari. Dal sabato pomeriggio, però, la musica cambia: qualifiche in apnea chiuse al 5° posto (anche per un suo errore, senza cui poteva ambire alla prima fila), gara terminata al 6° posto, con una strategia rivedibile che lo costringe a una sosta in più rispetto agli avversari. La gioia della prima vittoria (parziale) in rosso è solo un antidolorifico rispetto alla mediocrità a cui dovrà abituarsi in questo 2025?
    VOTO 5 ALLA FERRARI, L’ENNESIMO “ANNO CHE VERRA’”?
    Passata l’Australia, arriva la Cina. E la bocciatura è pesantissima. Inammissibile il crollo dal sabato mattina alla domenica pomeriggio, con una macchina che si trasforma da prima a quarta forza in pista. Il 5° e 6° posto finale sono la cartina di tornasole del reale potenziale attuale della Ferrari, al netto degli episodi in gara. E poi, il fatto di dover costantemente alzare la vettura per evitare di danneggiare il fondo è un problema gravissimo, che getta ombre inquietanti sulla bontà del lavoro fatto dagli ingegneri di Maranello durante l’inverno. La Ferrari, almeno questa versione della SF-25, ad oggi non ha alcuna possibilità di giocarsi il mondiale. I primi aggiornamenti attesi nelle prossime gare emetteranno la sentenza definitiva. E, eventualmente, qualcuno dovrà assumersi la responsabilità dell’ennesimo fallimento.

    VOTO 4 A SAINZ, CHE NON HA ANCORA CAPITO LA WILLIAMS
    Se la stagione della Ferrari è iniziata male, quella del grande ex Carlos Sainz è partita ancora peggio. Dopo il grave errore nel primo giro a Melbourne, in Cina lo spagnolo è autore di un weekend anonimo, chiuso ben lontano dal compagno di squadra Alex Albon, che quantomeno porta la macchina in zona punti. Sia sul giro secco che sul ritmo di gara Carlos non ha ancora trovato la giusta confidenza con la Williams, palesando evidenti difficoltà nel comprendere il comportamento della macchina. Inizio ben al di sotto delle aspettative.
    VOTO 3 A LAWSON, CHE HA GIA’ STUFATO MARKO
    Vero, la Red Bull è lontanissima parente di quella vettura dominante fino all’inizio del 2024, ma l’inizio di stagione di Liam Lawson è qualcosa di aberrante, tanto da far rimpiangere persino Sergio Perez. In Cina il neozelandese è semplicemente improponibile: ultimo nella qualifica sprint, 14° nella Sprint, ultimo nelle qualifiche, 15° in gara. Risultati umilianti, che potrebbero aver già chiuso la sua brevissima esperienza con la casa madre: in Giappone può già esserci l’avvicendamento con Yuki Tsunoda. Avanti un altro. LEGGI TUTTO

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    Gp Australia F1, pagelle: Norris mattatore, Antonelli predestinato, Ferrari horror

    Norris e Verstappen | Credits: Pirelli

    Finalmente si alza il sipario sul nuovo mondiale di Formula 1, che apre le danze sul circuito di Melbourne. In condizioni estremamente variabili, a fare la voce grossa è la McLaren con Lando Norris, autentico mattatore della prima gara stagionale. L’inglese si mette alle spalle un monumentale Max Verstappen, onnipresente contro ogni debolezza della sua Red Bull. Completa il podio un ottimo George Russell, davanti alla nuova stella del motorsport italiano, Andrea Kimi Antonelli, che dal 16° posto in griglia piazza la rimonta da urlo fino al 4° posto. La vera delusione del weekend è la Ferrari, relegata ai margini della zona punti al culmine di una gara (e una qualifica) semplicemente da dimenticare. Ottimo weekend anche per Albon e Tsunoda, mentre deludono tutti i rookie. Questo e molto altro nelle pagelle del Gran Premio d’Australia.
    VOTO 10 A NORRIS, ATTO DI MATURITA’
    Si era presentato ai nastri di partenza come un pilota più maturo. E al primo appuntamento stagionale, Lando Norris ha dato seguito alle sue parole con i fatti. La sua McLaren è un’astronave, e lui ne sfrutta appieno il potenziale: cinico sul giro secco, preciso in partenza, devastante sul passo gara, lucido anche nei momenti più delicati, soprattutto al ritorno della pioggia nella parte finale della corsa. Resiste anche alla pressione finale del solito Verstappen, con cui finalmente riesce a prevalere in un confronto ravvicinato. Sa di avere i gradi di grande favorito al mondiale, e il primo colpo se lo gioca bene. Se il buongiorno si vede dal mattino…
    VOTO 9 A VERSTAPPEN, CAMPIONE ONNIPRESENTE
    La Red Bull sembra ormai impantanata in una crisi tecnica senza fine, ma questo Max Verstappen non lo sa e continua a giocarsi le posizioni che contano. Il campione del mondo si dimostra l’unico in grado di provare a impensierire lo strapotere McLaren, sia in qualifica che in gara, nonostante una macchina palesemente inferiore. Il ritorno nella pioggia nelle fasi finali di gara mandano in confusione quasi tutti in pista, tranne lui: con lucidità estrema ritarda la sosta di un giro, garantendosi almeno la seconda piazza (complice l’uscita di Piastri). Nel finale prova anche a mettere pressione a Norris, ma più di così oggi non poteva fare. Lui c’è sempre, nonostante tutto.

    VOTO 8 A ANTONELLI, MOLTO PIU’ DI UN ROOKIE
    In una gara costellata da errori di tutti i rookie, l’unico a tenere botta contro le complicate condizioni di Melbourne è Andrea Kimi Antonelli. Il pilota bolognese rimedia a una qualifica difficile (16° posto) con una gara di rara intelligenza e lucidità, recuperando posizioni su posizioni fino a rientrare in zona punti. Poi, la pioggia nel finale spariglia le carte, e il classe 2006 si gioca alla grande le sue chances, ben coadiuvato dal muretto Mercedes, al punto da ritrovarsi quinto. Vince poi il duello con Albon, chiudendo al 4° posto. Debutto da sogno, da predestinato.
    VOTO 7 A ALBON, HULKENBERG E TSUNODA, IRRIDUCIBILI
    In una gara molto confusa, alla fine conta cogliere l’occasione. Il discorso vale in pieno per Alex Albon e Nico Hulkenberg: il primo confeziona la prima parte del capolavoro in qualifica, artigliando il 6° posto, completando l’opera con una gara solidissima e lucida, chiudendo con uno straordinario 5° posto (mentre il nuovo compagno Sainz la metteva in barriera al primo giro); il secondo, con la sua sconfinata esperienza, coglie perfettamente l’occasione con la pioggia finale e porta a casa un 7° posto che rappresenta già un bottino di punti per la Sauber maggiore di tutti quelli raccolti nel 2024. Menzione, però, necessaria anche per Yuki Tsunoda: il giapponese naviga nelle zone altissime della classifica per tutto il weekend, ma alla fine paga una strategia poco ottimale del suo muretto e, da un possibile posto in top-5, chiude fuori dalla zona punti. Ma la prestazione di tutto rispetto resta.
    VOTO 6 A PIASTRI, IL RITMO C’È MA QUELL’ERRORE…
    Nel suo giardino di casa Oscar Piastri avrebbe l’occasione anche di vincere la gara, ma alla fine chiude con un misero 9° posto. L’australiano della McLaren ha lo stesso ritmo di Norris (forse anche qualcosa in più), ma non riesce a sferrare l’attacco decisivo (complice anche lo stop del muretto a qualsiasi lotta pericolosa). Il possibile sogno si trasforma in vero incubo quando l’arrivo della pioggia lo manda per le terre di Melbourne, costringendolo a ripartire dal fondo. Alla fine, anche grazie alla safety-car, riesce comunque a recuperare e a piazzarsi in zona punti, davanti anche a una delle due (derelitte) Ferrari. Con questa McLaren, però, l’appuntamento col successo è solo rimandato.

    VOTO 5 A ALONSO E SAINZ, ERRORI CHE PESANO
    Nella fiera degli errori dei rookie spiccano anche i due incidenti piuttosto banali di Carlos Sainz e Fernando Alonso. Per gravità è più rilevante quello del neo-pilota della Williams, che la mette nel muro nel primo giro in regime di safety-car. Un errore grave, che fa il palio con quello in qualifica che gli impedisce, al secondo tentativo, di arpionare almeno una terza fila. Ma anche il suo connazionale, due volte campione del mondo, non è da meno, e per una volta fa una magra figura rispetto al tanto bistrattato Stroll. Da due con la loro esperienza non si possono accettare sbagli così.
    VOTO 4 AI ROOKIE, DEVONO ANCORA MANGIARNE DI PASTA
    Sia chiaro: esordire (o quasi per alcuni) in Formula 1 con queste condizioni, è già una mazzata tremenda. Ma da Melbourne tutti i rookie (tranne Antonelli) tornano a casa con le ossa rotte. Chi esce peggio è indubbiamente Hadjar, che va a sbattere alla prima curva durante il giro di formazione. Malissimo anche Bearman, a cui scapito vanno i due incidenti tra FP1 e FP3, ma che riesce comunque a tagliare il traguardo. Non escono indenni neanche Doohan, Bortoleto e Lawson, anch’essi a muro e respinti dalle stradine di Melbourne. Insomma, devono ancora mangiarne di pastasciutta…
    VOTO 3 ALLA FERRARI, DAL SOGNO ALL’INCUBO
    I proclami, gli eventi e le feste invernali in casa Ferrari sembrano già un ricordo sbiadito. Dall’Australia il team di Maranello esce con le ossa disintegrate, complice un weekend incomprensibile. Le attese speranzose del venerdì, con una SF-25 altamente performante, lasciano spazio a un lento e inesorabile de profundis a partire dal Q3 del sabato, fino ad arrivare allo scempio della gara. A metà corsa il distacco dalle McLaren è di quasi 40 secondi; l’arrivo della pioggia può riaprire insperati orizzonti di podio, ma l’ennesima strategia da dilettanti allo sbaraglio consegna al traguardo un misero 8° e 10° posto. Per le sentenze è (forse) ancora presto, ma la Cina sarà già un esame decisivo per capire il ruolo che la Rossa potrà recitare nel 2025. LEGGI TUTTO

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    Gp Abu Dhabi F1 2024, le pagelle: Norris condottiero, Leclerc-Hamilton da sballo, Verstappen fuori controllo

    Oscar Piastri, McLaren MCL38

    Cala ufficialmente il sipario sul mondiale 2024 della Formula 1, che sancisce il trionfo iridato della McLaren, in virtù della vittoria di Lando Norris a Yas Marina. Il pilota inglese stavolta è lucido e freddo, e grazie a un’ottima gestione garantisce al team di Woking il titolo costruttori che mancava dal 1998. Non basta alla Ferrari la gara commovente di Carlos Sainz e Charles Leclerc, autore di una rimonta epica dal 19° al 3° posto finale. Menzione d’onore anche per Lewis Hamilton, che chiude la sua avventura in Mercedes con un 4° posto al culmine di una rimonta spaziale dal 16° posto, superando all’ultimo giro il compagno di squadra George Russell. Ancora solidi Pierre Gasly e Nico Hulkenberg, con l’Alpine che conquista il 6° posto finale nella classifica costruttori. Sopra le righe, invece, Max Verstappen, troppo aggressivo su Oscar Piastri in partenza. Questo e molto altro nelle pagelle del Gran Premio di Abu Dhabi.
    VOTO 9 A LECLERC E HAMILTON, I SOGNI DI MARANELLO
    Vero, la Ferrari non ha vinto il mondiale costruttori. Ma in vista del 2025, può essere assolutamente fiduciosa sul fatto di avere, con enorme distacco, la coppia di piloti più forte in assoluto. Da una parte Charles Leclerc, a cui ne capitano di tutti i colori sin dal venerdì, e che costretto a partire dal 19° posto, tira fuori una rimonta epica fino al podio. Ma che non basta a togliere dal suo volto l’enorme delusione per non aver riportato il titolo a Maranello. Dall’altra Lewis Hamilton, che a 40 anni suonati insegna ancora come si sta in pista, recuperando dal 16° al 4° posto, con sorpasso all’ultimo giro sul compagno di squadra. I tifosi possono sognare.
    VOTO 8 A NORRIS, STAVOLTA FA IL CONDOTTIERO
    In tantissime occasioni quest’anno Lando Norris ha fallito miseramente quando era chiamato a trascinare la McLaren alla vetta. Ma stavolta, nel momento più importante, non ha fallito. Freddo e lucido sin dal via, quando si tiene fuori dai guai che coinvolgono il suo compagno di squadra. Da lì, poi, deve soltanto gestire la superiorità della sua vettura, senza prendersi alcun rischio. Detto, fatto: il team di Woking può festeggiare il ritorno alla gloria iridata dopo 16 anni. Ora pausa per ricaricare le batterie: il prossimo anno partirà con i favori del pronostico. Saprà gestire la pressione? Vedremo…
    VOTO 7 A SAINZ, LASCIA FERRARI DANDO TUTTO
    Con Leclerc costretto a partire dal fondo, le speranze della Ferrari di dar fastidio alla McLaren sono tutte su Carlos Sainz. E il pilota spagnolo, fin dal sabato, dà tutto quello che può per tenere vivo il sogno iridato. Approfitta del contatto Verstappen-Piastri per salire in seconda posizione, ma non ha mai la possibilità di mettere pressione su Lando Norris. Alla fine deve accontentarsi del 2° posto, che gli vale il podio all’ultima gara vestito di rosso. Lascia avendo dato tutto, ma anche con quel grande rimorso per l’incidente di Baku. Hasta luego Carlos!
    VOTO 6 A GASLY E HULKENBERG, DUE CHE CI SANNO FARE
    Nelle ultime gare si sono ritrovati spesso e volentieri a lottare nei piani altissimi della griglia, incendiando la lotta tra Alpine e Haas per il sesto posto nella classifica costruttori. Alla fine la spunta il team francese, grazie al contributo di un Pierre Gasly letteralmente rinato grazie alla cura Briatore. Altro ottimo weekend ad Abu Dhabi anche per Nico Hulkenberg, che si è preso il lusso di chiudere le qualifiche al 4° posto, davanti a un certo Max Verstappen, prima di incappare nella penalità di 3 posizioni. Nonostante questo, anche la sua gara è positiva. Insomma, due che ci sanno proprio fare.
    VOTO 5 A VERSTAPPEN, STAVOLTA VA FUORI CONTROLLO
    Weekend opaco per il quattro volte campione del mondo, che già in qualifica non si dimostra brillante come in altre occasioni. Poi, di fatto, la sua gara dura una curva, il tempo di entrare a cannone su Oscar Piastri, toccarlo e girarsi insieme a lui. Da lì è costretto alla rimonta che lo porta al 6° posto finale, condizionato peraltro dalla penalità di 10 secondi inflitta dagli stewards per l’incidente col pilota della McLaren. Decisione che Verstappen non ha mancato di schernire in mondovisione, etichettando come “idioti” i giudici di gara. Insomma, una gara in pieno stile Mad Max, come ai vecchi tempi.

    VOTO 4 ALLA DIREZIONE GARA, I TRACK LIMITS NON POSSONO DECIDERE UN MONDIALE
    La McLaren molto probabilmente si sarebbe laureata campione del mondo a prescindere, visto il vantaggio sulla Ferrari. Ma il suo lavoro è stato notevolmente agevolato dalla gestione scellerata della direzione di gara sui track limits durante le qualifiche: Perez e Piastri incorrono nell’annullamento del giro salvo poi ritrovarsi col tempo ripristinato; Leclerc, in dinamiche perfettamente simili a quelle che hanno coinvolto i due piloti sopracitati, incappa in una sorte diversa e si ritrova, suo malgrado, escluso nel Q2. Risultato: 19° posto in virtù della penalità per il cambio di batteria dopo le FP1. Una gara decisa prima di partire, che getta (per l’ennesima volta) ombre su una direzione gara troppo incoerente. LEGGI TUTTO

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    Gp Qatar F1 2024, le pagelle: Verstappen insaziabile, Leclerc stoico, Zhou d’incanto, Norris irrecuperabile

    55 SAINZ Carlos (spa), Scuderia Ferrari SF-24, action during the Formula 1 Qatar Airways Qatar Grand Prix 2024, 23th round of the 2024 Formula One World Championship from November 29 to December 1, 2024 on the Lusail International Circuit, in Lusail, Qatar – Photo Florent Gooden / DPPI – credits: @Scuderia Ferrari Press Office

    Sul circuito di Losail si è disputato uno dei weekend più rocamboleschi di questa stagione di Formula 1. Basti pensare che dalla Sprint alla gara le gerarchie si sono diametralmente ribaltate, come testimonia il trionfo di Max Verstappen, dopo un sabato da dimenticare, dietro persino alla Haas. La corsa della domenica fa emergere nuovamente le differenze tra i grandi piloti e gli “onesti mestieranti”, come dimostra il secondo posto di un encomiabile Charles Leclerc, che tiene viva la corsa al titolo costruttori a una gara dalla fine della stagione. Eccezionale prestazione per Pierre Gasly (5°) e Guanyu Zhou, 8° e autore dei primi punti stagionali per la Sauber. Solido Alonso, mentre naufragano Norris e Hamilton, con il pilota della McLaren all’ennesimo errore stagionale. Questo e molto altro nelle pagelle del Gran Premio del Qatar.
    VOTO 9 A VERSTAPPEN, CAMPIONE INSAZIABILE
    Il suo weekend dopo l’anonima Sprint Race del sabato pomeriggio sembrava una triste via Crucis. E invece, ancora una volta, Max Verstappen risorge nel momento del bisogno. Solidissimo in qualifica e martellante in gara, come ai bei tempi del dominio Red Bull, il neo-quattro volte campione del mondo dimostra una volta di più il motivo per cui appartiene a una categoria diversa da quella dei suoi colleghi. Non avrà più nulla da chiedere al campionato, ma se pensate che non abbia ancora fame di vittorie, siete fuori strada. Insaziabile.
    VOTO 8 A LECLERC, L’ULTIMA SPERANZA FERRARISTA
    La Ferrari scesa in pista a Losail è stata indubbiamente la peggiore (in condizioni normali) degli ultimi due mesi. Le premesse per svegliarsi dal sogno iridato c’erano tutte, soprattutto dopo i risultati di Sprint e qualifiche. E invece, il team di Maranello deve ringraziare un monumentale Charles Leclerc. Che, senza acqua per tutta la corsa, con un motore ormai al limite e costretto a una strenua difesa, raccoglie molto più di quanto ipotizzabile grazie al 2° posto finale, e complice l’ennesima follia di Norris, permette alla SF-24 di riaccorciare a 21 punti il distacco dalla McLaren, a una gara dal termine. Il sogno può continuare.
    VOTO 7 A GASLY E ZHOU, PROTAGONISTI INATTESI
    Nella gara degli altri, sono per distacco i migliori in assoluto. Il francese dell’Alpine sembra letteralmente rivitalizzato dalla cura Briatore, e dopo gli exploit in Brasile e a Las Vegas (in qualifica), ecco un altro capolavoro in Qatar: 5° posto finale, con difesa perfetta dagli attacchi di Carlos Sainz. Ancor più eclatante, invece, l’impresa del pilota cinese, che con il suo 8° posto finale porta i primi punti stagionali alla Sauber. Un modo non banale per lasciare il team svizzero e (forse) la Formula 1.
    VOTO 6 AD ALONSO, FINALMENTE COMPETITIVO
    Il naufragio dell’Aston Martin conosce un breve intermezzo in Qatar, grazie alla buona settima piazza finale di Fernando Alonso. Al termine di una gara intelligente nella gestione e con quel pizzico di fortuna dovuto all’ingresso della Safety Car che ha permesso allo spagnolo di guadagnare diverse posizioni. Da lì, poi, deve solo badare a rimanere in pista e mantenere alta la concentrazione. Una piccola boccata d’ossigeno, nel bel mezzo di una crisi tecnica e di risultati che, oggi, sembra un pochino meno irreversibile di ieri.
    VOTO 5 A NORRIS, ENNESIMA FIGURA DA POLLO
    Per alcuni giri la McLaren ha accarezzato da vicino la possibilità di laurearsi campione del mondo con una gara di anticipo. Ma poi, a rovinare tutto ci ha pensato il solito Lando Norris. Il pilota inglese ne combina un’altra delle sue, non rallentando in regime di doppia bandiera gialla e beccandosi una penalità pesantissima (ma giusta): 10 secondi di stop/go. Risultato: da 2° a 10°, con una perdita enorme di punti sia nella classifica costruttori che in quella piloti (Leclerc è distante soltanto 8 punti). Ad Abu Dhabi la pressione sarà tutta sulle sue spalle: saprà reggerla?

    VOTO 4 A HAMILTON, TROPPO BRUTTO PER ESSERE VERO
    Se dall’altra parte del box George Russell prova a giocarsi le sue chance contro Ferrari, McLaren e Verstappen, Lewis sembra invece una triste controfigura del sette volte campione del mondo, relegato in posizioni poco lusinghiere. Chiaro, di testa sembra ormai aver staccato la spina da diverse gare. Ma la quantità di errori banali (su tutti, il jump start al via della gara di domenica) per una leggenda come lui, non lasciano dormire sonni tranquilli. Anche dalle parti di Maranello. Semplice assenza di motivazioni o l’inizio del declino?
    VOTO 3 A BEN SULAYEM, NEMICO DELLA FORMULA 1
    In una stagione che ha visto quattro macchine giocarsi la vittoria, e alla vigilia di un’altra che si preannuncia tra le più belle di sempre, stride parecchio la presenza di una figura come quella di Mohammed Ben Sulayem alla guida della Federazione. I suoi atteggiamenti da bulletto di quartiere, incurante delle istanze dei piloti e delle critiche di tutto il Circus, uniti ai licenziamenti e relativi avvicendamenti senza preavvisi anche in ruoli delicati, come la Direzione Gara, lo rendono completamente inadeguato a un contesto così in rapida evoluzione come la Formula 1. LEGGI TUTTO

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    Gp Las Vegas F1 2024, le pagelle: Verstappen entre nella storia. E’ guerra in casa Ferrari

    Leclerc – credit:s @Scuderia Ferrari Press Office

    Così come nel 2023, anche quest’anno la Strip regala emozioni e grandi duelli in pista. E in maniera tanto inaspettata quanto meritata, a fare la voce grossa è la Mercedes, che confeziona una doppietta d’altri tempi con George Russell e Lewis Hamilton. Ma la copertina di giornata va tutta a Max Verstappen, che con il 5° posto finale conquista il suo quarto mondiale consecutivo, nonostante l’ennesimo weekend anonimo di una Red Bull tenuta a galla solo dal suo fenomeno. Ferrari in chiaroscuro: 3° e 4° posto per Sainz e Leclerc, punti recuperati sulla McLaren (non pervenuta). Ma con polemiche atroci tra i due piloti, con il monegasco furioso con il compagno di squadra. Ancora un fine settimana da dimenticare per Perez e un’Aston Martin sempre più in caduta libera. Questo e molto altro nelle pagelle del Gran Premio di Las Vegas.
    VOTO 10 E LODE A VERSTAPPEN, CAMPIONE E LEGGENDA
    Intorno a sé va tutto a rotoli, tra un team sempre più nel pallone e un compagno di scuderia umiliato in continuazione. Ma questo, Max Verstappen, lo ignora totalmente, e si laurea campione del mondo per la quarta volta consecutiva. Il titolo ottenuto sulle strade di Las Vegas lo issa tra le vette del motorsport, al fianco di nomi illustri come Prost e Vettel. Al termine dell’ennesimo weekend nero per la Red Bull, salvata solo dal suo fuoriclasse. Che, anche senza uno straccio di macchina, dimostra di essere ormai una leggenda vivente della Formula 1.
    VOTO 9 A RUSSELL, IL DOMINATORE ASSOLUTO
    Alzi la mano chi si aspettava un dominio di George Russell e della Mercedes alla vigilia del Gran Premio di Las Vegas. Risposta: probabilmente nessuno. Eppure, sin dal venerdì si intuisce che può essere la volta buona. Il capolavoro di George si confeziona tra il sabato e i primi giri della domenica: prima la pole strappata a Carlos Sainz per pochi centesimi, poi la strenua difesa su Charles Leclerc nelle prime tornate di corsa. Da lì in poi, è una cavalcata solitaria e dominante fino alla bandiera a scacchi, che lo riporta sul gradino più alto del podio. Chapeau.
    VOTO 8 A HAMILTON, CHE SENZA L’ERRORE NEL Q3…
    Nel metro di giudizio su Lewis Hamilton prevale la rimonta da vecchi tempi in gara sull’ennesima, sciagurata qualifica di questa stagione. Perché se il sette volte campione del mondo non si è giocato la vittoria, oggi, è solo per colpa dei suoi errori nel Q3, che l’hanno relegato a una triste decima posizione in griglia. Da cui rimonta furiosamente nel corso della gara, a suon di sorpassi e giri veloci. Nell’ultimo stint prova persino il recupero da fantascienza sul compagno di squadra, ma la distanza era davvero troppa. Poco male, però: Lewis di birra ne ha ancora. E intanto Maranello prende nota.
    VOTO 7 A GASLY, UNA DOLCE ILLUSIONE
    La sua gara dura pochi giri, a causa della rottura del motore su cui si infrangono speranze e sogni di un’altra domenica di gloria, dopo il podio del Brasile. Ma Pierre Gasly si è comunque ritagliato un ruolo da protagonista a Las Vegas, grazie al miracolo confezionato in qualifica. Un 3° posto frutto della sua sola bravura, senza fattori esterni a favorire un exploit del genere. A dimostrazione delle sue qualità indiscusse, che meriterebbero un mezzo alla sua altezza. Cosa che, purtroppo per lui, l’Alpine questa domenica non lo è stato.
    VOTO 6 ALLA FERRARI, GUERRA E RIMPIANTI
    Le speranze della vigilia in casa Ferrari, alimentate da un buon risultato in qualifica, si sono parzialmente infrante contro la Strip di Las Vegas. Vero, dietro l’exploit della Mercedes troviamo un 3° e 4° posto tutto rosso, che si traduce in 12 punti recuperati sulla McLaren, ora a -24 nella classifica costruttori. Ma il bicchiere è comunque mezzo vuoto, sia perché l’auspicio era quello di un bottino maggiore con cui tornare dagli USA (in vista della probabile sofferenza in Qatar), e soprattutto per l’ennesimo duello fratricida tra Leclerc e Sainz (con polemiche furiose del monegasco nel postgara), che potrebbe aver sancito la loro rottura definitiva. Proprio nel momento decisivo della stagione. L’auspicio è che la rabbia di oggi non diventi il rimpianto di domani.
    VOTO 5 ALLA MCLAREN, ANONIMA SULLA STRIP
    Un weekend così anonimo per la McLaren non si vedeva da tanto tempo. Nonostante un venerdì promettente, dal sabato in poi i papaya escono di scena, incapaci di stare al passo dei rivali. Nonostante questo, però, la perdita di punti nei confronti della Ferrari è abbastanza limitata, anche grazie all’exploit della Mercedes. L’unico aspetto positivo con cui volare da Las Vegas al Qatar, dove il team capitanato da Andrea Stella avrà il primo match point per chiudere il mondiale costruttori. Per riassaporare una gioia che manca da 16 anni.

    VOTO 4 A PEREZ, L’AGONIA VICINA ALLA FINE
    Ancora una volta, il vero volto della Red Bull è quello triste e umiliato di Checo. Anche a Las Vegas il messicano deve subire l’onta dell’eliminazione nel Q1, per la sesta volta (!) in questa stagione. Una triste consuetudine che, francamente, non si capisce come possa essere tollerata almeno per un altro anno in quel di Milton Keynes. In gara rimedia (molto parzialmente) con una rimonta fino al 10° posto e uno splendido doppio sorpasso su Magnussen e Lawson. Poco però, troppo poco.
    VOTO 3 ALL’ASTON MARTIN, SPARITA NEL NULLA
    Da diverso tempo ormai l’Aston Martin è sparita dalle scene. Il ruolo di quinta forza nel mondiale sembra ormai un lontanissimo ricordo, nonostante la classifica dica altro (incidono i punti conquistati a inizio stagione). Vero, alla fine Alonso ha chiuso ai margini della zona punti, ma non si può sottovalutare la doppia eliminazione subita nel Q1. Ovvero, l’ennesimo segnale di una deriva tecnica che, in termini di prestazioni, ha portato il team di Lawrence Stroll anche dietro ad Haas, Racing Bulls e Alpine. Basterà Adrian Newey per invertire la rotta? LEGGI TUTTO

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    Gp Brasile F1 2024, le pagelle: Verstappen leggendario, Alpine risorta, Norris scarso e presuntuoso

    Max Verstappen, Red Bull Racing, 1st position, celebrates on the podium during the Brazilian GP at Autódromo José Carlos Pace – Credits: Pirelli Motorsport

    Come in molte altre circostanze, Interlagos regala una gara ricca di colpi di scena e momenti leggendari, grazie all’entrata in scena della pioggia. Che ha reso epico il weekend di Max Verstappen, protagonista della rimonta più bella della sua carriera: da 17° a 1°, una vittoria che ipoteca definitivamente il suo 4° mondiale. Dietro all’olandese fanno un figurone le Alpine di Ocon e Gasly, entrambi sul podio e autori di una corsa di livello elevatissimo. 4° un buon Russell, davanti a un lucidissimo Leclerc, unica Ferrari al traguardo a minimizzare la perdita di punti da McLaren. Già, la papaya, vera sconfitta di questo fine settimana carioca: 6° un imbarazzante Norris, 8° Piastri. Solidissima la Racing Bulls, disastroso Sainz, ma il peggiore di tutti è Lance Stroll. Questo e molto altro nelle pagelle del Gran Premio del Brasile.
    VOTO 10 A VERSTAPPEN, IL CAMPIONE DIVENTA LEGGENDA
    Nel giardino di Ayrton Senna e del primo titolo mondiale di Lewis Hamilton, Max Verstappen toglie i panni di campione assoluto e indossa quelli di leggenda della Formula 1. Perché la rimonta dal 17° posto iniziale fino al trionfo rimarrà scolpita nella memoria di tutti. 17, come i giri veloci inanellati consecutivamente nella parte finale di gara. Manifesto di una superiorità che, sulla pioggia, rimanda a un certo pilota tedesco. La fortuna, ovviamente, l’ha aiutato. Ma è l’esatta compensazione della sfortuna occorsa in qualifica. Tutto perfettamente bilanciato, tutto come deve essere. Verstappen: categoria leggenda. Certi altri piloti: prego, prendere appunti. Tavola apparecchiata: a Las Vegas può arrivare il 4° titolo consecutivo.
    VOTO 9 ALL’ALPINE, ANATROCCOLO CHE DIVENTA CIGNO
    Quando ci sono gare bagnate, state certi che l’Alpine saprà farsi trovare pronta. È successo a Budapest nel 2021, a Monaco nel 2023 e adesso anche in Brasile. Sin dalle qualifiche si era intuito che il passo per fare l’exploit c’era, soprattutto con Esteban Ocon. Mentre Pierre Gasly era stato costretto all’esclusione prematura nel Q2 per una delle tante bandiere rosse. E la gara, poi, ha confermato tutto: eccellente la scelta di non fermarsi, a differenza degli altri. Baciata dalla fortuna della bandiera rossa, che ha messo due macchine sul podio. Da lì, una difesa lunga 17 giri, che ha portato a un risultato enormemente prestigioso, quanto insperato. In una stagione disastrosa, il team di Enstone sa farsi ancora trovare pronto quando se ne presenta l’occasione. Per una volta, l’anatroccolo è diventato cigno.
    VOTO 8 A RUSSELL, CHE DEMOLISCE HAMILTON
    La sfortuna gli nega, forse, di lottare per la vittoria. Ma dal weekend brasiliano, George Russell esce con un carico di fiducia enorme in vista del futuro. Perché se è vero che non è arrivato neanche il podio, dopo essere stato a lungo in testa, è altrettanto vero che, a parità di macchina, ha disintegrato un certo Lewis Hamilton, costretto a navigare a centro gruppo. Con queste condizioni sa sempre come rendersi protagonista, andando anche oltre gli evidenti limiti della Mercedes. Ma la stoffa resta sempre quella giusta: arriveranno tempi migliori.
    VOTO 7 A RACING BULLS, CON IL COLTELLO TRA I DENTI
    Anche la Racing Bulls rientra tra le “vittime” della sfortuna. Sì, perché la prima bandiera rossa penalizza oltremodo Tsunoda e Lawson, rientrati a montare le full-wet e con un ritmo, prima dell’interruzione, circa cinque secondi più veloce di tutti. Un senso di amarezza, anche perché il giapponese aveva fatto una strepitosa qualifica, centrando il 3° posto. Alla fine, comunque, arriva un buon piazzamento a punti con entrambi i piloti. E la consapevolezza di essersela giocata con tutti. Sempre, col coltello tra i denti.
    VOTO 6 A LECLERC, MASSIMIZZA CON GRANDE LUCIDITA’
    Poteva essere un weekend negativo in ottica costruttori, invece la Ferrari si ritrova con una perdita di appena 7 punti dalla McLaren. Merito esclusivamente di Charles Leclerc. Lucidissimo sin dalla Sprint a non rischiare eccessivamente, accontentandosi di tutto ciò che arrivava. Soprattutto, poi, in condizioni da bagnato, mal digerite dalla SF-24. E alla fine, la buona sorte lo ha assistito: finire davanti a entrambe le papaya su questa pista era impensabile. Nel mentre che il suo compagno la sbatteva nel muro, di nuovo. Ciliegina: il doppio sorpasso da cineteca su Norris e Russell. Alla voce del verbo “massimizzare” va associato il suo nome.

    VOTO 5 A HAMILTON, CHI L’HA VISTO A “CASA SUA”?
    In un fine settimana in cui ha avuto l’onore di guidare la McLaren di Ayrton Senna, proprio a casa sua, Lewis Hamilton vive uno dei weekend peggiori della stagione. In grave difficoltà sin dal venerdì, con l’esclusione nelle SQ1 che lasciavano già presagire l’andamento del suo Gp del Brasile. Nemmeno la pioggia, amica fidata in tante circostanze, l’ha aiutato: mentre Russell si giocava la vittoria, lui faticava a tenere in strada la sua Mercedes. Alla fine trova la zona punti per il rotto della cuffia. Ma la sensazione è che la testa sia sempre di più altrove.
    VOTO 4 A NORRIS, NON MERITA LA POSIZIONE CHE OCCUPA
    A inizio gara il distacco da Verstappen in classifica era di 19 punti. Alla fine della gara si ritrova a 62 punti. L’ennesimo scempio tragicomico di Lando Norris ne certifica, una volta di più, la totale inadeguatezza a lottare per un mondiale. Una gara costellata da figuracce: incapace a leggere un cartello con su scritto “Aborted Start“, uccellato in partenza per ben tre volte (!), arrogante e presuntuoso nel non riconoscere i meriti del rivale dopo la corsa, relegando tutto a un mero “colpo di fortuna”. Come detto, esistono le categorie: la sua è quella di pilota scarso.
    VOTO 3 A SAINZ, CHE È RIMASTO CON LA TESTA IN MESSICO
    Per distacco, il peggior weekend di Carlos Sainz da quando è in Ferrari. Mai realmente al livello di Charles Leclerc, neanche sull’asciutto. Ma il peggio lo fa vedere sul bagnato: la sbatte due volte nel muro, prima in qualifica e poi in gara. Uno zero pesante ma salvato parzialmente dal risultato del compagno di squadra. Urge una reazione immediata a Las Vegas, o vincere il titolo costruttori diventa impossibile.
    VOTO 2 A STROLL, UN ERRORE DA PRINCIPIANTE
    La pioggia doveva essere sua amica, ma nemmeno così Lance Stroll ha un sussulto da pilota di Formula 1. Anzi, si rende protagonista di una figuraccia atomica: testacoda nel giro di formazione, e nel tentativo di ripartire, per perdere meno tempo, sceglie di passare sulla ghiaia. Bagnata. Risultato: si va a insabbiare. Figuraccia di livello intercontinentale. Ma papà Lawrence non può mettere fine a quest’umiliazione continua? LEGGI TUTTO

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    Gp Messico F1 2024, le pagelle: Sainz masterclass, Verstappen sporco, Perez indecente

    Sainz – credit: @Scuderia Ferrari Press Office

    Dopo Austin, anche Città del Messico si colora di rosso: la Ferrari concede il bis in terra americana, stavolta con Carlos Sainz, autore di un week-end semplicemente perfetto. Questa volta sfuma la doppietta, accarezzata fino a una decina di giri alla fine: Lando Norris approfitta di un errore di Charles Leclerc e coglie un secondo posto utilissimo in ottica mondiale, visto il 6° posto di un Max Verstappen tornato nella sua versione Mad. Il monegasco completa il podio e porta altri punti fondamentali per il mondiale costruttori, in cui ora il team di Maranello ha scavalcato la Red Bull, mettendo nel mirino la McLaren. Solidissima la gara di Kevin Magnussen, mentre è da dimenticare il week-end di Oscar Piastri e Sergio Perez, che nel suo appuntamento di casa chiude miseramente ultimo. Questo e molto altro nelle pagelle del Gran Premio del Messico.
    VOTO 10 A SAINZ, UNA MASTERCLASS TOTALE
    Appena terminato il Gran Premio degli Stati Uniti, Carlos Sainz ha messo subito le cose in chiaro: “Voglio vincere in Messico“. Ebbene, detto fatto. Sin dal venerdì lo spagnolo entra in una dimensione tutta sua, facendo segnare tempi velocissimi e denotando un passo martellante. Il vero capolavoro lo confeziona al sabato: da campione del mondo i due giri nel Q3 che gli valgono la pole position. E poi la gara: partenza a rilento, sorpasso da urlo su Verstappen, gestione magistrale fino al traguardo. L’augurio è che non sia l’ultima prima dell’addio alla Ferrari. Ma se lo fosse, non poteva esserci modo migliore per congedarsi. Anzi, uno ce ne sarebbe…
    VOTO 9 A VASSEUR, LEADER DI UN TEAM RINATO
    Non è dato sapere se la Ferrari tornerà sul tetto del mondo dopo 16 anni, ma di certo vederla in lotta per un mondiale a quattro gare dalla fine è cosa inusuale, visti gli standard di questi lunghissimi anni. Gran parte del merito è di Fred Vasseur, che ha avuto il coraggio di prendersi la responsabilità di fare scelte forti. Nel momento più critico ha deciso di privilegiare il gruppo piuttosto che i singoli, allontanando Cardile e abbandonando la pista Newey. I risultati ora sono sotto gli occhi di tutti, ed è impossibile smettere di sognare ora che l’obiettivo è lì vicino.
    VOTO 8 A HERBERT, CHE HA RIMESSO A POSTO VERSTAPPEN
    Le scelte ultra-incoerenti dei commissari di gara ad Austin avevano fatto storcere il naso a molti. Soprattutto per il comportamento di Verstappen, giudicato legale. Ebbene, tutto sconfessato in Messico da Johnny Herbert, tra i commissari di gara a Città del Messico: le manovre molto sporche del campione olandese non sono state tollerate, come testimoniano i 20 secondi di penalità inflitti. Un cambio di spartito radicale, che si spera possa essere duraturo fino alla fine della stagione. Per permettere una lotta pulita e ad armi pari fino alla fine del mondiale.
    VOTO 7 A MAGNUSSEN, UN DEGNO CANTO DEL CIGNO
    I miglioramenti evidenti della Haas stanno esaltando sia Nico Hulkenberg che Kevin Magnussen. A fare la voce grossa in Messico è il pilota danese, sin dalle prove libere a proprio agio sul circuito messicano. Già in qualifica confeziona un piccolo capolavoro, artigliando un’ottima quarta fila. Quel 7° posto che poi riconfermerà in gara, arrivando non lontano da Verstappen e resistendo alla rimonta di Piastri. Insomma, un modo degno di iniziare a salutare la Formula 1.
    VOTO 6 A NORRIS, PER UNA VOLTA LUCIDO
    Sarà timido e di sicuro in soggezione nei confronti di Max Verstappen, ma stavolta Lando Norris ha avuto ragione. Non cade nel tranello dell’olandese, che sin dal via aveva come unico obiettivo buttarlo fuori pista: lui si muove con intelligenza, al resto ci pensano i commissari. Si sveglia forse troppo tardi per dare la caccia alla vittoria: alla fine riesce, se non altro, a mettere dietro una delle due Ferrari. Però il ritmo per qualcosa di più c’era. Poco male, in ogni caso: 10 punti rosicchiati al rivale. Ne restano altri 49: difficile, ma non impossibile.
    VOTO 5 A VERSTAPPEN, SPORCO OLTRE OGNI LIMITE
    Sembra ormai chiara la convinzione maturata da Verstappen: non ha più il mezzo per lottare né con Norris, né con le Ferrari. Pertanto, l’unico modo che ha di vincere il mondiale è “sporcare” la sua guida: lo ha fatto ad Austin, lo ha ripetuto a Città del Messico. Solo che stavolta i commissari non erano d’accordo: in un giro e mezzo si becca 20 secondi di penalità. Un’enormità, che lancia un segnale molto chiaro: questi mezzi non saranno tollerati oltremodo. E così, come si vince il mondiale? Tifando Ferrari…
    VOTO 4 A PIASTRI, COLPITO DALLA “SINDROME DI PEREZ”
    Se la Ferrari ha praticamente dimezzato il distacco dalla McLaren nella classifica costruttori, molta responsabilità è di Oscar Piastri. Che se fino al sabato mattina sembrava in palla e, a tratti, superiore al compagno di squadra, dal semaforo verde del Q1 si trasforma nella versione peggiore di Sergio Perez: eliminato con disonore già nella prima sessione, con un 17° posto assurdo e meritato. La gara, poi, è tutto tranne che una rimonta rabbiosa: per arrivare fino all’8° posto ha dovuto faticare e non poco. Un passo falso che potrebbe anche essere decisivo nella lotta per il titolo costruttori.

    VOTO 3 A PEREZ, UMILIATO ANCHE NEL SUO GIARDINO
    Se la Red Bull non l’aveva licenziato fino ad ora, era solo per fargli disputare il Gp di casa (su gentile richiesta della Federazione). L’auspicio era di vedere un sussulto, una scossa prima di lasciare. E invece, nel suo amato Messico confeziona, forse, il disastro peggiore della sua stagione. L’eliminazione in Q1 non fa più notizia, ma la parte più umiliante è la gara: penalità per posizionamento errato in griglia; duello stra-perso contro Liam Lawson (con tanto di “omaggio” del neozelandese), in un simbolico passaggio di consegne; ultimo posto dietro a tutto e a tutti. Un’umiliazione così era difficile da immaginare. Ora non c’è davvero più alcun motivo per restare lì dov’è. LEGGI TUTTO