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    La singolare confessione di Iga Swiatek (super tifosa di Nadal): «Ho pianto quando Djokovic ha perso agli US Open»

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo

    Iga Swiatek non ha mai nascosto la sua passione tennistica per Rafa Nadal, tuttavia, alla finale degli US Open la polacca non ha avuto problemi a tifare per Novak Djokovic.E non solo non ha avuto problemi, ma ha preso molto sul serio il fatto che il numero 1 del mondo stesse lottando per completare il Grand Slam – qualcosa che alla fine non è accaduto.
    Più di un mese dopo, Swiatek ha ammesso che dopo la sconfitta di Nole contro Daniil Medvedev, ha iniziato a piangere.
    “Sentivo che meritava questo risultato e se qualcuno poteva farlo, quello era lui. Ho pianto quando ha perso la finale degli US Open, ma sì, anche se sono sempre stata fin da piccola una Fans di Nadal”. LEGGI TUTTO

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    Pilic: “L’occidente è in difficoltà ad ammettere che Djokovic è il migliore”

    Djokovic vincitore a Wimbledon 2021

    Nikola Pilic, finalista a Roland Garros 1973 e poi coach di successo sulla panchina di molti giocatori, difende Novak Djokovic e se la prende col mondo occidentale. Un 12enne “Nole” arrivò dai Balcani alla sua accademia, nei pressi di Monaco di Baviera in Germania, formandosi sotto la guida esperta di Pilic per quattro anni, tanto che il numero 1 ha spesso considerato proprio Pilic come il suo vero “padre tennistico”. I due poi si ritrovarono anche in Davis, con Nikola capitano del team serbo che Djokovic guidò alla vittoria dell’Insalatiera nel 2010.
    Intervistato dal giornale croato Vecernji list, Pilic ha espresso tutta la sua ammirazione per Djokovic ed un certo risentimento per il mondo occidentale. Ecco alcuni estratti dell’intervista, che non mancherà di scatenerare reazioni….
    “Penso che il suo successo abbia ferito l’Occidente in modo diverso. Per la loro comprensione delle cose, il livello raggiunto da Djokovic era riservato a qualcuno dell’Occidente; e poi arriva un ragazzo di un piccolo paese a dominare il mondo del tennis. Se Roger Federer avesse fatto quello che ha fatto Djokovic agli US Open 2020, non sarebbe stato squalificato. L’occidente ha un problema nell’ammettere che Djokovic è il migliore”.
    Continua Pilic: “Djokovic è semplicemente fenomenale, ha lavorato tanto, senza scorciatoie, si è meritato col sudore tutto quel che ha raggiunto. Ricordo che i giornalisti serbi mi stavano addosso nel 2019 cercando di farmi dire che Novak è il migliore. Non volevo dirlo fino a quando non ha vinto Wimbledon quest’anno. Il giorno in cui lo ha fatto, ho dato un’occhiata completa e approfondita ai numeri. Novak ha ottenuto lo stesso numero di titoli slam di Nadal e Federer, è avanti nei confronti diretti e sta staccando tutti come numero di settimane da n.1 del raning. Inoltre ha vinto il maggior numero di titoli Masters 1000, è l’unico giocatore ad aver vinto ogni Slam almeno due volte nell’era moderna, e a un certo punto aveva quasi 17.000 punti ATP, in quel momento aveva accumulato più punti di Murray, Nadal e Federer messi insieme. Non sono di parte, Novak è semplicemente il migliore di tutti i tempi”.
    Pilic ha anche sottolineato l’impegno umanitario del serbo: “Novak non è mai stato a Bergamo in vita sua, ma lì ha donato un milione di euro. Ha ristrutturato o costruito 437 asili nido. Ha investito 8-9 milioni di euro in attività umanitarie”.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Novak Djokovic da non vaccinato rischia l’Australian Open: «I titoli del Grande Slam non ti proteggono…»

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo

    Novak Djokovic arriverà agli Australian Open in programma nel prossimo Gennaio con 20 titoli del Grand Slam ed un’occasione d’oro per superare Roger Federer e Rafael Nadal nel numero di Slam vinti.Iniziano però ora ad esserci dei forti dubbi sulla presenza del serbo a Melbourne per la questione vaccini. Novak ha già parlato pubblicamente della vicenda dichiarando che non avrebbe comunicato la sua vaccinazione ai media per ragioni di privacy lasciando libera scelta sul tema dei vaccini.
    “I titoli del Grande Slam non ti proteggono…”, ha esordito Daniel Andrews, Governatore dello stato di Victoria, la regione australiana che ospita l’Happy Slam, lanciando una chiara beccata a Djokovic alla domanda sulla potenziale assenza di tennisti di alto livello.
    “L’unico titolo che ti proteggerà è se avrai preso la prima e la seconda dose. È logico che se sei un cittadino australiano, potrai entrare nel paese anche da non vaccinato. Ma se vieni con un visto turistico o di lavoro e non sei australiano l’idea che tu possa entrare nel paese senza la vaccinazione è una possibilità da escludere.” LEGGI TUTTO

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    Djokovic non giocherà a Indian Wells

    Novak Djokovic ha annunciato sui social di aver deciso di non prendere parte all’edizione 2021 del Masters 1000 di Indian Wells.
    Dopo la “batosta” patita a US Open, sconfitto in finale da Medvedev con addio al sogno Grande Slam, il n.1 serbo ritarda il suo ritorno in campo. Probabilmente rientrerà negli ultimi tornei in Europa, ATP Finals di Torino incluse.
    Ecco il messaggio di Novak

    I am sorry I won’t get to see my fans in Indian Wells and play in the desert, my favourite place to go. I hope to see you next year! @BNPPARIBASOPEN
    — Novak Djokovic (@DjokerNole) September 29, 2021 LEGGI TUTTO

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    14 Luglio 2019, Il giorno in cui il tennis morì

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo. Uno dei migliori giocatori della storia del tennis

    Pubblichiamo con piacere un articolo inviato da un utente di Live Tennis. E’ uno suo parere personale e non è ovviamente un pensiero della redazione. Nelle prossime settimane poi ci saranno altri articoli di utenti per far si che anche voi possiate essere i veri protagonisti del sito. Buona Lettura!
    GOAT, Greatest Of All Time.In italiano, il migliore di tutti I tempi. Una diabolica invenzione giornalistica coniata per lo sport, ma ormai trascesa inevitabilmente in tutti i campi della vita.Un’ invenzione perché un “migliore di tempi”, essendo i tempi per loro natura mutevoli, non può esistere. Diabolica perché è perfettamente riuscita nell’ intento di creare tra gli appassionati di sport, quelle aspre discussioni e polemiche che sono la linfa vitale dell’avaro giornalismo moderno, pieno di marketing e povero di contenuti.
    Ma lo sport per il quale è stato coniata per la prima volta questa espressione è il tennis.E non è un caso, visto che in quest’ epoca di potenziali GOAT ce ne sono ben tre: Roger Federer, Rafael Nadal e Novak Djokovic. Sono quelli che hanno vinto più slam di tutti, 20 a testa, quelli che hanno vinto più tornei, quelli che sono stati per il maggior numero di settimane in cima alla classifica mondiale. Di questi tre, quello che, numeri alla mano sta dimostrando di essere il più forte è Djokovic. A breve vincerà il suo ventunesimo titolo, scavalcando i due rivali, e completerà il grande slam, impresa riuscita l’ultima volta a Rod Laver, ben 62 anni orsono. E questa impresa lo renderebbe senza discussione il GOAT dei GOAT, con buona pace degli altri due.Ma come dicevo sopra, non è possibile identificare il migliore di tutti i tempi, soprattutto nel tennis. Avete presente il signore che ho nominato prima? Si, quel Rod Laver. Ebbene Rod Laver ha vinto il grande slam per ben due volte, nel 1962 e nel 1969.
    Vi domandate cosa abbia combinato tra il 63 e il 68? Semplice, non ha disputato i tornei del grande slam perché passato al professionismo. Ebbene si, dalla fine degli anni 50, quando il professionismo si è affacciato al mondo del tennis, i tornei major erano aperti solo a tennisti dilettanti, e questo fino al 1968, quando iniziò l’era “open”. Vi immaginate quanti grandi slam avrebbe compiuto Laver se non avesse preferito il vil denaro al prestigio? Va anche detto che, all’ epoca di Laver, i tornei dello slam si giocavano su due sole superfici, invece di tre come in tempi moderni, ma questo non fa altro che avallare la tesi per cui sia impossibile fare un confronto tra tennisti di epoche diverse. L’ evoluzione dei materiali, delle superfici, dei metodi di allenamento e dei regolamenti, hanno fatto del tennis lo sport che ha subito nel tempo più cambiamenti (motori a parte). Per cui Nole può essere considerato il più forte della sua epoca, ma non il migliore di sempre.Ma prima che il dottor Divago si impadronisca di me, veniamo al punto.14 Luglio 2019, Londra, siamo sul 8-7 40-15 del quinto set della più bella finale di Wimbledon di sempre. Roger Federe sta per compiere un’impresa ai limiti dell’impossibile: vincere a 38 anni suonati il suo nono titolo ai Championships e il suo ventunesimo torneo dello slam. E lo sta facendo sconfiggendo uno dopo l’altro, i suoi più acerrimi rivali: Nadal, battuto in quattro set in semifinale e Djokovic, in una battaglia memorabile. Ma proprio quando tutto sembrava scritto, la sorte decide inesorabilmente di voltare le spalle al campione svizzero: due clamorosi errori di diritto, due pugnalate letali al cuore del tennis. Nole rimonta e vince al super tiebreak una partita che , statistiche alla mano, non avrebbe dovuto vincere. Federer è stato superiore in tutto: 218 punti contro 204, miglior rendimento al servizio, miglior rendimento alla risposta, molti più colpi vincenti a fronte di pochi errori gratuiti in più. Eppure ha vinto Nole.
    Premetto che, pur ammirandolo tantissimo, non sono un tifoso di Federer: i miei idoli tennistici erano Agassi, Edberg e McEnroe, che non è stato il GOAT, ma il più grande genio del tennis(e del male), mai nato, inequivocabilmente, si. Né un Hater di Djokovic, che ritengo perlatro il personaggio più vero, almeno fuori dal campo, dei Big Three.Ma quella partita ha oggettivamente impedito la sublimazione di una campione che incarnava l’ evoluzione di tutti i grandi campioni del passato: da Donald Budge a Pete Sampras, passando per Laver e McEnroe. Tutto quello che rappresentava il tennis del passato è stato distrutto da quella partita. Come se il destino volesse dirci che per vincere, si deve giocare come Djokovic.Intendiamoci, anche Federer è un tennista moderno, ma molte sue caratteristiche appartengono al tennis classico: rovescio ad una mano, cambi di ritmo, gioco di volo, fantasia. Tutto questo è stato soverchiato dalla solidità e dalla grande forza fisica e mentale che caratterizza il tennis moderno.Dopo quel match, Djokovic ha inanellato una serie di vittorie interrotte solo nel post-covid da una squalifica piuttosto ingenerosa agli US Open(per usare un eufemismo) e dal solito, immenso, Rafa Nadal nel suo regno rosso di Parigi. Federer invece, non ha praticamente più giocato se si eccettua un’apparizione anonima allo US open successivo e un goffo tentativo di rientro quest’ anno, con esiti abbastanza sconfortanti.
    Questo per sottolineare la svolta psicologica che quel match ha dato al mondo del tennis.Ovviamente non ci può essere controprova, ma dubito fortemente che se avesse perso in quell’ occasione Nole sarebbe stato a concorrere per il grande slam. Mentre Roger avrebbe chiuso il suo cerchio, dimostrando di essere lui il più forte della sua epoca, ma soprattutto dimostrando che con un tennis bello e fantasioso si può ancora vincere, basta essere dei campioni.
    Invece il futuro del tennis sarà sempre più orientato verso l’efficace solidità di Djokovic, tanto che il maggior candidato a succedergli sul trono dell’ ATP, è un giovanotto spagnolo, che tutti identificano come l’ erede di Nadal, che dice di se di assomigliare a Federer, ma che è in realtà la perfetta evoluzione di Djokovic: un trattato di solidità mentale e forza fisica, senza punti deboli dal punto di vista tecnico e tremendamente efficace, ma ahimè, povero di fantasia e imprevedibilità.I “risultatisti” compulsivi moderni, diranno probabilmente che quel giorno all’ All England Club, non è morto il tennis, semplicemente Djokovic ha dimostrato di essere più forte. Perché non è bello ciò che è bello, è bello ciò che è funzionale al risultato, tipico dei finti minimalisti di quest’ epoca, che pensano solo alla sostanza, non rendendosi conto di vivere nell’ apparenza. E che degradano l’estetica ad un mero refuso barocco, utile solamente come sollazzo per ikikomori reietti della societa del vincere.
    Ma il tennis, quello dei gesti bianchi decantato dalla fine penna di Clerici, lo sport che più di tutti è espressione d’ arte, è morto quel giorno.Ed è curioso che l’assassino sia stato un ribaldo guascone nato in Jugoslavia, il paese di “Umirati u lepoti”, morire nella bellezza. Ma la Jugoslavia, non esiste più da un sacco di tempo. E sarebbe ora di rendermene conto.
    Massimiliano Cacurri -utente di Live Tennis LEGGI TUTTO

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    I record battuti da Djokovic allo scorso US Open

    Novak Djokovic, n.1 del ranking ATP

    La sconfitta in finale allo scorso US Open resterà probabilmente il boccone più amaro nella straordinaria carriera di Novak Djokovic. Tuttavia il serbo ha scritto altri record storici durante il torneo newyorkese. Vediamoli.
    Dal 1969, nessun tennista nel singolare maschile era arrivato così vicino a completare un Grande Slam, con 27 successi consecutivi dall’Australian Open a US Open, fermandosi ad un solo match dall’impresa;
    Djokovic a NY ha disputato la sua nona finale a US Open, record assoluto nell’era Open (staccati Lendl e Sampras con 8);
    È stata per Novak la 31esima finale Slam, pareggiando i conti con Federer (Nadal è il terzo, a 28). Nessun altro tennista eccetto i tre big dell’epoca attuale è arrivato a 20 finali in un Major;
    La vittoria in semifinale contro Sasha Zverev è stata per Djokovic la n.225 in carriera contro un top10. Ha così stabilito il record assoluto nell’era Open, passando Federer fermo a 224. Seguono in questa prestigiosa classifica Nadal con 178, Lendl con 166, Connors con 131.
    Nella corsa verso la finale di US Open, Djokovic ha perso in quattro match di fila il primo set (vs. Nishikori, Brooksby, Berrettini e Zverev) finendo per vincere poi gli incontri ed approdare alla finale. Non accadeva da 132 anni, 1889 Quincy Shaw.

    In tutto questo, riportiamo anche una statistica molto interessante a favore di Daniil Medvedev. Djokovic da n.1 ha giocato almeno due volte contro 82 tennisti. L’unico di questi ad aver un record positivo vs. il serbo è proprio Medvedev, avanti 4-2 negli scontri diretti.
    Marco Mazzoni LEGGI TUTTO

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    Thiem: “Nel 2022 Djokovic tornerà più forte che mai”

    Dominic Thiem ha passato idealmente la coppa di US Open a Daniil Medvedev. Il russo è stato attore dell’impresa dell’anno, unico capace di sconfiggere Djokovic in un torneo dello Slam nel 2021, ad un passo da un leggendario Grande Slam. Secondo l’austriaco, ancora ai box impegnato nel lungo e delicato recupero da un serio problema […] LEGGI TUTTO