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    Novak Djokovic cittadino onorario della città di Budva

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo

    Negli ultimi giorni abbiamo saputo dove Novak Djokovic tornerà nel circuito, così come la data del suo ritorno in campo. Sarà al torneo di Dubai tra un mese; nel frattempo, il serbo sta cercando di riposare e ricaricare le batterie con la sua famiglia e gli amici più vicini.
    Dopo essersi allenato per diversi giorni nella sua Accademia di Belgrado, nei giorni scorsi Nole ha partecipato a diversi eventi in Montenegro, paese di cui ha un bel ricordo: oggi, infatti, il numero uno del mondo è stato proclamato cittadino onorario della città di Budva, città montenegrina che affaccia sul mare Adriatico dove gli è stato riservato un vero e proprio bagno di folla. Il serbo ha partecipato alla cerimonia con i suoi genitori. LEGGI TUTTO

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    Djokovic ferma le auto green: no allo sfruttamento delle miniere di litio in Serbia

    Già con la testa al prossimo torneo di Dubai, occasione d’oro per scacciare via i pensieri dal polverone dell’esclusione dagli Australian Open, Novak Djokovic è in questi giorni al centro di un’altra bufera. Ad innescare la miccia sarebbe stata la sua adesione ad alcune proteste contro lo sfruttamento delle miniere di Litio in Serbia da parte del colosso minerario anglo-australiano Rio Tinto. 
    Guerra alla multinazionale
    Mentre Roger Federer è impegnato tra un trofeo e l’altro a sponsorizzare celebri marchi automobilistici come Mercedes, il suo collega e rivale Djokovic continua ad avere i riflettori puntati ma non per le sue gesta tennisiche. Il campione si è recentemente schierato contro una delle più grandi miniere di litio del continente europeo, attualmente non esplorabile dopo la decisione del governo serbo di revocare i permessi necessari per rintracciare i depositi. Come è noto il litio, materiale principale per la creazione delle batterie delle le auto elettriche, si sta progressivamente tramutando in oro, data la travolgente espansione delle vetture “green”.
    Questione diplomatica
    Ad interessarsi della miniera era stato Rio Tinto, colosso minerario anglo-australiano il quale prevedeva l’estrazione di circa 64mila tonnellate di litio all’anno, con l’obiettivo di investire nella produzione di batterie in Europa collaborando con il produttore slovacco InoBat. Immediata la reazione delle associazioni ambientaliste, alle quali si è aggiunto il sostegno di Novak Djokovic poco più di un mese fa, mostrando tutto il suo dissenso attraverso le pagine social. Il governo serbo, d’accordo con il suo campione, avrebbe avanzato l’idea di non permettere al tennista di ritornare in patria nonostante la bufera riguardante la sua presunta mancata vaccinazione. Ad avere la meglio, come è ormai noto, è stata però l’Australia che ha scelto di squalificare e rimandare a casa l’atleta, fatto che, come affermato dal suo allenatore, ha profondamente segnato il serbo.
    In attesa di conoscere gli sviluppi di questa vicenda che si è tramutata quasi in incidente diplomatico la palla è passata in mano al governo della Sserbia, il quale ha revocato ogni licenza concessa alle multinazionali straniere per sfruttare le miniere di litio.
    Messi inquina meno di Ronaldo: per la sua Antonela sceglie la Mini elettrica LEGGI TUTTO

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    Novak Djokovic riparte dal torneo di Dubai. Presente anche Jannik Sinner

    Novak Djokovic classe 1987, n.1 del mondo

    Ora si sa dove Novak Djokovic inizierà la sua stagione. Dopo essere stato espulso dall’Australia e avergli impedito di giocare gli Australian Open, il numero uno del mondo inizierà la stagione 2022 nell’ATP 500 di Dubai, un torneo che ha vinto cinque volte in carriera e in programma dal prossimo 21 febbraio.Il serbo è presente in una lista di lusso, con altri tre membri della top 10: Andrey Rublev, Felix Auger-Aliassime e Jannik Sinner.
    (Clicca per vedere l’entry list) ATP Dubai (MD) Inizio torneo: 21/02/2022 | Ultimo agg.: 25/01/2022 22:55Main Draw (cut off: 0 – Data entry list: 24/01/22 – Special Exempts: 0/0)

    Alternates LEGGI TUTTO

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    Vasek Pospisil sulla vicenda di Novak Djokovic: “C’era un problema politico in gioco con le elezioni dietro l’angolo. Non è stata colpa sua”

    Vasek Pospisil nella foto con Novak Djokovic

    Vasek Pospisil, cofondatore con Novak Djokovic della PTPA, è stato uno dei pochi tennisti che ha difeso il serbo fin dall’inizio di questa diatriba ed è stato così fino alla fine: “Novak non sarebbe mai andato in Australia se il governo non gli avesse concesso un’esenzione che gli permetteva di entrare nel paese. Avrebbe saltato gli Australian Open, sarebbe rimasto a casa con la sua famiglia e nessuno avrebbe parlato di questa cosa. C’era un problema politico in gioco con le elezioni dietro l’angolo, che non potrebbe essere più evidente. Non è stata colpa sua. Non ha infranto le regole entrando nel paese e non ha “inventato le sue regole”. Djokovic era pronto a rimanere a casa”. LEGGI TUTTO

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    Novak Djokovic ha ufficialmente lasciato l’Australia. L’ipotesi di Wilander e le reazioni dei governi di Serbia e Australia

    Novak Djokovic. Foto: Getty Images

    Come riportato dal nostro collega José Morón su Twitter, Novak Djokovic ha lasciato il paese senza poter giocare gli Australian Open. Il suo volo è partito alle 22.30h (ora locale) per Dubai, 12.30h in Italia. Dalla risoluzione del caso, Novak Djokovic ha reso pubblico il suo dispiacere ma rispetto per la decisione del giudice e la sua assoluta collaborazione con le autorità australiane.
    Ora però non si può più tornare indietro. Novak Djokovic ha perso la battaglia legale ed è stato espulso dall’Australia e potrebbe ora essergli vietato l’ingresso nel paese per tre anni. A causa di questo e dei problemi che potrebbe avere in altri paesi per non essersi vaccinato contro il Covid-19, Mats Wilander crede che il serbo ora dovrà affrontare una decisione che potrebbe compromettere anche la sua carriera.
    “Sono sotto shock. Do a Novak tutto il merito per averci provato, ma allo stesso tempo sapevo che c’erano molte possibilità che non avrebbe giocato il torneo. Se la decisione è giusta? Credo che sia così. Milioni di persone sono morte a causa del coronavirus in tutto il mondo. Gli australiani hanno sofferto molto fisicamente e mentalmente”, ha detto l’ex numero uno del mondo e attuale commentatore di Eurosport.Ma Wilander è andato oltre: “Non posso immaginare cosa stia passando Novak in questo momento. Inoltre, è il suo torneo preferito e avrebbe cercato di vincere il suo 21° Grand Slam per superare Federer e Nadal. La carriera di Djokovic è in pericolo ed è possibile che debba ora fare qualcosa che non voglia fare”, ha sottolineato, in un chiaro riferimento alla vaccinazione.
    Pochi istanti dopo la decisione della Corte federale, il presidente della Serbia si è affrettato ad uscire in pubblico con altre critiche all’Australia.Aleksandar Vucic non ha usato mezzi termini e ha dichiarato. “Siamo di fronte a un caso di cattiva gestione. C’è stata una caccia alle streghe contro una persona e contro un intero paese. Volevano mostrare a Novak come funziona l’ordine mondiale e cosa possono fare contro chiunque. L’’Australia si è umiliata da sola”.
    Il primo ministro australiano ha giustificato questa decisione. “La decisione di cancellare il visto è fondata su ragioni di salute, sicurezza e ordine pubblico, sulla base del fatto che è nel pubblico interesse. Sono contento di questa decisione che manterrà forti i nostri confini e sicuri gli australiani. Ora è il momento di iniziare gli Australian Open e di tornare a goderci il tennis durante l’estate”, ha concluso Scott Morrison. LEGGI TUTTO