More stories

  • in

    F1, A Suzuka si corre con le gomme Pirelli più dure e con uno sguardo al 2024

    A Suzuka i team potranno utilizzare le mescole C1 come P Zero White hard, C2 come P Zero Yellow medium e C3 come P Zero Red soft. Pirelli offrirà poi a tutte le squadre la possibilità di testare una nuova versione della mescola C2, con l’obiettivo di omologarla per la prossima stagione.

    L’asfalto di Suzuka presenta livelli di rugosità e abrasività fra i più elevati nella stagione. L’usura e il degrado sono quindi fattori da tenere in grande considerazione sia nella definizione del programma di lavoro nelle prove libere sia in termini di strategia.
    La data di fine settembre per il Gran Premio del Giappone potrebbe riservare delle sorprese per via delle temperature elevate che si sono registrate la scorsa settimana, con massime fino a 33 gradi di temperatura dell’aria. Se le condizioni dovessero rimanere stabili, ciò aumenterebbe la possibilità di dover considerare il degrado termico delle gomme come fattore rilevante.
    Peraltro, le condizioni meteorologiche hanno più di una volta influito pesantemente sul Gran Premio, tanto che in quattro occasioni (2004, 2009, 2010 e 2019) le qualifiche furono disputate la domenica mattina a causa della pioggia torrenziale o della minaccia dell’arrivo di un tifone.
    Nel 2022 la gara fu interrotta per la pioggia già al primo giro e non poté riprendere per più di tre ore. La ripartenza avvenne quando mancavano solamente 45 minuti alla fine della durata massima dell’evento (quattro ore) e poterono essere completati solamente 28 giri, con i piloti che usarono esclusivamente gomme Intermedie e Full Wet.
    MARIO ISOLA – DIRETTORE MOTORSPORT PIRELLI

    “Il Gran Premio del Giappone si svolge su una delle piste più affascinanti e impegnative della storia del Campionato del Mondo di Formula 1 ed è caratterizzata da una forma a otto che ha pochi eguali nelle competizioni automobilistiche: non è un caso che sia una delle preferite dei piloti per il piacere che dà quando si guidano monoposto dalle prestazioni straordinarie come quelle odierne.
    Così com’è impegnativa per i piloti, Suzuka lo è anche per i pneumatici, soggetti a carichi laterali e verticali assai rilevanti sia in termini assoluti che per la durata con cui vengono esercitati. Le sollecitazioni sono equamente distribuite fra tutte le gomme, con dieci curve a destra e otto a sinistra a caratterizzare i quasi sei chilometri di lunghezza del tracciato.
    Tutto ciò considerato, la scelta delle tre mescole da asciutto è spostata verso il lato Hard della gamma 2023. Infatti, portiamo in Giappone il tris C1-C2-C3 che solo nominalmente è uguale a quello dello scorso anno: la C1, come noto, è infatti una mescola introdotta in questa stagione che si è posizionata fra la C2 e la vecchia C1, oggi denominata C0.
    A proposito di C2, il venerdì di questo Gran Premio offrirà a tutte le squadre la possibilità di testare una nuova versione di questa mescola, con l’obiettivo di omologarla per la prossima stagione. Questa evoluzione dovrebbe fornire più grip rispetto all’attuale C2, posizionandosi così più correttamente tra C1 e C3. Ogni pilota avrà due set di gomme supplementari rispetto ai tradizionali 13 treni, da utilizzare nelle prime due sessioni di prove libere. Questo test fa parte di un programma di sviluppo definito nelle scorse settimane in vista del 2024 e proseguirà – per quanto riguarda l’attività in pista – in occasione del Gran Premio del Messico quando, con analoghe modalità, si potrà provare un’evoluzione della mescola C4”. LEGGI TUTTO

  • in

    F1, Gran Premio del Giappone: numeri e curiosità

    Dopo il Gran Premio di Singapore, il Circus della Formula 1 si trasferisce a Suzuka per la seconda gara della doppietta in estremo oriente, il Gran Premio del Giappone.

    Gran Premio del Giappone: numeri e curiosità
    4. La posizione della cucina giapponese nel mondo secondo la testata Taste Atlas. Al primo posto troviamo quella italiana – con un coefficiente di 4,72 su 5 – seguita da quella greca e da quella spagnola. Il piatto nipponico considerato migliore, poco sorprendentemente, il sushi.
    47. Le edizioni del Gran Premio del Giappone disputate, 36 delle quali valide per il Mondiale di Formula 1. Il primo vincitore fu Peter Warr nel 1963 al volante di una Lotus di categoria Sport, mentre sono sette i “profeti in patria”, anche se mai in gare iridate: il primo di loro fu Yoshikazu Sunako su una Prince nel 1966. Il pilota più vincente rimane Michael Schumacher con sei affermazioni, mentre il miglior piazzamento di un giapponese è il terzo posto ottenuto da Aguri Suzuki nel 1990 su Lola, e da Kamui Kobayashi nel 2012 su una Sauber motorizzata Ferrari.
    67. La percezione dall’esterno può essere ingannevole, perché il Giappone è famoso per le sue metropoli affollate, eppure questo numero corrisponde alla percentuale del territorio ricoperto da foreste, ben due terzi del totale.
    98,5. La percentuale di cittadini autoctoni presenti in Giappone, la quasi totalità della popolazione dunque. Il Paese asiatico è da sempre tra i più isolati al mondo e nel 1635, per decisione dello Shogun Tokugawa Lemitsu, venne addirittura chiuso agli stranieri per un periodo di oltre duecento anni, con severe pene per chi anche solo impiegava beni provenienti da altre terre e in particolare dall’Europa. I primi ad arrivare in Giappone dal vecchio continente erano stati i portoghesi, approdati a Nagasaki nel 1543. Si dice che siano stati loro a introdurre nel Paese la tecnica di cottura della tempura, che non sarebbe stata abbandonata nemmeno durante il blocco finendo per diventare parte integrante della cucina nipponica.

    2.000. Le tonnellate di pesce vendute ogni giorno al Mercato di Tsukiji, a Tokyo, il più famoso di tutto il Giappone. È qui che si tiene quasi quotidianamente l’asta del tonno più famosa al mondo: se volete assistervi dovete alzarvi presto ed essere lì intorno alle 2.30 del mattino. Recatevi al centro di informazioni sui prodotti ittici e mettetevi in fila, perché si entra in base all’ordine di arrivo e i posti sono davvero limitati. LEGGI TUTTO

  • in

    F1, Fred Vasseur: “In Giappone contiamo di portare a casa punti pesanti”

    “Contiamo di portare a casa nuovi punti pesanti nella lotta per il secondo posto della classifica costruttori”. Sono state queste le parole di Fred Vasseur, alla vigilia del Gran Premio del Giappone.

    La Formula 1 si sposta a Suzuka per la seconda gara della doppietta in estremo oriente, il Gran Premio del Giappone. Dopo la vittoria di Carlos Sainz a Singapore, la Scuderia di Maranello va alla ricerca di un altro risultato positivo, in ottica campionato del mondo costruttori.
    “Abbiamo messo subito in archivio Singapore per concentrarci sul Gran Premio del Giappone – ha detto Vasseur -, una delle corse più affascinanti della stagione per squadre e piloti. Si gareggia a Suzuka, un circuito completamente diverso da quelli di Monza e Marina Bay, sul quale avremo modo di verificare la competitività della SF-23 anche sui curvoni veloci con un set-up aerodinamico a carico medio-basso”.
    Il Team Principal della Ferrari ha poi aggiunto: “Affronteremo il fine settimana con lo stesso approccio adottato nelle ultime gare, che ci ha permesso di migliorare ulteriormente sul piano dell’esecuzione delle operazioni in pista. Contiamo di portare a casa nuovi punti pesanti nella lotta per il secondo posto della classifica costruttori”. LEGGI TUTTO

  • in

    Il secondo, tattico Carletto vince a Singapore

    Secondo me, a un certo punto del Singapore GP, abbiamo iniziato un po’ tutti a temere che questa seconda vittoria di Carlos Sainz non arrivasse più. Abbiamo sentito tutti uno spezzone di team radio con l’ingegnere, che suonava più o meno così: “Com’è il passo?” “Dobbiamo aumentare un po’…”: dove l’ho già sentito questo tono? 
    Come stiamo andando? Male, perdio!
    E fu così che, nella mente stonata della spettatrice e nella notte in differita di Singapore, rimbombavano le battute con le inconfondibili voci del Ragionier Fantozzi e di Corrado Maria Lobbiam.
    Effettivamente, non è proprio così stonata l’associazione della sventurata stagione 2023 della Ferrari con Il Secondo, Tragico Fantozzi: anche il varo della monoposto partì con i migliori auspici, peccato che poi la Scuderia – e la sua tifoseria solidalmente – abbia preso tante di quelle batoste che nemmeno le dolorose bottigliate della Serbelloni Mazzanti Viendalmare possono eguagliare…
    Abituati tutti a patire sotto la nuvola dei ferraristi – dalla quale piove Red Bull al posto di acqua – era normale avvertire che nella gara di ieri ci fossero tutte le premesse affinchè si potesse fare molto bene e anche molto male: quel vago ma persistente sentore di all in era propiziato dal weekend-no dei primi della classe, che vagavano smarriti come i varani,  cui faceva da contraltare un fine settimana baciato da ottime prestazioni in tutte le sessioni per entrambi i piloti in rosso. Eppure il ritorno prepotente della Mercedes, che raramente sbaglia quando sente profumo di gara buona e una McLaren in costante miglioramento, alimentavano più di una preoccupazione, assieme alle incognite di un circuito come il cittadino di Singapore, che, sin dalla prima edizione, si è rivelato come dura prova per squadre e strategie, oltre che ad alto indice di spacca-monoposto – e spacca-cuori, soprattutto rossi.
    Penso che i tifosi e gli appassionati tutti ricorderanno per un bel po’ quegli ultimi 20 giri del Singapore GP,  una vera croce e delizia – o morte per snuf-snuf, per qualcuno – una medicina dolceamara che ti fa un po’ soffrire quando la mandi giù, ma che poi ti fa star bene per giorni.
    Se li ricorderà per un bel po’ di tempo anche Carlos Sainz, alla sua seconda vittoria in carriera, che una certa corrente opinionistica – chiamiamola così – vedrebbe solo come secondo di Leclerc e che invece ha scaricato, nel budello viario del sudest asiatico, una prestazione maiuscola fatta di tigna, maestria al volante, sangue freddo, intelligenza tattica e un connubio quasi fatato con la scorbutica SF-23, che ieri ha assecondato lo spagnolo come un abito su misura. Dunque, il validissimo Sainz ha dimostrato che, quando si tratta di ragionare in una situazione in cui tutto il buon lavoro di un weekend rischia di essere battuto da un avversario che ha la tua stessa ira agonistica ma un treno di gomme fresche in più, non è secondo a nessuno. Senza dimenticare l’apporto di quello che ieri è stato il suo secondo, vale a dire un motivato tuttavia sfortunato Charles Leclerc.

    Fa piacere, ogni tanto, scrivere qualcosa di diverso, invece di straparlare di domini, record e ripicche fra abulici trionfatori di oggi e di ieri. E quanto è stato bello vedere una gara in cui almeno tre scuderie potevano giocarsi la vittoria finale!
    Immaginate, ora, aver potuto godere di questo spettacolo – non quello del drs e delle sprint race – per un intero campionato, se solo tutti questi piloti talentuosissimi fossero stati dotati di mezzi e squadre all’altezza. La Ferrari dovrebbe mangiarsi un tordo intero senza masticare… cioè – volevo dire – le mani.
    Secondo me. LEGGI TUTTO

  • in

    F1, GP Singapore: barriere, rimonte e primi punti per i rookie

    Andiamo ad analizzare la gara dei due rookie (+ 1) del Campionato Mondiale 2023 di Formula 1: Oscar Piastri (McLaren), Logan Sargeant (Williams), ai quali si aggiunge momentaneamente Liam Lawson, (AlphaTauri) dopo il gran premio di Singapore.SINGAPORE, SINGAPORE – SEPTEMBER 17: Liam Lawson of New Zealand and Scuderia AlphaTauri prepares to drive on the grid during the F1 Grand Prix of Singapore at Marina Bay Street Circuit on September 17, 2023 in Singapore, Singapore. (Photo by Rudy Carezzevoli/Getty Images) // Getty Images / Red Bull Content Pool // SI202309170368 // Usage for editorial use only //Partito 18esimo dopo una qualifica difficile, Sargeant ha colpito le barriere al ventesimo giro della gara di domenica causando un danno alla sua ala anteriore bloccata per tutto il giro di rientro ai box sotto la monoposto. Nonostante il “botto”, i danni sono stati limitati e hanno consentito al pilota di tornare in gara subito dopo il pit stop. 5 ritiri hanno permesso allo statunitense di tagliare il traguardo 14esimo. Nonostante tutto Logan si è detto soddisfatto del suo weekend che gli ha permesso di prendere più confidenza con la monoposto ma soprattutto con la pista.
    L’incidente di Lance Stroll durante il Q1 ha portato la qualifica del pilota australiano, Piastri, ad una fine anticipata, lasciandogli solo la 17esima piazzola a disposizione. Domenica però è stato protagonista di una fantastica rimonta fino alla settima posizione guadagnando punti preziosi per la scuderia, sommati anche a quelli del compagno Lando Norris, arrivato secondo ma con un pacchetto di aggiornamenti in più.
    Merita una menzione il rookie “ad interim” Lawson. Prima volta in assoluto a Singapore, uno dei circuiti più difficili del mondiale, è riuscito a conquistare i suoi primi punti in carriera portando a casa la nona posizione dopo la fine del 62esimo giro. Questo il miglior risultato per l’AlphaTauri in questo mondiale. Ma già dalla qualifica si era fatto notare, accedendo al Q3 eliminando il campione del mondo Max Verstappen.

    Alex Albon non ha ancora un compagno per il 2024 e questa dovrebbe essere la motivazione principale per il Sargeant che deve dimostrare di meritare la permanenza nel Circus: attenzione però, mancano poche gare; Il Giappone potrebbe essere un banco di prova importante per Piastri che avrà a disposizione gli stessi aggiornamenti del compagno: si dice fiducioso e sicuro di poter battagliare per le prime posizioni al fianco di Norris; Lawson sta forse eclissando i due rookie “veterani” di questa stagione e al momento non ha niente da migliorare o da rimproverarsi, deve solo continuate su questa scia e forse un sedile libero per l’anno prossimo potrebbe essere proprio il suo. LEGGI TUTTO

  • in

    F1, Ferrari: Le qualità Sainz, le debolezze di Leclerc

    Carlos Sainz, dopo 434 giorni e 25 gran premi ha finalmente interrotto il digiuno di vittorie della Scuderia Ferrari. Un risveglio dolcissimo per gli appassionati della rossa, che già a Monza, avevano assaporato un antipasto di Singapore nella commovente prestazione e difesa del pilota spagnolo. Quello di Carlos è un capolavoro, un’impresa memorabile fatta di testa e cuore, di ragione e sentimento, che fa felice Domenicali e che fa bene all’audience della Formula 1. Ma come mai, dopo 14 gare targate Red Bull nel 2023 (di cui 10 consecutive portano la firma di Max Verstappen) è stato proprio Sainz a interrompere il digiuno?Sainz e Leclerc, Gp Singapore F1 2023

    ELOGIO ALLA TENACIA
    Il caso non esiste e Sainz ne è la dimostrazione. O meglio, nel momento in cui gli altri, quelli imbattili, ti lasciano qualcosa per strada, tu devi essere lì, pronto ad afferrare tutto ciò che è afferrabile. Questo è esattamente ciò che ha fatto Carlos Sainz a Singapore. Ma come detto, non è un caso: Carlos si è portato appresso la carica di Monza, weekend in cui ha rasentato la perfezione, una perfezione che non è bastata a sconfiggere le mostruose RB19 di Newey. Quante volte, nell’ultima settimana, si sarà ripetuto a mo’ di mantra quella frase rilasciata nel pre-gara del GP d’Italia: “se facciamo tutto alla perfezione possiamo vincere”.Questa volta ce l’ha fatta Sainz, tra le strettissime vie di Singapore, complice una Red Bull umana e lontana, la perfezione è bastata, ma di perfezione si è trattato. Chapeau Carlos!
    SAINZ E NON LECLERC
    Come mai è stato Carlos e non Charles a risollevare le sorti del Cavallino? Charles lo conosciamo, ha un talento incredibile (questo non lo nega nessuno) e la sua capacità di spingere la vettura al limite è palese nella sua velocità in qualifica. Carlos, da parte sua, non si è mai dimostrato un grande qualificatore, ma ha sempre dato il meglio in gara, con una costanza e un’intelligenza tali da mettere in difficoltà compagni di scuderia del calibro di Verstappen, Norris e Leclerc.Sainz, oltre a ciò è dotato di una fortissima personalità, non si piega né si deprime di fronte alle richieste del team. Basti pensare a Silverstone dove vinse la sua prima gara in Ferrari attaccando senza pietà il compagno di squadra e rispondendo picche agli ordini del muretto o a questo weekend, nel quale la sua capacità di leggere la gara prima degli ingegneri, regalando il DRS a Norris per difendersi da Russell, l’ha portato a coronare il secondo centro in rosso.

    COMPLEMENTARI
    I due piloti della rossa sembrano la coppia perfetta, non tanto per il rapporto che intercorre tra di loro, quanto per la loro complementarietà. A Carlos manca il talento puro di Charles, a Charles la tenacia di Carlos.Quando le cose vanno male a Maranello, Charles ne risente e non riesce a dare ciò di cui sarebbe capace. Lo stesso vale per gli errori del muretto, che spesso portano il monegasco a un nervosismo tale da indurlo all’errore. Lettura della gara e leadership sono le caratteristiche che mancano a Charles per massimizzare i risultati, qualità necessarie in un possibile scenario di lotta mondiale. Se l’entusiasmo di Carlos non è cosa passeggera, se il madrileno sta veramente sbocciando a Maranello allora saranno guai per Charles, perché lo spagnolo, la testa, ce l’ha eccome. LEGGI TUTTO

  • in

    Gp Singapore F1 2023, le pagelle: Sainz memorabile, Leclerc scudiero, Red Bull irriconoscibile

    3 – GP SINGAPORE F1/2023 – SABATO 16/09/2023 – credit: @Scuderia Ferrari Press OfficeVa in archivio un incandescente week-end sul circuito di Marina Bay, che riaccende il cuore dei tifosi della Ferrari, grazie alla vittoria memorabile di Carlos Sainz. Clamorosa la gara dello spagnolo, favorita da una perfetta strategia, oltre che dal sacrificio di Charles Leclerc, perfetto uomo-squadra. Fantastico anche Norris sul podio, bravissimo Liam Lawson che lancia una pesante candidatura al sedile AlphaTauri per il prossimo anno. Occasione sprecata da George Russell, mentre per la prima volta nel 2023 la peggiore del fine settimana è la Red Bull. Questo e molto altro nelle pagelle del Gran Premio di Singapore.
    VOTO 10 A SAINZ, MEMORABILE SMOOTH OPERATION
    La perfezione ha il volto di Carlos Sainz in questo straordinario ritorno alla vittoria della Ferrari. Leader sin dal venerdì, concretizza in tutto e per tutto la sua superiorità, prima con la seconda pole position consecutiva, e poi con una gara ai confini della razionalità. Per ritmo, gestione, ma soprattutto lucidità e freddezza. Resterà nella storia la strategia di tenersi Norris a distanza di DRS per difendersi dal ritorno delle Mercedes. Una cosa degna del miglior Michael Schumacher. Una cosa da campione. Best ever Smooth Operation.
    VOTO 9 A NORRIS, “L’ATTACCANTE DIFENSORE”
    Il nuovo pacchetto di aggiornamenti della McLaren dà ulteriore competitività a Lando Norris, che trova un podio da sogno a Singapore. Veloce sin dal venerdì, l’inglese sfrutta qualsiasi occasione in gara per artigliare un meraviglioso secondo posto. Attacca quando è il momento di attaccare, ma soprattutto si difende con le unghie e con i denti dal ritorno delle Mercedes. E, in un certo senso, “difende” anche la vittoria di Carlos Sainz, sfruttandone l’aiuto con il DRS. A completare una “doppietta” in salsa Carlando.
    VOTO 8 A LAWSON, CHE IPOTECA IL 2025
    La prima a Zandvoort era di approccio. Già a Monza si intravedeva una confidenza in crescita. Ma a Singapore, Liam Lawson tira fuori un week-end super. Da ricordare a lungo la qualifica, dove per 7 millesimi estromette Max Verstappen dal Q3. E poi la gara, tutta coraggio e lucidità: naviga ai confini della zona punti, e sfruttando le defezioni altrui, si accaparra un grande nono posto finale. Il ritorno di Ricciardo potrebbe essere stato effimero: la candidatura del classe 2002 al sedile in AlphaTauri per il 2025 è pesantissima.
    VOTO 7 A LECLERC, SCUDIERO PERFETTO
    Sul ritorno alla vittoria della Ferrari con Carlos Sainz c’è anche la firma di Charles Leclerc. Il monegasco, sin dal venerdì, è più lento dello spagnolo. E, di conseguenza, gli spetta il ruolo da scudiero. Interpretato alla perfezione da Carletto: magistrale la partenza (favorita dalle gomme rosse), perfetta la gestione della prima metà di gara. Poi, come al solito, arriva la consueta dose di sfortuna: la sosta in regime di Safety Car lo penalizza oltremodo, complice il traffico. Da lì fa quel che può, chiudendo al quarto posto finale.
    VOTO 6 A HAMILTON, CHE SALVA LA MERCEDES
    La Mercedes ha osato l’all-in, con una strategia ultra-aggressiva. Scelta rischiosa, forse troppo azzardata. A salvare l’onore delle armi è Lewis Hamilton, che porta a casa un podio dal sapore dolceamaro. Il ritmo c’è sempre stato, sin dal venerdì, ma come al solito (per quest’anno), la qualifica non brillantissima compromette un buon risultato. Poi la gara è un lungo ruota a ruota con Russell e Norris; l’errore all’ultimo giro del compagno di squadra gli consegna un podio insperato, ma che basta a salvare la faccia delle Frecce Nere.

    VOTO 5 A RUSSELL, ERRORE FATALE ALL’ULTIMO GIRO
    Tutto il suo week-end è un copiare le traiettorie della Ferrari. George Russell volerà in Giappone ricordando a memoria il retrotreno della SF-23: in qualifica secondo per un nulla, in gara dietro prima a Leclerc e poi a Sainz. La scelta azzardata della seconda sosta da parte della Mercedes è un jolly che, è vero, per poco non fa fare jackpot all’ex Williams. Ma la fretta di dover recuperare, alla fine, fa perdere anche lucidità a George, che butta via il podio con un brutto errore all’ultimo giro, finendo in barriera. Che spreco.
    VOTO 4 ALLA RED BULL, DAVVERO IRRICONOSCIBILE
    Un fulmine a ciel sereno. Non c’è altro modo di descrivere il week-end molto negativo della Red Bull. Il 5° e l’8° posto finale di Verstappen e Perez è un risultato illusorio rispetto al livello di una vettura che, a Singapore, si rivela essere addirittura da centro-griglia. La qualifica scioccante con la doppia esclusione dal Q3 è una inaspettata doccia fredda su cui il team di Melton Keynes dovrà ragionare. Ovviamente non in ottica 2023, visto il vantaggio incolmabile sugli avversari. Ma tanto per la prossima stagione, in virtù della nuova TD018 e delle sue conseguenze sulla vettura anglo-austriaca. Suzuka sarà un esame persino per i dominatori del mondiale. LEGGI TUTTO

  • in

    F1, Verstappen ha davvero demolito Perez? Dati, analisi e confronti

    Sergio Perez è criticato e messo in discussione quasi ad ogni Gran Premio. Forse perché il sedile accanto a Max Verstappen è il più ambito del Circus della Formula 1. Il messicano occupa la seconda posizione nella classifica piloti con 219 punti contro i 364 dell’olandese. La nostra analisi, dati alla mano.BAKU, AZERBAIJAN – APRIL 30: Race winner Sergio Perez of Mexico and Oracle Red Bull Racing and Second placed Max Verstappen of the Netherlands and Oracle Red Bull Racing celebrate in parc ferme during the F1 Grand Prix of Azerbaijan at Baku City Circuit on April 30, 2023 in Baku, Azerbaijan. (Photo by Mark Thompson/Getty Images) // Getty Images / Red Bull Content Pool /Dopo le recenti dichiarazioni di Lewis Hamilton sulla forza dei suoi compagni di squadra, se paragonati a quelli di Max Verstappen, abbiamo voluto analizzare qualche semplice dato per confrontare i due team-mate.
    L’indicatore che abbiamo scelto è semplicemente la percentuale di punti che i due piloti dello stesso team hanno portato alla loro squadra.
    Partendo proprio da Max Verstappen e Sergio Perez, l’attuale leader della classifica piloti ha totalizzato il 62,4% dei punti della Red Bull mentre il messicano i restanti 37,6%.
    Il due volte campione del mondo ha davvero demolito, come spesso si dice, il pilota che lo affianca nel team austriaco dal 2021? Per capirlo, andiamo a vedere le stesse percentuali per i piloti dei quattro team che occupano le posizioni in classifica costruttori, dietro a Red Bull.
    Le prime sorprese arrivano dall’analisi dei dati dei piloti di Aston Martin e McLaren. Sia Fernando Alonso che Lando Norris hanno fatto meglio del rispettivo compagno di squadra con percentuali superiori a quelle con le quali Verstappen ha fatto meglio di Perez.
    Il due volte campione del mondo spagnolo ha totalizzato il 78,3% dei punti della squadra, mentre Lance Stroll solo il 21,7%. Un po’ meglio nel confronto è andato Oscar Piastri che però ha raccolto solo il 31,3% contro il 68,7% del più esperto Norris.

    Numeri non lontani da quelli di Verstappen-Perez li troviamo anche tra i due piloti Mercedes: Lewis Hamilton ha raccolto il 60,1%, contro il 39,9% di George Russell.
    Discorso a parte invece per la coppia Ferrari, dove Carlos Sainz e Charles Leclerc hanno raccolto, poco più o poco meno dell’1% in più della metà dei punti della Scuderia di Maranello.
    Da questo primo giro di numeri, cominciamo forse ad avere un quadro più chiaro del “rapporto di forze” in pista.
    Vogliamo però andare oltre l’attuale stagione e dare uno sguardo anche agli anni passati, cominciando dai due anni nei quali Verstappen e Perez sono stati compagni in Red Bull. Sia nel 2021 che nel 2022, l’olandese ha chiuso al primo posto nella classifica piloti, totalizzando rispettivamente il 67,5% e il 59,8% dei punti della squadra. Già da questi due dati si può evincere come il messicano abbia “sofferto” di più il compagno di squadra il primo anno che non nelle ultime due stagioni.
    Paragonando la percentuale del 2021 con quella di Hamilton nei confronti del compagno Valtteri Bottas, scopriamo come la differenza nella stagione 2021 sia stata di poco inferiore al punto percentuale (66,2%).
    Analizzando gli anni del dominio Mercedes e in particolare quelli dove il sette volte campione del mondo ha avuto come compagno sempre il finlandese si ha: 2020 (60,6%), 2019 (55,9%), 2018 (62,3%) e 2017 (54,3%).
    Dando un rapido sguardo al passato, in molti hanno fatto peggio di quanto non stia facendo quest’anno Perez in termini di percentuale di punti che sono stati in grado di portare alla loro squadra. Se Perez ha lasciato al compagno il 62,4% dei punti della Red Bull, nel 1990 e 1991 con Senna-Berger (McLaren) siamo al 64,5% e 69,1%, nel 1992 con Mansell-Patrese siamo al 65,8%, ma anche Villeneuve-Frentzer (1997 | 65,8%), Hakkinen-Coulthard (1998 | 64,1%), quasi tutti gli anni dei mondiali di Schumacher, Vettel-Webber nel 2013 (66,6%). Di esempi così, andando avanti e indietro negli anni, ce ne sarebbero tanti altri.
    Concludendo quindi possiamo dire che Sergio Perez, quest’anno, sta facendo meglio di quanto Piastri non stia facendo con Norris e Stroll con Alonso; meglio anche del suo primo anno (2021) in Red Bull con Verstappen, molto meglio di Bottas con Hamilton, sempre nel 2021 e come Bottas nel 2018. Verstappen è un fuoriclasse, lo sappiamo tutti, come lo erano nel passato campionissimi come Senna, Mansell, Villeneuve, Hakkinen, Schumacher, Vettel che, in molte occasioni, hanno totalizzato una % di punti per il loro team anche superiore al 62,4% che è quella di Verstappen su Perez quest’anno. LEGGI TUTTO