More stories

  • in

    F1, Sergio Perez correrà con Red Bull nel mondiale 2021

    Il Team Red Bull Racing, attraverso un comunicato ufficiale, ha annunciato oggi che Sergio Perez sarà il secondo pilota della squadra nel mondiale F1 2021.
    Il pilota messicano ha firmato un contratto di un solo anno e prenderà il posto di Alex Albon che comunque resterà nel team come test driver e lavorerà al simulatore in ottica 2022.

    Chris Horner, Team Principal Red Bull, ha voluto sottolineare come, avendo avuto modo di valutare tutti i dati e le performance, Perez è la miglior scelta e il pilota giusto da affiancare a Max Verstappen nel 2021.
    Il pilota messicano ha così commentato: “La chance di gareggiare per un team che lotterà per il campionato del mondo è qualcosa che ho sempre sperato, dal momento che sono arrivato in F1”. LEGGI TUTTO

  • in

    F1 2020: I team principal hanno scelto la loro top 10 dei piloti. La classifica!

    La fine della stagione significa sempre tempo di bilanci, positivi o negativi che siano. Tra i team principal c’è sicuramente chi ride di più e chi, invece, deve cominciarsi già a rimboccare le maniche in vista della prossima stagione. La Formula 1 ha comunque chiesto ad ognuno di loro di scegliere la loro personale top 10 dei piloti di questo 2020. Qualche cambiamento rispetto alla vera classifica del campionato c’è, ma d’altronde era da aspettarselo. Il sistema di punteggio è identico a quello delle gare ufficiali.
    In prima posizione la sorpresa non c’è: come previsto è Lewis Hamilton a prendersi la scena, con l’inglese 7 volte campione del mondo che vince anche questa speciale classifica. Non troppo lontano, però c’è Max Verstappen che, col suo temperamento e i suoi risultati seppur con una macchina inferiore, ha convinto proprio tutti quest’anno. L’altra stella della Formula 1 attuale, ossia Charles Leclerc, è in terza posizione, unica magra soddisfazione in una stagione davvero misera a causa di una Ferrari non all’altezza.
    Insomma, i tre piloti considerati migliori sulla griglia ricoprono i primi tre posti nella classifica dei team principal. Tutto secondo i piani. E gli altri? In quarta posizione, come primo degli “altri” c’è il buon Daniel Ricciardo che precede Sergio Perez, entrambi davvero notevoli quest’anno. Nonostante una Williams che non gli ha permesso di andare a punti, l’unico GP disputato da George Russell con la Mercedes ha fatto conquistare all’inglesino una gran reputazione che gli vale il sesto posto in graduatoria.
    Dietro abbiamo i due alfieri della McLaren con Lando Norris davanti a Carlos Sainz. Questo prima di arrivare a Valtteri Bottas: nonostante il secondo posto in campionato, nonostante guidi una Mercedes e abbia conquistato due vittorie, il fantozziano finlandese conclude la classifica dei team principal solo al nono posto, a pari merito con Pierre Gasly, il vincitore del GP d’Italia. Questo la dice lunga sui problemi di Valtteri nel farsi apprezzare, anche all’interno dell’ambiente F1 stesso.
    Si tratta di una classifica basata sulle impressioni personali dei vari Wolff, Binotto, Horner ecc… ma fa ben capire quali siano le gerarchie tra i piloti nella Formula 1 di fine 2020. Un buon riassunto di tutto. LEGGI TUTTO

  • in

    FormulAmazOne 2020: i best buy del campionato di Formula Uno

    FormulAmazOne 2020, i best buy del campionato di Formula Uno! E così, si avvia al termine il doloroso 2020, che ha lasciato i suoi segni anche sul Campionato di Formula Uno appena concluso. Alla visione strappacuore degli autodromi deserti – e delle Ferrari doppiate a destra, sinistra, in retromarci… L’articolo FormulAmazOne 2020: i best buy […] LEGGI TUTTO

  • in

    F1, Red Bull anonima per tutto l’anno e al top nel finale: un film già visto

    Subito dopo la vittoria solitaria di Max Verstappen ad Abu Dhabi nell’ultimo Gp F1 dell’anno abbiamo ascoltato il solito ritornello, che suona più o meno così: “La Red Bull in questa gara ha dimostrato di essere al top e si candida a lottare per il titolo mondiale in chiave 2021″. Ma quante volte è stato detto questo finora senza essere poi puntualmente suffragato dai fatti? Almeno dal 2017, ovvero da 3 anni tondi tondi. Con precisione svizzera, anzi austriaca in questo caso facendo onore alla proprietà della scuderia, la Red Bull si presenta competitiva per la vittoria negli ultimi Gp della stagione in corso dopo una rincorsa durata tutto l’anno per poi ritrovarsi all’inizio del Mondiale successivo in ritardo di preparazione tecnica rispetto alla concorrenza diretta, che si chiama soprattutto Mercedes.
    Prendiamo il Mondiale 2017. Verstappen s’impone in Messico, terz’ultima prova del Campionato facendo credere a tutti e a se stesso che il prossimo anno Mercedes e Ferrari dovranno vedersela anche con lui per la sfida iridata. Invece nel 2018 la musica non cambia. A Melbourne la nuova RB14 paga 7 decimi dal poleman Hamilton e conclude 4° sotto la bandiera a scacchi ad oltre 7″. L’andamento del Mondiale sarà fin troppo chiaro. A contendersi l’iride saranno sempre la Stella a Tre Punte e il Cavallino Rampante. Red Bull si aggiudica tre Gp nella prima metà del Mondiale salvo poi sparire e ripresentarsi vincente ancora una volta in Messico con Max. Anche in questa occasione si sprecano le aspettative per il 2019 ma sarà un’altra illusione ottica perché fin dal Gp d’Australia, tradizionale prova inaugurale del Campionato di F1, la musica non cambia rispetto all’anno prima, nonostante anche la nuiva motorizzazione Honda.
    In prova l’olandese Verstappen accusa un gap di quasi 1″ dal solito Hamilton mentre in gara non andrà oltre il terzo posto a 22″ dal leader Bottas. L’andamento della stagione ricalcherà quella precedente. Mercedes e Ferrari sono fuori portata per la Red Bull che con l’olandese coglierà due successi in Austria e Germania e si sveglierà di nuovo sul finale, in Brasile, penultima corsa del Mondiale. La classifica conclusiva sembra la fotocopia del 2018: Red Bull terza nei Costruttori con 417 punti, due in meno dell’anno prima. Praticamente lo stesso risultato e si sprecano ancora le solite grandi promesse per il Campionato successivo. Che vengono nuovamente disattese.
    Nel Mondiale della pandemia in cui la Ferrari è la grande assente, Red Bull termina al secondo posto ad un’eternità dalla Mercedes, sempre ad inseguire sul lato tecnico dal primo Gp, che questa volta è in Austria. Vince Bottas il primo round, Verstappen contiene il gap in prova a 5 decimi dalle frecce d’argento ma la sua monoposto e quella di Albon fanno flop clamoroso in gara ritirandosi entrambe per problemi elettrici. Poi il monologo Mercedes per tutta la stagione e le solite sporadiche fiammate di Verstappen a Silverstone e domenica scorsa ad Abu Dhabi. Solito cliché, insomma, accompagnato dalle altrettanto ripetitive e radiose aspettative per l’anno venturo che finora sono state solo parole. E Verstappen non può più aspettare. LEGGI TUTTO

  • in

    F1, mondiale di centro gruppo: la McLaren vince il titolo di migliore del midfield

    L’ultimo round della stagione più travagliata di sempre, per la situazione mondiale che stiamo attraversando, non si è rivelato così esaltante in termini di spettacolarità in pista, escludendo la qualifica. Il GP disputatosi in quel di Abu Dhabi è stato piuttosto una passerella che ha condotto ai verdetti finali, soprattutto per il midfield, che alla vigilia non erano ancora scritti. Infatti l’ultima bandiera a scacchi della stagione ha sancito un ribaltamento della situazione di vertice fra i team di centro gruppo. La McLaren ha agguantato la posizione di leadership del midfield, strappando la miglior posizione alla Racing Point, che ha vissuto un fine settimana tutt’altro che da protagonista.
    Il team di Zak Brown e Andreas Seidl, sembra aver fatto tesoro di tutto ciò che è stato appreso nel corso della stagione, mettendolo in pratica sotto i riflettori di Abu Dhabi e andando quindi a strappare il miglior risultato. Dal punto di vista tecnico il circuito nasconde diverse insidie legate a due fattori fondamentali come il bilanciamento della monoposto e la gestione gomme. Ai primi due settori molto veloci, si oppongono le undici curve dell’ultimo settore. La McLaren per tutto il weekend si è ben spostata con il circuito siglando ottime performance. Al sabato è arrivata la seconda fila in griglia, grazie al quarto tempo di un incredulo Lando Norris per l’ottimo giro compiuto; separato solo da Alexander Albon, invece Carlos Sainz. Sono arrivate soltanto conferme alla domenica, con l’inglese che dopo aver ceduto il passo alla Red Bull di Albon, si è dimostrato decisamente costante così come il compagno, nel corso dell’intero GP. Nonostante i due scattassero al via su mescole differenti, nel momento della safety car, il team ha optato per un doppio pit-stop che ha messo entrambe le punte su pneumatici hard. I tempi si sono mantenuti molto buoni fino alla bandiera a scacchi, dando prova di un’ottima gestione gomme ad opera sì dei due, ma anche grazie all’ottima monoposto in pista. Quest’ultimo può rivelarsi quindi un tassello importante per costruire un 2021 su basi ancor più ambiziose.
    Ad una Mclaren così brillante, si è contrapposta invece una Racing Point che aveva cominciato il proprio fine settimana già in salita. Sergio Perez infatti, uscito trionfante dal Bahrain, aveva iniziato il suo ultimo weekend in veste rosa con la consapevolezza che alla domenica sarebbe scattato dal fondo per via della sostituzione dei componenti della PU giunti a fine ciclo. Nei primissimi giri di gara il messicano aveva già compiuto diversi sorpassi, se non fosse che un problema di pressione dell’olio del motore, lo abbia appiedato dopo nemmeno dieci tornate. Si è dovuto puntare tutto quindi su Lance Stroll, che però al sabato, pur avendo strappato una posizione valida per il Q3, non è andato oltre l’ottavo tempo. Una piazza replicata in gara ma persa poi nell’ultimo giro a favore della Renault di Esteban Ocon. Il buon passo mostrato quindi dal team di Silverstone al venerdì, non è stato confermato alla domenica da Stroll. Il ritiro amaro di Perez ha tolto quindi ogni possibilità di replica verso i diretti rivali della McLaren, usciti vincitori dal duello.
    È andata meglio alla Renault, con un Daniel Ricciardo che nell’ultimo GP disputato fra le fila del team transalpino si è rivelato uno dei migliori in pista, se non il migliore, assieme a Max Verstappen, vincitore del GP. L’australiano infatti ha stupito non poco, dopo due giornate in pista non così semplici. Al venerdì aveva infatti saltato l’intera prima sessione di libere, a causa di una noia tecnica legata al motore. In qualifica non era andata meglio del dodicesimo tempo, alle spalle del compagno. A ribaltare una qualifica deludente per il team di bandiera francese, proprio la grande condotta di gara dell’australiano. Ricciardo ha infatti adottato una strategia che ha previsto un primo stint su gomma hard, per poi passare alle medie. La strategia si è rivelata vincente grazie all’ottima gestione degli pneumatici, con cui ha mantenuto un ottimo ritmo nel corso dei tre quarti di gara. Passo mantenuto costante e veloce nel finale, dove ha anche fatto segnare l’ultimo giro veloce assoluto della stagione, nel giro conclusivo.
    Nel campionato che esclude i tre top team, seppur si sia trattato si una Ferrari di bassa classifica, l’AlphaTauri chiude l’anno alle spalle di McLaren, Racing Point e Renault. A Yas Marina, il team faentino ha confermato in suo trend positivo soprattutto in qualifica, dove ha centrato la doppia qualificazione per il Q3 per la terza volta consecutiva. Ha mostrato invece qualche acciacco in più dal punto di vista del passo gara, riuscendo però a rispondere a diversi colpi tentati dai diretti avversari, soprattutto dal lato box di Pierre Gasly. Anche se non sempre ottenendo risultati grandiosi, come la vittoria a Monza o il podio in Germania, lo junior team di Helmut Marko ha sempre fatto passi avanti in classifica nel corso di questo campionato, concludendo quasi sempre in top 10 con almeno una monoposto, ad esclusione degli appuntamenti in Ungheria e Turchia.
    Nel gruppetto che racchiude l’ultima fascia della griglia, è l’Alfa Romeo Racing ad ottenere il piazzamento migliore. Ad Abu Dhabi, dopo l’ottima performance di Antonio Giovinazzi del sabato, quando si era qualificato per il Q2 rifilando mezzo secondo al compagno, è stato Kimi Raikkonen a prevalere in gara, sprigionando il massimo dalla sua monoposto alla domenica. Bisogna sottolineare come il team italo-svizzero sia la squadra che ha compiuto un progresso più significativo, nel confronto fra le performance di inizio e fine stagione.
    Classifica piloti
    Daniel Ricciardo Renault 256
    Lando Norris McLaren 230
    Sergio Perez Racing Point 223
    Carlos Sainz McLaren 198
    Pierre Gasly Alphatauri 164
    Lance Stroll Racing Point 163
    Esteban Ocon Renault 147
    Daniil Kvyat Alphatauri 114
    Kimi Raikkonen Alfa Romeo Racing 59
    Antonio Giovinazzi Alfa Romeo Racing 39
    George Russell Williams 29
    Nico Hulkenberg Racing Point 28
    Kevin Magnussen Haas 24
    Romain Grosjean Haas 24
    Nicholas Latifi Williams 22
    Classifica costruttori
    McLaren 428
    Racing Point 414
    Renault 403
    AlphaTauri 278
    Alfa Romeo Racing 98
    Williams 51
    Haas 48
    Classifica giri più veloci
    Daniel Ricciardo Renault 7
    Lando Norris McLaren 3
    Carlos Sainz McLaren 2
    Lance Stroll Racing Point 1
    Nicholas Latifi Williams 1
    Romain Grosjean Haas 1
    Pierre Gasly Alphatauri 1
    Sergio Perez Racing Point 1 LEGGI TUTTO

  • in

    F1, Yuki Tsunoda al fianco di Pierre Gasly in AlphaTauri nel mondiale 2020

    Un Giappone torna sulla griglia di F1! Il ventenne Yuki Tsunoda sarà pilota ufficiale della Scuderia AlphaTauri nella stagione 2021 di Formula 1.

    La Scuderia AlphaTauri ha annunciato oggi che Yuki Tsunoda sarà al fianco di Pierre Gasly per il Campionato Mondiale Formula 1 2021.
    [embedded content]
    Tsunoda fa parte sia del Red Bull Junior Team che del young driver programme di Honda e si è classificato terzo nel campionato FIA Formula 2 di quest’anno, disputato con il team Carlin. Questo risultato consente al ventenne di Kanagawa, in Giappone, di poter beneficiare della Super Licenza di Formula 1.
    Dopo aver vinto il campionato giapponese di F4 nel 2018, Yuki si è trasferito in Europa l’anno successivo, per competere nel nascente campionato FIA Formula 3, chiudendo la stagione in nona posizione con tre podi e una vittoria. Nel 2020 è passato alla Formula 2, dove ha vissuto una grande stagione caratterizzata da sette podi, due vittorie in Feature Race e una in Sprint Race.
    Di recente, ha percorso 300 chilometri su una nostra vettura di Formula 1 del 2018, in occasione di un test all’Autodromo Enzo e Dino Ferrari a Imola, oltre a guidare per noi durante il Young Driver Test di Abu Dhabi, il 15 dicembre. L’ultima volta che un pilota giapponese ha corso in Formula 1 è stato in occasione del GP di Abu Dhabi 2014.
    Franz Tost, Team Principal della Scuderia, ha così commentato: “La Red Bull segue da un po’ di tempo la carriera di Yuki e sono sicuro che sarà una grande risorsa per la nostra squadra. Quest’anno in Formula 2 ha dimostrato il giusto mix di aggressività e buona comprensione tecnica. Durante i test di Imola dello scorso novembre, quando ha guidato la nostra vettura del 2018, in simulazione gara i suoi tempi sul giro sono stati molto costanti e ha progredito nel corso della giornata, fornendo utili feedback ai nostri ingegneri. Inoltre, la sua integrazione con gli ingegneri della Honda è stata perfetta, il che sicuramente aiuta. Durante i test di Abu Dhabi di questa settimana, ha dimostrato di imparare velocemente e di essere pronto per fare il passo verso la Formula 1”.
    Yuki Tsunoda invece ha detto: “Come la maggior parte dei piloti, il mio obiettivo è sempre stato quello di correre in Formula 1, quindi sono felicissimo di questa notizia. Voglio ringraziare la Scuderia AlphaTauri, la Red Bull e il Dr. Marko per avermi dato questa opportunità e, ovviamente, anche la Honda per avermi supportato finora nella mia carriera, dandomi la grande occasione di correre in Europa. Un ringraziamento anche alle squadre con cui ho corso per poter arrivare a questo punto, in particolar modo alla Carlin, squadra con cui ho imparato tanto quest’anno. Mi rendo conto che l’anno prossimo porterò con me le speranze di tanti fan giapponesi di F1 e farò del mio meglio anche per loro”. LEGGI TUTTO

  • in

    La F1 nel 2021: team, piloti e GP in programma la prossima stagione

    Il campionato del mondo di Formula 1 2020 è appena andato in archivio, ma la voglia e la curiosità di poter vedere di nuovo all’opera i bolidi del Circus è già tanta. Dopo una stagione stravolta e condizionata dall’epidemia Covid-19, la speranza collettiva è che il 2021 possa esser un primo passo verso il tanto desiderato ritorno alla normalità, sia in F1 che, soprattutto, nelle nostre vite quotidiane.
    Per quanto concerne l’universo delle quattro ruote, infatti, il 2020 passerà alla storia come il calendario più rivisto e modificato rispetto alle bozze iniziale di tutti i 70 anni di Formula 1, proprio per arginare i rischi di contagio nel rispetto delle normative fissate nei vari paesi del globo. Questo aspetto negativo, tuttavia, ci ha concesso l’opportunità di assistere al grande ritorno di piste meravigliose come Imola, oppure al debutto ufficiale di circuiti coi fiocchi come il nostro Mugello o Portimao, in Portogallo.
    Eppure, a meno di gradite sorprese o di ulteriori ritocchi al calendario, il 2021 non dovrebbe (purtroppo) riaccogliere le piste citate pocanzi, in un mondiale che si prospetta ricchissimo di novità nel mercato piloti, con alcuni passaggi e debutti già ufficializzati a campionato in corso, e che prenderanno vita appunto nel 2021.
    Quindi, nell’attesa di vedere come si evolverà la situazione e di capire quali saranno gli ultimi nomi che andranno a comporre la futura griglia di partenza, ecco come si presenta, ad oggi, il futuro campionato del mondo: un riassunto tutti i piloti già sotto contratto, dei team pronti alla partenza ed i gran premi in cui andranno in scena le gare.
    TEAM E PILOTI
    La parte conclusiva del mondiale 2020 è stata ricca di annunci ed ufficialità in vista del 2021, ed appunto per questo serve mettere ordine per fare il punto della situazione.
    La Mercedes campione del mondo in carica dovrebbe presentarsi con i piloti protagonisti di questa stagione dominata dal team tedesco, ossia Valtteri Bottas ed il sette volte iridato Lewis Hamilton. Mentre per Bottas esiste già una firma sul contratto, lo stesso non si può dire per il campione inglese, il quale non dovrebbe comunque essere protagonista di clamorosi colpi di scena.
    Mentre l’Alfa Romeo ha confermato il duo Antonio Giovinazzi e Kimi Raikkonen anche per il 2021, lo stesso non si può dire per l’AlphaTauri: il team italiano si presenterà infatti ai blocchi di partenza con il vincitore dell’ultimo GP d’Italia Pierre Gasly, ma non è ancora noto il nome del secondo pilota. Oltre alla riconferma di Daniil Kvyat, la seconda ipotesi vorrebbe l’uscita di scena proprio del russo a favore del giapponese Yuki Tsunoda, 3° classificato nel mondiale di Formula 2 e, qualora venisse scelto, primo pilota della storia della F1 ad esser nato nel 2000.
    Tutto fatto invece in casa Renault, che dalla prossima stagione cambierà comunque il proprio nome in Alpine F1 Team per ragioni di sponsor: oltre alla riconferma del connazionale Esteban Ocon, la squadra francese accoglierà il grande ritorno del due volte campione del mondo Fernando Alonso, con lo spagnolo che prenderà il posto di Daniel Ricciardo e ritornerà nella categoria dopo il ritiro nel 2018.Cambio di nome e di pilota anche per la Racing Point, che nel 2021 assumerà la denominazione di Aston Martin: come compagno di squadra del canadese Lance Stroll ci sarà infatti l’ex ferrarista Sebastian Vettel, che sostituirà il recente vincitore del GP di Sakhir Sergio Perez. Il messicano, momentaneamente, non ha ancora trovato un accordo con altri team.
    La Ferrari cercherà di risollevarsi dopo una delle sue stagioni più deludenti ripartendo da una coppia di piloti giovanissima e promettente: oltre a Charles Leclerc, il Cavallino Rampante accoglierà in squadra lo spagnolo Carlos Sainz, sostituto di Vettel e scelto dal team di Maranello dopo la convincente stagione in McLaren.Completamente stravolta la situazione in casa Haas, che dall’anno prossimo si affiderà a due piloti esordienti nella categoria ed entrambi provenienti dal campionato di Formula 2: oltre al russo Nikita Mazepin (al centro di recenti polemiche per un post sui social), il team americano avrà l’onore di riportare in Formula 1 il cognome Schumacher, con l’ingaggio del campione tedesco Mick Schumacher, figlio del grande Michael. Le due nuove e giovani leve andranno a rimpiazzare così Kevin Magnussen e Romain Grosjean, entrambi al capitolo conclusivo delle loro carriere in F1.
    Discorso diverso per la McLaren, che dal 2021 non presenterà più la coppia Norris-Sainz, tra le più affiatate della scorsa stagione: in sostituzione dello spagnolo, il team britannico farà scendere in pista l’australiano Daniel Ricciardo, proveniente dalla Renault. In questo modo, Lando Norris avrà dunque l’occasione di confrontarsi con un nuovo compagno di squadra dalla personalità allegra e scherzosa come la sua, ma sarà soltanto la pista a stabilire o meno la bontà del rapporto tra i due.
    Nonostante le voci di fine campionato, la Williams scenderà in pista nel 2021 con entrambi i piloti dell’ormai passata stagione (Nicholas Latifi e George Russell, con quest’ultimo accostato alla Mercedes dopo l’ottima prova a Sakhir), ma per la prima volta senza la storica presenza del suo fondatore sin dal via del mondiale: Sir Frank Williams e la figlia Claire.
    Capitolo finale riservato alla Red Bull, che ancora non ha ufficializzato il nome del futuro compagno di squadra di Max Verstappen, vincitore dell’ultima prova ad Abu Dhabi. Le ipotesi più gettonate sono due: la conferma di Alexander Albon o l’ingaggio di Sergio Perez, splendido vincitore del GP di Sakhir e profilo da non sottovalutare.
    Stando alle ufficialità ed alle notizie già note, ecco come si presenta ad oggi, 14 dicembre 2020, la futura griglia di partenza:

    Mercedes – Valtteri Bottas
    ?

    Alfa Romeo – Kimi Raikkonen
    Antonio Giovinazzi

    AlphaTauri – Pierre Gasly
    ?

    Alpine – Fernando Alonso
    Esteban Ocon

    Aston Martin – Sebastian Vettel
    Lance Stroll

    Ferrari – Charles Leclerc
    Carlos Sainz

    Haas – Nikita Mazepin
    Mick Schumacher

    McLaren – Daniel Ricciardo
    Lando Norris

    Red Bull – Max Verstappen
    ?

    Williams – Nicholas Lafiti
    George Russell

    I GRAN PREMI
    Poche, ma significative, le novità che riguarderanno invece il calendario di Formula 1 nel 2021, che tornerà quasi completamente a quello programmato per la stagione 2020 prima che il Covid-19 modificasse tutti i piani. Con 22 prove ufficializzate su 23 in programma, le grandi novità riguarderanno il ritorno del Gran Premio d’Olanda, previsto il 5 settembre come 14° tappa sul circuito di Zandvoort (a cavallo tra il GP del Belgio ed il GP d’Italia, quest’ultimo confermato a Monza per il 12 settembre).Il 2021 segnerà l’esordio assoluto del Gran Premio dell’Arabia Saudita, previsto come penultima prova del mondiale sul circuito cittadino di Jedda. Tutto da stabilire, infine, per quanto concerne la quarta gara del mondiale, ancora non assegnata: i nomi più caldi riguarderebbero piste che hanno convinto e che hanno entusiasmato quest’anno, su tutte le italiane Mugello ed Imola. Al posto di queste ultime potrebbe però inserirsi un altro circuito accolto positivamente come quello portoghese di Portimao, o ancora il più datato turco di Istanbul. La quinta opzione, infine, riguarderebbe l’esordio del Gran Premio del Vietnam ad Hanoi, programmato nel 2020 e cancellato per il Coronavirus.Ad oggi, questo sarebbe il calendario della prossima stagione:

    1 – Gran Premio d’Australia (Melbourne, 21 marzo)
    2 – Gran Premio del Bahrein (Sakhir, 28 marzo)
    3 – Gran Premio di Cina (Shanghai, 11 aprile)
    4 – ? (25 aprile)
    5 – Gran Premio di Spagna (Montmelò, 9 maggio)
    6 – Gran Premio di Monaco (23 maggio)
    7 – Gran Premio d’Azerbaigian (Baku, 6 giugno)
    8 – Gran Premio del Canada (Montreal, 13 giugno)
    9 – Gran Premio di Francia (Le Castellet, 27 giugno)
    10 – Gran Premio d’Austria (Spielberg, 4 luglio)
    11 – Gran Premio di Gran Bretagna (Silverstone, 18 luglio)
    12 – Gran Premio d’Ungheria (Hungaroring, 1° agosto)
    13 – Gran Premio del Belgio (Spa-Francorchamps, 29 agosto)
    14 – Gran Premio d’Olanda (Zandvoort, 5 settembre)
    15 – Gran Premio d’Italia (Monza, 12 settembre)
    16 – Gran Premio di Russia (Sochi, 26 settembre)
    17 – Gran Premio di Singapore (Marina Bay, 3 ottobre)
    18 – Gran Premio del Giappone (Suzuka, 10 ottobre)
    19 – Gran Premio degli USA (Austin, 24 ottobre)
    20 – Gran Premio del Messico (Città del Messico, 31 ottobre)
    21 – Gran Premio del Brasile (Interlagos, 14 novembre)
    22 – Gran Premio dell’Arabia Saudita (Jedda, 28 novembre)
    23 – Gran Premio di Abu Dhabi (Abu Dhabi, 5 dicembre) LEGGI TUTTO

  • in

    #DankeSeb: i momenti più importanti del viaggio di Vettel in Ferrari

    Potremmo cominciare dai numeri. Sarebbero utili per comprendere il cammino di Sebastian Vettel a Maranello ma, come al solito, non ci dicono tutto. Mai come in questo specifico caso. La storia del tedesco di Heppenheim in Rosso è stata costellata da emozioni fortissime, sia di gioia che di dolore. Salite e discese, condite dal suo sempreverde amore per la Ferrari. Un’anima latina, come lo descrisse il compianto Sergio Marchionne. Che aveva pienamente ragione. Un’anima latina con i suoi lati positivi e negativi. Ma quel che resta è profonda stima e affetto.

    118 gare, 12 pole position, 14 giri veloci, 55 podi, 1400 punti e 14 vittorie. Che ricordiamo tutte nel dettaglio. Come se ognuna di esse fosse stata la prima. Come un unicum. A partire dagli albori. Gran Premio di Malesia 2015, la sua seconda gara in Ferrari. Quello che sembrava il prologo di una storia d’amore indimenticabile. Con l’ombra di Michael Schumacher alle sue spalle. Sebastian sognava, i tifosi sognavano con lui. Un anno di transizione, con tre successi (anche in Ungheria e a Singapore).
    Poi i primi grattacapi. Non per colpa sua. Tante erano le aspettative nel 2016, pochissime quelle mantenute. Forse nessuna. Neanche una vittoria nel magro bottino di Seb. I primi dubbi che incalzano il tedesco, ma il suo amore per il Cavallino lo spinge a rimanere positivo nelle avversità. Il 2017 è la grande chance. Un connubio pilota-macchina (la SF70H) che per Vettel rimarrà ineguagliato. Emozioni a profusione, un team coeso, enormemente spinto dalla voglia dei Tifosi che ci credono.
    Poi però la sportellata a Lewis Hamilton in Azerbaigian, alcuni guasti ma, soprattutto, la clamorosa collisione al via del Gran Premio di Singapore con Max Verstappen e il compagno di squadra Kimi Raikkonen, gli fanno perdere speranza e motivazione. Sebastian, però, vede che qualcosa di buono si può fare. Nel 2018 la Ferrari si presenta ai blocchi di partenza con una macchina al livello se non superiore alla Mercedes. Tante pole position, vittorie, soddisfazioni. Fino allo spartiacque definitivo della sua avventura in Rosso.
    Quel maledetto GP di Germania. Suo errore su pista scivolosa quando era abbondantemente in testa e avrebbe potuto allungare nel mondiale su Hamilton e la Mercedes. Da lì i problemi. Vettel si chiude in se stesso, aspramente criticato in Italia. Forse sin troppo. Ma Seb non è il classico tedesco freddo e calcolatore che va avanti per la sua strada come se non fosse successo nulla. Lui è latino, appunto. E da quel momento inizia la sua parabola discendente fatta di momenti deludenti e qualche acuto.
    Nel 2019 arriva Charles Leclerc che, col suo talento e la sua spinta mediatica, gli soffia via il titolo di pilota di punta a Maranello. Cambia anche il vertice con Mattia Binotto che prende il posto di Maurizio Arrivabene. Questa sarà anche la chiave dell’addio di Vettel. Con Binotto i rapporti non saranno mai buoni. Charles è in rampa di lancio e Sebastian non viene difeso. Anzi, a volte viene persino redarguito dallo stesso team principal. E’ una situazione insostenibile.
    Fino alla famosa telefonata di Binotto questo inverno. Il suo contratto non sarà rinnovato. Sebastian dovrà lottare per un anno intero con una macchina indecente. Mostrando al mondo che le vere carenze della Ferrari non erano da ricercare nei piloti o in un pilota in particolare, ma nel sistema. Eppure Sebastian lascia, con un nodo in gola. Con una canzone. Un po’ da tedesco e un po’ da italiano. Andrà in Aston Martin e non si può non augurargli il meglio. Sebastian Vettel è stato e sarà sempre un vero tifoso della Ferrari. Danke Seb. Auf wiedersehen. LEGGI TUTTO